draghi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 23 Apr 2024 07:37:23 +0000 it-IT hourly 1 San Giorgio nella Legenda Aurea https://cultura.biografieonline.it/legenda-aurea-san-giorgio/ https://cultura.biografieonline.it/legenda-aurea-san-giorgio/#comments Tue, 23 Apr 2024 07:22:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18321 La storia della vita di San Giorgio è ricca di leggende. Una delle leggende più celebri che lo riguardano compare nella cosiddetta Legenda Aurea.

La Legenda Aurea (spesso italianizzata per assonanza in Leggenda Aurea – con due g) è una raccolta di biografie agiografiche (vite dei santi) risalente al Medio Evo.

Fu composta in latino dal frate domenicano e vescovo di Genova, Jacopo da Varazze.

Nella Legenda Aurea un capitolo è dedicato proprio a San Giorgio: da questa leggenda nacque il mito di Giorgio e numerosi ordini cavallereschi a lui ispirati.

Legenda Aurea: San Giorgio e il Drago - Paolo Uccello
San Giorgio e il Drago (nella Legenda Aurea): dipinto di Paolo Uccello • 1456, olio su tela, 57×73 cm, National Gallery di Londra

La legenda aurea e San Giorgio

Si racconta che in una città della Libia di nome Selem vi fosse uno stagno di grandi dimensioni in cui si nascondeva un drago. La creatura, con il suo fiato, era in grado di uccidere chiunque.

Per placare la sua ira e sopravvivere, gli abitanti del posto erano soliti offrirgli due pecore ogni giorno. Ben presto però i capi di bestiame iniziarono a diventare pochi. Così il popolo decise che l’offerta quotidiana dovesse essere composta da una pecora e un giovane estratto a sorte.

La principessa Silene

Un giorno, a essere estratta fu la principessa Silene, la giovane figlia del re. Egli, spaventato, offrì a metà del regno il proprio patrimonio: il popolo, tuttavia, non accettò lo scambio, visto che già tanti giovani erano periti per colpa del drago.

Nonostante diversi tentativi e numerose trattative che si erano protratte per giorni e giorni, alla fine il monarca fu costretto a cedere. Così Silene si avviò verso lo stagno.

Silene, Giorgio e il drago

Mentre procedeva incontro al suo infausto destino Silene si imbatté in Giorgio. Il giovane cavaliere, venuto a sapere del sacrificio che di lì a poco si sarebbe compiuto, promise alla ragazza, tranquillizzandola, che sarebbe intervenuto per farla scampare alla morte.

Disse quindi alla principessa di avvolgere al collo del drago la sua cintura, senza timore.

In effetti, così facendo la fanciulla riuscì a convincere la bestia a seguirla verso la città.

La popolazione fu sorpresa nell’osservare il drago così vicino, ma ci pensò Giorgio a infondere loro fiducia, riferendo che era stato Dio a mandarlo ivi per sconfiggere l’ira del drago.

Il mostro sarebbe stato ucciso solo se gli abitanti avessero abbracciato il cristianesimo e si fossero fatti battezzare.

Così avvenne: la popolazione si convertì, e anche il re. Il cavaliere Giorgio uccise il drago, il quale fu trascinato da otto buoi e portato fuori dalla città.

San Giorgio II
San Giorgio II: anche in quest’opera di Kandinsky viene celebrato il mito di San Giorgio che uccise il drago

Simbolo della lotta tra bene e male

Questa leggenda nacque all’epoca delle Crociate, derivante con tutta probabilità da un’immagine trovata a Costantinopoli che ritraeva l’imperatore cristiano Costantino intento a schiacciare un drago enorme con il piede.

In epoca medioevale, poi, la lotta di San Giorgio contro il drago (e quindi la Leggenda Aurea) è stata scelta come simbolo della lotta tra il bene e il male. Ecco perché il culto del santo è cresciuto non solo in Occidente, ma anche nell’Oriente bizantino, dove compare con la definizione di “tropeoforo“, cioè “il vittorioso”, “il trionfatore”.

Oggigiorno sono numerosi gli Ordini cavallereschi che portano il nome di San Giorgio, dal Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio all’Ordine Teutonico; dall’Ordine della Giarrettiera all’Ordine Militare di Calatrava.

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Giasone e il vello d’oro spiegato bene https://cultura.biografieonline.it/giasone-vello-oro/ https://cultura.biografieonline.it/giasone-vello-oro/#comments Tue, 23 Apr 2024 05:44:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14795 Figlio di Esone, ma dalla madre incerta, Giasone è di Iolco e appartiene alla discendenza di Eolo. A Iolco c’è Pelia, zio di Giasone, che ha usurpato il regno ad Esone e governa al posto suo. Un’altra versione del racconto mitologico “Giasone e il vello d’oro” ritiene invece che questi sia stato investito della “reggenza” fino a quando Giasone non fosse in grado di regnare a tutti gli effetti.

Giasone e il vello d'oro
Giasone e il vello d’oro

La storia di Giasone

Intanto il giovane Giasone cresce sotto la guida del Centauro Chirone, dal quale apprende con passione ed entusiasmo la disciplina medica. Una volta diventato adulto, Giasone torna nel suo paese natio indossando abiti piuttosto bizzarri, con una lancia in mano ed un piede sprovvisto di calzare. Mentre lo zio Pelia è intento ad offrire sacrifici agli Dei nella piazza del paese, Giasone irrompe e lo fa spaventare.

L’uomo era stato avvisato da un oracolo che sarebbero arrivate sventure per conto di un uomo con un piede privo di calzare. Giasone reclama il trono che spetta a suo padre Esone ma Pelia gli dice che sarà disposto a cederglielo soltanto a patto che il nipote gli riporti il magico vello d’oro, la pelle di ariete dorato che re Eeta custodisce nella Colchide.

Il sovrano a sua volta aveva ricevuto il vello d’oro in dono da Frisso. Per riuscire nell’impresa, che si prospetta alquanto ardua, Giasone si avvale dell’aiuto di un gruppo di eroi, gli Argonauti, con i quali parte a bordo della nave Argo. Il gruppo di eroi è formato da: Ila, Eracle, Zete e Calaide, Filottete, Meleagro, Telamone, Polluce e Castore, Orfeo, Peleo, Mopso, Idmone, Eufemo ed Issione. Il re Eeta dice a Giasone di cedergli il vello d’oro a condizione che superi tre difficili prove.

Argonauti
La spedizione degli argonauti (1484 – 1490) • Museo degli Eremitani, Padova • Quadro di Lorenzo Costa (Ferrara, 1460 – Mantova 1535)

Appena apprende l’entità delle prove Giasone si scoraggia parecchio, ma ecco che intervengono le divinità ad aiutarlo. In particolare, Afrodite chiede a suo figlio Eros di fare innamorare di Giasone la figlia del re Eeta, di nome Medea, in modo che questa lo aiuti a portare a termine la sua impresa.

Le tre prove

Ecco quali sono le prove che Giasone deve superare per conquistare il vello d’oro.

Prova I

La prima prova cui Giasone viene sottoposto consiste nell’arare un campo di grano con l’ausilio di due tori che emanano fiamme dalle narici con le unghia di bronzo e nell’aggiogare lo strumento. Medea, innamoratasi di lui per intercessione del dio dell’amore Eros, dà a Giasone una pomata che lo rende impermeabile alle fiamme ardenti lanciate dai terribili animali.

Prova II

La seconda prova consiste nel seminare i denti di un drago all’interno di un campo appena arato. I denti dell’animale avrebbero generato, con i germogli, una vera e propria armata di guerrieri. Ancora una volta l’aiuto di Medea è provvidenziale per il superamento della prova: la donna lancia un sasso in mezzo ai guerrieri che, non sapendo da dove arriva, si scontrano l’uno con l’altro, uccidendosi reciprocamente.

Prova III

La terza prova vede Giasone impegnato ad uccidere il drago messo a custodia del vello d’oro. Medea fornisce all’amato una pozione ricavata da alcune erbe che fa addormentare il drago e dà la possibilità a Giasone di appropriarsi dell’ambito vello.

Giasone - Il drago e il vello d oro
Giasone e la terza prova: uccidere il drago che protegge il vello d oro

Una volta recuperato il vello, Giasone fugge a bordo della nave Argo insieme a Medea, che intanto ha rapito il fratello minore Apsirto. Poiché Eeta si è messo sulle loro tracce, Medea uccide il fratellino e ne getta i resti in mare. Il re si ferma per raccoglierli perdendo così di vista l’imbarcazione che intanto procede nel suo viaggio.

La fine di Giasone

A punire il comportamento di Medea e Giasone interviene però Zeus, che per vendicare l’uccisione del piccolo Apsirto invia violente tempeste sulla rotta della Argo per farle perdere l’orientamento.

La restante vita di Giasone è raccontata come triste e solitaria, poiché innamorandosi di un’altra donna, attira su di sé l’ira e la vendetta di Medea.

L’uomo muore mentre si trova all’interno dell’Argo ormai obsoleta e fatiscente.

L’opera principale che racconta le imprese di Giasone è il poema epico “Le Argonautiche” dello scrittore Apollonio Rodio (risalente al III secolo a. C.).

Il personaggio di Giasone lo si trova anche nell’ottavo cerchio dell’Inferno della “Divina Commedia” di Dante Alighieri, quello in cui si trovano i fraudolenti (Canto VIII).

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Lo Hobbit (romanzo): riassunto e trama del libro https://cultura.biografieonline.it/riassunto-e-trama-de-lo-hobbit/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-e-trama-de-lo-hobbit/#comments Mon, 22 Mar 2021 13:01:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1159 “Lo Hobbit”, è stato pubblicato il 21 settembre 1937 con il titolo “The Hobbit, There and Back Again”. In Italia è pubblicato dalla casa editrice Adelphi con il titolo “Lo hobbit o la riconquista del tesoro” ed è il preambolo al più conosciuto “Il Signore degli Anelli” che è stato pubblicato in 3 volumi tra il 1954 e il 1955.

Lo Hobbit, romanzo
Lo Hobbit, il libro

“Lo Hobbit” conserva alcuni argomenti chiave di tutta la saga inventata da J. R. R. Tolkien come ad esempio la Terra di Mezzo, luogo da cui tutte le storie hanno principi e fine e l’Unico Anello tema centrale de “Il Signore degli Anelli”.

Lo Hobbit, copertina del libro
Lo Hobbit, copertina del libro

Nell’idea di Tolkien la Saga, composta anche da un terzo libro “Il Silmarillion”, pubblicato postumo ad opera del figlio Christopher, doveva abbracciare quattro Ere temporali. La prima è appunto descritta ne “Il Silmarillion” in cui si racconta la genesi delle razze e la creazione del mondo: da qui si abbozzano personaggi e vicende che avranno un seguito ne il “Il Signore degli Anelli” che rappresenta la narrazione della seconda Era, in cui gli uomini perdono il loro potere e la loro supremazia e vengono creati gli Anelli del potere ad opera degli Elfi e della terza Era, dove avviene lo scontro fra uomini e elfi contro il signore oscuro Sauron e la distruzione definitiva dell’Unico Anello del potere. Mentre la quarta Era è raccontata appunto ne “Lo Hobbit”.

Lo Hobbit: riassunto del libro

Prima parte

Bilbo Baggins, uno hobbit, viene raggiunto nel suo villaggio da Gandalf, un mago che gli propone di seguirlo in un’avventura che lo porterà lontano da casa. Inizialmente Bilbo rifiuta, considerando la proposta del mago a dir poco fastidiosa, ma in seguito conosce un gruppo di nani che passano per il villaggio e che dovrebbero partecipare a questa avventura assieme a Gandalf e si fa convincere a partire con loro. Il capo del gruppo è un nano importante: Thorin Scudodiquercia, uno dei leader indiscussi della sua razza.

Parlando con i nani, che peraltro mangiano a casa sua senza complimenti, Bilbo scopre che lo scopo della loro avventura è il recupero di un tesoro nascosto all’interno della Montagna Solitaria e protetto da Smaug, un drago che ha sottratto il tesoro ai nani molto tempo prima e che non si è mai più mosso dalla montagna che ora costituisce la sua tana.

Allettato dalla possibilità di condividere il bottino, Bilbo decide di partecipare alla spedizione e il giorno successivo parte assieme ai nano in direzione della Montagna Solitaria. L’avventura si rivela, fin da subito, più impegnativa e difficile di quello che avevano immaginato. Durante il tragitto incontrano alcuni Trolls, contro i quali combattono anche se  quest’ultimi hanno la meglio e riescono a catturarli e ad imprigionarli. Tuttavia grazie ad un espediente creato da Gandalf, Bilbo e i nani riescono a fuggire mentre i Trolls vengono tramutati in pietra.

Seconda parte

All’interno delle grotte dei Trolls la compagnia trova tre spade magiche, una delle quali, Pungolo, sarà utile anche al nipote di Bilbo ne “Il Signore degli Anelli”. Il gruppo riesce quindi a giungere nella casa di Elrond dove può infine riposarsi e rileggere la mappa che indica la collocazione della Montagna. Questa mappa era appartenuta al padre di Thorin il quale l’aveva consegnata a Gandalf prima di morire e quest’ultimo l’aveva restituita al figlio.

Gandalf aveva subito notato, quando avevano osservato la mappa la prima volta a casa di Bilbo, la presenza di una porta laterale che permetteva di entrare nella montagna in modo più discreto senza svegliare il drago.

Adesso si pone il problema di come individuare il buco della serratura e il meccanismo di apertura della porta. Secondo le trascrizioni della mappa, infatti, si capisce che il buco è visibile solo nel giorno di Durin. A questo punto sono pronti per affrontare la Montagna Solitaria per raggiungere la quale dovranno attraversare le Montagne Nebbiose.

Dopo una lunga camminata decidono di fermarsi a riposare in una grotta e mentre dormono vengono assaliti dagli orchi. La situazione si fa disperata ma Gandalf riesce ad avere la meglio e a liberare i suoi amici. Tutti scappano fuori dalla montagna ma Bilbo si perde e incontra Gollum, una creatura strana che vive nelle grotte da tempo immemorabile.

Terza parte

A Gollum Bilbo ruba un anello che ha un potere magico: rende invisibili coloro che lo indossano. Si tratta dell’Anello del potere forgiato e appartenuto al Signore oscuro. Furono gli uomini a toglierglielo molti secoli prima durante una feroce battaglia.

Nel frattempo i nani e Gandalf fuggono nella foresta cercando di nascondersi nel folto della boscaglia. Ma alcuni ululati non lasciano presagire nulla di buono. Sono i Mannari, bestie immonde e alleate degli orchi. La compagnia si arrampica sugli alberi ma l’idea si rivela poco efficace perché gli orchi li raggiungo e danno fuoco alla sterpaglia, il fumo è opprimente e i nani rischiano di soffocare ma vengono salvati dalle aquile chiamate da Gandalf che li portano lontano dalla foresta e li depositano vicino al luogo in cui vive  Beorn, una creatura che si può trasformare in orso ma che al contrario di quello che credono non si rivelerà un nemico bensì un alleato prezioso per attraversare il Bosco Antro.

Gandalf a questo punto saluta la compagnia e si allontana dicendo che si deve occupare di altre questioni. Il gruppo, sotto la guida di Beorn, si addentra nel bosco ma presto i nani spinti dalla fame non seguono più il percorso e si allontanano in cerca di cibo affrontando nuovi e inaspettati pericoli. Uno di loro, Bomber, si addormenta colpito da un incantesimo, poi vedono degli elfi mangiare ma si tratta di un miraggio. Tuttavia il vero pericolo proviene dai predatori che affollano il bosco. I primi ad attaccarli, infatti, sono i ragni. Bilbo però riesce a salvarli grazie all’Anello che si rivela un potente alleato perché rende invisibile il suo possessore permettendogli ogni genere di azione. Bilbo, infatti, libera i nani dai ragni e in seguito li fa scappare anche dagli Elfi Silvani.

Quarta parte

Giungono quindi tutti assieme a Pontelagolungo. Qui sono ormai nei pressi della Montagna e la popolazione di Pontelagolungo, scoprendo qual è il loro intento, li accoglir con gioia nella speranza che liberino tutta la comunità dal drago Smaug. Il gruppo prosegue e in breve raggiunge la Montagna. Riescono a passare la porta e Bilbo, una volta esplorata la caverna centrale, individua il drago che dorme sopra ad una montagnola d’oro e di pietre preziose. Il drago vede Bilbo il quale con astuzia comincia a costruire un dialogo ambiguo che non permette al drago di capire la sua vera identità e in qualche modo lo tiene a bada.

Il drago, però, capisce che Bilbo è un alleato dei nani e cerca di dissuaderlo dal suo intento ingannevole. Durante il dialogo Bilbo si rende conto che il drago ha un punto debole, infatti la corazza che lo protegge non riesce a coprire l’incavo della parte sinistra del petto. Comunque, malgrado tutta l’attenzione e la cautela utilizzata, Bilbo non riesce a non far arrabbiare il drago che cerca di divorare tutta la compagnia. I nani e Bilbo, però, riescono a fuggire e allora il drago cerca di distruggere Pontelagolungo, la comunità posta vicino alla Montagna Solitaria.

Un arciere, consigliato da Bilbo, riesce però a colpire il drago nel punto non protetto dalla corazza e lo uccide. La morte del drago pone nuovi problemi perché gli Uomini del Lago e gli Elfi Silvani vogliono appropriarsi del tesoro a scapito dei nani; quest’ultimi presagendo il pericolo, mandano delle aquile messaggere per chiedere rinforzi in previsione della battaglia. Bilbo cerca di trattare con i nemici e regala loro l’Archepietra che però non li calma né li induce a rinunciare. Questo fallimento fa infuriare Thorin che rompe l’amicizia con Bilbo.

Quinta parte

A questo punto la guerra è inevitabile e, una volta giunti i rinforzi dei nani, capeggiati da Dain dei Colli Ferrosi, i due eserciti  decidono di fronteggiarsi: da una parte i nani e dall’altra gli uomini con gli elfi. Ma mentre lo scontro sta per realizzarsi arrivano gli orchi assieme ai lupi mannari e i due eserciti si alleano per contrastare i nuovi nemici. Inizia così la battaglia dei 5 eserciti: nani, uomini e elfi contro gli orchi e i lupi mannari.

La battaglia esplode con furia, sono molte le perdite da entrambe le parti. Thorin viene ferito mortalmente e prima di esalare l’ultimo respiro si riappacifica con Bilbo. La vittoria alla fine viene ottenuta dall’esercito dei nani, degli uomini e degli Elfi. E’ una vittoria condivisa che riappacifica i tre eserciti un tempo nemici e ora alleati. Dain, capo dei nani, diventa il nuovo Re della Montagna e decide di ripartire in modo equo le ricchezze che il drago aveva rubato. Anche Bilbo riceve la sua parte: due bauli di oro e argento e riparte verso casa.

Finale

Dopo un lungo viaggio ritorna nella sua Hobbitville, ma scopre con sconcerto che lo avevano dato per morto e che la sua casa e i suoi oggetti stanno per essere messi all’asta. Inoltre la maggior parte degli hobbit lo considera un personaggio strano e stravagante vista la sua decisione di partire per un’avventura ignota. Ma le sue nuove amicizie, elfi e nani, lo consoleranno venendolo a trovare periodicamente e stimolandolo a scrivere un libro di memorie: “Andata e Ritorno, Le Vacanze di un Hobbit” di Bilbo Baggins.

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“Raya e l’ultimo Drago”, il film di Disney che parla di un “flagello mondiale”: è la pandemia? https://cultura.biografieonline.it/raya-e-l-ultimo-drago-film-disney/ https://cultura.biografieonline.it/raya-e-l-ultimo-drago-film-disney/#respond Thu, 25 Feb 2021 13:56:35 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32886 Uscirà sul canale Disney+ e poi speriamo presto nei cinema, a partire dal 5 Marzo prossimo. L’ultima pellicola di Walt Disney Animation Studios firmata da Don Hall e Carlos López Estrada, si intitola “Raya e l’ultimo Drago” e narra di un “flagello” in grado di devastare il mondo.

In realtà il film (che è in fase di sviluppo da circa cinque anni), secondo l’idea del suo creatore Don Hall, parte dal presupposto che il mondo, essendo diviso, sia alla ricerca di un “collante” che possa riportare pace ed armonia.

L’attualità della pellicola

Man mano che andavamo avanti con il progetto, diventava sempre più attuale”, ha dichiarato Hall, riferendosi al contesto attuale della pandemia, il “flagello” che sta sconvolgendo il mondo nelle sue certezze più radicate.

Prima del lockdown, il flagello “Druun” che compare nel film era identificato con la peste, che poi sarà causa di una crisi esistenziale. Pur non essendo stato pensato tutto con anticipo (d’altronde sarebbe stato impossibile), il film risulta oggi di straordinaria attualità.

La protagonista del film

La pellicola vede come protagonista la principessa guerriera Raya, che è l’eroina del film impegnata in una missione assai difficile da superare: riunire i cinque regni della sua terra, Kumandra, che per ben 500 anni erano stati divisi a causa di un “flagello” che trasforma tutti gli esseri viventi in pietra.

Fino a quel momento solo i draghi erano riusciti a fronteggiare la forza malefica unendo il loro potere in una gemma. Quando però il pericolo si ripresenta, Raya decide di allearsi con l’unico drago ormai rimasto, Sisu.

Il tema della Fiducia

L’impresa si rivela ardua anche perché ormai nel mondo non vi è più fiducia reciproca tra gli uomini. L’intera pellicola- sottolinea Hall-si basa sul tema della “fiducia”, e Raya è un’eroina che tenta con ogni mezzo di riportarla nel suo mondo.

Siamo convinti che questo nuovo film targato Walt Disney ci farà ancora una volta sognare ed evadere dalla realtà attraverso luoghi e personaggi da conoscere e amare nelle loro mille sfaccettature.

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San Giorgio II (opera di Kandinsky) https://cultura.biografieonline.it/san-giorgio-kandinsky/ https://cultura.biografieonline.it/san-giorgio-kandinsky/#comments Fri, 29 Apr 2016 14:04:35 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18022 È innegabile che la forza emotiva di Vasilij Kandinsky tragga origini nella libertà delle forme astratte, ma non solo: una forza che si esprime anche tra realtà e astrazione. Troviamo nel suo lavoro una certa continuità nella presenza e nello sviluppo di alcuni temi. Tra questi, c’è il cavaliere che rappresenta e affascina Kandinsky sin dalla sua infanzia. Ciò si riscontra già nella prima parte della sua pittura e poi dopo la nascita dell’astrattismo. Si tratta di un’iconografia del cavaliere ricchissima (come quella della celebre opera Cavaliere Azzurro), tra cui c’è la figura di San Giorgio II, ovvero il santo cavaliere che uccide il drago, come narrato dalla Legenda Aurea.

San Giorgio II (Kandinsky)
San Giorgio II, quadro di Kandinsky (1911)

La figura del cavaliere

Il cavaliere è un’ancora di salvezza, messaggero di una nuova era in cui il bene trionfa sul male. La figura del cavaliere inoltre assume un doppio significato, non rilegandosi solo nella figura dell’eroe romantico: essa diventa simbolo della missione dell’artista, una lotta contro le convenzioni artistiche per far valere la libertà dell’arte astratta. “Come tutti i bambini, mi piaceva enormemente cavalcare. Per accontentarmi, il nostro cocchiere mi foggiava a guisa di cavallo bastoni sottili da cui ritagliava strisce di corteccia a spirale (…)” diceva l’artista.

E ancora: “Quando mia zia giocava insieme a me con i cavallini, avevamo entrambi una preferenza spiccata per un cavallo color Isabella macchiato di ocra e con una criniera gialla chiara. Seguivamo un severo regolamento che ci dava a turno il diritto di farlo correre, una volta con il suo fantino e una volta con il mio. Ancora oggi la mia passione per i cavalli di quel pelame non è scemata e provo sempre lo stesso piacere a vederne uno che ritorna tutti gli anni nelle vie di Monaco. Compare quando si cominci a innaffiare le strade. Sveglia il sole che vi è in me… E’ immortale. Lo conosco da quindici anni e non diventa mai vecchio. E’ una delle prime impressioni, la più intensa da quando mi sono fermato a Monaco. Me ne stavo a seguirlo con lo sguardo e una promessa inconscia ma piena di sole vibrava nel mio cuore. Trasformava il cavallino di piombo della mia infanzia in una creatura viva, collegando così Monaco con i miei primi anni di vita.”

San Giorgio II: analisi del quadro

In “San Giorgio II“, il cavaliere è rappresentato come “il messaggero della nuova era in cui il bene trionfa sul male, il rinnovamento sulla tradizione, lo spiritualismo sul materialismo“. Si tratta di un olio su tela di centimetri 107 x 95, realizzato nel 1911 e conservato al museo di Stato Russo a San Pietroburgo.

San Giorgio è il santo della Cappadocia che riesce a liberare la principessa uccidendo un drago molto feroce. Nella sua rappresentazione, Kandinsky gli conferisce significati spirituali e religiosi. È composto da una enorme linea diagonale gialla, che raffigura appunto la lancia del santo che va ad conficcarsi nelle fauci del drago, di cui si vede anche la cresta.

Una mescolanza di colori chiari e scuri sviluppano il dipinto, colori caldi e freddi, conferendogli un gioco di dissonanza:

La dissonanza pittorica e musicale di oggi non è altro che la consonanza di domani

spiegava l’artista. Ma ciò rende il dipinto in perfetta armonia: è quello su cui puntava appunto Kandinsky, utilizzando forme e colori.

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Lo hobbit: La desolazione di Smaug https://cultura.biografieonline.it/hobbit-desolazione-di-smaug/ https://cultura.biografieonline.it/hobbit-desolazione-di-smaug/#comments Wed, 29 Oct 2014 16:18:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12402 Lo hobbit – La desolazione di Smaug” è il secondo film della trilogia de “Lo Hobbit”. Segue il primo film “Un viaggio inaspettato” e precede il terzo capitolo “La battaglia delle cinque armate“. Girato da Peter Jackson, lo stesso regista della trilogia del Signore degli Anelli, il film “La desolazione di Smaug” è uscito in Italia nel dicembre del 2013. Come gli altri film della trilogia citati, è tratto dal libro “Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien.

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug (2013)
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug (poster del film)

Trama del film

La pellicola prende il via con l’arrivo di Thorin Scudodiquercia al villaggio di Brea: egli vuole conoscere la verità relativa alla scomparsa del padre Thràin. Avvicinato da Gandalf il Grigio, viene convinto a liberare il reame di Erebor dal drago Smaug.

In seguito, Thorin scopre che sulla sua testa pende una taglia; decide, in ogni caso, di radunare i suoi parenti nani e andare a liberare Erebor. Alla comitiva si aggiunge anche Bilbo Baggins, Hobbit che ha il compito di recuperare l’Arkengemma, tramite la quale i sette regni dei nani possono essere riuniti e si può combattere Smaug.

Un anno dopo, i tredici nani, insieme con Gandalf e Bilbo, stanno tentando di scappare da Azog e dai suoi orchi. Sul punto di essere scoperti, si rifugiano nella casa del muta-pelle Beorn. Questi, tuttavia, si rivela pericoloso sotto forma di orso e si mette all’inseguimento della compagnia. Tornato uomo, decide di aiutare i nani, regalando un pony a ognuno di loro, visto che odia gli orchi. Il gruppo quindi arriva vicino a Bosco Atro, dove Gandalf abbandona la compagnia per recarsi sulla Montagna Solitaria.

Bosco Atro, dove Bilbo e i nani si stanno avventurando, è però un luogo corrotto dal male: confonde, infatti, la compagnia, che viene poi imprigionata da alcuni ragni giganti. Bilbo riesce a scampare il pericolo grazie all’Unico Anello, che lo rende invisibile: è proprio in questa occasione, però, che egli si accorge del potere negativo dell’oggetto.

I nani vengono infine salvati dal principe di Bosco Atro, Legolas (personaggio che ritroveremo protagonista nella trilogia del Signore degli Anelli), alla guida di una squadra di elfi silvani, che però catturano il gruppo e lo imprigionano nel Reame Boscoso.

Trailer

Nel corso della prigionia, Kili, uno dei nani, stringe amicizia con l’elfa Tauriel, con la quale condivide la spensieratezza. Il gruppo, quindi, viene liberato da Bilbo, riuscito a rubare le chiavi delle celle. La fuga, però, viene complicata dall’arrivo degli orchi di Bolg. La compagnia dopo un inseguimento prolungato abbandona il Reame Boscoso, ma Kili viene ferito da una freccia avvelenata.

La comitiva, con l’aiuto del contrabbandiere Bard, giunge quindi a Pontelagolungo. Gandalf arriva presso le tombe dei Nove Nazgul, i quali però sono stati convocati a Dol Guldur. Anche Gandalf, pertanto, si reca a Dol Goldur.

Bilbo e i nani, nel frattempo, vengono portati da Bard a Esgaroth, città oppressa da un crudele governatore che odia lo stesso Bard. Quest’ultimo, tra l’altro, è il discendente di Girion, che – secondo la leggenda – tentò di uccidere il drago Smaug con alcune frecce nere, che scalfirono la sua corazza rendendolo attaccabile.

Seconda parte

I nani, in seguito, scappano, e vanno all’armeria per rubare delle armi. Durante la fuga, Kili cade dalle scale e si fa scoprire dalle guardie del Governatore: tutto il gruppo viene catturato. Thorin tenta di persuadere il governatore a lasciarli andare spiegando di essere il legittimo re; Bard, tuttavia, si oppone, invitando i suoi concittadini a non credere a Thorin, sostenendo che in caso contrario la città verrà colpita dal fuoco del drago.

Il governatore, in ogni caso, si fida di Thorin, allettato dalla sua promessa di ricchezze, e permette a lui e ai suoi compagni di raggiungere la montagna. Intanto, Tauriel – pensierosa per il destino di Kili – lascia il Reame Boscoso, inseguita da Legolas, innamorato di lei e geloso della situazione. Mentre Gandalf arriva a Dol Goldur e suggerisce a Radagast di far sapere a Galadriel dello scontro imminente con il Negromante, Kili a Pontelagolungo soffre, e viene accudito da Fili, Bofur e Oin.

Gandalf scopre che la fortezza non è mai stata abbandonata, e anzi vi vivono migliaia di orchi; si scontra quindi con il Negromante, che si rivela essere Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor, a lungo esiliato e ora tornato nella Terra di Mezzo. Sauron sconfigge Gandalf e distrugge il suo bastone, prima di farlo prigioniero.

Frattanto, Thorin, Bilbo e gli altri nani giungono sulla montagna e riescono a penetrarvi per merito della chiave che Gandalf aveva ricevuto da Thàin. Thorin dice a Bilbo di andare in cerca dell’Arkengemma, ma lo Hobbit viene scoperto dal drago Smaug.

L'occhio del drago Smaug
L’occhio del drago Smaug

Finale

Dopo un dialogo con l’essere mostruoso, Bilbo cerca un riparo. Thorin e i compagni accorrono in suo soccorso, mentre l’ira del drago si avverte fino a Pontelagolungo. Bard decide di andare a battersi con lui, ma viene imprigionato dal governatore con l’aiuto del servo Alfrid. Gli orchi, nel frattempo, arrivano a Esgaroth intenzionati a eliminare i nani, ma vengono scoperti e fatti fuori da Tauriel e Legolas.

Kili viene curato con un’erba particolare da Tauriel. A Erebor Bilbo tenta di attivare le vecchie fornaci per far sì che Smaug venga sommerso da oro bollente. Il drago, tuttavia, rimane indenne e sceglie di vendicarsi sui cittadini di Pontelagolungo. Si mette, dunque, in volo verso la città, nonostante i tentativi di Bilbo di dissuaderlo.

Il film termina con Smaug che, più che mai minaccioso, pronuncia la frase: “Io sono fuoco. Io sono morte“.

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Lo Hobbit, un viaggio inaspettato (il film) – Riassunto e commento https://cultura.biografieonline.it/lo-hobbit-film/ https://cultura.biografieonline.it/lo-hobbit-film/#comments Mon, 24 Dec 2012 13:18:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5609 Il film

Lo Hobbit, un viaggio inaspettato è uscito nelle sale italiane il 13 dicembre 2012. Il film è stato diretto, prodotto e sceneggiato da Peter Jackson, creatore della trilogia Il Signore degli Anelli. Lo Hobbit è il primo dei tre film che formeranno la trilogia ispirata dall’omonimo romanzo di John Ronald Reuel Tolkien intitolato come il film, pubblicato in Italia da Adelphi e da Bompiani. Il film è stato girato in gran parte in Nuova Zelanda, dove  erano state effettuate anche le riprese de Il Signore degli Anelli.

Lo Hobbit, Locandina del film
Lo Hobbit (2012), Locandina del film

Lo Hobbit, un viaggio inaspettato: breve commento

Il film non è all’altezza de Il Signore degli Anelli. Questo appare evidente già dalle prime scene, malgrado la maestria di Jackson riesca a  trascinarci in una storia appassionante e coinvolgente che però meritava un unico film e non certo una trilogia.

Perché Il Signore degli Anelli aveva una struttura che permetteva la realizzazione di una saga cinematografica spezzata in tre film mentre Lo Hobbit nasce come libro singolo che inizia e finisce in un unico percorso narrativo.

Comunque il divertimento non manca, gli effetti speciali sono all’ altezza della fama del regista e la struttura narrativa, incalzante e abbastanza fedele al libro mantiene desta l’attenzione per tutto il film.

Riassunto e trama del film

Alla ricerca di uno scassinatore: Bilbo Baggins

La prima scena si apre  sulla contea, terra degli hobbit, dove vive Bilbo Baggins. E’ anziano e sta scrivendo un libro in cui vuole raccogliere le sue memorie. I suoi ricordi si addensano sul regno dei nani governato dal re Thror situato dentro alla Montagna Solitaria. E’ un regno ricchissimo e al massimo del suo splendore.

I nani hanno scavato in profondità e sono riusciti ad accumulare una grande quantità di oro. Proprio questa ricchezza ha attirato un drago, Smaug, che spazza via i nani e si insinua facendo la sua tana dentro alla città. Poi i suo ricordi si spostano  a quando era più giovane e viveva nella contea, in una lussuosa casa scavata nella collina, circondato dai libri e immerso nella pace della sua casa.

Un giorno, mentre fuma tranquillamente la sua pipa, viene raggiunto da Gandalf, un mago vestito di grigio, che gli propone di partire per un lungo e avventuroso viaggio. Bilbo rifiuta perché ritiene la proposta bizzarra ma il mago non si arrende e traccia un segno sulla porta di casa Baggins.

La sera stessa un gruppo di nani, 13 per la precisione: Balin, Dwalin, Kili, Fili, Dori, Nori, Ori, Oin, Gloin, Bifur, Bofur, Bombur e il loro capo Thorin, arrivano a casa di Bilbo, senza essere stati invitati e senza troppi complimenti gli divorano la dispensa. Poi arriva anche Gandalf e davanti ad un Bilbo attonito i nani iniziano a discutere della loro avventura. Gandalf tira fuori una mappa nella quale sono indicati alcuni percorsi per raggiungere una via secondaria che gli permetta di entrare nella Montagna Solitaria, meta del loro viaggio.

Gandalf propone a Bilbo per la seconda volta di andare con loro, assoldandolo contrattualmente come scassinatore: anche questa volta lui rifiuta, ma poi se ne pente e li raggiunge.

Il futuro re dei nani: Thorin

Il capo della spedizione è Thorin Scudodiquercia, nipote del re spodestato dal drago Smaug. Thorin vuole rimpossessarsi della sua città e ridare al suo popolo, disperso, un luogo dove vivere e naturalmente vuole anche ricuperare il suo oro. La compagnia, formata da Gandalf, Bilbo e i nani, si mettono quindi in cammino verso la Montagna Solitaria e durante il tragitto, che si rivela impegnativo e difficile, incontrano tre Troll di montagna, Guglielmo, Berto e Maso, che si stanno cucinando un pasto.

I Troll gli rubano due pony e inoltre li imprigionano preparandoli come secondo piatto del banchetto.  Tuttavia grazie all’intervento di Gandalf e all’espediente di Bilbo di tenerli occupati con i suoi ragionamenti, i Troll, che non possono essere sottoposti alla luce di giorno, perdono tempo fino a quando le luci dell’alba li trasformano in pietra.

A questo punto la compagnia decide di cercare le grotte in cui i Troll dimoravano, e lì fra vari oggetti trovano tre spade, una di queste è pungolo una spada magica che diventa azzurra quando  ci sono orchi nelle vicinanze. Il loro viaggio prosegue verso Gran Burrone, il regno degli elfi governato da Elrond. Mentre attraversano le pianure incontrano lo stregone marrone, Radagast che confida a Gandalf di aver visto un Negromante nel castello di Dol Guldur.

La compagnia prosegue ma viene attaccata dagli orchi in sella ai mannari. Riescono a fuggire e raggiungere Gran Burrone. Lì il re elfo spiega alla compagnia che la mappa è visibile, in tutte le sue parti, solo in un giorno particolare dell’anno, il giorno di Durin. Nel leggerla comunque si accorgono che  c’è una porta laterale. Sarà Bilbo a doverla aprire.

Nel frattempo Gandalf indice una riunione con Elrond, Saruman stregone supremo del suo ordine e Galadriel, regina di una stirpe elfica. Gandalf non riesce a convincerli che il Negromante è Sauron. La Compagnia riparte verso le Montagne Nebbiose, ma senza Gandalf. I nani e Bilbo devono raggiungere la Montagna Solitaria.

L’anello

Il cammino è lungo e durante la notte decidono di riposarsi all’interno di una delle grotte delle montagne. Mentre dormono vengono assaliti dagli orchi che li imprigionano. Bilbo riesce a scappare e si rifugia in una delle grotte sotterranee dove incontra Gollum (interpretato nell’intera saga da Andy Serkis).

Lì Bilbo trova l’anello del potere e se ne impossessa. Gollum, che conservava l’anello da moltissimi anni, non si accorge subito della sparizione del suo anello e non vuole aiutare Bilbo a trovare una via di fuga. Fra i due nasce allora una gara di indovinelli.

Bilbo vince la gara e a questo punto Gollum dovrebbe indicargli la via di fuga ma si accorge che non ha più  l’anello, accusa Bilbo del furto il quale indossa l’anello e diventa subito invisibile.

La minaccia di Azog

Nel frattempo Gandalf ha liberato in nani e mentre tutta la compagnia fugge verso l’esterno delle grotte vengono inseguiti dall’esercito degli orchi. Ne uccidono molti e si dirigono verso il bosco.

Qui però non sono al sicuro perché sono inseguiti da altri orchi che cavalcano i mannari degli e che sono sulle loro tracce. Gli orchi sono comandati da Azog, un orco bianco che si era già scontrato con Thorin. Azog odia profondamente il nano perché Thorin gli aveva tagliato un braccio.

Gandalf però non vuole lo scontro e ordina ai nani di arrampicarsi sugli alberi. Gli orchi però bruciano gli alberi e i nani sono costretti a scendere, nello scontro Thorin viene ferito gravemente da Azog. Le aquile giganti, alleate di Gandalf arrivano prontamente e salvano i nani. Li portano con loro e li lasciano vicino alla Montagna Solitaria.

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La storia di Gardaland: fantasia, sogno, magia https://cultura.biografieonline.it/gardaland-fantasia-sogno-magia/ https://cultura.biografieonline.it/gardaland-fantasia-sogno-magia/#respond Fri, 10 Feb 2012 09:16:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=539 Nell’anno 2012 compie 37 anni e, al momento della nascita, misura 90.000 metri quadrati. A 10 anni è già il più famoso d’Italia e nel corso degli anni aumenta sempre di più le sue dimensioni, fino ad arrivare a 600.000 metri quadrati. Stiamo parlando di Gardaland, concepito per il divertimento di grandi e piccini, che una volta entrati all’interno del parco, si trovano immersi in un luogo incantato.

Gardaland (Logo)
Gardaland (Logo)

La sua apertura è possibile grazie all’imprenditore Livio Furini che, durante un viaggio, si reca a far visita al parco Disneyland di Anaheim, nella periferia di Los Angeles e, rimasto affascinato, decide di ricreare un parco similare sulle rive del Lago di Garda, precisamente a Castelnuovo del Garda, in provincia di Verona.

I lavori di costruzione partono a febbraio del 1975 con un investimento di 200 milioni di lire e, dopo 5 mesi di lavoro, il parco prende vita e viene inaugurato il 19 luglio 1975, con un prezzo di ingresso di 1.750 lire e 21 attrazioni, tra le quali: Transgardaland Express, la Giostra Cavalli, un piccolo Circo, il Labirinto Giapponese, la Giostra Baby, il Villaggio a fumetti, Ufo, il Delfinario, il Safari Africano, il Palco Western, il Villaggio indiano. Il parco è già un successo, confermato dal fatto che dopo soli 30 giorni dall’apertura, si registrano 60.000 presenze. Alla fine del 1978 i visitatori del parco raggiungono il numero di 465.000, numero che aumenta costantemente, sino ad arrivare a più di 3 milioni di visitatori all’anno.

Questa affermazione è possibile grazie a vari fattori: la presenza di attrazioni sia meccaniche che tematiche ed acquatiche, la vicinanza al Lago di Garda, l’enorme cura riservata ai giardini, il forte impatto visivo delle varie aree tematiche e l’atmosfera magica che si respira tra i suoi viali, rendono la visita al parco un sogno fiabesco. Negli anni ’80 diventa inoltre il set per le riprese delle sigle del famoso programma televisivo per ragazzi Bim Bum Bam, del quale uno dei conduttori storici è Paolo Bonolis. Questo avvalora ancora di più la popolarità del parco.

Molte nuove attrazioni vengono proposte e realizzate negli anni successivi: Magic Mountain, Colorado Boat, la Valle dei Re, Giostra Cavalli, Kaffeetassen, Monorotaia, Peter Pan, Il corpo di Eva, Ikarus, Monorotai, Nuvola, Calci, Orto-Brucotour, The Spectacular 4D Adventure, Il Villaggio Degli Elfi, il Villaggio Inglese, I Corsari, Moonraker, Top Spin, il Castello di Mago Merlino, il Palablù, Blue Tornado, Space Vertigo, Jungle Rapids, Flying Island, Fuga da Atlantide, Sequoia Adventure, Gardaland Theatre, Time Voyagers, Mammut, Canyon Creek, Ramses il risveglio, Inferis e Raptor.

Molte delle attrazioni costruite per l’inaugurazione del parco, nel corso degli anni sono state poi sostituite o modificate, mentre una, il Transgardaland Express (trenino), è rimasta attiva. Simbolo storico del parco è l’orologio floreale posto all’ingresso.

Le aree tematizzate trasportano il visitatore in un mondo da sogno: vi è il Villaggio Tudor, un villaggio inglese del 1700 con un porto, un galeone e varie costruzioni pittoresche. Il Rio Bravo, la storica area del parco articolata lungo un viale che richiama le atmosfere western, con saloon e chiesetta di legno. Il Souk Arabo è una piazza di un villaggio, dove spiccano decorazioni tipicamente arabe e la cui parte frontale è la facciata del palazzo di un sultano. L’area medievale è ispirata a Camelot, caratterizzata dalla presenza di castelli e statue di maghi e cavalieri (che sono anche dei punti-foto).

Numerosi i punti di ristoro all’interno del parco: la Locanda del Corsaro Nero, fast food Covo dei Bucanieri e Blue Tornado, pizzeria Saloon, Self Service Aladino, tematizzati a seconda del contesto in cui sono posizionati. Presenti anche svariati negozi e bar dove acquistare un ricordo della giornata trascorsa all’interno del parco oppure dolci e leccornie di ogni tipo. Inoltre coinvolgenti show messi in scena da figuranti e membri del cast intrattengono il pubblico durante la loro visita: spettacoli di varietà con acrobazie circensi, spettacoli di magia e illusionismo, cowboys, banditi e ballerine, coreografie piratesche, giochi pirotecnici e d’acqua, spettacoli con delfini ed otarie.

Gardaland, albero di PrezzemoloNel 2001 Gardaland amplia ulteriormente le sue dimensioni, con la realizzazione dell’area Fantasy Kingdom, tematizzata per rappresentare il mondo dei fumetti e dei cartoni animati, che presenta la valle degli elfi, show delle marionette, mini giostre e aeroplanini, con attrazioni colorate tra le quali la Magic House e l’albero di Prezzemolo che, con la sua imponenza, è la dimora della mascotte del parco, un simpatico drago verde dal ciuffo rosso chiamato Prezzemolo.

Nel 2008 viene inaugurato il Sea Life, una grande struttura realizzata esternamente al parco che propone acquari e percorsi didattici e che trasporta il visitatore alla scoperta della vita marina.

Due curiosità: le scene al parco divertimenti nel film di Leonardo Pieraccioni “Ti amo in tutte le lingue del mondo” del 2005, sono state girate a Gardaland. Inoltre i creatori e progettisti di gran parte delle scenografie e della tematizzazione delle attrazioni (La Valle dei Re, il Villaggio inglese Tudor, Mammut, Fantasy Kingdom, Fuga da Atlantide e il Gardaland Theatre) sono Claudio Mazzoli, padre del conduttore radiofonico e deejay Marco Mazzoli, e il fratello Valerio Mazzoli, il quale ha inoltre ideato e disegnato l’originale mascotte del parco.

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