La vita attraverso la fotografia: Elisa Girelloni

Elisa Girelloni nasce a Brescia il 15 aprile 1983. Si avvicina per la prima volta alla fotografia quando un amico le regala una macchina fotografica che aveva in più: da lì ha iniziato a fotografarsi ricreando ambientazioni e modificando il proprio corpo. Scopre così un nuovo modo per vedersi al di là dello sguardo ed inizia il suo percorso di auto-ritrattista abbinando a questo la sua passione per i luoghi abbandonati e desolati.

Si rende conto da subito qual è la strada da percorrere, ma un professore che l’ha seguita le dà la conferma quando le fa svolgere un lavoro sulla libertà da descrivere in venti immagini. Da queste fotografie riesce a tirare fuori tutta se stessa e quando il professore, commosso, dichiara che quel lavoro è il migliore che lui abbia visto in tanti anni si convince che ha qualcosa da dire e che il miglior modo per farlo è proprio attraverso la fotografia.

Elisa Girelloni
Elisa Girelloni

Dopo gli studi di pasticceria ed un biennio (2007/2009) di marketing e fotografia presso la scuola Palco Grafico, Elisa comincia a cimentarsi con le mostre. A Brescia, nel settembre 2009 la collettiva“Geisha, donna e anima”. Un’altra collettiva, “Immagina Arte!” alla fiera di Reggio Emilia, 27/29 novembre 2009. “I look at you… You look at me…” con Manuel Colombo e Ramona Zordini, Roma, 6 marzo/6 aprile 2010. La personale “Il respiro dell’anima” Fotografia Europea – Circuito Off , Reggio Emilia, maggio/giugno 2010. Una serie di collettive,“Immagina Arte“, fiera di Reggio Emilia, 26/29 novembre 2010, “S(corpo)ro” Pinacoteca Comunale d’A.C. a Gaeta (LT), 7 maggio/12 giugno 2011, “Mag Prize 2011”, mostra dedicata ai finalisti del Mag Prize, presso SpaziArti Ungallery (MI), giugno/luglio 2011, “Quattro donne, quattro racconti”, Palazzo Avogadro, Sarezzo (BS), novembre/dicembre 2011.

Una personale, “Elisa Girelloni Autoritratti”, Ristorante vegetariano L’Arcobaleno a Brescia, febbraio 2013. Di nuovo le collettive:”3 4 5 Teatro da gustare”, Teatro degli Audaci a Roma, marzo 2013, “Diagnosi-Terapia-Autoritratto”, biblioteca del Bailo Sarezzo (BS), febbraio 2013, “Image Nation”, Officine Creative Ansaldo (MI), giugno 2013, “Message in a bottle”, Madonna del Duomo, Arezzo, settembre 2013. E’ appena terminata la personale “Concetto di espiazione”, Centro estetico ‘Tra corpo e mente’, Arezzo, ottobre 2013, ed è in corso la collettiva “BANG! – Nuove generazioni fotografiche”, Galleria 33, Arezzo, ottobre/novembre 2013.

A breve, un’altra collettiva: “The freedom”, mostra dei vincitori del concorso fotografico di Blipoint, Galleria Maxò, Barcellona, novembre/dicembre 2013. Inoltre, nel 2008 ha curato l’immagine di copertina per il brano “Dark Bright” di Raffika Dionisio, e nel 2009 per il brano “Illusion rmx” dei No Diva. Nel 2009 ha collaborato con la Naffintusi per il video”Hole (for vj division)” ispirato alle sue foto. Nel 2010 ha guadagnato il secondo posto nel concorso del Circuito Off di “Fotografia Europea” a Reggio Emilia. Nel 2011, il secondo posto al concorso fotografico Mag Prize, e nel 2012 il secondo posto nel concorso fotografico di Blipoint “Libertà”.

Elisa, la tua arte sta guadagnando spazio in un mondo inflazionato da fotografi improvvisati e tecnologie sofisticate. Come riesci ad essere ‘diversa’, distinguendoti dalla massa?

Mi sono sempre sentita diversa, diversa dagli altri bambini, dagli altri adolescenti ed ora diversa dalle altre donne e uomini… Visto che le mie immagini parlano principalmente di me e delle mie emozioni, credo sia più che naturale che si distinguano per questo da tante altre fotografie, anche se non da tutte. Non sono la sola a provare certe sensazioni e ne è conferma il fatto che tante persone capiscono chi sono guardando semplicemente le mie fotografie.

Quando hai scoperto l’amore per la fotografia e come sono stati gli inizi?

Ho sempre ammirato l’arte nelle sue varie forme, da piccola disegnavo e dipingevo moltissimo, ma mi mancava la tecnica e non poter riprodurre quello che avevo in testa era frustrante. Per un po’ ho abbandonato l’idea e mi sono limitata a collezionare fotografie trovate su giornali, riviste, cartoline…le appiccicavo per tutta la stanza finché un giorno ho pensato che forse avrei potuto fotografare anche io e ricreare così immagini solo mie.

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Incontrai un fotografo, un cliente del bar in cui lavoravo, mi propose di essere fotografata da lui e dopo quell’esperienza mi regalò una compattina. Iniziai così a fotografare il mio corpo, da sempre oggetto di disagio per me, e mi resi conto che mi faceva stare meglio.

Poter evadere dai miei pensieri attraverso una foto era magnifico e liberatorio. Ho iniziato facendo nudo ed ho continuato fino a quando ne ho sentito il bisogno: ora il mio fisico non mi preoccupa più come un tempo. Mi fotografavo spesso insanguinata, deturpata da botte, tagli e screpolature. Era la paura della morte a spingermi, ma credo che a livello inconscio volessi provocare, scandalizzare, pensando così di essere notata per questo.

Riguardando le mie foto un giorno pensai che le cose troppo esplicite colpiscono al momento ma la nostra mente tende ad eliminarle. Non avevo bisogno di esagerare, non era da me, quello che volevo era il silenzio, la riflessione. Ho cambiato così il mio linguaggio cercando quello che mi potesse rappresentare al meglio ed è ciò che continuo a fare.

Qual è il tuo ricordo più bello?

Probabilmente è stata la prima personale a Reggio Emilia. Ho sempre avuto paura di essere giudicata, di non essere capita e durante una mostra è inevitabile che ciò accada. Ero timorosa e spaventata ma ho constatato con grande gioia che le persone non venivano da me per dirmi “che belle foto” o “che brutte foto” ma mi chiedevano il perché di quelle immagini…silenziosamente aspettavano di parlarmi e mi dicevano cose come: mi emozionano, mi commuovono, mi smuovono, mi rivedo nelle tue opere…le sento vicine, ti sento vicina. E’ stata una sensazione indescrivibile constatare che le mie emozioni trasudavano da una semplice carta stampata.

Come riesci a creare foto particolari?

Sinceramente credo che le mie immagini siano piuttosto semplici, forse la particolarità è proprio questa.

Un'opera di Elisa Girelloni
Un’opera di Elisa Girelloni

La fotografia è una forma d’arte e necessita di passione, talento e….?

Tanta, tantissima sensibilità.

Sei impulsiva o devi riflettere prima di metterti al lavoro?

Sono più impulsiva che riflessiva. Di rado programmo una foto o una serie, preferisco improvvisare. Solitamente parto alla ricerca di luoghi e abitazioni che possano fare al caso mio, portando con me tutto ciò che mi può servire. Non so mai cosa troverò e se troverò qualcosa, ma quando lo trovo non ho bisogno di molto tempo per capire quello che devo fare, mi baso sulla sensazione che provo e mi fondo con l’ambiente che mi circonda. Silenziosamente entro a far parte di un luogo senza tempo e quando lo lascio lo faccio sempre con un po’ di malinconia, come se avessi passato lì la mia vita.

Prediligi temi particolari?

Il tema del disagio e della solitudine sono presenti in ogni mia fotografia.

Quali sono i tuoi progetti?

Continuare a fotografare. Aver sempre qualcosa da dire. Non tradirmi mai.

Un sogno nel cassetto?

Un mio sogno sarebbe quello di fotografare i luoghi abbandonati più suggestivi e carichi di energia che ci sono in tutto il mondo.

La tua massima di vita artistica…

L’arte è ovunque, ma solo una forte sensibilità riesce ad apprezzarla.

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Laura Bondi

Scrittrice (Autrice del BestSeller 2012 di Amazon "Il Diario di una Cameriera", "Il posto segreto del cuore", "Cofanetto Rosa" ed il nuovo "Incubo a Dubai"), Blogger, Insegnante, Traduttrice, Laura Bondi per Biografieonline intervista personaggi famosi o emergenti e scrive contenuti di carattere culturale.

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