terroristi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 02 Aug 2019 13:00:12 +0000 it-IT hourly 1 Achille Lauro: breve storia del sequestro della nave https://cultura.biografieonline.it/achille-lauro-storia/ https://cultura.biografieonline.it/achille-lauro-storia/#respond Fri, 22 Jan 2016 16:31:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16292 Sono passati oltre 30 anni dal sequestro della nave Achille Lauro, avvenuto il 7 ottobre 1985. Fu allora che quattro terroristi palestinesi sequestrarono la nave da crociera italiana, per poi liberare gli ostaggi due giorni dopo, il 9 ottobre.

Sequestro Achille Lauro - giornale - 7 ottobre 1985
Il sequestro dell’Achille Lauro: la prima pagina del Corriere della Sera del 9 ottobre 1985

Il sequestro dell’Achille Lauro

Il sequestro avvenne al largo delle coste egiziane. A bordo della nave c’erano 400 persone, gli altri passeggeri si trovavano a terra per un’escursione. Intorno alle 13 del 7 ottobre, i terroristi armati prendono il controllo dell’Achille Lauro: durante il processo dichiararono che in realtà volevano compiere un attentato nel porto israeliano di Ashdod, una delle tappe della nave, ma essendo stati scoperti, decisero di eseguire il sequestro. In cambio, i quattro terroristi, dichiaratisi appartenenti all’Olp, chiesero subito la liberazione di 52 palestinesi detenuti in Israele. In verità, i terroristi appartenevano al Fronte per la liberazione della Palestina, gruppo radicale all’interno dell’Olp, che si opponeva alla linea di Yasser Arafat, che negò ogni responsabilità.

Achille Lauro - Nave
Una foto della nave Achille Lauro. Il suo nome viene dall’armatore napoletano (1887 – 1982).

La liberazione degli ostaggi

È così che il governo italiano (Bettino Craxi) con il ministro degli Esteri (Giulio Andreotti) decise di chiedere la collaborazione del presidente palestinese. Una mossa che permise, grazie all’invio di due mediatori da parte di Arafat, di liberare gli ostaggi: i dirottatori, infatti, si consegnarono alle autorità egiziane. Da quel momento, l’Achille Lauro si diresse a Port Said, attraccando il 10 ottobre 1985.

La reazione degli Stati Uniti

La fine del sequestro non fu senza conseguenze, dal momento che si apprese che i terroristi avevano ucciso Leon Klinghoffer, un ebreo e cittadino americano, disabile, che era stato ucciso e buttato in mare. Così gli Stati Uniti decisero di reagire: quando l’aereo egiziano con a bordo i terroristi decollò per recarsi a Tunisi, scattò l’azione degli Stati Uniti che intercettando l’aereo, lo fecero atterrare nella base Nato di Sigonella, dopo che il presidente, Ronald Reagan, ottenne il permesso all’atterraggio da Craxi. Da qui, la rivendicazione di gestire la situazione da parte del governo italiano, che non permise agli Stati Uniti di prelevare i terroristi e i mediatori dell’Olp: così l’aereo venne circondato dai militari italiani, impedendo agli americani di avvicinarsi.

L’arresto dei terroristi

I terroristi vennero arrestati dagli italiani, e fu negata a Reagan la consegna dei dirottatori per farli processare in America: Craxi rispose infatti che i quattro erano colpevoli di reati commessi in acque internazionali ma su una nave italiana e, di conseguenza, la competenza era della magistratura italiana. Da qui i terroristi furono portati in carcere, a Siracusa, poi processati e condannati. Tra i mediatori, venne condannato in contumacia come mandante dell’azione Abu Abbas, che prima venne liberato in quanto ancora identificato come mediatore. Successivamente rifugiatosi in Iraq, fu poi catturato nel 2003 dagli americani e morì in carcere l’anno successivo.

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Isis: cosa è? La spiegazione https://cultura.biografieonline.it/isis-minaccia-mondiale/ https://cultura.biografieonline.it/isis-minaccia-mondiale/#respond Wed, 24 Sep 2014 11:06:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12111 L’Isis è un gruppo terroristico conosciuto in Occidente per essere il principale avversario militare del regime siriano di Bashar al Assad. Nel 2012 sono iniziati i primi scontri con le truppe regolari siriane. Tuttavia l’Isis ha un’identità e scopi più complessi. Si definisce uno “stato” che ha lo scopo di fondare un califfato. Il significato della sigla è: Stato Islamico dell’Iraq e del Levante.

Un missile Scud in mano alle forze militari dell'Isis
Luglio 2014: un missile Scud mostrato dall’Isis per propaganda (Foto: NBC news)

Le sue basi sono distribuite su un territorio assai vasto, posto fra l’Iraq e la Siria, in cui agisce in modo autonomo, ricavando le risorse economiche per le sue attività militari e terroristiche dai giacimenti petroliferi e dalle centrali elettriche sottratte dalle truppe allo stato Siriano.Il suo scopo militare non è solo la distruzione dell’Occidente ma anche fomentare una guerra interna all’Islam e contro tutti i mussulmani che vengono definiti o si definiscono moderati.

Bashar Al-Assad
Bashar Al-Assad, leader politico e presidente della Siria

Dove nasce l’ISIS

L’Isis, in un certo senso, nasce da Al Qaeda, il gruppo terroristico conosciuto soprattutto per aver organizzato gli attacchi alle Torri gemelle di New York, l’11 settembre 2001. Il primo leader dell’Isis è stato Abu Musab al-Zarqawi, uno dei leader di Al Qaida, che nel 2000 si staccò da Bin Laden e decise di fondare una propria organizzazione. Al-Qaida era nata per colpire tutti i paesi occidentali che avevano interessi ed esercitavano pressioni militari, politiche ed economiche sui paesi mussulmani. Zarqawi invece ebbe l’ambizione di voler scatenare una guerra religiosa fra sunniti e sciiti.

Bin Laden
Osama Bin Laden

Scopo e ideologia dell’Isis

L’obiettivo dell’Isis di al-Zarqawi era la creazione di un califfato di religione sunnita. Per farlo Zarqawi aveva progettato una serie di attentati molto cruenti in siti turistici e in luoghi ad ampia densità di persone, come luoghi religiosi o commerciali. Lo scopo era seminare il terreno mettendo in seria difficoltà le istituzioni, e facendo sollevare i sunniti a favore del califfato.

Breve storia dell’Isis

Per realizzare questo progetto, Zarqawi ordinò nel 2003 di fare esplodere un’autobomba in una delle moschee della città di Najaf. Morirono 125 persone di religione sciita e fra queste il leader sciita Muhammad Bakr al-Hakim. Ma fu solo l’inizio.

Gli attentati si moltiplicarono e il gruppo di al-Zarquawi, che all’epoca si chiamava AQI, si alleò con Osama Bin Laden.

Nel 2006 Zarqawi venne ucciso dagli americani e al-Baghdadi prese il suo posto. Gli attentati continuarono ma la strategia degli americani, comandati dal generale Petreus che operò una repressione militare del terrorismo con un’alleanza con le tribù sunnite moderate, ridimensionò notevolmente l’efficacia degli attentati dell’ AQI.

Dal 2011 al 2013, invece, il gruppo si rafforzò e riorganizzandosi, grazie anche ai successi dell’offensiva militare in Siria. E’ nel 2013 che l’AQI cambiò il suo nome in Isis (Stato Islamico dell’Iraq e del Levante) ufficializzando così la sua ambizione di conquistare anche i popoli del Mediterraneo orientale.

Nel 2014

L’isis nel 2014 si compone di 8.000 guerriglieri che però sono alleati con alcune tribù sunnite e con gruppi baathisti iracheni. Il suo scopo è rovesciare il primo ministro iracheno Nuri al-Maliki di religione sciita e per ottenere questo risultato cerca di fomentare una guerra religiosa fra sunniti e sciiti.

Dall'estate del 2014 l'ISIS ha iniziato a mostrare al mondo la sua violenza diffondendo video delle decapitazioni di prigionieri occidentali.
Dall’estate del 2014 l’ISIS ha iniziato a mostrare al mondo la sua violenza diffondendo video delle decapitazioni di prigionieri occidentali.

La tattica militare dell’Isis trova l’opposizione della maggior parte dei paesi occidentali, Stati uniti in testa. L’Isis deve inoltre contrastare truppe d’elite di diversi paesi fra cui anche gli iraniani che non vedono positivamente la crescita sunnita in Iraq.

L’Isis non gode dell’appoggio di al Qaida, che ha rotto l‘alleanza con loro, per i massacri perpetrati contro i ribelli siriani moderati.

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Lo scenario futuro

L’Isis è autonoma, economicamente indipendente, ma in Iraq non ha le stesse risorse conquistate in Siria. Inoltre in Siria ha potuto muoversi agevolmente perché non c’è stato alcun intervento esterno, mentre oggi si trova a dover contrastare potenze estere ben più forti e ricche della Siria.

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Gli attentati terroristici dell’11 settembre 2001 https://cultura.biografieonline.it/11-settembre-2001-attentati/ https://cultura.biografieonline.it/11-settembre-2001-attentati/#comments Wed, 16 Jul 2014 15:09:37 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11584 Organizzati e realizzati in modo suicida da un gruppo di terroristi aderenti ad al-Qaida, i quattro attentati messi in atto contro obiettivi civili e militari nel territorio degli Stati Uniti d’America, saranno per sempre ricordati con la data della loro esecuzione: l’11 settembre 2001.

11 settembre 2001 - World Trade Center
11 settembre 2001: il World Trade Center in fumo dopo lo schianto degli aerei

La ricostruzione storica

Siamo stati vittima di un attentato terroristico. Daremo la caccia con tutte le nostre forze per trovare i colpevoli”. È l’annuncio fatto alla televisione dal presidente degli Stati Uniti, George W. Bush a distanza di poco tempo dall’attacco alle Twin Towers, avvenuto l’11 settembre 2001 a New York. La città viene messa in ginocchio. Sono tantissime le vittime.

New York: le torri gemelle del World Trade Center

Sono le nove del mattino a New York, quando un aereo si schianta contro una delle torri gemelle del World Trade Center, a Manhattan. Diciotto minuti dopo, le telecamere della CNN e della BBC riprendono in diretta la scena del secondo aereo che si schianta dentro la seconda torre.

11 settembre 2001: foto dello schianto contro le Torri Gemelle
New York: l’esplosione provocata dallo schianto di un aereo dirotatto contro le Torri

Il Pentagono

Pochi attimi e arriva l’annuncio che un terzo aereo è stato dirottato: il terzo velivolo si schianta vicino al Pentagono, dove esplode immediatamente un incendio. Un’ala del Pentagono crolla.

Un’autobomba esplode davanti al Dipartimento di Stato. Passano solo pochi minuti e arriva un’altra notizia: un altro aereo si è schiantato nell’ovest della Pennsylvania, nel distretto di Somerset.

Intanto le due torri gemelle colpite dagli aerei crollano, si alza una nuvola di polvere che inghiotte le vittime del disastro.

Cronologia

  • New York, ore 8.48: un aereo si schianta contro una delle due torri gemelle del World Trade Center, restando incastrato nella facciata della torre.
  • New York, ore 9.03: un secondo aereo colpisce la seconda torre.
  • Ore 9.43: un aereo colpisce l’edificio del Pentagono.
  • Ore 10.10: un aereo si schianta al suolo in Pennsylvania.
  • Ore 10.38 Un’autobomba esplode davanti al Dipartimento di Stato, a Washington.
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Le telefonate delle vittime

Dagli aerei alle torri gemelle: centinaia di telefonate da parte delle vittime.

Ascoltami, mi devi ascoltare molto attentamente. Sono su un aereo. E’ stato dirottato. Ti amo tanto. Di’ ai miei figli che li amo tanto“. Ceecee Lyles è una hostess, che si trova sul volo United Airlines 93, uno di quelli dirottati l’11 settembre 2001, quello che andrà a schiantarsi sulla Pennsylvania.

Telefonate come questa, quella mattina dell’11 settembre 2001, ne sono arrivate centinaia: prima al numero di emergenza degli Usa, poi con la consapevolezza di dover morire, ai propri cari.

I miei unici pensieri sono per Nicholas, Ian e te” si legge in un sms inviato l’11 settembre. “Sono terrorizzata. Ho bisogno di dirti quanto veramente ti ami. Diane“. Telefonate di aiuto arriveranno anche dalle torri gemelle, ma i soccorsi non riusciranno a salvare le vittime.

Bin Laden
Bin Laden

L’attentato terroristico

L’attacco terroristico è firmato Osama Bin Laden: era “dovere di ogni musulmano uccidere gli americani in qualunque luogo”.

Sono diciannove affiliati dell’organizzazione terroristica di al Qaida a dirottare i quattro voli civili. Gli attacchi causarono circa tremila vittime. Nell’attacco alle Twin Towers le vittime furono 2.752. Furono invece 70 le diverse nazionalità delle vittime.

Le torri gemelle erano obiettivi legittimi, esse sostenevano il potere economico degli Stati Uniti. Questi eventi sono stati grandi sotto tutte le dimensioni.Così poi dichiarerà il leader di Al-Qaeda.

La lista dei nomi dei dirottatori

Quindici, dei diciannove dirottatori provenivano dall’Arabia Saudita, due dagli Emirati Arabi Uniti, uno dall’Egitto e uno dal Libano. Si trattava di gente matura e istruita ad hoc. Ecco la lista dei nomi:

American Airlines 11:
– Satam Al Suqami
– Waleed M. Alshehri
– Wail Alshehri
– Mohamed Atta
– Abdulaziz Alomari

United Airlines 175:
– Marwan Al-Shehhi
– Fayez Ahmed
– Ahmed Alghamdi
– Hamza Alghamdi
– Mohald Alshehri

American Airlines 77:
– Khalid Al-Midhar
– Majed Moqed
– Nawaq Alhamzi
– Salem Alhamzi
– Hani Hanjour

United Airlines 93:
– Saeed Alghamdi
– Ahmed Alhaznawi
– Ahmed Alnami
– Ziad Jarrahi

La morte di Bin Laden

È il 6 maggio 2011 quando si diffonde la notizia della morte di Bin Laden. “Lo vendicheremo, gli attacchi terroristici continueranno”, questa la minaccia di al Qaida, che aveva messo a punto un nuovo attentato per il decennale dell’11 settembre.

Nel mirino degli attentatori c’era la rete ferroviaria Usa. È quanto risulterebbe dai documenti sequestrati nel coumpound, dove abitava ed è stato ucciso Osama Bin Laden. “Abbiamo decapitato al Qaida e alla fine vinceremo”, con queste parole il presidente degli Stati Uniti Obama, commentò l’uccisione del terrorista.

Un museo per ricordare le vittime

È stata avviata nel 2006 la costruzione e terminato cinque anni dopo, il National September 11 Memorial & Museum presso il New World Trade Center, dove sorgevano le torri gemelle.

Una foto del Museo dedicato ai fatti e alle vittime dell'11 settembre 2001
National September 11 Memorial & Museum, New York: una foto della frase sul muro che riporta una citazione di Virgilio, dedicata alla vittime dell’11 settembre. “Nessun giorno vi cancellerà dalla memoria del tempo” (No day shall erase you from the memory of time)

Il monumento è stato inaugurato durante il decennale dell’attentato, mentre il museo è stato aperto al pubblico il 21 maggio 2014. Al posto delle torri gemelle, ci sono due fontane: sui bordi l’incisione dei nomi delle 2.983 persone morte nel disastro.

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Il Massacro di Monaco https://cultura.biografieonline.it/il-massacro-di-monaco/ https://cultura.biografieonline.it/il-massacro-di-monaco/#comments Mon, 02 Apr 2012 08:19:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1274 La strage di Monaco fu un atto terroristico fra i più efferati della storia recente. Avvenne durante le Olimpiadi di Monaco del 1972 e portò alla morte di 17 persone. Ebbe, inoltre, conseguenze politiche e militari che coinvolsero uomini e mezzi del governo palestinese e del governo israeliano. In particolare i servizi segreti israeliani vennero coinvolti in diverse operazioni segrete per vendicare la morte di 11 atleti di origine ebraica che persero la vita durante l’attacco terroristico. Questa operazione fu raccontata anche nel film di Steven Spielberg, “Munich” (2006).

Il massacro di Monaco alle Olimpiadi del 1972 - atto terroristico ad opera di palestinesi

L’idea dell’attentato avvenne durante l’incontro di tre palestinesi: due alti dirigenti di Al Fatah, Abu Dawud e Salah Khalaf, e un esponente importante dell’organizzazione Settembre Nero, Abu Muhammad, a Roma. Era il 15 luglio 1972 e le Olimpiadi dovevano iniziare il 26 agosto 1972 quindi non c’era molto tempo. Decisero in fretta come reclutare la squadra che avrebbe portato a compimento un’azione militare il cui scopo principale era attirare l’attenzione sulla causa palestinese.

Una parte dei componenti il commando provenivano da Chatila, un campo profughi palestinese tristemente famoso perché fu oggetto nel 1982  di un attacco da parte delle milizie cristiano-libanesi con il permesso dell’esercito israeliano e che provocò la morte di diverse centinaia di persone. Altri due componenti avevano lavorato nella cittadella olimpica svolgendo mansioni di cuoco e di ingegnere.

I componenti erano:

1 ) Luttif Afif , leader del gruppo e suo portavoce, fu lui ad aver lavorato come ingegnere nel villaggio olimpico.

2 ) Yusuf Nazzal, fu lui a lavorare come cuoco nel villaggio.

3 ) Afif Ahmed Hamid.

4 ) Khalid Jawad “Salah”.

5 ) Ahmed Chic Thaa.

6 ) Mohammed Safady.

7 ) Adnan al-Gashey.

8 ) Jamal al-Gashey.

Nessuno conosceva lo scopo della missione. Furono tutti addestrati in Libia e poi si ritrovarono in Germania, dopo aver viaggiato a coppie e da località di provenienza diverse. La sera dell’operazione vennero a conoscenza dei dettagli.

Gli esponenti dell’OLP pare sapessero che ci sarebbe stato un attentato alle olimpiadi di monaco e approverono la scelta ma non è stato mai chiarito fino in fondo il loro ruolo  e in particolare quale fu la posizione di Arafat. Fu Abu Dawud a fare la prima ricognizione nel villaggio olimpico il 17 luglio, dove poté stimare l’operatività logistica e le possibili strategie alternative nel caso in cui il piano non si fosse realizzato in prima battuta.

Ritornò il 7 agosto accompagnato da Nazzal e poi il 24 agosto riuscì ad entrare superando i controlli della sicurezza con una certa facilità e si diresse verso gli appartamenti delle delegazioni del Sudan e dell’Arabia Saudita. Siccome le planimetrie degli appartamenti olimpionici erano tutte uguali, poté facilmente orientarsi e strutturare meglio il piano d’attacco. Il 26 agosto riuscì, ancora con Nazzal e una donna siriana loro complice, a  penetrare nella palazzina israeliana e a compiere un sopralluogo definitivo sulla posizione degli appartamenti e delle stanze che ospitavano gli atleti che rappresentavano lo Stato di Israele.

Il 4 settembre, dopo una breve riunione nel ristorante della stazione centrale di Monaco, il commando era formalmente pronto per un’azione che avrebbe dovuto consistere in  un rapimento degli atleti israeliani e non, come purtroppo avvenne, in un massacro assurdo e indiscriminato.

Alle 4,00 del mattino il comando si dirige verso la palazzina degli atleti israeliani e senza troppe difficoltà, anzi con l’aiuto involontario di alcuni atleti statunitensi, riesce ad entrare nel villaggio e a raggiungere gli alloggi degli atleti. Verso le 4 e 30 il gruppo terrorista apre una delle porte dell’alloggio comune ma viene bloccato da Yossef Gutfreund, un arbitro di lotta greco romana, che appena vede le armi si avventa contro la porta per trattenere i palestinesi e ci riesce per pochi secondi, poi i terroristi sfondano la porta e cominciano a rastrellare gli appartamenti. In breve prendono prigionieri:

Amitzur Shapira,  un allenatore di atletica leggera.

Kehat Shorr, allenatore di tiro a segno.

Yakov Springer, giudice di sollevamento pesi.

André Spitzer, allenatore di scherma.

Uno dei terroristi entra nella stanza di Moshe Weinberg, un allenatore di lotta greco-romana, il quale afferra un coltello da cucina per ferirlo ma non ci riesce e un altro terrorista gli spara in faccia colpendogli entrambe le guance. E’ ferito ma vivo.

Alcuni terroristi si spostano in velocità verso il secondo gruppo di appartamenti e  conducono con loro Weinberg.  Riescono a catturarli quasi tutti:

David Berger, pesista

Yossef  Romano, specializzato nel sollevamento pesi

Mark Slavin, lottatore

Ze’ev Friedman, pesista

Eliezer Halfin, lottatore.

Un altro pesista, Gad Tsobari, riesce a fuggire dalla finestra del suo alloggio e ad evitare la scarica di un mitragliatore prima di mettersi in salvo. A questo punto alla polizia sono state già segnalate le effrazioni e i colpi di arma da fuoco e diverse pattuglie si sono dirette al villaggio.

Weinberg allora tenta il tutto per tutto e spacca la bocca a uno dei palestinesi, Badran, e per questo viene ucciso all’istante. Anche Romano tenta  un’azione individuale prendendo un fucile ma muore all’istante trapassato da una raffica di mitra.

Alle 5,00 di mattina iniziano le trattative. I terroristi fanno sapere le loro richieste attraverso due fogli di carta: chiedono la liberazione di 234 detenuti nelle carceri israeliani e due terroristi tedeschi, Andreas Baader e Ulrike Meinhof. L’ultimatum scade alle 9,00 del mattino.

Nel frattempo il cancelliere tedesco Willy Brandt si era messo in comunicazione con il primo ministro israeliano Golda Meir, la quale si oppone a qualsiasi tipo di trattativa e offre solo l’invio di una squadra speciale per effettuare un blitz. La Germania rifiuta e inizia una trattativa con i terroristi che rimandano l’ultimatum di ora in ora senza uccidere nessuno ma al solo scopo di prolungare l’attenzione dei mass media sul loro gesto.

Dopo un tentativo, annullato, della polizia tedesca di penetrare negli alloggi israeliani i terroristi chiedono un aereo per trasferirsi al Cairo. Un pulmino e due elicotteri li avrebbero dovuti trasportare all’aeroporto. L’Egitto rifiuta in segreto di accoglierli e i tedeschi sono costretti a tentare un blitz in totale autonomia. Trasportano terroristi e ostaggi all’aeroporto e tentano un attacco che non ha alcun senso. Mancavano, infatti, i cecchini dotati di attrezzatura adeguata, un numero sufficiente di uomini addestrati capaci di intervenire in modo chirurgico per colpire solo i terroristi e preservare le vite degli ostaggi, e una professionalità da parte delle forze di sicurezza sufficiente a colpire e ad eseguire un piano che poteva incontrare imprevisti e ostacoli.

E, infatti, il risultato è una catastrofe quando i terroristi si accorgono che l’aereo è una trappola. Uccidono tutti gli ostaggi che si trovano nei due elicotteri. La polizia risponde al fuoco e uccide quasi tutti i palestinesi; ne rimangono vivi solo tre che in seguito sono catturati e arrestati. Tutto si è svolto in meno di 24 ore e all’ 1,00 di notte del giorno successivo è tutto finito.

La mattina dopo viene organizzata una cerimonia commemorativa all’interno dello Stadio Olimpico. Iniziano da subito le polemiche contro il sistema di sicurezza organizzato dalla polizia e l’impreparazione delle squadre speciali tedesche nel contrastare un attacco di questo tipo. In seguito i tre terroristi riescono ad ottenere la libertà grazie ad uno scambio con dei cittadini tedeschi rapiti su un volo Lufthansa dirottato il 29 ottobre fra Beirut e Ankara. A questo punto, in totale segretezza, il Governo israeliano decide di organizzare una squadra di militari e agenti del Mossad con lo scopo di trovare e uccidere sia i mandanti, sia coloro che avevano partecipato al massacro di Monaco.

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