Weber critica l’idea che l’agire sociale deva essere spiegato a partire dalle esigenze funzionali del sistema sociale. La sua vasta produzione è caratterizzata soprattutto dall’interesse per i rapporti tra economia e sociologia, sviluppando inoltre importanti analisi sulle religioni mondiali.
In una sua opera, “Economia e Società“, Max Weber sintetizza i risultati delle sue riflessioni metodologiche e teoriche. Assume un atteggiamento critico nei confronti delle teorie che consideravano la società come un sistema autonomo rispetto all’azione degli individui.
La sociologia per Weber, rispetto alle scienze naturali, è volta alla comprensione dell’atteggiamento degli individui che partecipano alla formazione sociale.
Egli introduce la razionalità cosciente. Questa dimensione può essere messa in luce grazie al senso in base al quale si determina l’atteggiamento umano; dunque, percepisce la sociologia come una scienza, la quale si propone di intendere, in virtù di un procedimento interpretativo, l’agire sociale e quindi di spiegarlo casualmente nel suo corso e nei suoi effetti. Il senso guida la nostra azione, dà plausibilità a quello che si fa; per comprendere il senso abbiamo bisogno dello VERSTEHEN, intendere, dunque capire il significato, e dello ERKLAREN, spiegare, quindi la spiegazione causale del fenomeno.
Il concetto di agire viene collegato a qualunque atteggiamento, attivo o passivo che sia, che viene unito ad un senso soggettivo. Un agire meccanico non viene preso in considerazione; dunque, l’agire è definito sociale quando:
La società si presenta come il risultato di azioni individuali dotate di senso. Weber, inoltre, parla di relazione sociale come comportamento di più individui instaurato reciprocamente ed essa si fonda perciò esclusivamente sulla chance che si agisca socialmente in un dato modo dotato di senso.
L’agire sociale non si può analizzare in termine di leggi immutabili, ma va valutato attraverso forme empiriche da verificare di volta in volta. La possibilità di cogliere le uniformità dell’agire, trova un modo valido per la formulazione di tipi ideali (IDEALTYPEN) dell’agire stesso. I tipi ideali sono il risultato di un procedimento dove il concetto di determinate caratteristiche prevalenti dell’agire sociale vengono astratte.
Weber distingue 4 tipi di ideali:
In sociologia i tipi ideali non si applicano solo ai comportamenti esterni ma si accentuano anche negli interni.
Inoltre, Weber costruisce anche i suoi tipi ideali di potere che si basano sulle diverse forme di legittimazione, che danno la loro legittimità alle credenze dei tipi ideali; i 4 tipi ideali di potere sono:
Come accennato nell’introduzione, Weber dà un importante contributo al rapporto religione-società; egli individua la religione come la risposta agli interrogativi fondamentali della vita umana: la religione costituisce lo strato fondante della cultura di ogni società.
L’autore tedesco Max Weber dà particolare importanza anche al capitalismo e la sua specificità è data dal fatto che, in esso, la produzione economica è orientata a un profitto che non viene impiegato solo a migliorare un tenore di vita, ma per essere reinvestito in vista di maggiori profitti. Egli inoltre crede che il protestantesimo abbia favorito tutto ciò, mostra che il cristianesimo, a differenza di altre religioni, conteneva valori che promuovevano l’individualismo e un atteggiamento attivo nei confronti del mondo.
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