tolkien Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 23 Apr 2024 07:29:45 +0000 it-IT hourly 1 Lo Hobbit (romanzo): riassunto e trama del libro https://cultura.biografieonline.it/riassunto-e-trama-de-lo-hobbit/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-e-trama-de-lo-hobbit/#comments Mon, 22 Mar 2021 13:01:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1159 “Lo Hobbit”, è stato pubblicato il 21 settembre 1937 con il titolo “The Hobbit, There and Back Again”. In Italia è pubblicato dalla casa editrice Adelphi con il titolo “Lo hobbit o la riconquista del tesoro” ed è il preambolo al più conosciuto “Il Signore degli Anelli” che è stato pubblicato in 3 volumi tra il 1954 e il 1955.

Lo Hobbit, romanzo
Lo Hobbit, il libro

“Lo Hobbit” conserva alcuni argomenti chiave di tutta la saga inventata da J. R. R. Tolkien come ad esempio la Terra di Mezzo, luogo da cui tutte le storie hanno principi e fine e l’Unico Anello tema centrale de “Il Signore degli Anelli”.

Lo Hobbit, copertina del libro
Lo Hobbit, copertina del libro

Nell’idea di Tolkien la Saga, composta anche da un terzo libro “Il Silmarillion”, pubblicato postumo ad opera del figlio Christopher, doveva abbracciare quattro Ere temporali. La prima è appunto descritta ne “Il Silmarillion” in cui si racconta la genesi delle razze e la creazione del mondo: da qui si abbozzano personaggi e vicende che avranno un seguito ne il “Il Signore degli Anelli” che rappresenta la narrazione della seconda Era, in cui gli uomini perdono il loro potere e la loro supremazia e vengono creati gli Anelli del potere ad opera degli Elfi e della terza Era, dove avviene lo scontro fra uomini e elfi contro il signore oscuro Sauron e la distruzione definitiva dell’Unico Anello del potere. Mentre la quarta Era è raccontata appunto ne “Lo Hobbit”.

Lo Hobbit: riassunto del libro

Prima parte

Bilbo Baggins, uno hobbit, viene raggiunto nel suo villaggio da Gandalf, un mago che gli propone di seguirlo in un’avventura che lo porterà lontano da casa. Inizialmente Bilbo rifiuta, considerando la proposta del mago a dir poco fastidiosa, ma in seguito conosce un gruppo di nani che passano per il villaggio e che dovrebbero partecipare a questa avventura assieme a Gandalf e si fa convincere a partire con loro. Il capo del gruppo è un nano importante: Thorin Scudodiquercia, uno dei leader indiscussi della sua razza.

Parlando con i nani, che peraltro mangiano a casa sua senza complimenti, Bilbo scopre che lo scopo della loro avventura è il recupero di un tesoro nascosto all’interno della Montagna Solitaria e protetto da Smaug, un drago che ha sottratto il tesoro ai nani molto tempo prima e che non si è mai più mosso dalla montagna che ora costituisce la sua tana.

Allettato dalla possibilità di condividere il bottino, Bilbo decide di partecipare alla spedizione e il giorno successivo parte assieme ai nano in direzione della Montagna Solitaria. L’avventura si rivela, fin da subito, più impegnativa e difficile di quello che avevano immaginato. Durante il tragitto incontrano alcuni Trolls, contro i quali combattono anche se  quest’ultimi hanno la meglio e riescono a catturarli e ad imprigionarli. Tuttavia grazie ad un espediente creato da Gandalf, Bilbo e i nani riescono a fuggire mentre i Trolls vengono tramutati in pietra.

Seconda parte

All’interno delle grotte dei Trolls la compagnia trova tre spade magiche, una delle quali, Pungolo, sarà utile anche al nipote di Bilbo ne “Il Signore degli Anelli”. Il gruppo riesce quindi a giungere nella casa di Elrond dove può infine riposarsi e rileggere la mappa che indica la collocazione della Montagna. Questa mappa era appartenuta al padre di Thorin il quale l’aveva consegnata a Gandalf prima di morire e quest’ultimo l’aveva restituita al figlio.

Gandalf aveva subito notato, quando avevano osservato la mappa la prima volta a casa di Bilbo, la presenza di una porta laterale che permetteva di entrare nella montagna in modo più discreto senza svegliare il drago.

Adesso si pone il problema di come individuare il buco della serratura e il meccanismo di apertura della porta. Secondo le trascrizioni della mappa, infatti, si capisce che il buco è visibile solo nel giorno di Durin. A questo punto sono pronti per affrontare la Montagna Solitaria per raggiungere la quale dovranno attraversare le Montagne Nebbiose.

Dopo una lunga camminata decidono di fermarsi a riposare in una grotta e mentre dormono vengono assaliti dagli orchi. La situazione si fa disperata ma Gandalf riesce ad avere la meglio e a liberare i suoi amici. Tutti scappano fuori dalla montagna ma Bilbo si perde e incontra Gollum, una creatura strana che vive nelle grotte da tempo immemorabile.

Terza parte

A Gollum Bilbo ruba un anello che ha un potere magico: rende invisibili coloro che lo indossano. Si tratta dell’Anello del potere forgiato e appartenuto al Signore oscuro. Furono gli uomini a toglierglielo molti secoli prima durante una feroce battaglia.

Nel frattempo i nani e Gandalf fuggono nella foresta cercando di nascondersi nel folto della boscaglia. Ma alcuni ululati non lasciano presagire nulla di buono. Sono i Mannari, bestie immonde e alleate degli orchi. La compagnia si arrampica sugli alberi ma l’idea si rivela poco efficace perché gli orchi li raggiungo e danno fuoco alla sterpaglia, il fumo è opprimente e i nani rischiano di soffocare ma vengono salvati dalle aquile chiamate da Gandalf che li portano lontano dalla foresta e li depositano vicino al luogo in cui vive  Beorn, una creatura che si può trasformare in orso ma che al contrario di quello che credono non si rivelerà un nemico bensì un alleato prezioso per attraversare il Bosco Antro.

Gandalf a questo punto saluta la compagnia e si allontana dicendo che si deve occupare di altre questioni. Il gruppo, sotto la guida di Beorn, si addentra nel bosco ma presto i nani spinti dalla fame non seguono più il percorso e si allontanano in cerca di cibo affrontando nuovi e inaspettati pericoli. Uno di loro, Bomber, si addormenta colpito da un incantesimo, poi vedono degli elfi mangiare ma si tratta di un miraggio. Tuttavia il vero pericolo proviene dai predatori che affollano il bosco. I primi ad attaccarli, infatti, sono i ragni. Bilbo però riesce a salvarli grazie all’Anello che si rivela un potente alleato perché rende invisibile il suo possessore permettendogli ogni genere di azione. Bilbo, infatti, libera i nani dai ragni e in seguito li fa scappare anche dagli Elfi Silvani.

Quarta parte

Giungono quindi tutti assieme a Pontelagolungo. Qui sono ormai nei pressi della Montagna e la popolazione di Pontelagolungo, scoprendo qual è il loro intento, li accoglir con gioia nella speranza che liberino tutta la comunità dal drago Smaug. Il gruppo prosegue e in breve raggiunge la Montagna. Riescono a passare la porta e Bilbo, una volta esplorata la caverna centrale, individua il drago che dorme sopra ad una montagnola d’oro e di pietre preziose. Il drago vede Bilbo il quale con astuzia comincia a costruire un dialogo ambiguo che non permette al drago di capire la sua vera identità e in qualche modo lo tiene a bada.

Il drago, però, capisce che Bilbo è un alleato dei nani e cerca di dissuaderlo dal suo intento ingannevole. Durante il dialogo Bilbo si rende conto che il drago ha un punto debole, infatti la corazza che lo protegge non riesce a coprire l’incavo della parte sinistra del petto. Comunque, malgrado tutta l’attenzione e la cautela utilizzata, Bilbo non riesce a non far arrabbiare il drago che cerca di divorare tutta la compagnia. I nani e Bilbo, però, riescono a fuggire e allora il drago cerca di distruggere Pontelagolungo, la comunità posta vicino alla Montagna Solitaria.

Un arciere, consigliato da Bilbo, riesce però a colpire il drago nel punto non protetto dalla corazza e lo uccide. La morte del drago pone nuovi problemi perché gli Uomini del Lago e gli Elfi Silvani vogliono appropriarsi del tesoro a scapito dei nani; quest’ultimi presagendo il pericolo, mandano delle aquile messaggere per chiedere rinforzi in previsione della battaglia. Bilbo cerca di trattare con i nemici e regala loro l’Archepietra che però non li calma né li induce a rinunciare. Questo fallimento fa infuriare Thorin che rompe l’amicizia con Bilbo.

Quinta parte

A questo punto la guerra è inevitabile e, una volta giunti i rinforzi dei nani, capeggiati da Dain dei Colli Ferrosi, i due eserciti  decidono di fronteggiarsi: da una parte i nani e dall’altra gli uomini con gli elfi. Ma mentre lo scontro sta per realizzarsi arrivano gli orchi assieme ai lupi mannari e i due eserciti si alleano per contrastare i nuovi nemici. Inizia così la battaglia dei 5 eserciti: nani, uomini e elfi contro gli orchi e i lupi mannari.

La battaglia esplode con furia, sono molte le perdite da entrambe le parti. Thorin viene ferito mortalmente e prima di esalare l’ultimo respiro si riappacifica con Bilbo. La vittoria alla fine viene ottenuta dall’esercito dei nani, degli uomini e degli Elfi. E’ una vittoria condivisa che riappacifica i tre eserciti un tempo nemici e ora alleati. Dain, capo dei nani, diventa il nuovo Re della Montagna e decide di ripartire in modo equo le ricchezze che il drago aveva rubato. Anche Bilbo riceve la sua parte: due bauli di oro e argento e riparte verso casa.

Finale

Dopo un lungo viaggio ritorna nella sua Hobbitville, ma scopre con sconcerto che lo avevano dato per morto e che la sua casa e i suoi oggetti stanno per essere messi all’asta. Inoltre la maggior parte degli hobbit lo considera un personaggio strano e stravagante vista la sua decisione di partire per un’avventura ignota. Ma le sue nuove amicizie, elfi e nani, lo consoleranno venendolo a trovare periodicamente e stimolandolo a scrivere un libro di memorie: “Andata e Ritorno, Le Vacanze di un Hobbit” di Bilbo Baggins.

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Lo hobbit: La desolazione di Smaug https://cultura.biografieonline.it/hobbit-desolazione-di-smaug/ https://cultura.biografieonline.it/hobbit-desolazione-di-smaug/#comments Wed, 29 Oct 2014 16:18:55 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12402 Lo hobbit – La desolazione di Smaug” è il secondo film della trilogia de “Lo Hobbit”. Segue il primo film “Un viaggio inaspettato” e precede il terzo capitolo “La battaglia delle cinque armate“. Girato da Peter Jackson, lo stesso regista della trilogia del Signore degli Anelli, il film “La desolazione di Smaug” è uscito in Italia nel dicembre del 2013. Come gli altri film della trilogia citati, è tratto dal libro “Lo Hobbit” di J.R.R. Tolkien.

Lo Hobbit: La desolazione di Smaug (2013)
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug (poster del film)

Trama del film

La pellicola prende il via con l’arrivo di Thorin Scudodiquercia al villaggio di Brea: egli vuole conoscere la verità relativa alla scomparsa del padre Thràin. Avvicinato da Gandalf il Grigio, viene convinto a liberare il reame di Erebor dal drago Smaug.

In seguito, Thorin scopre che sulla sua testa pende una taglia; decide, in ogni caso, di radunare i suoi parenti nani e andare a liberare Erebor. Alla comitiva si aggiunge anche Bilbo Baggins, Hobbit che ha il compito di recuperare l’Arkengemma, tramite la quale i sette regni dei nani possono essere riuniti e si può combattere Smaug.

Un anno dopo, i tredici nani, insieme con Gandalf e Bilbo, stanno tentando di scappare da Azog e dai suoi orchi. Sul punto di essere scoperti, si rifugiano nella casa del muta-pelle Beorn. Questi, tuttavia, si rivela pericoloso sotto forma di orso e si mette all’inseguimento della compagnia. Tornato uomo, decide di aiutare i nani, regalando un pony a ognuno di loro, visto che odia gli orchi. Il gruppo quindi arriva vicino a Bosco Atro, dove Gandalf abbandona la compagnia per recarsi sulla Montagna Solitaria.

Bosco Atro, dove Bilbo e i nani si stanno avventurando, è però un luogo corrotto dal male: confonde, infatti, la compagnia, che viene poi imprigionata da alcuni ragni giganti. Bilbo riesce a scampare il pericolo grazie all’Unico Anello, che lo rende invisibile: è proprio in questa occasione, però, che egli si accorge del potere negativo dell’oggetto.

I nani vengono infine salvati dal principe di Bosco Atro, Legolas (personaggio che ritroveremo protagonista nella trilogia del Signore degli Anelli), alla guida di una squadra di elfi silvani, che però catturano il gruppo e lo imprigionano nel Reame Boscoso.

Trailer

Nel corso della prigionia, Kili, uno dei nani, stringe amicizia con l’elfa Tauriel, con la quale condivide la spensieratezza. Il gruppo, quindi, viene liberato da Bilbo, riuscito a rubare le chiavi delle celle. La fuga, però, viene complicata dall’arrivo degli orchi di Bolg. La compagnia dopo un inseguimento prolungato abbandona il Reame Boscoso, ma Kili viene ferito da una freccia avvelenata.

La comitiva, con l’aiuto del contrabbandiere Bard, giunge quindi a Pontelagolungo. Gandalf arriva presso le tombe dei Nove Nazgul, i quali però sono stati convocati a Dol Guldur. Anche Gandalf, pertanto, si reca a Dol Goldur.

Bilbo e i nani, nel frattempo, vengono portati da Bard a Esgaroth, città oppressa da un crudele governatore che odia lo stesso Bard. Quest’ultimo, tra l’altro, è il discendente di Girion, che – secondo la leggenda – tentò di uccidere il drago Smaug con alcune frecce nere, che scalfirono la sua corazza rendendolo attaccabile.

Seconda parte

I nani, in seguito, scappano, e vanno all’armeria per rubare delle armi. Durante la fuga, Kili cade dalle scale e si fa scoprire dalle guardie del Governatore: tutto il gruppo viene catturato. Thorin tenta di persuadere il governatore a lasciarli andare spiegando di essere il legittimo re; Bard, tuttavia, si oppone, invitando i suoi concittadini a non credere a Thorin, sostenendo che in caso contrario la città verrà colpita dal fuoco del drago.

Il governatore, in ogni caso, si fida di Thorin, allettato dalla sua promessa di ricchezze, e permette a lui e ai suoi compagni di raggiungere la montagna. Intanto, Tauriel – pensierosa per il destino di Kili – lascia il Reame Boscoso, inseguita da Legolas, innamorato di lei e geloso della situazione. Mentre Gandalf arriva a Dol Goldur e suggerisce a Radagast di far sapere a Galadriel dello scontro imminente con il Negromante, Kili a Pontelagolungo soffre, e viene accudito da Fili, Bofur e Oin.

Gandalf scopre che la fortezza non è mai stata abbandonata, e anzi vi vivono migliaia di orchi; si scontra quindi con il Negromante, che si rivela essere Sauron, l’Oscuro Signore di Mordor, a lungo esiliato e ora tornato nella Terra di Mezzo. Sauron sconfigge Gandalf e distrugge il suo bastone, prima di farlo prigioniero.

Frattanto, Thorin, Bilbo e gli altri nani giungono sulla montagna e riescono a penetrarvi per merito della chiave che Gandalf aveva ricevuto da Thàin. Thorin dice a Bilbo di andare in cerca dell’Arkengemma, ma lo Hobbit viene scoperto dal drago Smaug.

L'occhio del drago Smaug
L’occhio del drago Smaug

Finale

Dopo un dialogo con l’essere mostruoso, Bilbo cerca un riparo. Thorin e i compagni accorrono in suo soccorso, mentre l’ira del drago si avverte fino a Pontelagolungo. Bard decide di andare a battersi con lui, ma viene imprigionato dal governatore con l’aiuto del servo Alfrid. Gli orchi, nel frattempo, arrivano a Esgaroth intenzionati a eliminare i nani, ma vengono scoperti e fatti fuori da Tauriel e Legolas.

Kili viene curato con un’erba particolare da Tauriel. A Erebor Bilbo tenta di attivare le vecchie fornaci per far sì che Smaug venga sommerso da oro bollente. Il drago, tuttavia, rimane indenne e sceglie di vendicarsi sui cittadini di Pontelagolungo. Si mette, dunque, in volo verso la città, nonostante i tentativi di Bilbo di dissuaderlo.

Il film termina con Smaug che, più che mai minaccioso, pronuncia la frase: “Io sono fuoco. Io sono morte“.

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Trailer italiano del film Lo Hobbit (2012) https://cultura.biografieonline.it/lo-hobbit-trailer-ita/ https://cultura.biografieonline.it/lo-hobbit-trailer-ita/#respond Thu, 06 Sep 2012 09:30:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3688 Ecco in anteprima il trailer italiano del film “Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato” (2012, titolo originale: The Hobbit: An Unexpected Journey).

YouTube Video
Lo Hobbit, Locandina del film
Lo Hobbit, Locandina del film

Il film è tratto dal romanzo “Lo Hobbit” di J. R. R. Tolkien la cui storia precede quella de Il Signore degli Anelli, e girato da Peter Jackson, lo stesso regista della trilogia cinematografica della saga (La compagnia dell’anello, Le due torri, Il ritorno del re).

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Intervista a Paolo Danese https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-paolo-danese/ https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-paolo-danese/#comments Tue, 21 Feb 2012 16:17:25 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=660 Paolo DanesePaolo Danese. Nato a Torino nel 1984, cresciuto in giro per l’Italia, ha concluso la propria formazione scolastica presso il Collegio del Mondo Unito, a Victoria, in Canada. Completata una laurea magistrale in Relazioni Internazionali alla Cesare Alfieri di Firenze, con un anno di Erasmus a Londra, si è trasferito, nel 2011, ad Hong Kong, in Cina, luogo nel quale lavora e risiede. Da sempre appassionato del genere letterario fantasy, è autore del romanzo La minaccia di Taytos (Edizioni Montag, 2011), suo esordio narrativo a tutti gli effetti.

Intervistato, ha risposto ad alcune domande incentrate sul suo lavoro di scrittore di fantasy, genere che, in Italia soprattutto, rappresenta ancora un universo di nicchia.

Sei nato a Torino, hai vissuto un po’ in tutta Italia, con una “base” in Puglia. Hai studiato in Canada e a Londra, e attualmente lavori ad Hong Kong. E scrivi fantasy. Come mai questa passione per questo genere specifico? Che nasca, nel tuo caso, anche dal tuo peregrinare un po’ per il mondo: una sorta di ricerca e di bisogno di scoperta continua, d’altri mondi possibili?

Di sicuro un’infanzia e adolescenza un po’ vagabonda hanno stimolato in me la voglia di esplorare luoghi sempre nuovi. La scelta del fantasy in modo specifico credo nasca da un insieme di più fattori. Da un lato è un genere per il quale ho sempre provato passione sin dai tempi delle scuole medie inferiori, quando le sessioni di giochi di ruolo (in primis Dungeons & Dragons) erano una via di fuga. Poi, dopo aver vissuto in Canada, credo un altro livello sia subentrato: la mia immaginazione continuamente distillava i nuovi paesi visitati e le nuove esperienze che vivevo in storie epiche che si distaccavano dal mondo reale. Il fantasy mi ha permesso di creare un mondo dove tali avventure avessero un senso ed una continuità.

Quali sono le difficoltà di pubblicazione e diffusione che incontra un giovane scrittore come te, che ha scelto di “imbarcarsi” in un genere come il fantasy?

Direi notevoli. Sebbene i paragoni con realtà esterne all’Italia rischiano di essere fini a se stessi, non è difficile notare come in una qualsiasi libreria del Regno Unito, degli USA o persino qui in Cina, il fantasy è un genere che riceve molta più attenzione. Le cause di questa situazione meriterebbero forse un libro di saggistica a se stante, ma di sicuro credo una parte della colpa sia dovuta al fatto che troppo spesso il fantasy nostrano ha cercato solo di emulare il cugino anglosassone senza trovare una sintesi originale con l’enorme bagaglio culturale del Belpaese. Questo ovviamente ha un impatto sulle possibilità di pubblicazione in un mercato abbastanza “stretto”. Ciononostante, ci sono alcune coraggiose case editrici, soprattutto piccole, che non disdegnano gli autori nostrani e rischiano. Purtroppo ciò spesso significa che queste case editrici hanno grosse difficoltà a presentare i propri prodotti in maniera adeguata in giro per la penisola.

Com’è il livello italiano del fantasy e, soprattutto, la ricezione che ha verso il nostro pubblico di lettori? Puoi tracciare delle differenze rispetto agli altri paesi nei quali hai vissuto (compreso l’ultimo, ovviamente)?

Direi che il livello della letteratura pubblicata e` commisurato a quello dello stato del mercato del fantasy in Italia in generale. Da Francesco Dimitri a Licia Troisi a Francesca Angelinelli, ci sono autori che sono emersi ed hanno riscosso successo. Ciascuno ha dato un proprio apporto ad un sottogenere specifico del fantasy ma sento che manca profondamente una cultura del fantasy italiano che leghi questi e altri autori nostrani tra loro e che renda gli autori più affermati veri modelli per i nuovi arrivati. Per dirla con una battuta, manca la Scuola Holden del fantasy in Italia. Chissà, magari qualcuno si impegnerà a riguardo prima o poi!

Chi sono i tuoi modelli di scrittura fantasy e perché. E, se ne hai, i modelli universali.

In questo pantheon direi che la divinità maggiore è senza dubbio Tolkien, punto imprescindibile per chi è appassionato di fantasy, specialmente del sottogenere epico. Volendo fare un balzo di quasi sessant’anni in avanti dalla pubblicazione de Il Signore degli Anelli, al momento mi limiterei a citare due nomi tra tutti: Terry Brooks e Joe Abercrombie. Il primo è ben noto in Italia da almeno trent’anni quando venne tradotta La Spada di Shannara. Direi che il maggior contributo che Brooks ha dato a me personalmente è stato la capacità di creare un fantasy che trova un equilibrio notevole tra la necessità di creare e trasmettere al lettore un ambientazione d’ampio respiro mantenendo al tempo stesso un’attenzione particolare alla trama e alle psicologie dei protagonisti.
Joe Abercrombie e` invece secondo me un rappresentante del futuro del fantasy: è un autore giovane, purtroppo non ancora tradotto in italiano a quanto ne so. Ho letto i suoi primi quattro libri in inglese e devo dire che sono una ventata d’aria fresca. Anzi, sono proprio un cazzotto in faccia. Questo nel senso che Abercrombie fa quello che ogni bravo scrittore riesce a fare, prendere i topoi del genere e rovesciarli come un calzino. Da quel punto di vista i romanzi di Abercrombie sono innovativi come pochi altri che ho letto nel genere negli ultimi anni.
Modelli universali. E` una domanda difficile perché nonostante il fantasy sia la mia passione ho cercato di leggere di tutto: da “I Demoni” di Dostoevskij a “Lolita” di Nabokov, fino ad uno tra i miei preferiti, Chuck Palahniuk, autore di “Fight Club”. Se dovessi citare due opere che mi hanno segnato, dico “L’Alchimista” di Coelho e “L’Enigma del Solitario” di Gaarder. Due romanzi che (s)confinano nel fiabesco, non di genere fantasy ma che ricordo perché incarnano quella sospensione della incredulità che sta alla base della scrittura creativa.

La minaccia di Taytos in poche righe: cos’è e, soprattutto, perché.

La Minaccia di Taytos è il primo libro di una trilogia, perlomeno nelle mie intenzioni. È un romanzo che ha il compito di raccontare la prima grande avventura del protagonista della serie, Boren di Siskail, sulla cui vita ovattata da nobile si abbatte una tragedia dapprima familiare e poi qualcosa di ben più grande e sinistro. Il perché del romanzo credo richieda una risposta egoistica: perché mi piace raccontare storie e vorrei continuare a farlo. Credo ogni motivazione aggiuntiva, per quanto “nobile”, sarebbe eccessiva per un giovane scrittore alle prime armi!

Nel tuo libro, ci sono riferimenti alla realtà, pur con le naturali invenzioni previste dal genere? Insomma, uno scrittore di fantasy può dire la sua, forse e meglio, di un altro autore appartenente ad un genere “più terreno”?

Benché il mondo del romanzo abbia una vita a se stante, molti dei luoghi descritti sono stati ispirati dai miei viaggi. Quindi da quel punto di vista il mondo reale vi è riflesso e trasfigurato di certo. Per quanto riguarda il “dire la mia”, penso che riuscire a trasmettere un “messaggio” attraverso i romanzi sia un compito assai difficile. Sebbene la penna dell’autore tradisce sempre almeno alcune delle sue idee, ritengo sia importante perfezionarsi come veicolo della storia prima di essere in grado di modellarla su di un certo ideale. Al tempo stesso, credo che spesso ci sia molta più discussione di grandi temi morali in libri fantasy, vedi le opere di George Martin, che non in tanta narrativa all’apparenza più “realistica”.

È previsto il seguito di Taytos?

Grazie della domanda e la risposta è affermativa. Sono in fase di revisione del mio secondo romanzo che si espande sul conflitto e sulla storia raccontata nel primo. Non aggiungo altri spoiler.

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