wall street Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 09 Jul 2024 19:36:33 +0000 it-IT hourly 1 The Wall Street Journal: breve storia e biografia https://cultura.biografieonline.it/the-wall-street-journal/ https://cultura.biografieonline.it/the-wall-street-journal/#comments Tue, 09 Jul 2024 19:14:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=320 The Wall Street Journal è una storica testata internazionale americana. Fondata da Charles Dow, Edward Jones e Charles Bergstresser, viene pubblicata a New York a partire dall’8 luglio 1889.

The Wall Street Journal - Prima edizione
The Wall Street Journal (8 luglio 1889)

Una testata da record

Siamo di fronte ad un colosso del giornalismo finanziario che vanta ben ventinove vittorie del Premio Pulitzer, la più prestigiosa onorificenza americana per il giornalismo.

La testata prende nome da Wall Street, la famosa via di Manhattan, centro del cuore finanziario di New York, in quanto prima sede permanente della Borsa, la New York Stock Exchange (NYSE).

“The Wall Street Journal” si occupa principalmente di affari e finanza, sia americana che internazionale e stampa quotidianamente circa 2.012.000 copie che vengono distribuite in tutto il mondo.

Alcuni numeri

Esistono anche un’edizione europea ed una asiatica. Solo in Italia ne vengono vendute circa 8.000 copie al giorno.

È possibile acquistare il quotidiano anche sul web, dove ha ben 350.000 abbonati (dati del 2012), vantando il primato tra le testate americane online.

Per molti anni è stato il più diffuso tra i quotidiani degli Stati Uniti d’America, superato solo recentemente da “Usa Today”.

Il suo principale rivale in ambito finanziario è, invece, il “Financial Times” di Londra, anch’esso pubblicato in varie edizioni internazionali.

Anni recenti

Il 31 luglio 2007, la società “News Corporation” del magnate australiano Rupert Murdoch, uno dei primi quattro gruppi mediatici degli Stati Uniti, ha rilevato la “Dow Jones & Company”, acquisendo in tal modo la proprietà del giornale e degli indici azionari Dow Jones, per la cifra di 5.6 miliardi di dollari, con l’obiettivo di spodestare il “New York Times” dal ruolo di principale quotidiano degli Stati Uniti.

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Le cause della crisi economica del 1929 https://cultura.biografieonline.it/le-cause-della-crisi-economica-del-1929/ https://cultura.biografieonline.it/le-cause-della-crisi-economica-del-1929/#comments Mon, 30 Apr 2012 08:21:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1729 La crisi del 1929 ebbe molte cause, sia interne agli stati Uniti, dove si realizzò il primo terremoto finanziario della storia che ebbe uno dei suoi fulcri nel Giovedì nero di Wall Street, ma le cui cause e conseguenze erano assai più complesse di un crollo borsistico, sia  a livello internazionale dove furono coinvolti molti paesi i una recessione spaventosa che durò diversi anni. Tuttavia la crisi iniziò ufficialmente con il crollo della Borsa di Wall Street che segnò la distruzione, in valore e in crescita, di molti settori industriali e imprenditoriali che fino agli anni ’20 avevano avuto sia una crescita esponenziale di fatturato sia una crescita finanziaria parallela e ugualmente intensa.

Le cause della crisi del 1929
London Herald: Wall Street Crash

La crisi  coinvolse profondamente gli Stati Uniti d’America, colpendone duramente i salari e i prezzi al consumo e bloccandone gli scambi commerciali interni e internazionali, oltre ad aumentare il livello di disoccupazione sia  nelle città industrializzate che nelle aree agricole e nelle zone minerarie: aree in cui la differenziazione occupazionale era pressoché impossibile perché non vi erano alternative  al principale impiego.

Le cause della depressione, quindi, furono sia  interne all’economia statunitense sia di carattere internazionale.

Le cause interne furono una conseguenza del boom economico successivo alla Prima Guerra Mondiale. Durante tale periodo, infatti, molti settori economici legati direttamente o indirettamente al mercato dell’auto e al settore edilizio ebbero uno sviluppo progressivo che permise una crescita di produttività, di consumo e di salari che assieme costituirono una formula di crescita apparentemente inarrestabile. Praticamente, invece, fu un’utopia poiché era impensabile che tale sviluppo proseguisse senza alterazioni o senza ostacoli, fra tutti un’unica evidenza: nulla è infinito e la crescita non è costantemente in impennata.

crisi economica del 1929
Recessione americana (1929)

Ad un certo punto, infatti, il potere d’acquisto cominciò a diminuire non sostenendo più l’alta produttività delle industrie: metallurgica, petrolifera, manifatturiera, edile. Inoltre il sistema borsistico americano era drogato da una valorizzazione falsata delle azioni soprattutto di quelle industrie e società che avevano rappresentato il boom economico.

Per indurre i risparmiatori a comprare sempre più azioni furono svolte, dalle holding, consulenze falsate sul reale valore dei titoli e quando le industrie cominciarono a non poter più sostenere una crescita produttiva positiva il valore delle azioni iniziò a calare costringendo i risparmiatori a vendere rapidamente il loro capitale azionario e quindi a far crollare la borsa. Interessante, come parentesi, è notare che secondo molti economisti dell’epoca le cause scatenanti la crisi furono le medesime che si considerano essere alla base della crisi economica attuale iniziata nel 2008: errori speculativi del sistema del credito, cioè le strategie bancarie, con speculazioni errate e gestione sbagliata del credito alla imprese e alale industrie. Irresponsabile politica economica che per perseguire il pareggio di bilancio non adempie ai suoi doveri: pagare puntualmente le imprese che lavorano per lo stato e  svolgere interventi economici statali capaci di salvare aziende e industrie in crisi.

Errori nella gestione di alcune aziende che non sono state capaci di mantenere la giusta liquidità per affrontare momenti di crisi economica strutturale e ciclica. La caduta dei pezzi del domino a questo punto attraversava l’ultimo segmento: la classe media aveva perso i suoi risparmi con il crollo della borsa, le industrie e le imprese non avevano più sostegno economico alla produttività e il sistema bancario, a causa dei prelievi forzati dei risparmiatori presi dal panico, non sostenne più le esigenze creditizie del sistema economico. Iniziarono così i fallimenti e i licenziamenti.

Le cause internazionali della crisi che si spostò dagli Stati Uniti d’America al resto dell’Europa furono molteplici: i dazi doganali che impedivano al surplus produttivo di trovare degli sbocchi commerciali adeguati costrinsero le industrie e le imprese ad abbassare i prezzi rendendo tali beni non più convenienti e quindi a fermarne la produzione. Tali dazi si moltiplicarono a causa della caduta dell’Impero Asburgico e per la conseguente creazione di nuovi stati: Jugoslavia, Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia.

Anche la Rivoluzione russa fu una causa scatenante della depressione perché isolò molti stati dal resto del mondo dando vita al piano quinquennale di programmazione economica che non prevedeva scambi e acquisti con le nazioni al di fuori della sua area di influenza marxista leninista. Inoltre i principali paesi europei, durante il conflitto mondiale, si erano indebitati pesantemente con Gli Stati Uniti e avevano caricato i loro debiti sulle riparazioni di guerra della Germania piegando pesantemente il sistema economico di quel paese. A questo punto gli USA intervennero comprando beni dell’industria tedesca affinché il governo teutonico avesse i soldi necessari per pagare i debiti di guerra. Questo circolo apparentemente virtuoso divenne vizioso e a causa della crisi americana colpì duramente tutti i paesi indebitati dalla Grande guerra.

Gli stati colpiti dalla crisi scelsero strade univoche e individualiste per risolvere i loro problemi, come ad esempio il governo degli Stati Uniti d’America che ricorse ad un forte intervento statale nell’economia creando il New Deal, un piano di riforma economica che aveva lo scopo di risollevare il paese dalla crisi economica e sociale in cui era precipitato.

L’Inghilterra creò un piano tariffario dedicato ai paesi del Commonwealth chiudendosi ancora di più agli scambi commerciali. La Germania precipitò in una crisi sociale disperata con milioni di persone senza lavoro e con una pressione politica devastante che portò alla nascita del partito nazista. L’Italia, in fortissime difficoltà economiche dopo l’avvento del fascismo, creò un forte intervento statale nell’economia con la creazione dell’IRI, una società che aveva lo scopo di impedire il crollo del sistema bancario italiano.

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Il giovedì nero di Wall Street del 1929 https://cultura.biografieonline.it/il-giovedi-nero-di-wall-street-del-1929/ https://cultura.biografieonline.it/il-giovedi-nero-di-wall-street-del-1929/#comments Sat, 21 Apr 2012 11:37:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1552 Il 24 ottobre 1929 la Borsa di Wall Street mostrò, nella sua rovinosa caduta, quanto potesse essere pericoloso il baratro economico che si stava aprendo sull’economia americana. Quel giorno, giovedì, ci fu il primo vero segnale d’allarme, che si trasformò in seguito in un panico più ampio e devastante, di come l’economia di mercato, che fino a quel momento aveva sorretto il boom economico, apparisse completamente fragile e in balìa delle nuove e nefaste circostanze storiche.

New York City, Wall Street, 24 ottobre 1929 - Il giorno del giovedì nero che portò al crollo dell'economia
New York City, Wall Street, 24 ottobre 1929 – Il giorno del giovedì nero che portò al crollo dell’economia

Nei giorni precedenti la Borsa di New York aveva subito pesanti perdite; lunedì 21 ottobre 1929 le vendite di titoli avevano subito una contrazione preoccupante e molti analisti avevano interpretato un tale fenomeno come un evento inedito e funesto ma anche come un possibile colpo di coda al nervosismo che aveva influenzato i mercati nelle ultime settimane. Per alcuni, insomma, si trattava di una sorta di sovra-reazione da parte dei compratori, alle tante immagini funeste che i giornali avevano iniziato a presentare, soprattutto per quanto riguardava il mercato immobiliare.

Alla chiusura dei mercati la preoccupazione era ancora molto forte ma si pensò che il giorno successivo le cose sarebbero andate meglio. Ma non fu così: ad apertura delle contrattazioni ci fu un’ulteriore contrazione del mercato con solo momentanee curve positive che non resero la giornata di martedì positiva come molti analisti, speculatori e risparmiatori avevano sperato. Mercoledì 23 la crisi si mostrò in tutta la sua intensità, molti titoli divennero carta straccia e i risparmiatori, che avevano investito in tali titoli, furono costretti ad aumentare le garanzie economiche per sostenerli: a questo punto era chiaro che moltissime fortune impegnate nei titoli azionari si stavano bruciando con una rapidità impressionante.

I titoli perdevano valore e non davano alcuna speranza che ci potesse essere una risalita che compensasse tali perdite. Molti investitori, ma non tutti, i  risparmiatori e gli speculatori caddero nella disperazione più nera.

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Giovedì 24 ottobre 1929 fu la testimonianza chiara e inequivocabile che la situazione era compromessa. Al mattino, in una calma surreale che preannunciava la tempesta, ci furono alcune contrattazioni normali, senza particolari scossoni. Prima di pranzo i prezzi delle azioni iniziarono a scendere senza sosta, il mercato appariva fermo e in balìa del panico.

Iniziarono di colpo le vendite al ribasso senza nessun controllo e in preda ad un panico surreale. La mattinata si concluse con una perdita netta di  molti milioni di dollari in azioni. All’epoca le contrattazioni si svolgevano in mattinata e ciò durò fino al 1952 mentre oggi avvengono anche nel pomeriggio. La stessa sera, a borsa chiusa, esponenti delle principali banche d’affari si riunirono negli uffici della J.P. Morgan per cercare una soluzione. Le dichiarazioni rese ai giornalisti dovevano servire a contenere il pessimismo ma non servirono a molto.

Martedì 29 ottobre l’indice perse 43 punti e diede inizio alla più grande recessione della storia economica mondiale.

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