trailer Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 20 Oct 2023 12:12:59 +0000 it-IT hourly 1 Avatar – Trailer e riassunto del film https://cultura.biografieonline.it/avatar/ https://cultura.biografieonline.it/avatar/#comments Fri, 23 Dec 2022 23:28:51 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1986 Prodotto, scritto e diretto da James Cameron, “Avatar” è un film di fantascienza uscito nel 2009 (distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo tra il 16 e il 18 dicembre di quell’anno). Costata poco meno di 240 milioni di dollari, la pellicola ne ha incassati quasi tre miliardi, diventando così il film con il maggiore incasso di sempre nella storia del cinema mondiale.

Vincitore di tre Premi Oscar, Avatar è stato girato nel formato 2D, ma è stato diffuso anche nei formati 3DIMAX e 3D.

Il cast di attori include Sam Worthington, Giovanni Ribisi, Sigourney Weaver, Zoe Saldana, Stephen Lang e Michelle Rodriguez.

Avatar, Locandina italiana
Avatar, Locandina italiana

Avatar: trama del film

È l’anno 2154, quando la RDA, una compagnia terrestre interplanetaria, è al lavoro per sfruttare i giacimenti e le miniere di Pandora, luna di Polifemo, un gigante gassoso che fa parte del sistema stellare Alfa Centauri.

Quella di Pandora (il nome è evocativo del mito del vaso di Pandora) è una realtà primordiale, composta principalmente da foreste pluviali i cui alberi arrivano fino a trecento metri d’altezza. In questo mondo abitato da creature di diversa natura trovano spazio anche i Na’vi, umanoidi senzienti dalla pelle blu, alti circa tre metri.

Corpi genetici ibridi

Gli esseri umani non possono respirare l’aria presente su questo satellite, e pertanto devono indossare delle maschere filtranti se vogliono atterrare su di esso.

Proprio per questo motivo, e per evitare ogni tipo di difficoltà, gli studiosi hanno messo a punto degli avatar, vale a dire dei corpi genetici ibridi, a metà tra i Na’vi e gli umani, ma totalmente privi di coscienza: in pratica, un uomo, mediante un’interfaccia mentale, può connettere alla creatura la propria coscienza, diventare parte di essa e controllarla e gestirla come se si trattasse del suo corpo.

Questa connessione, comunque, avviene solo nel momento in cui l’essere umano, collocato in una sorta di capsula tecnologica, cade in una specie di coma.

Lo sfruttamento ambientale

L’organizzazione RDA, quindi, è intenzionata a sfruttare il satellite per estrarre l’”unobtanium”, materiale cristallino di natura ferrosa che – caso unico nell’intera galassia – agisce a temperatura ambiente come superconduttore.

L’unobtanium, inoltre, dispone del campo magnetico più forte tra tutti i metalli conosciuti, e pertanto il suo impiego potrebbe permettere di trovare una soluzione a tutti i problemi energetici di grave entità che da decenni interessano la Terra.

I giacimenti più abbondanti di tale cristallo, però, si trovano o in posti impossibili da raggiungere, o in luoghi che rivestono un’importanza fondamentale per la sopravvivenza dei Na’vi: per esempio, al di sotto dell’insediamento degli Omaticaya, uno dei clan della specie, oppure in corrispondenza dei Monti Alleluia.

La dottoressa Grace Augustine prova a battere una strada diplomatica per trovare un accordo con i Na’vi che tuttavia non dà i frutti sperati; ecco perché nel frattempo il dirigente Parker Selfridge, con la collaborazione del colonnello Quaritch, sta predisponendo un attacco militare di vaste dimensioni.

Il protagonista

Intanto, Jake Sully, ex marine rimasto invalido, viene convocato per prendere il posto di Tommy, suo fratello, ammazzato nel corso di una rapina. Tommy era uno studioso, e avrebbe dovuto guidare un avatar che era stato ottenuto impiegando appositamente il suo codice genetico: ecco perché Jake, che è il suo gemello monozigote, è l’unica persona che adesso ha la facoltà di controllarlo.

Jake, per altro, non conosce nulla del mondo di Pandora e della vita dei Na’vi, ma in ogni caso accetta soprattutto perché attraverso questa opportunità potrà nuovamente tornare a camminare. Egli, dunque, accetta l’accordo che il colonnello gli propone: fornire informazioni sul mondo di Pandora (che saranno poi utilizzate per preparare l’attacco militare) in cambio di un’operazione che gli consentirà di ottenere nuovamente le sue gambe.

Nel corso di una spedizione all’interno di una foresta, dunque, Jake si imbatte in una guerriera Na’vi, Neytiri, che intravede nel ragazzo tutti i misteriosi segni della divinità dei Na’vi, Eywa.

Jake manifesta l’intenzione di apprendere tutte le usanze e le abitudini di quella popolazione a lui sconosciuta, e quindi, a dispetto della diffidenza palesata dal guerriero Tsu’tey, si fa accompagnare da Neytiri in un viaggio che gli permette di conoscere il popolo Na’vi.

A colpire Jake, in maniera particolare, è il rapporto empatico che quegli esseri blu hanno creato nei confronti di tutti gli esseri viventi di Pandora.

Il legame biochimico

Secondo Grace, questo fenomeno trova origine in un particolare legame biochimico scaturito tra le radici degli alberi, uniti tra di loro come se si trattasse di sinapsi. La tribù cui appartiene Neytiri, infine, accoglie Jake, il quale ben presto apprende i loro usi e costumi e finisce per innamorarsi, ricambiato, della stessa Neytiri. Jake, tuttavia, non è in grado di impedire che il villaggio venga attaccato dagli uomini del colonnello Quaritch.

I Na’vi, dunque, scappano disperati, e, mentre l’albero-casa che li accoglieva viene distrutto, Jake viene visto da tutti come un traditore che ha messo in pericolo l’intera tribù. Accusato anche dai militari terrestri, che lo ritengono colpevole di essersi opposto all’attacco, Jake si trova così abbandonato da tutti, compresa Neytiri.

Una volta abbandonato l’avatar, viene rinchiuso in cella.

L’albero delle anime

Grazie all’aiuto di Grace, dell’elicotterista Trudy e del suo collega Norm, in ogni caso, Jake riesce ad arrivare fino al sito 26, situato nelle vicinanze dei Monti Alleluia, dove si connette con il suo avatar e torna nuovamente nel mondo dei Na’vi, ora radunati nei pressi dell’albero delle anime: si tratta di un luogo che non può essere visitato per nessun motivo dagli estranei, un sito sacro.

Il ragazzo, in effetti, è consapevole che gli Omaticaya non saranno disponibili ad accettarlo con facilità, e proprio per questo motivo prova a cimentarsi in un’operazione ai limiti dell’impossibile: egli intende affrontare e domare il Leonopteryx, un mastodontico essere che domina Pandora.

Si tratta della creatura volante più grande dei cieli della luna di Polifemo, e dominarlo è ritenuto un’impresa impossibile per chiunque.

Avatar

Jake, però, riesce, a sorpresa, a vincere la sfida che ha stabilito con se stesso, guadagnandosi la stima del popolo di Pandora. Quindi, in virtù dell’autorevolezza ottenuta, raduna diversi clan Na’vi per prepararli all’attacco che la RDA sferrerà di lì a poco.

Finale

La battaglia ha inizio: i militari dominano gli scontri sia con la fanteria che con i bombardieri, ma ben presto gli animali di Pandora ribaltano l’esito degli scontri, sconfiggendo gli esseri umani. Neytiri con due frecce uccide il colonnello.

Infine, i Na’vi, una volta raggiunta la base terrestre, impongono ai militari di abbandonare Pandora. Chi rimane sul satellite, però, è Jake, il quale dopo aver preso parte a una cerimonia sacra abbandona il corpo umano e si trasferisce nel suo avatar in maniera definitiva.

Trailer del film

Premi e riconoscimenti

“Avatar” ha dominato la cerimonia di premiazione degli Oscar 2010, vincendo tre statuette:

  1. per i migliori effetti speciali a Stephen Rosenmaum, Joe Lettieri, Andy Jones e Richard Boneham;
  2. per la migliore scenografia a Kim Sinclair, Robert Stromberg e Rick Carter;
  3. per la migliore fotografia a Mauro Fiore.

Ha ottenuto una candidatura per altre sei categorie:

  1. per il miglior sonoro a Gary Summers, Tony Johnson, Andy Nelson e Christopher Boyes;
  2. per la migliore regia a James Cameron;
  3. per la migliore colonna sonora a James Homer;
  4. per il miglior film a James Cameron e Jon Landu;
  5. per il miglior montaggio sonoro a Gwendolyn Yates Whittle e Christopher Boyes;
  6. per il miglior montaggio a James Cameron, John Refoua e Stephen E. Rivkin.

Tra gli altri riconoscimenti ottenuti dalla pellicola, non possono non essere menzionati:

  • due Golden Globe (per il migliore film drammatico e per la migliore regia);
  • sei Critic’s Choice Movie Awards (per i migliori effetti speciali, il miglior sonoro, il miglior montaggio, la migliore scenografia, il miglior film d’azione e la migliore fotografia);
  • il Nastro d’argento (per il miglior film in 3D).
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The Blues Brothers https://cultura.biografieonline.it/blues-brothers/ https://cultura.biografieonline.it/blues-brothers/#comments Wed, 11 Aug 2021 06:21:53 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3680 The Blues Brothers” è un film diretto da John Landis nel 1980, che vede nel cast John Belushi (nei panni di Jake), Dan Aykroyd (nei panni di Elwood), Ray Charles (nei panni di Ray), Matt Murphy (nei panni di Matt), Lou Marini (nei panni di Lou), Aretha Franklin (nei panni della moglie di Matt) e Carrie Fisher (nei panni della donna misteriosa).

The Blues Brothers, 1980
The Blues Brothers, 1980

The Blues Brothers: trama del film

Dopo essere rientrato in possesso dei suoi effetti personali, Joliet Jake Blues esce dalla Joliet Prison, affidato alla custodia di Elwood, suo fratello: Jake si trova in regime di semi-libertà, ed era finito in carcere a causa di una rapina messa a segno per pagare una cena ai membri della Blues Brothers Band.

The Blues Brothers, Elwood e Jake
The Blues Brothers, Elwood e Jake

Jake, tuttavia, si arrabbia non appena viene a scoprire che suo fratello è venuto a prenderlo alla guida di una Dodge Monaco appartenuta in precedenza alla Polizia Locale: dopo un primo momento di tensione, in ogni caso, Jake riconoscere le qualità della vettura, e la nomina come nuova Bluesmobile. I due fratelli giungono all’orfanotrofio cattolico che li ha visti crescere, e qui vengono a sapere che la struttura dovrà chiudere se non troverà 5mila dollari per pagare le tasse relative alla proprietà dell’edificio. Se Jake spiega che è possibile trovare quei soldi con facilità, la “Pinguina”, come viene chiamata la suora che gestisce l’edificio, ribatte che non ha intenzione di accettare soldi sporchi. I due fratelli, quindi, vengono cacciati dalla struttura, mentre la suora chiude la porta semplicemente con la forza del pensiero.

A questo punto, Curtis, colui che aveva fatto entrare in contatto i due fratelli con la musica blues quando erano piccoli, li invita nella chiesa battista di Triple Rock. Qui, Jake riceve un’illuminazione divina (il reverendo è interpretato da James Brown), e la rivelazione di dover ricomporre la vecchia banda in maniera da recuperare i soldi per salvare l’orfanotrofio. Il compito di Jake, insomma, è quello di riunire i vecchi compagni del gruppo per suonare ancora insieme, e saldare il debito dell’orfanotrofio con i proventi delle esibizioni.

I fratelli partono in missione per conto di Dio, ma si trovano immediatamente nei guai: dopo aver passato un semaforo giallo, vengono inseguiti da due poliziotti locali. Elwood scappa, poiché guida con una patente sospesa. I Blues Borthers, dopo un inseguimento spericolato, riescono a salvarsi guidando all’interno di un centro commerciale nel quale provocano danni molto gravi.

Arrivati nel piccolo albergo in cui risiede Elwood, i due vengono accolti a colpi di bazooka da una donna misteriosa: quindi riescono a entrare nella loro stanza, e a dispetto del rumore terribile emesso dal loop di Chicago, si riposano. Il giorno successivo, la coppia riceve la visita dei poliziotti che l’avevano inseguita: mentre sta per materializzarsi il loro arresto, la donna misteriosa già conosciuta in precedenza con bombe radio-comandate fa esplodere l’albergo. I Blues Brothers riemergono dalle macerie e fuggono, con in testa una missione da portare a termine: riunire la Blues Brother Band.

La reunion della Blues Brother Band

I primi membri vengono ritrovati all’Holiday Inn, dove si stanno esibendo con il nome di “Murph and Magic Tones” in una cover di “Quando quando quando”. Senza troppi problemi, vengono persuasi a tornare nel gruppo. Mr. Fabulous, cioè il trombettista, invece lavora come maitre al ristorante “Chez Paul”. Dopo la riluttanza iniziale, viene costretto a unirsi al gruppo da Elwood e Jake, che infastidiscono i clienti e ordinano pietanze costose fino a quando il loro ex compagno non decide di accettare.

Mentre si avviano verso il sassofonista Lou Marini e il chitarrista Matt Murphy, i componenti del nuovo gruppo incontrano una manifestazione organizzata dal Partito Socialista Americano dei Bianchi, che sta occupando un ponte: avanzando, i Blues Brothers fanno cadere in acqua molti di loro. Si arriva, quindi, nel ristorante di Matt, dove questi lavora con Lou: le ordinazioni di Elwood e Jake permettono loro di farsi riconoscere da Murphy, e di essere accolti con entusiasmo. Lou e Matt non ci pensano due volte a tornare con la vecchia band, a dispetto dei tentativi della moglie di Matt di indurlo a rimanere. Finalmente riunito, il gruppo compra dal cieco Ray gli strumenti musicali e lo paga in cambiali.

I concerti

Jake, però, ha un problema: non sa dove fare esibire i suoi compagni. Per caso, la band si ritrova al Bob’s Country Bunker, dove dovrebbe esibirsi un gruppo country: naturalmente, i Blues Brothers prendono il suo posto. La Blues Brothers Band viene ben presto umiliata dai clienti del locale, che non gradiscono il loro rhythm and blues. Dopo aver conquistato il cuore degli avventori con la ballata “Stand by your man”, in ogni caso, Jake e compagni hanno il problema di pagare, visto che hanno bevuto più birra di quanto abbiano guadagnato. Mentre sopraggiunge il vero gruppo country che avrebbe dovuto suonare, la band fugge.

Dopo aver ottenuto la possibilità di tenere un concerto al Palace Hotel nella Sala Grande, i Blues Brothers iniziano a pubblicizzare l’evento: la sera dell’esibizione, però, nell’hotel si presentano anche tutti coloro che hanno subito torti da Jake ed Elwood. Sul palco, la band esegue “Everybody needs somebody to love” e “Sweet Home Chicago”. Il successo è entusiasmante, ma la polizia rovina la festa circondando la sala. Il gruppo fugge grazie a una botola situata sotto la batteria, e si imbatte ancora una volta nella donna misteriosa: si tratta dell’ex fidanzata di Jake, armata di un fucile. I Blues Brothers, comunque, riescono a sfuggirle ancora.

Finale del film

Ricercati dalla polizia, i fratelli si dirigono verso Chicago, tra capriole e salti in macchina, mentre sulla strada si crea un cratere che blocca gli inseguitori. I due giungono al Richard J. Daley Center per pagare il debito dell’orfanotrofio. Mentre la ricevuta viene timbrata, centinaia di militari arrestano i fratelli del Blues.

Ma non importa, perché l’orfanotrofio è salvo e la missione e compiuta. La scena finale ritrae la Blues Brother Band in prigione, mentre suona “Jailhouse Rock” per i compagni detenuti.

Trailer del film

Un film cult

Commedia musicale entrata nella storia del cinema anche per merito del suo cast, “The Blues Brothers” è diventato un cult negli anni. Curiosità: la pellicola è entrata nel Guinness dei Primati grazie alla scena con il maggior numero di incidenti automobilistici di sempre.

Dialoghi celebri

Leggi i dialoghi e le frasi del film The Blues Brothers.

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Vizio di forma (film) https://cultura.biografieonline.it/vizio-di-forma-film/ https://cultura.biografieonline.it/vizio-di-forma-film/#respond Mon, 02 Mar 2015 21:15:09 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13584 Diretto da Paul Thomas Anderson è uscito negli Stati Uniti alla fine del 2014. Il film “Vizio di forma” (titolo originale: Inherent Vice) è basato sull’omonimo romanzo scritto nel 2009 da Thomas Pynchon.

Inherent Vice - Vizio di forma - Poster - cinema
Inherent Vice – Vizio di forma – Poster

Gli anni ’60 stanno svanendo e gli anni ’70 non sono più terra per gli hyppie, ma si stanno trasformando in un’ anticamera dell’infermo per accogliere gli anni ’80 con l’eroina e il crack che devasteranno Los Angeles. E’ qui, in questa incredibile e malefica città, che si svolge la trama di Vizio di forma, film epico e onirico di Thomas Paul Anderson che porta con sé un cast di qualità: Joaquin Phoenix, Benicio del Toro e Josh Brolin. Il libro da cui è tratto il film è stato scritto da Thomas Pynchon; in Italia è pubblicato da Einaudi.

Trama del film “Vizio di forma

Doc Sportello, Joaquin Phoenix, è un investigatore privato un po’ sbandato e un po’ hyppie, che non ha ancora accettato la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, periodo in cui è ambientato il film, e vive di espedienti fra una fumata di marijuana e qualche pizzico di coca.

La sua ex fidanzata, Sasha Frey, lo contatta perché la aiuti a proteggere il suo attuale boyfiend, un immobiliarista vittima degli intrighi dei suoi famigliari. E mentre Doc indaga sull’immobiliarista, il suo nemico Bigfoot, poliziotto un po’ tonto e un po’ geniale, lo accusa di omicidio.

Come se non bastasse un suo conoscente, Coy, Owen Wilson, finisce in uno strano intrigo in cui lo stesso, non sa se sta facendo il doppio o il triplo gioco.

Vizio di forma - Locandina - Poster
Vizio di forma: la locandina italiana del film

Tutta la trama del film Vizio di forma sfuma nel sogno e nel fumo della marijuana che i vari protagonisti amano fumare. E lo stesso spettatore se cerca di capire la trama e di porsi troppe domande, si perde in un intrigo poco solido e molto etereo.

Commento

Il libro ha una trama meglio delineata; in questo film Anderson si spinge troppo oltre nel tentativo di eguagliare il pregio narrativo di Pynchon. Tuttavia l’interpretazione di Phoenix e di Brolin vale il film e vale anche la fatica di seguire la trama del film.

I cultori di un genere fra i fratelli Coen – vedi Il grande Lebowski – e un Chandler un po’ onirico, troveranno pane per i loro denti. Chi invece si aspetta una spy story o un detective sbandato alla ricerca di qualche intrigo a Los Angeles, rimarrà deluso.

Frasi famose del film

Puoi leggere i dialoghi e le frasi più belle del film “Vizio di forma” sul sito Aforismi.meglio.it

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Italiano medio, di Maccio Capatonda – recensione del film https://cultura.biografieonline.it/maccio-capatonda-italiano-medio/ https://cultura.biografieonline.it/maccio-capatonda-italiano-medio/#respond Wed, 04 Feb 2015 12:01:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13129 Italiano medio è un film comico del 2015 scritto e diretto da Marcello Macchia, meglio conosciuto come Maccio Capatonda (“Mario”, “Mai dire…”) che vede come protagonista lo stesso Maccio, nei panni del disilluso Giulio Verme, insieme ai fidati compagni di avventura Luigi Luciano, in arte Herbert Ballerina (“Ma che bella giornata”) che nel film interpreta Alfonzo, e Adelaide Manselli in arte Anna Pannocchia.

Italiano medio - film di Maccio Capatonda del 2015
Italiano medio – film di Maccio Capatonda del 2015

Trama del film

Italia, oggi. Giulio Verme è un convinto ambientalista vegano di 40 anni che fin da piccolo reagisce al mancato senso civico e ambientale dei genitori, un uomo con una profonda etica morale che non accetta passivamente tutto ciò che succede intorno a lui. Il suo atteggiamento di rifiuto, integralista e intransigente, lo confina ad un lavoro in un centro di smistamento rifiuti alla periferia di Milano. Così, l’uomo che voleva “fare la differenza si è ritrovato a fare la differenziata”.

Giulio, infatti, laureato con il massimo dei voti, oltre che cittadino modello, vorrebbe salvare il mondo e da anni lavora e combatte in favore della raccolta “differenziata” e la salvaguardia delle energie sostenibili, senza alcun successo. Alle prese con una forte crisi esistenziale, insoddisfatto e avvilito, incompreso nelle sue battaglie socio-culturali e ambientaliste, è sconfitto anche nei rapporti con i colleghi, la famiglia e la stessa fidanzata Franca che lo abbandona. La svolta per Giulio arriva quando incontra Alfonzo, un ex compagno di scuola, che gli offre un rimedio pratico per risolvere i suoi problemi: una piccola e miracolosa pillola bianca. Basta questa, infatti, per ridurre quel famoso 20% utilizzato dal proprio cervello ad un felice e spensierato 2%. Il risultato è immediato. Il cittadino modello si trasforma in un comune italiano medio. Il sesso, i soldi e la fama diventano la sua nuova filosofia di vita.

La lotta tra l’uomo intransigente e il suo nuovo io, tra quel famoso 20% e il 2%, trasformerà Giulio in un Vip e cambierà inevitabilmente la sua vita.

Parodia d’autore

Il lungometraggio Italiano medio nasce da un finto trailer di Capatonda, parodia e sovvertimento dei film Limitless, con Bradley Cooper e Robert De Niro, e Lucy di Luc Besson che Maccio con la sua inseparabile squadra rimescola in salsa italiana. Andato in onda nel 2012 all’interno del programma televisivo di La7 “Ma anche no” con la Gialappa’s Band è poi diventato virale in rete. Nella pellicola, l’attore e regista abruzzese, gioca con vari generi cinematografici, omaggiandoli allo stesso tempo. Partendo da Fight Club, passando per The Mask, sino a Shining e Arancia Meccanica di Stanley Kubrick, l’Italiano medio attinge quanto più possibile da quel cinema oltreoceano che spesso ha prestato il fianco alle sue caricature.

Ma andiamo oltre, perché tra una gag e un gioco di parole, un doppio senso e una storpiatura, a farne le spese sono anche i nostrani “Just caviale”, il calciatore “Alessandro del Pirlo”, o il cantante “Gigi e Alessio”. Insomma, nessuno sfugge al mirino di Capatonda, il quale in un’intervista ha dichiarato: “Il film potrebbe sembrare un insulto verso l’italiano, ma io do una visione personale e sferzante di due estremi, due macro categorie, il menefreghista e l’impegnato.

Il ‘non messaggio’ è che in Italia vale tutto: siamo felici di andare a puttane e essere sposati, essere vegani e sfondarsi di panini al maiale. Anche se la storia non l’ho scritta pensando solo agli italiani, ma in chiave universale”. Quindi, nessuna offesa.

Giulio Verme, protagonista del film "Italiano Medio" di Maccio Capatonda del 2015
Giulio Verme, protagonista del film “Italiano Medio” di Maccio Capatonda del 2015

Lo sguardo impietoso di Maccio Capatonda

Nella pellicola, Maccio Capatonda, regista e attore al contempo, mette l’italiano medio (o mediocre che dir si voglia) con le spalle al muro senza tante cerimonie. È indubbio, infatti, che il film rappresenti un’impietosa descrizione dell’Italia odierna – o di parte di essa, per meglio dire – e che questa sia una pellicola dura e spietata con il pubblico che nel medesimo momento è spettatore e inconsapevole protagonista del film. Eppure siamo abituati a vedere rappresentato l’italiano medio. I grandi maestri della Commedia all’italiana lo hanno già fatto in passato – basta pensare a Paolo Villaggio, Antonio de Curtis (Totò), Alberto Sordi, Carlo Verdone – esperti nel denunciare e trattare con fine comicità, umorismo e ironia argomenti drammatici. Allora cosa è cambiato oggi? È l’italia che è cambiata, che si è incattivita. È l’italiano medio ad essere cambiato, a non essere più quello di una volta, ad aver appiattito i propri ideali scendendo a compromessi e decretando che il tenere il piede in due staffe è oltremodo comodo.

Un atto di denuncia cinematografica, punto. Le brutture del Bel Paese sono messe in bella mostra, alla berlina, Capatonda le suona all’Italia senza poi nascondere la mano dietro la schiena. Così, con schietto sarcasmo, con un linguaggio spiccio e talvolta poco decoroso, con satira demenziale ci mostra un paese soffocato da chi potrebbe cambiare le cose ma non lo fa, vinto da una società egoista ed egocentrica il cui motto è diventato “AmeCheMeNeFregaAmme”, travolto da una mediocrità culturale che si riflette perfettamente nei programmi televisivi trasmessi quotidianamente, come la parodia del talent show  “Master Vip”, trionfo del moralmente dubbio. Il personaggio di Giulio Verme si trasforma, pertanto, nell’incarnazione di tutti i vizi e ossessioni di cui è affetto l’italiano medio, esprimendo tutto ciò in una maniera talmente coatta ed esagerata da risultare a tratti, nonostante l’evidente comicità, una figura addirittura fastidiosamente rivoltante.

Un film di rottura quindi, coraggioso, intelligente e scomodo, capace di dire qualcosa di vero. Maccio Capatonda non fa sconti a nessuno, per par condicio è impietoso con tutti, nessuno escluso: impegnati e disimpegnati, ricchi e poveri, ecologisti e menefreghisti, calciatori, giornalisti, ribelli, soubrette. Non c’è gentilezza nel suo film, ma un’aspra durezza che da una parte alimenta l’umorismo e dall’altra lascia l’amaro in bocca se si ha la sensazione di aver visto se stessi sul grande schermo. E viene quasi spontaneo pensare a quel grande poeta italiano, che nella sua invettiva contro l’Italia, scrive parole che sembrano profetiche: “Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di province ma bordello”.

Trailer del film

Nel cast troviamo inoltre:

Nino Frassica (“Andiamo a quel paese”, “Don Matteo”,”Baarìa” ), Enrico Venti, in arte Ivo Avido (“Mai dire Lunedì”, “Lo Zoo di 105”), Lavinia Longhi (“Crimini 2 – Neve sporca”, “La festa”), Barbara Tabita (“Commissario Montalbano – Il gioco delle tre carte”, ”Ti amo in tutte le lingue del mondo”).

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Still Alice – Recensione del film https://cultura.biografieonline.it/still-alice-recensione/ https://cultura.biografieonline.it/still-alice-recensione/#respond Wed, 28 Jan 2015 15:34:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13061 Still Alice è un film drammatico del 2014, scritto e diretto da Richard Glatzer e Wash Westmoreland, che racconta la storia di Alice Howland – affermata studiosa di linguistica – in un momento cruciale e doloroso della propria vita.

Still Alice è un film drammatico del 2014. Il film in Italia è uscito a gennaio 2015
Still Alice è un film drammatico del 2014. Il film in Italia è uscito a gennaio 2015

Nella pellicola, trasposizione cinematografica del romanzo Perdersi del 2007 scritto dalla neuroscienziata Lisa Genova, la brillante Alice è interpretata da una magnifica e commovente Julianne Moore (“Hunger Games – il canto della rivolta”, “Il mondo perduto – Jurassic Park”) che con la sua performance tocca, per sensibilità e intensità, una delle vette più alte della sua lunga carriera artistica. Accanto all’attrice statunitense, troviamo un convincente Alec Baldwin (“È complicato”, “Pearl Harbor”) che recita nei panni del dottor John Howland, marito della protagonista, e la giovane attrice Kristen Stewart (“The Twilight Saga”, “Biancaneve e il cacciatore”) che nel film interpreta Lydia, terza figlia dei coniugi.

Trama

La dottoressa Alice Howland, stimata professionista e docente appassionata di quasi cinquant’anni, detiene una cattedra di linguistica preso la prestigiosa Columbia University. La sua vita è perfetta, ha tutto ciò che una donna potrebbe desiderare: una carriera, un marito premuroso e affettuoso, tre figli realizzati e felici.

L’incanto si spezza quando la donna scopre di avere l’Alzheimer, sperimentando e comprendendo sulla propria pelle che niente è perfetto e nulla resta invariato per sempre. Ogni cosa può cambiare in pochi istanti, tutto muta e si trasforma in un batter di ciglia. Così avviene per Alice. La sua vita cambia bruscamente rotta durante una conferenza all’università, ovvero quando, smarrita, si rende conto di non ricordare alcuni dati importanti per la sua relazione. Se la stanchezza può essere una giustificazione plausibile del momentaneo black out avuto, questa speranza illusoria viene meno quando, facendo jogging, Alice si perde in un parco vicino casa. La spiegazione non regge più, l’illusione va in pezzi e l’evidenza diventa innegabile: qualcosa non va.

Rivoltasi ad un neurologo, dopo numerose analisi, scopre di avere una rara forma di Alzheimer a trasmissione genetica che si sviluppa precocemente e rapidamente. Inizia così la sua guerra personale. La battaglia di una donna forte e indipendente che scopre un’altra sé fragile e indifesa. La lotta è impari: non si può pensare di sconfiggere una malattia spietata, che non perdona, ma altrettanto impossibile per Alice è contemplare la resa incondizionata senza l’aver tentato. Solo quando si renderà conto che l’implacabile sconfitta si avvicina, non le resterà che fare una cosa: cercare di preservare la propria dignità di essere umano.

Una donna e il suo coraggio

Still Alice non è soltanto un film, ma rappresenta con delicatezza e sensibilità una realtà di vita che colpisce milioni di persone. Come è noto, il morbo di Alzheimer – che prende il nome dallo psichiatra e neuropatologo tedesco Alois Alzheimer che per primo lo ha descritto – è una malattia degenerativa che compromette e distrugge le cellule cerebrali, portando coloro che sono colpiti da questo morbo ad avere problemi di tipo cognitivo e non solo. “La battaglia principale che affrontano i malati di Alzheimer – afferma infatti Westmoreland, regista del film – è quella contro la perdita della parola. Man mano che la malattia avanza, Julianne è stata bravissima a far trasparire lo sforzo e la sofferenza di mostrare questa difficoltà. Il linguaggio influenza il nostro pensiero, e il pensiero è la nostra vita. Quando non si hanno più parole si fa fatica a trovare se stessi”. 

Come d’altro canto ha dichiarato tempo fa la stessa Julianne Moore: “Il pubblico non viene a vedere te. Le persone vengono per vedere loro stessi.” Verità innegabile questa, che trova sicuramente giustizia sia nell’impeccabile interpretazione dell’attrice, sublime e mai patetica, che ci regala con la sua performance un personaggio di spessore e dai sentimenti autentici, sia nella sapiente regia che riesce a delineare perfettamente la progressione della malattia attraverso gli intensi primi piani dell’attrice, che la ritraggono sempre più spettinata, mal vestita e con uno sguardo vacuo che spiega meglio di mille parole la sofferenza, la paura, la vergogna e il senso di colpa che questa malattia degenerativa porta con sé.

La cinepresa, pertanto, segue passo passo la protagonista senza lasciarla mai, guardando il mondo attraverso i suoi occhi, entrando in punta di piedi nella sua mente che a poco poco si svuota di tutto ciò che ha imparato, visto, sentito, toccato con mano nell’arco di un’intera vita. Inesorabile l’accompagna verso il rapido declino psicofisico, verso l’isolamento e l’assordante oblio che solo sprazzi, sempre più rari, di lucidità riescono a spezzare. Intorno a lei parenti e conoscenti che la amano e, nonostante il dolore, cercano di andare avanti mantenendo una parvenza di normalità.

Still Alice - L'arte di perdere
Still Alice – L’arte di perdere

L’arte di perdere

La perdita è il tema portante di Still Alice: perdere la memoria, i ricordi, le parole, la propria famiglia. La stessa protagonista lo sottolinea chiaramente durante un discorso tenuto ad una conferenza sull’Alzheimer: “E vi prego non pensate che io stia solo soffrendo. Seppure sto soffrendo, io mi sto battendo, sto lottando per restare parte della realtà, per restare in contatto con quella che ero una volta. Così, vivi il momento è quello che mi dico, e davvero è tutto quello che posso fare. Vivere il momento e non massacrarmi più del necessario per imparare l’arte di perdere.” Perché è così, il morbo di Alzheimer insegna a perdere tutto ciò che si è appreso nella vita, come il nome dei propri figli. Si porta via tutto, compreso quel qualcosa senza il quale non si vive, ma semplicemente si vegeta: il proprio essere, la propria identità. Divenire un estraneo per il proprio io, morire senza morire, esistere senza essere. Ecco la vera tragedia.

Trailer in italiano del film

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Nel cast di “Still Alice” troviamo inoltre:

Kate Bosworth (“Superman Returns”, “L’uomo che sussurrava ai cavalli”), Hunter Parrish (“È complicato”, “Freedom Writers”), Shane McRae (“The Help”), Stephen Kunken (“The Bay”, “Molto forte, incredibilmente vicino”), Victoria Cartagena (“Gotham”, “Salt”).

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Dracula Untold, trama del film https://cultura.biografieonline.it/dracula-untold/ https://cultura.biografieonline.it/dracula-untold/#respond Mon, 03 Nov 2014 15:58:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12426 Diretto da Gary Shore, “Dracula Untold” è un film del 2014 che racconta l’antica storia che portò il conte Vlad a diventare Dracula, personaggio oscuro, mitico, rappresentato e reinterpretato numerose volte nella storia del cinema e della letteratura mondiale.

Dracula Untold: Luke Evans
Dracula Untold: nella foto l’attore protagonista Luke Evans

L’attore protagonista è Luke Evans, che veste i panni di Vlad III di Valacchia; ci sono poi Sarah Gadon (Mirena), Charles Dance (Caligola) e Dominic Cooper (Maometto II). La regia è di Gary Shore.

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Dracula Untold: Trama del film

Vlad è un re saggio ed equilibrato. Il suo regno, però, non è indipendente ma è sotto il controllo dell’impero ottomano. Vlad, infatti, combatte per il sultano e un giorno, durante un’esplorazione, si imbatte in una caverna in cui risiede un mostro.

Lui e i suoi soldati scappano ma nei giorni seguenti, quando il sultano chiede a Vlad un pegno di fedeltà, cioè la consegna di mille giovani soldati, fra cui anche suo figlio, Vlad decide di tornare nella caverna per cercare aiuto da quel mostro e per impadronirsi di una forza sovrannaturale, che possa aiutarlo a contrastare l’esercito del sultano Mehmet II.

Il vampiro gli offre il suo sangue come dono di potenza ma lo avverte che se per tre giorni riuscirà a resistere alla tentazione di bere sangue umano sarà salvo e potrà tornare ad essere Vlad, il saggio e buon re, altrimenti sarà dannato. Il problema, però, non è tanto la dannazione di Vlad, quanto il fatto che tre giorni forse non sono sufficienti per affrontare le truppe del sultano, che offeso dal comportamento del suo vassallo gli invia tutto l’esercito ottomano.

Dracula Untold: poster e locandina
Dracula Untold (2014), poster del film (The legend is born – La leggenda è nata)

Recensione e commento

La storia è nota, e Dracula è un personaggio utilizzato e abusato dal cinema. La mitologia del re impilatore, Vlad, assai diverso dalla creatura di Bram Stoker, ha avuto interpretazioni di ogni tipo ed ogni volta sembra che sia l’ultima con cui si può raccontare la storia del vampiro.

E invece periodicamente c’è sempre qualcuno che decide di tirare fuori una nuova storia, che spesso, vedi il film Intervista con il vampiro o la serie di Twilight, ha un inaspettato successo. Anche in questo caso l’azzardo non è banale, perché anche se la storia segue una dinamica a volte prevedibile, l’utilizzo di effetti speciali non eccessivi ma in alcuni casi originali, come la forza dei pipistrelli che diventano un’arma contro i nemici e la recitazione convincente degli attori, rendono la visione del film gradevole.

Inoltre il fatto che Vlad sia un re giusto, costretto suo malgrado ad allearsi con le forze del male per contrastare un nemico capace di distruggere il suo regno, ne fa un personaggio mitologico, quasi un super eroe che grazie a poteri sovrumani può affrontare il fardello che gli è stato posto sulle spalle.

La storia utilizza ingredienti semplici ma sempreverdi come il sacrificio, il destino ineluttabile, la responsabilità e il coraggio di affrontare i doveri del proprio ruolo. Elementi questi che piacciono perché appartengono all’Universo delle storie.

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After Earth: recensione, trama e trailer https://cultura.biografieonline.it/after-earth/ https://cultura.biografieonline.it/after-earth/#respond Sat, 29 Jun 2013 08:55:08 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7575 Uscito nel 2013 After Earth è un film diretto da M. Night Shyamalan che nasce da un soggetto di Will Smith. E’ un film di fantascienza ben congegnato. Il regista sviluppa una narrazione serrata, ricca di suspance ma soprattutto di azione, in cui ogni pericolo diventa una questione di vita o di morte. Un po’ banale il rapporto fra il padre e il figlio e l’iniziazione di quest’ultimo attraverso la lotta per la sopravvivenza. Mentre il soggetto del film è abbastanza interessante, soprattutto nel suo sviluppo, che non lascia mai tregua all’azione e all’intensità del ritmo narrativo.

Locandina del film

After Earth locandina
La locandina del film After Earth (2013) con Will Smith e Jaden Smith: quest’ultimo è figlio del celebre attore sia nella storia che nella vita reale

Trama di After Earth

La Terra è stata devastata da una serie di cataclismi che l’hanno resa invivibile. Pertanto la razza umana ha deciso di emigrare su un altro pianeta: Nova Prime. Il pianeta, però, non è disabitato e gli alieni si ribellano all’arrivo degli umani,  scatenando una guerra. Fra le varie armi letali, che gli alieni utilizzano contro le colonie terrestri, c’è anche l’Ursa. Una bestia cieca che fiuta i ferormoni emessi dagli esseri umani quando hanno paura. Solo i ranger, un’unità militare d’elite, riesce a contrastare l’Ursa, grazie al controllo della paura. Uno dei comandanti dei ranger è il generale Cypher Raige.

Dopo una missione militare, Raige rientra su Nova Prime e decide di portare il figlio, Kitai, con sé nel successivo viaggio. I due partono dopo qualche giorno, ma durante il viaggio una tempesta di meteoriti danneggia l’astronave e costringe l’equipaggio ad atterrare sul pianeta più vicino. Purtroppo si tratta della  Terra, dove sopravvivere è un’avventura ai limiti dell’impossibile, perché tutto l’ecosistema si è sviluppato per uccidere. Una volta atterrati sulla Terra, Raige e Kitai, si rendono conto di essere gli unici sopravissuti.  La nave è fortemente danneggiata, e il generale  è ferito. Raige non ha scelta, deve mandare suo figlio a recuperare, a 100 km di distanza, il trasmettitore che gli permetterà di comunicare la loro posizione ai soccorsi. Seguirà, attraverso delle mini telecamere, Kitai.

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Prima però deve istruire suo figlio affinché possa affrontare ciò che lo attende e nel farlo cerca di prepararlo alle insidie che subito incontrerà. La Terra, infatti, è abitata da animali feroci, da piante velenose, da un clima che cambia molto rapidamente e soprattutto, a pochi chilometri da loro, forse c’è un’Ursa. Kitai, attrezzato con poco equipaggiamento, affronta per due giorni un branco di scimmie assassine, una sanguisuga talmente velenosa da farlo gonfiare come un pallone, un’aquila gigantesca e il freddo polare che investe verso sera il pianeta.

After Earth: una scena tratta dal film
Una scena tratta dal film After Earth: il generale Cypher Raige (Will Smith) e Kitai (il figlio, Jaden Smith)

Finale

Alla fine trova anche l’Ursa, contro la quale ingaggia una battaglia epica che gli permetterà di apprendere, per il resto della vita, come si controlla la paura. Salverà suo padre e riuscirà, grazie ai soccorsi, a ritornare sul suo pianeta.

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Django Unchained https://cultura.biografieonline.it/django-unchained/ https://cultura.biografieonline.it/django-unchained/#comments Sun, 20 Jan 2013 22:42:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6053 Django Unchained è un film scritto e diretto da Quentin Tarantino che, come aveva annunciato alcuni anni fa, ha deciso di misurarsi con il western. L’idea nasce a Tokio durante il tour per la presentazione di Bastardi senza gloria, Tarantino ascolta alcune colonne sonore di film western e immagina la prima scena del film. Django Unchained è stato realizzato nel 2012 ed è uscito in Italia nel gennaio del 2013.

Il film è un grande spettacolo. Tarantino si dimostra ancora una volta un regista di alto livello che sa reinterpretare un genere, come gli spaghetti western, trasformandolo secondo la sua visione del cinema.

Django
Django Unchained

Trailer

Django Unchained: la trama del film

Un gruppo di schiavi incatenati cammina in un bosco del Texas; è notte e davanti a loro ci sono due uomini a cavallo, i fratelli Speck, che li hanno acquistati lo stesso giorno ad un mercato. La colonna viene fermata dall’arrivo di una carrozza sopra alla quale c’è un dente di grandi dimensioni che dondola sopra ad una molla. Chi guida la carrozza è il dott. King Schultz, il quale si presenta come un dentista, che vuole acquistare uno degli schiavi perché conosce alcune persone che lui sta cercando. Individuato lo schiavo fra quelli incatenati offre una transazione ai due fratelli Speck, i quali rifiutano.

Ne nasce una discussione alla fine della quale i due fratelli vengono uccisi, uno da Schultz e l’atro dagli schiavi che vengono liberati dal dottore. Schultz si accorda con lo schiavo che si chiama Django affinché gli indichi le persone che sta cercando e in cambio avrà soldi e libertà. Django accetta e dopo una breve parentesi in un paese in cui Schultz uccide lo sceriffo dichiarando in seguito che è un cacciatore di taglie e lo sceriffo un fuorilegge che nascondeva la propria identità, i due si dirigono verso la piantagione in cui lavorano i tre uomini, anch’essi fuorilegge, che Schultz sta cercando.

Dopo averli trovati e uccisi, Django confessa al dottore che vuole tornare libero perché ha una moglie che vuole liberare. Schultz allora gli propone un accordo: per tutto l’inverno lavoreranno assieme perseguendo delinquenti di vario genere e con l’arrivo dell’estate andranno a prendere la moglie di Django.

Seconda parte

Concluso l’inverno si dirigono verso la piantagione con un piano. Attireranno il proprietario spacciandosi per amanti dei combattimenti fra schiavi e gli proporranno l’acquisto di uno dei suoi migliori combattenti per una cifra assurda, poi quando avrà accettato gli chiederanno di acquistare, per poche centinaia di dollari, anche la   moglie di Django che peraltro si chiama Broomhilda e conosce un po’ di tedesco perché in passato aveva lavorato per una signora di origini germaniche. Ovviamente pagheranno solo l’acquisto di Broomhilda e non verseranno mai la somma per il combattente. La piantagione appartiene a Calvin Candie, uno schiavista privo di scrupoli. I due lo incontrano in un club dove avvengono combattimenti fra uomini e gli propongono l’affare.

Lui accetta e il giorno dopo si dirigono insieme nella piantagione. Schultz, con la scusa di parlare tedesco, chiede di avere in camera sua, prima della cena, una schiava che parli la sua lingua e che ha sentito dire che Candie ha fra le sue domestiche. Candie accetta e in questo modo Django e la moglie si incontrano nella stanza di Schultz. Durante la cena si consuma l’affare fra i due e Candie ma Steven, un uomo di colore senza scrupoli che dirige il personale della casa, intuisce che Django e Broomhilda si conoscono e avverte Candie della truffa ai suoi danni, quest’ultimo si infuria e con la minaccia delle pistole obbliga i due a pagare 12.000 dollari, i soldi offerti per acquistare il lottatore, per Broomhilda. La somma dovrà essere versata in contanti e subito.

Django Unchained (2012) Un film di Quentin Tarantino
Leonardo DiCaprio e Jamie Foxx, tra i protagonisti del film Django Unchained

Finale del film

Obbligati accettano ma Schultz, preso dall’ira e dalle provocazioni di Candie, lo uccide venendo a sua volta ucciso da una delle guardie della tenuta. A questo punto Django ingaggia una sparatoria con tutti i pistoleri della piantagione  e alla fine viene catturato. Viene inviato ai lavori forzati ma durante il viaggio si libera e torna alla piantagione dove libera la moglie, uccide tutti e fa esplodere con la dinamite la casa colonica dove viveva Candie con la sorella Lara anch’essa uccisa nella sparatoria. Django e la moglie, insieme, cavalcano nella notte.

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The Master (film del 2012 di Paul Thomas Anderson) https://cultura.biografieonline.it/the-master-2012/ https://cultura.biografieonline.it/the-master-2012/#respond Sun, 13 Jan 2013 13:30:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5967 The Master è un film diretto da Paul Thomas Anderson. E’ stato girato nel 2012 ed è uscito in Italia il 3 gennaio 2013. Gli attori principali sono Joaquin Phoenix, protagonista del film, il quale interpreta il marinaio Freddie Quell, Philip Seymour Hoffman che interpreta il ruolo di Lancaster Dodd, capo carismatico di una setta che crede nel karma e nella reincarnazione, ed Amy Adams, che interpreta il ruolo di Peggy, moglie di Dodd.

The Master (2012)
The Master (2012), locandina del film di Paul Thomas Anderson

Recensione

Il film, al di là delle aspettative, è un po’ noioso. La narrazione, ricca delle interpretazione dei tre attori, in particolare Joaquin Phoenix, risente di una sceneggiatura non sviluppata completamente. In alcuni punti del film, infatti, manca una realizzazione della trama che permetta di risolvere il rapporto fra Freddie e Lancaster. Il loro rapporto è il fulcro del film ma anche il limite, perché per dare spazio ai due attori e alle loro interessanti interpretazioni, il regista fa girare la narrazione attorno a loro, limitando e rendendo lacunoso lo sviluppo del racconto filmico.

Malgrado ciò, la direzione tecnica di Anderson è impeccabile. Il regista di Magnolia e del Petroliere ci regala scene memorabili mentre la recitazione di Phoenix e Hoffman meritano di essere viste.

Nota
Raccontare la trama serve solo a creare il contesto della storia ma è necessario sottolineare che la forza del film consiste nelle sfumature del rapporto di amicizia e sudditanza che si crea fra Dodd e Freddie e questo aspetto va apprezzato o criticato solo vedendo il film.

Trailer

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Trama

Freddie Quell è un marinaio scelto della Marina degli Stati Uniti d’America. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale è un uomo con un sistema nervoso gravemente provato, beve molto, soprattutto intrugli da lui inventati, ed è senza lavoro. Si improvvisa fotografo in un centro commerciale, dove incontra una ragazza con la quale inizia una storia che finisce quando Freddie prende a botte uno dei clienti.

Ancora senza lavoro Freddie trova un’occupazione in una piantagione ma i suoi intrugli di alcool e veleni vari quasi uccidono un anziano ubriacone e i parenti di quest’ultimo decidono di linciare Freddie, il quale scappa e sale su uno yacht dove incontra Lancaster Dodd, capo di una comunità che sta viaggiando verso New York. Dodd apprezza gli intrugli di Freddie e la sua personalità travagliata e lo invita a fare parte della sua comunità. In realtà Dodd è a capo di una setta che lo considera un capo spirituale.

Freddie è molto protettivo con Dodd e quando un uomo contesta le tesi del maestro, che attraverso l’ipnosi cerca di ricostruire le precedenti vite di una persona, Freddie lo prende a pugni. Dodd non è un truffatore, però viene arrestato perché denunciato di avere amministrato male i fondi di un’associazione: anche Freddie viene arrestato per aver cercato di proteggere Dodd dai poliziotti che lo ammanettavano e in prigione i due hanno il loro primo litigio. Freddie si allontana da Dodd ma poi torna da lui e si sottopone ad una serie di esperimenti che Dodd lo obbliga a sostenere per curare i suoi problemi di alcool e i suoi eccessi di violenza.

Parte finale

Freddie accetta e per un po’ le cose vanno avanti abbastanza bene, fra conferenze della comunità, la pubblicazione del libro di Dodd, incontri con nuovi adepti e le attività di propaganda della fede e delle idee del maestro. Dopo alcuni mesi di apparente calma Freddie ha una crisi e scappa. Scompare con la moto di Dodd e non si fa più vedere per diversi mesi. Poi sogna il maestro che lo chiama a sé e decide di partire per l’Inghilterra dove Dodd ha fondato una scuola. I due si incontrano ma il loro rapporto è incrinato e Freddie prosegue per la sua strada.

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Fight Club, riassunto e trama https://cultura.biografieonline.it/fight-club/ https://cultura.biografieonline.it/fight-club/#respond Fri, 07 Sep 2012 13:36:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3715 Fight Club” è un film diretto da David Fincher nel 1999, basato sul romanzo omonimo di Chuck Palahniuk. Distribuito dalla 20th Century Fox, prodotto da Arnon Milchan e Art Linson e sceneggiato da Jim Uhls, il film – che vede nel cast Edward Norton (nei panni del protagonista), Brad Pitt (nei panni di Tyler Durden) ed Helena Bonham Carter (nei panni di Marla) – propone uno sguardo decisamente critico nei confronti dell’alienazione che interessa l’uomo moderno e più in generale del consumismo.

Fight Club
Fight Club

Trailer

Fight Club: riassunto e trama del film

La pellicola racconta la vicenda di un consulente di una casa automobilistica importante, impegnato nel ramo assicurativo, che rappresenta il modello del classico yuppie sconfitto sotto il profilo esistenziale, tormentato dalla sua quotidianità: perennemente insonne, colpito da attacchi d’ansia, stordito dai fusi orari, in grado di trovare una sensazione di calma apparente unicamente attraverso la frequentazione di gruppi di ascolto che raccolgono malati terminali, persone colpite da patologie incurabili.

In occasione di uno di questi incontri, il protagonista ha modo di incontrare una ragazza, Marla Singer, che come lui fa finta di essere colpita da una grave malattia con l’unico scopo di incontrare e conoscere persone che finalmente si dimostrino totalmente sincere nei suoi confronti. In seguito, durante un viaggio di lavoro, l’uomo entra in contatto con un produttore e venditore di sapone, tale Tyler Durden: un personaggio alquanto eccentrico e originale.

Poco dopo, tornato a casa dal lavoro, si accorge che la propria abitazione è stata investita da un’esplosione provocata da un perdita di gas diffusasi al suo interno. Affidandosi al destino, completamente disperato, telefona a Tyler e gli chiede di incontrarlo. Tra i due si instaura un rapporto bizzarro ma assolutamente affiatato, e infatti il venditore di sapone decide di ospitare il consulente in casa sua. Tyler a questo punto lo coinvolge nella realizzazione del Fight Club, una sorta di circolo segreto all’interno del quale i membri partecipano a combattimenti alquanto violenti tra di loro. I due uomini entrano progressivamente in simbiosi, riuscendo a richiamare attorno a sé numerosi adepti.

Succede così che quello che inizialmente nasceva come circolo destinato ai combattimenti clandestini viene ad essere un raduno di personaggi insoddisfatti della vita ed alienati, disposti a combattere mortalmente con l’unico scopo di ribaltare la società in cui vivono, il loro vero nemico, che si esprime e concretizza nel cosiddetto American way of life.

Questo pensiero, dunque, porta alla costituzione di un gruppo sovversivo, e all’idea di un “Progetto Mayhem” con finalità terroristiche. Nel frattempo, Tyler è scomparso, e il protagonista decide di cercarlo, anche per provare a trovare una risposta accettabile rispetto agli avvenimenti che si stanno susseguendo. Il consulente giunge a denunciare sé stesso alla polizia, rivelando di essere a capo di diversi circoli in cui si pratica la boxe clandestina, e di essere in procinto di far scoppiare le principali banche della città con l’unico scopo di ripristinare una simbolica parità tra le persone, in maniera paradossale: provocando il caos.

Finale

Dopo aver ritrovato Tyler in maniera bizzarra, riceve la confessione del venditore di sapone, che gli spiega di essere il suo alter-ego, che racchiude tutti i suoi tentativi di emanciparsi dalla sua vita reale. Al termine di una colluttazione tra i due, il protagonista decide di uccidersi, per bloccare la vita di entrambi. La ferita che si infligge con un colpo di pistola, tuttavia, non è mortale, e così egli può osservare il crollo, insieme con Marla, delle dodici banche in cui erano state collocate delle bombe.

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