Arte Archivi - Cultura https://cultura.biografieonline.it/argomento/arte/ Canale del sito Biografieonline.it Wed, 24 Apr 2024 16:42:31 +0000 it-IT hourly 1 Sposalizio della Vergine, opera di Raffaello: analisi e significato https://cultura.biografieonline.it/sposalizio-vergine-raffaello-storia-significato/ https://cultura.biografieonline.it/sposalizio-vergine-raffaello-storia-significato/#respond Wed, 24 Apr 2024 16:36:29 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42014 Immaginate una scena piena di luce e armonia, dove la bellezza e la sacralità si intrecciano in un racconto senza tempo. Questo è ciò che ci offre il dipinto “Sposalizio della Vergine” di Raffaello Sanzio, un capolavoro del Rinascimento italiano che oggi possiamo ammirare nella Pinacoteca di Brera a Milano.

Storia del quadro

Siamo nel 1504 e Raffaello, un giovane pittore di appena 21 anni, riceve un incarico importante: realizzare una pala d’altare per la chiesa di San Francesco a Città di Castello (Perugia). Il tema scelto è un evento fondamentale della tradizione cristiana: lo sposalizio della Vergine Maria con Giuseppe.

Sposalizio della Vergine (Raffaello)
Sposalizio della Vergine (Raffaello)

La scena

Un tempio circolare in marmo bianco domina la piazza, la sua cupola sormontata da una statua dorata che brilla alla luce del sole. Le linee architettoniche sono perfette, richiamando i modelli classici dell’antica Roma.

Sotto l’arco solenne del tempio, l’evento principale prende vita. Maria, vestita di una tunica bianca e celeste bordata d’oro, e Giuseppe, in una dalmatica rosa con decori dorati, si porgono la mano destra.

I loro volti, sereni e composti, sono incorniciati da capelli castani e biondi.

Negli occhi di Maria si scorge una dolcezza angelica, mentre Giuseppe guarda la sua sposa con amore e rispetto.

Un sacerdote con barba bianca, posto tra loro, unisce le loro mani e benedice l’unione.

Osserva le figure che circondano la coppia.

A sinistra, cinque giovani donne con candele accese vegliano sulla sposa. Le loro vesti candide e i loro veli bianchi simboleggiano la purezza di Maria. I loro sguardi sono rivolti verso la coppia con devozione e partecipazione.

A destra, cinque uomini assistono alla cerimonia. Tra di loro, uno tiene in mano un bastone spezzato: è il segno del suo fallimento nel tentativo di conquistare Maria. Gli altri uomini, con i loro bastoni fioriti, rappresentano i pretendenti respinti. Le loro espressioni sono composte e rassegnate, accettando il volere divino.

La luce

Alza lo sguardo verso il cielo.

Un cielo terso e azzurro si apre sopra la scena, come un immenso mare di serenità.

L’elemento che più di tutti cattura l’attenzione è la luce. Essa proviene da una fonte divina che illumina dall’alto la scena, creando un effetto di grande luminosità e profondità. La luce avvolge i personaggi e sottolinea la loro bellezza ideale, rendendoli quasi divini.

Una luce dorata, quasi divina, illumina il tempio, la piazza e i personaggi.

Presta attenzione ai dettagli.

Sposalizio della Vergine - Raffaello - dettaglio dei personaggi
Il dettaglio dei personaggi centrali

Le decorazioni marmoree del tempio, i ricami dorati sugli abiti, le candele accese nelle mani delle giovani donne: ogni elemento è curato con meticolosa precisione. Raffaello ha utilizzato la tecnica della prospettiva per creare un senso di profondità e dimensione, trasportandoti virtualmente all’interno della scena.

Lasciati avvolgere dall’atmosfera di armonia, bellezza e spiritualità che emana da questo capolavoro.

Ispirazione di valore

L’opera “Sposalizio della Vergine” non è solo un dipinto religioso, ma anche un’opera che celebra l’amore e la purezza.

Raffaello, con il suo stile elegante e armonioso, ci invita a riflettere sui valori più alti dell’animo umano.

Come approcciarsi alla visione di questo quadro

Visitando la Pinacoteca di Brera a Milano per ammirare dal vivo questo quadri si ha l’opportunità di:

  • Viaggiare nel tempo e immergervi nell’atmosfera del Rinascimento italiano.
  • Conoscere un episodio importante della storia della Vergine Maria.
  • Ammirare la bellezza e l’armonia di un capolavoro dell’arte.
  • Riflettere sui valori dell’amore, del rispetto e della purezza.

Interpretazioni

Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello Sanzio, oltre ad essere un capolavoro di bellezza e armonia, è un’opera ricca di simbolismi e significati che hanno dato vita a diverse interpretazioni nel corso dei secoli.

Principali

Un primo livello di lettura, quello più immediato, è quello religioso.

Il dipinto rappresenta un episodio fondamentale della tradizione cristiana: le nozze tra Maria, madre di Gesù, e Giuseppe. La luce dorata che illumina la scena, proveniente da una fonte divina non visibile, sottolinea la sacralità del momento e la natura divina del bambino che Maria porterà in grembo.

Ad un’analisi più approfondita, emerge un’interpretazione simbolico-allegorica.

I personaggi e gli elementi del dipinto assumono un significato più profondo. Il tempio circolare, ispirato ai modelli classici, può essere visto come simbolo dell’universo o del cosmo, mentre le figure disposte simmetricamente rappresentano l’ordine e l’armonia divina.

I fiori sbocciati sul bastone di Giuseppe simboleggiano la sua scelta divina come sposo di Maria, mentre i bastoni spezzati degli altri pretendenti rappresentano la vanità delle cose terrene.

Alcuni studiosi hanno visto anche un’interpretazione messianica nel dipinto.

La figura di Maria, con il suo abito bianco e azzurro e il velo che le copre il capo, potrebbe rappresentare la Chiesa, mentre Giuseppe, con la sua dalmatica rosa, potrebbe simboleggiare l’umanità. In questa prospettiva, lo sposalizio tra Maria e Giuseppe prefigurerebbe l’unione tra Dio e l’umanità che si realizzerà con l’incarnazione di Gesù.

Altre

Oltre a queste interpretazioni principali, lo Sposalizio della Vergine può essere letto anche a diversi altri livelli.

Alcuni critici hanno visto nel dipinto una celebrazione dell’amore puro e spirituale, mentre altri lo hanno interpretato come un’esaltazione dei valori familiari e della tradizione.

Indipendentemente dall’interpretazione specifica che si sceglie di adottare, lo Sposalizio della Vergine rimane un’opera straordinaria che ci invita a riflettere su temi universali come l’amore, la fede, la speranza e la bellezza.

La sua capacità di suscitare emozioni e di generare nuove interpretazioni nel corso dei secoli è una testimonianza della sua ineguagliabile potenza espressiva.

Il confronto con lo Sposalizio della Vergine del Perugino

Le due versioni dello Sposalizio della Vergine, realizzate da Perugino (1503) e Raffaello (1504), sono opere iconiche del Rinascimento italiano, entrambe incentrate sul tema sacro del matrimonio tra Maria e Giuseppe.

Nonostante condividano lo stesso soggetto e alcuni elementi compositivi, presentano notevoli differenze che riflettono gli stili distinti dei due maestri e la loro evoluzione artistica.

Lo Sposalizio della Vergine - Perugino
Sposalizio della Vergine (Perugino)

Composizione

  1. Perugino: la scena si svolge in un’ampia piazza davanti a un tempio ottagonale, con figure disposte in maniera ordinata e simmetrica. L’architettura domina la composizione, creando un senso di solennità e ieraticità.
  2. Raffaello: la scena è ambientata all’interno di un tempietto a pianta centrale, con figure disposte in modo più dinamico e asimmetrico. L’architettura è più armoniosa e integrata con le figure, creando un senso di maggiore profondità e naturalismo.

Figure

  1. Perugino: Le figure sono idealizzate, con espressioni serene e composte. I panneggi sono fluenti e delicati, i colori tenui e luminosi. La luce è uniforme e diffusa, creando un’atmosfera di pace e spiritualità.
  2. Raffaello: Le figure sono più realistiche, con espressioni più individuali e mosse. I panneggi sono più corposi e definiti, i colori più vivaci e contrastanti. La luce è più direzionale, creando un maggiore senso di volume e profondità.

Stile

  1. Perugino: Lo stile di Perugino è caratterizzato da una linea morbida e continua, da un uso delicato del colore e da una composizione armoniosa. La sua arte è permeata da un senso di serenità e spiritualità.
  2. Raffaello: Lo stile di Raffaello è più maturo e complesso, con una maggiore attenzione all’anatomia, alla prospettiva e alla resa naturalistica. La sua arte è espressione di equilibrio, armonia e bellezza ideale.

Influenza

  1. Perugino: L’opera di Perugino ha avuto una profonda influenza sul giovane Raffaello, che ha assimilato la sua tecnica e il suo stile, per poi svilupparne una versione personale.
  2. Raffaello: Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello è considerato un capolavoro del Rinascimento e ha influenzato generazioni di artisti successivi.

Dati tecnici e ubicazione

  1. Perugino
    • Anno: 1501-1504
    • Tecnica: Olio su tavola
    • Dimensioni: 234×186 cm
    • Luogo: Musée des Beaux-Arts, Caen (Francia)
  2. Raffaello
    • Anno: 1504
    • Tecnica: Olio su tavola
    • Dimensioni: 170×117 cm
    • Luogo: Pinacoteca di Brera, Milano (Italia)

In sintesi

Il confronto tra le due opere di Perugino e Raffaello mette in luce l’evoluzione artistica di Raffaello, che, pur partendo dalla lezione del suo maestro, ha saputo sviluppare un linguaggio pittorico personale, più dinamico, naturalistico e ricco di tensione ideale.

Altri quadri da vedere quando visiti la Pinacoteca di Brera a Milano

Oltre allo Sposalizio della Vergine, la Pinacoteca di Brera ospita una ricca collezione di capolavori che meritano la tua attenzione. Ecco alcuni consigli di seguito.

Rinascimento italiano

  • Pala di Brera di Piero della Francesca: un’opera di straordinaria armonia e compostezza, con una prospettiva impeccabile e una luce delicata che avvolge le figure.
  • Cristo alla Colonna di Donato Bramante: un dipinto intenso e drammatico che rappresenta la sofferenza di Cristo prima della crocifissione.
  • Cena in Emmaus di Caravaggio: un capolavoro del chiaroscuro che raffigura l’incontro tra Gesù e i suoi discepoli dopo la Resurrezione.

Seicento lombardo

Ottocento italiano

  • Il Riposo di Giovanni Fattori: un dipinto realista che raffigura un contadino con i suoi buoi al tramonto, trasmettendo un senso di pace e di armonia con la natura.
  • Enfant gras di Amedeo Modigliani: un ritratto emblematico dello stile di Modigliani, con le sue figure allungate e i colori intensi.
  • L’inondazione di Tranquillo Cremona: un dipinto di grande impatto emotivo che rappresenta la devastazione causata da un’inondazione.

Questi sono solo alcuni dei tanti capolavori che potrai ammirare alla Pinacoteca di Brera. Con le sue 38 sale e oltre 400 opere, il museo offre un viaggio affascinante attraverso la storia dell’arte italiana dal XIV al XX secolo.

Un consiglio: prima di visitare la Pinacoteca, consulta il sito web ufficiale per scoprire le mostre temporanee in corso e per pianificare il tuo percorso.

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Ultima cena: perché è celebre questa opera di Leonardo? https://cultura.biografieonline.it/leonardo-ultima-cena/ https://cultura.biografieonline.it/leonardo-ultima-cena/#comments Fri, 19 Apr 2024 08:29:01 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5427 L’Ultima cena è uno dei dipinti più famosi e citati di Leonardo. È stato realizzato fra il 1495 e il 1498. La tecnica utilizzata è tempera grossa su intonaco. L’opera misura 460 x 880 cm e si trova nel refettorio di santa Maria delle Grazie a Milano. La tecnica pittorica di Leonardo da Vinci, assolutamente innovativa per l’epoca, consistette nella stesura di colori a tempera posti sopra a due strati di calcina fresca.

Il secondo strato aveva una notevole quantità di gesso, che nel tempo causò diversi problemi all’opera, soprattutto a causa dell’umidità, richiedendo la realizzazione di numerosi progetti di restauro.

Ultima cena, Leonardo da Vinci (1495 - 1498)
L’Ultima cena, uno dei dipinti più noti al mondo. Opera di Leonardo da Vinci

L’immortalità di un momento drammatico

Dopo cinquant’anni dalla realizzazione dell’opera, Giorgio Vasari notava come fosse diventata una macchia indistinta di colori proprio a causa dell’umidità.

I restauri hanno mantenuto l’opera più o meno nel suo stato originario ma hanno anche permesso la scoperta di dettagli dimenticati, come ad esempio gli alimenti presenti sul tavolo, dettagli ritrovati con l’ultimo importante restauro del 1999.

Il dipinto rappresenta l’ultima cena a cui Gesù partecipò con i dodici apostoli. La ricostruzione storica si basa sul Vangelo di Giovanni.

Durante la cena Gesù annuncia che verrà tradito da uno dei suoi apostoli. Leonardo ritrae questo momento, rappresentando l’esatto istante in cui gli apostoli reagiscono con sconcerto all’annuncio. È un momento drammatico che si ripete all’infinito nella liturgia cristiana e che in questo capolavoro assume una rappresentazione immaginifica immortale.

Le ragioni di un’opera celeberrima

L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci è celebre per molteplici ragioni, che la rendono un capolavoro assoluto e una delle opere d’arte più iconiche al mondo. Tra i suoi aspetti più salienti troviamo i seguenti.

Innovazione tecnica e artistica

  • Tecnica: Leonardo sperimentò una nuova tecnica pittorica, la tempera ad olio, che gli permise di ottenere effetti di sfumature e morbidezza senza precedenti, rendendo l’opera incredibilmente realistica.
  • Prospettiva: La scena è costruita con una prospettiva impeccabile, che crea un’illusione di profondità tridimensionale e coinvolge lo spettatore nella scena.
  • Psicologia dei personaggi: Leonardo diede vita ai personaggi rappresentando le loro emozioni e i loro stati d’animo con straordinaria maestria, facendo di quest’opera non solo un dipinto religioso, ma anche un profondo ritratto dell’umanità.

Composizione e iconografia

  • Composizione: I dodici apostoli sono disposti in gruppi di quattro, creando un ritmo armonico e sottolineando le diverse reazioni all’annuncio di Gesù del tradimento di uno di loro.
  • Figura di Cristo: Gesù è posto al centro della scena, in una posizione di calma e serenità, contrapposta all’agitazione degli apostoli. La sua figura irradia luce e dona un senso di pace all’intera composizione.
  • Iconografia: Leonardo reinterpretò la tradizionale iconografia dell’Ultima Cena, scegliendo di rappresentare il momento in cui Gesù rivela il tradimento di Giuda, creando una scena ricca di tensione drammatica.

Significato e influenza

  • Significato religioso: L’opera rappresenta un momento cruciale della storia di Cristo e del cristianesimo, e invita a riflettere sul tema del tradimento, del sacrificio e dell’amore.
  • Influenza artistica: L’Ultima Cena ha avuto un’influenza profonda sulla storia dell’arte, ispirando generazioni di artisti e diventando un modello per la rappresentazione di scene bibliche e non.
  • Valore culturale: L’opera è considerata un capolavoro del Rinascimento italiano e un patrimonio artistico di inestimabile valore, non solo per l’Italia ma per l’intero mondo.

Oltre a questi aspetti principali, l’Ultima Cena è celebre anche per la sua bellezza mozzafiato, la sua complessità simbolica e la sua capacità di suscitare emozioni profonde in chi la osserva. Si può parlare a buon titolo di un’opera capace di suscitare la Sindrome di Stendhal.

Per queste ragioni, l’opera continua ad affascinare e ispirare persone di tutto il mondo, a distanza di secoli dalla sua creazione.

Fattori che hanno contribuito alla sua fama

  • Ubicazione: L’opera si trova nel Cenacolo Vinciano, un convento domenicano a Milano, che è un luogo suggestivo e ricco di storia.
  • Storia: L’opera ha subito una storia travagliata, con restauri e vicissitudini che ne hanno aumentato il fascino e la mistero.
  • Popolarità: L’Ultima Cena è stata oggetto di numerosi studi, pubblicazioni e riproduzioni, diventando un’immagine iconica riconosciuta a livello globale.
  • Riferimenti nella cultura di massa: L’opera è stata citata e omaggiata innumerevoli volte in film, libri, musica e altri media, contribuendo a renderla ancora più famosa e conosciuta.

In definitiva, la fama dell’Ultima Cena è il risultato di una combinazione unica di fattori artistici, storici, culturali e popolari che l’hanno resa un’opera d’arte senza eguali.

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Madonna dei Fusi: storia e significato del quadro di Leonardo https://cultura.biografieonline.it/leonardo-madonna-dei-fusi/ https://cultura.biografieonline.it/leonardo-madonna-dei-fusi/#respond Tue, 16 Apr 2024 19:35:23 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12228 La Madonna dei Fusi è un’opera di Leonardo da Vinci delle dimensioni di 50,2 x 36,4 cm realizzata a Firenze nel 1501, dopo un’assenza di quasi vent’anni, passati alla corte di Ludovico il Moro a Milano. Il quadro è conservato in una collezione privata a New York. Si tratta in assoluto di una delle immagini sacre più contemplate e autorevoli del pieno Rinascimento.

Leonardo da Vinci: Madonna dei Fusi (1501)
Madonna dei Fusi (Leonardo da Vinci, 1501) • Il quadro fu trafugato da un castello scozzese nel 2003 e ritrovato nel 2007. L’opera rappresenta una delle testimonianze artistiche sacre più affascinanti della produzione artistica di Leonardo e dell’intero Rinascimento.

Questo “quadretto” si attribuisce appunto a Leonardo, grazie ad una lettera scritta da un frate ed inviata a Isabella d’Este. In essa si comunicava che lo stesso Leonardo stava realizzando un “quadrettino” per il segretario del re di Francia Florimond Robertret. Nel dipinto veniva raffigurata la Vergine e il Bambino mentre afferra l’aspo come se fosse una croce, a simboleggiare il suo martirio.

Madonna dei Fusi: analisi del quadro

Nell’opera possiamo notare, in primo piano, la Madonna seduta su una roccia in posizione con le gambe rivolte verso sinistra. Mentre il busto e la testa sono girati verso destra. Ed il Bambino, semi-sdraiato lungo la diagonale, si diverte giocoso e sorridente, tenendo fra le sue manine un aspo (un bastone con due assicelle perpendicolari alle estremità per avvolgervi le matasse di lana filata).

Il gesto fatto dalla Vergine nei confronti del Bambino è a metà tra la sorpresa e la iperprotettività. E’ raffigurato dalla mano della donna che è proiettata in avanti, quasi a voler uscire dall’opera. Il Bambino è intento a guardare e fissare l’aspo con forte intensità quasi come se fosse una croce.

Sullo sfondo, possiamo ammirare l’amplissimo paesaggio, in cui si intravedono un fiume ed una serie di picchi rocciosi in sequenza. Essi coinciderebbero con i Calanchi del Basso Valdarno, vicino alla zona di origine dello stesso artista.

Anche nella Madonna dei Fusi Leonardo da Vinci utilizza come sempre la tecnica dello sfumato per i trapassi di luci e ombre, tipici del suo stile. Esprime così gli stati d’animo e le espressioni spirituali dei soggetti del dipinto.

Anni recenti

Nel 2003 l’opera fu trafugata da un castello scozzese.

Per quattro anni non se ne ebbe più notizia.

Solo nel 2007 venne fortunatamente ritrovata per rendere al panorama artistico rinascimentale una delle testimonianze artistiche sacre più affascinanti dell’opera leonardesca.

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Il cavallo bianco, opera di Gauguin: storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cavallo-bianco/ https://cultura.biografieonline.it/gauguin-cavallo-bianco/#respond Mon, 01 Apr 2024 14:11:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12306 E’ il 1898 quando Paul Gauguin dipinge “Il cavallo bianco“, un’opera che in seguito diventerà molto famosa. È il suo secondo soggiorno a Tahiti. E Gauguin ama esplorare i paesaggi selvaggi che circondano i villaggi, in cui spesso trova ristoro.

In quegli anni, Tahiti conserva un paesaggio incontaminato e lussureggiante, dove facilmente si possono incontrare animali allo stato brado, che si muovono liberi nella foresta.

Ciò che Gauguin vede e dipinge, non è solo la realtà del paesaggio o la bellezza della vegetazione, ma una sorta di visione onirica del mondo caraibico.

Il cavallo bianco (Gauguin, 1898)
Paul Gauguin: Il cavallo bianco (1898)

Il cavallo bianco: analisi del quadro

In questo quadro Gauguin dipinge immagini che evocano altre immagini ma che non corrispondono alla realtà: si tratta di una sorta di sogno che riprende però molti aspetti del paesaggio selvatico di cui era un appassionato osservatore. Non si vede il cielo ma solo un albero dai rami intrecciati con a fianco un cavallo che si disseta bevendo da un ruscello. Il corso d’acqua attraversa il dipinto partendo dall’alto e concludendo il suo viaggio in un piccolo laghetto.

Il protagonista del dipinto è il cavallo e il titolo si riferisce al colore del manto che però appare verde per via del riflesso della vegetazione. In primo piano sono visibili anche dei fiori, gigli per lo più, che insieme al disegno dell’albero rendono l’opera ancora più decorativa.

Simbolo spirituale

Il cavallo è un simbolo di spiritualità, rappresenta un passaggio fra la vita e la morte. Il bianco è un colore con importanti valenze spirituali per le popolazioni che abitano quei territori.

Il dipinto è privo di profondità e la posizione del cavallo e dei due cavalieri che cavalcano nudi sui loro destrieri, spostandosi verso l’alto del quadro, evidenziano ancora di più la verticalità dell’opera.

Un altro aspetto importante del quadro sono i colori. La scelta di Gauguin di utilizzare colori così accesi, come il verde della vegetazione e il blu dell’acqua, furono alla base del disappunto del committente dell’opera, che non gradì il fatto che il cavallo avesse un manto verdeggiante.

Invece la scelta del colore è coraggiosa perché rende l’opera ancor più decorativa ma allo stesso tempo la carica di rilevanti significati simbolici, che risaltano anche grazie alla luminosità del colore. E infatti proprio l’utilizzo di questi colori accentua ancor di più il bianco del cavallo e la carnagione dei cavalieri, che si muovono in un contesto di paradisiaca tranquillità.

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Il mito di Amore e Psiche: spiegazione, riassunto e commento https://cultura.biografieonline.it/amore-psiche-mitologia/ https://cultura.biografieonline.it/amore-psiche-mitologia/#comments Tue, 26 Mar 2024 06:09:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20532 Il mito di Amore e Psiche è nato molti secoli fa ed ha avuto una grande diffusione soprattutto nell’epoca greco-romana. La prima testimonianza scritta, però, è quella presente nelle Metamorfosi di Apuleio.

Apuleio fu uno scrittore latino di origini africane che visse nel secondo secolo dopo Cristo.

La favola ebbe l’apice del successo soprattutto nell’età ellenistica.

La sua fama è durata nel tempo, attraverso i secoli. Basti pensare che sono numerosissime e vaste le rappresentazioni musicali, letterarie e artistiche ad essa dedicate.

Il mito di Amore e Psiche - mitologia - Cupido - Eros

Riassunto della storia: Amore e Psiche, il mito

Amore e Psiche è una storia d’amore tra Psiche, una fanciulla bellissima che però non riesce a trovare marito, e Amore, il figlio della dea della bellezza Venere.

La dea, infatti, gelosa della bellezza della ragazza che stava oscurando la propria, invia il figlio Amore (detto anche Eros o Cupido) a scoccare una freccia per far innamorare di lei l’uomo più brutto della terra. Cupido, però, sbaglia la mira e si punge, innamorandosi perdutamente della fanciulla.

Nel frattempo i genitori di lei, per risolvere il problema della ricerca del marito, la portano da un oracolo che gli consiglia di lasciare Psiche ai bordi di una rupe e aspettare che venga presa dal vento Zefiro, che avrà cura di consegnarla al futuro marito.

Psiche viene trascinata così in un palazzo e, piena di paura, attende la notte e l’arrivo del suo sposo. Non sa che, invece dell’uomo più brutto della terra, è andata in sposa al dio Amore.

I due vivono una grande passione che si consuma però solo di notte, in quanto Cupido non vuole far sapere nulla alla madre Venere per non scatenare la sua ira.

Psiche, istigata dalle sorelle, ha la curiosità di vedere in volto il suo sposo. Ella non l’ha mai visto perché questi arriva soltanto di notte. Munita di una lampada ad olio, una notte decide di illuminare il viso di Cupido. Con una goccia di olio bollente, lo ustiona e lo fa svegliare. Egli, deluso per la troppa curiosità di Psiche, scappa via.

Le prove di Psiche

La ragazza tenta il suicidio, ma le viene impedito di morire dagli dei. Inizia così a vagare di città in città, alla ricerca del suo Amore perduto. Ad un certo punto, si imbatte in un tempio di Venere, dove decide di fermarsi per placare le ire della dea.

Venere decide di sottoporla a numerose prove, che hanno come premio finale il ritorno del suo amato Cupido.

  1. La prima prova consiste nel suddividere un grande mucchio di grano in tante parti diverse. Essa non tenta di superare la prova ma, mentre piange sconfortata, viene aiutata da alcune formiche nel lavoro.
  2. La seconda prova è forse ancora più complicata della prima. Psiche deve recuperare la lana di alcune pecore dal vello d’oro. Ingenuamente, essa si avvicina a loro ma viene avvertita da un cane parlante che è meglio non provare a toccarle di giorno, perché sono delle belve terrificanti. Grazie al consiglio del cane, Psiche si reca di notte a recuperare la lana che è rimasta incastrata tra gli arbusti.
  3. L’ultima prova è la più difficile. Psiche viene costretta a scendere agli inferi per recarsi dalla dea Proserpina, che le darà una boccetta della sua bellezza. Al ritorno, però, in preda alla curiosità, apre l’ampolla e cade in un sonno profondo.

A questo punto Amore arriva in suo aiuto.

Egli chiede a Zeus, il padre degli dei, di poterli riunire per sempre.

Dopo tutte queste prove, i due innamorati sono finalmente liberi di amarsi, questa volta per l’eternità.

Commento

Il mito di Amore e Psiche è stato molto amato e studiato nel corso di tutte le epoche storiche.

Diverse sono state le interpretazioni.

Su tutte bisogna ricordare la seguente

Amore sarebbe la rappresentazione del desiderio del piacere e Psiche (che in greco significa “anima” e anche “farfalla“) quella dell’anima.

Altre interpretazioni, anche religiose, si sono susseguite nel corso dei secoli.

Il mito è stato di ispirazione ai più grandi letterati, poeti e artisti.

Si pensi alla favola (Les Amours de Psyché et Cupidon) che ne trasse Jean de La Fontaine, poeta e scrittore francese che visse alla corte del Re Sole (Luigi XIV) nel 1600.

Diverse sono poi le versioni romanzate, impossibili da nominare tutte perché numerosissime.

Tra queste, anche molte scritte da autori italiani, come Raffaele La Capria (1973).

amore e psiche antonio canova
Il mito di Amore e Psiche: la scultura di Antonio Canova è una delle più celebri sculture al mondo e una delle più rappresentative dell’intera storia dell’Arte.

La celebre scultura

Artisticamente non si può non ricordare l’opera omonima, la scultura Amore e Psiche, di Antonio Canova, attivo tra il XVIII e il XIX secolo. Oggi conservata al Louvre, è una delle sculture tra le più ammirate e fotografate, non solo del museo parigino ma forse dell’Europa intera.

Quadri, libri, opere liriche e persino fumetti sono stati dedicati alla grande storia d’amore tra Amore e Psiche, che è in grado di affascinare il lettore oggi, come allora.

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Art-Therapy (o arte terapia): che cos’è e quali sono i benefici https://cultura.biografieonline.it/art-therapy/ https://cultura.biografieonline.it/art-therapy/#comments Sun, 17 Mar 2024 14:03:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15924 In questo articolo parleremo di arte terapia, in inglese Art-Therapy. Ma prima facciamo una breve premessa. Disegnare e colorare sono attività semplici, elementari, che sperimentiamo fin da piccoli e di cui quasi non ci accorgiamo una volta diventati adulti.

Antiche culture hanno invece fatto del disegno una vera e propria forma di contemplazione ed erano consapevoli degli effetti benefici che questa attività aveva sulla mente.

Basti pensare ai Mandala, disegni elaborati della pratica buddista, costruiti su forme elementari come triangolo, cerchio e quadrato. Il primo studioso che sperimentò l’arte di colorare come una tecnica di rilassamento è stato Carl Jung. Colorare un Mandala è da considerarsi una forma di meditazione a tutti gli effetti.

Art-Therapy, arte terapia
Art-Therapy (arte terapia)

La coordinazione necessaria tra la testa e le mani permette infatti di dare sfogo agli istinti più reconditi, liberando l’inconscio e visualizzando le emozioni più vere.

Colorare forme predefinite consente inoltre di mettere in pratica un antico (e sempre attuale) insegnamento: quello di sviluppare la creatività imparando però a rispettare le forme e le linee, con dedizione e pazienza.

Tale pratica rientra nella teoria della Mindfullness (consapevolezza).

Si tratta di una modalità di prestare attenzione, momento per momento, a ciò che succede “qui ed ora”, in modo consapevole, intenzionale e non giudicante. L’obiettivo è quello di raggiungere un’accettazione di sé attraverso una maggiore consapevolezza della propria esperienza.

Un po’ di storia

Anticamente alcune civiltà come gli Egizi e i Greci utilizzavano l’arte come mezzo per sperimentare la “catarsi”, ossia liberare le emozioni represse e sentirsi in equilibrio con il mondo circostante.

L’art-therapy come la intendiamo noi oggi si è sviluppata principalmente in Usa e in Gran Bretagna a cavallo tra gli anni ’40 e gli anni ’50, come modalità per curare i traumi di guerra dei reduci.

Art Therapy - arte terapia

I primi ad occuparsi di tale disciplina applicata alla psicanalisi sono stati Freud e Jung. Con il passare del tempo l’arte terapia ha ampliato il campo di applicazione strutturandosi come una disciplina del tutto autonoma, utile per prevenire e intervenire nella guarigione di disturbi di tipo psicologico e sociale.

L’arte terapia affonda le sue radici negli studi sull’arte e la creatività, ma anche in quelli psicodinamici. In America è considerata la fondatrice dell’Arte terapia una psicanalista seguace di Sigmund Freud, il suo nome è Margaret Naumburg.

I benefici dell’Art-Therapy

L’arte terapia arreca numerosi benefici psico-fisici.

Non ci sono limiti di età per praticarla. Disegnare e colorare sono attività che mantengono la mene in forma poiché vanno a stimolare sia la parte razionale che emotiva del cervello.

Trattandosi di azioni che implicano una certa precisione e attenzione, viene particolarmente attivata la corteccia cerebrale legata al senso di visione e alle abilità motorie raffinate.

Ciascuno di noi può iniziare, anche da domani: basta procurarsi un album da colorare e il gioco è fatto. Molti studiosi paragonano l’arte del colorare al fare la maglia: entrambi sono gesti ripetitivi, quasi ipnotici che però procurano un grande senso di rilassamento psico-fisico. Quando tiriamo fuori le matite è come se la nostra mente faccia un salto nel passato, a quando eravamo bambini.

Pastelli colorati
Matite colorate

Il semplice gesto di temperare una matita e annusare il profumo del legno ci fa sentire improvvisamente a casa, in un ambiente protetto e familiare. Osservare come un disegno in bianco e nero prende vita attraverso i colori è un’esperienza che induce un senso di pace totalizzante. L’unico suono che si percepisce mentre si colora è quello della matita che sfrega delicatamente sulla carta: in questo modo la mente si rilassa e dimentica i pensieri negativi e le tensioni.

Gli psicologi sono tutti concordi nel sostenere che l’Art-Therapy è una tecnica che serve a combattere lo stress.

Non a caso, infatti, i libri da colorare per adulti stanno diventando dei veri e propri best seller. Il successo editoriale di questi volumi è partito da Gran Bretagna e Francia, dove i quaderni da colorare sono più venduti di quelli di cucina.

Quello realizzato da Johanna Basford, ad esempio, ha venduto fino ad ora oltre 350mila copie. Si tratta di una collezione di disegni in bianco e nero da riempire a piacimento. Di solito i motivi sono floreali, geometrici, oppure rappresentano volti di personaggi famosi.

Johanna Basford - libro - La foresta incantata - Enchanted Forest - book
Il best-seller di Johanna Basford “La foresta incantata” (Enchanted Forest, 2015) è un libro da colorare perfetto per l’Art-Therapy.

Bastano venti minuti al giorno di matite e pastelli per rilassarsi, accendere la fantasia e diventare più consapevoli dell’ambiente circostante. Ogni volta che ci dedichiamo a questo tipo di attività abbassiamo l’azione dell’amigdala, una parte fondamentale del cervello che controlla le emozioni che così fluiscono, mentre lo stress diminuisce.

Disegni e album da colorare
Disegni e album da colorare

Ambiti di applicazione dell’arte terapia

L’arte-terapia interviene efficacemente nei programmi riabilitativi intrapresi nei confronti di soggetti portatori di handicap e disturbi psichici come l’autismo e la schizofrenia. Può essere inoltre utilizzata con bambini, adolescenti e anziani come esperienza ludica a tutti gli effetti, affinché i destinatari vengano guidati in un percorso di maggiore consapevolezza di se stessi e delle proprie capacità relazionali.

Le tecniche espressive dell’arte-terapia si rivelano utili anche in un’ottica preventiva ed educativa, attraverso la realizzazione, ad esempio, di laboratori artistici.

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Campo di grano con volo di corvi, opera testamento di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/campo-di-grano-corvi-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/campo-di-grano-corvi-van-gogh/#comments Thu, 07 Mar 2024 12:18:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11745 Uno dei dipinti più energici del pittore olandese Vincent van Gogh è, senza dubbio alcuno, Campo di grano con volo di corvi. È un dipinto a olio su tela delle dimensioni di 50,5 cm x 103 cm, che venne realizzato nel luglio del 1890 ed é conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.

L’opera è stata realizzata poco tempo prima del suicidio del pittore olandese. È giudicata dai critici di quel periodo e dai successivi, una sorta di suo testamento spirituale.

Vincent van Gogh: Campo di grano con volo di corvi (1890)
Campo di grano con volo di corvi: quadro celebre di Van Gogh realizzato nel 1890

Analisi e storia del quadro

Nella tela Campo di grano con volo di corvi emerge lo stato d’animo tormentato e angosciato dell’artista. I toni sono cupi, a partire dal cielo che passa dalle tonalità rassicuranti del blu a quelle più decise e scure del blu scuro e del nero.

Creando un’atmosfera che risulta tutt’altro che confortante, fino ad arrivare ad ammirare il funereo volteggiare dello stormo di corvi neri. La tela risulta quindi essere una testimonianza evidente di uno straziante grido di dolore. Le pennellate sono rabbiose e perfino scomposte.

L’artista non intravede nessun futuro per la sua esistenza, anche se la sua anima continua ad ardere di un fuoco divoratore. Van Gogh mette in luce chiaramente il suo stato d’animo e la sua dimensione di sofferenza sulla realtà circostante.

Campo di grano con volo di corvi: il quadro

Una tempesta quasi perfetta sta per colpire un campo di grano attraversato da tre sentieri. Sullo sfondo si intravede uno stormo di corvi neri che si levano in cielo in un basso volo disordinato.

Il campo di grano è devastato dalla forza del vento con intense frustate di colore giallo, mentre il cielo, inizialmente limpido e di colore blu, diventa presto offuscato dall’intenso colore nero delle nubi che si avvicinano sempre più ostili e minacciose. La luminosità del dipinto viene meno grazie all’oscurità del colore nero che, inevitabilmente, prende il sopravvento.

I corvi sono simbolo di brutti presentimenti e oscuri presagi se viene adottata l’interpretazione che considera che i corvi sono in volo verso di sé; al contrario se viene presa in considerazione l’interpretazione per la quale i corvi si stanno allontanando, si percepisce un singolare senso di sollievo.

Tre sentieri e una strada senza uscita

Nel dipinto si possono notare tre sentieri:

  1. il primo nell’angolo in basso a sinistra,
  2. il secondo al centro;
  3. il terzo nell’angolo in basso a destra.

Il viottolo al centro invece consiste in una strada senza via d’uscita, percorsa da una persona, probabilmente lo stesso artista, che non ha una meta ben precisa e non sa dove andare e nemmeno cosa cercare.

Proprio per questo motivo la strada senza uscita simboleggia, senza dubbio, la forte angoscia esistenziale che attanaglia il pittore.

Van Gogh assiste impotente all’evento che si sta verificando sotto i suoi stessi occhi.

Paragonato ad un uccellino in gabbia, descrive in una lettera rivolta a suo fratello Theo nel 1880:

a guardare fuori il cielo turgido, carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità.

L’ultima opera di Van Gogh?

Campo di grano con volo di corvi” fu realizzato da Vincent Van Gogh nel luglio del 1890, due settimane prima di suicidarsi.

Per questo motivo e per l’atmosfera cupa che rappresenta, il dipinto viene considerato l’ultima opera di Van Gogh.

In realtà non è mai stato stabilito con certezza che sia stato l’ultimo dipinto di Van Gogh. Né tanto meno che rappresenti una sorta di saluto alla vita da parte del pittore.

Sappiamo, invece, che venne realizzato fra l’8 e il 9 luglio, dopo che aveva visitato a Parigi il fratello Theo, il quale stava attraversando un momento difficile.

Non sappiamo altro.

Ovviamente, le scarse informazioni hanno alimentato diverse congetture. E’ indubbio, però, che il dipinto sprigioni un’energia che schianta.

Il colore

Il colore travolge la vista e il campo di grano sembra che si animi come fosse un mare in tempesta. Il centro del dipinto è l’apice di questo terremoto di colore, dove l’angoscia e la rabbia sconvolgono tutta l’immagine.

Uno stormo di corvi vola basso sul campo. Come vuole l’interpretazione più comune dei dipinti di Van Gogh, la presenza dei corvi e l’assenza di fiori e di uomini, simboli di speranza, determina un senso di soffocamento e di inquietudine.

Non c’è, quindi, più speranza e non c’è più nemmeno quella passione per la vita che aveva portato Van Gogh a superare il confine, il limite per poi precipitarlo nella pazzia.

E infatti, tutto sembra precipitare. La percezione è quella di un crollo immediato del cielo e di un’esplosione del terreno. Le pennellate spesse e agitate, che si intersecano fra loro, fanno intuire uno sfogo e un desiderio che tutto esploda.

La prospettiva

Anche la prospettiva, che si ingrandisce sempre più, sembra porre in movimento il dipinto. Si ha la sensazione che debba esplodere da un momento all’altro. La sua pittura ha raggiunto un nuovo livello interpretativo. E’ pura azione sulla tela.

Commento

Van Gogh cerca con sempre maggiore forza e intensità di interpretare la realtà.

Non solo le sue sensazioni trovano vita attraverso il colore. Vi è anche la ricerca disperata di racchiudere in un’opera la realtà stessa come appare al di là di ciò che vediamo. Per questo motivo, la sua pittura influenzerà gli espressionisti e il movimento fauve.

Per me, non è un testamento ma solo la dimostrazione del livello altissimo al quale il pittore era arrivato. La consapevolezza di ciò che vede e di ciò che è non ha uguali. Per questo motivo, molti dei suoi dipinti non smettono di ossessionare.

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La Grenouillère: analisi dell’opera di Renoir https://cultura.biografieonline.it/la-grenouillere-renoir/ https://cultura.biografieonline.it/la-grenouillere-renoir/#respond Fri, 23 Feb 2024 20:48:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39781 La Grenouillère è il titolo di un’opera di Pierre-Auguste Renoir. Si tratta di un olio su tela realizzato nel 1869. Misura 66 x 81 centimetri.

Il dipinto è custodito in Svezia a Stoccolma, presso il Nationalmuseum (Museo nazionale di belle arti).

La Grenouillère - Renoir
La Grenouillère (Renoir)

La Grenouillère: analisi del dipinto

Il soggetto che Renoir realizza si ispira ad un luogo, la Grenouillère. E’ un angolo di Parigi, sulle rive della Senna frequentato soprattutto dalla borghesia parigina. Si tratta di uno stabilimento balneare collocato sull’isolotto di Croissy, piccola emergenza insulare del fiume.

La Grenouillère - foto d'epoca del 1885
Croissy-sur-Seine: foto d’epoca del 1885 circa

In questo dipinto si può osservare come Renoir usi un cromatismo vivo e forte che regala all’opera un’atmosfera vivace ed allegra.

Renoir usa dipingere sulla tela macchie di colore piccole e decise che definiscono le figure, conferendogli morbidi contrasti; questi servono a distinguere le figure dallo sfondo con un equilibrio proporzionato.

Infatti il pittore, da autentico impressionista, elimina il nero dalla sua tavolozza: forma i toni più scuri sfruttando ricche gradazioni attraverso gamme di colori scuri.

La Grenouillère - Renoir - dettaglio del quadro
Dettaglio centrale del quadro

Nel quadro La Grenouillère, qui analizzato, il movimento dell’acqua – che rappresenta una costante nei dipinti degli impressionisti – è realizzato utilizzando ricche gradazioni cromatiche. Ciò permette di dare all’opera una grande vivacità, tale da conferirle un aspetto non solo vivace ma anche dinamico.

Renoir e Monet

Sui dipinti, l’artista impressionista diceva:

Per me, un dipinto deve essere una cosa amabile, allegra e bella, sì, bella. Ci sono già abbastanza cose noiose nella vita senza che ci si metta a fabbricarne altre. So bene che è difficile far ammettere che un dipinto possa appartenere alla grandissima pittura pur rimanendo allegro. La gente che ride non viene mai presa sul serio.

Questo quadro risale al periodo del fecondo sodalizio artistico tra Renoir e l’amico Claude Monet (dell’amico Monet dipinse un ritratto nel 1875). Anche quest’ultimo dipinse lo stesso luogo nello stesso anno.

La Grenouillère - Monet
La Grenouillère, quadro di Monet (1869). Il dipinto è conservato presso il Metropolitan Museum of Art (The Met) di New York

Una nota scritta di Monet datata 25 settembre 1869 riporta:

Ho un sogno, un dipinto, i bagni de La Grenouillère, per i quali ho fatto dei brutti schizzi, ma è solo un sogno. Anche Renoir, che ha appena trascorso due mesi qui, vuole fare questo dipinto.

Esistono poi altri 2 quadri degli stessi 2 artisti datati 1869:

  • Renoir, La Grenouillère: conservato a Winterthur, in Svizzera (Oskar Reinhart Collection);
  • Monet, Bagnanti a La Grenouillère: conservato presso la National Gallery di Londra.

Curiosità sull’opera

Di quest’opera realizzata da Renoir esiste una riproduzione molto curiosa realizzata dal pittore Stefano Busonero riprodotta nel globo terracqueo di una moneta da due centesimi di Euro.

La Grenouillère - Busonero - 2 eurocent
Dettaglio della riproduzione di Stefano Busonero su una monetina di rame da 2 centesimi di Euro

Busonero risiede a Porto Santo Stefano e realizza opere microscopiche dei grandi maestri del passato con misure che si aggirano intorno al millimetro quadrato di superficie. Sono miniature che richiedono l’utilizzo della lente di ingrandimento per essere ben osservate.

La Grenouillère - pubblicità dell'epoca
Cartolina pubblicitaria d’epoca
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Penny Black, il primo francobollo: precursore delle comunicazioni globali https://cultura.biografieonline.it/penny-black/ https://cultura.biografieonline.it/penny-black/#respond Fri, 12 Jan 2024 12:03:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7020 Il Penny Black è il primo francobollo postale della Storia: emesso il 1° maggio del 1840, fu stampato dalle poste inglesi affinché circolasse nel Regno Unito. Entrò in uso il 6 maggio successivo.

Il contesto storico

Prima di quella data le spese postali venivano pagate in contanti e il costo dipendeva da diversi fattori: peso della spedizione, luogo di destinazione e tempo richiesto per l’arrivo della lettera o del pacco.

Foto del Penny Black
Penny Black: il primo francobollo della storia. Fu emesso il 1° maggio 1840

Le tariffe erano alte e spesso chi voleva usufruire del sistema postale utilizzava sistemi illegali per poter inviare le proprie missive.

Al fine di evitare che aumentasse in modo esponenziale questo sistema parallelo di comunicazione, il Parlamento inglese decise di approvare la riforma di Rowland Hill, che comportava diversi cambiamenti per le poste di Sua Maestà.

La riforma

  1. La riforma comportò una sensibile diminuzione dei costi di spedizione, rendendo così più accessibile, a tutti i cittadini britannici, l’utilizzo delle poste.
  2. La riforma risanò le poste britanniche che si trovavano in una situazione economica disastrata. Inoltre permise una costante affluenza di denaro nelle casse delle poste e dello Stato, grazie alla formula delle buste e delle lettere  prepagate e in seguito con l’emissione del primo valore postale: il Penny Black.
  3. La riforma permise una modernizzazione delle poste e dei mezzi utilizzati per inviare lettere e pacchi, non solo in Inghilterra, ma in tutto l’impero britannico.

Inizialmente, quindi, la riforma stabilì l’emissione di buste e lettere prepagate e solo dopo alcuni mesi, il 1° maggio del 1840, fu stabilita l’emissione di un valore postale, il Penny Black, con l’effige della regina Vittoria che doveva essere apposto sulle buste.

Vittoria del Regno Unito
Vittoria del Regno Unito

L’estetica

Furono eseguiti diversi tentativi prima di giungere  al disegno e al colore che hanno contraddistinto il Penny Black.

Il francobollo misurava 21,6 x 27 mm e riportava l’effige della regina con il profilo rivolto a sinistra.

Il volto e la corona sono bianchi su sfondo nero.

Il disegno fu ripreso da un’incisione dell’artista William Wyon, il quale aveva inciso il profilo della regina per una medaglia commemorativa realizzata nel 1837.

Per l’annullo fu utilizzato un timbro di colore rosso, in modo tale che il disegno dell’annullo fosse più evidente sullo sfondo nero del francobollo.

Il Penny Black, malgrado la sua importanza storica, non è un francobollo costoso, perché la sua tiratura fu molto elevata ed è abbastanza facile, ancora oggi, trovarne esemplari fra collezionisti e negozi specializzati in filatelia.

Nei primi anni 2010 il suo valore si aggirava nei casi migliori fra i 200 e i 400 euro; la variazione di prezzo dipende dallo stato in cui è conservato.

Nel 2021 l’asta inglese Sotheby’s ha stimato il suo valore  tra 1.5 e 2.5 milioni di dollari.

Nel 2023  la CNN l’ha definito così:

«una delle più importanti invenzioni nella storia dell’umanità, il precursore delle comunicazioni globali di massa e la pietra angolare di una delle più popolari forme al mondo di collezionismo».

 

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Margot (o Donna imbellettata), quadro famoso di Pablo Picasso https://cultura.biografieonline.it/margot-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/margot-picasso/#respond Wed, 03 Jan 2024 09:07:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4919 Margot o Donna imbellettata è un quadro dipinto da Pablo Picasso nel 1901. L’opera è nota anche come L’attesa (La Espera, in spagnolo) o Prostituta con una mano sulla spalla.

Breve storia del quadro

Si tratta di un olio su cartone che misura 69,5 x 57 cm, attualmente conservato al Museu Picasso di Barcellona. È un quadro meravigliosamente intenso che coniuga stili e influenze diverse. Prima di tutto si nota l’influenza di Toulouse-Lautrec, non solo dal punto di vista dello stile ma anche nella scelta dei temi.

Margot o Donna Imbellettata - Pablo Picasso - 1901
Margot o Donna Imbellettata – Pablo Picasso – 1901- Titolo originale: La espera

Infatti, Picasso in questo periodo rappresenta scene di vita notturna della Parigi di inizio secolo; un mondo affascinante e pieno di contraddizioni in cui il fascino per la trasgressione e la voglia di divertirsi si mischiava spesso a solitudine, disagio e tristezza.

La tecnica

Tuttavia la tecnica pittorica utilizzata da Picasso è diversa, non realizza pieni cromatici bensì tocchi di colore che in parte vengono grattati via dalla tela per dare al quadro una forza espressiva diversa e meno intensa.

Vedere il dipinto dal vivo è un’esperienza unica, l’accostamento dei colori crea un’opposizione di toni che ricorda lo stile di Van Gogh.

Picasso in questo periodo comincia a ricevere un vero e importante riscontro al suo lavoro e le sue scelte pittoriche si legano agli ambienti fumosi dei caffè e delle sale da ballo, in cui può sperimentare la sua capacità come ritrattista che evolverà in generi e stili diversi ma che in questo quadro mostrano il suo talento pittorico e la sua straordinaria capacità di caratterizzare i volti.

Donna imbellettata - Picasso dettaglio del volto
Espera (Donna imbellettata) – dettaglio del volto

La solitudine, la sofferenza e il dolore, accompagnati da toni cupi, saranno protagonisti dei quadri di questo periodo incredibilmente carico di aspettative, mentre si chiude l’Ottocento e inizia il XX secolo.

Analisi dell’opera e commento video

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