Cultura

192 One Dollar Bills (di Andy Warhol)

In questo articolo andiamo a raccontare la storia, insieme a una breve analisi, di 192 One Dollar Bills, un’opera di Andy Warhol che raffigura una serie di banconote da un dollaro. Per iniziare partiamo da una riflessione relativa a una sua citazione.

Scrive Warhol nella sua Filosofia: “Comprare è molto più americano di pensare, e io sono molto americano. In Europa e in Oriente la gente ama commerciare… gli americani non sono così interessati a vendere, infatti preferiscono buttare via che vendere. Quello che amano veramente è comprare: gente, denaro, paesi”. Da questo pensiero, quando un’amica gli consiglia di dipingere ciò che ama, arriva la scelta di dipingere del denaro.

Un visitatore di fronte a 192 one dollar bills, opera della pop-art di Andy Warhol datata 1962

Il procedimento è particolare: l’artista invece di preparare dei timbri come ha fatto per la Coca-cola e con i dipinti seriali di francobolli, si affida al metodo serigrafico a partire da un disegno al tratto. Una volta pronto, invia il disegno alla Tiber Press, una casa editrice di cartoline di Natale, che gli prepara il telaio serigrafico con l’ingrandimento chiesto. I quadri generati possono riprodurre semplicemente una sola banconota ingrandita, o, come in questo caso, una serie di banconote affiancate in serie ordinate su un’unica tela.

192 one dollar bills (1962, Andy Warhol)

Andy Warhol sfrutta della serigrafia le potenzialità meccaniche, ma anche i limiti che impediscono una riproduzione perfetta dell’originale: difficoltà di far combaciare i contorni dell’immagine serigrafica in modo perfetto con le aree di colore stese in precedenza sulla tela, la diversa qualità di stampa a seconda della quantità di inchiostro utilizzato o della pulizia del telaio serigrafico. Il risultato? Da un lato sembra costituire un’efficace risposta ad alcune proposte dell’Espressionismo astratto, dall’altro anticipa le istanze dell’ormai prossimo Minimalismo: fa da ponte, tra due impostazioni non figurative, priva l’immagine del suo significato trasformandola in un semplice modulo che si ripete all’infinito.

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