Differenza tra DOP, DOC e DOCG

Parlando di prodotti Made in Italy, non possiamo non considerare tutti i marchi di qualità e le nomenclature. L’uso degli acronimi che andremo ad analizzare ha tra gli obiettivi quello di evitare truffe e danni a carico del consumatore. I consumatori che acquista un determinato prodotto enogastronomico possono così evitare lo spiacevole fenomeno della commercializzazione di “falsi” prodotti, che di italiano non hanno davvero nulla. Tra i principali acronimi usati per questa differenziazione troviamo le denominazioni: DOC, DOP e DOCG. Spieghiamo di seguito le differenze.

DOCG etichetta
Un’etichetta DOCG

DOC: Denominazione di Origine Controllata

Quando decidiamo di fare la spesa è bene accertarci delle varie certificazioni che sono garanzia di sicurezza del prodotto. Ciò per non incappare in spiacevoli situazioni. Per marchio DOC si intende la Denominazione di Origine Controllata. Si tratta di un marchio di origine italiana che viene usato nell’ambito dell’enologia per certificare la zona geografica d’origine di quel determinato vino. Di conseguenza indica le uve utilizzate per la produzione di quel vino.

I vini con marchio DOC possono essere messi in commercio solo dopo accurate analisi chimiche e sensoriali. I prodotti sono disciplinati dal Reg. CEE 823/87, dalla Legge n. 164/92, dal D.P.R. n. 348/94 e dai relativi Disciplinari di produzione.

DOP: Denominazione di Origine Protetta

Con l’acronimo DOP invece si intende la Denominazione di Origine Protetta. Questa sigla si usa per tutti i prodotti agroalimentari le cui caratteristiche sono strettamente connesse, interamente o in parte, all’ambiente geografico in cui sono realizzati.

Le varie fasi produttive della realizzazione di un determinato prodotto avvengono esclusivamente in una determinata zona geografica. Le fasi sono strettamente connesse anche ai fattori naturali e umani di quella zona geografica che incidono in modo significativo sulla produzione di quel determinato prodotto.

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DOP è anche un riconoscimento di qualità attribuito a prodotti, ad esempio i vini, che vengono realizzati in zone geografiche specifiche e recanti in etichetta delle diciture che mettono ben in evidenza la regione o la provincia di provenienza del prodotto stesso.

Vino
Bottiglie di vino senza etichetta sul collo

DOCG: Denominazione di Origine Controllata e Garantita

Esiste poi un’ulteriore differenza di acronimi, ovvero il DOCG che insieme all’acronimo DOC è ricompreso a livello legislativo nella denominazione DOP. Si tratta di un riconoscimento di qualità attribuito ai vini regolamentati quasi sempre da un disciplinare molto rigido, caratterizzati da una zona geografica delimitata, ben precisa e molto spesso contraddistinti anche da una sottozona, che deve essere rigorosamente segnalata in etichetta.

Nel caso dei vini DOCG, vengono segnalate per il prodotto tutte le informazioni necessarie tra cui: i vitigni ammessi, le caratteristiche sensoriali del prodotto, le regole per la vinificazione, la resa massima indicata per ettaro, le zone di produzione, le norme per l’imbottigliamento e la viticoltura, e le varie regole per una corretta vinificazione.

La dicitura DOCG è pertanto un’ulteriore garanzia di sicurezza del prodotto, realizzato solo ed esclusivamente in Italia. Questi vini sono disciplinati dal Reg. CEE 823/87, dalla Legge n. 164/92, dal D.P.R. n. 348/94 e dai relativi Disciplinari di produzione.

Sono una cosa ancora differente, invece, le sigle: IGP, IGT e STG.

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Stefano Moraschini

Stefano Moraschini lavora sul web dal 1999. Ha fondato Biografieonline.it nel 2003. Legge e scrive su, per, in, tra e fra molti siti, soprattutto i suoi, tra cui questo. Quando non legge e non scrive, nuota, pedala e corre. È degustatore professionale e giudice internazionale di birre e formaggi. Copywriter e storyteller, aiuta le persone a posizionarsi sul web raccontando la loro storia. Puoi metterti in contatto con lui su Instagram, LinkedIn, Facebook.

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