Germania Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sun, 17 Jan 2021 09:27:04 +0000 it-IT hourly 1 I becchini, recensione del libro https://cultura.biografieonline.it/becchini-recensione-libro/ https://cultura.biografieonline.it/becchini-recensione-libro/#respond Thu, 18 Jul 2019 10:35:04 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26636 Il libro I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar è un saggio uscito in Italia per Bompiani il 10 luglio 2019. Gli autori sono Rudiger Barth e Hauke Friederichs. Il libro racconta i fatti storici e gli errori politici che permisero l’ascesa di Hitler al potere. In questo articolo ve lo presentiamo insieme a una breve critica e recensione.

I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar
La copertina del libro “I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar”

La Germania di Weimar prima del suo collasso

Negli anni ’30, prima dell’avvento del nazismo, la Germania è in uno stato di caos. Il presidente della repubblica è un vecchio generale con una concezione negativa della democrazia e dei suoi riti. Il primo ministro, Franz von Papen, è un monarchico e vorrebbe come il presidente della repubblica restaurare la monarchia.

Nulla di più folle in una Germania attraversata da una profonda crisi economica ed incapace di uscire un confronto politico sempre più caotico. I partiti politici cercano di trovare un accordo per sostituire von Papen con un primo ministro che sia capace di mettere tutti d’accordo. Nelle piazze avvengono gli scontri più cruenti con morti e feriti.

Il nazionalsocialismo di Hitler sta acquisendo sempre più consensi e benché la sua figura sia invisa ai più, le forze politiche non riescono a trovare un accordo per impedirgli di accedere al potere. Il presidente Paul von Hindenburg, ha già sciolto due volte il parlamento per impedire che si vada a nuove elezioni e quindi si elegga un primo ministro a lui non gradito. Ma ormai la situazione è incontrollabile.

Von Papen è costretto a dimettersi. Le sue dimissioni aprono la strada all’avvento al potere di Hitler. Da questo passaggio cruciale per la storia del XIX secolo inizia il libro “I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar” degli autori Rudiger Barth e Hauke Friederichs, editore Bompiani.

I becchini. L’ultimo inverno della repubblica di Weimar: il libro

In questo saggio vengono raccontati gli eventi in presa diretta come se assistessimo attraverso la lettura dei giornali dell’avvento drammatico del nazionalsocialismo. Ogni fatto, incontro, riunione, passaggio politico viene descritto nei minimi dettagli.

Gli autori grazie ad una mole notevole di documenti, interviste, giornali, immagini, registrazioni, video, dichiarazioni, memorie, verbali delle riunioni sono riusciti a costruire in modo molto dettagliato gli eventi, il contesto i fatti e il ruolo dei protagonisti del 1932 e 1933.

I personaggi che popolano la commedia tragica che porta ad uno degli errori politici più drammatici del ‘900, sono reali. Magari in alcuni casi sono poco conosciuti ma hanno tutti svolto un ruolo fondamentale nei passaggi politici che hanno portato la Germania alla dittatura.

I meccanismi sono descritti non dimenticando il contesto storico in cui le formazioni politiche hanno agito e le circostanze che hanno influenzato i protagonisti. Tutti i personaggi hanno un ruolo ben definito e servono  agli autori per raccontare i gruppi che rappresentano. Anche per dare un volto a tutte le testimonianze.

Ad esempio raccontano le impressioni dell’ambasciatore Usa a Berlino che aveva sottovalutato Hitler, ma non aveva invece sottovalutato la forza del suo consenso e il pericolo che rappresentava. Vi sono anche i sindacalisti che assistono agli scontri con i partiti avversari e alla crescita di un odio politico irrefrenabile e pericolosissimo.

La strada verso il nazionalsocialismo

Mentre i fatti si svolgono, il contesto della Germania degli anni ’30 cambia, e diventa il preludio ad una rivoluzione di cui tutti sono convinti. E proprio mentre si sviluppa tutta la forza di un imminente colpo di stato, entrano in gioco personaggi ambigui, deboli, avventurieri, egoisti che riescono a cambiare gli equilibri e ad aprire la strada al nazionalsocialismo.

Infine c’è anche l’avvento di Hitler: già studiato in tutti i modi possibili, diventa in questo saggio un racconto in presa diretta.

I becchini libro copertina recensione commento

Commento e recensione al libro

I pregi del libro sono la quantità di informazioni e l’analisi storica dettagliatissima degli eventi. Possiamo immergerci in una lettura completa che ci trasporta negli uffici della cancelleria per poi catapultarci nelle piazze in cui si consumano gli scontri più cruenti.

Possiamo osservare gli errori di Hindenburg e vedere come la repubblica si sfasci sotto i colpi dell’angoscia e dell’odio.

La storia come telecronaca documentata degli eventi, grazie alla ricchezza dei documenti, diventa un’esperienza diretta e completa.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/becchini-recensione-libro/feed/ 0
Rosa Bianca: la resistenza non violenta e il martirio dei fratelli Scholl https://cultura.biografieonline.it/rosa-bianca-movimento-antinazista/ https://cultura.biografieonline.it/rosa-bianca-movimento-antinazista/#respond Sun, 23 Dec 2018 17:07:24 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25817 La Rosa Bianca è un movimento non violento di matrice cristiana che fece resistenza al Regime nazifascista di Adolf Hitler. A fondarlo, nel giugno del 1942, a Monaco di Baviera, furono i fratelli Hans Scholl e Sophie Scholl. Insieme a loro ci sono Christoph Probst, Alexander Schmorell, Will Graf e il professor Kurt Huber. I cinque giovani, poco più che ventenni, infatti, erano al tempo studenti dell’Università tedesca intitolata a Ludwig Maximilian.

rosa bianca movimento antinazista

Il movimento: matrice politica e riferimenti culturali

Il movimento della Rosa Bianca trae il suo simbolo da quello dei nobili perseguitati durante la Rivoluzione francese, di matrice aristocratica e antipopolare per una Francia democratica e federalista.

Il background intellettuale fa riferimento alle indicazioni etiche della Bibbia e di Sant’Agostino; fa riferimento inoltre agli orizzonti culturali degli scritti di Rilke, Aristotele e Goethe, Novalis e Schiller.

Quanto all’assetto ideologico, invece, la Rosa bianca si rifa alla tesi di “Quick born” o “Sorgente di vita” del sacerdote italiano Romano Guardini. Stesso filone a cui si legarono anche altri parroci cattolici come l’antifascista Franz Weiss.

Guardini, in particolare, fornì anche ai componenti della Rosa Bianca la spinta morale di coniugare spiritualità con azione sociale e politica secondo quella che il presbitero e teologo nato a Verona definì “visione cristiana del mondo” o, in lingua tedesca, Christliche Weltanschauung. 

[…] l’incontro continuo, per così dire metodico, tra la fede e il mondo. E non solo il mondo in generale, così come fa anche la teologia quando si pone diversi problemi, ma in concreto, come nel caso della cultura e delle sue manifestazioni, della storia, della vita sociale.

La vicenda della Rosa Bianca: azione politica e tragico epilogo

Il movimento della Rosa Bianca ha profuso i temi di tolleranza e giustizia dal giugno del 1942 al febbraio del 1943. Lo ha fatto attraverso opuscoli distribuiti inizialmente fra gli studenti, poi fra i cittadini e poi, ancora, dalla Baviera fino a tutta la Germania. I volantini, che inneggiavano al risveglio delle coscienze e alla resistenza passiva al Regime hitleriano, in particolare, fanno il giro di Monaco e non solo fino al 18 febbraio del 1943.

«Fate resistenza passiva, resistenza ovunque vi troviate; impedite che questa atea macchina da guerra continui a funzionare, prima che le città diventino un cumulo di macerie…»

Dal primo volantino

Quel giorno Sophie e il fratello Hans entrano all’università che frequentano e, pur non avendo ottenuto il permesso, lanciano dalle scale sull’atrio le 1500 copie del sesto opuscolo divulgativo. Questa azione suscita la reazione di un impiegato dell’ateneo che denuncia i ragazzi al Rettore. Questi, a sua volta, procede con la denuncia alla Polizia del Regime. Sophie e Hans vengono fermati e arrestati dalla Gestapo.

L’interrogatorio con annessa tortura dura per quattro giorni: mai i due fratelli Scholl negano le proprie ragioni, né vengono meno alle resistenza non violenta. Il 22 febbraio il Volksgerichshof, Tribunale del popolo del Regime, presieduto da Roland Freisler, li dichiara colpevoli e li condanna alla ghigliottina.

Di lì a breve tutti i membri della Rosa Bianca vengono processati, condannati e decapitati. A seguire, in particolare, amici e colleghi dei componenti del movimento subiscono, in totale, 15 condanne a morte e 38 carcerazioni.

Quel che resta della Rosa Bianca

Oggi la Rosa Bianca resta un simbolo della lotta contro la tirannia. A celebrare il martirio dei suoi giovani fondatori c’è la piazza antistante all’Università Ludwig Maximilian intitolata appunto ai fratelli Scholl, a Monaco di Baviera.

Monumento dedicato al gruppo della Rosa Bianca situato presso l'Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera
Monumento dedicato al gruppo della Rosa Bianca situato presso l’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera

Nel 1986, inoltre, viene fondata l’associazione Rosa Bianca per celebrare la memoria e promuovere la conoscenza del movimento. 

Negli anni, infine, due film hanno raccontato sul grande schermo la vicenda della Rosa Bianca. Il primo è “La Rosa Bianca” (titolo originale Die Weiße Rose) di Michael Verhoeven che, nel 1982, viene distribuito nella Germania Ovest e con molta difficoltà altrove. Il secondo, invece, è “La Rosa bianca – Sophie Scholl” per la regia di Marc Rothemund del 2005.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/rosa-bianca-movimento-antinazista/feed/ 0
Il Carnevale in Europa: le 9 sfilate più importanti https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/#comments Wed, 07 Feb 2018 07:03:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24001 Il carnevale con i suoi colori diffonde allegria ed è una festa che si svolge nei Paesi di tradizione cattolica. Si celebra nel periodo che va tra gennaio e febbraio. Il periodo varia in funzione della Pasqua. Così elementi giocosi e fantasiosi con l’uso appunto del mascheramento si manifestano attraverso le parate in pubbliche piazze. La parola carnevale deriva dal latino carnem levare cioè “togliere la carne”, come già spiegato in un articolo precedente sulle origini di questa festa, che indica appunto il banchetto che si teneva il martedì grasso. Le origini del carnevale risalgono ai riti pagani, che celebravano la fine dell’inverno per dare il benvenuto alla primavera. A livello europeo esistono varie sfilate. In questo articolo raccontiamo proprio come si svolge il carnevale in Europa con uno sguardo su alcune delle sfilate più famose. Tra queste ci sono quelle di Basilea, di Nizza, di Dusseldorf, di Malta, di Rethtymno (in Grecia), di Maastricht, di Aalborg, di Notting Hill e ovviamente il carnevale di Venezia, che è anche uno dei più celebri al mondo.

Carnevale di Venezia
Carnevale di Venezia

Il carnevale di Venezia (Italia)

In Italia è molto famoso il carnevale di Venezia. Il carnevale del capoluogo veneto è tra i più conosciuti non solo a livello europeo, ma a livello mondiale. Dalle origini antiche, si pensi che la prima testimonianza risale addirittura ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di festeggiamenti pubblici e dove viene citata la parola carnevale per la prima volta.

Quindi si passa al primo documento ufficiale che dichiara il carnevale di Venezia una festa pubblica. Si tratta dell’editto del 1296 con il quale il Senato della Repubblica dichiara festivo il giorno che precede la Quaresima. Da qui, in quest’epoca e per molti secoli, il carnevale dura sei settimane, a partire dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, facendo cominciare certe volte i festeggiamenti già nei primi giorni di ottobre.

In pratica durante il carnevale le attività della città di Venezia passano in secondo piano, mentre i veneziani si concedono i festeggiamenti, tra divertimenti e spettacoli, allestiti in particolare in piazza San marco, lungo la Riva degli Schiavoni e nei campi di Venezia. Qui ci sono attrazioni di ogni tipo: acrobati, giocolieri, musicisti, danzatori, e ancora: spettacoli con animali e varie esibizioni per un pubblico di varie età e di ogni classe sociale.

Il carnevale moderno di Venezia

Si basa su un programma di eventi e un calendario dettagliato che riguarda la grande manifestazione. La data ha inizio in coincidenza con il sabato precedente il Giovedì Grasso e termina il Martedì Grasso. I festeggiamenti durano undici giorni. In questi giorni si svolgono, proprio come in passato, feste di piazza ed eventi adatti ad ogni tipo di pubblico.

In Inghilterra: il carnevale di Notting Hill (Londra)

Lo spettacolare Notting Hill Carnival è nato nel 1964 in uno dei quartieri più eleganti di Londra, in Inghilterra, quello di Notting Hill appunto. Esso ospita una delle parate più importanti a livello europeo, seconda del mondo del genere caraibico, dopo quelle di Trinidad e Tobago. Il carnevale a Londra si celebra in estate, verso la fine di agosto, in questo famoso quartiere della parte ovest di Londra che si trasforma ogni anno in una meta simile ai Caraibi. E’ insomma una grande appendice, dove le sue strade vengono stravolte dal giocoso rumore e dai colori del carnevale. La folla raggiunge – o addirittura supera – il milione di persone.

Questa sfilata è seconda solo a quella di Rio de Janeiro ed è diventata proprio il più grande carnevale di strada in Europa. Il percorso dei festeggiamenti si articola su cinque chilometri, snodandosi nel centro del quartiere e lungo la Ladbroke Grove.

I partecipanti, dai vestiti di colore sgargiante, ballano al ritmo di jazz, soul, hip-hop, funk o semplicemente a ritmo di percussioni e tamburi. Si articola in quattro discipline: costumi e maschere, bande di ottoni, danze calypso e Soca, cioè un mix di musiche caraibiche e africane.

Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill
Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill

Danimarca: il carnevale di Aalborg

Nella città di Aalborg di circa 100.000 abitanti, che si trova nel nord dello Jutland, in pratica all’estremità settentrionale della Danimarca, il carnevale si svolge a maggio, per ovvi motivi legati alla temperatura. E’ una pittoresca città dove si fondono stili differenti che vanno dal rinascimentale al moderno. La nota caratteristica della sua sfilata è che ai festeggiamenti possono partecipare tutti. E’ sufficiente dipingersi il viso e poi partecipare alla parata insieme alle decine di migliaia di partecipanti. Il carnevale di Aalborg è il più grande di tutto il nord Europa.

Olanda: il carnevale di Maastricht

La festa a Maastricht per il carnevale dura tre giorni. Le fanfare sfilano per le strade della città a partire dalla Domenica del carnevale, dove la folla canta e balla lungo tutte le vie. I partecipanti indossano i tipici pekskes, cioè i costumi di carnevale. I bar per l’occasione restano aperti tutta la notte. Quindi i festeggiamenti si concludono il Mercoledì delle Ceneri, giorno successivo al carnevale, con un menu a base di Heering Biete, ovvero pane e aringhe.

Grecia: il carnevale di Rethymno

Proseguiamo l’articolo sulle sfilate più consigliate del carnevale in Europa, spostandoci in Grecia. Il carnevale in Grecia ha un tocco particolare sull’isola di Creta, a Rethymno, che si trova sulla costa nord-occidentale dell’isola. Qui si tengono i festeggiamenti che si articolano in sfilate, feste, costumi di fantasia, danza, musica, teatro e una enorme caccia al tesoro.

Il carnevale di Malta

A Malta il carnevale conta cinque secoli di tradizione. I festeggiamenti furono introdotti dal Gran Maestro Piero de Ponte nel 1535, proprio quando i Cavalieri Ospitalieri usarono l’isola come loro quartier generale. L’evento del carnevale si svolge nella capitale del paese, La Valletta. Qui sfilano carri allegorici con gruppi mascherati guidati dal Re Carnevale. Il programma ha inizio la settimana prima del Mercoledì delle Ceneri ed è fitto: gare di costumi, balli in maschera, oltre alla già citata sfilata dei carri.

Germania: il carnevale di Düsseldorf

A Düsseldorf, in Germania, lungo la valle del Reno, si celebrano vari festeggiamenti. È noto anche con il nome di carnevale Renano, caratterizzato dalla particolare presenza di molteplici balli in costume, feste, ricevimenti. La tipica maschera di questo carnevale è Hoppeditz: è una figura che rappresenta la pazzia, che si risveglia l’11 novembre di ogni anno per poi diventare protagonista dei festeggiamenti del mese di febbraio.

I festeggiamenti iniziano alle 11.11 dell’11° giorno dell’11° mese dell’anno, quindi l’11 novembre, giorno in cui la città viene consegnata a Hoppeditz e agli amici matti. Poi si passa ai festeggiamenti veri che precedono la Quaresima. Durante la festa c’è la tradizione dei Buetzchen, cioè i baci scambiati anche tra persone che non si conoscono. Mentre il giovedì grasso la città viene consegnata alle donne: sono le Moehnen a governare con il tipico carnevale delle donne. Si usa, alle ore 11.11, che le signore, presa in consegna la città, rapiscano il sindaco. Il sindaco riesce a liberarsi cantando melodie gioiose e offrendo alle signore bottiglie di vino.

Nel frattempo, le vie del centro vengono prese d’assalto con persone in costume che danzano e cantano. Secondo l’usanza poi, le donne devono tagliare le cravatte ai loro uomini, quindi si passa ai baci. La festa a Düsseldorf continua sino a notte inoltrata nei vari locali della città.

Carnevale Düsseldorf
Carnevale in Europa: Dusseldorf (2016) • Nella foto un carro allegorico in cui la Statua della Libertà americana, tiene in una mano la costituzione (verfassung) e nell’altra la testa del criticato presidente Donald Trump.

Il carnevale di Nizza (Francia)

Il carnevale di Nizza ha origini antichissime che risalgono al 1294. È la più importante festa invernale della Costa Azzurra. E’ una festa dove ogni anno partecipano oltre 600 mila spettatori che assistono alla famosa battaglia di fiori, alla parata del Martedì Grasso e ai fuochi d’artificio.

Durante la parata di quest’anno è in programma la partecipazione di 17 carri addobbati e automatizzati, di altezza che varia dagli otto ai sedici metri. Le sfilate si tengono di giorno e di notte. Mentre in Promenade des Anglais si tiene la battaglia dei fiori.

Il carnevale di Basilea (Svizzera)

A Basilea si svolge uno dei migliori carnevali d’Europa. Nella città svizzera si tiene il carnevale più grande del Paese dove sfilano i Fasnachtlers in costume lungo le vie della città. L’evento dura tre giorni e inizia con il Morgestraicht, ovvero il lunedì che segue al mercoledì delle Ceneri con strani personaggi travestiti che percorrono le vie della città con piccole lanterne poste sulla testa.

La particolarità della festa è data anche dalle caratteristiche lanterne che illuminano la città durante la parata, dove appunto vengono spente le luci dei lampioni. Al comando “Avanti, in marcia!”, si sentono i musicisti suonare. Incomincia così il carnevale.

Nei locali, la sera, si continua con esibizioni varie: dai versetti alle caricatura, dalle filastrocche ai commenti sull’anno precedente. Le esibizioni prendono il nome di Schnitzelbanken. Poi ci sono i Guggemuusige che sono i musicanti in maschera che si esibiscono il martedì sera. Il momento più spettacolare e bello è il cosiddetto Gassle. È il momento in cui si sviluppa lungo le vie più pittoresche la grande sfilata di partecipanti, singoli o in gruppi, tutti rigorosamente in maschera che suonano tamburi e pifferi, sino alle quattro del mattino del giovedì successivo al mercoledì delle Ceneri.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/feed/ 4
Il tamburo di latta, libro di Günter Grass (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/il-tamburo-di-latta/ https://cultura.biografieonline.it/il-tamburo-di-latta/#respond Mon, 20 Jun 2016 14:18:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18926 Il tamburo di latta” è uno dei romanzi più importanti scritto da Günter Grass. L’opera è stata pubblicata nel 1959 ed è il primo scritto realizzato dallo scrittore Premio Nobel Gunter Grass, facente parte della Trilogia “I Danzica” che comprende altre due opere: “Gatto e Topo” (Katz und Maus, 1961) e “Anni di Cani” (Hundejahre, 1963).

Il tamburo di latta - Libro - Riassunto
Il tamburo di latta (copertina del libro)

Nel romanzo “Il tamburo di latta“, lo scrittore descrive le vicende della Germania del primo 1900 e dei personaggi che vivono in quel periodo, caratterizzato dalla guerra e dalla miseria, arrivando a narrare le vicende che portano al conseguente crollo della Germania stessa.

Il tamburo di latta: riassunto

Il libro narra la storia di vita del nano Oskar Matzerath che, arrivato a raggiungere i trent’anni, vive la sua vita in manicomio, nel suo letto di metallo, sotto gli occhi e la sorveglianza vigile di un infermiere. Oskar Matzerath è affetto da una malattia che non gli permette di crescere di statura, ma è dotato di una capacità ritmica che gli fa amare il tamburo, suo strumento preferito e di una voce capace di esaltarne la sua potenza, fino a riuscire ad infrangere i vetri con i suoi acuti.

La sua vita in manicomio procede, come comprensibile, in maniera monotona e, per ingannare questo stato d’animo, decide di iniziare a raccontare tutta la storia della sua vita e della sua famiglia, partendo dal principio, descrivendo le sue prime conoscenze e le sue prime sensazioni provate nei confronti del mondo; in pratica, tutta la sua storia famigliare nella Germania del primo 1900.

Sono internato in un asilo psichiatrico, certo, e un guardiano mi sorveglia. Nella porta c’è uno spioncino e lui non mi perde mai di vista. (INCIPIT)

Prima parte

Inizia ricordando l’amata nonna, Anna Bronski, che si innamora perdutamente di un incendiario ricercato dalla polizia che si chiama Joseph Koljaiczek. Dalla loro unione nasce Agnes Koljaiczek, futura madre di Oskar, ma la serenità della coppia dura poco e termina quando Joseph viene riconosciuto dalla polizia e per scappare tenta la fuga tuffandosi nelle acque di un fiume senza ricomparire mai più. A quel punto la donna, rimasta sola, decide di sposare Gregor Koljaiczek, fratello del defunto, violento e alcolizzato, ma l’uomo muore poco tempo dopo a causa della febbre spagnola.

Seconda parte

Poi Oskar continua il racconto, spiegando le vicende accadute a sua madre Agnes che decide di sposarsi, solo ed esclusivamente per convenienza, con un uomo originario della Renania, di nome Alfred Matzerath, conosciuto nell’estate del 1918 nell’ospedale di Sibernammue, ma mantiene la relazione con un cugino di cui è innamorata, Jan Bronski, continuando a vedersi di nascosto e dichiarando il suo amore ai quattro venti, senza temere le dicerie della gente. Oskar racconta poi il momento della sua nascita, la cui paternità ufficiale è attribuita ad Alfred, nonostante il padre naturale sia molto presumibilmente Jan.

Terza parte

Oskar cresce apparentemente in un clima tranquillo e, il giorno del suo terzo compleanno, riceve in dono dalla madre un “compagno” che diventerà inseparabile per la sua esistenza, ovvero un tamburo di latta rosso e bianco che scandisce le ore liete ma anche quelle tragiche della sua vita. Da quel momento, Oskar decide di smettere di crescere, per protestare contro il mondo degli adulti, provando ripugnanza per tutto ciò che lo circonda, che non lo rappresenta. Il suo aspetto esteriore riproduce la verità squallida di un mondo, a sua detta, definito miserabile. L’uomo si ferma nel crescere fisicamente ma non psicologicamente, comprendendo e analizzando tutto ciò che la vita gli riserva.

Quarta parte

Oskar, crescendo, si accorge dell’indifferenza degli altri tranne solo per la considerazione che gli viene prestata dalla moglie del pasticciere del paese, Gretchen Scheffler, che si preoccupa della sua educazione e della sua crescita interiore, mentre i suoi famigliari continuano a non curarsi delle necessità del ragazzo. Altro episodio cruciale della sua vita è la morte di sua madre Agnes che, preoccupata dall’idea di poter concepire un altro bambino menomato, capendo di essere incinta, decide di farla finita avvelenandosi con del cibo avariato. Oskar, come prevedibile, rimarrà perennemente e profondamente segnato da questo episodio.

Quinta parte

Un incontro importante, nel proseguo del racconto della vita di Oskar, è la conoscenza di una donna che si chiama Maria che diviene ben presto l’amante dell’uomo. Maria rallegra in modo apparente le giornate di Oskar, poiché la donna intrattiene anche una relazione con il padre Alfred del quale diviene la seconda moglie. Poco tempo dopo, rimane incinta e partorisce un figlio, la cui paternità ufficiale è ancora una volta attribuita a Alfred, ma probabilmente il figlio è del giovane Oskar. A queste storie, si uniscono le tristi vicende delle Grandi Guerre, nel periodo compreso tra la fine della Prima Guerra Mondiale e la fine della Seconda Guerra Mondiale a Danzica e la morte dei due presunti padri, delle quali Oskar si sente indirettamente responsabile.

Finale

In ultimo, nel romanzo “Il tamburo di latta”, viene descritta in modo minuzioso la scena della sua ultima trasformazione. Oskar cade accidentalmente nella fossa in cui era stato precedentemente sotterrato il padre putativo e da lì sembra inizialmente crescere di statura, ma in realtà aumenta solo di pochi centimetri e acquisisce solo una terribile gobba.

Questo fatto mette in luce la volontà del protagonista, che non vuole essere considerato più un bambino, oltre che psicologicamente, anche dal punto di vista fisico. L’uomo però, crescendo, perde la capacità di infrangere i vetri con l’uso della voce e capisce che è ora di seppellire addirittura il suo tanto amato tamburo di latta, compagno di vita per lungo tempo.

Günter Grass
Günter Grass, premio Nobel per la Letteratura nel 1999

Commento all’opera

Il libro di Gunter Grass è considerato un vero e proprio capolavoro della letteratura tedesca ed ottiene un notevole successo in termini di critica e di lettori. Dal libro, viene realizzato nel 1979 un adattamento cinematografico con la regia di Volker Schlondorff, vincendo la Palma d’Oro come miglior film al 32º Festival di Cannes. Il libro fu tradotto e pubblicato da Feltrinelli nel 1962 (Il tamburo di latta) e successivamente negli Stati Uniti nel 1963 dalla Pantheon Books (The Tin Drum).

]]>
https://cultura.biografieonline.it/il-tamburo-di-latta/feed/ 0