terremoto Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 29 Sep 2023 10:23:40 +0000 it-IT hourly 1 Terremoto a Milano: ecco cosa hanno raccontato alcuni Vip https://cultura.biografieonline.it/terremoto-milano-ecco-cosa-hanno-raccontato-alcuni-vip/ https://cultura.biografieonline.it/terremoto-milano-ecco-cosa-hanno-raccontato-alcuni-vip/#respond Sat, 18 Dec 2021 14:45:02 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=37544 Una fortissima scossa di terremoto è stata avvertita nella mattinata di oggi, 18 dicembre, a Milano e nella zona della Brianza, Pavia e Monza. Erano circa le 11.34. L’epicentro è stato registrato nella provincia di Bergamo. Sono tanti i Vip che hanno avvertito nitidamente il sisma e hanno postato messaggi sui social per raccontare la loro esperienza e tranquillizzare i fan.

Oltre a Fedez e Chiara Ferragni, che sono scesi in strada lasciando il loro appartamento nel “Bosco verticale” in cui vivono, e subito hanno scritto una Story per rassicurare i follower, Federica Panicucci ha scritto un tweet in cui ha dichiarato: “La scossa è stata davvero forte che paura”.

In una Story su Instagram Francesco Fachinetti ha scritto rivolgendosi ai suoi fan: “Scusate, fatemi sapere se anche da voi c’è stato un terremoto. Qui c’è stata una forte scossa della terra, stavano cadendo i vasi e i piatti, fatemi sapere“.

Sempre sui social il cantante Ghemon stamattina ha scritto ai followers: “Scossa niente male a Milano, tutto a posto a voi?“.

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Differenza tra tsunami e maremoto https://cultura.biografieonline.it/tsunami-maremoto-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/tsunami-maremoto-differenze/#comments Sun, 27 Jul 2014 18:19:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11640 Capita spesso di sentire nominare, da parte dei giornalisti di cronaca, termini come tsunami e maremoto, talvolta anche come metafore. Ma qual è l’esatta differenza tra i due? Scopriamolo nell’articolo di approfondimento che segue.

Tsunami
Tsunami: una scena costruita al computer, tratta dal film “Deep Impact” (1998)

Tsunami

La parola tsunami deriva dal giapponese ed è formata da due parti: “tsu”, che significa “porto”, e “nami”, che significa onda. Il termine, infatti, sta ad indicare un’onda anomala che si crea durante un maremoto, che viaggia ad altissima velocità fino a toccare anche i 500-1000 km/h in mare aperto e che rallenta fino a 100 km/h in prossimità della costa.

Tsunami più disastrosi

Tra gli tsunami più tragici che la storia ricordi troviamo quello che ha colpito il Giappone l’11 marzo 2011, causato da un terribile terremoto di ben 8,9 gradi della scala Richter e con onde alte fino a toccare i 10 metri. Il 25 ottobre 2010 uno tsunami si riversa sull’Indonesia, in seguito a un terremoto di magnitudo 7.7, morte più di 300 persone. Il 30 settembre 2009 uno tsunami colpisce il versante meridionale delle isole Samoa nel Pacifico: il bilancio fu di oltre 100 vittime. Il 17 luglio 2006 uno tsunami si abbatte sulle coste di Giava, in Indonesia: 547 vittime.

Ma lo tsunami più tragico della storia degli ultimi anni e di quelli passati è quello che si sviluppò nell’Oceano Indiano il 26 dicembre 2004, che colpì principalmente l’Indonesia e gran parte di tutte le isole dell’Oceano Indiano, provocando circa 230.000 vittime.

Maremoto

Per maremoto, invece, si intende un anomalo moto ondoso del mare, causato da un terremoto sottomarino o da altri eventi che comportino uno spostamento improvviso di una grande massa d’acqua quali, per esempio, un’eruzione vulcanica, un impatto meteoritico oppure una frana. Dall’epicentro del terremoto, per esempio, si possono sviluppare delle onde concentriche, le quali si possono propagare per distanze enormi e raggiungere altezze superiori ai 35 metri.

Le zone più a rischio maremoto sono quindi quelle costiere in prossimità di aree sismogeniche, quali quelle presenti vicino ai confini delle cosiddette placche tettoniche dove si registrano i terremoti più forti della Terra: questo corrisponde sostanzialmente all’intera area della cintura del fuoco circumpacifica, su ciascuna costa occidentale e orientale. Di solito i maremoti sono meno frequenti nell’Oceano Atlantico e nel Mar Mediterraneo.

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Gli animali sentono prima i terremoti? https://cultura.biografieonline.it/terremoto-animali/ https://cultura.biografieonline.it/terremoto-animali/#comments Sun, 02 Mar 2014 17:22:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9871 Gli animali, a detta degli studiosi, sembrano avvertire il pericolo prima degli esseri umani. Tra le tante ricerche effettuate in merito, troviamo quella di un team di ricercatori cinesi che ha studiato le anomalie del comportamento animale prima di un evento catastrofico, in questo caso il terremoto.

Gli animali sentono prima i terremoti? I cani e gli animali in genere sentono i terremoti prima dell'uomo?
Gli animali avvertono i terremoti prima dell’uomo?

Gli studiosi hanno notato come prima del verificarsi di tale evento, molte specie di animali mostravano di essere agitatissimi: i cavalli nitrivano e si dimenavano come impazziti cercando di scappare, i serpenti cercavano di uscire dalle loro tane di letargo anche se si trovavano in pieno inverno ed i cani si allontanavano dalle loro abitazioni, fuggendo all’impazzata.

Gli animali sentono prima i terremoti?

Prima dell’arrivo di un cataclisma si è scoperto che uno dei motivi che permettono al fedele amico dell’uomo di accorgersi del suo arrivo, sembrano essere i gas che fuoriescono dalle microfratture delle rocce, mentre i ratti riescono ad avvertire le variazioni della concentrazione di ioni nell’aria. Perfino i pesci gatto percepiscono l’allarme, poiché avvertono le debolissime correnti elettriche che si sviluppano in acqua a causa delle sollecitazioni cui sono sottoposte le rocce prima di un’eventuale scossa tellurica. In Giappone e negli Stati Uniti, sono ancora in corso ricerche e studi sui comportamenti degli animali prima di un evento catastrofico.

Gli scienziati non possono prevedere i terremoti basandosi solo sugli studi effettuati sul mondo animale, spesso influenzato e disturbato da vari fattori esterni, ma possono sfruttare le informazioni che questo mondo può donare per realizzare nuovi studi che permettano in futuro di captare quelle stesse piccole variazioni che mettono in uno stato d’allerta gli animali.

In conclusione, gli animali avvertono anche le più piccole vibrazioni della terra e l’eventuale aumento di elettricità statica che, a quanto pare, si sprigionano prima e durante i terremoti. Inoltre sono molto sensibili alle variazioni improvvise del campo magnetico della terra. In fondo, se riuscissimo a capire il loro linguaggio, potremmo captare prima del previsto gli eventi catastrofici e metterci in salvo, come è già avvenuto per gli tsunami del 2004 nell’Oceano Indiano e nel 2011 in Giappone.

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Perché l’Italia vive costantemente un rischio geologico https://cultura.biografieonline.it/rischio-geologico-italia/ https://cultura.biografieonline.it/rischio-geologico-italia/#comments Thu, 21 Nov 2013 02:09:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8668 L’Italia viene è da sempre considerata un paese geologicamente a rischio, principalmente per due fattori: in primis a causa del suo assetto idrogeologico sempre fragile ed instabile; in secondo luogo, perché da sempre il nostro territorio è a rischio sismico, pertanto facilmente soggetto a terremoti.

L'Italia e il rischio idro-geologico
L’Italia e il rischio idrogeologico: la mappa evidenzia le aree maggiormente a rischio

Il territorio italiano è attraversato da diverse faglie attive e secondo un recente rapporto stilato da studiosi di sismologia ben il 36% della popolazione italiana vive in zone a rischio sismico, mentre ben sei milioni italiani vivono in zone ad alto rischio idrogeologico.

Il centro del Mediterraneo è da sempre teatro di scontro tra la placca africana e quella euroasiatica e questo rende ancora di più il nostro territorio soggetto a fenomeni sismici. Il territorio italiano quindi si trova perciò in un contesto molto dinamico dal punto di vista tettonico e ne subisce le conseguenze che si manifestano sotto forma di devastanti catastrofi naturali.

Per quanto concerne invece l’assetto idrogeologico, uno dei rischi principali che ci riguarda da vicino è quello geologico-idraulico; con tale termine si fa riferimento ai rischi, derivanti dal verificarsi di eventi meteorici estremi che inducono a tipologie di dissesto tra loro strettamente interconnesse, quali frane ed esondazioni.

In virtù di tali premesse, per il problema sismico, lo Stato italiano ha tentato di classificare ogni area del paese dal punto di vista sismico o comunque di prendere provvedimenti per limitare i danni se si dovesse verificare un evento catastrofico. Il territorio è stato classificato in quattro classi a seconda della sismicità. La classe 1 è la più a rischio mentre la classe 4, dove sono presenti la maggioranza di comuni e città, non dovrebbe essere sottoposta a scosse telluriche di livello significativo.

Italia rischio sismico
L’Italia e il rischio sismico: la mappa evidenzia e classifica le aree in base alla pericolosità sismica

Purtroppo sebbene la moderna tecnologia e l’uomo abbiano fatto passi da gigante in merito, non si può prevedere con certezza l’arrivo di un evento sismico o idrogeologico né prevenire “il corso della natura”. Tra i terremoti più disastrosi della storia italiana ricordiamo il terremoto/maremoto di Messina del 1908, mentre tra quelli più recenti che hanno causato ingenti danni a cose e a persone, quello verificatosi il 6 aprile 2009 all’Aquila e il 29 maggio del 2012 quello che ha colpito l’Emilia Romagna e la bassa Lombardia, con epicentro in Pianura Padana.

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Il Terremoto dell’Aquila (2009) https://cultura.biografieonline.it/terremoto-in-abruzzo/ https://cultura.biografieonline.it/terremoto-in-abruzzo/#comments Tue, 02 Apr 2013 15:45:46 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6698 Sono le ore 3.30 del 6 aprile 2009, è Lunedì. Un violento terremoto di magnitudo 5,8 (quasi  sesto grado della scala Ritcher) corrispondente al  settimo grado della scala Mercalli sconvolge l’Abruzzo. L’epicentro viene individuato a l’Aquila. I danni a cose e persone sono ingenti, e si concentrano soprattutto nella zona di Massa, Roio Poggio, Fossa e Paganica.

Una foto dei danni provocati dal terremoto dell'Aquila del 2009
Una foto dei danni provocati dal terremoto dell’Aquila del 2009

Nella cittadina dell’Aquila si verificano numerosi crolli, tra cui la Casa dello Studente, il Palazzo della Prefettura e l’Ospedale. Le vittime sono trecento. La Protezione Civile e i volontari si mettono subito al lavoro per liberare dalle macerie i superstiti ancora intrappolati sotto gli edifici crollati. Il numero dei feriti continua a salire di ora in ora, mentre lo sciame sismico non da tregua anche nei giorni successivi.

Si calcola che il numero degli sfollati, dopo quattro mesi dal sisma (agosto 2009) sia di quasi cinquantamila. Di questi alcuni vengono sistemati nelle varie tendopoli allestite dalla Protezione Civile, altri in hotel e alberghi del litorale, altri ancora in alloggi di parenti e amici. Il 10 Aprile 2009 vengono celebrati i funerali di Stato, alla presenza del Presidente della Repubblica e dei principali esponenti del mondo politico.

Si scava tra le macerie del terremoto in centro a L'Aquila
Terremoto dell’Aquila del 2009: si scava tra le macerie

La tragedia del terremoto abruzzese rimarrà a lungo scolpita nella memoria degli Italiani. Qualche mese prima della violenta scossa di terremoto che ha provocato trecento vittime in Abruzzo, la popolazione avvertiva scosse di diversa intensità. Un ricercatore dei Laboratori Nazionali di Fisica Nucleare del Gran Sasso, Gioacchino Giuliani, aveva previsto un sisma dagli effetti disastrosi per il 29 marzo, individuando come epicentro la città di Sulmona, distante circa sessanta chilometri dal capoluogo abruzzese.

Il sindaco di Sulmona non aveva ritenuto necessaria l’evacuazione della città. Per fortuna, non si verifica alcun terremoto il 29 Marzo, bensì la tragedia avviene una settimana dopo. Giuliani riceve un avviso di garanzia per avere procurato un falso allarme. Contro di lui si scaglia l’allora Capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso.

Nei giorni seguenti il terremoto che sparge lacrime e sangue sull’Abruzzo, Giuliani pretende le scuse. Intanto dilaga la polemica: la scienza si chiede se i terremoti possano essere previsti con un certo anticipo. Mentre la maggior parte degli studiosi ritiene di no, Giuliani insiste nel ritenere che il metodo da lui utilizzato, a base di emissioni terrestri di Radon, sia risolutivo. Il terremoto del 2009 distrugge più di un centinaio di chiese, mentre tantissimi altri monumenti e palazzi storici sono tuttora inagibili. Il sisma viene avvertito distintamente anche nel Lazio e nel centro Italia, fino a Napoli.

I danni stimati ammontano a circa dieci miliardi di euro. Tra le vittime, molti sono giovani studenti residenti presso la “Casa dello Studente” (quasi interamente distrutta) o in case in affitto del centro storico. I racconti dei superstiti sono davvero toccanti. C’è chi è rimasto  sotto la macerie anche per trenta ore successive alla scossa, come una vecchietta quasi centenaria, che ha atteso i soccorritori lavorando all’uncinetto.

Dopo la Pasqua del 2009, in piena emergenza, viene approvato il cosiddetto Decreto Abruzzo per gestire l’emergenza e le prime fasi della ricostruzione. La completa ricostruzione viene stimata possibile nell’arco di una decina di anni. Ne giorni successivi al terremoto vengono denunciati numerosi e gravi episodi di sciacallaggio.

La Procura dell’Aquila ha aperto un’inchiesta contro ignoti per disastro colposo e omicidio, per accertare eventuali responsabilità di tipo civile e penale sull’accaduto. Pare siano state riscontrate delle omissioni e trascuratezze nella progettazione strutturale di alcuni edifici, invece di attuare la prevenzione di eventi sismici.

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La tragedia dell’Abruzzo apre uno scenario aberrante sugli interessi economici che gravitano intorno a sciagure di questo tipo. In particolare, suscitano scalpore le intercettazioni telefoniche tra alcuni imprenditori che affermavano di ridere, ciascuno nel proprio letto, durante il terremoto, prefigurando con piacere l’inserimento delle loro ditte per la costruzione di edifici post-terremoto.

Giornalisti e altre fonte ufficiali denunciano infiltrazioni criminali nei lavori del dopo terremoto. Sabina Guzzanti ricostruisce la tragedia e i giorni a seguire in un film-documentario dal titolo “Draquila – l’Italia che trema”, uscito nelle sale cinematografiche italiane a maggio del 2010.

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Come si misura un terremoto? https://cultura.biografieonline.it/come-si-misura-un-terremoto/ https://cultura.biografieonline.it/come-si-misura-un-terremoto/#comments Thu, 28 Feb 2013 13:39:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6427 I terremoti sono valutati attraverso due misure principali: la magnitudo, misurata prevalentemente attraverso la magnitudo Richter, e l’intensità, misurata tramite la scala Mercalli Cancani Sieberg. La Scala Mercalli prende il nome dal sismologo e vulcanologo Giuseppe Mercalli che la presentò alla comunità scientifica nel 1902. Dopo essere stata revisionata in seguito dal fisico italiano Adolfo Cancani, che portò i gradi della scala da 10 a 12, e riscritta dal geofisico tedesco August Heinrich Sieberg, venne rinominata Mercalli, Cancani e Sieberg (MCS).

Come si misura un terremoto: Scala Mercalli
Scala Mercalli

Questa scala è fenomenologica, viene cioè utilizzata per misurare gli effetti prodotti dal terremoto sulla superficie della Terra, il grado di percezione sulle persone, i danni a strutture e persone, evidenziando le zone di territorio dove il terremoto è stato maggiormente percepito; fornisce una serie di valori che vanno dall’1 al 12 e viene utilizzata principalmente in Europa occidentale. Vi è inoltre la scala Mercalli Modificata (MM) che associa l’intensità del terremoto con l’accelerazione di picco al suolo o la velocità di picco al suolo. La Scala Macrosismica Europea (EMS), diffusasi nel 1998, misura anch’essa l’intensità di un terremoto.

Come si misura un terremoto?

La magnitudo Richter, o magnitudo locale, prende il nome dal fisico e sismologo Charles Francis Richter che la sviluppò nel 1935 in collaborazione con Beno Gutenberg, e viene utilizzata per quantificare su base logaritmica l’energia liberata dal terremoto nel punto della frattura della crosta terrestre, l’ipocentro; la stima dell’energia rilasciata dal terremoto viene espressa con la cosiddetta magnitudo.

Scala Richter
Scala Richter

L’energia liberata dal sisma aumenta di circa 32 volte ad ogni punto intero in più: ovvero un sisma di magnitudo 5 è 32 volte più intenso di un sisma di magnitudo 4 e 1000 volte più intenso di un sisma di magnitudo 3.

Per i terremoti più intensi si utilizza la magnitudo del momento sismico (MMS): è un aggiornamento della Magnitudo Richter sviluppata negli anni settanta.

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Come avviene un terremoto? https://cultura.biografieonline.it/come-avviene-un-terremoto/ https://cultura.biografieonline.it/come-avviene-un-terremoto/#comments Sun, 24 Feb 2013 13:54:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6415 Il terremoto, chiamato anche sisma o scossa tellurica, è un fenomeno naturale che provoca rapide vibrazioni ed oscillazioni anche molto potenti della crosta terrestre, causate dallo spostamento di una massa rocciosa nel sottosuolo. I terremoti trovano spiegazione nella “teoria della tettonica a zolle” o “tettonica delle placche” formulata nel 1912 dal geologo tedesco Alfred Lothar Wegener.

Terremoto: Placche tettoniche
Placche tettoniche della Terra

Secondo questa teoria, la crosta terrestre, cioè lo strato più esterno della Terra, insieme al mantello superiore sottostante ad essa, formano la litosfera, dal greco lithos, pietra. La litosfera è rigida ed ha uno spessore che varia da 70 Km al di sotto degli oceani a 100 Km al di sotto dei continenti. La litosfera è suddivisa in zolle o placche tettoniche, paragonabili a zattere che galleggiano sullo strato sottostante, cioè l’astenosfera, dal greco asthenés, debole, che è più morbida, contiene rocce parzialmente fuse e può arrivare ad una profondità di circa 200-300 Km.

In prossimità dei confini tra le placche tettoniche si concentra il maggior numero di terremoti, poiché in queste zone le placche, con un movimento lento e costante, sfregano le une contro le altre, provocando tensioni ed attriti. Quando l’attrito nel sottosuolo accumula energia fino al limite di rottura, ovvero il punto critico di resistenza delle rocce, viene prodotta una frattura (faglia) che genera un terremoto, che a volte può essere preceduto da sciami sismici di minore entità, scosse di “avvertimento”.

Il punto interno alla Terra dove si origina la frattura viene chiamato ipocentro; da qui si propagano le onde sismiche. L’epicentro è il punto sulla superficie terrestre posto esattamente sulla verticale dell’ipocentro ed è il luogo dove il terremoto viene maggiormente avvertito e può causare i danni più ingenti.

Un terremoto può essere accompagnato da boati, rumori simili a tuoni o spari, che secondo gli esperti sono causati dal passaggio dell’energia delle onde sismiche all’atmosfera, dove parte dell’energia si trasforma in onda acustica.

La branca della geofisica che studia questi fenomeni è la sismologia e gli strumenti atti a registrare gli eventi sismici sono i sismografi. L’evento sismico viene misurato in base a due criteri: la magnitudo (Scala Richter) e l’intensità (Scala Mercalli MCS).

Sismogramma
Sismogramma con indicato il tipo di onde registrate: onde P (longitudinali), S (trasversali) e onde superficiali – fonte INGV

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) offre un servizio con il quale è possibile contribuire a migliorare le mappe di risentimento sismico, permettendo di individuare le aree che possono amplificare le onde sismiche. Il contributo di ogni persona è prezioso: compilando il questionario macrosismico su www.haisentitoilterremoto.it è possibile segnalare la propria esperienza, anche in forma anonima. Le mappe si aggiornano ad ogni nuovo questionario compilato, fornendo così un utilissimo contributo per il miglioramento delle conoscenze sull’attività sismica. E’ inoltre possibile essere informati tramite e-mail quando si verifica un evento sismico nella propria zona di residenza, iscrivendosi al Servizio Info-Terremoti.

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Lo tsunami nell’Oceano Indiano del 2004 https://cultura.biografieonline.it/tsunami-oceano-indiano-26-dicembre-2004/ https://cultura.biografieonline.it/tsunami-oceano-indiano-26-dicembre-2004/#comments Tue, 26 Jun 2012 08:41:03 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2681 Lo tsunami che ha colpito l’Oceano Indiano è stata la catastrofe naturale più dirompente dell’ultimo secolo, causando la distruzione di case, città e la morte di 230 mila persone. Il maremoto, con magnitudo superiore a 9 della scala Richter, si è verificato il 26 dicembre 2004: l’epicentro è stato localizzato, in mezzo al mare, a pochi chilometri dall’isola di Sumatra (160 km a una profondità di 30 km). Il sisma è stato così violento, da toccare tutto il Sud-Est dell’Asia, raggiungendo anche le coste dall’Africa orientale.

Una foto dello tsunami asiatico (Oceano Indiano, 26 dicembre 2004)
Una foto dello tsunami asiatico (Oceano Indiano, 26 dicembre 2004)

I paesi più colpiti

I paesi maggiormente interessati sono stati l’Indonesia, lo Sri Lanka, ma anche la Thailandia, la Birmania, il Bangladesh, le Maldive e l’India intera. Inoltre, le scosse hanno coinvolto buona parte del Kenya e le zone costiere della Somalia.

Lo tsunami del 2004 è stato sicuramente un fenomeno devastante: la scossa principale, quella più lunga di ben 8 minuti, è stata praticamente avvertita in tutta la Terra.

La violenza di questo sisma è stata tale, che gli esperti hanno dovuto elaborare una nuova stima della magnitudo, arrivando a registrare 9.3. I sismologi hanno paragonato l’evento all’esplosione delle bombe atomiche nella seconda guerra mondiale: la forza del maremoto è stata di 1 milione e mezzo di volte superiore. Un altro paragone è quello che ha associato l’energia di questo terremoto all’energia liberata dall’esplosione di 100 milioni di tonnellate di tritolo. Una forza davvero enorme, inimmaginabile.

Il Grande Terremoto Cileno del 1960

Nella storia moderna si ricorda solo un altro evento ancor più forte e d‘impatto ed è il Grande Terremoto Cileno (Valdivia), verificatosi il 22 maggio 1960, provocando migliaia di vittime. Questo sisma, che ha fatto tremare contemporaneamente sia la terra sia il mare, ha causato onde da 15 metri, veri e propri palazzi d’acqua. La sua forza (magnitudo 9.5) è stata tale da provocare le oscillazioni libere della Terra e permetterne la loro misurazione, per la prima volta.

Una catastrofe fuori dal comune

Il maremoto dell’Oceano indiano rappresenta sotto tanti punti di vista una catastrofe fuori dal comune. Tra le cose maggiormente interessanti, sicuramente l’enorme zona di interesse: le stime hanno calcolato che la placca indiana è scivolata sotto quella Birmana alzandola di circa 10 metri. Questo movimento ha causato la generazione di onde gigantesche, capaci di viaggiare a 800 chilometri all’ora e di raggiungere le coste dei Paesi affacciati sull’Oceano Indiano.

I giorni successivi

Un terremoto non termina mai però con un’unica scossa, seppur fortissima.

Nei giorni successivi la terra ha continuato a tremare a causa di scosse di forza inferiore, ma sempre devastanti (magnitudo dal quinto al settimo grado).  Lo tsunami è stato in grado di modificare anche l’angolazione dell’asse terrestre di 1,5 gradi. Che cosa può causare? Potrebbe aver diminuito la durata di un giorno di circa 3 µs (microsecondo). Nulla di impattante per la vita dell’uomo, perché la “relazione” tra Terra e Luna causa un allungamento annuo della giornata di circa 15 µs e ciò vuol dire che nel giro di pochi anni, il Pianeta avrà totalmente azzerato l’impatto del sisma, almeno da questo punto di vista.

Sempre in tema di effetti, più o meno calcolabili, alcuni studiosi sostengono che lo tsunami abbia fatto scivolare di 20 metri anche le isole di Sumatra. È una tesi però che deve ancora essere verificata.

Il ricordo dello tsunami è presente negli occhi di tutto il mondo: paesini rasi al suolo, case distrutte, ridotte in cumuli di macerie, morti, orfani, feriti e tanta disperazione. Si sono contate 226 mila vittime dirette, ma la zona è talmente vasta e talmente povera che fare un censimento è stato praticamente impossibile. Si sostiene che si potrebbe arrivare anche a 400 mila persone e che di questi un terzo sarebbero bambini.  Alcune zone (nel Sud dell’India e in Sri Lanka), tra l’altro, avrebbero potuto avere delle conseguenze meno gravi, se fosse stato diffuso l’arrivo dell’onda per tempo, tenendo conto che ha impiegato circa 3 ore ad attraversare il Golfo del Bengala.

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