Web Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 09 Sep 2021 11:22:57 +0000 it-IT hourly 1 Hosting e dominio: differenze https://cultura.biografieonline.it/hosting-dominio-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/hosting-dominio-differenze/#respond Wed, 28 Feb 2018 17:53:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24347 Quando si parla di termini informatici o riguardanti il mondo del web, molto spesso incorriamo in errori. Ci sarà sicuramente capitato di sentire i termini hosting e dominio, immaginando vagamente di cosa si trattasse ma senza mettere bene a fuoco i due concetti, le loro similitudini ma soprattutto le diversità tra le due nozioni. In questo articolo vediamo di evidenziare le principali differenze.

hosting - housing
Rappresentazione di una sala server, in cui è ospitato l’hardware (housing) che a sua volta ospita siti internet (hosting) raggiungibili attraverso nomi di dominio.

Hosting

Con il termine hosting si intende un servizio che permette di usufruire di uno spazio web dove collocare le pagine di un sito internet. Il servizio di hosting (host in inglese è colui che ospita) oltre a questo servizio base, offre poi altri servizi accessori. Grazie a questo tipo di servizio, il web provider, rende il sito accessibile alla rete Internet e agli utenti. Tra i servizi accessori ci possono essere quelli relativi alla sicurezza, alla posta elettronica, allo streaming video, o altro che ha generalmente a che fare con i servizi web.

Il termine hosting deriva dall’inglese “host” che significa quindi ospitare. Esistono diversi tipi di hosting: gratuiti, a pagamento e quelli definiti infrastrutturali.

Gli hosting gratuiti sono un servizio base che viene offerto agli utenti in previsione che si passi a servizi più avanzati (a pagamento) e sono forniti dall’Internet Service Provider (ISP). Spesso recano degli svantaggi come: prestazioni tecniche meno performanti, poca garanzia del servizio nel tempo, banda condivisa con altri siti web ospitati.

Gli host a pagamento offrono un servizio più avanzato e professionale.

Gli hosting infrastrutturali consistono in un’intera infrastruttura di rete sotto forma di servizio di host network. I vantaggi sono un abbattimento dei costi associati all’hardware e al software, la garanzia dell’accesso e, in ultimo, la facilità nella reperibilità dei dati.

Hosting e housing

Si distingue tra hosting e housing quando anziché acquistare lo spazio solo per un sito internet, si acquista uno spazio per posizionare un sistema server fisico, composta da un hardware più o meno sofisticato. L’housing vede l’ISP ospitare in apposite infrastrutture, server di proprietà dei clienti. Queste sono soluzioni rivolte principalmente alle aziende, e non ai privati.

Dominio

In un precedente articolo abbiamo trattato le differenze tra dominio e sito web. Riprendiamo qui alcuni concetti. Il dominio è il nome logico di un sito internet. Nell’indirizzo URL che permette di raggiungere un sito, il dominio corrisponde (generalmente) alla homepage. In realtà, dietro le quinte, al nome del dominio corrisponde un indirizzo numerico chiamato indirizzo IP. L’uso di “nomi di dominio” (così si dice) rende più semplici e memorizzabili i nomi dei siti web.

Di fatto un dominio è una sequenza di caratteri che ci permette di identificare un sito web. I nomi di dominio si possono riservare, acquistandoli, a partire dalla scelta loro estensione (.it, .com, .org e moltissime altre). Gli ISP che forniscono servizi di hosting, spesso offrono anche un servizio di acquisto del nome di dominio. Così come i Registrar – si chiamano così le aziende che forniscono questo servizio – oltre a dare la possibilità di registrare un dominio, offrono all’utente (privato o azienda) la possibilità di ospitare (hosting) fisicamente il sito web.

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Dominio e sito web: che differenza c’è? https://cultura.biografieonline.it/dominio-sito-web-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/dominio-sito-web-differenze/#comments Fri, 23 Feb 2018 10:22:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24238 Nell’ambito dell’informatica di internet, sentiamo spesso nominare dei termini come dominio e sito web. I due concetti sono strettamente correlati tra loro. Spesso ci si confonde pensando all’uno o all’altro senza averne ben chiaro il significato. Essi però presentano delle profonde differenze. Vediamo nel seguente articolo di capire meglio di cosa si tratta, così da essere in grado in futuro di mettere a fuoco il concetto.

dominio sito web differenze

Dominio

Per dominio si intende un nome logico che permette di venire a conoscenza di un determinato sito. Il nome del dominio corrisponde ad un indirizzo numerico chiamato indirizzo IP. In generale, i domini, devono contenere un nome semplice, logico e facilmente memorizzabile.

Si inserisce il dominio nell’apposita barra degli indirizzi del browser e grazie ad un servizio di indirizzamento chiamato DNS, Domain Name Server, si viene messi in contatto con il server corretto. In caso di domini sbagliati, veniamo indirizzati verso altri link o siti che non corrispondono alla nostra ricerca. A questo punto l’utente potrà digitare nuovamente l’indirizzo (dominio) corretto o ricercarlo via internet.

Le estensioni dei domini, che sono in continuo aumento, inizialmente determinavano il settore del sito o la sua nazionalità. Per esempio “.it” è quello dell’Italia, “.us” riguarda gli United States, “.com” quelli commerciali, “.org” si riferisce ad “organization” e così via, tenendo presente che ad oggi è possibile creare un dominio con un’estensione privatizzata e libera di scelta. Queste estensioni di indicano con l’espressione “di primo livello”, in inglese TLD (Top Level Domain).

I livelli dei domini

Prendendo ad esempio l’indirizzo del sito web www.google.it (la versione italiana del celebre motore di ricerca Google) possiamo suddividerlo nei suoi livelli:

  • .it è il dominio di primo livello;
  • google.it è il dominio di secondo livello;
  • www.google.it è il dominio di terzo livello, e così via.

La sigla che solitamente precede il dominio è http e indica il protocollo usato per l’accesso al dominio. L’acronimo sta per: HyperText Transfer Protocol. Quando compare la lettera s, (https) indica che il protocollo è sicuro (secure): i dati in questo caso viaggiano in una comunicazione criptata. L’indirizzo completo di protocollo e dominio – ad esempio: https://www.google.it – si chiama indirizzo URL.

Come acquistare un dominio?

E’ possibile riservare un dominio (uno o più) sia a livello personale che a livello aziendale. I costi variano molto, dipendentemente dall’estensione che si sceglie e dai servizi che si vogliono agganciare a tale dominio, come ad esempio la posta elettronica (a tal proposito: sai perché si usa la chiocciola @ negli indirizzi e-mail?) , oppure un vero e proprio sito web, di cui andiamo a parlare nel prossimo paragrafo. Se siete interessati all’acquisto di un dominio potete contattarci.

internet
Internet e domini web: gli indirizzi URL dei siti web iniziano tutti con http oppure https

Sito web

Per sito web, invece, si intende lo spazio in cui vengono immagazzinati dati, foto, informazioni varie, link e collegamenti ipertuestuali… insomma tutto ciò che costituisce il materiale pubblico di una determinata persona, azienda o struttura, organizzato in pagine internet, sotto uno stesso dominio.

Il sito web è diviso in pagine. Solitamente vi si naviga attraverso un menù che permette di conoscere la realtà che stiamo visionando (struttura, azienda, pubblicazione editoriale, persona fisica, o e-commerce). Il sito web è raggiungibile grazie ad un dominio. Tutti i suoi contenuti sono ospitati sul server grazie a servizi di hosting. È fondamentale costruire bene le pagine del sito, perché altrimenti chi vi naviga potrebbe non riuscire a trovare le informazioni utili e richieste. Negli anni i metodi di sviluppo dei siti web si sono sempre più orientati verso questi obiettivi.

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E-commerce: evoluzione degli acquisti online https://cultura.biografieonline.it/commerce-evoluzione-degli-acquisti-online/ https://cultura.biografieonline.it/commerce-evoluzione-degli-acquisti-online/#comments Thu, 03 Aug 2017 14:39:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23037 Fare acquisti servendosi del web è un’abitudine ormai sempre più consolidata. Con un semplice click si può entrare nei negozi virtuali, consultare il catalogo e scegliere i prodotti che servono. Quindi si riempie il carrello elettronico e infine si seleziona il metodo di pagamento più comodo.

1994: nasce l’e-commerce

L’e-commerce compie i primi passi nel 1994, con la nascita di uno dei colossi del settore: Amazon.it. Negli anni compresi tra il 1997 e il 2000 la “new economy” subisce un rapido incremento, aumentano i siti e-commerce in diversi settori dalla produzione ai servizi, e cresce il numero degli utenti che si rivolge alla Rete per compiere transazioni e acquisti.

La diffusione dell’e-commerce ha cambiato nel profondo le modalità di acquisto delle persone: oggi non esistono limiti temporali o geografici quando si deve acquistare un prodotto. Di conseguenza, per aumentare il fatturato e la competitività, molti punti vendita localmente distribuiti si sono dotati di un sito e-commerce.

I commercianti, avendo compreso il grande potenziale che la Rete offre agli utenti, cercano di utilizzarla nella maniera migliore.

E-commerce dal 2000 ad oggi

A partire dagli anni 2000 il sistema delle transazioni online si perfeziona e diventa sempre più sicura. Gli utenti scelgono di pagare utilizzando carte prepagate come Paypal (nata nel 1998 ed acquisita successivamente da eBay) per non incorrere in spiacevoli sorprese. Oggi la maggior parte dei pagamenti sul web avviene tramite smartphone, con Apple Pay o Android, in maniera del tutto rapida e sicura.

Le aziende studiano strategie di commercio online che puntano ad aumentare le vendite e a diversificare i prodotti per venire incontro alle esigenze dei clienti. Con questo obiettivo nascono e si affermano Groupon, nata in America ed arrivata nel nostro Paese nel 2010 e Vente-Privee.com, la cui formula basata su “vendite evento” è stata anch’essa importata dagli Usa.

I colossi dell’e-commerce

L’e-commerce è un business destinato a crescere sempre di più: le piccole e medie imprese investono nel commercio elettronico guardando i colossi del web e cercando di prendere spunto dalle loro strategie imprenditoriali vincenti. Tra le aziende e-commerce più famose vi è Amazon.it, il cui fondatore Jeff Bezos è considerato uno degli uomini più ricchi del mondo.

Il successo di questo e-commerce che ha ottenuto un riscontro planetario si deve, tra le altre cose, alla diversificazione dei prodotti: cliccando sul sito si trova praticamente di tutto. Altro elemento che fa la differenza è il prezzo, che sicuramente è più vantaggioso che altrove.

Per completare l’elenco dei colossi dell’e-commerce attualmente sulla cresta dell’onda ricordiamo Zalando.it, specializzato nella vendita di capi di abbigliamento, calzature ed accessori, e Ibs, sito e-commerce che propone libri di ogni genere (il cui fatturato, nel 2013, ha raggiunto i 100 milioni di euro).

E-commerce di estetica tutto italiano

L’Italia fa la sua parte. Ormai non vi è un solo settore di produzione che non sia coperto dalla vendita online. Anche settori più marginali o di nicchia come quello estetico si sono lanciati nell’avventura dell’e-commerce. Operatori estetici come estetiste e parrucchieri scelgono si rivolgono all’e-commerce italiano Ebranditalia.com per effettuare l’acquisto di prodotti e cosmetici, ottenendo un cospicuo risparmio di tempo e denaro.

Oggi i centri estetici richiedono prodotti altamente innovativi ma convenienti nel prezzo, e sul web trovano quello di cui hanno bisogno per accontentare gusti ed esigenze dei clienti. Ci sono siti web specializzati nella vendita online di prodotti, apparecchiature e forniture per centri estetici: uno dei più affidabili e conosciuti in Italia è Ebrand.

Il portale è nato in Italia e sta crescendo ogni anno. E’ completo, facile da consultare e propone una vasta gamma di prodotti per l’estetica. Tra i servizi innovativi offerti agli operatori estetici vi è la personalizzazione delle linee cosmetiche, creato apposta per fidelizzare i clienti e diversificarsi dalla concorrenza.

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Intervista a Giorgio d’Ecclesia https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-giorgio-decclesia/ https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-giorgio-decclesia/#comments Fri, 27 Jan 2012 12:38:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=350 Conduttore radiofonico presso Dimensione Suono Roma, giornalista, presentatore di eventi nazionali e autore di libri di settore, nonostante la giovane età Giorgio d’Ecclesia è diventato una delle voci – e delle menti, soprattutto – più innovative della scena radiofonica nazionale, per giunta versato nell’ambito della comunicazione da oltre dieci anni. Al suo nome è legato un progetto che, al momento, non sembra avere concorrenti sulla scena web nazionale. D’Ecclesia è, infatti, il responsabile e ideatore del sito internet Radiospeaker.it, da un paio di anni vero e proprio punto di riferimento per i professionisti e gli appassionati della radio in Italia.

Giorgio d'Ecclesia

Il portale è un mezzo importante per chiunque faccia o abbia intenzione di fare radio in modo professionale, offrendo inoltre strumenti adeguati e in costante aggiornamento a migliaia di appassionati di radio e di comunicazione in genere, i quali attraverso il sito hanno anche la possibilità di farsi conoscere e di promuovere il proprio lavoro. In un’intervista, il bravo conduttore radiofonico risponde ad alcune domande su Radiospeaker e su altre questioni legate al mondo della radio.

Andiamo subito al dunque. Cos’è Radiospeaker e perché è diventato il punto di riferimento dei professionisti e appassionati di radio in Italia? E, soprattutto, come nasce?

Radiospeaker.it nasce nel novembre 2009 per colmare un vuoto su internet: l’idea mi è venuta qualche anno prima, mentre muovevo i primi passi in radio come conduttore radiofonico, cercando informazioni e suggerimenti online. Notando la quasi totale assenza di informazioni e la mancanza di siti che racchiudessero contatti, corsi, suggerimenti, annunci di lavoro, libri e news sulla radio, ho pensato: quasi quasi lo faccio io. Inizialmente ho preso mouse e tastiera e ho creato una prima bozza grafica del sito da solo, ho raccolto qualcosa come 400 contatti di speaker radiofonici italiani e li ho messi online. E’ stato il primo di una serie di passi che tuttora stiamo facendo: al database con i contatti degli speaker poi, si è aggiunto quello dei fonici, dei giornalisti e delle radio italiane, un blog con le ultime news e le interviste sulla radio, una sezione dedicata agli annunci di lavoro in radio ed un mercatino digitale di compravendita di attrezzature. Subito dopo, sono arrivati i corsi di conduzione, giornalismo e regia radiofonica a Roma e Milano ed un E-book, diventato il primo Manuale per diventare Speaker Radiofonici Professionisti. Oggi non sono più solo, contiamo una squadra di quasi 20 persone.

Radiospeaker vive di pubblicità, come la tv, il web, la vecchia radio, gli antichi quotidiani, i periodici e gli eventi in genere? O è un progetto che può contare su altre risorse?

Radiospeaker.it non ha mai puntato troppo sulla pubblicità quanto sulla formazione e l’insegnamento. Al momento la nostra entrata principale deriva dai corsi di conduzione e giornalismo radiofonico, un campo in cui ci siamo specializzati e su cui abbiamo investito sempre di più. Solo negli ultimi mesi abbiamo avviato un percorso legato alla vendita diretta di banner pubblicitari sul sito: questo è stato possibile perché nel corso di questi due anni siamo riusciti ad individuare una nicchia di mercato molto precisa e di cui siamo diventati il punto di riferimento. Radiospeaker.it comunica ai professionisti e agli appassionati di radio, persone che usano strumenti legati alla produzione audio, alla trasmissione streaming, alla insonorizzazione e alla diffusione musicale. Gente che vive di radio e che usa i suoi strumenti ogni giorno. Si spera quindi che le aziende legate a questi settori si rendano conto che pubblicizzare i propri prodotti sul nostro sito vuol dire raggiungere una nicchia specifica, ben delineata e molto interessata ai loro strumenti. Dovendo fare pubblicità per un microfono ad esempio, penserei:”perché buttare l’amo nell’oceano, su un sito generalista, quando c’è un’oasi come Radiospeaker.it dove trovo tutti i miei clienti?”. Sono stato abbastanza convincente?

Quanto è cambiato il modo di fare radio ai tempi dei social network?

Direi che le differenze rispetto ad una decina di anni fa sono molte e quelle rispetto ad una ventina di anni fa sono moltissime. Prendiamo ad esempio la figura del conduttore radiofonico. Oggi Il conduttore radiofonico non deve solo avere una bella voce e parlare di musica, deve essere multimediale, interattivo e sempre più vicino all’ascoltatore. Una volta gli utenti comunicavano con il proprio speaker attraverso lettere e cartoline, a cui difficilmente seguiva una risposta, poi sono arrivati gli sms e anche in quel caso le risposte arrivavano raramente, talvolta attraverso telefonate in diretta radio. Oggi gli ascoltatori parlano, seguono e commentano tutto ciò che lo speaker dice in radio, attraverso le applicazioni di internet: Sito internet della radio, Blog personale del conduttore, Forum, Chat, Skype, Facebook, Fan page, Twitter, Myspace e tutte quelle applicazioni che permettono un’interazione Conduttore-Ascoltatore. Infatti il conduttore radiofonico di oggi, me compreso, non deve solo saper raccontare notizie interessanti ma le deve anche produrre. E’ diventato un “prosumer”, termine che unisce la parole “producer” e “consumer”: oltre a consumare contenuti che poi racconterà in radio, li produce attraverso la rete: articoli, notizie, video, post, argomenti da pubblicare su internet attraverso facebook, twitter, blog e gli altri mezzi a disposizione. Questa non è solo una qualifica in più per il conduttore, ma spesso è una condizione necessaria richiesta dalla direzione dell’emittente per alimentare traffico sul proprio sito internet, e quindi per incrementare gli introiti pubblicitari derivanti dal sito stesso.

Le web radio. Funzionano? Sono il presente e il solo futuro pensabile per la radio in genere, oppure hanno già esaurito la loro spinta?

Le web radio al momento sono delle ottime palestre per aspiranti professionisti del settore, assolvono a quella fondamentale funzione che una volta avevano le piccole radio locali (che purtroppo sono in via di estinzione). Al momento però, le web radio non hanno ancora la forza necessaria per competere con le radio tradizionali in fm e questo per via di limiti strutturali, come il limite di banda: attraverso la linea internet si può comunicare ad un numero limitato di utenti contemporanei, non posso dirti di preciso il limite massimo raggiungibile, ma questo sicuramente non si avvicina ai 5, 6 milioni di ascolti raggiungibili dalle radio in fm. Le web radio potranno dettare le regole del futuro quando si verificheranno due condizioni: la banda internet diventerà sufficientemente “wide” da permettere l’ascolto contemporaneo per milioni di utenti e quando si diffonderanno le autoradio e le radio portatili con una connessione web integrata. Personalmente ascolto moltissima web radio attraverso il mio smartphone e a casa ho dei dispositivi radio che si collegano ad internet. La spinta delle web radio non si è esaurita, deve ancora arrivare.

Quanto è stretto e produttivamente promiscuo il legame tra web e radio in genere? Quali potenzialità, prospettive, insidie?

La radio ed internet si stanno simpatici. Li possiamo considerare un po’ come la nonna e il nipotino, si vogliono bene e c’è un profondo rispetto reciproco. Questo a mio avviso è dovuto al fatto che la radio è sempre stato considerato un mezzo autorevole, un mezzo dove si danno ancora dei contenuti validi ed interessanti e si è saputa adeguare al nuovo modo di comunicare, perché diretta ed immediata come internet. In radio la comunicazione non può essere appiattita da un paio di tette e non si possono mandare immagini forti o shoccanti. In radio si parla, si immagina, si ascolta, si riflette, l’ascoltatore resta in attesa finché un concetto o il racconto che il conduttore sta facendo non è concluso: come accade in un libro. Il sito internet di una radio è diventato in un certo modo la manifestazione visiva della radio stessa, dove il suono si completa con testi ed immagini.

Cinque qualità/aggettivi per uno speaker moderno, per resistere alla competitività, per restare a galla.

•    Umiltà /Umile
•    Personalità/ Personale
•    Competenza / Competente
•    Curiosità/ Curioso
•    Passione/ Appassionato

Dall’esplosione della televisione commerciale se ne decreta la morte, sia dal punto di vista giornalistico che dell’intrattenimento puro. Eppure, la radio sembra aver tenuto (talvolta anche meglio di altri media, come i giornali). Dopo l’avvento di internet, si è parlato di morte della tv e, ovviamente, anche della radio. Eppure, entrambe reggono. Che cosa significa? La radio esisterà sempre?

Da innamorato della radio, sono sicuro che non morirà mai. La nonnina scoppia di salute. I suoi punti di forza rispetto agli altri media sono diversi: è un mezzo poco invasivo perché non chiede al proprio utente di fissare uno schermo o una tv, non ha tastiere e mouse da gestire e pagine da sfogliare. Rispetto a Tv, Internet e giornali può essere “consumata” in qualsiasi momento della giornata mentre si svolgono contemporaneamente altre attività . Sembrerà strano ma al giorno d’oggi, in cui domina la frenesia e non troviamo più il tempo per informarci correttamente (leggere un giornale, guardare la tv o cercare informazioni su internet), la radio è il mezzo più moderno perché ci raggiunge ovunque e non chiede dedizione. Altro punto di forza fondamentale è la contemporaneità dell’informazione: il giornale ti da le notizie il giorno dopo, la tv ha dei tempi molto più dilatati (confezionare i servizi video, interrompere il programma in onda, trovare cameraman e giornalista pronti per la diretta), internet è abbastanza veloce ma presuppone che l’utente si trovi in quel momento collegato e a caccia di informazioni. La vecchia invece, ti informa mentre sei in auto, in doccia, in cucina, mentre fai jogging e ti offre informazioni proprio nel momento in cui le notizie nascono, senza distoglierti dalle azioni che stai compiendo. Gli ultimi sondaggi dicono che la radio conserva ancora una alto grado di autorevolezza rispetto ai giornali, ormai troppo politicizzati, e alla tv, ridotta ad un manipolo di vecchie e stanche facce rifatte. Un disco ed una voce che parla, così era e così sarà.

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