Giovane marinaio, quadro di Henri Matisse

Faccia gialla, occhi tratteggiati di verde, mani gialle e arancioni: è così che Henri Matisse dipinge il “Giovane marinaio” (Young sailor) nel 1906. Il quadro è un olio su tela di centimetri 101 x 83, conservato a New York presso The Metropolitan Museum of Art. A partire da questo quadro, il pittore francese riprende a sperimentare e realizza una serie di dipinti concentrandosi sui colori accesi fauves, accompagnato da un nuovo senso del monumentale e dalla linea decorativa.

Matisse: Giovane Marinaio II (1906)
Giovane Marinaio (1906), quadro famoso di Henri Matisse

Rappresenta figure, bagnanti, musici, giocatori di bocce, che sono più vicini ad un mondo mitico e incontaminato che a personaggi reali. Matisse diceva:

“Ciò che mi interessa di più non è né la natura morta né il paesaggio, ma la figura. È quella che mi permette di esprimere meglio il sentimento per così dire religioso che possiede la vita”.

A questo tipo di figure appartiene proprio quest’opera, il “Giovane marinaio”.
Il quadro viene indicato come “secondo”, rispetto alla prima – più abbozzata – versione, denominata invece Giovane Marinaio I.

Giovane Marinaio I (Henri Matisse, 1906)
Giovane Marinaio I – Prima versione di Matisse del quadro

Il giovane marinaio II: analisi del quadro

Il giovane è rappresentato seduto su una sedia, con le mani informi appoggiate sulla gamba una e l’altra alla testa. Il giovane vive in un’altra dimensione, niente di umano, che viene trasformato in icona. I colori sono fauves, piatti e irruenti, ma a creare il senso di irrealtà, ci pensa la linea che disegna i lineamenti del volto e del corpo, che sono stilizzati proprio come quelli delle immagini dipinte sui sarcofagi egizi. Una strategia per dare vita propria all’immagine dipinta, un’immagine che sia indipendente dalla realtà.

Così possiamo osservare il giovane seduto sulla sedia con il cappello blu, come la maglia e i pantaloni verdi, con la gamba sinistra appoggiata alla sbarra delle sedia, dove si intravede lo stivale rosa, un po’ più chiaro del rosa utilizzato per lo sfondo. Le mani informi sono gialle, come il volto, e sono appoggiate alla testa e alla gamba destra.

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Si vede anche l’orecchio destro colorato di rosso, come la sedia. Gli occhi sono delineati di verde, come le sopracciglia e la piega superiore delle labbra. Occhi fissi, che danno l’aria che il giovane marinaio stia pensando, ma è solo apparenza. Non c’è nel giovane nulla di umano.

“Stiamo uscendo dal movimento realista”, diceva il pittore francese nel 1909, “cosa hanno fatto i realisti, cosa gli impressionisti? – si domandava MatisseLa copia della natura… noi vogliamo altro: miriamo alla serenità attraverso la semplificazione delle idee e della plastica. L’insieme è il nostro unico ideale. Si tratta di imparare di nuovo una scrittura che è quella delle linee”.

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Serena Marotta

Serena Marotta è nata a Palermo il 25 marzo 1976. "Ciao, Ibtisam! Il caso Ilaria Alpi" è il suo primo libro. È giornalista pubblicista, laureata in Giornalismo. Ha collaborato con il Giornale di Sicilia e con La Repubblica, ha curato vari uffici stampa, tra cui quello di una casa editrice, di due associazioni, una di salute e l'altra di musica, scrive per diversi quotidiani online ed è direttore responsabile del giornale online radiooff.org. Appassionata di canto e di fotografia, è innamorata della sua città: Palermo.

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