angeli Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 24 Oct 2023 07:22:48 +0000 it-IT hourly 1 Visita dei tre angeli ad Abramo, analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/visita-dei-tre-angeli-ad-abramo/ https://cultura.biografieonline.it/visita-dei-tre-angeli-ad-abramo/#respond Sun, 26 Apr 2020 14:30:33 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28524 Visita dei tre angeli ad Abramo è un dipinto realizzato da Antonello da Messina fra il 1465 e il 1468. A un primo sguardo è facile notare come ricordi un’altra opera di ispirazione religiosa dello stesso autore: il “San Girolamo penitente”. Il quadro che analizziamo qui è conservato presso la Pinacoteca Civica di Reggio Calabria.

Visita dei tre angeli ad Abramo, quadro di Antonello da Messina
Visita dei tre angeli ad Abramo (Antonello da Messina, 1465-1468) – tecnica mista su tavola di noce. Dimensioni: 21,4×29,3 cm.

Visita dei tre angeli ad Abramo: una scena biblica

Nel dipinto che tratto in questo articolo, l’autore messinese rappresenta una scena narrata nella Bibbia: Abramo in ginocchio riceve da tre angeli l’annuncio che presto la moglie Santa Sara rimarrà incinta.

Dopo molte preghiere il vecchio patriarca finalmente otterrà ciò che da molto tempo desidera: un figlio.

Analisi dell’opera

Nel celebre quadro Visita dei tre angeli ad Abramo, purtroppo Abramo non compare perché l’opera è mutilata e mancante proprio della sua figura.

Si è però riusciti a ricostruire la scena grazie ad un dipinto quasi identico realizzato da un pittore provenzale, Josse Lieferinxe.

Entrambi i pittori, Antonello da Messina e Lieferinxe, sono stati ispirati dalle opere fiamminghe dalle quali hanno mutuato la precisione per i dettagli.

Possiamo infatti ammirare la minuzia nella pittura delle piante, dei fiori, dei sassi e della lumaca che si sta dirigendo verso il tavolo; Antonello ha dipinto la lumaca proprio in quel punto della tela, come contro bilanciamento alla presenza dei tre angeli.

Visita dei tre angeli ad Abramo: dettaglio della lumaca e del tavolo
Il dettaglio della lumaca e del tavolo

Il tavolo infatti è un punto di riferimento prospettico. I due punti di riferimento dunque sono il gruppo di angeli e il tavolo rotondo: essi inducono lo spettatore ad osservare nel centro del dipinto il sentiero.

Le rocce, il brano di natura morta e il sentiero sono molto simili al dipinto del già citato “San Girolamo penitente”: secondo alcuni critici faceva parte insieme alla “Visita dei tre angeli ad Abramo”, di un’opera unica.

San Girolamo penitente, Antonello da Messina, quadro picture
San Girolamo penitente, opera di Antonello da Messina

In effetti entrambi i dipinti hanno molte similitudini; tra questi c’è lo spazio riservato alla cornice, la quale è assente. Al suo posto possiamo notare una striscia dorata. Va detto che non ci sono prove in tal senso: si tratta quindi solo di un’ipotesi.

Visita dei tre angeli ad Abramo (Antonello da Messina): dettaglio degli angeli
Gli angeli in dettaglio: le vesti appaiono con l’effetto “bagnato”

La luce e l’analogia tra le opere

Lo spettatore noterà come la luce si sposti su tutta l’opera mostrando le vesti degli angeli come se fossero bagnate; è un effetto che troviamo realizzato anche sulla veste di San Girolamo.

Il dettaglio dei simboli: l'abito talare, il leone e i libri.
Il dettaglio della veste

Commento video

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Annunciazione, uno dei dipinti più famosi di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/annunciazione-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/annunciazione-antonello-da-messina/#comments Sun, 05 Apr 2020 11:26:19 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28289 Ci siamo già occupati in diversi articoli di molte opere di Antonello da Messina. Quella che analizziamo qui è del 1474 ed è una delle sue più straordinarie: l’Annunciazione. Si tratta, probabilmente, del dipinto più importante che il maestro messinese Antonello da Messina dipinge prima della sua partenza per Venezia.

Annunciazione: il dettaglio dei volti dell'angelo e della Madonna
Annunciazione: il dettaglio dei volti dell’angelo e della Madonna

Annunciazione, storia dell’opera

L’opera gli fu commissionata da Giuliano Maniuni, rettore della chiesa della SS. Annunziata di Palazzolo Acreide, collocata nel libero consorzio comunale di Siracusa.

Grazie al ritrovamento del contratto di allogagione sappiamo che l’opera fu commissionata il 23 agosto del 1474 e che impegnava Antonello a finirla entro il mese di dicembre dello stesso anno.

Il documento fu ritrovato nel 1903, confermando l’ipotesi che in anni precedenti molti studiosi avevano avanzato: che l’opera fosse del maestro messinese.

Dove si trova oggi

Attualmente l’Annunciazione di Antonello da Messina è esposta nella Galleria Regionale di Palazzo Bellomo a Siracusa.

Annunciazione, opera di Antonello da Messina (1474)
Annunciazione, opera di Antonello da Messina (1474). Olio su tavola di tiglio, 180×180 cm

Descrizione, simboli e analisi dell’opera

Come si può notare dall’immagine proposta, le condizioni in cui l’Annunciazione di Antonello da Messina è giunta sino a noi, non sono ottimali. Già nell’Ottocento, quando si cominciò a supporre che fosse di Antonello da Messina, l’opera si trovava in condizioni disastrose; è possibile comunque ammirare e intuire le qualità incredibili di Antonello nel tradurre in un simbolismo italiano lo schema analitico dei fiamminghi.

Innanzitutto la presenza di colonne e capitelli per rappresentare in modo classico l’innovazione, appunto dei fiamminghi, nella gestione della profondità. L’utilizzo di elementi architettonici è necessario al pittore per permettere allo spettatore di comprendere meglio la scena, così come per seguire l’artista in modo più partecipato nella realizzazione dei passaggi evocativi.

La colonna centrale, ad esempio, separa l’angelo, entità celestiale, dalla Vergine. Maria è un personaggio ancora terreno e riceve attraverso l’emissario divino il compito che l’attende.

Oltre ai personaggi si possono apprezzare gli spazi multipli che Antonello da Messina ha incasellato uno dentro l’altro per dare ancora più profondità al dipinto. Si tratta di un abile gioco prospettico realizzato grazie ad un uso sapiente della luce; essa si sposta dalla colonna centrale alle aureole, dell’angelo e della vergine – che sembrano scolpite.

La luce si sofferma sui loro volti e prosegue fino agli infissi delle finestre, per poi andare oltre, dove possiamo scorgere spazi aperti. Gli stessi personaggi sembrano assumere, nella posizione compita, una vitalità trascendente, contenuta ma palese.

Lo sguardo e la piega delle labbra dell’angelo in una posizione impassibile, accentuano ancora di più il sorriso emozionato, devoto e rassegnato della Vergine.

Simboli e curiosità nascoste

Vicino al volto della Madonna possiamo vedere due colombe: esse rappresentano la discesa dello spirito santo.

In basso si intravede anche la figura di un devoto: si tratta del sacerdote citato all’inizio, Giuliano Maniuni, con il quale Antonello firmò il contratto di lavoro dinnanzi al notaio Antonio Mangianti.

In anni recenti (2018) lo studioso messinese Carmelo Micalizzi ha individuato nell’Annunciazione di Antonella da Messina, dei particolari nascosti. Li elenchiamo di seguito:

  • nel libro sullo scrittoio c’è un cristogramma (combinazione di lettere che formano un’ abbreviazione del nome di Gesù);
  • sul capitello corinzio, c’è lo stemma araldico della famiglia Maniuni;
  • sulla pediera del letto compaiono la data 1474 e gli acronimi VM e IM;
  • sul mantello dell’angelo c’è un garofano che celerebbe una firma, probabilmente quella dell’autore.

Il racconto in un video

Fulvio Caporale, autore di questo articolo, racconta l’Annunciazione di Antonello da Messina in un breve video
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Cristo in pietà sorretto da tre angeli. Analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/cristo-in-pieta-sorretto-da-tre-angeli/ https://cultura.biografieonline.it/cristo-in-pieta-sorretto-da-tre-angeli/#respond Wed, 13 Nov 2019 12:03:05 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27456 “Cristo in pietà sorretto da tre angeli” è un celebre quadro realizzato da Antonello da Messina nel periodo 1474-1476. Si tratta di una tavola dipinta ad olio. Evidenti sono le influenze di Giovani Bellini nella realizzazione dell’opera.

Cristo in pietà sorretto da tre angeli
Cristo in pietà sorretto da tre angeli (1474-1476, Antonello da Messina) • Il quadro famoso misura 115 x 85.5 cm

Purtroppo il dipinto è giunto a noi molto danneggiato a causa dell’uso spropositato di solventi molto aggressivi; anche i restauri successivi non sono stati in grado di migliorare l’opera. Tuttavia le parti meglio conservate del Cristo in pietà sorretto da tre angeli mostrano perfettamente l’alta qualità artistica di Antonello e la sua attenzione per la prospettiva.

Cristo in pietà sorretto da tre angeli: descrizione dell’opera

Partendo dalla parte bassa del quadro possiamo osservare come le gambe siano poste oltre il sarcofago per dare prospettiva alla scena; i diversi punti di fuga sono posti in diagonale per rendere più ampio il disegno.

Antonello da Messina del resto, come Giovanni Bellini, usava spesso accorgimenti illusionistici che gli permettevano di ampliare la prospettiva e di sperimentare nuove soluzioni prospettiche e di profondità.

I dettagli del dipinto sono incredibilmente raffinati; sono un esempio le pieghe del telo posto fra le gambe di Gesù. Stupende le braccia che ricadono sostenute dagli angeli.

Si possono solo in parte intuire le scelte delle luci e delle ombre che servivano per accentuare la prospettiva.

Particolari anche le ali degli angeli i cui i volti sono stati ricostruiti nei restauri successivi e qui appaiono solo in parte visibili.

I volti in dettaglio - Cristo in Pietà con i 3 Angeli
I volti in dettaglio

La mano sinistra, illuminata e sorretta da uno degli angeli, accompagna la visione dello spettatore verso il paesaggio, in fondo, sullo sfondo del dipinto, il quale rappresenta uno scorcio di Messina. E a questo proposito si può vedere in modo distinto la chiesa di San Francesco.

La tavola è attualmente ospitata presso il Museo Correr, a Venezia. Questo soggetto, la Pietà, forse fu già trattato da Antonello in epoca giovanile ma si sono perse le sue tracce e non abbiamo più alcuna testimonianza di quel lavoro che probabilmente avrebbe dovuto essere inserito nel polittico di San Gregorio (datato 1473, conservato presso il Museo regionale di Messina).

Analisi dell’opera e commento video

Interpretazione e commento all’opera

Il dipinto è a parer mio meravigliosamente realizzato, malgrado le parti rovinate. Commovente è il corpo del Cristo sostenuto dagli angeli che sono in procinto di volare con lui in cielo.

Vi è pietà per il suo corpo, morto e ferito. Possiamo vedere la ferita sul costato, a destra: è un elemento che rende ancora più emozionante la visione della scena.

La prospettiva accentua il movimento e la dinamicità dell’immagine il cui sfondo, aperto su un cielo azzurro, malgrado la scena drammatica, richiama speranza e serenità.

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San Matteo e l’angelo (opera di Caravaggio) https://cultura.biografieonline.it/san-matteo-e-langelo/ https://cultura.biografieonline.it/san-matteo-e-langelo/#comments Tue, 05 Jul 2016 20:24:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19093 San Matteo e l’angelo” è una delle tre opere che compongono il ciclo pittorico destinato alla cappella Contarelli, ubicata all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma, e commissionata al Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) dagli eredi del cardinale Mathieu Cointrel (italianizzato in Matteo Contarelli).

San Matteo e l'angelo - il dettaglio dell'Angelo
San Matteo e l’angelo – il dettaglio dell’Angelo

San Matteo e l’angelo: analisi

La tela è di notevoli dimensioni (292 cm x 186 cm), anche se più piccola, sia in larghezza sia in altezza, rispetto alle altre due opere (La vocazione di San Matteo ed il Martirio di San Matteo) che l’artista realizzò per portare a compimento il suo primo incarico pubblico ricevuto a Roma.

In un primo momento, l’allestimento dell’altare maggiore della cappella era stato affidato al fiammingo Jacob Cornelisz Cobaert. Questi, per l’occasione, aveva realizzato un gruppo scultoreo avente come tema appunto San Matteo e l’angelo. Accadde però che Francesco Contarelli, nipote del defunto cardinale, rifiutò l’opera dello scultore, ritenendola inadeguata. Così anche questo incarico venne conferito al Caravaggio, che aveva già terminato i due dipinti laterali.

San Matteo e l'angelo - Caravaggio
San Matteo e l’angelo (opera di Caravaggio del 1602)

Due versioni

Il pittore realizzò due versioni di San Matteo e l’angelo; nella prima, San Matteo ha le sembianze di un uomo rozzo e inconsapevole che, stupito, si lascia guidare la mano da un angelo paziente il quale, rimanendogli accanto, in piedi, lo aiuta a scrivere il suo vangelo.

Secondo alcuni studiosi, la tela fu contestata e quindi rimossa dall’altare maggiore subito dopo la sua collocazione. Essa fu ritenuta volgare a causa dell’aspetto grossolano che l’artista aveva imposto al santo. Altri invece, sostengono che lo stesso Caravaggio, resosi conto del sottodimensionamento del dipinto rispetto al vano a cui era destinato, e del contrasto della composizione rispetto alle regole di centralità dettate dalla Controriforma in merito alla rappresentazione dei martiri-eroi, avesse deciso di proporre un’alternativa.

San Matteo e l'angelo - ciclo pittorico cappella Contarelli - Caravaggio
San Matteo e l’angelo è collocato nella cappella Contarelli (al centro) assieme a “La vocazione di San Matteo” (a sinistra) ed il “Martirio di San Matteo” (a destra)

Il dipinto trovò subito un acquirente nella persona del marchese Vincenzo Giustiniani e successivamente, nel 1815, venne liquidato, assieme ad altre opere e per ragioni economiche, dagli eredi di quest’ultimo a favore del re di Prussia.

Purtroppo però, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, tra il 5 e il 10 maggio 1945, l’opera (così come altre tele del Caravaggio) andò distrutta durante l’incendio della Flakturm Friedrichshain di Berlino. Quella ancora oggi esposta sull’altare centrale della cappella, è la seconda versione del dipinto proposta dal Caravaggio, lì collocata dal 1603.

Descrizione del quadro

Sullo sfondo scuro si stagliano le due figure protagoniste. Il colore acceso delle vesti di Matteo e il bianco lenzuolo caratterizzato da sinuosi vortici che avvolgono l’angelo calato dall’alto, conferiscono movimento alla scena.

San Matteo e l'angelo - quadro - dettaglio - San Matteo
Nel dettaglio: San Matteo

In questa versione, San Matteo ha un aspetto diverso, più distinto. Anche se, secondo la tradizione, è un ignorante ed un non così fervido credente; risulta sorpreso ma non inconsapevole, perché è ispirato ma non guidato.

San Matteo ha un’aureola accennata, è a piedi nudi. Ha la gamba sinistra sopra uno sgabello traballante, poiché è intento a scrivere.
L’angelo lo sorprende con il suo arrivo, tanto da fargli perdere l’equilibrio mentre si gira per guardarlo.

Il messaggero lo aiuta dettandogli le parole divine. Con la posa delle dita è chiaro che tiene la conta, nell’elencargli la genealogia di Cristo. Lo sguardo di Matteo è vivido, attento, devoto, rispettoso. E’ in attesa di cogliere il sacro verbo con la sua mano pronta che impugna una penna.

San Matteo e l'angelo - prima versione
San Matteo e l’angelo – prima versione

Commento

La prima versione era certamente permeata da maggiore realismo, palesemente ostentato; qui, invece, si percepiscono nettamente quei limiti imposti dalla Chiesa per quanto riguarda i canoni di rappresentazione del periodo. Ma, con maestria e per l’ennesima volta, il ribelle Caravaggio riesce a mostrarci l’essenza umana per quella che è. Ovvero tramite i tratti somatici di un Matteo, uomo del popolo, malcelato sotto una tunica.

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