Torino Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 13:51:22 +0000 it-IT hourly 1 Il Grande Torino e la tragedia di Superga https://cultura.biografieonline.it/tragedia-di-superga/ https://cultura.biografieonline.it/tragedia-di-superga/#comments Mon, 03 May 2021 15:03:43 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7093 Con l’espressione Tragedia di Superga si fa riferimento a un incidente aereo accaduto il 4 maggio del 1949 in conseguenza del quale morirono trentuno persone, la maggior parte delle quali calciatori del Torino. Di quella squadra vincente, soprannominata Grande Torino.

Il Grande Torino e la Tragedia di Superga
Il grande Torino

I fatti

Alle 9.40 del mattino del 4 maggio del 1949, un mercoledì, dall’aeroporto di Lisbona decolla il trimotore Fiat G.212 delle Avio Linee Italiane, il cui comandante è il tenente colonnello Meroni. Il velivolo atterra all’aeroporto di Barcellona alle 13, per effettuare un rifornimento di carburante: nel corso dello scalo la squadra del Torino a pranzo incrocia la squadra del Milan, in viaggio verso Madrid.

Il velivolo del club granata riparte alle 14.50, destinazione aeroporto di Torino-Aeritalia. Il trimotore, secondo la rotta prestabilita, sorvola Cap de Creus, poi Tolone, Nizza e, in Italia, Albenga e Savona. Quindi, l’aereo vira in direzione nord, verso il capoluogo piemontese, dove è previsto l’arrivo circa mezz’ora più tardi.

Le condizioni atmosferiche intorno alla città sono disastrose, come comunicato ai pilotti dall’aeroporto di Aeritalia pochi minuti prima delle 17: ci sono continui rovesci di pioggia, le nubi sono quasi a contatto con il suolo, la visibilità orizzontale è decisamente carente (non supera i quaranta metri), il libeccio si fa sentire con raffiche di una certa potenza.

Alle 16.55 la torre chiede un riporto di posizione; la risposta arriva quattro minuti più tardi, alle 16.59, dopo un silenzio eccessivamente lungo: “Quota 2000 metri”.

Alle 17.03 il velivolo compie una virata verso sinistra in corrispondenza del colle di Superga: messo in volo orizzontale e predisposto in vista dell’atterraggio, va a disintegrarsi contro la Basilica di Superga, in corrispondenza del terrapieno posteriore.

Le ipotesi della tragedia

L’ipotesi più accreditata è che l’aereo, nel corso della virata, in conseguenza del vento insistente al traverso sinistro abbia subìto una deriva verso dritta, che lo abbia allineato con la collina di Superga e non con la pista, spostandolo dall’asse di discesa.

Probabilmente l’altimetro, in quegli istanti, è bloccato sui 2000 metri, così che i piloti pensino di essere ben 1600 metri più in alto rispetto alla loro quota reale.

Il pilota, dunque, intorno a una velocità di 180 chilometri all’ora pensa di trovarsi alla sinistra della collina di Superga; invece, a causa anche della visibilità ridotta, se la trova davanti all’improvviso, al punto che non ha nemmeno il tempo di reagire: dalla disposizione dei rottami non si intuiscono tentativi di virata o riattaccata.

L’impennaggio è la sola parte dell’aereo che rimane intatta, anche se solo parzialmente.

Una foto di Valentino Mazzola
Valentino Mazzola

Le vittime

Nell’incidente perdono la vita i membri dell’equipaggio:

  • Cesare Biancardi,
  • Celeste D’Inca
  • Pierluigi Meroni

E gran parte della squadra del Torino: i calciatori

  • Julius Schubert,
  • Rubens Fadini,
  • Mario Rigamonti,
  • Franco Ossola,
  • Valerio Bacigalupo,
  • Piero Operto,
  • Romeo Menti,
  • Aldo Ballarin,
  • Valentino Mazzola,
  • Dino Ballarin,
  • Danilo Martelli,
  • Virgilio Maroso,
  • Emile Bongiorni,
  • Ezio Loik,
  • Giuseppe Grezar,
  • Eusebio Castigliano,
  • Ruggero Grava,
  • Guglielmo Gabetto.

Muoiono, inoltre, gli allenatori Leslie Lievesley e Egri Erbstein, il massaggiatore Osvaldo Cortina, l’organizzatore delle trasferte Andrea Bonaiuti, i dirigenti Ippolito Civalleri e Arnaldo Agnisetta e tre giornalisti sportivi: Renato Tosatti (della “Gazzetta del Popolo”, padre di Giorgio), Renato Casalbore (fondatore di “Tuttosport”) e Luigi Cavallero (de “La Stampa”).

Il lutto del mondo dello sport

Ai funerali partecipa quasi un milione di persone, tra cui Giulio Andreotti, rappresentante del governo, e Ottorino Barassi, presidente della federazione calcistica.

La Gazzetta dello Sport: Tragedia di Superga
Prima pagina de La Gazzetta dello Sport, successiva alla Tragedia di Superga (4 maggio 1949)

In seguito alla tragedia di Superga, il Torino viene proclamato a tavolino vincitore dello scudetto: nelle giornate rimanenti di campionato, la squadra granata schiera la formazione giovanile, e così fanno le avversarie di volta in volta.

L’aereo stava riportando il Torino in Italia dopo che la squadra granata aveva disputato una partita amichevole a Lisbona, in Portogallo, contro il Benfica, per celebrare José Ferreira, capitano del team lusitano. Al volo non avevano preso parte Ferruccio Novo, presidente del Torino, perché influenzato; Sauro Tomà, calciatore, infortunato al menisco; Nicolò Carosio, telecronista, perché impegnato con la cresima del figlio; Renato Gandolfi, secondo portiere, il cui posto era stato preso da Dino Ballarin, terzo portiere e fratello di Aldo; Luigi Giuliano, calciatore, influenzato; e Vittorio Pozzo, giornalista, il cui posto era stato preso da Casalbore.

Il Torino era la squadra italiana più forte di quegli anni, vincitore non a caso di cinque scudetti di seguito, dal 1942/43 al 1948/49, e fornitore della maggior parte dei giocatori della Nazionale. Lo choc determinato da quell’evento fu tale che nel 1950 la Nazionale andò in Brasile per disputare i Mondiali di calcio non in aereo ma in nave.

I resti dell’aereo attualmente si trovano alle porte di Torino, al “Museo del Grande Torino e della Leggenda Granata” di Grugliasco, dove, a Villa Claretta Assandri, sono conservati pezzi della fusoliera, uno pneumatico e un’elica.

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Juventus, breve storia della squadra e della società https://cultura.biografieonline.it/juventus-storia/ https://cultura.biografieonline.it/juventus-storia/#comments Fri, 05 Jul 2019 05:01:04 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26603 Juventus: oltre 100 anni di storia calcistica

La storia della Juventus, l’inizio dell’avventura bianconera, risale al 1° novembre 1897, nel secolo XIX. Un gruppo di giovani del Liceo classico Massimo D’Azeglio di Torino (il più grande all’epoca aveva solo 17 anni) decide di mettere su una squadra di calcio. E’ un gioco che da poco è stato importato dall’Inghilterra.

Storia della Juventus- logo simbolo

Juventus: il nome e i colori bianco e nero

Vista la loro età e la loro estrazione culturale, scelgono un nome latino e la chiamano Juventus (dal latino: gioventù). Il primo presidente è Eugenio Canfari. La prima maglia è di colore rosa. Il primo campionato giocato è datato 1900.

Il “bianconero”, oramai sinonimo a tutti gli effetti di Juventus, arriva nel 1903. Due anni dopo il primo titolo italiano con Alfredo Dick alla presidenza, poi uscito dalla società per andare a fondare il Torino.

A cavallo della Prima guerra mondiale la squadra si fa sempre più forte e nel 1923 arriva un nuovo capitolo con la nomina a presidente di Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della Fiat. Questa pietra miliare della storia della Juve viene suggellata con la definizione di un campo proprio della squadra in corso Marsiglia.

Fra il 1930 e il 1935 arrivano titoli nazionali e scudetti fino alle semifinali della Coppa Europa e della Coppa dei Campioni. Arriva ancora un altro successo dopo la Seconda Guerra Mondiale; nel 1947 avviene un fatto cardine: a seguito della morte di Edoardo, in un tragico incidente aereo nel 1936, il figlio Giovanni Agnelli (detto Gianni) prende le redini della società.

Con Gianni Agnelli arrivano gli scudetti del 1950 e del 1952. In questo periodo entra in campo Giampiero Boniperti che segnerà la storia della squadra prima come giocatore e poi, dal 1971, come presidente (succeduto a Umberto Agnelli, fratello di Gianni).

La Juventus negli anni Settanta e Ottanta

Quelli con Boniperti alla presidenza della società sono anni d’oro per i bianconeri: si contano due vittorie in campionato, nove scudetti, la Coppa Uefa nel 1977, la Coppa delle Coppe nel 1984 e una Coppa dei Campioni.

Nella lista di queste vittorie c’è anche quella amarissima del 29 maggio 1985 in concomitanza con la tragedia dell’Heysel, a Bruxelles (in cui morirono 39 persone). I bianconeri volano poi a Tokyo e si laureano Campioni del Mondo.

Questa è la stagione di grandi nomi traghettati nella squadra dal mister Giovanni Trapattoni: Zoff, Scirea, Tardelli, Cabrini, Causio, Gentile e Paolo Rossi, pallone d’oro 1982, Platini, Boniek.

Gli Anni Ottanta si chiudono con una seconda tragedia ovvero la morte per incidente d’auto del campione e, in quel momento braccio destro dell’allenatore Dino Zoff, Gaetano Scirea, passato a miglior via il 3 settembre del 1989, a soli 36 anni.

Un uomo straordinario e un calciatore straordinario. Un esempio di stile e classe sia in campo che fuori. Con lui abbiamo condiviso tanti momenti, in ritiro stavamo sempre nella stessa stanza. […] Sarebbe stato un ottimo allenatore, se ne avesse avuto l’opportunità: sapeva convincere, gli piaceva insegnare. Il calcio di oggi gli sarebbe piaciuto, anche se non era il tipo da rincorrere miraggi di protagonismo. Non sarebbe mai diventato un personaggio da copertina, ma avrebbe saputo farsi ascoltare da tutti.

Dino Zoff, su Gaetano Scirea, nel 2009

La Juventus negli anni Novanta

Accanto a campioni di più lungo rodaggio come Vialli e Baggio a metà degli anni Novanta arriva in squadra Alessandro Del Piero, poi detto “Pinturicchio”. Alex sarà protagonista assoluto di una fase trionfale, segnata negativamente soltanto dalla dipartita di Andrea Fortunato.

La Juventus con lui ottiene la Coppa Italia e la Coppa dei Campioni fino a diventare Campione d’Europa nel 1996. Nel 1997 arrivano Boksic, Vieri, Amoruso, Montero, Zidane e altre nuove vittorie.

Gli anni 2000

Questa è la stagione di Buffon, Thuram, Nedved, Del Piero e Trezeguet che festeggiano il 26esimo scudetto. Intanto, nel 2003, un nuovo lutto colpisce la società: muore Gianni Agnelli. Dopo un anno avviene anche la scomparsa del fratello Umberto.

L’allenatore è Fabio Capello; altri grandi nomi in campo sono quelli di Emerson, Cannavaro, Ibrahimovic: il team ottiene grandi successi in Italia, ma poche soddisfazioni in Europa.

Calciopoli e la serie B

Sul finale della stagione 2005-2006 la società della Juventus – soprattutto la sua dirigenza, tra cui Luciano Moggi – viene coinvolta nel cosiddetto scandalo di “Calciopoli”. Come conseguenza dell’illecito associativo, la squadra si ritrova a giocare per la prima volta nella sua storia in serie B; oltre a ciò subisce 9 punti di penalizzazione e la revoca degli scudetti dei due anni precedenti.

La rinascita della Juventus

Il nuovo allenatore è Didier Deschamps che riparte dai suoi campioni più rappresentativi: Del Piero, Buffon, e Camoranesi, freschi del titolo mondiale conquistato a Berlino, oltre a Trezeguet e Nedved.

Il 2006 è l’anno del tragico incidente a Ferramosca e Neri a cui viene dedicata la vittoria a Bologna e il rientro in A.

Si avvicendano fra alti e bassi gli allenatori Ranieri, Ferrara, Zaccheroni. Fra inciampi e riprese il nuovo capitolo è affidato alla presidenza che torna in “casa Fiat” con Andrea Agnelli (figlio di Umberto). Dopo una fase di assestamento, porta la squadra nuovamente ai vertici.

L’allenatore della rinascita bianconera è Antonio Conte; i grandi nomi in campo sono, fra gli altri, quelli di Vucinic, Vidal e Pirlo. La squadra ha inoltre il suo Juventus Stadium. È una stagione di ripresa (arriva un nuovo scudetto e la Supercoppa italiana) a cui ne segue una da record: terzo tricolore di seguito ottenuto e 102 punti a fine campionato nel 2014.

Possono cambiare gli uomini, possono cambiare i dirigenti, però quello che ha di forte questa società sono i giocatori cui è stata tramandata una voglia di vincere, di primeggiare, che non è pari in nessuna altra squadra.

Gigi Buffon – da: Frasi sulla Juventus
Juventus logo e simbolo

Dal 2015

Con Allegri, arriva il quarto scudetto consecutivo, e la decima Coppa Italia, oltre a un grande successo in Champions League.

Con il cambio squadra e una prima fase di rodaggio, il 2015 regala alla squadra 25 vittorie su 26 partite: la Juventus è Campione d’Italia.

Le vittorie in Italia sono rafforzate dall’arrivo di campioni come Pjanic, Benatia, Dani Alves, Higuain, Pjaca: il sesto scudetto è certezza. Nuovo record, in accoppiata ancora alla Coppia Italia.

Il culto bianconero

L’Allianz Stadium o Juventus Stadium è stato edificato nei primi anni 2000 sul preesistente e demolito Stadio delle Alpi. È ospitato dai quartieri Vallette e Lucento di Torino. Ospita 41.507 spettatori ed è il primo stadio italiano privo di barriere architettoniche.

Accanto allo stadio, per celebrare il mito bianconero, è sorto il J-Museum. All’interno dello spazio espositivo tantissimi visitatori hanno già potuto godere del racconto della storia della Juventus e della nascita della leggenda bianconera, dalla fine dell’Ottocento ad oggi.

Fra le iniziative fuori dal campo la squadra torinese ha istituito il Liceo Juventus: si tratta di un programma innovativo riservato ai ragazzi del Settore Giovanile per mettere insieme la pratica calcistica con la scuola.

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Perché Torino è considerata una città magica? https://cultura.biografieonline.it/torino-citta-magica/ https://cultura.biografieonline.it/torino-citta-magica/#respond Thu, 06 Mar 2014 22:35:34 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9850 Non tutti sanno che in Italia esiste una città considerata da tutto il mondo esoterico la “città magica”, stiamo parlando del capoluogo di regione del Piemonte, Torino, la città della Mole Antonelliana. Secondo le interpretazioni date dal mondo esoterico, la città di Torino sarebbe uno dei vertici dei famosi triangoli magici: a detta di alcuni studiosi, del “triangolo bianco”, di cui gli altri due vertici sono la ceca Praga e la francese Lione, mentre per altri è il vertice primario del “triangolo nero” formato dalle città di Londra e dalla statunitense San Francisco.

Torino e la Mole antonelliana
Una veduta aerea di Torino e della Mole antonelliana

Secondo le teorie di altri studiosi di esoterismo, Torino deve la sua fama magica a due “poli energetici” identificati in città, quello positivo sito in piazza Vittorio e quello negativo che si trova in piazza Statuto, che darebbero al capoluogo piemontese la nomea di città delle streghe, nonché dal trovarsi sull’incrocio di due fiumi, il Po e la Dora Riparia, che per la tradizione occulta dovrebbero rappresentare il Sole e la Luna.

Ma soprattutto, Torino sarebbe un punto d’incontro di diverse linee sincroniche che compongono il reticolo molto irregolare di linee energetiche riconosciute dagli esoteristi che attraverserebbero il pianeta e a cui gli scienziati non sanno dare spiegazioni ma che già nell’antichità venivano chiamate “schiena di drago” dal popolo cinese. Questo dona a Torino una unicità di luogo geografico come pochi altri simili al mondo.

La realtà della nostra recente storia nazionale, invece, dimostra la fama di città magica di Torino: durante gli anni del Risorgimento italiano, lo Stato Pontificio si vedeva ostile e contrariato alla possibilità del formarsi dell’Unità d’Italia e condannò, tramite editto pontificio, il governo piemontese, e quindi la sua città capitale, all’appellativo di “diabolici”. Molto probabilmente da lì incominciò a nascere in tutto il mondo occidentale la sua fama ingiustificata che oggi gli occultisti e gli studiosi di mistero alimentano quotidianamente dimostrando eventi e situazioni definite “magiche”.

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