uomini preistorici Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 10:03:08 +0000 it-IT hourly 1 L’arte preistorica https://cultura.biografieonline.it/arte-preistorica/ https://cultura.biografieonline.it/arte-preistorica/#respond Sat, 24 Jan 2015 13:48:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12868 Quando si analizza l’arte preistorica ci si trova di fronte ad un primo problema: non esistono spiegazioni sulla sua origine e sui suoi scopi. L’arte preistorica, infatti, nasce prima della scrittura, circa 30.000 anni fa, per cui non ci sono testimonianze scritte sulla sua genesi.

Arte preistorica - Arte rupestre - Grotte di Lascaux
Arte preistorica: una figura bovina presente nelle Grotte di Lascaux, complesso di caverne situato nella Francia sud-occidentale, non lontane dal villaggio di Montignac.

Ipotesi sull’origine dell’arte preistorica

Possiamo, pertanto, solo ipotizzare per quale motivo gli uomini che la realizzarono, decisero di esprimersi in quel modo. La prima ipotesi riguarda la ricerca di poteri spirituali e il desiderio di trovare protezione contro gli eventi negativi o gli spiriti maligni.

Le pitture rupestri più interessanti ed enigmatiche si trovano nelle grotte del sud della Francia a Lascaux. Un meraviglioso documentario del regista Werner Herzog, “Cave of Forgotten Dreams”, mostra in dettaglio la qualità artistica di quei disegni, realizzati in un arco temporale fra i 10.000 e i 30.000 anni fa.

Questo periodo risale all’Età della Pietra, un arco di tempo molto ampio che ha avuto inizio 750.000 anni fa e si è concluso circa 2000 anni fa. Le opere rinvenute attraversano un arco temporale che è stato ulteriormente suddiviso in: Paleolitico superiore, il cui inizio risale a 40.000 anni fa, Mesolitico, che ha avuto inizio 10.000 anni fa e il Neolitico che è iniziato 8.000 anni fa e si è concluso 2.000 anni fa.

Interpretazione dell’arte preistorica

Molti di questi dipinti rappresentano animali, scene di caccia, uomini e, in alcuni casi, segni, come mani oppure impronte di piedi. La maggior parte aveva un significato spirituale e uno scopo propiziatorio, affinché la durezza della vita potesse essere mitigata con l’aiuto di spiriti benigni. Benché molti dipinti siano stati realizzati nella profondità delle grotte, dove vivevano le popolazioni dell’epoca, risultano ancora vividi e incredibilmente realistici.

Arte rupestre - Valcamonica - Rosa camuna
In Italia il sito più importante è quello della Valcamonica (patrimonio dell’umanità Unesco), in provincia di Brescia. La Rosa Camuna è diventata il simbolo della Regione Lombardia.

La ritualità dei disegni incarna lo spirito del tempo, che però non è facile da interpretare. Perché, se è vero che è molto probabile che l’arte servisse per catturare le forze spirituali, è altrettanto vero che i disegni non rappresentano nessuna divinità. Inoltre non sappiamo se le popolazioni dell’epoca credessero in un dio antropomorfo oppure avessero, come è probabile, una definizione vaga delle forze spirituali. Sicuramente, volevano contrastare, e in qualche modo cercare di controllare, la durezza della propria esistenza, tanto precaria a causa della difficoltà nel reperire il cibo e nel proteggere la propria vita.

Grotta di Altamira - Spagna
Arte rupestre presitorica: Grotta di Altamira, Spagna

Sviluppo dell’arte preistorica

In seguito, durante il periodo del Mesolitico, fra i 10.000 e gli 8.000 anni fa, i pittori preistorici si spostarono dalle caverne e iniziarono a realizzare le loro opere all’aperto. I dipinti furono realizzati su rocce dove apparivano guerrieri che combattevano contro gli animali per difesa e per caccia.

Stonehenge
Stonehenge è un sito neolitico celebre in tutto il mondo (Amesbury, Wiltshire, Inghilterra) per i suoi monumenti megalitici (Dolmen).

Durante il Neolitico (8.000 – 2.000 a.C.) le popolazioni stanziali che avevano imparato a sfruttare l’agricoltura per sopravvivere, realizzano più dipinti e poterono sviluppare concetti diversi rispetto alle popolazioni che si dovevano spostare per cacciare e per procurarsi il cibo. Questo aspetto permise un’evoluzione dell’arte che si è poi manifestata con monumenti come Stonehenge, il cui scopo è ancora oggetto di interpretazioni. Benché i ritrovamenti archeologici testimonino che era un luogo di sepoltura, sicuramente ha avuto funzioni diverse nel corso del tempo.

Il rapporto fra arte e spiritualità ha radici antiche. L’idea che l’arte potesse essere un catalizzatore di energie magiche e che la rappresentazione di eventi potesse suscitare un futuro propizio, ha accompagnato per molti secoli gli artisti nel loro viaggio creativo. Nel caso dell’arte preistorica vi sono misteri ancora più affascinanti che legano magia, superstizione, ricerca spirituale e conoscenza di un mondo diverso da quello che vedevano. Le popolazioni dell’Età della Pietra erano convinte che esistesse un altro mondo oltre quello che gli era concesso di vedere e l’arte era un modo per poterlo suscitare e per poterlo rappresentare attraverso una simbologia condivisa.

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Ötzi: la Mummia del Similaun https://cultura.biografieonline.it/otzi-mummia-similaun/ https://cultura.biografieonline.it/otzi-mummia-similaun/#comments Fri, 13 Sep 2013 17:07:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7819 La Mummia del Similaun, conosciuta anche come Ötzi, rappresenta un ritrovamento di straordinaria importanza in ambito antropologico. Si tratta del corpo di un uomo vissuto in epoca preistorica perfettamente conservato, con indosso abbigliamento ed equipaggiamento.

La mummia del Similaun
Una foto del ritrovamento di Ötzi sulle Alpi Venoste (19 settembre 1991)

Il ritrovamento

Il luogo del ritrovamento dell’Uomo venuto dal ghiaccio si colloca sulle Alpi Venoste, facenti parte delle Alpi Retiche orientali, a cavallo del confine tra l’Italia e l’Austria.

I coniugi Erika ed Helmut Simon di Norimberga, in vacanza in Alto Adige, dopo una escursione sul monte Similaun e dopo aver pernottato nell’omonimo rifugio, decidono di scalare la Punta di Finale. Durante il tragitto di ritorno verso il rifugio, nei pressi del ghiacciaio Hauslabjoch, a quota 3.210 metri, i coniugi si imbattono nel cadavere di un essere umano riverso nella neve, in una stretta conca rocciosa di 2-3 metri di profondità. E’ il 19 settembre 1991. Dopo la comunicazione del ritrovamento al Rifugio Similaun, viene attivata la gendarmeria ed il soccorso alpino austriaci per il recupero del corpo, avvenuto Il 23 settembre 1991. La salma è portata quindi ad Innsbruck, in Austria, per essere esaminata, ma senza la consultazione di alcun archeologo, poiché pensiero comune è quello che possa trattarsi di un alpinista, vittima di un incidente.

I rilievi topografici effettuati in seguito per determinare l’esatta linea di confine italo-austriaco, determinano che il ritrovamento dell’Uomo del Similaun è avvenuto in territorio italiano, seppure di pochi metri. La mummia rimane comunque ad Innsbruck per il tempo necessario ai primi esami. Viene convocato un archeologo, il Prof. Konrad Spindler di Innsbruck, il quale attesta che la salma ha almeno 4.000 anni. La notizia di questo ritrovamento di eccezionale importanza, viene riportata sui giornali di tutto il mondo; si diffonde così la consapevolezza che la scoperta è una delle più straordinarie degli ultimi secoli. La mummia viene ribattezzata Ötzi dal giornalista viennese Karl Wendl, termine che deriva dal nome tedesco delle Alpi Venoste (Ötztaler Alpen).

Una foto del luogo del ritrovamento di Ötzi
Il luogo del ritrovamento di Ötzi

Il corpo intatto e la sua datazione

Grazie ad una serie di fattori, la mummia del Similaun è rimasta intatta: al momento della morte il corpo rimase alle basse temperature raggiunte nel ghiacciaio e la conca rocciosa dove si trovava le diede protezione. Dopo che il processo di mummificazione ebbe inizio, il corpo fu ricoperto di neve, che permise la sua conservazione. Durante il trascorrere dei secoli, il ghiacciaio scivolò sul corpo, ma senza arrecargli alcun danno, grazie alla posizione della conca nella quale si trovava, ovvero posta di traverso rispetto alla direzione di scivolamento del ghiaccio.

Incredibile la sua datazione a seguito dell´analisi al carbonio 14: l’Uomo venuto dal ghiaccio visse tra il 3350 e il 3100 a.C., quando in Europa stava iniziando l’Età del Rame, il territorio era scarsamente popolato e gli uomini vivevano in villaggi praticando agricoltura e pastorizia.

L’aspetto di Ötzi ed il suo equipaggiamento

Gli studi sulla mummia hanno permesso di scoprire le sue caratteristiche. Il corpo rinvenuto è di un essere umano di sesso maschile, la sua altezza al momento del decesso è di circa 1,60 metri e pesa circa 50 Kg. I suoi capelli sono bruni e lunghi portati sciolti sulle spalle. Intorno al corpo di Ötzi, il terreno è stato accuratamente setacciato e sono stati rinvenuti anche i resti degli indumenti e degli utensili, risultati di grande interesse archeologico: un coltello di selce con l’impugnatura di legno, un arco in legno di tasso non finito, un’ascia in rame, composta da un lungo manico di tasso e da una piccola lama di rame, una faretra con due frecce complete ed alcune in fase di costruzione, una perla in pietra, i resti di due recipienti realizzati con corteccia di betulla, un piccolo pugnale, composto da un manico di frassino e da una lama di selce con il relativo fodero, accuratamente lavorato, un’esca da fuoco e gli utensili per lavorare i suoi attrezzi.

Anche l’abbigliamento ritrovato rappresenta una preziosa testimonianza che ci racconta del modo di vivere degli uomini appartenenti alle prime civiltà alpine: un copricapo di pelliccia d’orso, i resti di una mantellina di pelo di capra e di due gambali di pelle di capra, un vestito costituito da strisce di pelliccia cucita, scarpe realizzate, all’interno, con corda intrecciata ed imbottita di fieno, all’esterno con pelle di cervo, con stringhe di cuoio che fungevano da battistrada.

Ricostruzione di Ötzi
Ricostruzione di Ötzi

Le indagini e lo studio della mummia permisero di scoprire che Ötzi, poche ora prima di morire, aveva mangiato carne e diversi vegetali, principalmente cereali. Su tutto il suo corpo vi erano più di 50 tatuaggi, che consistono in punti, linee e crocette. Essendo posti in corrispondenza di punti affetti da artrite (scoperto grazie ad esami radiologici), si presume avessero una funzione terapeutica e non ornamentale: erano posti in corrispondenza delle articolazioni più consumate, cosicché la recisione di piccoli fasci di fibre nervose produceva la diminuzione del dolore. La dentatura, priva di carie, presenta una forte usura causata probabilmente dai residui della macinazione a pietra dei cereali e dal fatto che era solito utilizzare i suoi denti come utensili.

L’età di Ötzi e la causa della sua morte

Le analisi condotte su un campione del femore dell’Uomo del Similaun rivelano che la sua età indicativa è di 46 anni, nettamente superiore all’aspettativa di vita media degli uomini vissuti all’inizio dell’Età del Rame.

Ötzi morì a causa di una emorragia dovuta ad una ferita procurata da una freccia, giunta alle sue spalle, che gli trapassò la scapola sinistra, senza però ledere alcun organo vitale. Dal tipo di vegetali trovati nei recipienti di Ötzi, gli esperti concordano nel pensare che la morte per lui giunse all’inizio dell’estate.

Mummia del Similaun

Dove è conservata la mummia

La mummia del Similaun è attualmente conservata al Museo Archeologico dell’Alto Adige a Bolzano, esposta ai visitatori provenienti da tutto il mondo, attraverso un percorso espositivo composto da reperti, testi didattici, postazioni video e multimediali, che illustrano tutti gli aspetti dell’Uomo venuto dal ghiaccio. Per poter conservare la mummia si è reso necessario ricreare le particolari condizioni di freddo ed elevata umidità dell’aria presenti nel ghiacciaio; questo è reso possibile attraverso un sistema di refrigerazione ad alta tecnologia che consente sia la conservazione che l’esposizione al pubblico dell’Uomo venuto dal ghiaccio vissuto di più di 5.000 anni fa.

Ötzi che riemerge dai ghiacci
Ötzi che riemerge dai ghiacci

 

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I Flintstones https://cultura.biografieonline.it/flintstones/ https://cultura.biografieonline.it/flintstones/#comments Thu, 27 Sep 2012 08:13:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3946 The Flintstones, la cui traduzione dall’inglese è pietra focaia, è un cartone animato creato dalla casa di produzione statunitense Hanna & Barbera, trasmesso per la prima volta negli USA il 30 settembre 1960.

The Flintstones
The Flintstones – Gli Antenati

La serie è ambientata nell’età della pietra: i protagonisti Fred Flintstone, la moglie Wilma, la loro figlia Ciottolina ed i loro amici Barney Rubble, la moglie Betty ed il loro figlio adottivo Bam Bam, vivono nella cittadina di Bedrock. A far loro compagnia il fedele cucciolo domestico Dino, un dinosauro.

Le spassose avventure quotidiane de Gli Antenati (questo è il titolo italiano) si svolgono fra automobili di pietra azionate con la forza dei piedi dei conducenti, volatili che sostituiscono il clacson ed aeroplani che consistono in enormi dinosauri volanti dotati di sedili per passeggeri posti sul dorso.

Il giradischi dei Flintstones
Il giradischi dei Flintstones

Per ovviare alle mancanze dell’epoca preistorica, non mancano tecnologie “all’avanguardia” che accrescono le comodità dei protagonisti: mammut nascosti sotto il lavandino che fungono da tritarifiuti, ascensori azionati da brontosauri, aspirapolvere impersonati da un dinosauro a testa in giù.

Per immortalare i momenti da ricordare, le macchine fotografiche hanno all’interno piccoli uccelli che, con pietra e scalpello, realizzano l’immagine dei soggetti fotografati. Per allietarsi ascoltando buona musica, a casa Flintstone non bisogna far altro che azionare il becco di un volatile preistorico come puntina del giradischi e per contattare qualcuno sono dotati di telefono a forma di corno.

Fred, il corpulento protagonista, è irascibile e pigro ma allo stesso tempo geniale, lavora in una cava dove è presente una gru-dinosauro ed è un assiduo giocatore di bowling, suo sport preferito, rigorosamente da praticare con birilli di pietra. Il suo grido di battaglia è il celebre: “Yabba-Dabba-Doo!.

Fred e Wilma Flintstones
Fred e Wilma Flintstones

E’ innamoratissimo di sua moglie Wilma, donna esile, determinata, dalla chioma rossa, ma a volte un pò burbero con lei.

Barney e Betty sono gli inseparabili amici e vicini di casa, con cui condividono le divertenti avventure

Il testo della sigla “Meet the Flintstones” è stata scritta da Hanna e Barbera in persona.

Nell’immaginario collettivo, l’uomo preistorico è spesso figurato con le sembianze dei protagonisti de I Flintstones, un cartone amato dal pubblico di ogni età, che conta ben 166 episodi.

Nel 1994 è stato prodotto per il grande schermo il film “I Flintstones” in cui John Goodman veste i panni di Fred Flintstone e Rick Moranis quelli dell’amico Barney.

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