Quadri famosi https://cultura.biografieonline.it/argomento/arte/quadri-famosi/ Canale del sito Biografieonline.it Wed, 24 Apr 2024 16:42:31 +0000 it-IT hourly 1 Sposalizio della Vergine, opera di Raffaello: analisi e significato https://cultura.biografieonline.it/sposalizio-vergine-raffaello-storia-significato/ https://cultura.biografieonline.it/sposalizio-vergine-raffaello-storia-significato/#respond Wed, 24 Apr 2024 16:36:29 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42014 Immaginate una scena piena di luce e armonia, dove la bellezza e la sacralità si intrecciano in un racconto senza tempo. Questo è ciò che ci offre il dipinto “Sposalizio della Vergine” di Raffaello Sanzio, un capolavoro del Rinascimento italiano che oggi possiamo ammirare nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Storia del quadro

Siamo nel 1504 e Raffaello, un giovane pittore di appena 21 anni, riceve un incarico importante: realizzare una pala d’altare per la chiesa di San Francesco a Città di Castello (Perugia). Il tema scelto è un evento fondamentale della tradizione cristiana: lo sposalizio della Vergine Maria con Giuseppe.

Sposalizio della Vergine (Raffaello)
Sposalizio della Vergine (Raffaello)

La scena

Un tempio circolare in marmo bianco domina la piazza, la sua cupola sormontata da una statua dorata che brilla alla luce del sole. Le linee architettoniche sono perfette, richiamando i modelli classici dell’antica Roma.

Sotto l’arco solenne del tempio, l’evento principale prende vita. Maria, vestita di una tunica bianca e celeste bordata d’oro, e Giuseppe, in una dalmatica rosa con decori dorati, si porgono la mano destra.

I loro volti, sereni e composti, sono incorniciati da capelli castani e biondi.

Negli occhi di Maria si scorge una dolcezza angelica, mentre Giuseppe guarda la sua sposa con amore e rispetto.

Un sacerdote con barba bianca, posto tra loro, unisce le loro mani e benedice l’unione.

Osserva le figure che circondano la coppia.

A sinistra, cinque giovani donne con candele accese vegliano sulla sposa. Le loro vesti candide e i loro veli bianchi simboleggiano la purezza di Maria. I loro sguardi sono rivolti verso la coppia con devozione e partecipazione.

A destra, cinque uomini assistono alla cerimonia. Tra di loro, uno tiene in mano un bastone spezzato: è il segno del suo fallimento nel tentativo di conquistare Maria. Gli altri uomini, con i loro bastoni fioriti, rappresentano i pretendenti respinti. Le loro espressioni sono composte e rassegnate, accettando il volere divino.

La luce

Alza lo sguardo verso il cielo.

Un cielo terso e azzurro si apre sopra la scena, come un immenso mare di serenità.

L’elemento che più di tutti cattura l’attenzione è la luce. Essa proviene da una fonte divina che illumina dall’alto la scena, creando un effetto di grande luminosità e profondità. La luce avvolge i personaggi e sottolinea la loro bellezza ideale, rendendoli quasi divini.

Una luce dorata, quasi divina, illumina il tempio, la piazza e i personaggi.

Presta attenzione ai dettagli.

Sposalizio della Vergine - Raffaello - dettaglio dei personaggi
Il dettaglio dei personaggi centrali

Le decorazioni marmoree del tempio, i ricami dorati sugli abiti, le candele accese nelle mani delle giovani donne: ogni elemento è curato con meticolosa precisione. Raffaello ha utilizzato la tecnica della prospettiva per creare un senso di profondità e dimensione, trasportandoti virtualmente all’interno della scena.

Lasciati avvolgere dall’atmosfera di armonia, bellezza e spiritualità che emana da questo capolavoro.

Ispirazione di valore

L’opera “Sposalizio della Vergine” non è solo un dipinto religioso, ma anche un’opera che celebra l’amore e la purezza.

Raffaello, con il suo stile elegante e armonioso, ci invita a riflettere sui valori più alti dell’animo umano.

Come approcciarsi alla visione di questo quadro

Visitando la Pinacoteca di Brera a Milano per ammirare dal vivo questo quadri si ha l’opportunità di:

  • Viaggiare nel tempo e immergervi nell’atmosfera del Rinascimento italiano.
  • Conoscere un episodio importante della storia della Vergine Maria.
  • Ammirare la bellezza e l’armonia di un capolavoro dell’arte.
  • Riflettere sui valori dell’amore, del rispetto e della purezza.

Interpretazioni

Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio, oltre ad essere un capolavoro di bellezza e armonia, è un’opera ricca di simbolismi e significati che hanno dato vita a diverse interpretazioni nel corso dei secoli.

Principali

Un primo livello di lettura, quello più immediato, è quello religioso.

Il dipinto rappresenta un episodio fondamentale della tradizione cristiana: le nozze tra Maria, madre di Gesù, e Giuseppe. La luce dorata che illumina la scena, proveniente da una fonte divina non visibile, sottolinea la sacralità del momento e la natura divina del bambino che Maria porterà in grembo.

Ad un’analisi più approfondita, emerge un’interpretazione simbolico-allegorica.

I personaggi e gli elementi del dipinto assumono un significato più profondo. Il tempio circolare, ispirato ai modelli classici, può essere visto come simbolo dell’universo o del cosmo, mentre le figure disposte simmetricamente rappresentano l’ordine e l’armonia divina.

I fiori sbocciati sul bastone di Giuseppe simboleggiano la sua scelta divina come sposo di Maria, mentre i bastoni spezzati degli altri pretendenti rappresentano la vanità delle cose terrene.

Alcuni studiosi hanno visto anche un’interpretazione messianica nel dipinto.

La figura di Maria, con il suo abito bianco e azzurro e il velo che le copre il capo, potrebbe rappresentare la Chiesa, mentre Giuseppe, con la sua dalmatica rosa, potrebbe simboleggiare l’umanità. In questa prospettiva, lo sposalizio tra Maria e Giuseppe prefigurerebbe l’unione tra Dio e l’umanità che si realizzerà con l’incarnazione di Gesù.

Altre

Oltre a queste interpretazioni principali, lo Sposalizio della Vergine può essere letto anche a diversi altri livelli.

Alcuni critici hanno visto nel dipinto una celebrazione dell’amore puro e spirituale, mentre altri lo hanno interpretato come un’esaltazione dei valori familiari e della tradizione.

Indipendentemente dall’interpretazione specifica che si sceglie di adottare, lo Sposalizio della Vergine rimane un’opera straordinaria che ci invita a riflettere su temi universali come l’amore, la fede, la speranza e la bellezza.

La sua capacità di suscitare emozioni e di generare nuove interpretazioni nel corso dei secoli è una testimonianza della sua ineguagliabile potenza espressiva.

Il confronto con lo Sposalizio della Vergine del Perugino

Le due versioni dello Sposalizio della Vergine, realizzate da Perugino (1503) e Raffaello (1504), sono opere iconiche del Rinascimento italiano, entrambe incentrate sul tema sacro del matrimonio tra Maria e Giuseppe.

Nonostante condividano lo stesso soggetto e alcuni elementi compositivi, presentano notevoli differenze che riflettono gli stili distinti dei due maestri e la loro evoluzione artistica.

Lo Sposalizio della Vergine - Perugino
Sposalizio della Vergine (Perugino)

Composizione

  1. Perugino: la scena si svolge in un’ampia piazza davanti a un tempio ottagonale, con figure disposte in maniera ordinata e simmetrica. L’architettura domina la composizione, creando un senso di solennità e ieraticità.
  2. Raffaello: la scena è ambientata all’interno di un tempietto a pianta centrale, con figure disposte in modo più dinamico e asimmetrico. L’architettura è più armoniosa e integrata con le figure, creando un senso di maggiore profondità e naturalismo.

Figure

  1. Perugino: Le figure sono idealizzate, con espressioni serene e composte. I panneggi sono fluenti e delicati, i colori tenui e luminosi. La luce è uniforme e diffusa, creando un’atmosfera di pace e spiritualità.
  2. Raffaello: Le figure sono più realistiche, con espressioni più individuali e mosse. I panneggi sono più corposi e definiti, i colori più vivaci e contrastanti. La luce è più direzionale, creando un maggiore senso di volume e profondità.

Stile

  1. Perugino: Lo stile di Perugino è caratterizzato da una linea morbida e continua, da un uso delicato del colore e da una composizione armoniosa. La sua arte è permeata da un senso di serenità e spiritualità.
  2. Raffaello: Lo stile di Raffaello è più maturo e complesso, con una maggiore attenzione all’anatomia, alla prospettiva e alla resa naturalistica. La sua arte è espressione di equilibrio, armonia e bellezza ideale.

Influenza

  1. Perugino: L’opera di Perugino ha avuto una profonda influenza sul giovane Raffaello, che ha assimilato la sua tecnica e il suo stile, per poi svilupparne una versione personale.
  2. Raffaello: Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello è considerato un capolavoro del Rinascimento e ha influenzato generazioni di artisti successivi.

Dati tecnici e ubicazione

  1. Perugino
    • Anno: 1501-1504
    • Tecnica: Olio su tavola
    • Dimensioni: 234×186 cm
    • Luogo: Musée des Beaux-Arts, Caen (Francia)
  2. Raffaello
    • Anno: 1504
    • Tecnica: Olio su tavola
    • Dimensioni: 170×117 cm
    • Luogo: Pinacoteca di Brera, Milano (Italia)

In sintesi

Il confronto tra le due opere di Perugino e Raffaello mette in luce l’evoluzione artistica di Raffaello, che, pur partendo dalla lezione del suo maestro, ha saputo sviluppare un linguaggio pittorico personale, più dinamico, naturalistico e ricco di tensione ideale.

Altri quadri da vedere quando visiti la Pinacoteca di Brera a Milano

Oltre allo Sposalizio della Vergine, la Pinacoteca di Brera ospita una ricca collezione di capolavori che meritano la tua attenzione. Ecco alcuni consigli di seguito.

Rinascimento italiano

  • Pala di Brera di Piero della Francesca: un’opera di straordinaria armonia e compostezza, con una prospettiva impeccabile e una luce delicata che avvolge le figure.
  • Cristo alla Colonna di Donato Bramante: un dipinto intenso e drammatico che rappresenta la sofferenza di Cristo prima della crocifissione.
  • Cena in Emmaus di Caravaggio: un capolavoro del chiaroscuro che raffigura l’incontro tra Gesù e i suoi discepoli dopo la Resurrezione.

Seicento lombardo

Ottocento italiano

  • Il Riposo di Giovanni Fattori: un dipinto realista che raffigura un contadino con i suoi buoi al tramonto, trasmettendo un senso di pace e di armonia con la natura.
  • Enfant gras di Amedeo Modigliani: un ritratto emblematico dello stile di Modigliani, con le sue figure allungate e i colori intensi.
  • L’inondazione di Tranquillo Cremona: un dipinto di grande impatto emotivo che rappresenta la devastazione causata da un’inondazione.

Questi sono solo alcuni dei tanti capolavori che potrai ammirare alla Pinacoteca di Brera. Con le sue 38 sale e oltre 400 opere, il museo offre un viaggio affascinante attraverso la storia dell’arte italiana dal XIV al XX secolo.

Un consiglio: prima di visitare la Pinacoteca, consulta il sito web ufficiale per scoprire le mostre temporanee in corso e per pianificare il tuo percorso.

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Ultima cena: perché è celebre questa opera di Leonardo? https://cultura.biografieonline.it/leonardo-ultima-cena/ https://cultura.biografieonline.it/leonardo-ultima-cena/#comments Fri, 19 Apr 2024 08:29:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5427 L’Ultima cena è uno dei dipinti più famosi e citati di Leonardo. È stato realizzato fra il 1495 e il 1498. La tecnica utilizzata è tempera grossa su intonaco. L’opera misura 460 x 880 cm e si trova nel refettorio di santa Maria delle Grazie a Milano. La tecnica pittorica di Leonardo da Vinci, assolutamente innovativa per l’epoca, consistette nella stesura di colori a tempera posti sopra a due strati di calcina fresca.

Il secondo strato aveva una notevole quantità di gesso, che nel tempo causò diversi problemi all’opera, soprattutto a causa dell’umidità, richiedendo la realizzazione di numerosi progetti di restauro.

Ultima cena, Leonardo da Vinci (1495 - 1498)
L’Ultima cena, uno dei dipinti più noti al mondo. Opera di Leonardo da Vinci

L’immortalità di un momento drammatico

Dopo cinquant’anni dalla realizzazione dell’opera, Giorgio Vasari notava come fosse diventata una macchia indistinta di colori proprio a causa dell’umidità.

I restauri hanno mantenuto l’opera più o meno nel suo stato originario ma hanno anche permesso la scoperta di dettagli dimenticati, come ad esempio gli alimenti presenti sul tavolo, dettagli ritrovati con l’ultimo importante restauro del 1999.

Il dipinto rappresenta l’ultima cena a cui Gesù partecipò con i dodici apostoli. La ricostruzione storica si basa sul Vangelo di Giovanni.

Durante la cena Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi apostoli. Leonardo ritrae questo momento, rappresentando l’esatto istante in cui gli apostoli reagiscono con sconcerto all’annuncio. È un momento drammatico che si ripete all’infinito nella liturgia cristiana e che in questo capolavoro assume una rappresentazione immaginifica immortale.

Le ragioni di un’opera celeberrima

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci è celebre per molteplici ragioni, che la rendono un capolavoro assoluto e una delle opere d’arte più iconiche al mondo. Tra i suoi aspetti più salienti troviamo i seguenti.

Innovazione tecnica e artistica

  • Tecnica: Leonardo sperimentò una nuova tecnica pittorica, la tempera ad olio, che gli permise di ottenere effetti di sfumature e morbidezza senza precedenti, rendendo l’opera incredibilmente realistica.
  • Prospettiva: La scena è costruita con una prospettiva impeccabile, che crea un’illusione di profondità tridimensionale e coinvolge lo spettatore nella scena.
  • Psicologia dei personaggi: Leonardo diede vita ai personaggi rappresentando le loro emozioni e i loro stati d’animo con straordinaria maestria, facendo di quest’opera non solo un dipinto religioso, ma anche un profondo ritratto dell’umanità.

Composizione e iconografia

  • Composizione: I dodici apostoli sono disposti in gruppi di quattro, creando un ritmo armonico e sottolineando le diverse reazioni all’annuncio di Gesù del tradimento di uno di loro.
  • Figura di Cristo: Gesù è posto al centro della scena, in una posizione di calma e serenità, contrapposta all’agitazione degli apostoli. La sua figura irradia luce e dona un senso di pace all’intera composizione.
  • Iconografia: Leonardo reinterpretò la tradizionale iconografia dell’Ultima Cena, scegliendo di rappresentare il momento in cui Gesù rivela il tradimento di Giuda, creando una scena ricca di tensione drammatica.

Significato e influenza

  • Significato religioso: L’opera rappresenta un momento cruciale della storia di Cristo e del cristianesimo, e invita a riflettere sul tema del tradimento, del sacrificio e dell’amore.
  • Influenza artistica: L’Ultima Cena ha avuto un’influenza profonda sulla storia dell’arte, ispirando generazioni di artisti e diventando un modello per la rappresentazione di scene bibliche e non.
  • Valore culturale: L’opera è considerata un capolavoro del Rinascimento italiano e un patrimonio artistico di inestimabile valore, non solo per l’Italia ma per l’intero mondo.

Oltre a questi aspetti principali, l’Ultima Cena è celebre anche per la sua bellezza mozzafiato, la sua complessità simbolica e la sua capacità di suscitare emozioni profonde in chi la osserva. Si può parlare a buon titolo di un’opera capace di suscitare la Sindrome di Stendhal.

Per queste ragioni, l’opera continua ad affascinare e ispirare persone di tutto il mondo, a distanza di secoli dalla sua creazione.

Fattori che hanno contribuito alla sua fama

  • Ubicazione: L’opera si trova nel Cenacolo Vinciano, un convento domenicano a Milano, che è un luogo suggestivo e ricco di storia.
  • Storia: L’opera ha subito una storia travagliata, con restauri e vicissitudini che ne hanno aumentato il fascino e la mistero.
  • Popolarità: L’Ultima Cena è stata oggetto di numerosi studi, pubblicazioni e riproduzioni, diventando un’immagine iconica riconosciuta a livello globale.
  • Riferimenti nella cultura di massa: L’opera è stata citata e omaggiata innumerevoli volte in film, libri, musica e altri media, contribuendo a renderla ancora più famosa e conosciuta.

In definitiva, la fama dell’Ultima Cena è il risultato di una combinazione unica di fattori artistici, storici, culturali e popolari che l’hanno resa un’opera d’arte senza eguali.

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Madonna dei Fusi: storia e significato del quadro di Leonardo https://cultura.biografieonline.it/leonardo-madonna-dei-fusi/ https://cultura.biografieonline.it/leonardo-madonna-dei-fusi/#respond Tue, 16 Apr 2024 19:35:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12228 La Madonna dei Fusi è un’opera di Leonardo da Vinci delle dimensioni di 50,2 x 36,4 cm realizzata a Firenze nel 1501, dopo un’assenza di quasi vent’anni, passati alla corte di Ludovico il Moro a Milano. Il quadro è conservato in una collezione privata a New York. Si tratta in assoluto di una delle immagini sacre più contemplate e autorevoli del pieno Rinascimento.

Leonardo da Vinci: Madonna dei Fusi (1501)
Madonna dei Fusi (Leonardo da Vinci, 1501) • Il quadro fu trafugato da un castello scozzese nel 2003 e ritrovato nel 2007. L’opera rappresenta una delle testimonianze artistiche sacre più affascinanti della produzione artistica di Leonardo e dell’intero Rinascimento.

Questo “quadretto” si attribuisce appunto a Leonardo, grazie ad una lettera scritta da un frate ed inviata a Isabella d’Este. In essa si comunicava che lo stesso Leonardo stava realizzando un “quadrettino” per il segretario del re di Francia Florimond Robertret. Nel dipinto veniva raffigurata la Vergine e il Bambino mentre afferra l’aspo come se fosse una croce, a simboleggiare il suo martirio.

Madonna dei Fusi: analisi del quadro

Nell’opera possiamo notare, in primo piano, la Madonna seduta su una roccia in posizione con le gambe rivolte verso sinistra. Mentre il busto e la testa sono girati verso destra. Ed il Bambino, semi-sdraiato lungo la diagonale, si diverte giocoso e sorridente, tenendo fra le sue manine un aspo (un bastone con due assicelle perpendicolari alle estremità per avvolgervi le matasse di lana filata).

Il gesto fatto dalla Vergine nei confronti del Bambino è a metà tra la sorpresa e la iperprotettività. E’ raffigurato dalla mano della donna che è proiettata in avanti, quasi a voler uscire dall’opera. Il Bambino è intento a guardare e fissare l’aspo con forte intensità quasi come se fosse una croce.

Sullo sfondo, possiamo ammirare l’amplissimo paesaggio, in cui si intravedono un fiume ed una serie di picchi rocciosi in sequenza. Essi coinciderebbero con i Calanchi del Basso Valdarno, vicino alla zona di origine dello stesso artista.

Anche nella Madonna dei Fusi Leonardo da Vinci utilizza come sempre la tecnica dello sfumato per i trapassi di luci e ombre, tipici del suo stile. Esprime così gli stati d’animo e le espressioni spirituali dei soggetti del dipinto.

Anni recenti

Nel 2003 l’opera fu trafugata da un castello scozzese.

Per quattro anni non se ne ebbe più notizia.

Solo nel 2007 venne fortunatamente ritrovata per rendere al panorama artistico rinascimentale una delle testimonianze artistiche sacre più affascinanti dell’opera leonardesca.

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Il cavallo bianco, opera di Gauguin: storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cavallo-bianco/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cavallo-bianco/#respond Mon, 01 Apr 2024 14:11:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12306 E’ il 1898 quando Paul Gauguin dipinge “Il cavallo bianco“, un’opera che in seguito diventerà molto famosa. È il suo secondo soggiorno a Tahiti. E Gauguin ama esplorare i paesaggi selvaggi che circondano i villaggi, in cui spesso trova ristoro.

In quegli anni, Tahiti conserva un paesaggio incontaminato e lussureggiante, dove facilmente si possono incontrare animali allo stato brado, che si muovono liberi nella foresta.

Ciò che Gauguin vede e dipinge, non è solo la realtà del paesaggio o la bellezza della vegetazione, ma una sorta di visione onirica del mondo caraibico.

Il cavallo bianco (Gauguin, 1898)
Paul Gauguin: Il cavallo bianco (1898)

Il cavallo bianco: analisi del quadro

In questo quadro Gauguin dipinge immagini che evocano altre immagini ma che non corrispondono alla realtà: si tratta di una sorta di sogno che riprende però molti aspetti del paesaggio selvatico di cui era un appassionato osservatore. Non si vede il cielo ma solo un albero dai rami intrecciati con a fianco un cavallo che si disseta bevendo da un ruscello. Il corso d’acqua attraversa il dipinto partendo dall’alto e concludendo il suo viaggio in un piccolo laghetto.

Il protagonista del dipinto è il cavallo e il titolo si riferisce al colore del manto che però appare verde per via del riflesso della vegetazione. In primo piano sono visibili anche dei fiori, gigli per lo più, che insieme al disegno dell’albero rendono l’opera ancora più decorativa.

Simbolo spirituale

Il cavallo è un simbolo di spiritualità, rappresenta un passaggio fra la vita e la morte. Il bianco è un colore con importanti valenze spirituali per le popolazioni che abitano quei territori.

Il dipinto è privo di profondità e la posizione del cavallo e dei due cavalieri che cavalcano nudi sui loro destrieri, spostandosi verso l’alto del quadro, evidenziano ancora di più la verticalità dell’opera.

Un altro aspetto importante del quadro sono i colori. La scelta di Gauguin di utilizzare colori così accesi, come il verde della vegetazione e il blu dell’acqua, furono alla base del disappunto del committente dell’opera, che non gradì il fatto che il cavallo avesse un manto verdeggiante.

Invece la scelta del colore è coraggiosa perché rende l’opera ancor più decorativa ma allo stesso tempo la carica di rilevanti significati simbolici, che risaltano anche grazie alla luminosità del colore. E infatti proprio l’utilizzo di questi colori accentua ancor di più il bianco del cavallo e la carnagione dei cavalieri, che si muovono in un contesto di paradisiaca tranquillità.

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Campo di grano con volo di corvi, opera testamento di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/campo-di-grano-corvi-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/campo-di-grano-corvi-van-gogh/#comments Thu, 07 Mar 2024 12:18:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11745 Uno dei dipinti più energici del pittore olandese Vincent van Gogh è, senza dubbio alcuno, Campo di grano con volo di corvi. È un dipinto a olio su tela delle dimensioni di 50,5 cm x 103 cm, che venne realizzato nel luglio del 1890 ed é conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.

L’opera è stata realizzata poco tempo prima del suicidio del pittore olandese. È giudicata dai critici di quel periodo e dai successivi, una sorta di suo testamento spirituale.

Vincent van Gogh: Campo di grano con volo di corvi (1890)
Campo di grano con volo di corvi: quadro celebre di Van Gogh realizzato nel 1890

Analisi e storia del quadro

Nella tela Campo di grano con volo di corvi emerge lo stato d’animo tormentato e angosciato dell’artista. I toni sono cupi, a partire dal cielo che passa dalle tonalità rassicuranti del blu a quelle più decise e scure del blu scuro e del nero.

Creando un’atmosfera che risulta tutt’altro che confortante, fino ad arrivare ad ammirare il funereo volteggiare dello stormo di corvi neri. La tela risulta quindi essere una testimonianza evidente di uno straziante grido di dolore. Le pennellate sono rabbiose e perfino scomposte.

L’artista non intravede nessun futuro per la sua esistenza, anche se la sua anima continua ad ardere di un fuoco divoratore. Van Gogh mette in luce chiaramente il suo stato d’animo e la sua dimensione di sofferenza sulla realtà circostante.

Campo di grano con volo di corvi: il quadro

Una tempesta quasi perfetta sta per colpire un campo di grano attraversato da tre sentieri. Sullo sfondo si intravede uno stormo di corvi neri che si levano in cielo in un basso volo disordinato.

Il campo di grano è devastato dalla forza del vento con intense frustate di colore giallo, mentre il cielo, inizialmente limpido e di colore blu, diventa presto offuscato dall’intenso colore nero delle nubi che si avvicinano sempre più ostili e minacciose. La luminosità del dipinto viene meno grazie all’oscurità del colore nero che, inevitabilmente, prende il sopravvento.

I corvi sono simbolo di brutti presentimenti e oscuri presagi se viene adottata l’interpretazione che considera che i corvi sono in volo verso di sé; al contrario se viene presa in considerazione l’interpretazione per la quale i corvi si stanno allontanando, si percepisce un singolare senso di sollievo.

Tre sentieri e una strada senza uscita

Nel dipinto si possono notare tre sentieri:

  1. il primo nell’angolo in basso a sinistra,
  2. il secondo al centro;
  3. il terzo nell’angolo in basso a destra.

Il viottolo al centro invece consiste in una strada senza via d’uscita, percorsa da una persona, probabilmente lo stesso artista, che non ha una meta ben precisa e non sa dove andare e nemmeno cosa cercare.

Proprio per questo motivo la strada senza uscita simboleggia, senza dubbio, la forte angoscia esistenziale che attanaglia il pittore.

Van Gogh assiste impotente all’evento che si sta verificando sotto i suoi stessi occhi.

Paragonato ad un uccellino in gabbia, descrive in una lettera rivolta a suo fratello Theo nel 1880:

a guardare fuori il cielo turgido, carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità.

L’ultima opera di Van Gogh?

Campo di grano con volo di corvi” fu realizzato da Vincent Van Gogh nel luglio del 1890, due settimane prima di suicidarsi.

Per questo motivo e per l’atmosfera cupa che rappresenta, il dipinto viene considerato l’ultima opera di Van Gogh.

In realtà non è mai stato stabilito con certezza che sia stato l’ultimo dipinto di Van Gogh. Né tanto meno che rappresenti una sorta di saluto alla vita da parte del pittore.

Sappiamo, invece, che venne realizzato fra l’8 e il 9 luglio, dopo che aveva visitato a Parigi il fratello Theo, il quale stava attraversando un momento difficile.

Non sappiamo altro.

Ovviamente, le scarse informazioni hanno alimentato diverse congetture. E’ indubbio, però, che il dipinto sprigioni un’energia che schianta.

Il colore

Il colore travolge la vista e il campo di grano sembra che si animi come fosse un mare in tempesta. Il centro del dipinto è l’apice di questo terremoto di colore, dove l’angoscia e la rabbia sconvolgono tutta l’immagine.

Uno stormo di corvi vola basso sul campo. Come vuole l’interpretazione più comune dei dipinti di Van Gogh, la presenza dei corvi e l’assenza di fiori e di uomini, simboli di speranza, determina un senso di soffocamento e di inquietudine.

Non c’è, quindi, più speranza e non c’è più nemmeno quella passione per la vita che aveva portato Van Gogh a superare il confine, il limite per poi precipitarlo nella pazzia.

E infatti, tutto sembra precipitare. La percezione è quella di un crollo immediato del cielo e di un’esplosione del terreno. Le pennellate spesse e agitate, che si intersecano fra loro, fanno intuire uno sfogo e un desiderio che tutto esploda.

La prospettiva

Anche la prospettiva, che si ingrandisce sempre più, sembra porre in movimento il dipinto. Si ha la sensazione che debba esplodere da un momento all’altro. La sua pittura ha raggiunto un nuovo livello interpretativo. E’ pura azione sulla tela.

Commento

Van Gogh cerca con sempre maggiore forza e intensità di interpretare la realtà.

Non solo le sue sensazioni trovano vita attraverso il colore. Vi è anche la ricerca disperata di racchiudere in un’opera la realtà stessa come appare al di là di ciò che vediamo. Per questo motivo, la sua pittura influenzerà gli espressionisti e il movimento fauve.

Per me, non è un testamento ma solo la dimostrazione del livello altissimo al quale il pittore era arrivato. La consapevolezza di ciò che vede e di ciò che è non ha uguali. Per questo motivo, molti dei suoi dipinti non smettono di ossessionare.

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La Grenouillère: analisi dell’opera di Renoir https://cultura.biografieonline.it/la-grenouillere-renoir/ https://cultura.biografieonline.it/la-grenouillere-renoir/#respond Fri, 23 Feb 2024 20:48:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39781 La Grenouillère è il titolo di un’opera di Pierre-Auguste Renoir. Si tratta di un olio su tela realizzato nel 1869. Misura 66 x 81 centimetri.

Il dipinto è custodito in Svezia a Stoccolma, presso il Nationalmuseum (Museo nazionale di belle arti).

La Grenouillère - Renoir
La Grenouillère (Renoir)

La Grenouillère: analisi del dipinto

Il soggetto che Renoir realizza si ispira ad un luogo, la Grenouillère. E’ un angolo di Parigi, sulle rive della Senna frequentato soprattutto dalla borghesia parigina. Si tratta di uno stabilimento balneare collocato sull’isolotto di Croissy, piccola emergenza insulare del fiume.

La Grenouillère - foto d'epoca del 1885
Croissy-sur-Seine: foto d’epoca del 1885 circa

In questo dipinto si può osservare come Renoir usi un cromatismo vivo e forte che regala all’opera un’atmosfera vivace ed allegra.

Renoir usa dipingere sulla tela macchie di colore piccole e decise che definiscono le figure, conferendogli morbidi contrasti; questi servono a distinguere le figure dallo sfondo con un equilibrio proporzionato.

Infatti il pittore, da autentico impressionista, elimina il nero dalla sua tavolozza: forma i toni più scuri sfruttando ricche gradazioni attraverso gamme di colori scuri.

La Grenouillère - Renoir - dettaglio del quadro
Dettaglio centrale del quadro

Nel quadro La Grenouillère, qui analizzato, il movimento dell’acqua – che rappresenta una costante nei dipinti degli impressionisti – è realizzato utilizzando ricche gradazioni cromatiche. Ciò permette di dare all’opera una grande vivacità, tale da conferirle un aspetto non solo vivace ma anche dinamico.

Renoir e Monet

Sui dipinti, l’artista impressionista diceva:

Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio.

Questo quadro risale al periodo del fecondo sodalizio artistico tra Renoir e l’amico Claude Monet (dell’amico Monet dipinse un ritratto nel 1875). Anche quest’ultimo dipinse lo stesso luogo nello stesso anno.

La Grenouillère - Monet
La Grenouillère, quadro di Monet (1869). Il dipinto è conservato presso il Metropolitan Museum of Art (The Met) di New York

Una nota scritta di Monet datata 25 settembre 1869 riporta:

Ho un sogno, un dipinto, i bagni de La Grenouillère, per i quali ho fatto dei brutti schizzi, ma è solo un sogno. Anche Renoir, che ha appena trascorso due mesi qui, vuole fare questo dipinto.

Esistono poi altri 2 quadri degli stessi 2 artisti datati 1869:

  • Renoir, La Grenouillère: conservato a Winterthur, in Svizzera (Oskar Reinhart Collection);
  • Monet, Bagnanti a La Grenouillère: conservato presso la National Gallery di Londra.

Curiosità sull’opera

Di quest’opera realizzata da Renoir esiste una riproduzione molto curiosa realizzata dal pittore Stefano Busonero riprodotta nel globo terracqueo di una moneta da due centesimi di Euro.

La Grenouillère - Busonero - 2 eurocent
Dettaglio della riproduzione di Stefano Busonero su una monetina di rame da 2 centesimi di Euro

Busonero risiede a Porto Santo Stefano e realizza opere microscopiche dei grandi maestri del passato con misure che si aggirano intorno al millimetro quadrato di superficie. Sono miniature che richiedono l’utilizzo della lente di ingrandimento per essere ben osservate.

La Grenouillère - pubblicità dell'epoca
Cartolina pubblicitaria d’epoca
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Margot (o Donna imbellettata), quadro famoso di Pablo Picasso https://cultura.biografieonline.it/margot-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/margot-picasso/#respond Wed, 03 Jan 2024 09:07:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4919 Margot o Donna imbellettata è un quadro dipinto da Pablo Picasso nel 1901. L’opera è nota anche come L’attesa (La Espera, in spagnolo) o Prostituta con una mano sulla spalla.

Breve storia del quadro

Si tratta di un olio su cartone che misura 69,5 x 57 cm, attualmente conservato al Museu Picasso di Barcellona. È un quadro meravigliosamente intenso che coniuga stili e influenze diverse. Prima di tutto si nota l’influenza di Toulouse-Lautrec, non solo dal punto di vista dello stile ma anche nella scelta dei temi.

Margot o Donna Imbellettata - Pablo Picasso - 1901
Margot o Donna Imbellettata – Pablo Picasso – 1901- Titolo originale: La espera

Infatti, Picasso in questo periodo rappresenta scene di vita notturna della Parigi di inizio secolo; un mondo affascinante e pieno di contraddizioni in cui il fascino per la trasgressione e la voglia di divertirsi si mischiava spesso a solitudine, disagio e tristezza.

La tecnica

Tuttavia la tecnica pittorica utilizzata da Picasso è diversa, non realizza pieni cromatici bensì tocchi di colore che in parte vengono grattati via dalla tela per dare al quadro una forza espressiva diversa e meno intensa.

Vedere il dipinto dal vivo è un’esperienza unica, l’accostamento dei colori crea un’opposizione di toni che ricorda lo stile di Van Gogh.

Picasso in questo periodo comincia a ricevere un vero e importante riscontro al suo lavoro e le sue scelte pittoriche si legano agli ambienti fumosi dei caffè e delle sale da ballo, in cui può sperimentare la sua capacità come ritrattista che evolverà in generi e stili diversi ma che in questo quadro mostrano il suo talento pittorico e la sua straordinaria capacità di caratterizzare i volti.

Donna imbellettata - Picasso dettaglio del volto
Espera (Donna imbellettata) – dettaglio del volto

La solitudine, la sofferenza e il dolore, accompagnati da toni cupi, saranno protagonisti dei quadri di questo periodo incredibilmente carico di aspettative, mentre si chiude l’Ottocento e inizia il XX secolo.

Analisi dell’opera e commento video

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La valorosa Temérairé, celebre quadro di William Turner: descrizione e storia https://cultura.biografieonline.it/turner-valorosa-temeraire/ https://cultura.biografieonline.it/turner-valorosa-temeraire/#comments Fri, 01 Dec 2023 15:11:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13171 Uno dei più grandi pittori del Romanticismo è William Turner, pittore della luce. Una luce che abbaglia, che sembra quasi sovrannaturale e travolge in una dimensione emotiva fortissima, in cui chi osserva le sue opere si sente trascinato in un’altra dimensione. Turner è il pittore della luce immaginata e rappresentata come un mezzo per rivelare, mostrare e far vedere un’altra dimensione della realtà, anche se i suoi quadri sono straordinariamente realistici.

La valorosa Téméraire
La valorosa Téméraire (The Fighting Temeraire) – olio su tela (90,7×102,6 cm) – William Turner. Databile al 1838-1839 il quadro è conservato nella National Gallery di Londra.

Un esempio è il magnifico dipinto “La valorosa Temérairé” realizzato nel 1839, quando Turner già cominciava ad intraprendere il tratto finale della sua carriera e della sua vita; eppure il quadro è un capolavoro, proprio perché esprime una scena triste ma piena di splendore.

La valorosa Temérairé: breve storia e analisi del quadro

La Temérairé era stata la nave più importante della flotta britannica nella battaglia di Trafalgar, in cui l’ammiraglio Nelson perse la vita. E fu proprio la Temérairé a difendere la Victory, nave ammiraglia da cui Nelson, prima di morire, comandò la vittoria contro gli spagnoli.

Malgrado questo illustre passato, nel 1830 la nave fu trasportata verso la demolizione e le fu rifiutata la possibilità di issare la bandiera inglese, dimenticata verso un triste declino. Turner assistette alla scena e ne memorizzò il momento, trasformandolo in un tripudio di oro e rosso.

William Turner
Un autoritratto di William Turner (1798)

La scena: come una fotografia

È un saluto commosso alla vecchia nave che, come un fantasma, viene trascinata da un pachiderma nero, una delle navi moderne, il rimorchiatore a vapore, che proprio a causa del vapore aveva decretato la vetustà dell’eroico veliero.

E, mentre il rimorchio trascina la nave fantasma, assistiamo ad una scena in movimento. Possiamo immaginare il percorso che il rimorchiatore farà insieme al suo triste carico, fino al luogo dello smaltimento.

William Turner con il suo dipinto “La valorosa Temérairé” ci regala una fotografia impareggiabile, in cui la luce accompagna l’emozione di osservare la nave scivolare verso il suo ultimo viaggio.

I colori

Il bianco del veliero, il nero del rimorchiatore e l’oro e il giallo del cielo mescolati al rosso del tramonto che si riflettono sull’acqua, suscitano una scena epica e tragica che commuove e affascina allo stesso tempo. Turner è totalmente immerso nella realizzazione di quest’opera, che rappresenta il declino di un’esistenza, il suo precipitare, malgrado il passato glorioso, nel nulla dell’oblio.

Una curiosità: è il quadro davanti al quale, nel film “Skyfall” (2012), James Bond incontra Q, il nuovo addetto all’approvvigionamento.

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Las Meninas: storia, curiosità e commento del quadro di Velázquez https://cultura.biografieonline.it/las-meninas-velazquez/ https://cultura.biografieonline.it/las-meninas-velazquez/#comments Mon, 06 Nov 2023 14:51:24 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4653 Las Meninas è uno dei capolavori di Diego Velázquez e uno dei quadri più enigmatici della storia dell’arte. Su di esso sono state argomentate e proposte moltissime interpretazioni.

Il dipinto fu realizzato tra il 1656 e il 1657.

Molti artisti, in omaggio a questo straordinario quadro, ne hanno dato una loro propria versione. Come ad esempio Salvador Dalì, Francisco Goya, Edouard Manet e naturalmente Pablo Picasso; quest’ultimo ha realizzato ben 58 versioni del quadro trasportandolo, dal punto di vista pittorico, dal XVII secolo alla contemporaneità.

Velazquez, Las Meninas (1656) - olio su tela, 318×276 cm - Museo del Prado, Madrid
Velázquez, Las Meninas (1656) – olio su tela, 318×276 cm – Museo del Prado, Madrid

Analisi e descrizione dell’opera

Il dipinto Las Meninas nella sua perfezione cromatica e geometrica ad una prima osservazione non appare per nulla misterioso.

La sua descrizione è semplice.

All’interno di una delle stanze del palazzo reale dell’Alcázar, adibita a studio del grande pittore, viene rappresentata l’erede al trono, Margherita, accompagnata dal suo seguito.

Il gruppo è composto dalla damigella d’onore che si piega verso la principessa, la dama d’onore posta dietro a Margherita, sulla destra di chi guarda, e i due nani di corte.

Sulla sinistra appare Diego Velázquez stesso. Egli è in piedi con pennello e tavolozza, intento a dipingere; sulla destra e più indietro rispetto alla prima fila di persone appaiono un’altra dama d’onore e un uomo della corte. In fondo sono appesi alcuni quadri dipinti dal genero di Velazquez e raffiguranti le metamorfosi di Ovidio; accanto a questi quadri e posto vicino alla porta è appeso uno specchio in cui sono riflessi i regnanti, genitori della principessa.

In mezzo alla porta, in piedi su una scala è ritratto il ciambellano della regina.

Las Meninas - Velazquez - dettaglio
Il dettaglio dei personaggi

Le possibili interpretazioni

Il quadro ha suscitato fin da subito diversi quesiti.

  • Perché vi compare anche Velázquez e che cosa sta dipingendo?
  • Qual è stata la sua esatta posizione nella stanza?
  • La coppia reale dov’è collocata per comparire riflessa in quello specchio?

L’interpretazione più immediata e comune identifica l’opera come se fosse l’istantanea di un momento di vita della corte: Velázquez sta ritraendo la coppia reale che si trova di fronte a lui e la principessa, insieme al suo seguito, è venuta a vedere l’opera.

Diego Velazquez
Diego Velazquez

Altre interpretazioni vedono, invece, nel quadro una simbologia nascosta, come se il pittore avesse voluto inserire nella rappresentazione idee e concetti al di fuori della semplice oggettiva raffigurazione.

Queste teorie vedono nel pittore la volontà intellettuale di dipingere la famiglia reale con una strategia precisa, identificando simbologie e idee metafisiche o intellettualistiche dietro alle posizioni degli astanti.

Inoltre la presenza del pittore sembra ingombrante e si trova con una certa forza espressiva in mezzo alla famiglia reale.

Perché?

Ha trasgredito l’etichetta?

Velázquez era comunque un uomo importante molto vicino al re e quest’ultimo pare fosse molto soddisfatto dell’opera.

È possibile anche che il quadro fosse, nelle intenzioni dell’autore, un tributo alla pittura e in particolare alla ritrattistica, dipingendo un quadro che spiegasse come si dipinge un quadro. Sarebbe in tal senso una celebrazione della sua arte rendendo lui stesso e il suo dipinto immortali.

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L’Arrivo di Maria de’ Medici a Marsiglia (quadro di Rubens) https://cultura.biografieonline.it/rubens-maria-de-medici-marsiglia/ https://cultura.biografieonline.it/rubens-maria-de-medici-marsiglia/#respond Fri, 03 Nov 2023 10:51:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17239 Quando la storia entra a far parte dell’arte e l’arte della storia, i motivi che conducono alla ricerca e allo studio di un capolavoro di questa portata sono innumerevoli ed impossibili da elencare. Il fascino della genialità e la ricompensa in termini di fama e prestigio condussero la storia di Pieter Paul Rubens (1577 – 1640) sulle strada di conquista del cuore di Francia. Citato dal Bellori (1613 – 1696) nella forma italianizzata di Pietro Rubens, il pittore fiammingo della corte di Francia, elaborò, intorno al 1620, ventuno tele per celebrare il destino e le sorti di Maria de’ Medici (1575 – 1642), moglie di Enrico IV (1553 – 1610). L'”Arrivo di Maria de’ Medici a Marsiglia” rientra nel ciclo dei dipinti celebrativi della gloria regia, motivo encomiastico che ben si presta all’uso delle allegorie mitologiche tipiche del vocabolario artistico di Rubens.

L'Arrivo di Maria de' Medici a Marsiglia (quadro di Rubens)
L’arrivo della regina a Marsiglia: l’evento ebbe luogo il 3 novembre 1600. Rubens dipinse questo quadro tra il 1622 e il 1625. La tela misura 394×295 cm ed è conservata a Parigi, presso il Louvre.

Il tema riporta alla memoria lo storico sbarco di Maria de’ Medici a Marsiglia, avvenimento che venne accolto con entusiasmo dalla nobiltà francese e che definì le sorti future della corte borbonica.

La genesi del dipinto “Arrivo di Maria de’ Medici a Marsiglia”

“Nel fine dell’anno MDCXX. la regina madre (Maria de’ Medici) essendo tornata a Parigi, dopo l’aggiustamento con il Re Luigi suo figliolo, si propose di adornare la nuova fabbrica del suo palazzo di Lucemburgo, e fra le altre cose di dipingere la Galleria. Al quale effetto per la fama, che in Francia correva del Rubens, fu egli chiamato, e si trasferì a Parigi, onorato, e liberalissimamente trattato. Il soggetto fu la vita di essa Regina Maria, moglie di Enrico Quarto, cominciando dalla nascita sino alla pace, e reintegrazione col figliuolo, dopo la ritirata a Blois. E perché quella Galleria è situata in modo, che dall’uno e dell’altro lato, riguarda nel giardino con dieci finestre per lato, collocò nei vani infraposti le storie tra una finestra e l’altra, che sono in tutto ventuno quadri ad olio, alti dodici piedi, e nove larghi; cioè dieci quadri per lato, ed uno in testa, i quali il Rubens dipinse in Anversa con poetiche invenzioni, corrispondenti alla grandezza della Regina” (BELLORI).

Il pittore, servendosi di un impianto allegorico di tipo mitologico, portò sulla tela le più note vicende storiche legate alla figura della regina di Francia Maria de’ Medici con lo scopo di glorificarne il ricordo, mettendo in evidenza la maestria nella conquista del prestigio di una giovane donna alla corte di Francia.

Con la reggenza napoleonica il palazzo del Lussemburgo venne riqualificato come sede del Senato, con ciò le tele furono trasferite nel museo del Louvre dove, agli inizi del XX secolo, furono collocate in una sala espositiva appropriata.

I protagonisti: l’arte e la storia

Il matrimonio tra Enrico IV di Borbone e Maria de’ Medici si concretò sotto il segno dell’opportunismo politico: la ricchezza della famiglia de’ Medici portò alla riconosciuta qualifica di “banchieri di Francia”, condizione che volgeva con gran favorevolezza all’indebolita corona francese. Una dote di 600.000 scudi d’oro assunse le fattezze di un matrimonio vantaggioso quanto infelice, un guadagno netto per il regnante di Francia che vedeva in siffatto modo estinguere l’enorme debito contratto nei confronti delle banche medicee, e che nell’immediatezza comportava un rimpolpamento consistente dei forzieri reali.

Il matrimonio fu suggellato, nel marzo del 1600, con la firma del contratto matrimoniale; la celebrazione ufficiale nelle nozze si protrasse per tre mesi sia in Francia sia in Toscana per concludersi in fine a Firenze dove, in assenza del re, il “favori des rois” Roger II de Saint – Lary de Bellegarde (1562 – 1646) colmò l’assenza regale “sposando”, il 5 ottobre del 1600, la poco più che ventenne Maria de’ Medici, nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Maria de' Medici
Maria de’ Medici

Dopo le nozze per procura Maria de’ Medici lasciò Firenze per Livorno, imbarcandosi per Marsiglia il 23 ottobre dello stesso anno, raggiunse la meta francese il terzo giorno di novembre.

Maria de’ Medici

L’arrivo della futura regina di Francia fu accolto con gaudio dai vertici dell’aristocrazia marsigliese rappresentati da Antoinette de Pons (1570 – 1632), marchesa di Guercheville e dama d’onore scelta di Maria de’ Medici.

L’arrivo in Francia della rampolla de’ Medici segnò l’inizio di una lunga serie di avvenimenti legati alla vita intima e regale della giovane sposa di Enrico IV, la quale seppe combinare l’arguzia del suo ingegno a vantaggio di una politica demolente e ostacolante di un potere femminile in ascesa.

La giovane de’ Medici seppe conquistare l’agognato scettro resistendo alle riluttanze della figura coniugale e all’opportunismo avventato del Duca di Richelieu (1585 – 1642) che lei stessa appoggiò nell’avanzamento cardinalizio del 1622.

Maria de’ Medici fu una donna scaltra, nascondendo nel corpo femmineo il cuore di un grande sovrano seppe guardare con affetto ogni forma d’arte, tanto da sviluppare questa sua passione in forme di amicizia con chi era in grado di comprenderne il gusto sontuoso e di assecondarne la vanità; consolidò un forte rapporto di amicizia con Rubens, con cui trascorse da esule gli ultimi anni della sua vita e per cui essa provava la profonda gratitudine per l’eternità che il pittore l’aveva donato grazie alla serie di dipinti dedicati alla sua persona.

Il 1642 fu un anno particolarmente significativo per le sorti dei sovrani di Francia: in seguito alla morte di Maria a Colonia e di Luigi XIII, salì sul trono di Francia Luigi XIV, il “Re sole”, il quale si raffigurò come il protagonista di una nuova e densa fase della storia nazionale.

Note tecniche e descrittive del quadro

Nella tela nota come l’ “Arrivo di Maria de’ Medici a Marsiglia” Rubens rappresentò in chiave del tutto mitologica lo sbarco di Maria de’ Medici al porto di Marsiglia.

Il Bellori nelle “Vite dei pittori, scultori ed architetti moderni” presenta una lunga lista descrittiva sulle “Immagini della Regina Maria, moglie del re Enrico IV. Dipinte nella Galleria di Lucemburgo”, dove la tela sopracitata viene descritta come la sesta di ventuno tele:

“Vedesi dopo lo sbarco al porto di Marsilia, figuratavi la Francia; il Vescovo, che va incontro a ricevere la Regina nel baldacchino sopra un ponte di barche riccamente adorno. Scorre in aria la Fama, e con la tromba annunzia a’ popoli la sua venuta, e seco Tritone nel mare suona la buccina con Nettuno, e le Sirene, restando nel porto le galere del Pontefice, e di Fiorenza, con quelle di Malta, scorgendosi sopra la più ricca d’oro, un cavaliere vestito di nero con la Croce bianca; ed allo sparo de’ cannoni lampeggia di lieta caligine il cielo” (BELLORI).

Come è possibile dedurre da questo breve estratto, le allegorie sono assai numerose, di fatti, il nobile corteo, preceduto dall’impersonificazione della Fama, è a sua volta accolto da due donne rappresentanti la Francia e la città di Marsiglia.

L’uso di tali ingegnosi accorgimenti allegorici trova la sua ragione principale nella necessità di non disturbare la sensibilità della giovane sovrana, il cui carattere irascibile e orgoglioso preoccupava e allarmava chiunque avesse l’onore di conoscerla di persona.

Osservando la tela si coglie immediatamente l’invisibile linea di demarcazione che separa la scena in due parti ben distinte, inganno ben reso grazie alla presenza grafica della passerella della nave posta esattamente al centro della quinta.

Sirene (dettaglio del quadro: Arrivo della regina a Marsiglia)
Un dettaglio del quadro “Arrivo di Maria de’ Medici a Marsiglia”: le sirene. Il loro colore candido è in netto contrasto con quello dei drappi rossi.

Commento

La dinamicità nella solennità è resa percepibile dalle sirene e dai tritoni che, nudi e spogliati dall’umana civiltà, ondeggiano tra le agitate onde del porto di Marsiglia, in un perenne conflitto con la soffice eleganza dell’agiata vita di corte che invece domina la scena terrestre.

Come in un palcoscenico oltraggiato da una scenografia troppo grezza e soffocante, lo sbarco è rappresentato nel tripudio di un’ imponente resa di dettagli e personaggi nobilmente abbigliati, condizione che non intralciò l’ impeto espressivo del pittore fiammingo che seppe in egual misura creare

“meravigliosi effetti di leggerezza, soprattutto con la stesura mobile e veloce della materia pittorica, peraltro sempre tipica della sua foga espressiva” (DAVERIO).

Un secondo evidente contrasto emerge chiaramente nell’uso di colori fortemente antitetici: il rosso dei drappi, ad esempio, crea un leggiadro effetto di risalto da quel “candore madreperlaceo” che invece caratterizza le blasonate stoffe oppure i corpi torniti delle seducenti sirene.

Note Bibliografiche
G. P. Bellori, Vite dei pittori, scultori ed architetti moderni, Niccolò Capurro, Pisa, MDCCCXXI
P. Daverio, Louvre, Scala, Firenze, 2016

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