Donatello Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 20 Jan 2022 16:22:25 +0000 it-IT hourly 1 Davide e Golia: nella Bibbia e nell’arte https://cultura.biografieonline.it/davide-golia-riassunto-arte/ https://cultura.biografieonline.it/davide-golia-riassunto-arte/#comments Thu, 20 Jan 2022 15:45:18 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38354 È la storia che per eccellenza simboleggia la vittoria del coraggio sulla forza, della fede sulla brutalità. Si tratta dell’episodio biblico di Davide e Golia, di quando un piccolo pastorello armato di fionda sfidò e vinse il temibile gigante dei Filistei.

Davide e Golia illustrazione

La guerra tra Filistei e il popolo del Re Saul

La vicenda di Davide e Golia è narrata nella Bibbia e in particolare nel Primo libro di Samuele. È datata intorno al 1000 a.C. e si svolge all’interno di una più grande vicenda: ovvero la guerra fra i Filistei e il popolo di Israele guidato dal Re Saul. Di seguito il riassunto.

Golia: un guerriero alto tre metri

Gli ebrei stanno soffrendo particolarmente per la presenza di un gigante nelle schiere degli avversari. Il suo nome è Golia.

Dall’accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L’asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell’asta pesava seicento sicli di ferro.

Così è descritto Golia nella Bibbia: un vero e proprio gigante, alto tre metri armato di una corazza pesante 5 chili.

Tutti i giorni Golia lancia la stessa sfida: un duello.

La sua proposta: che sia un duello fra lui e un campione dell’esercito nemico a decidere le sorti di tutta la guerra.

Nessuno accetta, tranne una persona. Uno che nessuno si aspetta possa reggere il confronto.

E’ Davide: il non guerriero, armato solo di due cose:

  • la fionda,
  • la fede in Dio.

Chi era Davide

Nessuno aveva mai risposto all’appello e alla sfida di Golia prima di lui, Davide: “un giovane biondo e di bell’aspetto”.

Davide in effetti non è neanche, non ancora, un guerriero: è troppo giovane per combattere nell’esercito di Saul. La sua occupazione è quella di pascolare le greggi del padre.

Quando Golia lancia la sua sfida, tutti fuggono terrorizzati. Davide si chiede invece chi sia mai quel filisteo che osa sfidare il popolo di Dio.

Il Re Saul viene a conoscenza di questo frangente e, colpito dall’audacia del ragazzo, lo manda a chiamare. Al cospetto di Re Saul, Davide esterna la sua volontà di andare a duello con Golia. Motiva questa scelta dicendo che come pastore ha già dovuto cimentarsi in sfide pericolose per salvare il suo gregge da orsi e leoni.
Dio l’ha salvato in quelle occasioni e lo farà ancora, aggiunge.

Saul lo arma di elmo, corazza e spada. Ma Davide rifiuta: è già armato della sua fede.

Sceglie cinque sassi ben lisci dal torrente poi, armato della sua sola fionda, va verso il suo eroico destino.

La sfida epica: la vittoria della fede

Davide si fa incontro a Golia e lo sfida.

Lo incita con spavalderia a misurarsi con lui. Anticipa subito il gigante, tira fuori con grande velocità e scaltrezza il primo dei suoi cinque sassi e lo scaglia con forza contro la fronte del gigante. Golia stramazza al suolo.

Poi Davide corre accanto a Golia, gli sfila la spada dal fianco e gli taglia la testa, uccidendolo.

Il capo mozzato di Golia viene portato in trionfo a Gerusalemme come segno di vittoria.

A vincere è stata la fede del pastorello nel suo Dio: in lui ha confidato e ha trionfato.

Davide e Golia in 3 maestri dell’arte

Molti artisti, attraverso il tempo, hanno scelto questo episodio biblico come ispirazione per una propria opera. Grandi nomi della pittura e della scultura di tutti i tempi hanno subìto la fascinazione di questa lotta fra fede e forza, fra coraggio e brutalità. Tra le opere più celebri ci sono:

  • il David di Donatello – opera da cui prende il nome anche a un celebre premio italiano cinematografico;
  • il David scultoreo di Michalengelo;
  • Davide con la testa di Golia, di Caravaggio

L’opera di Donatello

Donatello nel 1430 rappresenta Davide in una scultura bronzea. Nel David di Donatello, il vincitore della sfida biblica è raffigurato come un adolescente di straordinaria grazia e avvenenza, e completamente nudo. Tale nudità destò un certo scandalo nell’opinione pubblica del tempo.

David di Donatello
David di Donatello

L’opera di Michelangelo

Altrettanto noto è il David scultoreo di Michelangelo, degli inizi del Cinquecento. Come in Donatello vengono esaltate bellezza e forza virile, ma Michelangelo lo ritrae nel momento che precede lo scontro, con maggiore dinamismo, nel corpo e nel viso.

David di Michelangelo
David di Michelangelo

C’è un’altra rappresentazione di Michelangelo: egli inserì l’episodio, con una scena di Davide in procinto di tagliare la testa del gigante Golia, tra le scene del suo capolavoro: la Cappella Sistina.

L’opera di Caravaggio

Del secolo successivo, datato 1609-1610, infine, è l’opera Davide con la testa di Golia, di Caravaggio.

Caravaggio mette al centro della scena la testa mozzata di Golia, con il suo viso stravolto dal dolore. L’artista inoltre dà al volto di Golia le sue stesse fattezze, producendo quello che alla fine si potrebbe definire in tutto e per tutto un autoritratto.

Davide con la testa di Golia - Caravaggio
Davide con la testa di Golia (Caravaggio)

L’interpretazione di Caravaggio si discosta e non poco dai suoi illustri colleghi dei secoli precedenti: dove era la grazia mette la violenza; dov’era la bellezza c’è il dolore, anche e non ultimo in Davide, che se pur vittorioso subisce il tormento della morte inflitta al suo sfidante.

Caravaggio inoltre aveva affrontato lo stesso tema in un’opera precedente (1597-1598) intitolata Davide e Golia.

Tra gli altri artisti che hanno raffigurato l’episodio nelle loro opere ci sono Tiziano Vecellio, Gustave Doré, Andrea Vaccaro. Senza dimenticare anche il David di Bernini.

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L’arte di Donatello: analisi di alcune opere https://cultura.biografieonline.it/donatello-opere/ https://cultura.biografieonline.it/donatello-opere/#comments Thu, 14 Nov 2013 09:15:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8514 Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello, è uno degli iniziatori dell’arte del Rinascimento. Formatosi dallo studio dell’arte antica, seppe unire il realismo del Quattrocento alla semplicità dei classici. Fu amico del Brunelleschi e come lui impegnato nel rinnovamento artistico, ma con una personalità ben diversa. Al contrario del Brunelleschi, per il quale il rapporto uomo-mondo è un rapporto sereno in virtù della ragione, per Donatello il rapporto uomo-mondo è un rapporto drammatico.

San Giovanni Evangelista e San Giorgio: sculture di Donatello
Sculture di Donatello a confronto: a sinistra San Giovanni Evangelista; a destra San Giorgio

Per lui non esiste una verità certa e immutabile, frutto del calcolo matematico. La verità è ricerca, è conquista giornaliera. La vita è una lotta: l’ambiente dove viviamo deve essere faticosamente e duramente dominato. Insomma la concezione del Brunelleschi è “aristocratica”, quella di Donatello è “popolare”.

Già fin dalle prime opere egli mostra fierezza umana, che troviamo nel San Giovanni Evangelista. L’opera realizzata tra il 1412-1415, è in marmo e misura cm 210×88. Si trova a Firenze, Museo dell’Opera del Duomo. L’apostolo si colloca nello spazio grazie alle gambe che sporgono in quanto è seduto. Il movimento all’interno dello spazio culmina nella testa. Il pensiero e il vivere entro uno spazio sono l’elemento umano dominante.

Più nuovo è il San Giorgio, dove, di medievale, resta soltanto la linea del mantello. Realizzato fra il 1416-1420, in marmo, altezza m. 2,09, si trova a Firenze, Museo Nazionale del Bargello. Donatello imposta la figura su una forma geometrica: il triangolo. La figura di San Giorgio si appoggia solidamente sulle due gambe divaricate, che formano un triangolo. Anche lo scudo è formato da due triangoli: uno col vertice in basso, l’altro col vertice in alto. La totalità dello scudo, ornato con la croce, si scompone in altri triangoli.

L’appoggio dei piedi divergenti, e la punta inferiore dello scudo formano ancora un triangolo. Da questa base spaziale sorge la parte superiore della scultura. La verticale, segnata in basso dalla divisione centrale dello scudo, è idealmente ripresa in alto dal collo e dalla testa: dà alla statua fermezza morale. Anche qui, come in “San Giovanni”, la testa esprime il pensiero e l’occhio è fisso su un oggetto perché contempla la trascendenza divina. Il pensiero è la qualità che rende l’uomo “simile a Dio”: quindi protagonista e autore di se stesso. In questa opera la luce diventa protagonista.

Donatello: Banchetto di Erode
Il Banchetto di Erode è un’opera in bronzo del 1427 realizzata da Donatello

Del 1427 è il rilievo Il banchetto di Erode, in bronzo dorato, cm 60×60, Siena, Fonte del Battistero. Donatello deve collocare nel breve spazio a disposizione una storia complessa e articolata in differenti momenti cronologici. Per questo usa la prospettiva. Il pavimento a scacchi e losanghe determina l’esatta collocazione dei personaggi in primo piano.

Successivamente è la tavola che assume questa funzione. Al di là dei commensali, c’è una parete aperta da arcate. Oltre le arcate, c’è un altro ambiente, in cui un suonatore accompagna con la musica il banchetto. Ancora oltre c’è un terzo luogo: vediamo passare, portata su un vassoio, la testa del Battista, che poi ritroviamo in primo piano a sinistra.

Donatello così facendo ottiene una straordinaria profondità spaziale. Egli comprime le figure sul piano di fondo e procede verso il primo piano e proporziona ad esse le altre giungendo sino all’”alto rilievo” del gruppo di destra e al “tutto tondo” della testa di colui che porta il vassoio. Da qui nasce lo “stiacciato”. Questo è un mezzo che serve all’artista per ottenere drammaticità. La scena rappresentata è contenuta nei Vangeli di Matteo e di Marco.

Erode Antipa, tetrarca della Galilea, conviveva con Erodiade, moglie del proprio fratellastro, fatto che aveva scatenato scandalo fra gli ebrei. Rimproverato per questo adulterio da Giovanni Battista, lo fece chiudere in carcere. Dopo aver visto ballare la “danza dei sette veli” a Salomè, figlia di Erodiade, le promise in premio tutto ciò che avesse chiesto. La giovane venne indotta dalla madre a chiedere la testa del Battista ed Erode ordinò che fosse decapitato e che la sua testa fosse consegnata a Salomè.

David di Donatello
David di Donatello

È di origine classica la scelta del nudo per il David. Il nudo, nel medioevo, è il simbolo del peccato. Con il Quattrocento esso riacquista il significato autentico di purezza ideale. L’eroe è nudo perché difeso solo dalla sua virtù morale.

Nel 1443 Donatello si reca a Padova dove resterà per una decina d’anni. Qui, nel 1446, l’artista firma il contratto per l’altare del Santo nella Basilica di Sant’Antonio. Tuttavia l’altare venne smembrato alla fine del ‘500 e ricomposto, lacunosamente, solo trecento anni dopo.

Gattamelata Monumento equestre Donatello
Monumento equestre dedicato al Gattamelata (1447-1453)

Sempre a Padova, dal 1447 al 1453, l’artista erige il Monumento equestre al condottiero della repubblica veneta Erasmo da Narni, detto il Gattamelata. Il monumento in bronzo, m.3,40×3,90 (zoccolo di base m.7,80×4,10), sorge sulla piazza antistante la basilica antoniana.

Forse per la prima volta dopo l’antichità classica, la statua si svincola dalla concezione della scultura come parte integrante dell’architettura per proporsi come forma autonoma. Il cavallo e il cavaliere costituiscono un insieme unitario e danno un’impressione di fermezza. Il collegamento tra i due serve a farceli sentire unico strumento di battaglia.

La lentezza della marcia e la calma del complesso statuario, ci fanno anche sentire che si tratta di una battaglia condotta dall’intelligenza dominatrice dell’uomo. Infatti il volto che ha i piani tesi e illuminati, le labbra strette e sottili esprime la determinazione di colui che guida il proprio cavallo in battaglia. Il cavaliere non è giovane, è espressione della maturità, che solo con gli anni si conquista.

Maddalena lignea: Donatello
La Maddalena, scultura in legno di Donatello

Nel 1454 Donatello torna a Firenze: ha 68 anni e crea ancora capolavori, rinnovandosi continuamente. La Maddalena lignea (altezza m. 1,88) contenuta a Firenze nel Museo dell’Opera del Duomo, riprende e sviluppa il nuovo concetto donatelliano dell’aspetto esteriore e della santità. Maddalena, la peccatrice, torna dal deserto, dove attraverso la distruzione della propria bellezza fisica, ha raggiunto la purificazione. Per la prima volta, con Donatello, la Maddalena viene rappresentata invecchiata, come se la bellezza interiore avesse annullato la sua femminilità.

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Il David di Donatello https://cultura.biografieonline.it/david-di-donatello/ https://cultura.biografieonline.it/david-di-donatello/#comments Thu, 28 Mar 2013 11:00:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6612 Il David è una scultura di Donatello, realizzata fra il 1440 e il 1443 in bronzo e misura 158 x 51 cm. Attualmente è esposta al Museo Nazionale del Bargello a Firenze. Il David di Donatello, inizialmente, era collocato nel giardino del Palazzo mediceo, sede della nobile famiglia fiorentina. Proprio in quell’anno, infatti, viene descritto e citato dalle cronache dell’epoca, che riportano la celebrazione del matrimonio fra Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini.

Il David di Donatello: dettaglio del viso
Un dettaglio del viso del David di Donatello

Successivamente alla sconfitta dei Medici e alla loro cacciata da Firenze, fu collocato nel cortile di Palazzo Vecchio, storica sede del potere fiorentino. E’ molto probabile che Donatello abbia realizzato la scultura su richiesta del suo mecenate Cosimo il Vecchio della famiglia dei Medici. Se l’ipotesi fosse corretta, è allora probabile che Cosimo abbia chiesto la realizzazione dell’opera per commemorare la sua vittoria sulla famiglia Albizzi, il suo potere economico e politico oppure la liberazione della città di Firenze dal dominio milanese.

David di Donatello: foto intera
Il David di Donatello nella sua interezza

Comunque sia, il David di Donatello è un capolavoro della scultura rinascimentale, in cui per la prima volta nella storia il David viene rappresentato nudo, dando vita ad una serie di opere realizzate da altri artisti in cui il personaggio biblico sarà ritratto o scolpito senza abiti, così come nella versione di Michelangelo e del Bernini. Il modello di riferimento è quello classico, a cui Donatello si rifà in questo periodo.

La simbologia del nudo, oltre ad una valenza estetica, ha anche un significato simbolico, che rappresenterebbe l’umiltà e la virtù. La raffigurazione, comunque, oltre a richiamare le fattezze del David, con la testa di Golia sotto il piede e la spada simbolo di virtù e forza potrebbe anche simboleggiare il dio Mercurio, questa ipotesi è sostenuta dalla scelta del  cappello e dagli stivali alati. Mercurio, dio del commercio, onorerebbe la prima attività della famiglia Medici.

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