La guerra invernale nel Tibet: libro di Friedrich Dürrenmatt
La guerra invernale nel Tibet è un racconto lungo di Friedrich Dürrenmatt. Uno degli ultimi in cui troviamo lo stile dello scrittore svizzero; contiene una serie di metafore che ci porterebbero a seguirlo nelle sue evoluzioni complicate, difficili e piene di trappole. In realtà è un piccolo capolavoro che incorpora molti temi, tutti attuali: sul nemico, la guerra, l’amministrazione che governa senza un popolo e che mai si è posta il problema di cosa necessitano i suoi cittadini. È anche un’inchiesta dolorosa sulla necessità dell’uomo di autodistruggersi.
Approfondimento
La guerra invernale nel Tibet: la storia
Il soldato mercenario che è sopravvissuto, forse unico testimone dell’umanità, è ridotto ad un rottame, non ha più le gambe e al posto delle braccia ha due protesi, in una è inserito un mitra e nell’altra un braccio meccanico all’apice del quale ci sono degli attrezzi di varia natura che gli servono per aprire le scatolette delle provviste, aggrapparsi a qualsiasi appiglio, raccogliere ciò che gli cade e soprattutto scrivere.
Lui sta incidendo la sua storia, che sarà la storia dell’umanità, all’interno di un dedalo di gallerie talmente intricato che nessuno può raggiungerlo. Perché si trova solo all’interno di una montagna in Tibet a scrivere ciò che è successo al mondo? Perché deve passare, ad un testimone alieno che un giorno raggiungerà la Terra, delle informazioni su quello che ci è successo: siamo morti tutti, tranne lui, così pensa, ne è convinto, mentre porta avanti con determinazione questo racconto, incidendolo nella roccia per arrivare a svelare il segreto ultimo dell’uomo, della sua storia e della sua civiltà.
Ma questo segreto che si nasconde dietro alla necessità di avere un nemico e quindi di struggere, combattere, attaccare fino a quando il nemico esisterà, totem sacro a cui non si deve mai negare l’esistenza, alla fine può essere solo un riflesso di qualcosa di abominevole.
Il libro
- Autore: Friedrich Dürrenmatt
- Titolo: La guerra invernale nel Tibet
- Editore: Adelphi
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Commento all’opera
La guerra invernale nel Tibet è un libro intenso, furioso, pieno di spigoli, doloroso, bellissimo ma al contempo diverso dalle altre opere dello scrittore e anche per questo interessante perché cela dentro di sé un ultimo pensiero di Dürrenmatt verso tutto. Questo forse è un ulteriore segreto del libro.
Ci sono libri che riempiono la mente, fanno riflettere, ci accompagnano per un po’ di tempo, ci sconvolgono, forse rimangono nell’inconscio ma per un lettore il vero dilemma è quale sarà il prossimo, dove approderò?
Perché la lettura serve ad evadere e a vivere il più possibile.
Questo racconto lungo o breve romanzo ha tutti questi aspetti ma contiene anche un sussurro doloroso su ciò che siamo e quello che vediamo intorno a noi:
- la guerra,
- la distruzione,
- la minaccia nucleare paventata con leggerezza,
- le false promesse,
- gli inganni,
- le futili dichiarazioni.
Nello sfondo rimane la necessità di adattarsi, di correre verso il richiamo della pace o della guerra senza poter influire.
Siamo senza governo perché le nostre opinioni sono amplificate male, distorte, abbandonate e così in questo racconto, l’amministrazione governa o ha governato senza mai sapere che il suo popolo era già stato incenerito dalle bombe nucleari.
Un libro da rileggere per riflettere, immaginare il proprio ruolo nel mondo, vedere quello che davvero succede, svegliarsi.