Zeus Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 24 Nov 2022 01:37:06 +0000 it-IT hourly 1 Il mito di Zeus: riassunto https://cultura.biografieonline.it/zeus-mitologia/ https://cultura.biografieonline.it/zeus-mitologia/#comments Sun, 07 Nov 2021 10:28:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=21971 Secondo la mitologia greca, Zeus è il re di tutti gli dei che governa il mondo dal Monte Olimpo. La sua sposa è Era. Ella però lo tradiva spesso e volentieri sia con uomini che con donne mortali e non, generando figli illustri che diventavano poi eroi. Questa divinità, a capo di tutti gli dèi, era anche venerata dai Romani col nome di Giove e dagli Etruschi col nome di Tinia.

Zeus

Il mito di Zeus è stato tramandato nel corso dei secoli prima oralmente, così come tutti gli altri miti greci. Poi in forma scritta, proprio a partire da Esiodo e dalla sua Teogonia, un poema che racchiude tutta la genealogia dei miti stessi e che ebbe una diffusione straordinaria. È infatti impossibile narrare la storia di Zeus senza conoscere la storia dell’origine del mondo, seguendo la già citata Teogonia.

L’origine del mondo

All’origine del mondo Gea, la Terra, generò Urano, ovvero il cielo stellato. Poi tutti gli altri elementi come i monti, il mare e i fiumi. Insieme ad Urano generò i Ciclopi, i Centimani e i Titani, che vennero confinati nel Tartaro. Il Tartaro era una sorta di luogo remoto nelle profondità della terra.

Uno solo di loro si salvò dal confino: Crono. Una volta cresciuto, Crono evirò suo padre e prese il potere sulla terra. Egli sposò Rea, una delle sue sorelle, da cui ebbe sei figli: Estia, Demetra, Era, Poseidone, Ade e Zeus. Per paura che qualcuno dei suoi figli potesse spodestarlo dal trono, egli decise ingoiarli appena nati. Zeus, l’ultimogenito, riuscì però a salvarsi grazie alla madre. Ella fece ingoiare a Crono una pietra invece del bambino, che poi nascose.

La vita e il mito di Zeus

Le versioni sulla sua infanzia e sulla sua crescita sono molte. Alcune affermano che egli sia stato educato dalla nonna Gea. Altre che fu allevato da una capra. Altre ancora raccontano che ad allevarlo sarebbe stata una Ninfa. L’unica verità comune è che egli fu l’unico dei figli di Crono che riuscì a salvarsi.

Una volta cresciuto, con uno stratagemma egli riuscì a far vomitare a suo padre Crono tutti i suoi fratelli. Zeus iniziò così una guerra contro il padre e gli altri Titani (Titanomachia). Al suo fianco ebbe l’aiuto dei Ciclopi, liberati dal Tartaro. Insieme riuscirono a sconfiggere Crono. Dopo la battaglia, Zeus decise di spartire il trono con i suoi fratelli, sorteggiando le diverse parti del mondo.

A Poseidone toccò il regno delle acque. Ad Ade il regno dei morti. A Zeus il regno dei cieli e l’aria. La terra venne divisa invece in parti uguali. Da quel momento Zeus iniziò a regnare sul Monte Olimpo, considerato sacro dai Greci. Sul monte vivevano tutte le divinità. Il re degli dei, per prima cosa, cercò di riordinare e ricostruire tutto quello che il padre aveva distrutto.

I figli di Zeus e la vita sull’Olimpo

Dal matrimonio con Era nacquero Ares, Ebe ed Efesto. Ma Zeus spesso tradiva la moglie, generando numerosi figli illegittimi. Tra questi i più celebri sono:

Durante queste sue avventure extraconiugali, si tramutava anche in forma animale. Aveva infatti la possibilità di potersi trasformare in qualsiasi cosa volesse.

La moglie aveva un carattere molto iracondo e sfogava la sua rabbia per i tradimenti del marito, vendicandosi sia con le sue amanti che con i loro figli. Questi secondo il mito non avevano vita facile. Nonostante i tradimenti e le ripicche, l’unione di Zeus ed Era rimase comunque salda nel corso del tempo.

Era (Giunone, per i romani) aveva generato il dio Efesto da sola, senza ricorrere ad atti sessuali. Il marito decise di generare a sua volta un figlio senza bisogno di un’altra donna: così nacque Atena, uscendo dal cranio spaccato di Zeus.

Il compito di gestire la vita sul Monte Olimpo non era certo facile per il sovrano degli dèi. Soprattutto perché gli dèi non possedevano un carattere umile. Incarnavano anzi tutti i difetti degli uomini, facendoli emergere ancor di più. Zeus cercava quindi di governare seguendo il buon senso e sedando tutte le liti che si scatenavano quotidianamente.

La sua occupazione preferita, oltre la ricerca delle amanti, era sicuramente banchettare. Famosi erano i sontuosi pranzi che duravano per giorni, organizzati sul Monte Olimpo.

Zeus, causa prima, primo motore. Quali cose sarebbero state fatte dai mortali senza Zeus? (ESCHILO)

Il mito di Zeus: Giove di Smirne (statua conservata presso il Louvre)
Giove di Smirne, statua conservata presso il museo del Louvre. Zeus (Giove) è rappresentato con la folgore in mano.

I simboli

Grazie alla sua importanza e ai numerosi ed enormi poteri che gli venivano attribuiti, Zeus era una delle divinità più venerate dell’Antica Grecia (insieme ad Apollo). A Zeus erano dedicati templi e oracoli in moltissime località quali Dodona, nell’Epiro, Creta, nell’Arcadia e anche in Sicilia (con il nome di Zeus etneo). Il re degli dèi incarna proprio la cultura greca e la sua complessa religiosità.

E’ considerato li dio del cielo e del tuono. I suoi simboli sono la folgore, il toro, l’aquila e la quercia. Nella mitologia si possono trovare molte analogie tra il capo dell’Olimpo e il norreno Odino, così come con lo slavo Perun.

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Prometeo, il mito https://cultura.biografieonline.it/prometeo/ https://cultura.biografieonline.it/prometeo/#comments Sun, 17 Oct 2021 07:55:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23926 I personaggi mitologici esercitano il loro fascino anche sull’uomo moderno. La mitologia antica richiama modelli universali, archetipi dell’umanità aldilà di ogni limite geografico e storico, quindi sempre validi. I miti rappresentano le forze che popolano il mondo interiore degli esseri umani e le esperienze fondamentali che questi affrontano durante la loro esistenza terrena: il bene, il male, il rapporto con la Natura, il cambiamento, l’amore, l’odio. Tra i personaggi mitologici più conosciuti vi è Prometeo, che è a metà strada tra un dio e un uomo e non appartiene del tutto alla categoria degli Dei Olimpici.

Discendenza di Prometeo ed origine del suo nome

Prometeo è un Titano come il padre Giapeto (fratello di Cronos), ma non appartiene alla stirpe degli Dei dell’Olimpo. Il nome Prometeo deriva da “pro- metis” (il preveggente, colui che pensa prima degli altri). Per quanto riguarda la donna che mise al mondo Prometeo, la tradizione greca non ha elementi univoci: c’è chi riferisce il nome di Climene e chi invece quello di Asia, figlia di Oceano.

Prometeo
Prometeo porta il fuoco al genere umano – Dettaglio tratto da un’opera di Friedrich Heinrich Füger, 1817 (Neue Galerie, Kassel, Germania)

L’alter-ego di Prometeo è il fratello Epimeteo, che a causa della sua impulsività e mancanza di razionalità viene ingannato da Zeus. Oltre ad Epimeteo, la tradizione mitologica attribuisce altri due fratelli a Prometeo: Menezio e Atlante. Fra i tre, Prometeo si distingue per astuzia e scaltrezza e si schiera sempre con gli esseri umani contro gli Dei, rappresentati dal Divino Zeus, che per questo è puntualmente adirato con lui.

Prometeo e il destino degli uomini

Il mito di Prometeo si ricollega direttamente alla nascita dell’umanità e alla conseguente frattura tra gli Dei e gli uomini. Vi era infatti un tempo in cui questi vivevano insieme senza alcuna discordia.

Un giorno però tra gli dei e gli uomini nasce una discussione circa la spartizione delle parti di un toro. Zeus, chiamato ad intervenire per risolvere la questione, pensa di affidare la decisione al saggio Prometeo.

La spartizione dell’animale non rappresenta un’operazione puramente tecnica, in quanto segna il netto confine tra la condizione degli Dei e quella degli uomini. Su Prometeo incombe il compito assai gravoso di definire l’esatta frontiera tra il mondo degli Dei e quello degli uomini.

L’inganno di Prometeo a Zeus

Prometeo procede con estrema cura alla pulizia dell’animale, taglia la carne, raccoglie le ossa e nasconde la parte più polposa all’interno del ventre sporco e viscido del toro. Poi ne ricava due pacchetti e li sottopone al vaglio di Zeus, che opta per la parte di carne che in apparenza sembra più appetitosa e di colore chiaro. Una volta aperto il pacchetto, però, Zeus si rende conto di essere stato ingannato, in quanto l’involucro contiene soltanto ossa, ben pulite e astutamente raccolte. L’ira di Zeus verso Prometeo a questo punto è incontenibile.

Il fuoco e le conseguenze dell’inganno

A seguito dell’inganno di Prometeo, Zeus decide di sottrarre agli uomini uno dei beni più preziosi, il fuoco. Questo fa ripiombare l’umanità ad un livello inferiore, più simile a quello delle bestie. Il fuoco è un elemento naturale che nella mitologia greca simboleggia la forza divina e rappresenta il potere della conoscenza che gli Dei avevano concesso agli uomini per raggiungere il progresso.

Prometeo

Oltre al fuoco, Zeus toglie agli uomini la disponibilità del grano, considerato la principale fonte di nutrimento e che, in passato, cresceva spontaneamente nei campi, senza alcuna fatica. D’ora in poi gli uomini saranno costretti a lavorare duramente per fare crescere il grano, scavando nella nuda terra e aspettando che i semi piantati germoglino per procedere alla raccolta.

Prometeo e il seme di fuoco

Prometeo, però, per riparare alla sventura arrecata agli uomini, si introduce nell’Olimpo e riesce a rubare un “seme di fuoco” e lo porta via in una canna senza essere visto. Il fuoco che Prometeo dona agli uomini non è però come quello divino. Essendo generato da un seme va sempre alimentato. Quando il Padre degli Dei si accorge che il fuoco è tornato a brillare nel mondo degli uomini, si adira tantissimo, e medita una vendetta furiosa. Infatti dopo poco tempo questi ordina ad Efesto, il Dio della metallurgia, di plasmare in argilla una forma femminile giovane e bella sulla quale le dee dell’Olimpo soffiano l’alito della vita per renderla in tutto per tutto simile ad una donna in carne e ossa.

Pandora, il vaso e i mali del mondo

Tale archetipo di donna si chiama Pandora, bellissima e adornata di gioielli splendenti, e somiglia ad una Dea. Dietro la sua bellezza disarmante si cela l’inganno. Per timore che l’ira divina possa colpire lo sprovveduto Epimedeo, Prometeo si fa giurare dal fratello di non accettare alcun dono proveniente dagli Dei. Ma quando la splendida Pandora gli fa visita, Epimedeo dimentica qualsiasi giuramento e si lascia sedurre dalla donna. Epimedeo prende in sposa Pandora e la fa vivere in casa sua.

Zeus intende portare a termine il suo piano di vendetta. Dice quindi alla donna di cercare in casa del marito una giara, che sia ben coperta e nascosta. Pandora si mette alla ricerca della giara appena il marito esce, e la trova in dispensa. Su suggerimento di Zeus, apre il coperchio per guardare cosa contiene, ma poi lo richiude subito come il Dio gli dice di fare.

Dalla giara escono fuori tutti i mali del mondo che, fino a quel momento, erano rimasti nascosti senza abbattersi sugli uomini: dolore, paura, povertà, morte, guerra, violenza. Solo l’attesa del futuro (“elpis”) resta intrappolata all’interno del contenitore, lasciando almeno agli uomini la possibilità di avere la speranza come unica consolazione. Da questo episodio nasce il mito del vaso di Pandora.

Prometeo e Chirone

La punizione nei confronti di Prometeo è abbastanza dura, dato che Zeus lo imprigiona su una montagna legandolo ad una colonna. Il povero Prometeo diventa la vittima dell’aquila di Zeus, che si ciba della sua carne. Ogni giorno il rapace divora il fegato di Prometeo che il giorno dopo gli ricresce per diventare nuovamente cibo per l’aquila.

A liberare Prometeo da questa triste sorte interviene il Centauro Chirone, che è immortale. Tra Prometeo e Chirone avviene uno scambio: il primo riceve da Chirone l’immortalità in cambio del suo diritto a morire. Il povero Chirone, ferito, soffre tantissimo fisicamente e vorrebbe mettere fine al suo dolore con la morte, ma essendo immortale non gli è concesso. Grazie a questo scambio Prometeo è finalmente libero.

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I monologhi del destino: il Necessario e l’Impossibile https://cultura.biografieonline.it/monologhi-destino/ https://cultura.biografieonline.it/monologhi-destino/#respond Fri, 22 May 2015 14:48:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14268 Il Necessario e l’Impossibile – I monologhi del destino, è un progetto di sei puntate a metà tra cinema e teatro. E’ una Web Serie scritta e pensata da Alessandro Autore ed Emilio Bologna; la regia è di Massimo Cerullo. Un nuovo modo per conoscere i miti, di viverli o riviverli, una drammatizzazione che fuori dai canoni offrirà chiavi di lettura uniche, per rinnovate riflessioni su tematiche profonde ed introspettive.

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Quattro anime, quattro destini, un verdetto affidato a un dio. Prometeo, l’orgoglioso avversario degli dei; Orfeo, il malinconico cantore d’un amore perduto; Turno, il giovane sovrano dei Rutuli, condannato a una morte già decisa; e Cassandra, vittima di una conoscenza che sa di maledizione.

Monologhi del destino - Necessario e Impossibile
Il Necessario e l’ImpossibileI monologhi del destino” è un progetto a metà tra cinema e teatro, di Alessandro Autore e Emilio Bologna. Regia di Massimo Cerullo. Interpreti: Francesco Passero (Prometeo), Antonio Gentile (Orfeo), Flora Epifania (Euridice), Emilio Bologna (Turno), Rosa Rubino (Cassandra) e Crispino Truglio (Dioniso).

Dioniso

Ad aprire e chiudere la voce di Dioniso, dio dell’ebbrezza e del caos irrazionale. È questa l’idea alla base de Il Necessario e l’Impossibile. Necessario, come l’aspirazione vitale alla salvezza in lotta con le forze del fato tiranno. Impossibile, perché ciò che ricerca costantemente l’umanità, nella sua perenne scalata al cielo, resta un miraggio, un’illusione, un abbaglio lontano.

I miti

Ecco quindi la mitologia rivelare la violenza di un vincolo che invano si è sempre cercato di sciogliere, ossia quello fra libertà e negazione, oppressione e ribellione. Ed è soprattutto il libero arbitrio, l’incapacità di reazione dinanzi al volere del Fato, motivo di interesse per questi personaggi riproposti e rielaborati in tutto il dramma del loro dolore, fra i rimpianti e i fallimenti di esistenze futili ma non per questo meno intense.

I miti, difatti, con il loro fascino immortale, offrono varie possibilità di interpretazione e si fanno carico di problemi esistenziali (con la semplicità e l’immediatezza della fantasia, dell’allusione e della metafora) che risuonano ancora forti nella mente dell’uomo moderno.

Prometeo

Apre il progetto la voce solitaria di Prometeo (Francesco Passero), benefattore del genere umano, esiliato sui dirupi del Caucaso, mentre vaneggia sul significato della libertà, sforzandosi di affibbiarle una natura materiale, salvo poi rinvenire e individuare nel Fato, entità astratta ma dominatrice, il vero nemico, il vero limite perfino per la libertà stessa in quanto concetto.

Quello che si offre allo spettatore è un Prometeo vendicativo, offeso per l’oltraggio di Zeus nei confronti dei Titani suoi fratelli, deciso perciò a placare il suo rancore e ottenere la propria rivalsa nei confronti del Dio dell’Olimpo forgiando l’uomo e dotandolo di un sapere che fino a quel momento gli era stato precluso, in quanto prerogativa divina.

Orfeo ed Euridice

Segue Orfeo (Antonio Gentile), rappresentato nell’atto di rivendicare l’autonoma decisione della non-scelta, ossia al lucido rifiuto di riscattare l’amata Euridice (Flora Epifania) dagli Inferi, evitando così di condannarla a un’esistenza fittizia, che avrebbe appagato una promessa divenuta astratta già al momento della sua discesa nell’Oltretomba.

Turno

Vi è poi Turno (Emilio Bologna), nemico di Enea, che pur consapevole di essere una pedina nelle mani del Fato, si immola a quello che sarà il suo ultimo duello, alla ricerca di una morte dignitosa al cospetto degli dei.

Cassandra

Chiude il ciclo la vicenda della profetessa Cassandra (Rosa Rubino), figlia di Priamo, re di Troia, il cui dono profetico rappresenta la sua più grande condanna. Resa inerme dall’impossibilità di mutare le trame degli eventi futuri, ella non può che rinnegare la propria dote e tentare, ormai impazzita, di scuotere gli animi dei concittadini in vista dell’imminente saccheggio e distruzione di Troia.

Una riflessione interiore

Ognuna di queste voci affronta il Fato e il suo dominio in maniera diversa, pur essendone in qualche modo sopraffatta: Prometeo sfida gli Dei e il destino in un atto di estrema ribellione; Orfeo decide dignitosamente di non assecondare quello che il Fato aveva in serbo per lui; Turno dal suo canto, accetta in maniera quasi epicurea la fine preannunciatagli, pur non disdegnando false speranze; Cassandra, infine, tenta di abiurare il dono della premonizione, così da poter vivere la sua vita nell’ignoranza, nella non-conoscenza del futuro.

L’entrata in scena di Dioniso (Crispino Truglio), il Folle Errante, dio al di sopra della comune concezione del Fato, chiuderà il progetto con una risposta a tutti i monologhi.

Durante il viaggio fra dei e mortali, lo spettatore si troverà a ragionare su se stesso, in balìa del fiume di problematiche che affondano le radici nella propria interiorità.

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La furia dei Titani, trama e riassunto del film https://cultura.biografieonline.it/la-furia-dei-titani/ https://cultura.biografieonline.it/la-furia-dei-titani/#comments Tue, 03 Apr 2012 08:03:36 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1299 La furia dei Titani, film del 2012

Perseo ha fatto una scelta drastica: ha deciso di ritirarsi con suo figlio in un villaggio sul mare e di praticare il mestiere del pescatore. Non vuole saperne né del potere divino né di suo padre, Zeus, Re dell’Olimpo, con il quale non ha un buon rapporto da molti anni.

Ma il suo destino di semidio non si può concludere in un villaggio di pescatori e una notte Zeus gli fa visita comunicandogli che gli dei stanno perdendo il loro potere perché gli uomini non li pregano più e quindi non possono più sostenere il Tartaro luogo in cui è prigioniero Crono, padre di Zeus, e nonno di Perseo, il quale fu imprigionato dallo stesso Zeus quando ci fu, nell’era primordiale, lo scontro fra Dei e Titani.

La furia dei titani, locandina del film (2012)
La Furia dei Titani – USA 2012 – Regia di Jonathan Liebesman. Con Sam Worthington, Ralph Fiennes, Liam Neeson, Danny Huston, Edgar Ramirez. Titolo originale: “Wrath of the Titans”. Azione, durata 99 min. – Warner Bros Italia.

Zeus, quindi, chiede aiuto al figlio, affinché assieme si rechino nel Tartaro ma Perseo si rifiuta. A questo punto Poseidone, Dio del mare, e Zeus alleati e fratelli cercano di risolvere la questione ma scoprono ben presto che hanno nemici potenti all’interno della loro stessa divina famiglia.

Il film riscatta il precedente “Scontro tra Titani” in cui la macchina di Hollywood schiacciava senza ritegno la Mitologia greca per trasformarla in un polpettone noioso da relegare all’oblio della memoria. Quest’ultimo, invece, ha una trama più corposa e logica e anche se il Mito greco è un po’ svilito, lo spettacolo è assicurato grazie ad una tecnica registica abile e fantasiosa che non lascia nulla di intentato.

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Gli effetti speciali la fanno da padroni rendendo la visione godibile e a tratti stupefacente con l’immensità di Crono che sparge fuoco e fiamme contro le truppe della regina Andromeda. Gli appassionati del genere avranno soddisfazione ma anche coloro che vogliono vedere un film agile  e veloce con una storia lineare e impastata di ingredienti classici: amore, rivalità parentale, potere, perdizione, pietà e riscatto.

I Miti greci, comunque, sono un’altra cosa e per chi volesse conoscerli meglio consiglio di leggere: “L’universo, gli dèi, gli uomini” di Jean-Pierre Vernant, editore Einaudi.

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