tsunami 2004 Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 10:23:40 +0000 it-IT hourly 1 Differenza tra tsunami e maremoto https://cultura.biografieonline.it/tsunami-maremoto-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/tsunami-maremoto-differenze/#comments Sun, 27 Jul 2014 18:19:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11640 Capita spesso di sentire nominare, da parte dei giornalisti di cronaca, termini come tsunami e maremoto, talvolta anche come metafore. Ma qual è l’esatta differenza tra i due? Scopriamolo nell’articolo di approfondimento che segue.

Tsunami
Tsunami: una scena costruita al computer, tratta dal film “Deep Impact” (1998)

Tsunami

La parola tsunami deriva dal giapponese ed è formata da due parti: “tsu”, che significa “porto”, e “nami”, che significa onda. Il termine, infatti, sta ad indicare un’onda anomala che si crea durante un maremoto, che viaggia ad altissima velocità fino a toccare anche i 500-1000 km/h in mare aperto e che rallenta fino a 100 km/h in prossimità della costa.

Tsunami più disastrosi

Tra gli tsunami più tragici che la storia ricordi troviamo quello che ha colpito il Giappone l’11 marzo 2011, causato da un terribile terremoto di ben 8,9 gradi della scala Richter e con onde alte fino a toccare i 10 metri. Il 25 ottobre 2010 uno tsunami si riversa sull’Indonesia, in seguito a un terremoto di magnitudo 7.7, morte più di 300 persone. Il 30 settembre 2009 uno tsunami colpisce il versante meridionale delle isole Samoa nel Pacifico: il bilancio fu di oltre 100 vittime. Il 17 luglio 2006 uno tsunami si abbatte sulle coste di Giava, in Indonesia: 547 vittime.

Ma lo tsunami più tragico della storia degli ultimi anni e di quelli passati è quello che si sviluppò nell’Oceano Indiano il 26 dicembre 2004, che colpì principalmente l’Indonesia e gran parte di tutte le isole dell’Oceano Indiano, provocando circa 230.000 vittime.

Maremoto

Per maremoto, invece, si intende un anomalo moto ondoso del mare, causato da un terremoto sottomarino o da altri eventi che comportino uno spostamento improvviso di una grande massa d’acqua quali, per esempio, un’eruzione vulcanica, un impatto meteoritico oppure una frana. Dall’epicentro del terremoto, per esempio, si possono sviluppare delle onde concentriche, le quali si possono propagare per distanze enormi e raggiungere altezze superiori ai 35 metri.

Le zone più a rischio maremoto sono quindi quelle costiere in prossimità di aree sismogeniche, quali quelle presenti vicino ai confini delle cosiddette placche tettoniche dove si registrano i terremoti più forti della Terra: questo corrisponde sostanzialmente all’intera area della cintura del fuoco circumpacifica, su ciascuna costa occidentale e orientale. Di solito i maremoti sono meno frequenti nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo.

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Lo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004 https://cultura.biografieonline.it/tsunami-oceano-indiano-26-dicembre-2004/ https://cultura.biografieonline.it/tsunami-oceano-indiano-26-dicembre-2004/#comments Tue, 26 Jun 2012 08:41:03 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2681 Lo tsunami che ha colpito l’Oceano Indiano è stata la catastrofe naturale più dirompente dell’ultimo secolo, causando la distruzione di case, città e la morte di 230 mila persone. Il maremoto, con magnitudo superiore a 9 della scala Richter, si è verificato il 26 dicembre 2004: l’epicentro è stato localizzato, in mezzo al mare, a pochi chilometri dall’isola di Sumatra (160 km a una profondità di 30 km). Il sisma è stato così violento, da toccare tutto il Sud-Est dell’Asia, raggiungendo anche le coste dall’Africa orientale.

Una foto dello tsunami asiatico (Oceano Indiano, 26 dicembre 2004)
Una foto dello tsunami asiatico (Oceano Indiano, 26 dicembre 2004)

I paesi più colpiti

I paesi maggiormente interessati sono stati l’Indonesia, lo Sri Lanka, ma anche la Thailandia, la Birmania, il Bangladesh, le Maldive e l’India intera. Inoltre, le scosse hanno coinvolto buona parte del Kenya e le zone costiere della Somalia.

Lo tsunami del 2004 è stato sicuramente un fenomeno devastante: la scossa principale, quella più lunga di ben 8 minuti, è stata praticamente avvertita in tutta la Terra.

La violenza di questo sisma è stata tale, che gli esperti hanno dovuto elaborare una nuova stima della magnitudo, arrivando a registrare 9.3. I sismologi hanno paragonato l’evento all’esplosione delle bombe atomiche nella seconda guerra mondiale: la forza del maremoto è stata di 1 milione e mezzo di volte superiore. Un altro paragone è quello che ha associato l’energia di questo terremoto all’energia liberata dall’esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo. Una forza davvero enorme, inimmaginabile.

Il Grande Terremoto Cileno del 1960

Nella storia moderna si ricorda solo un altro evento ancor più forte e d‘impatto ed è il Grande Terremoto Cileno (Valdivia), verificatosi il 22 maggio 1960, provocando migliaia di vittime. Questo sisma, che ha fatto tremare contemporaneamente sia la terra sia il mare, ha causato onde da 15 metri, veri e propri palazzi d’acqua. La sua forza (magnitudo 9.5) è stata tale da provocare le oscillazioni libere della Terra e permetterne la loro misurazione, per la prima volta.

Una catastrofe fuori dal comune

Il maremoto dell’Oceano indiano rappresenta sotto tanti punti di vista una catastrofe fuori dal comune. Tra le cose maggiormente interessanti, sicuramente l’enorme zona di interesse: le stime hanno calcolato che la placca indiana è scivolata sotto quella Birmana alzandola di circa 10 metri. Questo movimento ha causato la generazione di onde gigantesche, capaci di viaggiare a 800 chilometri all’ora e di raggiungere le coste dei Paesi affacciati sull’Oceano Indiano.

I giorni successivi

Un terremoto non termina mai però con un’unica scossa, seppur fortissima.

Nei giorni successivi la terra ha continuato a tremare a causa di scosse di forza inferiore, ma sempre devastanti (magnitudo dal quinto al settimo grado).  Lo tsunami è stato in grado di modificare anche l’angolazione dell’asse terrestre di 1,5 gradi. Che cosa può causare? Potrebbe aver diminuito la durata di un giorno di circa 3 µs (microsecondo). Nulla di impattante per la vita dell’uomo, perché la “relazione” tra Terra e Luna causa un allungamento annuo della giornata di circa 15 µs e ciò vuol dire che nel giro di pochi anni, il Pianeta avrà totalmente azzerato l’impatto del sisma, almeno da questo punto di vista.

Sempre in tema di effetti, più o meno calcolabili, alcuni studiosi sostengono che lo tsunami abbia fatto scivolare di 20 metri anche le isole di Sumatra. È una tesi però che deve ancora essere verificata.

Il ricordo dello tsunami è presente negli occhi di tutto il mondo: paesini rasi al suolo, case distrutte, ridotte in cumuli di macerie, morti, orfani, feriti e tanta disperazione. Si sono contate 226 mila vittime dirette, ma la zona è talmente vasta e talmente povera che fare un censimento è stato praticamente impossibile. Si sostiene che si potrebbe arrivare anche a 400 mila persone e che di questi un terzo sarebbero bambini.  Alcune zone (nel Sud dell’India e in Sri Lanka), tra l’altro, avrebbero potuto avere delle conseguenze meno gravi, se fosse stato diffuso l’arrivo dell’onda per tempo, tenendo conto che ha impiegato circa 3 ore ad attraversare il Golfo del Bengala.

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