vangelo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 06 Aug 2021 15:08:31 +0000 it-IT hourly 1 Le nozze di Cana, quadro di Paolo Veronese https://cultura.biografieonline.it/nozze-di-cana-quadro-veronese/ https://cultura.biografieonline.it/nozze-di-cana-quadro-veronese/#respond Tue, 26 Jul 2016 13:49:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19102 Il Rinascimento veneziano si contraddistinse fin dal principio dalla pittura fiorentina grazie all’uso di straordinarie tecniche e soprattutto per preferenza del colore sul disegno, anche se di recente alcune indagini tecniche hanno dimostrato l’erroneità di tale affermazione. La varietà del repertorio veneto trovò la strada della proprio affermazione grazie all’identità di un illustre artista: Paolo Caliari, conosciuto come il “Veronese”. Il capolavoro che prese il nome di “Le nozze di Cana” rientra nell’incredibile serie di cene realizzate dal pittore veronese, cogliendo in pieno lo spirito vigoroso del secolo della grandiosità artistica, dell’innovazione e della sperimentazione quale mezzo di crescita e vincolate la “rinascita”.

Le nozze di Cana - quadro Veronese
Le nozze di Cana, Paolo Veronese, olio su tela, 1563, Museo del Louvre

L’episodio biblico della tramutazione dell’acqua in vino fu trattato nel capolavoro veneto egregiamente, grazie all’eccellente mescolanza di didascaliche intuizioni e spirito prammatico.
La tela Le nozze di Cana fu realizzata per il complesso architettonico dell’isola di San Giorgio Maggiore, per poi raggiungere il Louvre nel 1797.

Le nozze di Cana: la genesi del dipinto

La tela di Paolo Veronese servì da riempimento per la parete di fondo del refettorio del complesso architettonico della Basilica di San Giorgio a Venezia.

Nel 1797 la tela fu prelevata come bottino di guerra da Napoleone, per raggiungere il Louvre l’11 settembre dello stesso anno.

Basilica di San Giorgio, Venezia
Una foto della Basilica di San Giorgio a Venezia

Note tecniche e descrittive

«E Gesù disse loro: «Riempite d’acqua le giare»; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: «Ora attingete e portatene al maestro di tavola». Ed essi gliene portarono.
E come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l’acqua), chiamò lo sposo e gli disse: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono».
(Gv 2, 1-12)

Il miracoloso sentimento rinascimentale trovò in Veronese la rivelazione della parola biblica, del testo religioso evocante convinzioni dottrinali, nel pittorico gioco che muove l’antica narrazione attraverso fisionomie nuove, scenografie teatrali, al cospetto della celebrata Repubblica Veneziana, protagonista sostanziale della cosiddetta Lega Santa a sostegno della Serenissima.

La scuola veneziana si operò d’ingegno, collaudando la gloriosa fama lagunare grazie alle identità elevatissime di Tiziano, Tintoretto e Veronese.

Risulta assai complesso riassumerne in breve le influenze essenziali e il conseguente percorso dialettico che unì e separò l’indole, in ogni modo illustre, dei tre principali protagonisti della pittura lagunare di matrice rinascimentale, poiché come il Ridolfi introduce nel capitolo dedicato alla vita di Paolo Caliari, all’interno del magnifico capolavoro dal titolo “Le meraviglie dell’arte, ovvero le vite degli illustri pittori veneti e dello stato”:

« Non bastano le facondie degli oratori o le iperboli dei Poeti per ispiegare appieno le bellezze della pittura, la quale non essendo che un compendio meraviglioso degli effetti della natura (come fissandosi l’ occhio riman deluso tra le finzioni), si confonde ogni stile, ed insterilisce ogni vena per ben favellarne » (RIDOLFI).

Veronese realizzò questo eccelso capolavoro per il convento benedettino di San Giorgio Maggiore a Venezia, dilettandosi, per di più, nell’uso di ritratti confacenti le fisionomie dei propri contemporanei illustri, immaginando in tal modo di suscitare nei suoi religiosi spettatori un grande divertimento nello scorgere tra i personaggi biblici qualche volto conosciuto della Venezia contemporanea.

Si trattava di una tecnica collaudata,la quale consentendo all’artista di inserire nel dipinto personaggi dell’epoca, raggiungendo la meta di una rappresentazione attualizzata, vivace e nello spirito di un’ epoca «in cui il romanzo storico ha occupato il trono posseduto per tanti secoli dal poema epico tutto vuolsi storico; tutto vuolsi storico».

Per vivacizzare la scena, Veronese si servì di una rappresentazione di tipo teatrale, distribuendo i personaggi in una scenografia ricca di colonnati, scale e balaustre, riproducendo, infatti, una sala dotata di scene multiple, proscenio e ben due scale di accesso per il raggiungimento del palcoscenico rialzato, il secondo.

In egual misura Veronese focalizzò la propria attenzione sui costumi dei personaggi, rappresentandoli fin nei minimi dettagli, arricchendo di splendide decorazioni anche i vasi presenti sulla scena.

Le nozze di Cana - quadro - dettaglio macellaio
Il dettaglio del quadro “Le nozze di Cana” in cui un macellaio, al centro, sopra la testa di Gesù, prepara un agnello.

Nonostante questa ricchezza nella rappresentazione, qualità di decoratore molto acclamata, Veronese sottolineò la natura religiosa del dipinto, concentrando l’attenzione dello spettatore al centro della scena, dove siede Cristo, finendo in tal modo per diventare il centro della composizione e dunque zona focale in cui converge il modo vorticoso dell’animata rappresentazione, al di sopra della quale di può notare un macellaio nell’atto di lavorare un agnello, simbolo dell’eucarestia.

Nella parte inferiore del dipinto Veronese rappresentò se stesso mentre suona la viola da gamba insieme ad altri famosi pittori della sua epoca.

Le nozze di Cana - quadro - dettaglio musicisti
Il dettaglio dei musicisti

In una sorta di ritratto di famiglia egli si dipinse al fianco di Tiziano che suona il violoncello, a Tintoretto con la seconda viola e a Bassano che suona il violino, quasi a rimarcare il ruolo di traduttori della storia celeste a cui cristo offre la propria benedizione.
All’ottavo posto da destra Veronese aggiunse il ritratto di un prelato quando il dipinto era ormai terminato.
Si trattava dell’abate San Giorgi, Andrea Pampurio che in seguito alla sua elezione volle esservi inserito (1564).

Note bibliografiche
P. Daverio, “Louvre”, Scala, Firenze, 2016

]]>
https://cultura.biografieonline.it/nozze-di-cana-quadro-veronese/feed/ 0
Resurrezione di Lazzaro: dipinto di Caravaggio https://cultura.biografieonline.it/resurrezione-lazzaro-caravaggio/ https://cultura.biografieonline.it/resurrezione-lazzaro-caravaggio/#comments Sat, 20 Jul 2013 15:00:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7688 La Resurrezione di Lazzaro è un’opera molto controversa di Caravaggio, il maggior rappresentante della pittura e della storia dell’arte in generale, a cavallo tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. Facente parte del suo ultimo periodo (solo un anno prima della sua morte), gli fu commissionata da un mercante genovese, Giovanni Battista de’ Lazzari. Caravaggio si era appena trasferito a Messina, anzi bisogna precisare che fuggì a Messina dopo essere fuggito dalle carceri di Malta, dove era stato imprigionato in seguito ad una rissa di cui l’artista fu protagonista, come era suo solito.

La resurrezione di Lazzaro, dipinta da Caravaggio (anno 1609)
Caravaggio: Resurrezione di Lazzaro (1609). Olio su tela (380 x 275 cm). Opera conservata presso il Museo Regionale di Messina.

Come si diceva precedentemente, la Resurrezione di Lazzaro è un’opera dalla storia molto controversa e ricca di aneddoti. Pare che il facoltoso mercante genovese commissionò al Caravaggio un dipinto raffigurante la Madonna con San Giovanni Battista insieme ad altri Santi. Ma sei mesi più tardi, il quadro firmato e consegnato da Caravaggio, risultò con un soggetto diverso. Difatti su uno sfondo che andava a rappresentare una chiesa, erano raffigurati Lazzaro, appena riportato alla vita, il Cristo, il quale aveva appena eseguito il miracolo e diversi spettatori che avevano assistito all’episodio miracoloso.

YouTube Video

Secondo alcuni biografi del tempo pare che tale dipinto avesse avuto una versione precedente, ma che fu completamente distrutta dal Caravaggio in un momento d’ira, offeso dalle critiche che aveva ricevuto sul quadro stesso. Altro aneddoto che meglio fa comprendere il difficile carattere dell’artista, è l’aver preteso ed ottenuto (peraltro con la forza) un cadavere, in uno stato già abbastanza avanzato di decomposizione, da cui prendere spunto per poter ritrarre al meglio Lazzaro. Tale cadavere, si racconta, fu tenuto in posa da alcuni facchini, minacciati da pugnali.

La Resurrezione di Lazzaro fu pagata dal de’ Lazzari ben 1000 scudi, una grossa cifra per l’epoca. Difatti tale somma è considerata dagli storici dell’arte come poco attendibile, soprattutto considerando la quotazione, ben inferiore, dei maggiori pittori del tempo. E’ anche vero che il Caravaggio aveva un urgente bisogno di soldi, ed è probabile che questa possa essere definita la “causa” del pagamento di una cifra tanto alta. Inoltre recenti ricerche hanno dimostrato come tale opera fosse stata eseguita con una fretta non usuale per l’artista. Difatti è proprio questa fretta che giustifica la scelta del Caravaggio di riempire la tela con un unico fondo scuro, le poche figure rappresentate, i veloci fasci di luce ed l’uso di materiali poveri e tipici della zona.

Analisi dell’opera

L’episodio raffigurato è quello del Vangelo di Giovanni, 11, 1-44. Caravaggio decise di rappresentare il momento in cui Lazzaro, morto, viene trasportato al cimitero. Qui avviene il miracolo. In primo piano vediamo raffigurata tutta la scena. Il fondo è scuro, si notano solo alcuni accenni di elementi architettonici, a voler rappresentare l’interno di una chiesa. Sul terreno vi sono ossa di cadavere sparse. Ecco il miracolo, l’indice di Cristo che va ad indicare Lazzaro.

Caravaggio: la Resurrezione di Lazzaro. Un dettaglio del dipinto
Resurrezione di Lazzaro: dettaglio della mano di Cristo che indica Lazzaro

Il suo corpo nella penombra, è ancora gonfio e rigido, ma già un barlume di vita lo pervade. La mano si spalanca, le braccia si allargano a voler imitare la croce.

Lo stupore del miracolo avvenuto è concentrato tutto nel volto della figura centrale, il quale, rivolto verso il Cristo, ha la fronte aggrottata e la bocca semiaperta. Come era usuale in Caravaggio, anche qui abbiamo un suo autoritratto, rappresentato dall’uomo con le mani giunte posto dietro a Gesù Cristo. Anche qui, come nelle altre sue opere, la luce ha un ruolo da protagonista. Ma, in questi suoi ultimi lavori si denota una maggiore sperimentazione della luce, più soffusa e drammatica, tanto da portare le figure quasi a scomparire.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/resurrezione-lazzaro-caravaggio/feed/ 5
San Marco Evangelista. Storia e biografia https://cultura.biografieonline.it/san-marco-evangelista/ https://cultura.biografieonline.it/san-marco-evangelista/#comments Fri, 01 Feb 2013 16:07:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6187 L’evangelista Marco (San Marco) era di origine ebrea e forse appartenente ad una famiglia benestante, nato in Palestina sotto il regno dell’imperatore Augusto. Secondo le informazioni risalenti al periodo in cui visse, per la verità non molte, Marco fu molto vicino all’apostolo Paolo.

San Marco Evangelista
Marco Evangelista

Anche San Pietro cita spesso l’evangelista Marco con affetto e familiarità, ed infatti pare che lo accompagnasse spesso nei viaggi che faceva a Roma e in Oriente. Stando a ciò che si racconta, Marco fu battezzato proprio da Pietro.

La maggior parte degli studiosi considera Marco lo “stenografo” di Pietro, perché ha collaborato con lui alla diffusione dei racconti evangelici nelle diverse comunità cristiane di Roma. Il Vangelo scritto da Marco è schematico e lineare, ha come tema principale la proclamazione di Gesù Figlio di Dio e la sua Crocifissione e Resurrezione. Il Vangelo di Marco è realizzato con lo stile di un racconto popolare ed è molto accessibile, oltre che abbastanza corto (è formato da sedici capitoli).

Da adulto, Marco svolge il suo apostolato ad Alessandria d’Egitto, dove pare abbia fondato la prima Chiesa. In seguito si trasferisce ad Aquileia. La sua missione è diffondere la parola di Dio e il suo Vangelo.

Sulla morte di San Marco le notizie sono discordanti: secondo alcune fonti si è trattata di una morte naturale, per altri invece il Santo è stato martirizzato.

La leggenda racconta che il suo corpo straziato dalle fiamme ad opera dei seguaci dell’imperatore Traiano fu portato a Venezia nell’828 da due mercanti, Rustico da Torcello e Buono da Malamacco. Le reliquie del Santo martire furono riposte in una cappella, mentre la Basilica a lui dedicata fu ultimata nell’832, ed è ancora oggi un meraviglioso esempio di arte nell’architettura.

san marco

Nel 1071 Marco viene nominato patrono principale di Venezia nonché titolare della Basilica, sostituendo San Teodoro, venerato fino ad allora dai Veneziani. Il simbolo di San Marco è un leone alato che porta tra gli artigli un libro in cui è scritta questa frase: “Pax tibi marce evangelista meus“, che è diventato anche lo stemma che identifica la città lagunare. Il culto di San Marco è diffuso nelle chiese cristiane, ma anche in Oriente è abbastanza praticato.

Il 25 aprile si celebra la festa religiosa in ricordo del suo martirio. San Marco ha la particolarità di essere non solo Santo, ma un Santo evangelista (gli Evangelisti nella tradizione cristiana sono soltanto quattro).

Marco non è solo il patrono della Serenissima (Venezia), ma anche di altri 42 Comuni in Italia, quale per esempio Pordenone. In alcuni di questi luoghi è copatrono (come a Cellino San Marco, provincia di Brindisi).

La scelta di San Marco come patrono di Venezia è dettata anche da un senso di prestigio: possedere le reliquie di uno degli evangelisti era motivo di vanto nello scenario internazionale di quei tempi. D’altronde anche il leone è un simbolo di potete e dominio.

San Marco è il protettore degli scrivani, dei notai, dei vetrai, degli ottici, di coloro che dipingono su vetro.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/san-marco-evangelista/feed/ 5