Venezia Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 26 May 2023 08:12:28 +0000 it-IT hourly 1 Perché si dice parlare a vanvera. Cos’è la vanvera? https://cultura.biografieonline.it/parlare-a-vanvera/ https://cultura.biografieonline.it/parlare-a-vanvera/#comments Fri, 26 May 2023 08:12:26 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25916 Con l’espressione “Parlare a vanvera” si indica una situazione in cui si pronunciano parole senza un vero fine. Si potrebbe comunemente tradurre in “parlare a caso” o “parlare a casaccio”, quindi senza considerare ciò che si sta dicendo. Un altro modo di dire analogo a questo potrebbe essere “dare fiato alla bocca”. Ma torniamo all’espressione parlare a vanvera e alle sue origini.

Questa locuzione avverbiale compare per la prima volta a cavallo tra il Medioevo e l’era moderna.

Nel 1565 lo storico fiorentino Benedetto Varchi in un suo testo spiega il significato con l’azione di dire cose senza senso o senza fondamento.

Anche Francesco Serdonati, poligrafo toscano vissuto tra il XVI e il XVII secolo, alla lettera P dei suoi “Proverbi” (successivi al 1610) ci dice che “a vanvera” veniva già usato insieme al verbo “parlare”.

Etimologia

L’Accademia della Crusca ci spiega che vanvera è un termine che non esiste come sostantivo, ma solo in quanto parte della locuzione “a vanvera”. Perciò si può legare di volta in volta ad altri verbi, in vari contesti.

Si può quindi cucinare a vanvera; ci si può pettinare o vestire a vanvera; si può studiare a vanvera, cicalare a vanvera, correre a vanvera, tagliare a vanvera; e a vanvera si può poetare o recitare. È possibile inoltre tacere o pensare a vanvera; e ancora vanverare o vanvereggiare.

Sono note varianti regionali, in particolare nel pisano e nel lucchese, dove si usano le espressioni “a cianfera” e “a bámbera”. Quest’ultima è una locuzione di probabili origini spagnole, con la quale s’intendeva una perdita di tempo.

Oggi gli etimologisti sono più propensi a credere che vanvera sia una variante di “fanfera”, una parola di origine onomatopeica che significa “cosa da nulla” (fanf-fanf riproduce il suono di chi parla farfugliando, senza pertanto dire nulla di sensato). In origine vi sarebbe il suono fan-fan, tipico delle trombe militari. Fanfarone si dice infatti di persona che si comporta da millantatore o spaccone.

Parlare a vanvera. Parlare a caso, senza considerare quel che si dica. Dicesi anche: parlare in aria. Cioè: senza fondamento, senza senso, a caso, senza riflettere.

La vanvera

L’ampio ventaglio dell’applicazione dell’espressione ha dato origine anche a usi fantasiosi, fino ad arrivare a interpretazioni colorite e volgari. Esiste un oggetto chiamato piritera o anche vanvera, simile all’antico prallo. Fu molto in voga presso gli aristocratici veneziani e napoletani del XVII secolo.

Parlare a vanvera

La vanvera poteva essere da passeggio o da letto: la sua funzione era quella di risolvere i disturbi gastrointestinali dal punto di vista… sociale. Spieghiamo meglio il concetto definendo di seguito la funzione degli strumenti.

Il prallo

Si tratta di un oggetto antico a forma di uovo, di ceramica o di legno, dotato di due fori comunicanti. Tale uovo durante i lunghi banchetti degli aristocratici veniva infilato nel pertugio anale al fine di attenuare l’effetto dei miasmi delle flatulenze. Al suo interno vi si infilavano delle erbe odorose. Il gas nell’attraversare il prallo provocava una curiosa nota musicale tipo trombetta o fischietto.

La piritera

Di simile utilizzo del prallo era la piritera. Essa non andava appoggiata ai glutei bensì aveva una cannula per essere infilata direttamente nell’ano.

La vanvera da passeggio

L’oggetto era costruito in pelle di vari colori ed era diviso in quattro parti.

Vanvera da passeggio
Vanvera da passeggio

La prima parte, per aderire completamente alle natiche era fatta a coppa, realizzata su misura. Questa comunicava attraverso un collo ad una vescica che riceveva i gas intestinali. Essa terminava con un pertugio munito di chiusura con spago, per consentirne lo sfiato.

L’utilizzatore che soffriva di meteorismo, ma che si trovava nella necessità di uscire in società, la indossava sotto il mantello oppure sotto la gonna. Ogni rumore veniva attenuato ed ogni odore evitato. Una volta isolati si poteva aprire lo spago.

vanvera

Oggigiorno questi tipi di oggetto suscitano ilarità. E’ bene ricordare che il termine vanvera non deriva però da quest’ultimo strumento descritto. E’ piuttosto il contrario: lo strumento prende il nome vanvera proprio per l’assonanza onomatopeica del “parlare all’aria”.

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Boccolo (o bòcolo) di San Marco. Il bocciolo di rosa e la tradizione di Venezia https://cultura.biografieonline.it/boccolo-san-marco/ https://cultura.biografieonline.it/boccolo-san-marco/#respond Sat, 24 Apr 2021 15:58:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27579 Il “bocolo” di San Marco: storia e leggenda per il 25 aprile veneziano

Quella del boccolo di San Marco – “bocolo” (traduzione dialettale veneziana di “bocciolo”) – è una tradizione centenaria legata alla città di Venezia. Questa pratica vuole che ogni uomo doni alla propria “novizza” ovvero donna amata (fidanzata o sposa), in segno di amore, un bocciolo di rosa rossa nel giorno di San Marco, il 25 aprile. Un atto semplice e molto romantico che affonda le sue origini in un’antica leggenda.

Boccolo di San Marco: una rosa rossa
Boccolo di San Marco: una rosa rossa

La leggenda da cui viene la tradizione: l’amore di Vulcana e Tancredi

La protagonista della leggenda è Maria, figlia del doge Angelo Partecipazio, una giovane bella che per il suo ardore e la sua passione viene ribattezzata con il nome di Vulcana.

Vulcana si innamora di Tancredi, un trovatore che non desta la stima di suo padre. Così, per raccogliere la gloria necessaria a guadagnarsi l’approvazione del doge, Tancredi, su suggerimento di Vulcana, parte alla volta della Spagna per unirsi alle file di Carlo Magno in quel momento impegnate a combattere i mori, gli arabi.

L’esperienza bellica di Tancredi è positiva e il trovatore si copre di gloria per le sue gesta al punto che il racconto di queste giunge fino a Venezia. Vulcana inizia a pregustare la possibilità di vedere risolto lo sperato sodalizio.

Nel giorno della veglia di San Marco succede però che a giungere sia una notizia tragica: Tancredi ha trovato la morte in battaglia. A portare questo triste annunzio è Orlando di cui si canterà, fra l’altro, nella celebre Chanson de Roland.

Orlando giunto a Venezia incontra Vulcana a cui racconta di come Tancredi se ne sia andato, colpito dal nemico in un roseto.

Prima di spirare però – racconta Orlando – Tancredi coglie una rosa e prega il compagno di portarla alla sua amata Vulcana.

Vulcana riceve il fiore tinto del sangue del suo amor perduto e, senza versare una lacrima, si chiude nel suo dolore.

La leggenda – legata ad un fatto storico realmente accaduto –, però, è destinata a finire in tragedia: il giorno successivo, quello della festa di San Marco ovvero il 25 aprile, Vulcana viene trovata morta con il fiore di Tancredi sul cuore.

Da qui il nome Boccolo di San Marco (il 25 aprile si celebra proprio San Marco, morto in questo giorno nell’anno 68) .

Rosa essiccata
Un bocolo di San Marco donato alla donna amata, può essere poi fatto essiccare e conservato

La leggenda nella leggenda: il ritorno di Vulcana

La storia del perduto amore di Vulcana è ancora molto viva e molto sentita nella città di Venezia. Soprattutto nel giorno di San Marco quando – si racconta – il fantasma della giovane ragazza si aggira per la laguna.

Un’entità diafana e, certo, senza colore su cui spicca solo il bocciolo di rosa, divenuto rosso per il sangue del suo amato caduto. Lo stesso fiore con cui Tancredi le disse addio per sempre e da cui, lei stessa, non si separò mai più.

Oltre al Boccolo di San Marco: altri segni d’amore di tradizione veneziana

Il bocciolo di rosa rossa nel giorno di San Marco non è la sola indicazione di regalo che la tradizione veneziana porge ai giovani amanti.

Ci sono, infatti, sparse su tutto il calendario più occasioni in cui ricorre un preciso scambio di doni fra innamorati. In particolare:

  • a Pasqua si regalano due bottiglie di vino di Cipro e una focaccia;
  • a Natale la mostarda e il mandorlato;
  • per le festività di Ognissanti un sacchetto di fave dolci;
  • a San Martino, infine, le castagne.

Questi suggerimenti, che affondano nelle antiche tradizioni della città lagunare, portano anche una lunga e utile lista di divieti.
Questo piccolo arcaico decalogo vieta che si donino:

  • pettini, perché oggetti adatti da streghe;
  • sacre immagini e libri da messa, perché portano dolori;
  • forbici, perché significano maldicenza;
  • aghi, perché esprimono sofferenza.
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Carnevale di Venezia: ecco dove e quando seguirlo online https://cultura.biografieonline.it/carnevale-venezia-dove-quando/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-venezia-dove-quando/#respond Fri, 12 Feb 2021 14:19:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32717 Piazza San Marco, quest’anno, si presenta particolarmente vuota e triste. La tradizione del Carnevale a Venezia ha subito, a causa del Covid, una brusca battuta d’arresto. In questi giorni di Febbraio, di solito, la Città della Laguna si popolava di tantissime persone vestite con abiti e maschere colorati ed eleganti.

I palazzi più belli della città ospitavano feste e balli in maschere e Piazza San Marco si animava di turisti, famiglie, bambini in cerca di momenti di allegria ed evasione.

Ma il Carnevale veneziano non può certo morire, e così in questo anno così particolare si è deciso di trasferire la festa online. L’appuntamento, in streaming, è dalla Sede che ospita il Casinò di Venezia (Ca’ Vendramin Calergi), ogni giorno fino al 16 Febbraio prossimo, a partire dalle ore 17 (per un’ora e mezza circa). Il Carnevale di Venezia sarà trasmesso sul sito ufficiale del Carnevale, su Televenezia (canale 71 del digitale terrestre), sui vari canali social.

Quella di Venezia è una delle sfilate di Carnevale più importanti in Europa. [Photo Credit: elisadt.it]

Interviste, racconti, aneddoti e curiosità sulla festa più attesa dell’anno dai Veneziani: è prevista un’interessante carrellata di notizie, storie ed informazioni sul presente, passato, e sui luoghi ed i protagonisti del Carnevale a Venezia.

Dal 12 al 16 Febbraio, per evitare assembramenti, è stato disposto un limite di accesso in alcune strade di Mestre e Venezia. In particolare, nel prossimo week end di Carnevale, saranno attuate diverse misure per contenere l’afflusso di persone nelle vie, per consentire che si possa festeggiare senza eccessi per non rinunciare alla sicurezza che il periodo impone.

Intanto anche Venezia, immobile per troppi mesi come tante città d’arte italiane, prova a ripartire aprendo nuovamente i luoghi della Cultura. Palazzo Ducale riapre al pubblico dopo quattro mesi l’11, 12, 15 e 16 Febbraio.

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Festa del Redentore. Origini, curiosità e tradizioni della festa di Venezia https://cultura.biografieonline.it/festa-redentore-venezia/ https://cultura.biografieonline.it/festa-redentore-venezia/#respond Wed, 13 Nov 2019 15:41:40 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27512 La festa del redentore di Venezia si celebra ogni terza domenica di luglio

Ci sono numerose occasioni, in Italia e non solo, in cui le celebrazioni religiose si fanno veri e propri spettacoli al di là delle tradizioni cattoliche. Una di queste è la Festa del Redentore che si ripete da cinque secoli a Venezia. Oggi la festa si celebra in una due giorni, durante il terzo fine settimana del mese di luglio.

Venezia, Festa del Redentore: foto di piazza San Marco illuminata dai fuochi di artificio
Oltre ad ospitare il Carnevale, uno tra i più importanti in Europa, la città di Venezia è teatro della celebre Festa del Redentore

Le origini della festa del Redentore

Il passo indietro nel tempo che bisogna fare per rintracciare le origini della Festa del Redentore è lungo ben cinque secoli. Siamo tra il 1575 e il 1577, infatti, quando Venezia subisce una violenta epidemia di peste che porta alla morte di un terzo della popolazione.

La cosiddetta “morte nera” si è diffusa probabilmente per le scarse condizioni igieniche miste al vasto commercio della città marinara con l’Oriente, e alla libera circolazione delle navi nella laguna.

Per rispondere al castigo divino della peste, come inteso al tempo, Venezia risponde con un voto, a rimedio e per fermare la moria in atto: tutti gli anni la città celebrerà la liberazione dalla peste con un processione fino alla chiesa votiva, che sarebbe stata costruita a posta.

Il Senato veneziano, così, decide di costruire questa basilica ex voto dedicata al Cristo Redentore sull’isola della Giudecca. L’opera viene assegnata ad Andrea Palladio. Venezia riceve la grazia: nel 1577 per la prima volta si allestisce il ponte votivo sul Canale della Giudecca.

La festa oggi: il sabato

La secolare Festa del Redentore è un appuntamento immancabile dei cittadini di Venezia e dei tantissimi turisti che vi assistono ogni anno. Le celebrazioni si aprono il sabato con il ponte votivo di barche che viene allestito sul Canale della Giudecca, dalla Chiesa dello Spirito Santo alla Chiesa del Redentore, quella costruita ex voto.

Il primo atto che apre i festeggiamenti è la benedizione del Patriarca di Venezia a cui segue la celebrazione eucaristica.

La suggestione della “note dei foghi”

L’evento di punta della Festa del Redentore veneziana è il grande spettacolo pirotecnico che si tiene nella notte fra sabato e domenica nel bacino di San Marco. Un evento caleidoscopico, emozionante e molto suggestivo con diverse decine di minuti di fuochi d’artificio che illuminano la notte della laguna.

Festa del redentore, Venezia illuminata dai fuochi di artificio
La notte dei fuochi durante la Festa del redentore. Venezia illuminata dai fuochi di artificio.

Nella “note dei foghi” (“notte dei fuochi” in dialetto veneziano), però, non c’è solo spazio per la pirotecnica perché, in contemporanea, sulla laguna si tengono tre regate di imbarcazioni storiche. Appuntamento questo da non confondere con l’altrettanto celebre regata storica che si tiene, invece, ogni anno nel mese di settembre.

Oltre la Festa del Redentore

Le tradizioni secolari della città di Venezia non sono, certo, tutte e solo riferite alla Festa del Redentore. Esistono infatti due accadimenti avvenuti centinaia di anni fa che i veneziani celebrano ancora.

Uno di questi risale al 1516, quando la Madonna apparve sull’isola di Pellestrina per chiedere ai cittadini di pregare perché lei potesse arrestare l’attacco turco. C’è poi la costruzione ex voto sempre legata alla peste, del 1600 questa, della Madonna della Salute del Longhena; anche quest’ultima celebrata con una processione su ponte di barche.

Quando il fuoco ha toccato la Luna: la festa del 2019

Nel luglio del 2019, in occasione del 50ennale del primo sbarco extraplanetario, la “note dei foghi” della Festa del Redentore di Venezia è stato dedicata alla Luna. “Sognando la Luna”, infatti, il titolo dello show lanciato dal canale della Giudecca che ha illuminato il cielo della notte veneziana per 40 minuti. Un vero e proprio romantico inno alle grandi imprese, ai sogni spinti oltre la realtà e alle conquiste storiche dell’umanità, come lo sbarco sulla Luna datato 16 luglio 1969.

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Il Carnevale in Europa: le 9 sfilate più importanti https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-in-europa/#comments Wed, 07 Feb 2018 07:03:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24001 Il carnevale con i suoi colori diffonde allegria ed è una festa che si svolge nei Paesi di tradizione cattolica. Si celebra nel periodo che va tra gennaio e febbraio. Il periodo varia in funzione della Pasqua. Così elementi giocosi e fantasiosi con l’uso appunto del mascheramento si manifestano attraverso le parate in pubbliche piazze. La parola carnevale deriva dal latino carnem levare cioè “togliere la carne”, come già spiegato in un articolo precedente sulle origini di questa festa, che indica appunto il banchetto che si teneva il martedì grasso. Le origini del carnevale risalgono ai riti pagani, che celebravano la fine dell’inverno per dare il benvenuto alla primavera. A livello europeo esistono varie sfilate. In questo articolo raccontiamo proprio come si svolge il carnevale in Europa con uno sguardo su alcune delle sfilate più famose. Tra queste ci sono quelle di Basilea, di Nizza, di Dusseldorf, di Malta, di Rethtymno (in Grecia), di Maastricht, di Aalborg, di Notting Hill e ovviamente il carnevale di Venezia, che è anche uno dei più celebri al mondo.

Carnevale di Venezia
Carnevale di Venezia

Il carnevale di Venezia (Italia)

In Italia è molto famoso il carnevale di Venezia. Il carnevale del capoluogo veneto è tra i più conosciuti non solo a livello europeo, ma a livello mondiale. Dalle origini antiche, si pensi che la prima testimonianza risale addirittura ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di festeggiamenti pubblici e dove viene citata la parola carnevale per la prima volta.

Quindi si passa al primo documento ufficiale che dichiara il carnevale di Venezia una festa pubblica. Si tratta dell’editto del 1296 con il quale il Senato della Repubblica dichiara festivo il giorno che precede la Quaresima. Da qui, in quest’epoca e per molti secoli, il carnevale dura sei settimane, a partire dal 26 dicembre al Mercoledì delle Ceneri, facendo cominciare certe volte i festeggiamenti già nei primi giorni di ottobre.

In pratica durante il carnevale le attività della città di Venezia passano in secondo piano, mentre i veneziani si concedono i festeggiamenti, tra divertimenti e spettacoli, allestiti in particolare in piazza San marco, lungo la Riva degli Schiavoni e nei campi di Venezia. Qui ci sono attrazioni di ogni tipo: acrobati, giocolieri, musicisti, danzatori, e ancora: spettacoli con animali e varie esibizioni per un pubblico di varie età e di ogni classe sociale.

Il carnevale moderno di Venezia

Si basa su un programma di eventi e un calendario dettagliato che riguarda la grande manifestazione. La data ha inizio in coincidenza con il sabato precedente il Giovedì Grasso e termina il Martedì Grasso. I festeggiamenti durano undici giorni. In questi giorni si svolgono, proprio come in passato, feste di piazza ed eventi adatti ad ogni tipo di pubblico.

In Inghilterra: il carnevale di Notting Hill (Londra)

Lo spettacolare Notting Hill Carnival è nato nel 1964 in uno dei quartieri più eleganti di Londra, in Inghilterra, quello di Notting Hill appunto. Esso ospita una delle parate più importanti a livello europeo, seconda del mondo del genere caraibico, dopo quelle di Trinidad e Tobago. Il carnevale a Londra si celebra in estate, verso la fine di agosto, in questo famoso quartiere della parte ovest di Londra che si trasforma ogni anno in una meta simile ai Caraibi. E’ insomma una grande appendice, dove le sue strade vengono stravolte dal giocoso rumore e dai colori del carnevale. La folla raggiunge – o addirittura supera – il milione di persone.

Questa sfilata è seconda solo a quella di Rio de Janeiro ed è diventata proprio il più grande carnevale di strada in Europa. Il percorso dei festeggiamenti si articola su cinque chilometri, snodandosi nel centro del quartiere e lungo la Ladbroke Grove.

I partecipanti, dai vestiti di colore sgargiante, ballano al ritmo di jazz, soul, hip-hop, funk o semplicemente a ritmo di percussioni e tamburi. Si articola in quattro discipline: costumi e maschere, bande di ottoni, danze calypso e Soca, cioè un mix di musiche caraibiche e africane.

Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill
Il Carnevale di Londra, dai toni caraibici, si svolge nel quartiere di Notting Hill

Danimarca: il carnevale di Aalborg

Nella città di Aalborg di circa 100.000 abitanti, che si trova nel nord dello Jutland, in pratica all’estremità settentrionale della Danimarca, il carnevale si svolge a maggio, per ovvi motivi legati alla temperatura. E’ una pittoresca città dove si fondono stili differenti che vanno dal rinascimentale al moderno. La nota caratteristica della sua sfilata è che ai festeggiamenti possono partecipare tutti. E’ sufficiente dipingersi il viso e poi partecipare alla parata insieme alle decine di migliaia di partecipanti. Il carnevale di Aalborg è il più grande di tutto il nord Europa.

Olanda: il carnevale di Maastricht

La festa a Maastricht per il carnevale dura tre giorni. Le fanfare sfilano per le strade della città a partire dalla Domenica del carnevale, dove la folla canta e balla lungo tutte le vie. I partecipanti indossano i tipici pekskes, cioè i costumi di carnevale. I bar per l’occasione restano aperti tutta la notte. Quindi i festeggiamenti si concludono il Mercoledì delle Ceneri, giorno successivo al carnevale, con un menu a base di Heering Biete, ovvero pane e aringhe.

Grecia: il carnevale di Rethymno

Proseguiamo l’articolo sulle sfilate più consigliate del carnevale in Europa, spostandoci in Grecia. Il carnevale in Grecia ha un tocco particolare sull’isola di Creta, a Rethymno, che si trova sulla costa nord-occidentale dell’isola. Qui si tengono i festeggiamenti che si articolano in sfilate, feste, costumi di fantasia, danza, musica, teatro e una enorme caccia al tesoro.

Il carnevale di Malta

A Malta il carnevale conta cinque secoli di tradizione. I festeggiamenti furono introdotti dal Gran Maestro Piero de Ponte nel 1535, proprio quando i Cavalieri Ospitalieri usarono l’isola come loro quartier generale. L’evento del carnevale si svolge nella capitale del paese, La Valletta. Qui sfilano carri allegorici con gruppi mascherati guidati dal Re Carnevale. Il programma ha inizio la settimana prima del Mercoledì delle Ceneri ed è fitto: gare di costumi, balli in maschera, oltre alla già citata sfilata dei carri.

Germania: il carnevale di Düsseldorf

A Düsseldorf, in Germania, lungo la valle del Reno, si celebrano vari festeggiamenti. È noto anche con il nome di carnevale Renano, caratterizzato dalla particolare presenza di molteplici balli in costume, feste, ricevimenti. La tipica maschera di questo carnevale è Hoppeditz: è una figura che rappresenta la pazzia, che si risveglia l’11 novembre di ogni anno per poi diventare protagonista dei festeggiamenti del mese di febbraio.

I festeggiamenti iniziano alle 11.11 dell’11° giorno dell’11° mese dell’anno, quindi l’11 novembre, giorno in cui la città viene consegnata a Hoppeditz e agli amici matti. Poi si passa ai festeggiamenti veri che precedono la Quaresima. Durante la festa c’è la tradizione dei Buetzchen, cioè i baci scambiati anche tra persone che non si conoscono. Mentre il giovedì grasso la città viene consegnata alle donne: sono le Moehnen a governare con il tipico carnevale delle donne. Si usa, alle ore 11.11, che le signore, presa in consegna la città, rapiscano il sindaco. Il sindaco riesce a liberarsi cantando melodie gioiose e offrendo alle signore bottiglie di vino.

Nel frattempo, le vie del centro vengono prese d’assalto con persone in costume che danzano e cantano. Secondo l’usanza poi, le donne devono tagliare le cravatte ai loro uomini, quindi si passa ai baci. La festa a Düsseldorf continua sino a notte inoltrata nei vari locali della città.

Carnevale Düsseldorf
Carnevale in Europa: Dusseldorf (2016) • Nella foto un carro allegorico in cui la Statua della Libertà americana, tiene in una mano la costituzione (verfassung) e nell’altra la testa del criticato presidente Donald Trump.

Il carnevale di Nizza (Francia)

Il carnevale di Nizza ha origini antichissime che risalgono al 1294. È la più importante festa invernale della Costa Azzurra. E’ una festa dove ogni anno partecipano oltre 600 mila spettatori che assistono alla famosa battaglia di fiori, alla parata del Martedì Grasso e ai fuochi d’artificio.

Durante la parata di quest’anno è in programma la partecipazione di 17 carri addobbati e automatizzati, di altezza che varia dagli otto ai sedici metri. Le sfilate si tengono di giorno e di notte. Mentre in Promenade des Anglais si tiene la battaglia dei fiori.

Il carnevale di Basilea (Svizzera)

A Basilea si svolge uno dei migliori carnevali d’Europa. Nella città svizzera si tiene il carnevale più grande del Paese dove sfilano i Fasnachtlers in costume lungo le vie della città. L’evento dura tre giorni e inizia con il Morgestraicht, ovvero il lunedì che segue al mercoledì delle Ceneri con strani personaggi travestiti che percorrono le vie della città con piccole lanterne poste sulla testa.

La particolarità della festa è data anche dalle caratteristiche lanterne che illuminano la città durante la parata, dove appunto vengono spente le luci dei lampioni. Al comando “Avanti, in marcia!”, si sentono i musicisti suonare. Incomincia così il carnevale.

Nei locali, la sera, si continua con esibizioni varie: dai versetti alle caricatura, dalle filastrocche ai commenti sull’anno precedente. Le esibizioni prendono il nome di Schnitzelbanken. Poi ci sono i Guggemuusige che sono i musicanti in maschera che si esibiscono il martedì sera. Il momento più spettacolare e bello è il cosiddetto Gassle. È il momento in cui si sviluppa lungo le vie più pittoresche la grande sfilata di partecipanti, singoli o in gruppi, tutti rigorosamente in maschera che suonano tamburi e pifferi, sino alle quattro del mattino del giovedì successivo al mercoledì delle Ceneri.

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Baccalà e stoccafisso, differenze https://cultura.biografieonline.it/baccala-stoccafisso-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/baccala-stoccafisso-differenze/#comments Fri, 29 Dec 2017 10:50:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23827 Quando si parla di baccalà e di stoccafisso, può capitare di fare confusione tra i due termini. Si tratta di due alimenti, due pietanze, due prodotti, che vengono ricavati ambedue dal pesce merluzzo. Le differenze tra baccalà e stoccafisso dipendono dalle tecniche di lavorazione, dal loro periodo di produzione e dall’uso differente nelle ricette in cucina. Proviamo di seguito a fare chiarezza.

baccalà e stoccafisso - differenze
Merluzzo (in inglese: cod) – La principale differenza tra baccalà e stoccafisso: il primo viene sottoposto a salatura, il secondo essiccato.

Baccalà

Il baccalà è costituito da due specie di merluzzo nordico Gadus macrocephalus e Gadus morhua salato e stagionato. Il baccalà è quindi il merluzzo sottoposto al processo di salatura. In questo caso il contenuto di sale che deve assorbire il merluzzo supera il 18%. Il termine baccalà deriva dalla parola basso tedesca bakkel-jau che significa appunto “pesce salato”. Essa è una trasposizione di bakel-jau ovvero “duro come una corda”.

Il processo di salatura di questo tipo di prodotto è stato attribuito ai pescatori che adottarono per questo pesce il procedimento di conservazione già da essi usato per la carne di balena.

Il baccalà viene prodotto tutto l’anno perché il procedimento di salatura che permette la conservazione del prodotto non è legato a particolari condizioni climatiche. I paesi principali di produzione del baccalà sono: Danimarca, Isole Fær Øer, Norvegia, Islanda e Canada. Si tratta di un prodotto che viene usato di sovente anche nelle ricette tradizionali regionali italiane. In particolare: Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo e Sicilia.

Stoccafisso

Lo stoccafisso (o stocco in alcune zone dell’Italia centrale e Italia meridionale) è costituito dal merluzzo nordico (Gadus morhua) ed è un prodotto conservato per essiccazione. Il termine stoccafisso deriva dal norvegese stokkfisk e dall’olandese antico stocvisch. La parola significa “pesce a bastone”. Secondo altre fonti la parola deriva dall’inglese stockfish, ovvero “pesce da stoccaggio” (scorta, approvvigionamento).

Per lo stoccafisso, a differenza del baccalà, la produzione e l’essiccazione avvengono nel periodo che va da febbraio a giugno, quando il clima è maggiormente favorevole. Anche lo stoccafisso è un prodotto spesso utilizzato nella cucina italiana. Soprattutto in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Campania e Sicilia.

Lo stoccafisso lo si trova comunemente in commercio ed è possibile acquistarlo ammollato oppure anche secco. A differenza di questo, il baccalà va dissalato sempre, prima di essere cucinato.

Baccalà in ammollo
Stoccafisso e baccalà devono essere messi in ammollo prima dell’utilizzo in cucina

Proprietà nutrizionali e consigli prima del l’utilizzo in cucina

Tutte e due i prodotti, stoccafisso e baccalà, per essere utilizzati in cucina, devono essere a lungo immersi in acqua fredda. Nel caso del baccalà, questo serve per eliminare il sale in eccesso; nel caso dello stoccafisso invece serve a restituire ai tessuti l’originale consistenza del prodotto.

Per ciò che concerne l’apporto calorico e le caratteristiche nutrizionali del baccalà e dello stoccafisso, troviamo in 100 grammi di stoccafisso, 92 calorie contro le 95 calorie del baccalà. Consideriamo il fatto, che il merluzzo è un pesce usato di sovente anche nelle diete – soprattutto quella mediterranea – perché considerato un alimento magro. In 100 grammi di merluzzo troviamo: 17 grammi di proteine, 0,3 grammi di lipidi e 50 mg di colesterolo, per un totale di sole 83 calorie. Sono moltissime le ricette a base di merluzzo che si possono preparare. Per un elenco di ricette con filetti di merluzzo vi consigliamo di visitare il sito Cucinare Meglio.

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Le origini del Carnevale https://cultura.biografieonline.it/carnevale-storia/ https://cultura.biografieonline.it/carnevale-storia/#comments Fri, 06 Feb 2015 12:30:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13194 Il termine Carnevale, che deriva probabilmente dal latino carnem levare ovvero “togliere la carne”, indica il banchetto che si teneva il martedì grasso, ovvero l’ultimo giorno di Carnevale, e contemporaneamente l’inizio del periodo di quaresima, tempo di digiuno e purificazione per i credenti in attesa della Pasqua. Secondo il calendario liturgico, questo periodo di festa inizia il giorno dell’Epifania e termina il mercoledì delle Ceneri; per il rito ambrosiano, dal momento che la quaresima inizia più tardi, la festa dura fino al sabato che precede la prima domenica di quaresima (questo periodo è chiamato “Carnevalone”).

Arlecchino
Arlecchino, tipica maschera del Carnevale italiano

Il Carnevale, “festa divina”

Anticamente febbraio (dal latino februare che significa “purificare”) era il mese dei riti di purificazione, tenuti in onore del dio etrusco Februus e della dea romana Febris; di commemorazione dei defunti, poiché segnava il passaggio dall’inverno alla primavera e permetteva un contatto con l’aldilà; dei riti di fecondazione, come nelle antichissime feste dei Lupercali in onore di Marte e del dio Fauno.

Durante il periodo che noi comunemente chiamiamo Carnevale nell’antica Roma, quindi, si celebrava la fertilità della terra che, dopo il torpore invernale, tornava a rivivere e nutrire uomini e animali. Per il loro carattere, l’antica festa romana dei Saturnalia (dedicata al dio Saturno) e le Dionisie greche (in onore del dio Dionisio) ricordano da vicino il nostro Carnevale.

Gli antichi vedevano in Saturno il dio dell’età dell’oro, un’epoca felice in cui tutti vivevano in uno stato di eguaglianza, ove l’abbondanza dei frutti terreni era una certezza. La rievocazione di quel momento, durante i Saturnalia, si esplicava oltre che con banchetti e balli con un momentaneo sovvertimento, in chiave scherzosa e dissoluta, degli obblighi sociali e delle gerarchie costituite, in favore del “caos” e del disordine che tutto permetteva.

Così, gli schiavi potevano considerarsi uomini liberi e comportarsi di conseguenza, eleggendo ad esempio un Princeps (caricatura della classe dominante) al quale affidavano ogni potere. Vestito con capi sgargianti e una maschera, rappresentava la personificazione di una divinità degli inferi (Saturno o Plutone) preposta alla custodia delle anime dei defunti e protettrice dei raccolti. Era opinione comune, infatti, che queste divinità vagassero sulla terra per tutto il periodo invernale, ovvero quando la terra era a riposo, e che i riti e le offerte servissero a farle tornare nell’oltretomba, favorendo così il raccolto della stagione estiva. Finito il periodo di festa, l’ordine veniva ristabilito.

Carnevale di Viareggio
Carnevale di Viareggio

L’evoluzione del Carnevale, dal Medioevo all’età moderna

I Saturnali, con il nome di Festa dei Pazzi (eletto un Papa scherzoso, questo veniva condotto a cavallo per le vie della città), e la Festa dell’Asino entravano con qualche modifica tra le solenni celebrazioni cristiane e continuavano, nonostante il divieto, a sopravvivere come feste legate al ciclo delle stagioni e alla rinascita della terra.

Anche nel Medioevo, quindi, il Carnevale continua a garantire l’allegria e la sospensione momentanea delle regole e della morale comune. Gli uomini vestivano abiti femminili, i ricchi si travestivano da poveri, perché secondo antica tradizione semel in anno licet insanire… è lecito essere folli una volta l’anno! I banchetti e i rituali erano accompagnati da danze dedicate anch’esse alla divinità della terra. Così, ad esempio, il “saltarello” laziale (antica danza popolare) imitava con i suoi movimenti sinuosi il crescere delle spighe di grano nei campi.

Carnevale a Venezia
Il Carnevale di Venezia è uno dei più conosciuti e importanti in Europa e nel mondo

Il Rinascimento, sembra segnare un periodo di grande fortuna per il Carnevale. Le persone, di diversa estrazione sociale, partecipavano in massa a feste sfarzose e spettacoli organizzati per il divertimento di tutti. Particolarmente famose erano le mascherate su carri, chiamate “trionfi”, accompagnate dai canti carnascialeschi, organizzate a Firenze da Lorenzo de’ Medici.

Il trionfo era il massimo onore che nell’antica Roma veniva offerto ad un generale che tornava in patria dopo aver conseguito un’importante vittoria e consisteva in un corteo cittadino formato dalle truppe vittoriose con alla testa il triumphator, il trionfatore. Allo stesso modo, chiaramente in chiave giocosa, anche nella Firenze rinascimentale, i trionfi consistevano in una sfilata di carri addobbati, circondati da persone in costume che intonavano canti (detti per l’appunto carnascialeschi) su versi e musica composti per l’occasione.

Nel 1600 il Carnevale si rinnova grazie alla Commedia dell’Arte, spettacolo teatrale in cui i personaggi usavano maschere e costumi che rappresentavano un determinato carattere e un “tipo” di personaggio: Arlecchino-servitore, Pantalone-padrone, Balanzone-sapiente fanfarone. Questi personaggi ereditavano dal Carnevale il gusto per lo scherzo, il travestimento e la battuta, mentre il Carnevale, a sua volta, assorbiva i loro costumi tipici.

Sono proprio personaggi quali Arlecchino, Pulcinella e Colombina che nel corso del 1700 e del 1800 rallegravano le feste di Carnevale e che continuavano ad essere celebrate, nel corso del 1900, da grandi artisti come  Joan Miró (Carnevale di Arlecchino) e Pablo Picasso (Arlecchino allo specchio).

Il Carnevale oggi

Il Carnevale, oggi, è forse la festa più divertente dell’anno, apprezzata da grandi e piccini o, più in generale, da tutti coloro che desiderano abbandonare il consueto ordine per festeggiare giocosamente il “caos”, visto che, come vuole la tradizione, “A Carnevale ogni scherzo vale!”.

Perdendo nel tempo il suo carattere prettamente sacro, resta una festa molto sentita in Italia e nel mondo. Festeggiamenti, carri allegorico-grotteschi, infiorati o satirici, maschere, coriandoli e stelle filanti, sono elementi costanti di un Carnevale che si rispetti, così come lo è la presenza dei dolci tipici di questo periodo (chiacchiere, frittelle, castagnole etc).

Carnevale di Acireale
Carnevale di Acireale

Tra le numerose sfilate che percorrono le vie di tantissime città italiane, possiamo ricordare (solo per citare alcuni esempi italiani) il Carnevale di Venezia, Putignano, Viareggio, Manfredonia e Acireale, considerati tra i più importanti al mondo. La loro fama, travalicando i confini nazionali, è  in grado di attrarre turisti sia dall’Italia che dall’estero.

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