Stefano Moraschini, Autore presso Cultura https://cultura.biografieonline.it/author/stefano-moraschini/ Canale del sito Biografieonline.it Mon, 16 Dec 2024 13:36:44 +0000 it-IT hourly 1 Come fare il salto da operatività a strategia: la guida di Cristian Andreatini https://cultura.biografieonline.it/cristian-andreatini-intervista-operativita-strategia/ https://cultura.biografieonline.it/cristian-andreatini-intervista-operativita-strategia/#respond Mon, 16 Dec 2024 13:35:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42500 Cristian Andreatini dirige un’azienda che rivoluziona il modo di fare impresa, specializzata in coaching, consulenza e formazione nell’ambito dell’organizzazione e della gestione aziendale. La sua azienda affianca chi vuole migliorare l’efficienza aziendale, liberarsi dall’operatività quotidiana e assumere pienamente il ruolo di imprenditore, gestendo l’azienda con visione e chiarezza. Scegliere la sua azienda e il suo percorso significa vedere il mondo dell’impresa con occhi nuovi, trovare soluzioni pratiche, crescere come professionista e imprenditore e creare l’azienda desiderata. Visitando il suo sito cristianandreatini.it potrai lasciarti ispirare da un mix di coaching, consulenza e formazione che può rivoluzionare anche la tua realtà!

Cristian Andreatini - dna imprenditoriale
Cristian Andreatini – dna imprenditoriale

Cosa ti ha avvicinato al mondo del coaching aziendale? Hai avuto un modello o un mentore che ti ha ispirato?

E’ stato il risultato di un lungo viaggio, nato dalla mia esperienza personale e dall’osservazione quotidiana delle sfide che gli imprenditori affrontano ogni giorno. Mi sono sempre interessato all’organizzazione e al miglioramento continuo, e nel tempo ho capito che faceva parte del mio percorso. Più che un modello, è stata l’idea stessa di poter fare la differenza per le piccole realtà aziendali a ispirarmi. Volevo creare un’azienda che fosse il punto di riferimento per chi vuole crescere nel ruolo dell’imprenditore, togliersi dall’operatività e fare veramente l’imprenditore, occupandosi della gestione aziendale.

Molti vedono il business coaching come un metodo aleatorio, ma tu sottolinei spesso che questo è il metodo che fa la differenza.

Il business coaching è una vera e propria strategia di crescita e trasformazione imprenditoriale. Spesso mi viene chiesto quale sia la differenza tra coaching e consulenza, e voglio chiarire che sono due mestieri distinti. Fare solo consulenza significa entrare in azienda, prendere in mano le varie problematiche e risolverle al posto del cliente. Diciamo che la consulenza pura non è parte del mio metodo è un approccio che fine a se stessa non mi interessa né fare né proporre.

Il mio metodo, invece, è costruito su un principio fondamentale: supportare, affiancare e allenare il cliente per renderlo autonomo e capace di affrontare le sfide imprenditoriali. Non mi limito a offrire soluzioni, è un percorso che facciamo insieme affinché il cliente diventi abile e consapevole nel gestire il proprio ruolo e di conseguenza la propria azienda. Questo approccio gli permette di risolvere i problemi attuali e di costruire una sua consapevolezza per scalare, crescere e fare la differenza nel tempo. Naturalmente, ci sono momenti in cui entra in gioco la consulenza o la formazione per colmare lacune tecniche, essendo imprenditori ed essendo stati manager e dirigenti conosciamo a fondo la materia. L’obiettivo finale è che il cliente non dipenda dalla mia azienda, ma che acquisisca le competenze necessarie per guidare la sua azienda in autonomia.

Mi piace spiegare questo concetto con una frase bellissima che riassume perfettamente il mio approccio: “Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno. Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.” Nel mio lavoro, per fare riferimento a questa frase, affianco i clienti affinché imparino a pescare, perché il vero imprenditore è colui che sa camminare con le proprie gambe e prendere decisioni strategiche con consapevolezza, per poi insegnare questo processo alle sue persone di fiducia. Questa è la differenza che rende il business coaching uno strumento davvero potente.

Hai lavorato con tante realtà. C’è una storia o un progetto specifico che ti ha lasciato un segno particolare?

Ci sono tanti progetti che porto nel cuore, ma uno in particolare mi ha lasciato un segno profondo. Ho lavorato con un imprenditore che, pur avendo costruito una bella azienda, era completamente intrappolato nell’operatività quotidiana. Ogni giorno era immerso nella gestione di piccoli problemi, dalla supervisione delle consegne alla risoluzione di questioni tecniche, senza mai riuscire a dedicarsi alla visione strategica della sua attività.

Quando ci siamo incontrati, la prima cosa che mi ha detto è che che si sentiva esaurito e frustrato, incapace di fare il passo successivo per scalare l’azienda. La sua più grande difficoltà era delegare, aveva la convinzione che nessuno potesse fare le cose bene quanto lui. Questo lo teneva incatenato a compiti che lo allontanavano dal ruolo di imprenditore.

Ha iniziato un percorso con la mia azienda dove il cliente ha capito cosa fare, come farlo e, soprattutto, perché fosse necessario cambiare approccio. Nel giro di qualche mese, questo imprenditore è riuscito a creare procedure, a delegare responsabilità chiave e a impostare un sistema che gli permettesse di concentrarsi su ciò che conta davvero per la sua azienda.

Questo progetto mi ha colpito perché incarna perfettamente il senso del mio lavoro, non risolvere i problemi per il cliente, ma renderlo capace di affrontarli e superarli in autonomia. Ogni imprenditore ha dentro di sé il potenziale per fare la differenza, e il nostro compito è affiancarlo per farlo emergere, scoprirlo e metterlo in pratica.

Mi interessa conoscere meglio il tuo metodo di lavoro. Quando entri in contatto con un nuovo cliente, qual è il tuo primo passo? Come sviluppi una strategia su misura per ogni realtà aziendale?

Il mio primo passo è sempre quello di ascoltare. Il nostro metodo è improntato in primis nell’ascoltare e capire il cliente, la sua storia, le sue sfide e i suoi obiettivi. Non esistono soluzioni preconfezionate perché ogni azienda è unica così come l’imprenditore e le persone che la compongono. Si parte da un’analisi aziendale approfondita della situazione attuale per identificare punti di forza e aree di miglioramento. Solo dopo aver compreso appieno il contesto viene sviluppata una strategia personalizzata che rispecchi le priorità aziendali e i valori del cliente. Ogni passo del percorso è pensato per essere concretamente applicabile, con l’obiettivo di ottenere risultati.

Nel campo della consulenza aziendale, ogni cliente è diverso, ma ci sono alcune problematiche comuni che incontri più spesso? Quali sono e come le affronti?

Ci sono alcune sfide che ricorrono spesso, come la gestione del tempo, le difficoltà di comunicazione con il personale, la mancanza di un piano strategico chiaro per il futuro e la gestione delle relazioni con i fornitori e i clienti. Questi problemi sono spesso sintomi di una struttura organizzativa inefficace o di un approccio alla leadership che ha bisogno di essere rivisto. Per affrontarli, si parte dall’organizzazione interna, aiutando il cliente a identificare priorità e processi chiave. Con un approccio strutturato e una visione chiara degli obiettivi, l’imprenditore viene accompagnato verso una gestione più efficace e strutturata della sua attività.

Parlando di leadership, un tema che sembri molto apprezzare, cosa diresti che rende un leader davvero efficace? Come aiuti i tuoi clienti a sviluppare questa qualità?

Un leader è colui che riesce a influenzare e guidare il proprio team senza imporre, ma ispirando e costruendo una visione condivisa. La leadership non è solo un ruolo, ma un insieme di competenze e comportamenti che permettono di coinvolgere e motivare le persone verso obiettivi comuni. Con tutta l’esperienza acquisita negli anni e affrontando in prima persona tutte queste sfide, accompagniamo i clienti in un percorso di scoperta e crescita personale, aiutandoli a comprendere come la loro comunicazione, intelligenza emotiva e capacità relazionali influenzano se stessi e le persone che sono al loro fianco. Insieme esploriamo situazioni reali, identifichiamo aree di miglioramento e lavoriamo per sviluppare la capacità di mettersi nei panni degli altri, di ascoltare attivamente e di comunicare con trasparenza.

Attraverso un mix di coaching e formazione pratica, li aiutiamo a creare un ambiente di lavoro positivo, dove il team si sente valorizzato e motivato. L’obiettivo non è solo quello di migliorare le performance del leader, ma anche di costruire un team coinvolto e autonomo, capace di affrontare sfide e raggiungere risultati straordinari. Per noi, un leader guida e allo stesso tempo ispira gli altri a diventare leader a loro volta.

Guardando al futuro, hai degli obiettivi personali o professionali che vorresti realizzare nei prossimi anni?

Assolutamente sì. Il mio obiettivo più grande è creare un’azienda dove professionisti che, nel tempo, hanno ricoperto ruoli manageriali e dirigenziali, possano mettere a disposizione la loro esperienza reale. Voglio costruire un team di persone che abbiano vissuto sulla propria pelle tutto ciò che accade in una realtà aziendale, perché solo così si può davvero entrare in contatto diretto con imprenditori, manager e dirigenti, comprendendo a fondo esigenze e sfide. È proprio per questo che funziona perfettamente un mix calibrato di coaching, consulenza e formazione, modellato sulle necessità specifiche del cliente.

Voglio raggiungere sempre più imprenditori e artigiani che desiderano trasformare il loro modo di fare business. Mi piacerebbe anche scrivere le mie esperienze e riflessioni su questo lavoro, per offrire una guida pratica e motivazionale a chi affronta le sfide dell’organizzazione e gestione aziendale. E, soprattutto, voglio continuare a crescere e imparare, perché credo che solo un coach in continua evoluzione possa veramente aiutare i propri clienti a fare altrettanto.

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Salone d’onore CONI: premiati Roberto Mancini e Daniele Bartocci https://cultura.biografieonline.it/salone-donore-coni-mancini-bartocci/ https://cultura.biografieonline.it/salone-donore-coni-mancini-bartocci/#respond Wed, 11 Dec 2024 19:10:44 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42485 Ci sono anche i marchigiani Roberto Mancini e Daniele Bartocci tra i premiati della XV edizione del prestigioso Premio Andrea Fortunato, assegnato annualmente ai più grandi personaggi dello sport italiano, della medicina e del giornalismo.

La cerimonia di premiazione si è tenuta nella mattinata di lunedì 9 dicembre, al Salone d’Onore del Coni a Roma, alla presenza del Presidente Giovanni Malagò e di icone del mondo del calcio.

Finalità del Premio Andrea Fortunato, uno dei più importanti riconoscimenti nazionali, ideato dalla Fondazione Polito (Museo del Calcio Andrea Fortunato), è quello di rendere obbligatorio il Passaporto Ematico intitolato a quattro compianti calciatori (Andrea Fortunato, Piermario Morosini, Flavio Falzetti e Carmelo Imbriani).

Lunedì mattina, al Salone d’Onore del Coni a Roma, protagonisti assoluti l’ex allenatore della Nazionale Italiana di Calcio Roberto Mancini e il giovane giornalista Daniele Bartocci.

Tra i presenti e premiati ci sono personaggi del calibro di Ciccio Caputo e Andrea Barzagli. Avrebbe dovuto essere presente anche Edoardo Bove, colpito purtroppo dal malore in Fiorentina-Inter.

Proprio negli ultimi anni, a proposito di Passaporto Ematico, sono state presentate due proposte e un disegno di legge in Parlamento, e ne sarà presentata un’altra a inizio 2025. Giovanni Malagò, Gabriele Gravina e Mauro Balata hanno già firmato da tempo l’adesione al Passaporto (che mira a introdurre gli esami a carattere ematico e cardiaco tra quelli ad oggi previsti per ottenere l’idoneità sportiva, al fine di evitare tragedie), come sottolineato dal Presidente della Fondazione Polito Davide Polito.

Bartocci (al centro) con Malagò (a destra), nel 2020

Ora mancherebbe solo la ‘ciliegina’ sulla torta da parte della politica e del Ministro Andrea Abodi.

“Davvero felici di questo prestigioso riconoscimento, complimenti alla Fondazione per il grande lavoro che svolge”, hanno commentato i due personaggi marchigiani Roberto Mancini e Daniele Bartocci.

Una grande festa di sport per sensibilizzare tutti su un argomento di assoluta importanza.

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Pasto Nudo, romanzo di William S. Burroughs (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/ https://cultura.biografieonline.it/pasto-nudo/#comments Mon, 11 Nov 2024 14:51:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19233 Un capolavoro assoluto realizzato dallo scrittore e saggista statunitense William S. Burroughs è “Pasto Nudo“. Il romanzo fu pubblicato nel 1959 a Parigi dalla Olympia Press. In seguito ne seguì un’altra edizione statunitense pubblicata da Grove Press, nel 1962. In ultimo, nel 2002, grazie al prezioso contributo degli scrittori James Grauerholz e Barry Miles, il testo “Pasto Nudo” venne risistemato. Vennero aggiunti brani che fino allora risultavano mancanti.

Pasto Nudo - libro - riassunto
Pasto Nudo (Naked Lunch). Prima edizione: 1959; prima edizione italiana: 1964.

Appunti dall’inferno

Inizialmente, il libro di Burroughs fu oggetto di un importante processo per oscenità e di innumerevoli censure. Dapprima, venne riconosciuto solo come un ritratto dall’inferno. Poi fortunatamente gli editori vinsero la causa a Boston e il romanzo, nel 1962, venne pubblicato anche negli USA.

Pasto Nudo viene definito una raccolta di appunti dall’inferno, che rimarrà impresso nelle nostri menti. Lo scrittore si sofferma sul tema della “Malattia”, quello della tossicodipendenza, che non lascia inizialmente scampo al protagonista del romanzo. Il protagonista è il suo Doppio Lee, che vive in un clima di sconforto, di indifferenza e di solitudine.

Il romanzo è autobiografico perché anche lo stesso autore fu afflitto da questo problema per ben quindici lunghi anni. Al termine di questo “inferno”, riordinò i bozzetti definiti da lui stesso “deliranti”. Infine li pubblicò in un romanzo dal senso compiuto.

William Burroughs
William Burroughs

Nel libro, Burroughs dispone i capitoli in maniera disordinata.

Segue solamente la libera rappresentazione dei pensieri di una persona, così come compaiono nella mente (ovvero il flusso di coscienza).

Adotta molto spesso una brusca interruzione dei passaggi.

Il libro non è certo caratterizzato da forme di sentimentalismo.

E l’humor americano usato dalla scrittore è spesso molto duro e pungente.

Il titolo

Il titolo del romanzo, “Pasto Nudo”, gli fu suggerito dal suo amico scrittore e poeta statunitense Jack Kerouac, considerato uno dei maggiori e più importanti scrittori statunitensi del XX secolo. Con il titolo “Pasto Nudo”, si vuole indicare l’istante, raggelato, in cui si vede quello che c’è sulla punta della forchetta.

Sento sul collo il fiato caldo della Legge, li sento che fanno le loro mosse, piazzano pupe diaboliche come informatori e canticchiano davanti al cucchiaino e al contagocce che butto via alla fermata di Washington Square, salto un cancelletto girevole, scendo a precipizio due rampe di scale di ferro, prendo la metropolitana in direzione uptown… (INCIPIT)

Riassunto di “Pasto Nudo”

Prima parte

Il libro narra delle vicende e della vita di un tossicodipendente che vive la sua vita tra il bisogno di dipendenza dalla droga e il continuo sfuggire da poliziotti e spacciatori. Nella prima parte del romanzo, viene descritto il mondo sommerso di Lee, il Doppio dello scrittore. Egli trascorre le sue giornate in preda ai sintomi di astinenza dall’eroina e il desiderio di fuga tra USA, Messico e l’Interzona, ovvero Tangeri. Vengono così narrate le sue deliranti esperienze visionarie.

Lo scrittore, nel libro, ci offre un ritratto diverso della società americana di fine anni Cinquanta, fatta di casa e famiglia e buoni propositi e ci presenta, in questo caso, uno spaccato dell’America all’acido fenico e assoggettata dalla volontà dello Stato.

In questo particolare contesto, anche gli altri protagonisti del libro si inseriscono in un clima diverso rispetto a quello della classica America anni Cinquanta. Risultano tutti soppressi, emarginati e inquadrati in una cospirazione di più ampio respiro. Tale cospirazione coinvolge in modo significativo tutti gli ambienti della politica, della medicina, arrivando perfino al terrorismo internazionale.

Seconda parte

Nella seconda parte del libro, invece, l’autore si sofferma sulla figura chiave del Dottor Benwey. Egli è a capo del Centro di Ricondizionamento nella Repubblica della Libertà, luogo caratterizzato da persone deviate come tossicodipendenti e criminali. L’uomo viene descritto come un personaggio manipolatore e coordinatore di sistemi, di simboli. E’ uno scienziato esperto di tutti gli aspetti dell’interrogatorio, del lavaggio del cervello e del controllo.

Lo scienziato, infatti, utilizza le proprie competenze per la creazione di sistemi di controllo della personalità più efficaci ma che, alla fine, non riescono a risolvere i reali problemi dei protagonisti.

Anche Tangeri, la città in sui si svolgono gli altri avvenimenti, è condizionata da una sorta di controllori che manipolano il muoversi dei loro bisogni fisici per accrescere solamente il proprio potere. Il messaggio che passa è che l’umanità è in parte succube di tale situazione. La colpa è attribuibile in parte ad una società sbagliata.

Temi trattati

Tra i temi fondamentali descritti da Burroughs troviamo, oltre quello della tossicodipendenza, quello relativo al controllo delle menti che lo Stato compie di sovente sugli individui e quello relativo all’uso della telepatia come unico mezzo e salvezza per sfuggire e superare questa particolare situazione.

Commento all’opera

Il libro, con il tempo, ottenne un notevole successo tanto che furono numerose le traduzioni del romanzo. Fu perfino realizzato un film omonimo dal titolo: “Il Pasto Nudo”, nel 1991. A realizzarlo fu il regista e produttore cinematografico David Cronenberg con la straordinaria partecipazione di Julian Sands, Peter Weller, Ian Holm, Judy Davis. Sontuoso.

Non dimentichiamo inoltre che il fumettista italiano Gianluca Lerici ha realizzato l’adattamento a fumetti ispirandosi al libro “Pasto nudo” di William S. Burroughs per la Shake Edizioni.

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Cos’è la sabermetrica https://cultura.biografieonline.it/la-sabermetrica/ https://cultura.biografieonline.it/la-sabermetrica/#respond Mon, 04 Nov 2024 10:01:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=261 La sabermetrica è un’analisi statistica ed economica applicata e specializzata nel gioco del baseball.

Baseball, mazza e pallina su erba

SABR

Il nome trova provenienza dall’acronimo SABR: “Society for American Baseball Research” (Società americana per la ricerca sul Baseball).

Tale termine è stato coniato da Bill James (George William James), scrittore, storico ed esperto statistico, nonché pioniere in questo campo.

Attraverso le statistiche e l’analisi di numerosi parametri, la sabermetrica si pone l’obiettivo di valutare le azioni passate dei giocatori – registrate durante gli incontri ufficiali – per predire il futuro, stabilendo così il valore economico dei giocatori stessi.

Domande e risposte

Attraverso la sabermetrica si cerca di rispondere a domande oggettive come possono essere:

  • “quale giocatore di quella squadra contribuirà di più all’attacco l’anno prossimo?”
  • “quale cambiamento difensivo è possibile applicare per migliorare i risultati?”

Pur considerando che si tratta di una scienza – o disciplina – ancora in fase di forte evoluzione, le analisi sabermetriche hanno prodotto di fatto già diverse innovazioni nel gioco del baseball.

I modelli con cui vengono misurate le prestazioni sono stati poi esportati, come era facile prevedere, in altri ambiti sportivi come il gioco del calcio.

Billy Beane e il film “L’arte di vincere” (Moneyball)

Il dirigente sportivo più noto che grazie alla sabermetrica – e al proprio talento manageriale – ha ottenuto i più grossi risultati è Billy Beane, della squadra degli Athletics di Oakland.

Nel 2003 esce il libro best-seller “Moneyball: The Art of Winning an Unfair Game” (L’arte di vincere un gioco sleale), scritto da Michael Lewis.

Pochi anni più tardi la sua storia, basata sul libro, viene raccontata nel film “L’arte di vincere” (Moneyball, 2011, di Bennett Miller). È Brad Pitt l’attore che nel lungometraggio interpreta i panni di Billy Beane.

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Testo originale – in inglese – della Dichiarazione di Indipendenza Americana https://cultura.biografieonline.it/testo-originale-della-dichiarazione-di-indipendenza-americana/ https://cultura.biografieonline.it/testo-originale-della-dichiarazione-di-indipendenza-americana/#comments Mon, 04 Nov 2024 09:58:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=221 In CONGRESS, July 4, 1776.

A DECLARATION
By the REPRESENTATIVES of the UNITED STATES OF AMERICA,
In GENERAL CONGRESS assembled.

La Dichiarazione di Indipendenza Americana del 4 LuglioWHEN in the course of human Events, it becomes necessary for one People to dissolve the Political Bands which have connected them with another, and to assume among the Powers of the Earth, the separate and equal Station to which the Laws of Nature and of Nature’s God entitle them, a decent Respect to the Opinions of Mankind requires that they should declare the causes which impel them to the Separation.

We hold these Truths to be self-evident, that all Men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable Rights, that among these are Life, Liberty, and the pursuit of Happiness—-That to secure these Rights, Governments are instituted among Men, deriving their just Powers from the Consent of the Governed, that whenever any Form of Government becomes destructive of these Ends, it is the Right of the People to alter or abolish it, and to institute a new Government, laying its Foundation on such Principles, and organizing its Powers in such Form, as to them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness. Prudence, indeed, will dictate that Governments long established should not be changed for light and transient Causes; and accordingly all Experience hath shewn, that Mankind are more disposed to suffer, while Evils are sufferable, than to right themselves by abolishing the Forms to which they are accustomed. But when a long Train of Abuses and Usurpations, pursuing invariably the same Object, evinces a Design to reduce them under absolute Despotism, it is their Right, it is their Duty, to throw off such Government, and to provide new Guards for their future Security. Such has been the patient Sufferance of these Colonies; and such is now the Necessity which constrains them to alter their former Systems of Government. The History of the Present King of Great-Britain is a History of repeated Injuries and Usurpations, all having in direct Object the Establishment of an absolute Tyranny over these States. To prove this, let Facts be submitted to a candid World.

He has refused his Assent to Laws, the most wholesome and necessary for the public Good.

He has forbidden his Governors to pass Laws of immediate and pressing Importance, unless suspended in their Operation till his Assent should be obtained; and when so suspended, he has utterly neglected to attend to them.

He has refused to pass other Laws for the Accommodation of large Districts of People; unless those People would relinquish the Right of Representation in the Legislature, a Right inestimable to them, and formidable to Tyrants only.

He has called together Legislative Bodies at Places unusual, uncomfortable, and distant from the Depository of their public Records, for the sole Purpose of fatiguing them into Compliance with his Measures.

He has dissolved Representative Houses repeatedly, for opposing with manly Firmness his Invasions on the Rights of the People.

He has refused for a long Time, after such Dissolutions, to cause others to be elected; whereby the Legislative Powers, incapable of Annihilation, have returned to the People at large for their exercise; the State remaining in the mean time exposed to all the Dangers of Invasion from without, and Convulsions within.

He has endeavoured to prevent the Population of these States; for that Purpose obstructing the Laws for Naturalization of Foreigners; refusing to pass others to encourage their Migrations hither, and raising the Conditions of new Appropriations of Lands.

He has obstructed the Administration of Justice, by refusing his Assent to Laws for establishing Judiciary Powers.

He has made Judges dependent on his Will alone, for the Tenure of their Offices, and Amount and Payment of their Salaries.

He has erected a Multitude of new Offices, and sent hither Swarms of Officers to harass our People, and eat out their Substance.

He has kept among us, in Times of Peace, Standing Armies, without the consent of our Legislature.

He has affected to render the Military independent of and superior to the Civil Power.

He has combined with others to subject us to a Jurisdiction foreign to our Constitution, and unacknowledged by our Laws; giving his Assent to their Acts of pretended Legislation:

For quartering large Bodies of Armed Troops among us:
For protecting them, by a mock Trial, from Punishment for any Murders which they should commit on the Inhabitants of these States:
For cutting off our Trade with all Parts of the World:
For imposing taxes on us without our Consent:
For depriving us, in many Cases, of the Benefits of Trial by Jury:
For transporting us beyond Seas to be tried for pretended Offences:
For abolishing the free System of English Laws in a neighbouring Province, establishing therein an arbitrary Government, and enlarging its Boundaries, so as to render it at once an Example and fit Instrument for introducing the same absolute Rule in these Colonies:
For taking away our Charters, abolishing our most valuable Laws, and altering fundamentally the Forms of our Governments:
For suspending our own Legislatures, and declaring themselves invested with Powers to legislate for us in all Cases whatsoever.

He has abdicated Government here, by declaring us out of his Protection and waging War against us.

He has plundered our Seas, ravaged our Coasts, burnt our Towns, and destroyed the Lives of our People.

He is, at this Time, transporting large Armies of foreign Mercenaries to compleat the Works of Death, Desolation, and Tyranny, already begun with circumstances of Cruelty and Perfidy, scarcely paralleled in the most barbarous Ages, and totally unworthy the Head of a civilized Nation.

He has constrained our fellow Citizens taken Captive on the high Seas to bear Arms against their Country, to become the Executioners of their Friends and Brethren, or to fall themselves by their Hands.

He has excited domestic Insurrections among us, and has endeavoured to bring on the Inhabitants of our Frontiers, the merciless Indian Savages, whose known Rule of Warfare, is an undistinguished Destruction, of all Ages, Sexes and Conditions.

In every stage of these Oppressions we have Petitioned for Redress in the most humble Terms: Our repeated Petitions have been answered only by repeated Injury. A Prince, whose Character is thus marked by every act which may define a Tyrant, is unfit to be the Ruler of a free People.

Nor have we been wanting in Attentions to our British Brethren. We have warned them from Time to Time of Attempts by their Legislature to extend an unwarrantable Jurisdiction over us. We have reminded them of the Circumstances of our Emigration and Settlement here. We have appealed to their native Justice and Magnanimity, and we have conjured them by the Ties of our common Kindred to disavow these Usurpations, which, would inevitably interrupt our Connections and Correspondence. They too have been deaf to the Voice of Justice and of Consanguinity. We must, therefore, acquiesce in the Necessity, which denounces our Separation, and hold them, as we hold the rest of Mankind, Enemies in War, in Peace, Friends.

We, therefore, the Representatives of the UNITED STATES OF AMERICA, in General Congress, Assembled, appealing to the Supreme Judge of the World for the Rectitude of our Intentions, do, in the Name, and by the Authority of the good People of these Colonies, solemnly Publish and Declare, That these United Colonies are, and of Right ought to be, Free and Independent States; that they are absolved from all Allegiance to the British Crown, and that all political Connection between them and the State of Great-Britain, is and ought to be totally dissolved; and that as Free and Independent States, they have full Power to levy War, conclude Peace, contract Alliances, establish Commerce, and to do all other Acts and Things which Independent States may of right do. And for the support of this Declaration, with a firm Reliance on the Protection of the divine Providence, we mutually pledge to each other our Lives, our Fortunes, and our sacred Honor.

Signed by Order and in Behalf of the Congress,

JOHN HANCOCK, President.

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Eccellenze Food & Beverage 2024: Daniele Bartocci tra i top player https://cultura.biografieonline.it/eccellenze-food-beverage-2024-bartocci/ https://cultura.biografieonline.it/eccellenze-food-beverage-2024-bartocci/#respond Mon, 04 Nov 2024 07:57:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42439 Il giovane giornalista e food manager Daniele Bartocci ancora protagonista al premio BarAwards 2024 Milano. Daniele Bartocci ‘strega’ ancora i Bar Awards, premio d’eccellenza del fuori casa (out-of-home).

Cresce l’attesa per il gran galà riservato alle eccellenze italiane del food, beverage e mixology in programma nel mese di gennaio 2025 a Milano.

Proprio in questi giorni è stata stilata dalla rivista Bargiornale (in collaborazione con DolceGiornale, Ristoranti e Hotel Domani) la Top30 in cui troviamo per il terzo anno consecutivo il giovane marchigiano Daniele Bartocci, pluripremiato professionista del settore food, talentuoso giornalista tra i più autorevoli d’Italia e volto tv del talent-show televisivo King of Pizza (programma del circuito Sky), inserito tra i migliori della categoria food&beverage/coffee riservata ai migliori professionisti nello sviluppo di una marca/brand nel settore Ho.Re.Ca (Normal Trade).

A Milano, il 15 gennaio 2025 si svolgerà la premiazione insieme ad autorevoli protagonisti italiani, professionisti, player, brand ambassador e realtà imprenditoriali del food&beverage, che si sono distinti nell’ultimo anno nelle rispettive categorie di appartenenza. In quell’occasione sarà svelata la graduatoria definitiva, alla presenza di ospiti speciali (negli ultimi anni ai BarAwards presenti anche Ernst Knam e Frau Knam), per la miglior rappresentazione dell’eccellenza Made in Italy in giro per l’Italia e per il mondo.

Una grandissima soddisfazione sicuramente per Bartocci, già inserito tra i 100 personaggi più influenti del 2023 (premio 100 Eccellenze Italiane a Montecitorio) ed insignito del prestigioso Global Recognition Award 2024 e del Premio Internazionale Pietro Mennea 2024 per il grande lavoro nel campo giornalismo e saggisti.

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Energia nucleare: perché è potente e perché è pericolosa? https://cultura.biografieonline.it/energia-nucleare-potente-pericolosa/ https://cultura.biografieonline.it/energia-nucleare-potente-pericolosa/#comments Wed, 02 Oct 2024 09:20:43 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42424 L’energia nucleare è una forma di energia potentissima. Tuttavia è una delle fonti energetiche più controverse del nostro tempo. Da un lato, offre incredibili valori di potenza ed efficienza. Dall’altro, comporta rischi altissimi.

In questo articolo, esploreremo perché l’energia nucleare è così potente e al contempo pericolosa.

Energia nucleare - Illustrazione
Energia nucleare – Illustrazione

Premesse storiche

Un chilo di combustibile nucleare (uranio e plutonio) può produrre un’energia pari a 3 milioni di chili di carbone.

Nei reattori nucleari i nuclei dell’uranio vengono bombardati con particelle chiamate neutroni.

Questi rompono il nucleo degli atomi di uranio trasformandoli in nuclei più piccoli: in tal modo si libera un’enorme quantità di energia.

Il primo reattore nucleare fu costruito a Chicago (USA) nel 1942, grazie alle ricerche e agli esperimenti svolti dal fisico italiano Enrico Fermi, che per primo produsse energia nucleare mediante una controllata reazione a catena dell’uranio.

In brevissimo tempo, purtroppo, l’energia nucleare e i suoi studi si rivolsero in direzione degli scopi bellici.

Nel 1945, al termine della seconda guerra mondiale, le prime bombe atomiche furono scagliate sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki: uno degli episodi più tristi e sconcertanti della storia moderna.

Hiroshima, 6 agosto 1945: lo scoppio della bomba atomica
Hiroshima, 6 agosto 1945: lo scoppio della bomba atomica

La reazione nucleare causa, oltre all’energia, l’emissione di radiazioni che oltre una certa soglia diventano mortali per gli esseri viventi.

Una foto di Hiroshima rasa al suolo dalla bomba atomica
Una foto di Hiroshima rasa al suolo dalla bomba atomica

Ecco perché i reattori delle centrali nucleari sono protetti da spessi scudi per impedire la fuoriuscita di radioattività.

Il 27 aprile 1986, in Ucraina, uno dei quattro reattori della centrale di Chernobyl esplose causando un disastro ambientale.

Chernobyl, la centrale nucleare
Chernobyl, la centrale nucleare

Venne sprigionata una radioattività pari a quella della bomba atomica su Hiroshima.

Gli effetti si fecero sentire in tutta Europa – anche in Italia, e riguardarono la salute degli abitanti, i terreni e i raccolti.

L’incidente segnò l’avvio di un aspro dibattito sull’energia nucleare che portò a una maggiore consapevolezza sui rischi, la potenza e la pericolosità del nucleare.

A distanza di anni, nel 2011, a causa di un terremoto seguito da uno tsunami, si verificò un altro disastro: quello della centrale atomica giapponese di Fukushima.

Fukushima
Fukushima

Fatte queste premesse storiche ed essenziali, proviamo a spiegare perché l’energia nucleare sia così potente e così pericolosa.

Perché l’energia nucleare è potente ed efficiente

Come dicevamo essa deriva dalla fissione degli atomi di uranio o plutonio. Questo processo rilascia una quantità di energia enormemente superiore a quella ottenuta dalla combustione di combustibili fossili.

Le centrali nucleari possono funzionare in modo costante, ininterrottamente per mesi, fornendo un’affidabile base di carico per la rete elettrica.

Durante il funzionamento, le centrali nucleari non emettono gas serra, contribuendo alla lotta contro il cambiamento climatico.

Nonostante gli alti costi iniziali, l’energia nucleare può essere economicamente vantaggiosa nel lungo termine grazie ai bassi costi del combustibile.

Perché è pericolosa

Eventi come Chernobyl e Fukushima dimostrano le potenziali conseguenze devastanti di un incidente nucleare.

Le scorie nucleari rimangono radioattive e quindi pericolose per migliaia di anni, ponendo sfide significative per lo stoccaggio a lungo termine.

La tecnologia nucleare può essere utilizzata per scopi militari, aumentando i rischi di proliferazione di armi nucleari.

L’estrazione dell’uranio e la costruzione di centrali nucleari possono avere effetti molto negativi sull’ambiente circostante.

In sintesi

L’energia nucleare rappresenta una fonte di energia potente e a basse emissioni, ma i suoi rischi non possono essere ignorati.

Il futuro dell’energia nucleare dipenderà dalla capacità dell’uomo di bilanciare i benefici con una gestione responsabile dei suoi pericoli.

Il dibattito è costantemente aperto, soprattutto tra politici e ambientalisti, chi a favore e chi contro il nucleare.

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Scoperta e invenzione: qual è la differenza? https://cultura.biografieonline.it/scoperta-e-invenzione-qual-e-la-differenza/ https://cultura.biografieonline.it/scoperta-e-invenzione-qual-e-la-differenza/#respond Tue, 01 Oct 2024 13:16:45 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42413 Capita che nella lingua italiana, parlata e scritta, si confondano i termini scoperta e invenzione. La linea di significato talvolta è molto sottile e non sempre di facile identificazione.

Leonardo da Vinci e Albert Einstein
Cosa accomuna Leonardo da Vinci e Albert Einstein?

Proviamo a fare chiarezza.

La scoperta

Il termine scoperta indica il momento in cui l’uomo viene a conoscenza di qualcosa di esistente in natura.

Ciò può avvenire con esperimenti mirati oppure anche in modo casuale.

L’invenzione

Si usa invece il termine invenzione quando c’è una creazione originale di dispositivi, apparecchi e tecniche.

Le invenzioni introducono qualcosa nella vita seguendo un processo di creatività e ingegno.

Esempi

La celeberrima teoria della relatività di Einstein è una scoperta: essa come principio fisico esiste in Natura, è stata intuita, descritta, teorizzata e infine dimostrata.

Il Teorema di Pitagora è un principio matematico che si apprende fin dalla scuola primaria: anch’esso è stato una scoperta.

I pianeti Nettuno e Urano esistevano già, ma qualcuno li ha scoperti; vedi gli articoli:

Il DNA esiste da quando esiste la vita sulla Terra: ma è stato scoperto solo nel 1953 da James Watson e Francis Crick.

Per ciò che concerne le invenzioni abbiamo detto che sono legate in modo stretto alla creatività e all’ingegno. E chi più di Leonardo da Vinci può essere considerato allo stesso tempo magnifico artista e inventore?

A lui si devono celebri prototipi di invenzioni quali: il paracadute, la macchina volante, il carrarmato, lo scafandro, l’argano, diversi tipi di gru e alambicchi.

Un altro celebre inventore, proprietario di 1093 brevetti, fu Thomas Edison. Di lui abbiamo parlato in riferimento al fonografo. Un suo socio invece inventò le luci di natale.

Passando a tempi più attuali, sono invenzioni anche le discipline fisiche, come il Pilates, oppure gli sport, come il basket.

Nei nostri articoli abbiamo parlato delle invenzioni di: penna a sfera, accendino, nastro adesivo e tante altre cose.

Esistono anche delle rivalità storiche su scoperte e invenzioni. La più celebre è forse quella del telefono, tra Bell e Meucci.

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Chop Suey: descrizione e significato del quadro di Hopper https://cultura.biografieonline.it/chop-suey-quadro/ https://cultura.biografieonline.it/chop-suey-quadro/#comments Thu, 26 Sep 2024 16:14:46 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42400 Chop Suey è un quadro del 1929 realizzato dallo statunitense Edward Hopper. È celebre anche per essere stato venduto nel novembre 2018 per 92 milioni di dollari, diventando una delle opere più costose di sempre.

Dipinto con la tecnica dell’olio su tela, il primo piano dell’opera ritrae due donne che conversano in un ristorante.

Chop Suey - quadro famoso di Hopper
Chop Suey è uno dei quadri più famosi di Edward Hopper

Descrizione del quadro

La scena di Chop Suey – che potremmo tradurre in italiano come Tagliatelle al sugo – raffigura due donne sedute a un tavolo in un ristorante.

C’è anche un’altra coppia sullo sfondo.

Le uniche caratteristiche mostrate in modo particolarmente dettagliato sono il volto della donna dipinta, il cappotto appeso sopra di lei, la schiena del suo compagno, i lineamenti della coppia sullo sfondo, la teiera sul tavolo, il pannello inferiore della finestra mascherato e l’insegna del ristorante all’esterno.

Queste sono tutte caratteristiche che porterebbero un elemento sensoriale (oltre alla vista) alla memoria dipinta: il ronzio della luce esterna, le voci delle persone sullo sfondo, la consistenza del cappotto, il sapore del tè e l’odore del fumo di sigaretta (tenuta dall’uomo) e la luce confusa dalla finestra mascherata.

Il luogo

La statunitense Gail Levin, storica dell’arte, descrive Chop Suey così:

[…] ricorda il ristorante cinese economico al secondo piano che gli Hopper frequentavano a Columbus Circle.

Ciò potrebbe spiegare l’attenzione primaria sulla donna e la monotonia dell’ambiente circostante.

Se fosse stato un posto che Edward Hopper visitava frequentemente, non ci sarebbe stato motivo di concentrarsi sull’ambiente circostante, ma piuttosto sul momento della scena.

Molto probabilmente la moglie dell’artista, Jo Hopper, anch’ella pittrice posò come modella per le tre figure femminili.

Il proprietario del dipinto era Barney A. Ebsworth (1934-2018). Promise di cederlo al Seattle Art Museum, tuttavia alla sua morte la proprietà rimase nel suo patrimonio. Venne venduto solo nel novembre del 2018, come dicevamo all’inizio, stabilendo un record per un’opera di Hopper.

Il collegamento tra pittura e memoria

Le opere di Edward Hopper sono note per le scene realistiche che trasmettono sentimenti di isolamento e solitudine.

Spesso l’artista descriveva la sua arte come una “trascrizione delle sue impressioni più intime della natura”.

Ciò è interpretabile come il collegamento del processo della pittura a quello della memoria.

Questa idea potrebbe essere ulteriormente descritta in un altro modo: come quando, ad esempio, qualcosa si rifà a una memoria personale; certi dettagli possono essere ricordati, ma tutto ciò che si trova al di fuori del focus primario è uno sfondo vuoto.

Chop Suey cattura proprio questo concetto di memoria.

Fa sì che l’osservatore si concentri su particolari elementi della iconografia sensoriale mentre il contesto narrativo raffigura un tema di isolamento.

Chop Suey: dettaglio dei volti
Il dettaglio dei volti

Analisi, interpretazione e significato dell’opera

Secondo il critico d’arte inglese David Anfam (1955 – 2024), un “dettaglio sorprendente di Chop Suey è che il soggetto femminile si trova di fronte al suo sosia”.

Altri hanno invece sottolineato che non sarebbe stato insolito per due donne indossassare cappelli simili all’epoca (fine anni ’20).

Il soggetto del dipinto è l’interno del bar e non si concentra su una figura specifica.

Come in molte opere di Edward Hopper, di fatto, il dipinto porta a prestare grande attenzione agli effetti della luce sui suoi soggetti.

Si vedano ad esempio i quadri “Nighthawks (Nottambuli)” e “Automat (Tavola calda)“.

Rolf G. Renner, autore del libro biografico “Hopper” afferma che:

parte di ciò di cui parlano i dipinti [di Hopper] è quella morte o decadenza che tutti i dipinti in un certo senso rappresentano, poiché distruggono l’immediatezza della percezione attraverso la trasformazione in un’immagine.

Sebbene la scena di “Chop Suey” si svolga in un ambiente sociale, è prevalente il senso di solitudine.

La donna in verde di fronte allo spettatore è seduta con la sua compagna, ma non sembra interagire con lei.

C’è un’analogia con la coppia sullo sfondo: l’uomo sembra essersi ritirato dalla donna di fronte a cui è seduto.

Ogni figura umana è isolata ed emotivamente distante l’una dall’altra: per ognuna c’è riservatezza.

Ciò è rappresentato e trasmesso all’osservatore grazie ai volti nascosti o oscurati: essi ritraggono un’essenza umana.

Ciò si applica ulteriormente alla donna in dettaglio; anche se abbiamo una visione completa del suo viso, c’è un distacco nei suoi confronti a causa del suo trucco netto ed evidente.

La pelle alabastrina con il fard audace e il labbro dipinto suggeriscono solo l’impressione di una donna, simile a una bambola.

Normalmente nel contesto dello stile dell’epoca, ciò potrebbe essere preso come uno stile alla moda, vivace.

Ma Hopper in “Chop Suey” nega questo: attribuisce al volto della donna lo stesso valore del bianco di altre caratteristiche vuote sullo sfondo. Svuota così la sua essenza umana.

L’osservatore la interpreta come se stesse ascoltando distrattamente anziché stabilire un contatto visivo e interagire, come se non fosse concentrata su ciò che la circonda.

La narrazione dietro un ricordo

L’equilibrio è mantenuto nella sezione centrale del dipinto con la presenza di aree prive di dettagli appena sopra la linea di vista dell’occhio.

Queste aree sono contrassegnate da tratti di pennello più ruvidi.

Lo spazio negativo, privo di dettagli sullo sfondo si aggiunge ulteriormente a questo perché l’occhio semplicemente ci passa sopra e si concentra di più sui dettagli presentati.

Questi spazi sono semplici perché le caratteristiche dello sfondo non vengono memorizzate.

Il “peso” è mantenuto nella presenza di dettagli, contenuti tra le figure ai tavoli, fino ai dettagli nel design del cartello esterno, la giacca appesa e la copertura inferiore della finestra.

Tutto ciò ci dà l’impressione che si possa osservare la scena così come tutti gli aspetti importanti, ignorando il contesto esterno.

Con questo in mente lo spettatore può supporre una narrazione dietro un particolare ricordo personale.

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Blade Runner: breve riassunto del film https://cultura.biografieonline.it/blade-runner/ https://cultura.biografieonline.it/blade-runner/#comments Mon, 09 Sep 2024 15:55:17 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3738 Blade Runner” è un film diretto da Ridley Scott nel 1982, che annovera nel cast Harrison Ford (nei panni del protagonista Deckard), Brion James (nei panni di Leon), Rutger Hauer (nei panni di Roy Batty), Sean Young (nei panni di Rachael), William Sanderson (nei panni di J.F. Sebastian), Joe Turkel (nei panni di Tyrell) e Daryl Hannah (nei panni di Pris).

Blade Runner
Blade Runner

Trama e riassunto del film

Parte I

Los Angeles, anno 2019: negli ultimi decenni, la tecnologia ha consentito di realizzare essere simili in tutto e per tutto agli umani.

Si tratta dei cosiddetti replicanti, caratterizzati da forza fisica e capacità intellettuali alquanto superiori rispetto a quelle degli uomini, destinati a essere usati come schiavi e contraddistinti da una longevità ridotta, di pochi anni.

Capitanati da Roy Batty, sei replicanti – tre maschi e tre femmine – appartenenti al modello più evoluto, sono scappati dalle colonie extramondo e arrivati a Los Angeles in maniera furtiva.

Quindi, hanno provato a penetrare all’interno della Tyrell Corporation, la fabbrica in cui sono stati generati, con l’intento di cambiare la loro data di scadenza che sta per sopraggiungere. Tuttavia, due di loro sono stati catturati dopo essere finiti in un campo elettrico. Tra gli altri quattro, riusciti a scappare, Leon è stato identificato tra i nuovi assunti, ma è fuggito nuovamente colpendo l’agente che stava eseguendo un test di verifica per riconoscere i replicanti.

Rick Deckard, poliziotto che in passato ha fatto parte della squadra speciale Blade Runner, viene richiamato forzatamente in servizio allo scopo di catturare i replicanti in fuga.

Accompagnato dalla collega Gaff, Deckard giunge nell’ufficio di Tyrell per eseguire un test su un replicante modello.

Parte II

Tyrell gli chiede di eseguire il test su una persona, la sua segretaria Rachael; ella, però, si rivela un replicante. Deckard giunge quindi a casa di Leon, dove trova diverse fotografie e una squama.

Leon, intanto, insieme con Roy Batty si trova dal progettista di occhi Hannibal Chew, che lavora per Tyrell.

Minacciato dai replicanti, egli li invita a rivolgersi a un altro progettista genetico, J.F. Sebastian. Nel tragitto verso casa, Deckard è seguito da Rachael, che desidera conoscere la verità a proposito di sé stessa:

è umana o una replicante?

Deckard le spiega che è una replicante, ma lei non appare convinta, visto che ha numerosi ricordi della sua infanzia. Si tratta, però, di semplici innesti mentali.

Intanto la compagna di Roy Batty, la replicante Pris, si fa ospitare nell’appartamento di J.F. Sebastian.

Deckard, nel frattempo, valuta le foto che ha preso dall’appartamento di Leon, e associa alla replicante Zhora la squama: indagando, infatti, viene a sapere che la squama appartiene a un finto serpente usato da una spogliarellista.

Recatosi nel locale di Zhora, la segue nel camerino. Ella, però, scappa per strada: raggiunta da Deckard, viene uccisa.

Il prossimo compito dell’agente sarà quello di ritirare Rachael, che dopo il test è sparita dalla Tyrell.

L’uomo vede la replicante e prova a raggiungerla, ma viene bloccato da Leon, che tenta di ucciderlo.

Interviene a sua volta Rachael, che elimina Leon. Tra Rachael e Deckard inizia una storia d’amore, anche perché la replicante viene nascosta in casa dal poliziotto.

Finale

Pris e Roy Batty, intanto, sono convinti di essere gli unici replicanti rimasti: si recano da Tyrell per domandargli se esista la possibilità di rinviare la loro data di termine.

Ciò non è possibile, però: Roy Batty, quindi, ammazza Tyrell e J.F. Sebastian. Informato del doppio omicidio, Deckard giunge nell’appartamento di J.F. Sebastian, ipotizzando che i due replicanti si sarebbero rifugiati lì dopo i delitti.

L’ipotesi si rivela esatta: Pris attacca Deckard, che la uccide.

Roy Batty, scoperta la morte della compagna, vuole vendicarsi. Saltando – in fuga – da un tetto a un altro, Deckard scivola e rimane sospeso nel vuoto: Roy Batty, però, invece di farlo cadere lo salva.

Poi muore dopo uno dei monologhi più famosi della storia del cinema (“Ne ho viste cose che voi umani…).

Deckard e Rachael, a questo punto, fuggono.

La scena finale rivela che anche il poliziotto è un replicante.

Commento al film

“Blade Runner” rappresenta uno dei film di fantascienza più conosciuti al mondo: è, però, molto più di una pellicola di genere, visto che affronta questioni decisamente più profonde quali l’anelito all’immortalità, la generosità, la paura umana di morire e la debolezza – altrettanto umana – rispetto ad eventi più grandi di noi.

Ispirato liberamente al romanzo di Philip K. Dick “Il cacciatore di androidi”, si caratterizza per le atmosfere innovative, l’ambientazione particolare (luce notturna, dominante blu, penombra artefatta, ambienti urbani sofisticati) e per la colonna sonora di Vangelis, che ha contribuito a rendere “Blade Runner” un vero e proprio cult che ha segnato un punto di svolta nella storia della fantascienza del grande schermo.

Ricco di implicazioni filosofiche (rapporto tra oggetto e soggetto nel pensiero dell’oggetto), richiama il concetto platonico di rapporto biunivoco tra essere e ente, e la sua concezione di mondo delle apparenze esteriore.

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