droghe Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 25 Oct 2023 08:11:36 +0000 it-IT hourly 1 Pasto Nudo, romanzo di William S. Burroughs (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/ https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/#respond Wed, 24 Aug 2016 15:06:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19233 Un capolavoro assoluto realizzato dallo scrittore e saggista statunitense William S. Burroughs è “Pasto Nudo“. Il romanzo fu pubblicato nel 1959 a Parigi dalla Olympia Press. In seguito ne seguì un’altra edizione statunitense pubblicata da Grove Press, nel 1962. In ultimo, nel 2002, grazie al prezioso contributo degli scrittori James Grauerholz e Barry Miles, il testo “Pasto Nudo” venne risistemato. Vennero aggiunti brani che fino allora risultavano mancanti.

Pasto Nudo - libro - riassunto
Pasto Nudo (Naked Lunch). Prima edizione: 1959; prima edizione italiana: 1964.

Appunti dall’inferno

Inizialmente, il libro di Burroughs fu oggetto di un importante processo per oscenità e di innumerevoli censure. Dapprima, venne riconosciuto solo come un ritratto dall’inferno. Poi fortunatamente gli editori vinsero la causa a Boston e il romanzo, nel 1962, venne pubblicato anche negli USA.

Pasto Nudo viene definito una raccolta di appunti dall’inferno, che rimarrà impresso nelle nostri menti. Lo scrittore si sofferma sul tema della “Malattia”, quello della tossicodipendenza, che non lascia inizialmente scampo al protagonista del romanzo. Il protagonista è il suo Doppio Lee, che vive in un clima di sconforto, di indifferenza e di solitudine.

Il romanzo è autobiografico perché anche lo stesso autore fu afflitto da questo problema per ben quindici lunghi anni. Al termine di questo “inferno”, riordinò i bozzetti definiti da lui stesso “deliranti”. Infine li pubblicò in un romanzo dal senso compiuto.

William Burroughs
William Burroughs

Nel libro, Burroughs dispone i capitoli in maniera disordinata. Segue solamente la libera rappresentazione dei pensieri di una persona, così come compaiono nella mente (ovvero il flusso di coscienza). Adotta molto spesso una brusca interruzione dei passaggi. Il libro non è certo caratterizzato da forme di sentimentalismo. E l’humor americano usato dalla scrittore è spesso molto duro e pungente.

Il titolo

Il titolo del romanzo, “Pasto Nudo”, gli fu suggerito dal suo amico scrittore e poeta statunitense Jack Kerouac, considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo. Con il titolo “Pasto Nudo”, si vuole indicare l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta.

Sento sul collo il fiato caldo della Legge, li sento che fanno le loro mosse, piazzano pupe diaboliche come informatori e canticchiano davanti al cucchiaino e al contagocce che butto via alla fermata di Washington Square, salto un cancelletto girevole, scendo a precipizio due rampe di scale di ferro, prendo la metropolitana in direzione uptown… (INCIPIT)

Riassunto di “Pasto Nudo”

Il libro narra delle vicende e della vita di un tossicodipendente che vive la sua vita tra il bisogno di dipendenza dalla droga e il continuo sfuggire da poliziotti e spacciatori. Nella prima parte del romanzo, viene descritto il mondo sommerso di Lee, il Doppio dello scrittore. Egli trascorre le sue giornate in preda ai sintomi di astinenza dall’eroina e il desiderio di fuga tra USA, Messico e l’Interzona, ovvero Tangeri. Vengono così narrate le sue deliranti esperienze visionarie.

Lo scrittore, nel libro, ci offre un ritratto diverso della società americana di fine anni Cinquanta, fatta di casa e famiglia e buoni propositi e ci presenta, in questo caso, uno spaccato dell’America all’acido fenico e assoggettata dalla volontà dello Stato.

In questo particolare contesto, anche gli altri protagonisti del libro si inseriscono in un clima diverso rispetto a quello della classica America anni Cinquanta. Risultano tutti soppressi, emarginati e inquadrati in una cospirazione di più ampio respiro. Tale cospirazione coinvolge in modo significativo tutti gli ambienti della politica, della medicina, arrivando perfino al terrorismo internazionale.

Nella seconda parte del libro, invece, l’autore si sofferma sulla figura chiave del Dottor Benwey. Egli è a capo del Centro di Ricondizionamento nella Repubblica della Libertà, luogo caratterizzato da persone deviate come tossicodipendenti e criminali. L’uomo viene descritto come un personaggio manipolatore e coordinatore di sistemi, di simboli. E’ uno scienziato esperto di tutti gli aspetti dell’interrogatorio, del lavaggio del cervello e del controllo.

Lo scienziato, infatti, utilizza le proprie competenze per la creazione di sistemi di controllo della personalità più efficaci ma che, alla fine, non riescono a risolvere i reali problemi dei protagonisti.

Anche Tangeri, la città in sui si svolgono gli altri avvenimenti, è condizionata da una sorta di controllori che manipolano il muoversi dei loro bisogni fisici per accrescere solamente il proprio potere. Il messaggio che passa è che l’umanità è in parte succube di tale situazione. La colpa è attribuibile in parte ad una società sbagliata.

Temi trattati

Tra i temi fondamentali descritti da Burroughs troviamo, oltre quello della tossicodipendenza, quello relativo al controllo delle menti che lo Stato compie di sovente sugli individui e quello relativo all’uso della telepatia come unico mezzo e salvezza per sfuggire e superare questa particolare situazione.

Il pasto nudo, film
Il pasto nudo, poster del film di David Cronenberg

Commento all’opera

Il libro, con il tempo, ottenne un notevole successo tanto che furono numerose le traduzioni del romanzo. Fu perfino realizzato un film omonimo dal titolo: “Il Pasto Nudo“, nel 1991. A realizzarlo fu il regista e produttore cinematografico David Cronenberg con la straordinaria partecipazione di Julian Sands, Peter Weller, Ian Holm, Judy Davis. Sontuoso.

Non dimentichiamo inoltre che il fumettista italiano Gianluca Lerici ha realizzato l’adattamento a fumetti ispirandosi al libro “Pasto nudo” di William S. Burroughs per la Shake Edizioni.

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Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino: riassunto https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-zoo-berlino-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-zoo-berlino-riassunto/#respond Fri, 15 Apr 2016 17:38:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17895 Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” (Wir Kinder vom Bahnof Zoo), è un libro autobiografico pubblicato da Christiane Vera Felscherinow, meglio conosciuta come Christiane F., un’ex tossicodipendente che nel corso del 1978, per circa due mesi, quando era sia imputata che testimone ad un processo per detenzione e spaccio di droga, raccontò la sua storia a due giornalisti del settimanale “Stern“, Kai Hermann e Horst Rieck.

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino – copertina italiana del libro

La denuncia, in realtà, era a carico di Heinz W., un rappresentante di commercio maturo, che era solito frequentare delle giovanissime prostitute, tra cui Christiane e la sua inseparabile amica quattordicenne Babette Doge.

Pubblicato inizialmente a puntate sul settimanale tedesco “Stern“, il libro sulle vicende di Christiane F. suscitò non poco scalpore, soprattutto per la giovanissima età dei protagonisti, tossicodipendenti gestiti da adulti, affetti da evidenti disturbi psichici, pronti a tutto, anche a vendere il proprio corpo, pur di procurarsi la propria dose quotidiana. Il titolo originale del libro, infatti, fa riferimento a bambini piuttosto che a ragazzi.

Il libro

Per vedere il libro pubblicato nella sua versione integrale, bisogna però aspettare il 1979 quando la Flescherinow, per via delle sue vicende, diviene famosa in tutto il mondo, riuscendo anche a far volgere lo sguardo dell’opinione pubblica sulle problematiche della droga e della prostituzione nel mondo giovanile.
In Italia, la pubblicazione di “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” avviene nel 1981, quando la casa editrice Rizzoli decide di far tradure il romanzo autobiografico di Christiane F. dalla giornalista Roberta Tatafiore.

Gli errori dell’edizione italiana

La versione italiana presenta però degli errori nell’indicazione di alcuni luoghi di Berlino, e una scelta stilistica assai diversa rispetto all’opera originale, che conteneva anche delle foto crude delle vicende dei suoi protagonisti.
Riuscitissimo è invece l’accostamento tra la locazione, la stazione vicino il giardino zoologico di Berlino, e la metafora del serraglio, luogo di aggregamento dei giovani sventurati protagonisti del libro, fatto nel titolo.

Un successo mondiale

Il libro viene presto tradotto in molte lingue e diviene, nel giro di pochissimo tempo, un vero e proprio successo mondiale, in quanto simbolo di una generazione che, più di tutte, è vittima e schiava dell’eroina. Nel 1981 dal libro della Felscherinow viene anche tratto un film che, pur non seguendo fedelmente la trama del libro, riscuote un enorme successo in tutto il mondo, sia di critica che di pubblico.

Christiane F. (Christiane Vera Felscherinow)
Una foto di Christiane F. (Christiane Vera Felscherinow), autrice del romanzo autobiografico “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino: trama del libro

Il racconto di Christiane F. descrive descrive con particolare enfasi le tappe principali della sua vita: dal trasloco da Amburgo al sobborgo berlinese di Gropiusstadt alla sua infanzia difficile, dalla violenza del padre alla separazione dei genitori, per finire con l’iniziazione all’eroina in un oratorio protestante prima, e nella discoteca berlinese Sound dopo.

Christiane trascorre un’infanzia difficilissima. Costretta per anni a subire le violenze da parte del padre, un po’ alla volta si avvicina ad un mondo diverso dal suo e per questo affascinante: quello della droga.

Le tristi vicende della protagonista iniziano alla tenera età di dieci anni, quando la madre, trovata la forza di separarsi dal padre, si trasferisce insieme al compagno Klaus in un piccolo sobborgo di Berlino. Qui, la piccola Christiane inizia a frequentare un circolo ricreativo gestito dalla Parrocchia, chiamato “Hauss der mitte“, dove per la prima volta comincia a far uso di stupefacenti. Nello stesso periodo comincia a frequentare la scuola a Berlino dove conosce una ragazza, Kessi, che diventerà la sua migliore amica, insieme alla quale comincia il suo calvario nel tunnel della droga.

Le cose stavano così che l’uno vedeva nell’altro la merda che lui stesso era. Uno vedeva il proprio squallore e rimproverava all’altro lo stesso squallore per dimostrare a se stesso di non essere tanto squallido come l’altro.

A soli dodici anni comincia a fumare hascisc, bere alcolici e a far uso di acidi e pasticche insieme ai suoi nuovi amici, tra i quali spicca la figura del suo primo amore Detlef.
Ed è proprio per via di queste nuove frequentazioni che le semplici pasticche cominciano a non bastarle più e che la giovanissima Christiane inizia a spingersi sempre più oltre, alla ricerca di qualcosa di più forte ed inebriante.

Ecco quindi che decide di cominciare a far uso anche di eroina, dapprima sniffandola e poi iniettandola direttamente nel suo corpo per endovena. L’alto costo di questa sostanza la costringe però a prostituirsi e quindi a frequentare assiduamente la metropolitana della zona più malfamata di Berlino: il Banhof Zoo. In questo luogo tetro riesce ogni giorno a procurarsi il denaro sufficiente per due o tre dosi di eroina.

Finale

Tutto ciò dura finché un giorno la giovanissima protagonista, chiusa nel bagno di casa per iniettarsi la dose quotidiana di eroina, viene scoperta dalla madre che, in preda al rimorso per averla sempre trascurata, decide di aiutare la figlia ad uscire dal tunnel della droga.

Christiane tenta quindi la via della disintossicazione, ma a Berlino l’impresa si rivela ancora più ardua di quanto potesse pensare. Per questo motivo, la madre decide di mandare la figlia a vivere a casa di una zia che vive lontano dalla capitale tedesca. Qui la piccola Christiane ha modo di cominciare una nuova vita circondata dall’affetto dei propri familiari e da quello di amici sinceri, ma soprattutto dall’oscuro mondo della droga.

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Storia e scoperta dell’LSD https://cultura.biografieonline.it/lsd-acido-lisergico/ https://cultura.biografieonline.it/lsd-acido-lisergico/#comments Sat, 13 Apr 2013 14:42:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6802 L’LSD è una sostanza chimica le cui proprietà possono alterare la percezione della realtà attraverso distorsioni e allucinazioni. Fu scoperta nel 1938 da Albert Hoffmann, che all’epoca lavorava per l’azienda chimica Sandoz ubicata a Basilea. In realtà la data ufficiale della scoperta fu il 16 aprile 1943, quando Hoffmann scoprì le proprietà allucinogene dell’LSD a causa di una goccia di questo composto che gli cadde su una mano e gli provocò, una volta respirata, intense allucinazioni visive.

Particolare del fungo Ergot, parassita della segale
Ergot, fungo parassita che cresce nella segale

Lsd proviene da un fungo parassita, l’ergot, che cresce nella segale. L’ergot appare come un’escrescenza, che ricorda una sorta di corno e per questo la segale è chiamata segale cornuta.

Questo fungo, se ingerito, causa fortissime allucinazioni e uno stato visivo alterato, che può portare a conseguenze devastanti nel breve e nel lungo periodo per chi ne fa uso.

La Sandoz, dopo la scoperta di Hoffmann, che fu accidentale, perché lo scienziato stava conducendo studi sugli alcaloidi che si trovano sulla scilla marina e sul parassita della segale, decise di dare avvio alla produzione dell’Lsd per scopi scientifici. Lo scopo di Hoffmann era quello di trovare sostanze chimiche utilizzabili nel campo bio-medicale. Hoffmann in seguito testò l’Lsd su se stesso, scoprendone ed esplorandone gli aspetti e le sfumature allucinogene.

La Sandoz distribuì Lsd, che si basa sull’acido lisergico il quale proviene, come si è detto dal fungo parassita chiamato ergot, gratuitamente per sperimentazioni di varia natura e la sua diffusione, in breve, si ampliò in vari settori. Lsd, infatti, fu sperimentata per curare anomalie psicologiche, quali la schizofrenia, la depressione o l’autismo ed ebbe applicazione di vario genere, grazie all’utilizzo che ne fecero psichiatri e psicologi.

La formula dell'acido lisergico
L’LSD (dietilamide-25 dell’acido lisergico) è una fra le più potenti sostanze psichedeliche conosciute. Il nome è un’abbreviazione proveniente dal tedesco: Lysergesäurediethylamid.

Verso la metà degli anni ’50, il suo uso divenne comune al di fuori delle cure mediche, con conseguenze sociali rilevanti, tanto da indurre le autorità a ritenere l’LSD una droga pericolosa per la salute. Prima di ciò ci fu una sorta di confronto dialettico fra alcuni studiosi, che ritenevano LSD un mezzo potente per esplorare le potenzialità della mente e raggiungere stati di consapevolezza, anche spirituale, superiori o diversi da quelli, possiamo dire per semplificare, normali.

La comunità scientifica quasi subito rifiutò questa posizione, ma solo dal 1967 cominciò a propagarsi il divieto all’uso dell’LSD sia per scopi ricreativi che scientifici.

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