Van Gogh Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 07 Mar 2024 12:20:08 +0000 it-IT hourly 1 Campo di grano con volo di corvi, opera testamento di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/campo-di-grano-corvi-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/campo-di-grano-corvi-van-gogh/#comments Thu, 07 Mar 2024 12:18:45 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11745 Uno dei dipinti più energici del pittore olandese Vincent van Gogh è, senza dubbio alcuno, Campo di grano con volo di corvi. È un dipinto a olio su tela delle dimensioni di 50,5 cm x 103 cm, che venne realizzato nel luglio del 1890 ed é conservato al Van Gogh Museum di Amsterdam.

L’opera è stata realizzata poco tempo prima del suicidio del pittore olandese. È giudicata dai critici di quel periodo e dai successivi, una sorta di suo testamento spirituale.

Vincent van Gogh: Campo di grano con volo di corvi (1890)
Campo di grano con volo di corvi: quadro celebre di Van Gogh realizzato nel 1890

Analisi e storia del quadro

Nella tela Campo di grano con volo di corvi emerge lo stato d’animo tormentato e angosciato dell’artista. I toni sono cupi, a partire dal cielo che passa dalle tonalità rassicuranti del blu a quelle più decise e scure del blu scuro e del nero.

Creando un’atmosfera che risulta tutt’altro che confortante, fino ad arrivare ad ammirare il funereo volteggiare dello stormo di corvi neri. La tela risulta quindi essere una testimonianza evidente di uno straziante grido di dolore. Le pennellate sono rabbiose e perfino scomposte.

L’artista non intravede nessun futuro per la sua esistenza, anche se la sua anima continua ad ardere di un fuoco divoratore. Van Gogh mette in luce chiaramente il suo stato d’animo e la sua dimensione di sofferenza sulla realtà circostante.

Campo di grano con volo di corvi: il quadro

Una tempesta quasi perfetta sta per colpire un campo di grano attraversato da tre sentieri. Sullo sfondo si intravede uno stormo di corvi neri che si levano in cielo in un basso volo disordinato.

Il campo di grano è devastato dalla forza del vento con intense frustate di colore giallo, mentre il cielo, inizialmente limpido e di colore blu, diventa presto offuscato dall’intenso colore nero delle nubi che si avvicinano sempre più ostili e minacciose. La luminosità del dipinto viene meno grazie all’oscurità del colore nero che, inevitabilmente, prende il sopravvento.

I corvi sono simbolo di brutti presentimenti e oscuri presagi se viene adottata l’interpretazione che considera che i corvi sono in volo verso di sé; al contrario se viene presa in considerazione l’interpretazione per la quale i corvi si stanno allontanando, si percepisce un singolare senso di sollievo.

Tre sentieri e una strada senza uscita

Nel dipinto si possono notare tre sentieri:

  1. il primo nell’angolo in basso a sinistra,
  2. il secondo al centro;
  3. il terzo nell’angolo in basso a destra.

Il viottolo al centro invece consiste in una strada senza via d’uscita, percorsa da una persona, probabilmente lo stesso artista, che non ha una meta ben precisa e non sa dove andare e nemmeno cosa cercare.

Proprio per questo motivo la strada senza uscita simboleggia, senza dubbio, la forte angoscia esistenziale che attanaglia il pittore.

Van Gogh assiste impotente all’evento che si sta verificando sotto i suoi stessi occhi.

Paragonato ad un uccellino in gabbia, descrive in una lettera rivolta a suo fratello Theo nel 1880:

a guardare fuori il cielo turgido, carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità.

L’ultima opera di Van Gogh?

Campo di grano con volo di corvi” fu realizzato da Vincent Van Gogh nel luglio del 1890, due settimane prima di suicidarsi.

Per questo motivo e per l’atmosfera cupa che rappresenta, il dipinto viene considerato l’ultima opera di Van Gogh.

In realtà non è mai stato stabilito con certezza che sia stato l’ultimo dipinto di Van Gogh. Né tanto meno che rappresenti una sorta di saluto alla vita da parte del pittore.

Sappiamo, invece, che venne realizzato fra l’8 e il 9 luglio, dopo che aveva visitato a Parigi il fratello Theo, il quale stava attraversando un momento difficile.

Non sappiamo altro.

Ovviamente, le scarse informazioni hanno alimentato diverse congetture. E’ indubbio, però, che il dipinto sprigioni un’energia che schianta.

Il colore

Il colore travolge la vista e il campo di grano sembra che si animi come fosse un mare in tempesta. Il centro del dipinto è l’apice di questo terremoto di colore, dove l’angoscia e la rabbia sconvolgono tutta l’immagine.

Uno stormo di corvi vola basso sul campo. Come vuole l’interpretazione più comune dei dipinti di Van Gogh, la presenza dei corvi e l’assenza di fiori e di uomini, simboli di speranza, determina un senso di soffocamento e di inquietudine.

Non c’è, quindi, più speranza e non c’è più nemmeno quella passione per la vita che aveva portato Van Gogh a superare il confine, il limite per poi precipitarlo nella pazzia.

E infatti, tutto sembra precipitare. La percezione è quella di un crollo immediato del cielo e di un’esplosione del terreno. Le pennellate spesse e agitate, che si intersecano fra loro, fanno intuire uno sfogo e un desiderio che tutto esploda.

La prospettiva

Anche la prospettiva, che si ingrandisce sempre più, sembra porre in movimento il dipinto. Si ha la sensazione che debba esplodere da un momento all’altro. La sua pittura ha raggiunto un nuovo livello interpretativo. E’ pura azione sulla tela.

Commento

Van Gogh cerca con sempre maggiore forza e intensità di interpretare la realtà.

Non solo le sue sensazioni trovano vita attraverso il colore. Vi è anche la ricerca disperata di racchiudere in un’opera la realtà stessa come appare al di là di ciò che vediamo. Per questo motivo, la sua pittura influenzerà gli espressionisti e il movimento fauve.

Per me, non è un testamento ma solo la dimostrazione del livello altissimo al quale il pittore era arrivato. La consapevolezza di ciò che vede e di ciò che è non ha uguali. Per questo motivo, molti dei suoi dipinti non smettono di ossessionare.

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Van Gogh Pittore colto: la mostra al Mudec di Milano https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-pittore-colto-mostra/ https://cultura.biografieonline.it/van-gogh-pittore-colto-mostra/#respond Thu, 19 Oct 2023 15:32:10 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41684 Van Gogh e la cultura del suo tempo

Vincent van Gogh è stato un pittore dai profondi interessi letterari e artistici; ha imparato a dipingere analizzando le opere di Jean Francois Millet, Matthijs Maris, Josef Israels e Breton; ha letto i libri di Jules Michelet, Harriet Beecher Stowe e Charles Dickens. È stato profondamente coinvolto nell’arte del suo tempo, frequentando gli impressionisti e stringendo amicizia con Sisley, Toulouse-Lautrec, Renoir.

È stato un collezionista di stampe giapponesi, un lettore avido delle riviste d’arte del suo tempo e soprattutto è stato un cercatore, un artigiano. Lui si definiva un ciabattino del colore, il cui scopo era trovare nelle sperimentazioni ardite, vitali, a volte rozze, una propria strada. Che alla fine, quando nel 1880 deciderà di essere un pittore, troverà e che lo porterà a dipingere un numero notevole di opere.

Ritratto di Joseph-Michel Ginoux (Van Gogh, 1888)
Ritratto di Joseph-Michel Ginoux (Van Gogh, 1888)

La mostra al Mudec: Van Gogh Pittore colto

Nella mostra che il Mudec gli dedica possiamo affrontare un percorso ardito ma interessante, attraverso “la bottega” di Van Gogh in cui scopriamo che l’artista solitario che tanta parte della su vita l’ha passata dedicandosi alla pittura, era anche un fervido lettore, conosceva i principali scrittori dell’epoca, leggeva avidamente scrittori  classici e moderni, annotava riflessioni sulle loro opere, le recensiva nelle lettere che spediva al fratello Theo ed era un ricercatore infaticabile.

Studiava le stampe che comprava attraverso la galleria di cui il fratello era direttore, acquistava riviste d’arte, collezionava quando la sua orsa glielo permetteva opere e stampe. L’arte giapponese, ad esempio, di cui è stato un collezionista, era per lui non solo uno stimolo visivo ma anche una forma culturale da approfondire e da conoscere nella sua essenza.

La mostra ripercorre una parte di questo studio, mostrando alcuni dei dipinti che hanno influenzato Van Gogh e collegando i dipinti alle opere e ai movimenti culturali che lo hanno influenzato. In un contesto di silenzio e di tranquillità si può avere un rapporto quasi esclusivo con un ‘opera d’arte se la si può osservare da soli per un momento, senza nessuno che influenzi il tuo sguardo.

Andando in orari meno frequentati e osservando le vetrine in cui sono contenuti i libri che Van Gogh leggeva, i suoi libretti in cui riportava alcuni schizzi preparatori e le opere che hanno segnato la sua carriera di artista, si può immaginare il pittore mentre studia, impara, conosce la propria arte.

In questo senso la mostra è anche un viaggio nella psicologia di Van Gogh, in alcuni tratti intimi della sua personalità.

Van Gogh Pittore colto: orari e biglietti

La mostra “Van Gogh Pittore colto” è visitabile dal 21 settembre 2023 al 28 gennaio 2024

Gli orari

  • Lunedì 14.30 – 19.30
  • Martedì – mercoledì – venerdì – domenica 9.30 – 19.30
  • Giovedì – sabato 9.30 – 22.30

L’ultimo ingresso è consentito sino a un’ora prima.

I biglietti

  • Ingresso singolo intero: € 16,00
  • Ingresso singolo ridotto: € 14,00

L’ingresso ridotto è riservato ai visitatori dai 6 ai 26 anni, over 65, persone con disabilità (Legge 104), insegnanti, militari, forze dell’ordine non in servizio, accompagnatore dipendente Comune di Milano, accompagnatore possessore Mudec Membership Card.

Sito web: https://www.mudec.it/vincent-van-gogh-pittore-colto/

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La Notte stellata. Perché è uno dei quadri più celebri di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/notte-stellata-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/notte-stellata-van-gogh/#comments Tue, 20 Jun 2023 16:55:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4385 Si tratta di uno dei quadri più famosi al mondo. La Notte stellata di Van Gogh è stato realizzato nel 1889 a Saint-Rémy-de-Provence nel sud della Francia.

Due quadri

È la sua seconda notte stellata, la prima è stata dipinta ad Arles nel 1888. Sono due quadri impressionanti per la forza espressiva e per l’utilizzo dei colori che sembrano esplodere davanti allo spettatore. Nella Notte stellata di Arles, le stelle sono immobili ma sembrano vivere e respirare mentre in quella di Saint-Remy le stelle si muovono, immerse in un torrente celeste e non si fermano mai.

Notte stellata (1889, 73×92, Museum of Modern Art, New York)
Notte stellata (De sterrennacht, 1889) • 73×92, Museum of Modern Art, New York)

Il dipinto del 1888 viene indicato con il nome Notte stellata sul Rodano.

Notte stellata sul Rodano (1888, olio su tela, 72.5×92 cm, Musée d'Orsay, Parigi)
Notte stellata sul Rodano (1888, olio su tela, 72.5×92 cm, Musée d’Orsay, Parigi)

Interpretazione

L’interpretazione, unica e bellissima, ha molti padri ma rimane un dato di fatto, il movimento e l’originalità di un legame infinito fra stelle, cosmo e il cipresso in basso a sinistra mostra la profonda analisi e conoscenza della natura che aveva Vincent van Gogh.

Molti ritengono che fosse pazzo quando dipinse questo quadro.

È una follia considerarlo tale.

Aveva, invece, visto qualcosa e questo qualcosa avrebbe potuto distruggerlo. In parte lo ha rapito ed è tornato con un assoluto capolavoro. Attualmente il dipinto è conservato presso il Museum of Modern Art di New York.

Commento video

Questo quadro è una vera e propria icona della pittura occidentale.

È facile trovare la sua riproduzione su diversi oggetti di diffuso uso comune, come ad esempio tazze, magliette o stampe di ogni genere.

Con un quadro vorrei poter esprimere qualcosa di commovente come una musica. Vorrei dipingere uomini e donne con un non so che di eterno, di cui un tempo era simbolo l’aureola, e che noi cerchiamo di rendere con lo stesso raggiare, con la vibrazione dei colori.

Vincent van Gogh, Arles, 3 settembre 1888

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Mangiatori di patate: storia e analisi del primo capolavoro di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/mangiatori-di-patate/ https://cultura.biografieonline.it/mangiatori-di-patate/#comments Mon, 28 Nov 2022 16:14:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4316 I mangiatori di patate è il primo capolavoro di Vincent van Gogh. Dipinto alla fine del 1885, quando l’artista olandese ha 32 anni, il quadro rappresenta uno dei soggetti da lui più amati: i lavoratori. Qui essi sono raffigurari durante un pasto, dopo aver passato tutta la giornata a zappare la terra.

I mangiatori di patate (Potato eaters), di Vincent Van Gogh
I mangiatori di patate (Potato eaters), di Vincent Van Gogh – 1885

Lui stesso descrive il quadro nella consapevolezza più piena del suo talento: “Ho cercato di sottolineare come questa gente che mangia patate al lume della lampada ha zappato la terra con le stesse mani che ora protende nel piatto. E quindi parlo di lavoro manuale. E di come essi si siano guadagnati il cibo. Ho voluto far pensare a un modo di vivere completamente diverso dal nostro, di noi esseri civili”.

Van Gogh e i “grezzi”

Van Gogh ha una predilezione per coloro che vengono considerati gli “incivili”, i “grezzi”, gli “ignoranti”, ne è affascinato e li illumina attraverso la sua arte. Realizza diverse versioni del quadro: due disegni, una litografia e tre oli. Il lavoro lo coinvolge per alcuni mesi e la realizzazione è magistrale. Una lanterna emana una luce fioca e squallida. Il contesto è mesto ma dignitoso, il pasto rappresenta il momento più importante della giornata, fonte di gioia o di tristezza, un momento di liberazione dalla schiavitù del lavoro, in cui le persone che circondano la tavola sembra assumano una dignità umana che nel resto della giornata gli è completamente negata.

Il cibo non è ricco ma sono solo patate accompagnate da cicoria. L’ambiente è soffocante e misero, i colori sono scuri e pesanti, soprattutto spiccano il bruno e il grigio, come se i colori della terra si fossero espansi inglobando anche i personaggi: tre donne, un uomo e una bambina che sembrano a questo punto prodotti dalla terra che coltivano ogni giorno.

Quadro Mangiatori di patate, di Van Gogh

I mangiatori di patate, descrizione

Le mani e i volti sono caricaturali, quasi mostruosi; piegati e rovinati dal lavoro e dalla brutalità della loro esistenza. Van Gogh mostra tutta la sua genialità e sensibilità nel ritrarre coloro che sono spezzati e abbruttiti dalla miseria e dal lavoro manuale. Lavoro, che concede loro poche speranze e un’esistenza miserevole. La sua è una pittura disperata e rassegnata all’orrore che vede. Egli ritrae tale orrore senza risparmiare nulla, facendone esplodere tutto il dolore.

Questo quadro è preceduto da una serie di altri lavori preparatori, tra cui spicca la “Contadina accanto al focolare“, realizzato da Van Gogh pochi mesi prima.

Commento video

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Giapponeseria: Oiran, opera di Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/giapponeseria-oiran-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/giapponeseria-oiran-van-gogh/#comments Fri, 19 Aug 2022 09:28:56 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40172 In questo articolo analizziamo e raccontiamo la storia di un dipinto di Vincent van Gogh. Si intitola Giapponeseria: Oiran ed è datato 1887.

Prima però parliamo del Giapponismo e della relazione tra impressionismo e arte giapponese.

Il Giapponismo

A partire dal 1850 l’Occidente venne invaso dall’arte giapponese; in particolare l’Europa fu colpita dall’arrivo di stampe, dipinti e sculture meravigliosamente innovative, originali, esotiche e a volte erotiche (vedi ad esempio: Pescatrice di Awabi e piovra, opera di Hokusai). In quel periodo scoppiò una moda fra i collezionisti e gli artisti; ma anche il grande pubblico corse ad accaparrarsi queste opere meravigliose e piene di bellezza che provenivano dal Giappone.

Il fenomeno culturale che vide questa corsa verso l’arte del Giappone venne chiamato Giapponismo.

Gli impressionisti e l’influenza giapponese

I pittori, in particolare gli impressionisti, cominciarono a collezionare le opere di Hiroshige, Utamaro e Hokusai. I dipinti di questi artisti, che in breve divennero famosi, furono utilizzati dai pittori europei anche come fonte di ispirazione per immagini decorative, sempre bidimensionali e dipinte su una diagonale che avrebbero così sostituito le inquadrature frontali.

Tra i primi a considerare fonte di ispirazione l’arte giapponese ci furono:

Vincent van Gogh e le stampe giapponesi

Van Gogh, invece, si avvicinò alle stampe giapponesi come collezionista. Già nel 1885 acquistò ad Anversa molte stampe; il pittore olandese le ricopiava e le studiava, ammirandone l’inventiva e l’originalità. Non cambiò però il suo stile; usò l’arte giapponese come uno stimolo per ampliare la sua conoscenza della pittura e del disegno.

In seguito, la sua passione crebbe, tanto da indurlo ad organizzare una mostra a Parigi; qui condivise tutta la sua collezione di stampe giapponesi.

In seguito, Van Gogh si fece ispirare dalle stampe per realizzare disegni e dipinti.

Il quadro Giapponeseria: Oiran qui analizzato ne è un esempio.

Giapponeseria: Oiran - Dipinto di Vincent Van Gogh
Giapponeseria: Oiran – Dipinto di Vincent Van Gogh (1887)

Giapponeseria: Oiran, storia e descrizione

Su un numero della rivista Paris Illustré (4 maggio 1886) Van Gogh vide riprodotta una figura realizzata dall’artista e scrittore Keisai Eisen; il soggetto è raffigurato con un kimono tradizionale; l’olandese ne rimase affascinato e decise di riprodurlo su un quadro di grandi dimensioni: 105,5 x 60,5 cm.

Paris Illustré - Le Japon
Paris Illustré – Le Japon (numero del 4 maggio 1886)

Vincent van Gogh decise di far dialogare uno sfondo tipico dell’arte giapponese con l’immagine dipinta da Eisen. Nacque così il dipinto “Giapponeseria: Oiran”.

Nell’opera vediamo:

  • un canneto;
  • una barca che naviga sopra la testa di Eisen;
  • una rana dal colore giallognolo che sostiene la stampa;
  • al centro vi è la figura giapponese avvolta dall’abito tradizionale.

I colori, i disegni e l’impatto visivo del protagonista dell’opera realizzata da Keisai Eisen (che nacque nel 1790 e morì nel 1848), sono notevoli e mostrano da parte di Van Gogh una conoscenza profonda dell’arte giapponese.

Vincent amava quest’arte anche perché gli permetteva di favoleggiare su un Giappone utopico, paradisiaco, incontaminato, pacifico, immacolato, inalterato, intatto; un luogo nel quale trovare pace, rispetto, tranquillità per poter continuare a dipingere.

Quello che invidio ai giapponesi è l’estrema limpidezza che ogni elemento ha nelle loro opere […]. Le loro opere sono semplici come un respiro, i giapponesi riescono a creare figure con pochi tratti, ma sicuri, con la stessa facilità con la quale noi ci abbottoniamo il gilet. Ah, devo riuscire anche io a creare delle figure con pochi tratti!

In Provenza l’artista olandese trovò qualcosa di simile all’utopia nipponica, quanto meno nella luce e negli spazi; egli la definì un Giappone europeo.

Dati tecnici

Titolo

Giapponeseria: Oiran

Tecnica

Olio su tela

Dimensioni

105,5 x 60, 5 cm

Ubicazione

Van Gogh Museum, Amsterdam, Paesi Bassi

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Due girasoli, quadro di Van Gogh: descrizione e storia https://cultura.biografieonline.it/due-girasoli-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/due-girasoli-van-gogh/#comments Sun, 29 May 2022 14:59:56 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40009 Con Vincent van Gogh nasce la figura dell’artista incompreso, addirittura ripudiato dalla società per il suo stile di vita e per la sua ricerca ai limiti di una verità artistica innovativa. Tuttavia con questo quadro il pittore olandese conferma tutta la forza psicologica del suo lavoro. Perché ne I due girasoli, realizzato nel 1887, Van Gogh compie due innovazioni.

Due girasoli - Van Gogh - Sunflowers
Due girasoli (Sunflowers)

Le innovazioni di Van Gogh

  • Cambia il modo di dipingere le nature morte, ritraendo solo le due corolle e mettendole in primo piano su un fondo azzurro; dà quindi al dipinto un’idea di forza e freschezza lontani dalle nature morte, più vicine alla concezione impressionista dei colori.
  • Utilizza il nero: che, invece, gli impressionisti avevano eliminato dalla tavolozza.

Il nero in particolare è ripreso dalle stampe giapponesi che Van Gogh amava collezionare e che rappresentavano fiori e petali in primo piano.

Nello stesso periodo il pittore dedicò al soggetto dei girasoli una serie di quadri; ne abbiamo parlato nell’ articolo: Girasoli di Vincent van Gogh.

Due girasoli: descrizione dell’opera e commento

I petali sono dipinti in modo accurato, uno a uno.

Questo ricorda anche certi disegni e dipinti di Hokusai, rappresentante di un’arte giapponese che stava riscontrando molto successo in Occidente.

(Abbiamo analizzato una sua opera qui: Pescatrice di Awabi e piovra).

L’idea poi di mettere una corolla rovesciata, ripresa dalla sua pittura di soggetti come le scarpe e dipinte in primo piano, mostrano un modo di identificare, a parer mio, l’arte con la ricerca psicologica.

Il dipinto sprigiona una forza straordinaria, un fulgore inaspettato. Ma racconta anche la malinconia del soggetto mentre esplode con una tavolozza innovativa.

Vincent aveva studiato con passione le teorie del colore di Delacroix; si era ispirato alle stampe giapponesi; aveva conosciuto gli impressionisti.

Ma questo dipinto mostra ancora una volta la sua originalità e la sua forza creativa nel cercare un rapporto fra i colori nuovo e spudorato.

La forza dei due fiori rappresenta l’energia solitaria del pittore che porta avanti con coraggio una sua particolare ricerca del colore.

Dati tecnici

Tecnica: Olio su tela

Misure: 43,2 x 61 cm

Anno: 1887

Titolo: Due girasoli (indicato in inglese solo come Sunflowers)

Ubicazione: The Metropolitan Museum of Art di New York

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Salici al tramonto, Van Gogh: descrizione e analisi del quadro https://cultura.biografieonline.it/salici-al-tramonto-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/salici-al-tramonto-van-gogh/#respond Tue, 24 May 2022 19:39:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39924 Salici al tramonto è uno dei dipinti più intensi di Vincent van Gogh. Forse esce dal gruppo dei dipinti più famosi perché la sua intensità è concentrata soprattutto sul colore.

Salici al tramonto - Van Gogh - Pollard willows at sunset
Salici al tramonto (Pollard willows at sunset) • 1888, Van Gogh

Storia e descrizione dell’opera

Il quadro Salici al tramonto fu realizzato in Provenza nell’autunno del 1888. Oggi è esposto ad Otterlo, presso il Kröller-Müller Museum.

Una striscia azzurra divide il dipinto quasi a metà. Separa il cielo dalla terra.

Sopra la linea si stagliano, scarni, i salici. Essi sono sintetizzati con tratti marroni che li rendono quasi trasparenti.

Questo espediente serve a Van Gogh per caricare di rossi, gialli e arancio i colori del cielo e della terra; questi sembrano esplodere con il loro fulgore cromatico.

La potenza del sole

Come nel dipinto Il seminatore al tramonto, anche in questo quadro il sole è un disco potentissimo da cui si irradiano lunghi raggi.

Seminatore al tramonto (Sower-at-Sunset), quadro di Vincent van Gogh del 1888
Seminatore al tramonto (Sower-at-Sunset), quadro di Vincent van Gogh del 1888

Essi inondano tutto il cielo trasformando l’astro in un potente catalizzatore e dispensatore di energia e luce.

Per bilanciare la forza tremenda del sole, Van Gogh in Salici al tramonto dipinge un prato secco imponente che riempie gran parte del quadro e che sembra quasi coprire la vista dello spettatore; quest’ultimo idealmente potrebbe essere sdraiato a terra.

I tre salici, come tre individui bruciati dal sole, assistono a questo scoppio di energia inesauribile.

Toni caldi e freddi si alternano dando un’idea di potenza come se da un incendio di luce ci fosse solo la calma dell’erba e della striscia blu; tale striscia potrebbe essere un fiume caldo, sotto lo scoppio della luce del sole.

Salici al tramonto: commento all’opera

Van Gogh si trovava in un periodo di felice creatività e non disegnava più a carboncino prima di dipingere, ma si buttava con una forza e un’energia inesauribile sul colore. Di fatto trasformava i dipinti in veri e propri portenti di luce, cromia e giochi di chiaroscuro in cui la sua determinazione a descrivere la realtà non aveva fine.

Di fronte ad una potenza del genere, non osserviamo solo un insegnamento artistico, un tentativo radicale di cambiare la pittura, ma assistiamo anche alla lotta fenomenale di un individuo che malgrado tutto cerca solo l’arte.

Dati tecnici

Titolo originale (in olandese): Knotwilgen bij zonsondergang

Tecnica: Olio su tela su cartone

Misure: 31,6 x 34,3 cm

Ubicazione: Kröller-Müller Museum, Otterlo, Paesi Bassi

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Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles (opera di Van Gogh) https://cultura.biografieonline.it/terrazza-caffe-la-sera-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/terrazza-caffe-la-sera-van-gogh/#comments Fri, 29 Apr 2022 22:27:32 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39827 Fra i più celebri dipinti di Vincent van Gogh troviamo questa veduta dal titolo Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles. E’ uno dei numerosissimi quadri che l’artista olandese realizzò nel 1888.

Terrazza del caffè la sera - Place du Forum, Arles - Van Gogh
Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles (1888, Vincent van Gogh)

I locali notturni di Arles

I locali, i bar e i caffè erano oggetto di dipinti e disegni da parte degli impressionisti che li rappresentavano come luoghi di ritrovo della vita moderna. Ma per Van Gogh la terrazza del café di Arles non è altro che un magnifico contrasto di colori fra il giallo del locale e il blu profondo della notte.

Infatti l’attenzione dell’artista non è solo sul locale notturno, centro della piazza e del divertimento serale di Arles, ma è soprattutto diretto al cielo stellato e al contrasto fra la luce del locale e il blu scuro della notte.

Proprio nelle stesse settimane Van Gogh dipinge altri cieli magnifici e oggi celeberrimi, come nel quadro Notte stellata.

Notte stellata (1889, 73×92, Museum of Modern Art, New York)
Notte stellata (1889, Museum of Modern Art, New York)

Come accade in altre sue opere, anche nel dipinto Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles possiamo osservare un gioco di tono su tono.

Lo troviamo, ad esempio:

  • nella lampada gialla del locale, che si perde quasi completamente nel colore giallo che riempie la terrazza;
  • nel blu stellato che si staglia sopra agli edifici, anch’essi dipinti di blu ma con un tono diverso:
    • più chiaro verso lo spettatore;
    • più scuro verso la fine della strada.

Per questa opera l’artista si ispira a Bel Ami, romanzo del 1885 di Guy de Maupassant. In una lettera alla sorella Wilhelmina scrive:

Finora non mi hai detto se hai letto Bel Ami di Guy de Maupassant oppure no e cosa ne pensi del suo talento. Te lo dico perché l’inizio di Bel Ami contiene una descrizione di una notte illuminata di stelle a Parigi con i caffè vivacemente illuminati sul boulevard ed è pressappoco lo stesso soggetto che ho appena dipinto.

Terrazza del caffè la sera: descrizione e analisi dell’opera

Questa tela, esposta nei Paesi Bassi al museo Kröller-Müller di Otterlo, si apre con la prospettiva della strada, tagliata a sinistra dallo scorcio di un portone, anch’esso dipinto di blu. Questo introduce la pedana gialla del locale, a sua volta puntellata dai tavolini verdi posti su tre file.

A destra, invece, si apre la piazza – Place du Forum – con gli edifici illuminati dalle lampade e con il viavai della gente che cammina allegramente per le strade.

L’atmosfera è festosa e piena di vita. Van Gogh riesce a renderla con pochi colori, i quali dialogano magistralmente fra di loro:

  • il verde dei tavolini con il vestito dello stesso colore della cameriera; questa è posta al centro della pedana e sta prendendo le ordinazioni;
  • il blu degli edifici e del cielo con il giallo della terrazza;
  • il biancore delle stelle con il giallo delle finestre illuminate.

Tutto si tiene in una danza cromatica pazzesca che sposta l’occhio dello spettatore da una scena all’altra.

Tutto sembra animarsi e prendere vita davanti ai nostri occhi, mentre osserviamo e captiamo la luminosità delle case, del cielo, del locale e di riflesso delle persone.

Dati sintetici

  • Titolo: Terrazza del caffè la sera, Place du Forum, Arles
  • Titolo inglese: Terrace of a café at night (Place du Forum)
  • Titolo olandese: Caféterras bij nacht (Place du Forum)
  • Data: Settembre 1888
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: 81 cm x 65,5 cm
  • Collocazione: Kröller-Müller Museum, Otterlo, Paesi Bassi
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La Mousmé seduta (Van Gogh): descrizione e storia del quadro https://cultura.biografieonline.it/mousme-seduta-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/mousme-seduta-van-gogh/#respond Thu, 21 Apr 2022 16:15:16 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39798 La Mousmé seduta è il titolo di un quadro realizzato nel 1888 dal pittore olandese Vincent van Gogh. In quell’anno l’artista si trovava ad Arles, dove si era trasferito alla ricerca di un’esperienza cromatica diversa. Qui avrebbe trovato, in parte, ciò che cercava.

La Mousmé seduta - quadro di Van Gogh
La Mousmé seduta (Van Gogh, 1888)

Van Gogh ad Arles: un periodo prolifico

Ciò che trovò fu un luogo che gli permettesse di disegnare senza sosta; un paesaggio dove la ricerca della luce, del colore e dei soggetti potessero ricordargli affinità con le sue amate stampe giapponesi. Trovò finalmente ad Arles un unico luogo in cui tutto ciò era sintetizzato. In questo periodo Van Gogh realizza più di cento disegni e dipinge circa duecento quadri. Fra questi troviamo La Mousmé seduta, il quadro qui analizzato.

Chi è la Mousmé

Mousmé è una parola francese, trascrizione della parola giapponese musume. Il significato è quello di figlia, oppure talvolta anche di “mammina”. Il dizionario francese la definisce come: giovane ragazza, giovane donna giapponese; oppure: donna, amante, ragazza facile.

In una delle sue tante lettere al fratello Théo, Vincent scrive:

Ora sai cos’è una mousmé (lo saprai quando leggerai Madame Chrysanthème di Loti). Ne ho appena dipinta una. Mi è stata necessaria un’intera settimana. Non ho potuto fare altro, anche perché non sono stato molto bene… ma dovevo preservare l’energia mentale per realizzare al meglio la mousmé. Una mousmé è una ragazza giapponese, provenzale in questo caso, dai dodici ai quattordici anni.

La Mousmé seduta: descrizione e analisi dell’opera

Non è un ritratto minore. Anzi, in questo dipinto l’artista mostra una attenzione particolare per il dettaglio. Costruisce intorno alla ragazza una forza cromatica che impressiona, soprattutto per due elementi:

  1. il colore dello sfondo;
  2. l’abito di un rosso dominante.
La Mousmé seduta - dettaglio del volto
Il volto in dettaglio

La ragazza posa in posizione di tre quarti.

La sua figura attraversa in diagonale il dipinto.

Essa occupa gran parte dello spazio, ma lascia comunque una veduta ampia dello sfondo, che sembra costituito da pennellate intrecciate fra loro.

Si tratta di uno sfondo monocromo realizzato da Van Gogh con pennellate brevi ma dal tocco intenso.

In questa opera la materia pittorica costruisce una sorta di schema ortogonale di colore verde chiaro.

La ragazza osserva l’artista che la sta ritraendo e appare titubante, pensierosa, dubbiosa, mentre viene dipinta con in mano un ramo di pesco.

L’abbigliamento della ragazza permette al pittore di giocare con i colori del suo vestito.

Osservate i bottoni: seguono parallelamente le righe verticali dell’abito. E gli stessi bottoni prolungano in verticale l’ampia voluta a pois provocata dalla gonna, la quale sembra alzarsi come spinta da uno sbuffo d’aria sottostante.

La sedia è dipinta come in altri ritratti di questo periodo; la si confronti ad esempio con il ritratto del Postino Joseph Roulin, realizzato nello stesso anno.

Il postino Joseph Roulin ritratto da Vincent van Gogh - postman portrait
Il postino Joseph Roulin

Torniamo però a La Mousmé seduta.

Le forme sono curve, allungate e circondano in parte il soggetto; il bracciolo sinistro della sedia serve soprattutto ad occupare una zona del dipinto che rimarrebbe altresì vuota.

Van Gogh inoltre restringe la scelta dei colori concentrandosi su:

  • il verde per lo sfondo;
  • il rosso dominante dell’abito;
  • alcuni particolari in bianco: il colletto e le maniche dell’abito;
  • il castano dei capelli;
  • infine il rosa delle mani e del volto, che dominano la scena man mano che osserviamo con più attenzione il dipinto.
La Mousmé seduta - dettaglio delle mani
Nel dettaglio: i bottoni, le mani, il ramo di pesco, la sedia, la gonna a pois

Dati sintetici

  • Titolo: La Mousmé seduta. In inglese: La Mousmé, Sitting.
  • Anno: 1888
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: cm 74 x 60
  • Luogo di conservazione: National Gallery of Art, Washington, Stati Uniti d’America
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Ritratto di Milliet di Vincent Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-milliet-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-milliet-van-gogh/#respond Sun, 03 Apr 2022 15:03:40 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39679 Il Ritratto di Milliet è un’opera di Vincent van Gogh. Il quadro venne realizzato dal celebre pittore olandese nell’anno 1888. Oggi questo dipinto è conservato a Otterlo (Paesi Bassi) presso il Museo Kröller-Müller.

Rtitratto di Milliet - portrait - Van Gogh
Rtitratto di Milliet, Van Gogh, 1888

Chi è Milliet

Il soggetto è Paul-Eugène Milliet, militare ed amico di Van Gogh; i due si erano conosciuti ad Arles nelle settimane in cui Milliet era in congedo, dopo aver combattuto nel Tonchino (Vietnam) come ufficiale sottotenente degli zuavi. La loro fu un’amicizia fraterna ma con tratti di incomprensione. Milliet era anche un pittore dilettante. Egli non amava l’eccentricità di Van Gogh e il suo stile personalissimo, che non seguiva le tecniche di pittura tradizionali.

Proprio ad Arles Van Gogh aveva cambiato in parte il proprio modo di dipingere, aggiungendo colori alla tavolozza e aumentando il vigore della pennellata; molte opere di quel periodo non hanno i contorni; e le pennellate appaiono più libere e intense.

Milliet amava osservare Van Gogh dipingere all’aperto e in studio, oltre ad aver preso da lui alcune lezioni per migliorare il proprio stile.

Il periodo fu quindi fecondo per entrambi; Van Gogh decise di realizzare così un ritratto del suo amico.

Ritratto di Milliet: descrizione e analisi

Su uno sfondo azzurro realizzato con ampie pennellate Van Gogh ritrae Milliet con:

  • la divisa da ufficiale,
  • il berretto rosso posizionato di sbieco,
  • la medaglia al valore sul petto,
  • la divisa con i bottoni d’oro.

Nel Ritratto di Milliet l’attenzione del pittore olandese si concentra soprattutto sul volto del soggetto.

Van Gogh dipinge con attenzione:

  • i baffi,
  • le sopracciglia,
  • le orecchie,
  • il naso,
  • le labbra,
  • gli occhi.

Dà all’uomo uno sguardo risoluto e determinato.

Ritratto di Milliet: dettaglio
Ritratto di Milliet: dettaglio del volto

Il ritratto non è dettagliato come quello del postino Joseph Roulin o della Mousmé seduta e questo forse perché il pittore olandese stava sperimentando un altro tipo di pennellata, anche se, come nei due precedenti dipinti, non segue i contorni ma si affida ad una pittura più libera.

Il postino Joseph Roulin ritratto da Vincent van Gogh - postman portrait
Il postino Joseph Roulin

Milliet era apprezzato da Van Gogh come uomo e come narratore di avventure, ed era affascinato dai suoi racconti di guerra.

La loro amicizia non durò molto eppure questo dipinto mostra alcune particolarità interessanti come la pennellata nello sfondo, l’uso dei colori e l’attenzione per lo sguardo del soggetto che prende forma mentre ne osserviamo l’insieme.

Ritratto di Milliet: dati tecnici

Anno

1888

Tecnica

Olio su tela

Misure

60 x 49 cm

Ubicazione

Otterlo, Paesi Bassi, Museo Kröller-Müller.

Van Gogh parla dell’amico Milliet

In una lettera indirizzata al fratello Theo, Van Gogh scrive di una gita fatta assieme a Milliet:

Sono tornato da una giornata trascorsa a Montmajour, e il mio amico Sottotenente era con me. Abbiamo esplorato assieme il vecchio giardino e rubato qualche fico eccellente. Se fosse stato più grande mi avrebbe richiamato alla mente il Paradou di Zola, canneti, viti, edera, alberi di fico, ulivi, melograni dai fiori dell’arancione più brillante, cipressi secolari, frassini e salici, querce, gradini sconnessi, finestre ogivali in rovina, blocchi di roccia bianca ricoperta di licheni, e sparsi frammenti di mura cadenti qua e là in mezzo al verde. Ne ho riportato un altro grande disegno, ma non del giardino. Con questo fanno tre disegni. Quando ne avrò una mezza dozzina te li manderò tutti assieme.

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