Walt Disney Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 23 Apr 2024 07:26:13 +0000 it-IT hourly 1 “Raya e l’ultimo Drago”, il film di Disney che parla di un “flagello mondiale”: è la pandemia? https://cultura.biografieonline.it/raya-e-l-ultimo-drago-film-disney/ https://cultura.biografieonline.it/raya-e-l-ultimo-drago-film-disney/#respond Thu, 25 Feb 2021 13:56:35 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32886 Uscirà sul canale Disney+ e poi speriamo presto nei cinema, a partire dal 5 Marzo prossimo. L’ultima pellicola di Walt Disney Animation Studios firmata da Don Hall e Carlos López Estrada, si intitola “Raya e l’ultimo Drago” e narra di un “flagello” in grado di devastare il mondo.

In realtà il film (che è in fase di sviluppo da circa cinque anni), secondo l’idea del suo creatore Don Hall, parte dal presupposto che il mondo, essendo diviso, sia alla ricerca di un “collante” che possa riportare pace ed armonia.

L’attualità della pellicola

Man mano che andavamo avanti con il progetto, diventava sempre più attuale”, ha dichiarato Hall, riferendosi al contesto attuale della pandemia, il “flagello” che sta sconvolgendo il mondo nelle sue certezze più radicate.

Prima del lockdown, il flagello “Druun” che compare nel film era identificato con la peste, che poi sarà causa di una crisi esistenziale. Pur non essendo stato pensato tutto con anticipo (d’altronde sarebbe stato impossibile), il film risulta oggi di straordinaria attualità.

La protagonista del film

La pellicola vede come protagonista la principessa guerriera Raya, che è l’eroina del film impegnata in una missione assai difficile da superare: riunire i cinque regni della sua terra, Kumandra, che per ben 500 anni erano stati divisi a causa di un “flagello” che trasforma tutti gli esseri viventi in pietra.

Fino a quel momento solo i draghi erano riusciti a fronteggiare la forza malefica unendo il loro potere in una gemma. Quando però il pericolo si ripresenta, Raya decide di allearsi con l’unico drago ormai rimasto, Sisu.

Il tema della Fiducia

L’impresa si rivela ardua anche perché ormai nel mondo non vi è più fiducia reciproca tra gli uomini. L’intera pellicola- sottolinea Hall-si basa sul tema della “fiducia”, e Raya è un’eroina che tenta con ogni mezzo di riportarla nel suo mondo.

Siamo convinti che questo nuovo film targato Walt Disney ci farà ancora una volta sognare ed evadere dalla realtà attraverso luoghi e personaggi da conoscere e amare nelle loro mille sfaccettature.

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Bollino rosso a tre film di animazione Disney: ecco quali e perché https://cultura.biografieonline.it/bollino-rosso-per-tre-film-disney/ https://cultura.biografieonline.it/bollino-rosso-per-tre-film-disney/#respond Tue, 26 Jan 2021 14:18:58 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32304 Finiscono nel mirino della censura tre famosi film per bambini prodotti dalla Walt Disney: “Le avventure di Peter Pan”, “Dumbo” e “Gli Aristogatti”, che d’ora in poi saranno vietati ai minori di sette anni. In queste pellicole sono stati riscontrati messaggi e stereotipi di natura razzista e quindi dannosi per i minori.

Una nota nel disclaimer dei film

Nello specifico, tali film, cancellati dalla sezione dedicata ai più piccoli, sono visionabili da un pubblico adulto, ma con una nota introduttiva che dichiara: “tali programmi includono rappresentazioni negative e/o denigrano popolazione e culture” e quindi “piuttosto che rimuovere questi contenuti, vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo“.

La dicitura appare prima dei titoli di testa in ognuna delle tre pellicole “incriminate”.

I motivi della censura nei tre film

In particolare, nel film “Dumbo” vengono contestati i versi di un brano che sembrano irrispettosi verso gli schiavi che un tempo lavoravano nei campi. Nella pellicola degli Aristogatti, invece, questi avrebbero offeso il popolo asiatico attraverso il personaggio “caricatura” Shun Gon, che sembra “fare il verso” agli asiatici con denti sporgenti, occhi a mandorla e bacchette sempre fra le mani.

A Peter Pan, infine, che chiama i membri della propria tribù “pellerossa” viene contestato tale appellativo, considerato offensivo nei confronti dei nativi americani.

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Paperino: breve storia https://cultura.biografieonline.it/paperino/ https://cultura.biografieonline.it/paperino/#comments Mon, 01 Jun 2015 09:39:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=14339 Paolino Paperino (il cui nome originale americano è Donald Duck) è uno dei personaggi dei fumetti più amati al mondo. È un simpatico papero vestito con una blusa dal fiocco rosso e il berretto da marinaio, con le zampe gialle e lo sguardo vispo. È il protagonista di fortunati fumetti, racconti e film della Disney, entrato ormai nell’immaginario collettivo come personaggio simpatico, sfortunato e fannullone ma sempre pronto a lanciarsi in nuove avventure.

Paperino
Paperino

La storia di Paperino narra che sarebbe figlio della sorella di Paperon de’ Paperoni, chiamata Ortensia de’ Paperoni, e di Quackmore Duck, figlio di Nonna Papera. Ha una sorella gemella, Della Duck, che è la madre di Qui, Quo e Qua, i tre nipotini che Paperino cresce e che vivono insieme a lui.

Paperino è un antieroe, incarna il classico uomo moderno, pieno di nevrosi, alla perenne ricerca del lavoro che possa cambiare la sua vita, con molti problemi non solo economici. La differenza con Topolino, sempre in gamba e in linea in tutti in contesti, è proprio questa: essere sempre fuori luogo. È questa la sua caratteristica più evidente che attira maggiormente le simpatie del pubblico.

La nascita di Paperino

Il personaggio di Paperino esordì per la prima volta con Wilfred Jackson, direttore di molti cortometraggi di Topolino, come vicepresidente del Circolo dei Pigri in un corto incentrato proprio sul tema della pigrizia.

L’esordio sulla carta stampata avvenne nel 1934 grazie ad Al Taliaferro che iniziò a disegnare le daily strip americane (strisce a fumetto pubblicate sui quotidiani). Da quel momento il successo fu inarrestabile: Taliaferro continuò a disegnare giornalmente le avventure del papero più famoso del mondo fino al 1969. La prima storia settimanale, con i testi di Ted Osborne, era intitolata I due fannulloni e ottenne moltissimo successo diventando anche un film.

La prima apparizione nei cartoni animati risale al 9 giugno 1934, con “La gallinella saggia” (The wise little hen).

Il Paperino americano ha però alcune caratteristiche differenti da quello nostrano: si tratta sempre di un papero molto sfortunato ma in questo caso è anche un grande scansafatiche e fannullone, in linea con il clima dell’economia di guerra del tempo. Venne anche utilizzato per la propaganda anti nazista.

Nel 1935 debuttò sul giornale dedicato a Topolino, grazie al disegnatore Floyd Gottfredson. Egli li utilizzò prima in coppia, con Paperino in veste di spalla di Topolino, e poi in trio con Pippo. Paperino ottenne però un così grande successo che il disegnatore decise di separare i due personaggi creando storie diverse, che vengono riunite tutt’oggi solo in occasioni di festività, come il Natale.

Le strisce di Taliaferro divennero conosciutissime al punto che la Disney decise di creare delle tavole domenicali apposite, nelle quali fecero la comparsa per la prima volta nel 1937 i nipotini Qui, Quo e Qua, il cugino mangione Ciccio, la fidanzata Paperina, il professor Pico de Paperis e la celebre Nonna Papera.

Il successo degli anni Sessanta

Il vero successo di Paperino lo dobbiamo ad un altro disegnatore: Carl Barks, detto anche l’uomo dei paperi. Egli si occupò quasi esclusivamente di questo personaggio, diventando il creatore di Paperopoli.

Carl Barks
Carl Barks, “sindaco” di Paperopoli

Realizzò storie sulla vita quotidiana di Paperino ma anche delle trasposizioni in altre epoche storiche (es. Paperino e il mondo degli Incas) immersioni nel vecchio e selvaggio West, avventure e missioni in tutto il mondo.

Zio Paperone
Zio Paperone (Paperon de’ Paperoni) • Il nome originale è: Scrooge McDuck (Uncle Scrooge)

Barks inventò per Paperino i lavori più disparati e soprattutto il personaggio di Zio Paperone, parente taccagno e sfruttatore di Paperino che lo fa lavorare per 30 cent di dollaro l’ora guadagnati lucidando le monete del suo deposito. Lo trascina inoltre alla scoperta di tesori misteriosi o missioni impossibili, quasi tutte terminanti con un fallimento per colpa dello zio o del nipote e che si concludono con la fuga dell’uno e l’ira dell’altro. I siparietti tra i due sono senz’altro i momenti più divertenti della saga.

Paperino in Italia

Le prime storie di Paperino in Italia apparvero tra il 1937 e il 1940 ad opera di Federico Pedrocchi nella rivista chiamata Paperino Giornale. Il Paperino italiano è un uomo che incarna l’italiano medio, cerca lavoro ed è letteralmente perseguitato dalla sfortuna, incappando in problemi assurdi frutto di situazioni complicate. Vive in una villetta a Paperopoli, di proprietà dello zio Paperone, insieme ai suoi nipotini Qui, Quo e Qua.

Trascorre le sue giornate sull’amaca in giardino oppure sul divano a guardare la televisione e ogni volta che prova a trovare un lavoro fallisce nella ricerca o incappa in occupazioni stranissime, come il guaritore di automobili.

È fidanzato con Paperina ma il loro rapporto entra spesso in crisi a causa della pigrizia di lui, così lei preferisce uscire con il cugino fortunatissimo Gastone, che incarna l’esatto opposto di Paperino. Un altro cugino famoso è Paperoga, perseguitato dalla sfortuna ancor di più di Paperino stesso.

Nel 1969 Paperino assunse per la prima volta le vesti di supereroe con la maschera di Paperinik, grazie al disegnatore Guido Martina, che lo inserì in una riuscitissima atmosfera noir. Il supereroe è impegnato a combattere malvagi criminali e a risolvere i problemi della città, nascondendosi di giorno nella sua insospettabile vita da pigro cittadino.

Paperinik
Paperinik

Attualmente in Italia esistono cinque identità diverse di Paperino: Paolino Paperino (sfortunato), Paperinik (supereroe senza paura e quindi alter-ego del classico Paperino), Pikappa (supereroe ipertecnologico), agente segreto della P.I.A. (Paperon Intelligence Agency, servizio segreto ideato da Paperon de’ Paperoni a difesa del proprio patrimonio), e Double Duck (agente segreto).

A Paperino sono stati dedicati videogiochi, film, cartoni e chi più ne ha più ne metta. Forse ciò che più colpisce di lui è proprio il suo essere imperfetto, come un uomo comune con i suoi pregi e difetti, capace di ironizzare della sua sfortuna. Qui il segreto del suo enorme successo, che prosegue ancora oggi in tutto il mondo.

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Storia di Topolino – Mickey Mouse https://cultura.biografieonline.it/storia-di-topolino-mickey-mouse/ https://cultura.biografieonline.it/storia-di-topolino-mickey-mouse/#comments Tue, 19 Jun 2012 18:37:32 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2650 Mickey Mouse, vero nome di Topolino, nasce nel 1928 da un’idea di Walt Elias Disney (Chicago, 5 dicembre 1901 – Burbank, 15 dicembre 1966), animatore, fumettista, imprenditore e cineasta. Walt Disney stava cercando di farsi strada nel mondo della produzione cinematografica, e si narra che, nel 1928, durante un viaggio di ritorno da New York, deluso per aver perduto in un solo colpo i diritti del personaggio di successo da lui creato, “Oswald the Lucky Rabbit” (Oswald il coniglio fortunato) – e insieme ad esso tutto lo staff del suo studio di Hollywood –  cominciò a pensare ad un nuovo cartone animato che avesse le fattezze di un topolino, proprio come quelli che scorazzavano sulla scrivania del suo studio.

Topolino a Disneyland
Topolino a Disneyland

Walt Disney
Walt Disney

Pensò di chiamarlo Mortimer, ma la moglie di Disney, Lillian, lo consigliò di cambiarlo con un nome meno minaccioso, tipo Mickey Mouse. Fu così che Walt si decise e si mise all’opera, aiutato dall’amico e collaboratore fidato, Ub Iwerks (24 marzo 1901 – 7 luglio 1971), insieme a pochissimi altri.

Lavorarono in segreto al progetto, giorno e notte, finché il 15 maggio 1928, in una proiezione privata, debuttò per la prima volta nel film “Plane Crazy” (- L’aereo pazzo – nel quale compare anche la fidanzata Minnie) il personaggio di Topolino: un topo antropomorfo, con grandi orecchie tonde, una lunga coda, dei calzoncini corti con i bottoni.

Nonostante una discreta accoglienza, nessuno volle distribuire il film del nuovo personaggio. All’epoca era di moda il gatto Felix, un gatto nero e intraprendente, perfetto contraltare del nuovo Topolino.

Senza farsi abbattere, Walt Disney continuò a lavorare e produsse un secondo film, “Gallopin’ Gaucho” (- Il gaucho galoppante – in riferimento al film “The Gaucho”, che Douglas Fairbanks aveva girato nel 1927), in cui Topolino, ancora insieme a Minnie, ha le scarpe ai piedi e un nemico grande e grosso, che però non riesce a sconfiggerlo: il gatto Gambadilegno.

Titoli di testa originali di “Steamboat Willie”

Intanto nel cinema era arrivato il sonoro a soppiantare il muto, e nascevano i primi cosiddetti “talkies”.

Disney non si diede per vinto e lavorò per produrre un altro film con Topolino protagonista, aiutato sempre da Ub Iwerks: “Steamboat Willie” (- Willie del battello a vapore -). Questo cartoon nacque come parodia di una comica di Buster Keaton (Piqua, 4 ottobre 1895 – Los Angeles, 1º febbraio 1966), dal titolo “Steamboat Bill Jr.”, che era uscito nelle sale il 12 maggio del 1928.

Il cartoon fu prodotto con il sonoro sincronizzato, il primo nella storia del cinema. Ma, nonostante questo, non si trovava ancora un distributore. Disney alla fine accettò l’offerta del titolare di una sala di Broadway: il 18 novembre 1928 il film venne proiettato al Colony Theater di New York, insieme al cortometraggio “Gang War”. E quel giorno arrivò il successo ed il consenso unanime di pubblico e critica.

Disney aggiunse il sonoro anche ai due precedenti cortometraggi muti. Era lui stesso a dare la voce al suo personaggio.

Il 1929 fu l’anno in cui esplose il fenomeno negli Stati Uniti. Topolino consolidò il suo successo film dopo film, evolvendosi nell’aspetto (vennero aggiunti i guanti bianchi e le forme si arrotondarono), così come nel carattere: da personaggio di provincia ad ometto intraprendente.

Dopo 15 cortometraggi Topolino era pronto per passare al fumetto. La Kyng Feature Syndacate contattò Walt Disney per le “daily strips”, le strisce quotidiane a fumetti. La prima apparizione risale al 13 gennaio 1930. Le prime erano avventure scanzonate, come quelle proposte nei film. Disney scriveva le storie, Iwerks le disegnava e Win Smith dosava le chine.

Ad un certo punto, Iwerks passò alla concorrenza, Disney era troppo impegnato con i film per occuparsi anche del fumetto, e Smith da solo non riusciva a gestire tutto il lavoro. Così nel maggio 1930 arrivò nella squadra Floyd Gottfredson (Kaysville, 5 maggio 1905 – 22 luglio 1986). Questi ambiva a lavorare nei film, ma Disney lo convinse, assicurandogli che i fumetti sarebbero stati solo un compito temporaneo.

Il 5 maggio 1930 esce “Topolino e la valle della morte”, la storia completa iniziata da Disney e portata a termine da Gottfredson, in cui compaiono anche i nuovi personaggi di Orazio e Clarabella. Lentamente Gottfredson fece maturare il personaggio di Topolino, che da monello di provincia diventò un vero investigatore di città. Così, mentre i cartoon erano incentrati esclusivamente sulla commedia, il fumetto aggiungeva anche l’avventura. E se in seguito Topolino era diventato più simile allo stile di Sherlock Holmes, ai nostri giorni il personaggio ha ritrovato il carisma del topo avventuroso, secondo l’impronta di Gottfredson.

In Italia il fumetto di Topolino fa la sua prima comparsa il 30 marzo 1930,  sul numero 13 del settimanale torinese “Illustrazione del popolo”, in cui fu pubblicata la prima striscia disegnata da Ub Iwerks dal titolo “Le avventure di Topolino nella giungla”. Nel 1932 esce il primo libro illustrato italiano “Sua Altezza Reale il Principe Codarello”.

Il 31 dicembre 1932 esce il primo numero di “Topolino” nel formato di giornale per Nerbini Editore. Sulla scia de “Il Corriere dei Piccoli”, anche “Topolino” aveva cadenza settimanale, e all’inizio c’era un storia con la didascalia in rima scritta da Giove Toppi, il primo autore Disney in Italia. Venivano inoltre pubblicate le strisce di Floyd Gottfredson con delle didascalie in rima, scritte dal direttore del giornale, Paolo Lorenzini (nipote di Carlo Collodi). In questa occasione venne anche assegnato il nome definitivo all’amico strampalato di Topolino: Pippo.

Per problemi burocratici, Nerbini non si era assicurato correttamente i diritti dell’originale americano e, dopo alterne vicende, l’11 agosto 1935 uscì il numero 137 del giornale di “Topolino” con il nuovo editore, Mondadori.

Durante le guerre mondiali fu più volte sospesa la pubblicazione, per motivi di censura. Alla fine degli anni Quaranta i giornali a fumetti che pubblicavano storie a puntate con solo due tavole ad episodio entrarono in crisi. Mondadori però non voleva rinunciare al giornale di “Topolino”, perché insieme ad esso avrebbe perso anche i fruttuosi diritti delle pubblicazioni da libreria. Così fu presa la drastica decisione di cambiare formato e periodicità.

La copertina del libretto numero 1 del 1949

Nel 1949 nacque “Topolino”, il periodico in formato di libretto, dapprima con uscite mensili, poi quindicinali, fino alle settimanali. Il libretto ha ospitato ed ospita le storie più famose, da quelle di Carl Barks (il creatore della città dei paperi, Paperopoli, e di Paperon de’ Paperoni), a Floyd Gottfredson, a Romano Scarpa, a Giovan Battista Carpi, e molti altri ancora.

A Topolino e al suo creatore sono stati assegnati innumerevoli premi e riconoscimenti. A lui e al suo mondo sono dedicati libri, linee di abbigliamento, giochi, videogame, gadget, serie, film e cartoni, oltre ai parchi divertimento più celebri: Disneyland.

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