testa Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 06 Jun 2024 14:38:55 +0000 it-IT hourly 1 Testa bianca e rosa: analisi del quadro cubista di Matisse https://cultura.biografieonline.it/testa-bianca-e-rosa-matisse/ https://cultura.biografieonline.it/testa-bianca-e-rosa-matisse/#respond Thu, 06 Jun 2024 14:05:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19699 Sono gli anni della prima guerra mondiale quando Henri Matisse decide di cambiare radicalmente il suo stile e di far acquistare importanza primaria alla geometria, facendo diventare la tavolozza cupa, usando colori dal verde al grigio, al viola e al nero. In questo periodo, nel 1914, realizza l’olio su tela, di centimetri 75 x 47, dal titolo “Testa bianca e rosa“, custodita al Centre Georges Pompidou di Parigi.

Testa bianca e rosa - Matisse - Tête blanche et rose - White and rose head
Testa bianca e rosa (Matisse, 1914)

Matisse e gli altri artisti

È il periodo in cui Matisse cerca di arruolarsi, di partire con i suoi amici Camoin e Puy. Richiesta che viene rifiutata. Da qui si trasferisce con la famiglia a Tolosa, poi a Collioure, ed è qui che entra in contatto con Juan Gris, un artista madrileno che, insieme a Georges Braque e Pablo Picasso, aveva contribuito alla nascita del Cubismo.

Qui Matisse ritrova altresì alcuni amici fauves. In più, l’artista frequenta il futurista Gino Severini. Insomma, si tratta di incontri che influiscono sulla sua arte di questi anni, che si appiattisce in forme geometriche.

Matisse e il Cubismo

Il cubismo viene fatto risalire proprio ad un’osservazione di Matisse fatta davanti al dipinto, “L’Estaque“, di Georges Braque esposto al Salon d’Automne. E’ così che la frase “piccoli cubi” di Matisse viene riportata dal critico d’arte Louis Vauxcelles, che per primo utilizza il termine cubismo, per indicare quel movimento artistico d’avanguardia nato a Parigi intorno al 1907.

Nelle opere cubiste il soggetto è spezzato, viene analizzato e poi assemblato in forma astratta. Viene a formarsi un ambiguo spazio vuoto, che caratterizza appunto questo movimento artistico.

Il quadro Testa bianca e rosa (Tête blanche et rose)

In questo contesto nasce quest’opera di Matisse, “Testa bianca e rosa”. La figura rappresenta il ritratto della prima figlia Marguerite, quasi astratto, che il pittore realizza a Parigi nel 1914, nel suo studio di Quai Sanint-Michel.

Il dipinto è caratterizzato da questo volto geometrizzato, dai tratti neri, con il viso colorato a metà. Una parte è colorata di rosa, mentre l’altra parte è bianca. Al collo della donna c’è una collana con ciondolo, il collo è grigio, e si intravede dalla scollatura della camicia a righe rosa e viola.

Con l’avvento della guerra, anche l’arte di Matisse assume una piega malinconica, carica di dolore. Sono anni molto tristi per il pittore, che si sente in colpa per non aver partecipato attivamente, combattendo al fronte.

L’artista francese è lontano dalla famiglia, continua uno studio attento del cubismo di Juan Gris e Pablo Picasso, che trasforma in creazioni schematiche dalle forme geometriche, dall’uso di colori scuri. Il nero diventa talmente carico da conferire alla tela una luce vibrante.

L’evoluzione di Matisse

È il periodo questo che lo porta a dipingere quasi sempre sua moglie Amelie e sua figlia Marguerite. Poi nel 1916 incontra l’italiana Lorette, che inizia a considerare sua musa ispiratrice. Un incontro che si rivela positivo. E’ il momento in cui Matisse è alla ricerca di se stesso, di un nuovo stile e una nuova personalità.

Il pittore non si riconosce più nel fauvismo che aveva inventato, né nel cubismo a cui si era avvicinato e neppure nella passione che lo legava a Van Gogh. Sono mesi di grande turbamento, che tuttavia si risolvono grazie all’incontro con la modella italiana, anche se inizialmente il rapporto di lavoro si rivela traumatico. Pian piano si passa a livelli di armonizzazione lasciando spazio ad imposizioni dolci.

Nel biennio 1915–1917 Matisse ricomincia a raffigurare ciò che aveva osservato durante il viaggio in Marocco: le Odalische, per esempio.

Descrizione e analisi sintetiche per punti

Descrizione

  • Il dipinto raffigura la testa di una donna, con il viso diviso in due metà: il lato sinistro è bianco, mentre il lato destro è rosa.
  • Le forme del viso sono semplificate e geometriche, con linee curve e spigolose che definiscono i lineamenti.
  • I colori sono piatti e non mescolati, creando un effetto di contrasto intenso tra il bianco e il rosa.
  • Lo sfondo è neutro e non ha dettagli, concentrando l’attenzione sul viso della donna.

Analisi

  • Influenze del cubismo: Testa bianca e rosa mostra l’influenza del cubismo, un movimento artistico che si sviluppò all’inizio del XX secolo. I cubisti frammentavano le forme degli oggetti in piani geometrici, rifiutando la prospettiva tradizionale. In questo dipinto, Matisse scompone il viso della donna in forme semplici e geometriche, creando un effetto di astrazione.
  • Uso del colore: Il colore gioca un ruolo fondamentale in Testa bianca e rosa. Il contrasto tra il bianco e il rosa è audace e vibrante, creando un senso di energia e movimento. I colori piatti e non mescolati accentuano l’effetto di astrazione del dipinto.
  • Espressione: L’espressione del viso della donna è ambigua. Può essere interpretata come serena, meditativa o addirittura ansiosa. L’assenza di dettagli nello sfondo contribuisce a questa ambiguità, lasciando all’osservatore la libertà di interpretare l’opera.
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Testa o croce: da dove deriva, come si dice in inglese, è veramente imparziale? https://cultura.biografieonline.it/perche-si-dice-testa-o-croce/ https://cultura.biografieonline.it/perche-si-dice-testa-o-croce/#comments Fri, 27 Oct 2023 15:11:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2011 Da dove deriva il termine testa o croce
1 lira del 1863
1 lira del 1863: faccia raffigurante “testa”
1 lira del 1863
1 lira del 1863: faccia raffigurante “croce”

Il termine testa o croce è molto comune e si utilizza quando si deve effettuare una scelta tra due possibilità, utilizzando la tecnica del lancio di una moneta.

Associando la propria scelta alla testa o alla croce, decretiamo quella ottenuta a seconda di quale faccia della moneta sarà mostrata dopo averla lanciata in aria (o averla presa al volo tra le mani).

Questa tecnica cambia il suo nome in base alle raffigurazioni presenti sulle facce delle monete utilizzate.

Il nome che attribuiamo comunemente in Italia deriva dalle monete raffiguranti il volto del re e il simbolo cristiano della croce.

Nell’antica Roma si chiamava “navis aut caput” (nave o testa), in quanto su alcune monete romane era raffigurata una nave su un lato e la testa dell’imperatore dall’altro.

Testa o croce

Come si dice testa o croce in inglese

  • In inglese “head or tail” (testa o coda), testa del monarca e coda del leone araldico;

Come si dice negli altri paesi

  • in Germania, “Kopf oder Zahl” (testa o numero), dato che su di un lato della moneta era indicato il valore della stessa;
  • in Irlanda, “heads or harps” (teste o arpe), in quanto questo strumento musicale è raffigurato sulle monete molto spesso;
  • in Brasile, “cara ou coroa” (faccia o corona);
  • in Messico “águila o sol” (aquila o sole);
  • in Russia “орёл или ре́шка” (aquila o l’altro simbolo);
  • ad Hong Kong testa o parola, dato che sulle monete il valore è scritto per esteso.

È veramente imparziale?

La logica farebbe pensare – e prevedere – che il lancio di una moneta porti al 50% di possibilità che esca Testa, e al 50% di possibilità che esca Croce.

Una ricerca del 2023 dimostra che la pratica del lancio della monetina non è imparziale.

Quando gettiamo in aria una monetina, il lato che guarda verso l’alto prima del lancio, vince nel 50,8% dei casi.

La ricerca sperimentale è stata condotta dall’università di Amsterdam, sotto la guida professor Eric-Jan Wagenmakers.

Il prof ha arruolato prima 5 studenti, che hanno compiuto 15mila lanci ciascuno, registrando i risultati. Poi ha accolto altri volontari, per un totale di 48. Questi hanno gettato in aria 46 dischi di valute diverse: i test registrati sono stati 350.757.

L’imparzialità del lancio della moneta era già stata messa in discussione e smontata matematicamente nel 2007. Allora, Persi Diaconis, Susan Holmes e Richard Montgomery della Stanford University (due matematici e uno statistico) elaborarono un loro modello.

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Mal di testa: differenze tra emicrania, cefalea, grappolo e cerchio https://cultura.biografieonline.it/mal-di-testa-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/mal-di-testa-differenze/#comments Tue, 04 Apr 2023 13:26:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27363 Il termine mal di testa è usato frequentemente in modo generico. Quando si parla di patologie i termini più ricorrenti sono invece emicrania e cefalea. Queste non sono due patologie differenti. Tuttavia non sono nemmeno sinonimi. Cerchiamo qui di fare chiarezza sui termini.

Mal di testa: differenze tra emicrania e cefalea
Quali sono le differenze tra i termini emicrania e cefalea ?

Attenzione: questo non è un articolo medico e non vuole affrontare l’argomento del mal di testa – di cefalea ed emicrania – dal punta di vista medico. Il chiarimento che andiamo ad approfondire è sull’uso corretto dei due sostantivi.

Cefalea

Quando si parla di cefalee (plurale) oppure di cefalea (singolare) si fa riferimento a qualsiasi tipo di mal di testa. Possiamo pertanto utilizzare i termini “mal di testa” e “cefalea” come sinonimi.

In particolare si definisce cefalea un dolore che si avverte nella zona della testa – solitamente di una certa intensità – che collega la zona occipitale dell’occhio con quella dell’orecchio.

Cefalee primarie e cefalee secondarie

In medicina esistono oltre 100 tipologie di cefalea. Esse sono divise generalmente in due categorie:

  • cefalee primarie
  • cefalee secondarie

Si parla di cefalea primaria quando il mal di testa non è connesso a nessuna altra patologia.

Si chiama cefalea secondaria quando il dolore alla testa compare come conseguenza di qualche altro problema; sono esempi: la sinusite, oppure la comparsa dei denti del giudizio.

Emicrania

L’emicrania è un caso specifico di cefalea. L’emicrania è la più importante tra le cefalee; un attacco di cefalea può rendere invalidante chi lo subisce.

L’emicrania è una patologia del sistema nervoso centrale; a essere colpiti sono soprattutto i neurotrasmettitori del cervello e i circuiti del dolore.

Visita anche: elenco di frasi sul dolore.

Dal sito amico: aforismi.meglio.it

Mal di testa: caratteristiche dell’emicrania

Quando è presente un’emicrania si ha un dolore prolungato per un tempo che può variare da 4 ore fino a 3 giorni. Solitamente si riscontrano almeno 2 tra queste 4 caratteristiche:

  • il dolore è di tipo pulsante;
  • l’intensità del dolore è media oppure forte;
  • l’attività motoria (esempi: camminare, salire le scale) fa acuire il dolore;
  • il dolore è localizzato in un unico lato della testa.
Mal di testa - headache
Mal di testa: in inglese si dice headache

Altri termini: cefalea a grappolo e cerchio alla testa

Abbiamo pertanto fatto chiarezza sull’uso dei termini cefalea ed emicrania. Riassumiamo brevemente: cefalea è il termine che indica il mal di testa in modo generale; emicrania è il caso medico più importante di cefalea.

Ci sono altri due termini che vengono sovente citati quando si parla di mal di testa: cefalea a grappolo e cerchio alla testa. Indicano entrambe casi di cefalee primarie.

Cefalea a grappolo

La caratteristica del nome deriva dal fatto che si presenta sotto forma di attacchi ripetuti, ognuno della durata relativamente breve (tra 30 e 60 minuti).

Nelle cefalee a grappolo il dolore è piuttosto violento. Esso viene percepito concentrato su un lato solo della testa, solitamente tra l’occhio e lo zigomo.

Cerchio alla testa

La sensazione del “cerchio alla testa” è piuttosto diffusa ed è collegata a una tensione dei muscoli di collo e spalle. In ambito medico si definiscono cefalee muscolo-tensive.

Il cerchio è causato dalla contrazione dei muscoli di collo o spalle (o entrambe). In questi casi il dolore parte generalmente dalla nuca e si sviluppa nella testa nella sua interezza.

La cefalea muscolo-tensiva può essere episodica (meno di 15 giorni al mese), oppure cronica quando si presenta in modo abbastanza costante, nell’arco di sei mesi. Per ogni ulteriore approfondimento è bene rivolgersi al proprio medico di fiducia.

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Giramenti di testa. Perché gira la testa? https://cultura.biografieonline.it/perche-gira-la-testa/ https://cultura.biografieonline.it/perche-gira-la-testa/#comments Fri, 07 Jan 2022 15:00:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8851 Da cosa dipendono i giramenti di testa?

Sono diversi i fattori da cui dipendono i giramenti di testa: essi sono legati a diverse condizioni del nostro organismo. Tra le cause più frequenti in primo luogo troviamo le alterazioni pressorie. In particolar modo, la pressione bassa provoca la sensazione di capogiri, insieme a sudorazione fredda, tachicardia, perdita dell’equilibrio ed in alcuni casi vampate di calore.

capogiro - ragazza a cui gira la testa
Quali sono le cause dei giramenti di testa?

Capogiri e glicemia

I giramenti di testa possono essere dovuti anche ad un’alterazione della glicemia. I capogiri avvengono se si è affetti da diabete, se si segue una dieta molto rigida o se non si è mangiato per un lungo lasso di tempo.

I capogiri spesso sono dovuti anche a problemi di tipo cervicale. L’artrosi cervicale è uno dei sintomi più frequenti che arrecano capogiri; tra gli altri fattori che influiscono, troviamo: la carenza di ferro, un periodo più o meno lungo di convalescenza, lo stress, l’ansia, gli attacchi di panico e gli sbalzi ormonali.

L’orecchio

I giramenti di testa, possono anche dipendere da patologie correlate all’orecchio, dato che all’interno dello stesso, è presente un labirinto responsabile dell’equilibrio.

Nell’orecchio interno, insieme all’apparato cocleare troviamo gli organi del senso dell’equilibrio, detti sistema vestibolare o apparato vestibolare che invia al nostro cervello, le varie informazioni riguardanti rotazione, accelerazione e posizione del corpo e della testa.

Tutti coloro che soffrono di gastrite o di riflusso esofageo, oltre ai normali sintomi di bruciore allo stomaco che la patologia comporta, possono soffrire anche di capogiri. L’emicrania e la cefalea, le eventuali sinusiti ed i raffreddori sono i sintomi che in modo meno frequente possono causare giramenti di testa. Insomma, sono svariati i motivi per cui la testa gira ma l’importante è non sottovalutare il sintomo cercando di prevenirlo ed eventualmente poi curarlo.

Nota bene

Le informazioni qui contenute sono da intendersi di carattere puramente divulgativo. Per una corretta analisi della propria situazione e della propria salute è sempre opportuno rivolgersi a un medico professionista di fiducia.

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Che cos’è il ritmo circadiano https://cultura.biografieonline.it/ritmo-circadiano/ https://cultura.biografieonline.it/ritmo-circadiano/#comments Thu, 26 Oct 2017 06:51:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23532 Noi tutti possediamo un “orologio interno” che dovremmo sempre rispettare per mantenere un equilibrio psico-fisico: ecco cos’è il ritmo circadiano.

Essere più attivi durante il giorno e aver bisogno di dormire quando fa buio, provare appetito in certi momenti della giornata: ciò che regola le manifestazioni del nostro corpo nell’arco delle 24 ore non sono tanto le abitudini, quanto un meccanismo interno alquanto “complicato”: il ritmo circadiano. Di cosa si tratta? E’ perché è così importante?

Ritmo circadiano

Gli studi sull’orologio interno

Da tempo si conosce l’esistenza di una specie di “orologio” che regola i ritmi vitali. Già nel Settecento lo scienziato De Marain studiò le piante di Mimosa pudica, che si aprivano di giorno, con il sole, e si chiudevano di notte. Spostando la pianta al buio, lo studioso si accorse che le foglie seguivano il medesimo ritmo: segno che la pianta ne aveva uno tutto suo.

mimosa pudica
La sensitiva (Mimosa pudica) deve il nome alla sua capacità di rispondere a stimoli tattili richiudendo le foglie su se stesse. Non è la mimosa simbolo dell’8 marzo.

Lo stesso avviene per l’uomo: anche in assenza di alternanza luce-buio e senza punti di riferimento ha appetito, sonno, è attivo oppure stanco. Tutto ciò è merito del ritmo circadiano, scoperto da tre ricercatori americani Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young. La scoperta del nostro “orologio biologico” (e del suo meccanismo) è valsa a questi scienziati il premio Nobel per la medicina 2017.

E’ una questione di proteine

Gli studiosi hanno isolato alcuni geni che controllano il ritmo biologico quotidiano. Questi sono, per esempio, il gene Per o “period” (periodo9, Tim o “timeless” (senza tempo), e Doub “doubletime” (doppio tempo9, che codificano determinate proteine che vengono accumulate o disperse nell’organismo nei vari momenti della giornata e riescono, attraverso complessi meccanismi biochimici, a influenzare il ritmo sonno-veglia, il metabolismo, il senso di sazietà e l’appetito, la temperatura del corpo, i valori della pressione arteriosa e altro ancora.

Ad ogni ora la giusta attività

  • Alle sei del mattino avviene il rilascio di cortisolo e adrenalina, gli ormoni che ci rimettono in moto.
  • Fino a mezzogiorno, si è al massimo della vigilanza.
  • Nel primo pomeriggio si è invece soggetti ad una migliore coordinazione dei movimenti e si hanno tempi di reazione più brevi.
  • A metà pomeriggio la temperatura corporea sale e la pressione è più elevata.
  • Verso sera l’organismo produce melatonina, l’ormone che predispone al rilassamento.
  • Tra mezzanotte e le prime ore del mattino si svolgono le varie fasi del sonno e la temperatura corporea scende al minimo.

Non sempre i ritmi circadiani corrispondono ai ritmi della vita di oggi. Questo sfasamento, che genera malessere con sintomi veri (mal di testa, nervosismo) si avverte di più quando si viaggia spostandosi di diversi fusi orari: occorre tempo per adattarsi ai nuovi ritmi esterni.

Gufi, allodole e piante

Il ritmo circadiano non è uguale per tutti: il 60% delle persone è soggetto ad un’alternanza sonno-veglia che coincide con quella luce-buio. I “gufi” (che rappresentano il 30%) hanno il ritmo circadiano spostato in avanti rispetto ai fattori esterni. Producono cortisolo e adrenalina più tardi al mattino e hanno un calo di attenzione e di pressione più tardi, quindi sono attivi anche a tarda sera.

Le “allodole”, cioè il 10%, sono attive già all’alba, rendono ancora bene nelle ore centrali del giorno, ma nel pomeriggio avvertono sonnolenza e hanno bisogno di andare a letto presto.

Il ritmo circadiano ha un effetto anche sulle piante, che sono particolarmente sensibili ai cambiamenti di luce e temperatura, permettendo lo svolgimento della fotosintesi e di conseguenza favorendo la crescita e lo sviluppo delle stesse.

I disturbi del ritmo circadiano

Nei mammiferi, come nell’uomo, vi è una zona del cervello che ha la precisa funzione di regolare alcuni ritmi biologici come il sonno. L’attività di questa zona cerebrale viene influenzata dalle luci che filtrano attraverso la retina durante il giorno, e dalla produzione di melatonina da parte dell’ipofisi nelle ore serali. Se tali condizioni vengono alterate per qualche causa esterna, l’orologio esogeno e quello endogeno dell’organismo si sfasano allontanandosi di un range di qualche ora.

Se il “pace-maker” posizionato all’interno dell’ipotalamo non riesce a far fronte a tale sfasatura si originano i disturbi del ritmo circadiano, che provocano diverse conseguenze sulla vita sociale e di relazione. Tra questi: difficoltà di concentrazione, problemi nel prendere sonno o continui risvegli notturni, stanchezza fisica, scarso rendimento scolastico o professionale.

Tra i tipici disturbi del ritmo circadiano rientrano quelli comuni da jet lag o da turnismo. Chi svolge turni di notte o è costretto a prendere varie volte l’aereo per lavoro, corre il rischio, ad esempio, di avere una pressione arteriosa più alta rispetto ad altri. Questo può avere ripercussioni sulla salute a lungo termine.

Ritmo circadiano e oncologia

Rispettare il proprio ritmo circadiano è di fondamentale importanza per un miglior benessere psico-fisico. Recenti studi hanno dimostrato che alcuni tipi di tumore si sviluppano maggiormente nei soggetti che non rispettano tale ritmo. Inoltre anche le cure oncologiche andrebbero effettuate in base all’orologio biologico dei singoli individui. Per ottenere un miglior effetto della terapia antitumorale i farmaci andrebbero somministrati in determinati orari.

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Davide con la testa di Golia, opera di Caravaggio. Analisi dell’opera https://cultura.biografieonline.it/davide-con-la-testa-di-golia/ https://cultura.biografieonline.it/davide-con-la-testa-di-golia/#comments Fri, 13 May 2016 14:54:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18352 Caravaggio è il pittore della luce. La sua pittura utilizza la luce per dare un tono drammatico alla scena. Il passo che compie e che fa compiere all’arte pittorica è sovrumano e cambia, da quel momento in poi, l’utilizzo della luce che nella pittura non sarà più uguale a prima. Fra i molti dipinti che hanno reso immortale Michelangelo Merisi da Caravaggio, e che dimostrano come la luce diventa racconto drammatico della vita, troviamo “Davide con la testa di Golia“.

Davide con la testa di Golia - Caravaggio
Davide con la testa di Golia (Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1609-1610) – Olio su tela, 125 x 100 cm – Galleria Borghese, Roma

Davide con la testa di Golia: analisi del dipinto

Capolavoro straordinario che suscita in me le emozioni più forti. “Davide con la testa di Golia” è un quadro incredibile se si analizza in dettaglio ciò che rappresenta. Un giovane, si suppone il Caravaggio stesso quando era un adolescente, tiene in mano la testa di Golia, che è il ritratto di Caravaggio da vecchio, che da poco ha staccato dal corpo con un colpo di spada.

Golia - Davide con la testa di Golia - dettaglio
La testa di Golia in dettaglio: il volto sarebbe quello dello stesso Caravaggio

Infatti, gli occhi di Golia sembrano emanare ancora un barlume di vita, una manciata di secondi in cui forse ancora l’afflato vitale è nel corpo mozzato, prima di scomparire definitivamente. La luce, che viene da sinistra, mostra il volto e il petto di Davide teso mentre tiene la testa del suo se stesso in pugno; la stessa luce racconta come la vita di Golia–Caravaggio sia finita male e abbia avuto un trascorso di sofferenza e trascuratezza. Davide guarda il volto di Golia sfatto e distrutto dalla corruzione di una vita dissoluta, mentre lui è ancora puro e incorrotto.

La condizione di Caravaggio

Mentre Caravaggio dipingeva questo quadro aveva trentotto anni e gli pendeva sul capo una condanna a morte per decapitazione. E allora, se davvero Caravaggio a memoria ha dipinto se stesso da giovane mentre uccide il Caravaggio maturo e corrotto, l’emozione che si prova nell’ammirare questi due volti del pittore è travolgente.

L’emozione

Come è profonda e intensa è l’emozione che suscita il contesto che possiamo ricostruire immaginando cosa può aver significato per Caravaggio decidere di dipingere se stesso in due stadi diversi della sua vita.

Meraviglia e stupore di fronte ad un capolavoro, ma anche la consapevolezza di potersi specchiare di fronte ad un passo decisivo della vita di ogni uomo e che ogni essere vivente vive nella propria intimità: il confronto fra la propria giovinezza e il tempo che è passato. E’ un dono importante questo dipinto, non solo per la sublime tecnica utilizzata ma anche per il coraggio che Caravaggio ha dimostrato nel dipingerlo.

Da ricordare anche l’opera, sempre di Caravaggio, che affronta lo stesso tema, realizzata nel periodo 1597-1598: Davide e Golia (dipinto conservato presso il Museo del Prado di Madrid).

Analisi dell’opera con commento video

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Perché gli uccelli nascondono la testa sotto l’ala? https://cultura.biografieonline.it/uccelli-nascondono-testa-sotto-ala/ https://cultura.biografieonline.it/uccelli-nascondono-testa-sotto-ala/#respond Sun, 05 Jan 2014 15:48:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8983 Secondo studi effettuati da ornitologi, molte specie di uccelli hanno l’abitudine di nascondere la testa sotto l’ala quando dormono oppure si accovacciano in modo da nascondere le zampe con le loro piume; questo per ridurre la dispersione di calore delle parti estreme del loro corpo, risparmiando così energia.

Uccelli con la testa sotto l'ala
Uccelli con la testa sotto l’ala: un fenicottero rosso e un cigno

Tale atteggiamento fa si che il loro corpo mantenga una temperatura calda poiché è come se si infilassero sotto un caldo piumino. Tale comportamento lo si può rilevare soprattutto negli uccelli cosiddetti lacustri, come il fenicottero che infila la testa, ruotandola all’indietro, sotto le piume dell’ala per ridurre di conseguenza la dispersione di calore corporeo. Per la medesima ragione, i fenicotteri stanno in piedi con una sola zampa anche per delle ore, ritirando l’altra, dato che le parti estreme del corpo sono meno protette contro il freddo dal loro piumaggio. L’atteggiamento di accovacciarsi, inoltre, garantisce in assoluto un’ulteriore protezione da attacchi da parte di predatori e altri animali mal intenzionati.

In effetti per molte specie di uccelli la sopravvivenza dai rapaci ed il ripararsi dalle intemperie sono i componenti fondamentali della loro esistenza. E così alcune specie di passeriformi di bosco dormono dove le foglie sono più folte, per tentare di sfuggire ai possibili agguati da parte di rapaci notturni, mentre i galliformi per sfuggire ai predatori terrestri, trascorrono la nottata sugli alberi. E’ stato inoltre evidenziato come molti uccelli usino qualche ora del giorno per riposarsi, per poter essere più svegli durante la notte. Ore comunque che non vengono adibite alla ricerca del cibo.

Anche le rondini in migrazione, in caso di forti abbassamenti della temperatura, adottano un comportamento particolare dormendo in gruppo. Altre specie di uccelli, per difendersi dal freddo della notte, invece, risparmiano l’energia del calore cadendo in una sorta di piccolo letargo.

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