guerra di secessione americana Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 03 Feb 2021 12:59:17 +0000 it-IT hourly 1 Guerra di secessione americana: riassunto e sintesi https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-secessione-americana/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-di-secessione-americana/#comments Mon, 04 Feb 2019 12:57:09 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25945 Per dimensioni, perdite e investimenti, la Guerra di secessione americana si profila come il primo grande conflitto dell’età contemporanea. Fu la prima vera guerra di matrice industriale. Nel conflitto, dal 1861 al 1864, infatti, Nordisti e Sudisti impiegarono treni, telegrafo, navi a vapore, armi prodotte in serie. E si servirono di fabbriche civili, miniere, cantieri navali, banche e grandi trasporti.

Guerra di secessione americana

Guerra di secessione americana: Nord contro Sud

Due schieramenti, due ragioni di conflitto

La guerra di secessione americana mette in conflitto fra loro due volti dell’America di allora. Da una parte, il Nord fortemente industrializzato e in crescita. Un territorio che allora contava circa 22milioni di abitanti e rispondeva, politicamente, alla corrente repubblicana del due volte presidente Abraham Lincoln (nel 1860 e nel 1864).

L’economia del Sud, al contrario, era incentrata sulle piantagioni di cotone e tabacco, per lo più. Settore produttivo in cui grandi proprietari terrieri impiegavano circa 3milioni di schiavi neri, a fronte di un totale di 5milioni di abitanti su tutta l’area.

Differente, a tal proposito, la posizione di Nord e Sud rispetto al grande tema, politicamente parlando, della guerra di secessione americana: lo schiavismo. I Nordisti, che perseveravano l’Unione (in inglese “Union”) e indicavano gli Stati Uniti d’America come il Governo federale di Lincoln, infatti, sostenevano l’abolizione della schiavitù.

I Sudisti, i cui 13 stati erano confluiti nella Confederazione d’America, con Jefferson Davis riconosciuto come presidente, invece, sostenevano la schiavitù, visti i grandi interessi legati a questa sul territorio.

La linea storica del conflitto: battaglie e date

La data di inizio del conflitto fu il 12 aprile 1861. In questo giorno la Confederazione d’America sferra l’attacco di Fort Sumter.
Nella prima metà del conflitto i Sudisti ebbero un netto vantaggio, sia per una più forte esperienza bellica sia per una più valida tradizione militare.

Vivevano a Sud la maggior parte dei veterani della guerra del 1812, di quella di indipendenza del Texas e di quella contro il Messico. In generale al Sud erano più diffusi l’uso delle armi e dei cavalli per gli spostamenti.

Tuttavia, presto, differenza numerica e di risorse belliche fanno prevalere le forze del Nord su quelle del Sud nei principali scontri dei successivi tre anni di conflitto. L’Unione ha la meglio sulla Confederazione nell’assedio di Vicksburg, sul teatro occidentale del conflitto, fra il maggio e il luglio del 1863.

Vince l’Unione anche sul teatro orientale. In particolare, nel luglio del 1863 nella battaglia di Gettysburg, in Pennsylvania, e nell’assedio di Petersburg, in Virginia, fra il giugno del 1864 e il marzo del 1865.

Discorso di Gettysburg - Lincoln
19 novembre 1863: Lincoln durante uno dei suoi più celebri interventi pubblici: il Discorso di Gettysburg

L’epilogo è vicino: il 9 aprile del 1865 ad Appomattox, in Virginia, il generale Robert Lee, alla guida dei Confederati, sigla la resa del Sud al generale Ulysses S. Grant.

Chi combatte e chi soccombe: i numeri del conflitto

La conta delle forze armate vide l’Unione in netta superiorità sin dall’inizio. Un numero che crebbe sempre fino a triplicare quello dei Sudisti in battaglia alla fine della guerra di secessione. Nel 1861, in particolare, ai 186mila Nordisti rispondevano 150mila Sudisti. Nel 1865, invece, un milione di Unionisti si scontravano con solo 385mila Confederati.

Sul piatto, con le migliaia di schiavi arruolatisi in cambio di una promessa di libertà, pendeva anche la percentuale dei disertori: 35 per cento per l’Unione, 50 per la Confederazione.

In generale, la Guerra di secessione americana si profila come il conflitto più sanguinoso di tutte le guerre combattute dagli Stati Uniti messe insieme. Supera, infatti, il milione il numero delle vittime, di cui 620mila i soldati morti nelle cariche e oltre 50mila i civili.

Ancora, sono 56mila i soldati che passarono per i campi di prigionia e oltre 60mila quelli che subirono mutilazioni.

La fine del conflitto: vincitori e vinti

Il Sud uscì dal conflitto totalmente sconfitto, dal punto di vista bellico, politico e, non ultimo, economico. I 13 Stati della Confederazione, infatti, si preparavano a vivere una stagione di grande recessione con il reddito pro capite a meno 40 percento. Anche lo schiavismo degenerò in segregazione razziale e grave emarginazione sociale.

Al Nord del Paese, invece, gli americani vissero un capitolo di grande crescita dal punto di vista economica. La politica subì una forte scossa quando Abraham Lincoln, rieletto alla presidenza e sostenuto da repubblicani e democratici, stati di confine, schiavi emancipati e potenze oltreoceano, fu assassinato da un fanatico sudista il 14 aprile del 1865.

Abraham Lincoln
Foto di Abraham Lincoln

Il grande tema della guerra di secessione americana: lo schiavismo

Il 1° gennaio del 1863 Abraham Lincoln promulga il “Proclama di emancipazione”. Il documento mette nero su bianco due ordini esecutivi.

  • Il primo decreta la liberazione di tutti gli schiavi dagli stati confederati a partire da quel momento.
  • Il secondo elenca i 10 Stati nei quali il proclama avrebbe avuto effetto.

Si stima che il Proclama abbia condotto alla la libertà circa 4milioni di persone, fino al luglio 1865.

La schiavitù o altra forma di costrizione personale non potranno essere ammesse negli Stati Uniti, o in luogo alcuno soggetto alla loro giurisdizione, se non come punizione di un reato per il quale l’imputato sia stato dichiarato colpevole con la dovuta procedura.

Dal XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America

Lo schiavismo diventa finalmente fuorilegge con il tredicesimo emendamento, pubblicato il 18 dicembre del 1865. Il XIII, il XIV, per i diritti degli ex schiavi, e il XV, per il diritto di voto ai nuovi cittadini, sono noti come emendamenti della ricostruzione.

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Il Boston Tea Party https://cultura.biografieonline.it/boston-tea-party/ https://cultura.biografieonline.it/boston-tea-party/#comments Sat, 22 Sep 2012 21:38:28 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3936 Il Boston Tea Party si svolse il 16 dicembre 1773 a Boston e influenzò tutte le colonie della costa del Nord Atlantico. Avvenne dopo che il governo britannico dimostrò la sua assoluta indisponibilità a rivedere le scelte legislative che interessavano le colonie americane. Infatti, il Boston Tea Party diede vita ai primi moti rivoluzionari contro l’Inghilterra da parte delle colonie americane.

Boston Tea Party (16 dicembre 1773) - Un'illustrazione
Boston Tea Party (16 dicembre 1773) – Un’illustrazione

Boston Tea Party: la storia

I coloni che decisero di partecipare a questo atto di ribellione appartenevano ai Sons of Liberty, un gruppo nazionalista che non accettava l’imposizione inglese. Si travestirono da indiani e salirono a bordo delle navi attraccate al porto e che dovevano, dopo aver scaricato le casse di tè, salpare alla volta della Gran Bretagna. Una volta conquistate le navi iniziarono a rovesciare in mare le casse contenenti il tè, di qui il nome della rivolta.

Malgrado i conflitti con la madrepatria fossero nati alcuni anni prima a causa dell’inasprimento della tassazione sul caffè, sul vino, sullo zucchero (leggi emanate nel 1764) e su tutti gli atti che prevedevano l’utilizzo di carta affinché fossero validi (legge emanata nel 1765), in questo caso la rivolta scoppiò perché la corona decise di togliere i dazi sul tè per sfavorire il contrabbando che i coloni americani avevano sviluppato con gli olandesi. Il Tea Act, che aboliva i dazi di importazione, fu una decisione conseguente ai debiti che la Compagnia delle Indie Orientali aveva contratto a causa del fatto che i coloni non compravano più il tè importato dalla Compagnia. Il decreto attuativo fu emanato nel 1773.

Boston Tea Party

Questa decisione, inizialmente, rese più difficile il rapporto fra le colonie americane e la Corona che sembrava a quest’ultime non comprendere le loro necessità, colpendoli nei loro interessi economici. D’altra parte la Compagnia delle Indie Orientali rappresentava diverse lobby economiche che esercitavano forti pressioni sul Parlamento inglese che non annoverava, al contrario, nessuna rappresentanza proveniente dalle colonie americane.

Naturalmente i più colpiti non erano i coloni che svolgevano professioni legali ma i contrabbandieri che però fomentarono le proteste facendo di un’erba un fascio e unendo questa decisione degli inglesi alle altre scelte legislative che invece colpivano la generalità dei cittadini americani.

Questi moti di ribellione indussero il governatore della città di Boston, Thomas Hutchinson, ad intervenire mandando le truppe, le quali chiusero il porto e imposero ai comandanti delle navi di scaricare il tè. A questo punto i coloni decisero di impedire le manovre di scarico gettando in mare le casse. Né l’Inghilterra né molte rappresentanze dei coloni americani desideravano la guerra o che questi scontri degenerassero ma al situazione tesa e che rendeva difficili le comunicazioni fra i due Paesi portarono in seguito alla Guerra d’Indipendenza.

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Il Proclama di emancipazione di Lincoln https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/ https://cultura.biografieonline.it/il-proclama-di-emancipazione-di-lincoln/#comments Tue, 19 Jun 2012 19:18:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2480 Proclama è un termine derivante dal latino proclama, cioè gridare avanti, annunciare. Si tratta quindi di un annuncio solenne riguardante un provvedimento di particolare importanza, emanato da un’autorità e rivolto al popolo. Questo concetto si rifà all’usanza antica di dare annuncio di notizie gridandole nelle vie, piazze o luoghi di ritrovo, per permettere alla maggior parte della popolazione di venirne a conoscenza.

Proclama di emancipazione Lincoln
Lincoln mentre discute con il suo Gabinetto il primo abbozzo del Proclama di Emancipazione – Dipinto a olio di Francis Bicknell Carpenter

Proclama di notevole importanza è quello emanato da Abraham Lincoln, sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America: il Proclama di Emancipazione. E’ promulgato durante la guerra civile americana, detta anche guerra di secessione americana, durata dal 1861 al 1865. Quest’ultima vede contrapposti da un lato gli Stati Uniti d’America e dall’altro gli Stati Confederati d’America, di cui fanno parte i 7 stati che dichiarano la propria secessione dagli Stati Uniti d’America e cioè Alabama, Florida, Georgia, Louisiana, Mississippi, Carolina del Sud e Texas. Successivamente si uniscono alla Confederazione altri 4 Stati: Virginia, Arkansas, Carolina del Nord e Tennessee.

Il Proclama di Emancipazione costituisce secondo alcuni, oltre che una precisa presa di posizione contro la schiavitù, anche una misura di strategia militare: a partire dal 1° gennaio 1863, gli schiavi appartenenti a proprietari in stato di rivolta contro l’Unione, sono dichiarati liberi.

Il Proclama di Emancipazione è composto da due ordini esecutivi: il primo emanato il 22 settembre 1862, decreta la liberazione di tutti gli schiavi dei territori degli Stati Confederati d’America a partire dal 1° gennaio 1863; il secondo elenca gli stati nel quale il primo ordine deve essere applicato. A seguito di questo Proclama, durante gli anni successivi e fino al 1865 sono liberate circa quattro milioni di persone.

Successivamente, dopo esser stato riconfermato Presidente nel 1864, Lincoln, insieme ad altri politici statunitensi, per evitare che il Proclama fosse considerato soltanto come una momentanea misura dovuta alla guerra, propone la ratifica del XIII emendamento della Costituzione Americana, grazie al quale, il 18 dicembre 1865, la schiavitù viene definitivamente abolita.

Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

Abraham Lincoln viene assassinato il 14 aprile 1865, per mano di John Wilkes Booth, attore teatrale statunitense e simpatizzante confederato, che al Ford’s Theatre, a Washington, spara un colpo di pistola alla testa del Presidente, dichiarato morto il mattino del 15 aprile 1865.

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La Guerra di Indipendenza americana https://cultura.biografieonline.it/la-guerra-di-indipendenza-americana/ https://cultura.biografieonline.it/la-guerra-di-indipendenza-americana/#comments Mon, 11 Jun 2012 18:23:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2495 La Guerra d’Indipendenza  portò alla costituzione degli Stati Uniti d’America. La guerra durò dal 1775 al 1783 e vide le 13 colonie britanniche costituite sul continente nord americano opporsi al Regno Unito per ottenere l’indipendenza commerciale e la libertà giuridica e amministrativa.

Soldati americani (giubbe blu) schierati di fronte a truppe inglesi
Soldati americani (giubbe blu) schierati di fronte a truppe inglesi

Perché scoppiò la guerra?

Come spesso accade, la guerra scoppiò per questioni di carattere commerciale che sottintendevano un desiderio di autonomia e libertà represso da tempo. L’Inghilterra nel 1763 era la potenza più forte del mondo. La sua marina militare era invincibile e, grazie ad essa, i commerci erano fiorenti in molte parti del globo. In America, dove c’erano le sue colonie, le importazioni e le esportazioni con la madrepatria avvenivano in abbondanza.

Tuttavia Giorgio III, re di Inghilterra, dopo la Guerra dei Sette anni si trovò a dover rivedere le entrate del suo impero, che non erano sufficienti  a sostenere le spese necessarie al governo di tutti i suoi territori, compresi quelli del Nord America. Pertanto decise di introdurre un’imposta fiscale che colpiva direttamente i coloni residenti in America. Tale imposta prevedeva un bollo su ogni documento cartaceo di qualsiasi natura esso fosse: giornali e documenti di ogni natura giuridica.

L’introduzione di questa tassa portò immediatamente a una vibrante protesta da parte dei coloni che emanavano leggi attraverso un procedimento legislativo autonomo e che quindi videro come un’invadenza intollerabile la scelta del re. Nel frattempo, nella madrepatria, si svilupparono proteste analoghe soprattutto da parte dei commercianti che esportavano materie di vario genere e che vedevano messi in discussione i loro guadagni a causa di questa imposta.

Il Parlamento nel 1765 decise di abolire il bollo e questo allentò la tensione oltre l’Atlantico ma non risolse i problemi economici della Corona, che trovò altri modi per fare cassa. Il Parlamento, infatti, dopo le pressioni della corte emanò nuove imposte sull’importazione in Nord America di materie di primaria importanza come il piombo e il vetro e che sostanziava un problema oggettivo di cui le popolazioni coloniche erano profondamente consapevoli: non avrebbero mai potuto svilupparsi autonomamente se la madrepatria non le avesse lasciate libere e indipendenti.

I coloni reagirono con forza a questa nuova tassazione, non importando più merci britanniche, e questo fu il punto più dolente di tutto il preambolo della guerra perché entrambe le parti non volevano il conflitto ma avevano bisogno di commerciare e la mancata importazione delle merci britanniche diede il colpo finale alla tensione trasformandola in una anticipazione della guerra. L’Inghilterra mandò quattro reggimenti a Boston per proteggere i commissari doganali che venivano sistematicamente aggrediti dalla folla.

La salvaguardia dei doganieri fu un pretesto per occupare la città che venne militarizzata il 21 giugno del 1768. I soldati incontrarono molte difficoltà nel mantenere l’ordine e dopo alcuni scontri con la folla nel 1770, durante una manifestazione di protesta, aprirono il fuoco contro i coloni uccidendone cinque. Le conseguenze di questo incidente portarono il caos a Boston e ad un aumento dei boicottaggi in tutti i territori coloniali pertanto  la Corona spinse il Parlamento ad abolire il nuovo regime di tassazione. Tuttavia la mancanza di risorse costrinse il Parlamento ad approvare una legge che imponeva l’acquisto del tè solo dall’Inghilterra.

E’ da sottolineare che in quegli anni non esisteva più il pericolo di un invasione francese delle colonie perché, come si è detto, la Guerra dei Sette anni era finita e quindi l’Inghilterra non svolgeva più il ruolo di protettore dei coloni, i quali consideravano ogni nuova tassa un’imposizione intollerabile e un limite al loro sviluppo economico e alla loro libertà giuridica. La nuova imposizione legislativa provocò forti proteste a Boston  che culminarono con nuovi scontri fra coloni e truppe britanniche. Il porto venne chiuso e la città nuovamente militarizzata: quest’ultimo atto da parte dell’impero inglese rappresentò la miccia che avrebbe fatto esplodere la guerra.

Per poter sostenere l’impatto delle truppe britanniche era necessario che le colonie si organizzassero militarmente e decidessero una strategia comune. Così avvenne nel settembre del 1774, quando i rappresentanti di tutte e tredici le colonie di riunirono in un Congresso generale in cui fu stabilita una linea d’azione comune: le colonie non avrebbero dovuto pagare più le tasse emanate dal Parlamento britannico e ogni tipo di commercio con la madrepatria sarebbe stato interrotto temporaneamente, fino a quando le truppe inglesi non avessero ricevuto l’ordine di ritirarsi dal suolo americano. Parallelamente, vennero organizzati dei comitati di cittadini i quali avrebbero avuto come scopo l’organizzazione di manifestazioni e boicottaggi.

Il primo atto di guerra fra i coloni e l’esercito inglese avvenne il 19 aprile 1775, quando due colonne di soldati inglesi, sotto il comando di Lord Percy e del colonnello Francis Smith, si scontrarono a Lexington con una milizia di cittadini americani. Otto coloni morirono. Nel frattempo Boston fu messa sotto assedio dai coloni che però vennero sconfitti grazie ai rifornimenti e ai rinforzi che dal mare giunsero nella città. I coloni compresero la necessità di un esercito organizzato sotto il comando di un uomo determinato e capace e il 15 giugno 1775 il Congresso nominò Capo supremo dell’esercito indipendentista americano il generale George Washington.

George Washington
George Washington

In un tentativo di riconciliazione, alcune rappresentanze dei coloni cercarono un accordo con la Corona. Questa proposta fu respinta dal re il quale decise che non avrebbe accettato nessun compromesso e dichiarò guerra ai coloni ribelli. Il Congresso, ad ostilità iniziate e nella consapevolezza di non poter tornare più indietro,  approvò, il 4 luglio 1776, la Dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti d’America. Con tale dichiarazione le colonie americane si autoproclamavano libere e indipendenti e ponevano l’Inghilterra in una condizione di potenza straniera e ostile.

La guerra assunse un carattere internazionale perché le colonie erano ricche di materie prime e perché la supremazia inglese era invisa alle altre grandi potenze del tempo. Spagna, Francia e Provincie Unite (attuali Paesi Bassi) si schierarono con i ribelli mentre Assia e Hannover appoggiarono la Gran Bretagna. La guerra si sviluppò su diversi piani strategici e con alterne vittorie che favorirono ora uno e ora l’altro dei due fronti. Fu l’assedio di Yorktown a porre fine alla guerra. Le truppe franco – americane vinsero la battaglia ma già da un po’ in Inghilterra l’opinione pubblica aveva cominciato a considerare la guerra già persa. Un territorio così vasto come quello americano poteva trasformarsi in una guerriglia infinita.

Il comandante inglese fu richiamato in patria e gli americani colsero l’occasione per dare inizio alle trattative che portarono la firma della pace  il 3 settembre 1783 a Parigi. Il trattato che stipulava la pace determinava i confini degli Stati Uniti (a nord con il Canada, a sud con la Florida, a est oltre il Mississippi mentre a ovest fu prevista una libera esplorazione e conquista dei territori) e determinava l’accettazione da parte degli inglesi dell’indipendenza delle loro ex colonie.

Inoltre gli inglesi dovettero cedere il Senegal e Trinidad e Tobago ai francesi, la Florida e Minorca alla Corona spagnola e le colonie dell’Asia alle Province Unite. La guerra lasciò tutte le potenze in difficili condizioni economiche ma solo gli Stati Uniti, stimolati da una forte passione per la libertà e da un’incrollabile speranza per il futuro, avevano reali possibilità di ripresa.

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