Telefono Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 09 Feb 2022 12:08:01 +0000 it-IT hourly 1 Il telefono Rialto, oggetto di design di Giorgetto Giugiaro https://cultura.biografieonline.it/telefono-rialto-design-giugiaro/ https://cultura.biografieonline.it/telefono-rialto-design-giugiaro/#respond Wed, 09 Feb 2022 12:04:29 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38451 Il telefono Rialto fu disegnato da Giorgetto Giugiaro negli anni ’70. La Siemens lo produsse e la SIP (Società Italiana per l’Esercizio delle Telecomunicazioni) lo installò in Italia. Il suo disegno ricorda il ponte di Rialto a Venezia. Le sue linee eleganti e precise lo rendono un apparecchio comodo, utile e funzionale sia nell’ambiente domestico che negli uffici.

Telefono Rialto Phone design Giugiaro
Un esempio di telefono Rialto, di colore verde

Telefono Rialto: oggetto cult e di design

Di fatto oggi il telefono Rialto è considerati un gioiello del design degli anni Settanta.

Ci ricorda la bellezza dei telefoni fissi che oramai sono stati ampiamente superati dagli smartphone, ma che rappresentano un ricordo del passato; sono tuttavia anche un concetto di eleganza e intelligenza pratica per il presente.

In fondo ogni oggetto ci ricorda un pezzo di storia personale; più ampiamente ci permette di guardare ad un passato che incredibilmente è vicino a noi.

A casa e in ufficio

Il telefono fu prodotto in diversi colori; tra le sue caratteristiche c’è il meccanismo a rotella per la composizione dei numeri.

Il design è pratico, bello, elegante; si sposa con gli arredi della casa ma può trovare anche una sua funzionalità negli uffici proprio per la comodità delle sue forme.

Il designer Giorgetto Giugiaro è nato a Garessio (Cuneo) il 7 agosto 1938. La sua famiglia di origine è ricca di artisti. Il bisnonno Paolo, il nonno Luigi e il padre Mario erano pittori, affrescatori di chiese e palazzi e musicisti. Sono numerosi i suoi contributi in carriera al mondo del design automobilistico.

Video

Video a cura di www.fulviocaporale.com

Sul tema dei telefoni abbiamo raccolto diverse frasi, alcune molto divertenti, qui: frasi sui telefoni.

Altri telefoni di culto

Altri telefoni di cui abbiamo parlato in precedenti articoli:

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Samsung, breve storia dell’azienda: dal pesce alla telefonia mobile https://cultura.biografieonline.it/samsung-storia/ https://cultura.biografieonline.it/samsung-storia/#respond Sat, 16 Jan 2021 07:46:13 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32051 Samsung: un colosso hi-tech

Una delle aziende hi-tech più importanti del mondo è quella di Samsung, la cui storia è alquanto ricca di particolari curiosi e interessanti.

A differenza di altri colossi del settore come Apple, Google, IBM e Microsoft, l’azienda sudcoreana Samsung, che attualmente può vantarsi di essere tra i primi produttori di smartphone al mondo, è nata con l’obiettivo di occuparsi di pesce essiccato ed affumicato e spaghetti cinesi, insieme a frutta e verdura secca.

Nello specifico, l’azienda – che fu creata il 1° marzo 1938 – aveva lo scopo di commercializzare prodotti ittici e in particolare i noodle curando la distribuzione in alcuni Paesi del mondo, tra cui Pechino e Manciuria.

Soltanto parecchio tempo dopo Samsung cominciò ad interessarsi del settore dell’elettronica. La tecnologia di consumo diventò parte dell’azienda a partire dalla metà degli anni Sessanta, quando nacquero le prime quattro unità produttive aziendali, dedicate ciascuna a singoli prodotti/servizi del comparto.

Samsung logo - I vecchi loghi Samsung
Dal 1938 a oggi: il logo Samsung è cambiato nel tempo. Il significato della parola ha a che fare con 3 stelle

Gli esordi

Il fondatore dell’azienda che ha costruito questo grande impero dell’elettronica si chiama Lee Byung-chull (Uiryeong, 12 febbraio 1910 – Seoul, 19 novembre 1987). Dopo dieci anni dalla sua creazione, Samsung aveva già acquisito numerosi stabilimenti produttivi. Infatti la sede fu spostata da Daegu a Seoul. A causa dello scoppio della Guerra di Corea l’azienda fu costretta a tornare nel paese originario.

All’inizio degli anni Cinquanta, quando la guerra era ormai terminata, il fondatore Lee diede un grande impulso all’entrata dell’azienda nel campo del tessile, del commercio internazionale e delle assicurazioni. Nel 1954 fu inaugurato “Cheil Industries” (il comparto tessile aziendale). Un anno prima (1953), intanto, la sede aziendale era stata fissata a Tokyo, in Giappone.

Ma è negli anni Sessanta che Samsung cominciò a muovere i passi nel mondo dell’elettronica, raggiungendo in pochissimo tempo risultati inimmaginabili. Fu questo il periodo più importante per l’azienda sudcoreana, che impiantò i primi stabilimenti produttivi. Nel 1969 cominciò a produrre a ritmi vertiginosi i primi televisori in bianco e nero.

Lee Byung Chull
Lee Byung Chull

Gli anni ’70 e ’80

Dal 1970 al 1980 Samsung mantenne inalterato il primato di prima produttrice di apparecchi televisivi a livello mondiale. Nel 1974 l’azienda festeggiò il raggiungimento di un milione di televisori prodotti, e nel 1978 il numero di apparecchi realizzati superò i quattro milioni.

L’elettronica entrò a far parte della realtà aziendale nel 1974, quando vi fu l’acquisto della Hankook Semiconductor. Questo rappresentò l’avvio verso la produzione di componenti elettronici. Poi, a partire dal 1977, fu la volta dei televisori a colori; due anni dopo Samsung cominciò a produrre sul mercato i primi forni a microonde.

Ma l’elettronica non fu l’unico settore in cui Samsung concentrò le sue energie. Dagli anni Settanta in poi videro la luce la Samsung Industrie Pesanti, la Samsung Petrolchimica e la Samsung Costruzioni.

Proprio per questa versatilità, l’azienda è considerata un vero e proprio volano per lo sviluppo economico della Corea del Sud.

Samsung e la telefonia

L’ingresso di Samsung nella telefonia avvenne nel 1980, in seguito all’acquisto della Hanguk Jeonja Tongsin. Da questa base di produzione si è poi sviluppata la divisione mobile, che ha portato l’azienda ai massimi livelli attuali.

Nel 1983 l’azienda sudcoreana cominciò a produrre anche personal computer. Il reparto “Ricerca & Sviluppo” è stato costituito nel 1987, e nel corso del tempo ha rivestito una grande importanza per la crescita aziendale, e del comparto “telefonia” in particolare.

Il 19 Novembre 1987 il “padre” di Samsung, l’uomo che aveva dato vita all’azienda, morì. A seguito di tale avvenimento, le varie attività di Samsung vennero distribuite tra 4 società indipendenti e autonome l’una dall’altra. A Samsung restarono le attività nel settore Ingegneria, Elettronica, Alta Tecnologia e Costruzioni, mentre le altre società si divisero gli altri comparti rimanenti.

Negli anni Novanta Samsung è riuscita ad imporsi sul mercato mondiale hi-tech, anche grazie alla riorganizzazione che fu intrapresa a partire dal 1993. Elettronica, chimica e Ingegneria sono gli unici ambiti produttivi sui quali l’azienda ha concentrato le sue risorse.

I primati dell’azienda

Oltre ad imporsi come prima produttrice mondiale di chip di memoria e seconda per i microchip, l’azienda Samsung si è sempre distinta per gli alti livelli di innovazione dei suoi prodotti tecnologici. I primi cellulari e smartphone furono messi in produzione tra il 1992 e il 1993. Il primato di produzione dei televisori di Samsung è stato raggiunto nel 2005; nel 2012 l’azienda ha superato il colosso finlandese Nokia per la telefonia mobile. Il giro d’affari legato a questo settore muove numeri vertiginosi.

La telefonia mobile è uno dei settori su cui l’azienda punterà anche in futuro, ma a questa si aggiungono anche la biofarmaceutica e l’elettronica. Nel 2019 Samsung ha stretto una collaborazione con il colosso Biogen.

Samsung building - Palazzo a vetri
Samsung building (palazzo a vetri)

La resilienza di Samsung

Una grande azienda sa anche come rialzarsi dopo un’eventuale “caduta”. Qualcuno ricorda sicuramente la spiacevole vicenda legata al Samsung Galaxy Note 7, che fu lanciato sul mercato nel 2015. Doveva essere il prodotto di punta dell’azienda per un rilancio del settore telefonia mobile che aveva subito uno stallo negli anni precedenti. Così però non è stato. Anzi, qualcuno lo ritiene il peggior flop nella storia di Samsung.

Telefoni che esplodono

I clienti che avevano acquistato lo smartphone cominciarono a segnalare problemi legati al surriscaldamento dell’apparecchio che, in alcuni casi, portavano addirittura all’esplosione. Dopo neppure un mese, Samsung ha prima richiamato gli apparecchi nella speranza di poter risolvere la situazione cambiando la batteria, poi ha dovuto sospendere la produzione perché il problema persisteva. E’ probabile sia stato qualche difetto di fabbricazione a provocare lo scoppio. Ovviamente questo episodio ha comportato un notevole danno economico per l’azienda, per la sua immagine, e anche per la credibilità del titolo in Borsa.

Per fortuna l’azienda asiatica non si è scoraggiata, e anzi ha subito proceduto. Nel 2016 ha acquisito Harman Kardon, specializzata nella produzione di dispositivi per le auto connesse e impianti audio.

Nello stesso periodo Samsung ha anche acquisito la start up Viv, che ha realizzato l’assistente personale Bixty, installato su tutti i dispositivi di un certo livello per offrire un servizio aggiuntivo ai clienti.

Leggi anche: Frasi sui telefoni (alcune molto divertenti)

Altri guai

Nonostante la fase di rilancio, le disavventure di Samsung non sono ancora finite. Il presidente della divisione “smartphone” (che è poi di fatto il presidente dell’intera azienda) è stato accusato di falsa testimonianza, corruzione e appropriazione indebita.

L’inchiesta giudiziaria, protrattasi per anni, ha portato all’arresto di Lee Jae-yong. Un altro duro colpo, per Samsung, che però si è subito dedicata con grande fervore alla produzione di smartphone. Dal 2018 ad oggi il mercato della telefonia mobile ha potuto beneficiare di numerosi nuovi modelli Samsung, sempre molto apprezzati dagli utenti di ogni età e dagli appassionati di hi-tech.

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DynaTAC 8000X Motorola, il primo telefono cellulare https://cultura.biografieonline.it/dynatac-8000x-motorola/ https://cultura.biografieonline.it/dynatac-8000x-motorola/#respond Sat, 22 Aug 2020 17:38:21 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29981 Il telefono cellulare fa la sua comparsa verso la metà degli anni ’80. In quegli anni le tecnologie permettono alle aziende di sperimentare prototipi che hanno un peso e una dimensione accettabili. Possono dunque essere lanciati sul mercato. Il primo ad essere prodotto è il DynaTAC 8000X. L’azienda Motorola lo mette in commercio a partire dal 13 marzo 1984 ad un prezzo non proprio concorrenziale: 3.900 $ (dollari). D’altra parte non c’erano altri concorrenti.

DynaTAC 8000X Motorola

DynaTAC 8000X Motorola: caratteristiche

Il DynaTAC 8000X pesava 900 grammi e aveva una dimensione tale da non poter essere considerato un cellulare tascabile.

Era infatti un bel mattoncino con uno spessore di 25 centimetri. Seguiva alcune indicazioni provenienti da progetti militari e aveva dietro alla tastiera con display LED rossi, un’imponente batteria che consentiva un’autonomia di un’ora, ma richiedeva di essere caricata in dieci ore.

Eppure l’attenzione che attirò su di sé fu tale da proiettarlo in cima alle classifiche delle vendite.

Alcune curiosità

  • Il peso del prototipo che risale al 1973 era di circa 1,5 Kg.
  • Poteva memorizzare 30 numeri di telefono.
  • Furono venduti in tutto 300.000 esemplari
Una pubblicità dell'epoca che annunciava il lancio del primo telefono cellulare portatile al mondo
Una pubblicità dell’epoca che annunciava il lancio del primo telefono cellulare portatile al mondo

La concorrenza

Nel 1987 la finlandese Nokia presentò al mercato il suo Cityman, simile nelle forme al DynaTAC 8000X, il quale riuscì comunque ad imporsi ai consumatori. Da quel momento le due aziende cominciarono a rispondersi a colpi di innovativi cellulari. Negli anni seguenti queste videro altri competitor presentarsi sul mercato e utilizzare il progresso delle tecnologie per confezionare nuovi prodotti.

Ad esempio, la miniaturizzazione delle batterie, lo sviluppo di interfacce più semplici, la riduzione dei componenti – in modo tale che il cellulare si potesse mettere in borsa o addirittura in tasca – lo hanno trasformato in uno status symbol ma anche in un oggetto legato quotidianamente alla persona.

Lo sviluppo della tecnologia mobile, i riflessi sulle abitudini e sulla privacy

Appendice del nostro modo di vivere, il telefono cellulare – oggi smartphone – ci accompagna ovunque legandoci a sé, ma senza essere un eccessivo peso. Grazie a questa formula che prevede comodità, connessione ovunque e il fatto di essere raggiungibili praticamente sempre, il cellulare ci ha schiavizzati ad una vita senza privacy, dove la mancanza di contenuti sociali e culturali vengono riempiti dall’ossessione di comunicar qualsiasi cosa.

Infatti, il cellulare è passato da connessione telefonica a gioco, distrazione, condivisione di contenuti video e foto e oggetto in cui si possono vedere le informazioni video ed anche i film. Proprio grazie a questa velocità di fruizione è diventato anche un connettore di informazioni di tutti i tipi, a volte superficiali, altre volte non vere, in un contesto virtuale in cui è sempre più difficile raccogliere informazioni verificate.

D’altra parte, ha permesso anche di raccogliere velocemente le informazioni e di condividerle senza che sia possibile smentire o cancellarle in tempo: questo da una parte aiuta il controllo, nel bene e nel male, di ciò che avviene nel mondo e dall’altra parte distrugge per sempre la privacy.

Ci sono centinaia di telefonini, migliaia di suonerie, e niente da dirsi.

ALDO BUSI. Tratta da: Frasi sui telefoni

Storia del DynaTAC 8000X Motorola: commento video

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Telefono Grillo: breve storia di un’icona di design italiano https://cultura.biografieonline.it/telefono-grillo-storia/ https://cultura.biografieonline.it/telefono-grillo-storia/#comments Tue, 18 Aug 2020 16:45:45 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29979 Il Telefono Grillo è oggi un oggetto di design vintage. A progettarlo fu Marco Zanuso nel 1965. Venne poi prodotto in Italia su larga scala dall’azienda multinazionale tedesca Siemens dal 1966.

Telefono Grillo: da dove deriva il nome

Il suo nome deriva dal ronzio che emette quando avverte di una chiamata in arrivo.

Questo telefono di design, con la sua forma moderna portò una rivoluzione per quegli anni. Ne raccontiamo di seguito la storia e le caratteristiche. Ma prima parliamo del suo inventore.

Telefono Grillo: un modello dal design rosso, chiuso e un modello in colore bianco, aperto
Telefono Grillo: un modello rosso (chiuso) e un modello in colore bianco (aperto)

L’idea e la filosofia di Marco Zanuso

Marco Zanuso fu un famoso architetto e designer milanese (14 maggio 1916 – 11 luglio 2001). Durante i primi anni ’60 inizia una interessante e proficua collaborazione con l’azienda Brionvega, specializzata nella produzione di apparecchi radiotelevisivi. Zanuso progetta alcuni oggetti di uso comune che forzano il linguaggio e le asperità tecnologiche, per piegare gli oggetti ad un uso domestico pratico e piacevole.

I suoi oggetti sono belli ma anche pratici e devono servire a questo scopo: utilità e bellezza nelle forme, per arredare la casa, sì, ma anche per essere ammirati e guardati oltre la loro utilità.

Marco Zanuso
Marco Zanuso

La tecnologia e l’estetica

La ricerca di Zanuso e di Richard Sapper, suo collaboratore, ha avuto lo scopo di dialogare con le tecnologie al fine di trovare una sintesi comune, in cui la tecnologia incontra le necessità dell’oggetto e viceversa.

La tecnologia deve incontrare le necessità dell’ambiente in cui l’oggetto viene inserito. Una tecnologia quindi che Zanuso con perizia e senso del gusto addomestica affinché si adatti al contesto estetico della casa.

Telefono Grillo: un’icona di design

Proprio grazie a queste intuizioni nasce un oggetto iconico e dal design intrigante, comodo e perfettamente accomodante nel contesto domestico. Si tratta proprio del telefono Grillo, prodotto nel 1966 dalla Società Italiana Telefoni Siemens.

Il telefono Grillo è un po’ la sintesi della filosofia di Zanuso.

Telefono Grillo bianco & nero, black & white

E’ un oggetto piccolo che si distende sulla mano e che si apre come una scatolina, dentro alla quale troviamo il disco combinatorio, il microfono e l’altoparlante. Il telefono Grillo è dotato di un design essenziale, bello e pratico.

L’idea di fondo dunque è sempre quella di poter collocare l’oggetto nel contesto della casa affinché, la tecnologia segua le necessità della bellezza e del design. La componentistica del telefono, infatti, è ridotta proprio per sviluppare un apparecchio che sia ergonomico, non ingombrante e facilmente utilizzabile.

Il telefono ebbe da subito un ottimo successo e venne prodotto in diversi colori. La colorazione e l’impiego sempre maggiore della plastica erano sono elementi che troviamo peraltro in diversi altri celebri oggetti di design dell’epoca, come ad esempio il Mangiadischi Minerva GA 45 Pop, oppure – per citare un oggetto concorrente e precursore del Grillo – il telefono Cobra.

Il telefono Grillo vinse nel 1967 il Premio Compasso d’oro, riconoscimento assegnato dall’ADI (Associazione per il disegno industriale), che riconosce e valorizza la qualità del design italiano.

Pubblicità vintage del telefono Grillo

Telefono Grillo: pubblicità vintage
Telefono Grillo: due pubblicità vintage

Nelle due pubblicità riportate in foto – tratte da riviste dell’epoca – si nota come anche la comunicazione commerciale sottolinei gli aspetti di cui abbiamo parlato.

Nella prima vengono promossi i nuovi colori e si fa riferimento all’emozione di arredare l’appartamento con un’idea innovativa: “la prima idea per il vostro nuovo appartamento”.

Nella seconda pubblicità si sottolinea la praticità: “il telefono in palma di mano”.

Il testo recita inoltre:

Simpatico, comodo, il più piccolo del mondo. Di linea così moderna… un tocco di stile in ogni ambiente. E’ fatto per la spina del vostro angolo preferito. Chiedetelo alla SIP.

Nota

La SIP – Società Italiana per l’Esercizio Telefonico – era la principale azienda di telecomunicazioni italiana, attiva dal 1964, proprio negli anni in cui è nato il telefono Grillo. Venne poi trasformata in Telecom Italia trent’anni dopo.

Commento video

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Ericofon, il Telefono Cobra: storia dell’oggetto di design di Ericsson https://cultura.biografieonline.it/ericofon-telefono-cobra-storia/ https://cultura.biografieonline.it/ericofon-telefono-cobra-storia/#comments Tue, 04 Aug 2020 14:09:33 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29942 L’Ericofon è un telefono anni ’50 celebre per il suo design futuristico. Prodotto da Ericsson, il Telefono Cobra – chiamato così per la sua forma – venne dotato di una tecnologia che all’epoca era di avanguardia. Scopriamo in questo breve articolo la storia dell’Ericofon. Più in fondo trovate anche un video di approfondimento.

Ericofon Ericsson, telefono Cobra
Ericofon Ericsson

Ericofon: la storia del Telefono Cobra

L’azienda svedese Ericsson fu fondata nel 1876. Il suo scopo principale era la riparazione di apparecchi per le telecomunicazioni. Nel giro di trent’anni divenne però una delle aziende più importanti nella produzione di apparecchi telefonici. Nel 1909 introdusse il telefono a forcella, uno dei progetti più famosi e che hanno contribuito a decretare il successo internazionale dell’azienda.

Un antico telefono a forcella Ericsson realizzato per France Telecom nel 1895

Paradossalmente però la Ericsson è ricordata soprattutto, ma non solo, per un telefono a colonna. Si tratta di un telefono senza cornetta munito di un piedistallo e di una forma ergonomica che ricorda il serpente: l’Ericofon. E infatti l’Ericofon, telefono senza cornetta, è conosciuto anche come telefono cobra, proprio perché la sua forma sinuosa ricorda il rettile che tipicamente si erge in verticale prima di attaccare.

E’ un telefono geniale.

Grazie all’inventiva di Hugo Blomberg, Ralph Lysell e Has Gösta Thames, l’Ericofon venne sviluppato in diversi colori fra il 1940 e il 1954, utilizzando la plastica, la gomma e il nylon. Tecnicamente perfetto, il telefono cobra è maneggevole e privo di qualsiasi orpello esterno.

Il disco per comporre i numeri è nascosto

Altra scelta geniale è stata quella di mettere il disco combinatorio per comporre i numeri alla base, dentro al piedistallo. In tal modo si ispirò un’operazione di scoperta visiva quella di un compratore che volesse capire dov’era l‘interruttore e il disco. Anche l’interruttore risolve una questione tecnica importante perché è posto alla base del telefono e scatta solo se il telefono viene alzato.

Il dettaglio della base, dove si nasconde il disco per comporre i numeri di telefono

Le scelte di rendere essenziali le forme, pratico l’utilizzo e bello l’oggetto hanno decretato il successo di questo oggetto. Negli anni ’60 e ’70 ha rappresentato un’intelligente fusione di design, bellezza e praticità.

Il telefono cobra Ericofon è stato prodotto in diversi colori. Il bianco è stato il colore più comune. Più rari sono stati il rosso, il verde e il giallo, che lo ha rappresentato in molti stili e scelte d’arredo.

Video commento

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Ragazze squillo. Da dove deriva il termine che significa: prostitute. https://cultura.biografieonline.it/ragazze-squillo-termine/ https://cultura.biografieonline.it/ragazze-squillo-termine/#respond Thu, 24 Oct 2019 16:08:31 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=27288 In inglese si dice call girls. In italiano sono le ragazze squillo, o ragazze a chiamata.

Sono gergalmente definite squillo le prostitute. Una definizione più ristretta le indica come ragazze (e donne) che esercitano la prostituzione fissando appuntamenti mediante l’uso del telefono (call: in inglese significa chiamata). Altri termini gergali o metaforici utilizzati anche nel mondo giornalistico, per indicare le prostitute sono: escort, oppure lucciole.

squillo del telefono - telefono che squilla

Squillo: uso del termine

Il termine più corretto da utilizzare sarebbe lavoratrice sessuale; tuttavia per ingentilire o nascondere la parola “prostituta”, l’abitudine comune dei media ha fatto in modo che si diffondessero i sinonimi come squillo (più generico) o lucciola (quando la lavoratrice si rende disponibile in strada).

Squillo sono pertanto, in modo indifferente, le persone che si prostituiscono in luoghi privati come case d’appuntamento, resort, hotel, appartamenti, ma anche quello che esercitano il meretricio in luoghi pubblici come parchi e strade.

Sex worker

Utilizzare il termine squillo non equivale oggettivamente a comunicare una discriminazione. L’uso tuttavia può risultare opportuno o inopportuno, appropriato o inappropriato, a seconda del tema, del contesto e dell’approccio gergale. Il sostantivo più corretto, come anticipato, sarebbe lavoratrici del sesso, che traduce l’inglese sex worker.

Quest’ultimo termine è usato molto più abitualmente nel linguaggio britannico e statunitense, rispetto alla corrispondente traduzione di lingua italiana.

Squillo: da dove deriva il termine

Non si ha certezza assoluta, ma il termine squillo (ragazze a chiamata) deriverebbe dagli anni ’60 del XX secolo, coniato per descrivere in modo immediato le lavoratrice alle dipendenze di Madame Claude.

Foto di Fernande Grudet, in arte Madame Claude (1923-2015)
Fernande Grudet, in arte Madame Claude (1923-2015)

Madame Claude è il nome con cui era conosciuta Fernande Grudet: fu una celebre figura francese, imprenditrice del sesso, protettrice di prostitute, che gestì un bordello di lusso a Parigi nel decennio degli anni ’60.

Tra i suoi clienti si annoveravano – si dice – esponenti celebri della politica mondiale, attori e manager. Il suo lavoro operativo era quello di gestire le telefonate e fissare gli appuntamenti con le ragazze. Da qui il termine squillo.

Sebbene, come abbiamo detto, il termine sia oggi usato in modo generico, esso dovrebbe fornire un’idea del lusso nell’ambito della prostituzione, proprio per la dinamica dell’appuntamento.

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Differenza tra modem e router https://cultura.biografieonline.it/modem-router-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/modem-router-differenze/#respond Wed, 02 Apr 2014 19:30:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10345 Molto spesso ci siamo chiesti quale sia la principale differenza tra modem e router. Per modem si intende un dispositivo elettronico che permette la connessione dal computer alla linea telefonica.

Foto di un Modem Router Wi-Fi
Modem e Router hanno funzioni differenti. Sono molto diffusi apparecchi come questo, che integrano le funzioni di modem, router e collegamento Wi-Fi, senza fili

La funzione principale del dispositivo rimane quella di modulare e demodulare le informazioni. Tale apparecchiatura permette di convertire le informazioni digitali in segnali analogici che si spostano attraverso la linea telefonica; in seguito queste informazioni, quando raggiungono la destinazione, vengono demodulate dal modem ricevente che trasforma le informazioni da analogiche a digitali. Diverso invece è il significato che si attribuisce alla parola router.

Per router si intende un dispositivo elettronico che ha lo specifico compito di permettere e gestire il collegamento alla rete fra più terminali contemporaneamente. Da sottolineare che il router da solo non può connettersi alla rete: perché avvenga ciò, deve essere collegato ad un modem. Sono molto conosciuti i Modem ADSL con Router integrato, o Modem Wi-Fi, che permettono il collegamento di più dispositivi non solo utilizzando un Router, ma anche in wireless. Nel caso di Modem Adsl con Router Integrato, notiamo come, grazie all’utilizzo di un singolo dispositivo, in questo caso è possibile connettersi alla rete con più computer contemporaneamente.

In ultimo segnaliamo il caso di Modem Router Wi-Fi, che permettono a più computer di collegarsi alla rete contemporaneamente, non solo attraverso i cavi di rete Ethernet ma anche attraverso la tecnologia senza fili Wi-Fi. Negli ultimi tempi, possiamo anche trovare l’Access Point, che è un particolare apparecchio di telecomunicazioni che, collegato ad una rete cablata o ad un router, permette all’utente di collegarsi anche nella modalità wireless, sempre che si disponga di apposita scheda dedicata.

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Perché non prendiamo la scossa toccando i fili del telefono? https://cultura.biografieonline.it/fili-telefono-scossa/ https://cultura.biografieonline.it/fili-telefono-scossa/#respond Thu, 06 Mar 2014 22:47:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9854 Una delle domande che spesso ci poniamo è: “Toccando i fili del telefono è possibile prendere la scossa?”. Non possiamo prendere la scossa quando tocchiamo i fili del telefono perché solitamente interveniamo quando non lo stiamo “usando”. Questo ci mostra che quando la linea è a “riposo”, ovvero quando non è in corso una comunicazione, la tensione presente in una linea telefonica analogica risulta compresa fra i 30 e i 48 volt in Italia, e può aumentare fino a raggiungere il livello di 70 volt in altri Paesi esteri.

Fili del telefono e cavi telefonici
Toccando i fili del telefono non si prende la scossa

Questa bassa tensione elettrica ci chiarisce il perché non la percepiamo quando tocchiamo i fili. Quando invece il telefono squilla, la tensione aumenta fino a raggiungere il valore di 150 volt nella maggioranza dei Paesi ed addirittura raggiunge i 200 volt negli Stati Uniti d’America. Dai 150 volt in su, ci troviamo di fronte ad un livello di tensione sufficiente per percepire una scossa quando tocchiamo i fili del doppino telefonico, ma assolutamente non pericolosa, per nostra fortuna, grazie al suo amperaggio molto basso.

In ultimo dobbiamo ricordare che durante il corso di una conversazione telefonica, la tensione arriva a scendere fino ai 2 o 3 volt, un valore praticamente impossibile da percepire senza appositi strumenti. Tutti questi riferimenti, però, sono da attribuire solo alle linee analogiche che ormai pian piano vengono sostituite da quelle digitali, come l’ADSL, che addirittura raggiungono un voltaggio pari a zero durante le telefonate. Quindi, ricordiamoci che possiamo toccare i fili della nostra linea telefonica per effettuare qualche piccola riparazione ma dobbiamo stare attenti che durante il nostro intervento non arrivi inaspettatamente una chiamata, altrimenti ahimè una piccola scossa ci colpirà.

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Storia del fonografo https://cultura.biografieonline.it/storia-del-fonografo/ https://cultura.biografieonline.it/storia-del-fonografo/#comments Fri, 11 May 2012 16:54:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1911
Thomas Edison e il suo fonografo
Thomas Edison e il suo fonografo

Pensato e progettato da Thomas Edison, il fonografo rappresenta uno dei primi strumenti inventati con lo scopo di ottenere la registrazione e la riproduzione dei suoni.

L’idea di Edison si concretizza nella seconda metà degli anni Settanta del XIX secolo: sono passati circa trent’anni dall’invenzione del telegrafo, quando Edison, nel 1877, riesce finalmente a portare a termine un ripetitore grafico che riesce a incidere su un disco le linee e i punti del Codice Morse, in maniera tale che, disegnando una traccia a forma di spirale mediante una piccola punta, sia possibile ripetere più volte lo stesso messaggio senza che ci sia bisogno dell’intervento di un operatore ogni volta.

Il 17 luglio 1877, in particolare, si verifica la presa di coscienza che cambierà la vita di Edison: l’inventore americano, infatti, si rende conto che il disco, nel momento in cui inizia a ruotare a una velocità abbastanza elevata, produce, attraverso le vibrazioni emesse dalla puntina, un suono simile a quello della voce umana. Questa intuizione fa sì che Edison si dedichi all’applicazione di questo principio nella registrazione della propria voce.

In realtà, già qualche anno prima – era il 1860 – la voce umana era stata registrata da Edouard-Leon Scott de Martinville su fogli di carta anneriti (addirittura ci sarebbero testimonianze di registrazioni risalenti al 1853), ma lo strumento realizzato dall’editore francese (composto da uno stilo e un corno) è in grado solamente di registrare, e non di riprodurre, e in effetti è stato pensato unicamente ai fini dell’archiviazione.

L’invenzione del fonografo viene annunciata da Edison il 21 novembre 1877, a pochi mesi dai primi schizzi dell’idea realizzati sui suoi diari (risalenti al 12 agosto dello stesso anno); la prima dimostrazione pratica, effettuata davanti ai suoi collaboratori, avviene il 6 dicembre.

Ciò che Edison mostra ai suoi uomini è un cilindro fonografico (un rullo di ottone lungo una decina di centimetri e con un diametro simile) sostenuto da un asse. Tale oggetto presenta il tracciamento di un solco a spirale largo circa due millimetri e mezzo, mentre la sua superficie è ricoperta di carta stagnola. Nel corso della registrazione, mentre il cilindro ruota, una puntina connessa alla membrana vibrante sfiora la stagnola; seguendo tutte le oscillazioni della membrana, la puntina va a creare nella stagnola una traccia profonda, che può cedere sotto la pressione essendo tesa sopra al solco.

La riproduzione, naturalmente, prevede il processo inverso, con la differenza che questa volta è necessario ricorrere a una seconda membrana, situata all’altra estremità del cilindro e decisamente più elastica. Con le sue variazioni di profondità, il solco nella stagnola dà origine alle vibrazioni della membrana, restituendo e riproducendo così il suono che è stato registrato. Il primo fonografo, quindi, prevede un funzionamento alternato: o come registratore o come riproduttore.

A dispetto dello scetticismo messo in mostra dai suoi collaboratori, Edison dà la prima dimostrazione concreta: pronunciando la frase “Mary aveva un agnellino” (“Mary had a little lamb”) in direzione del diaframma, comincia a girare la manovella che mette in azione l’intero sistema. Dopo che il cilindro viene riportato alla posizione di partenza, l’inventore riporta l’ago sulla seconda membrana, posizionandolo nel solco impresso dalla prima nella stagnola: gira nuovamente la manovella, e si sente un suono abbastanza vicino alla frase da lui prima pronunciata. Il fonografo è ufficialmente nato: la qualità del suono è senza dubbio da migliorare, ma ci si può lavorare sopra.

Il brevetto del fonografo viene rilasciato a Edison il 19 febbraio 1878: in quel periodo, l’inventore statunitense fonda, grazie anche al supporto di alcuni finanziatori, la “Edison Speaking Phonograph Company”. I primi modelli di fonografi non vengono installati negli uffici (la destinazione finale per cui erano stati pensati da Edison), visto che la qualità della registrazione è ancora molto modesta; vengono posizionati, invece, nei luna park e nelle fiere di paese, direttamente sotto gli occhi del pubblico, dove chiunque, utilizzando dei gettoni, può farli funzionare. L’obiettivo, in sostanza, è quello di prendere tempo per migliorare i risultati finali del fonografo, e inoltre quello di far sorgere curiosità a proposito di quella nuova invenzione, diffondendo notizie e informazioni sulle opportunità messe a disposizione dal fonografo.

Come detto, Edison individua nella sua creatura uno strumento finalizzato non tanto alla registrazione della musica, quanto alla realizzazione di volumi per non vedenti, alla dettatura negli uffici di lettere e documenti, all’insegnamento della dizione. Inoltre, l’inventore americano ha pensato, in pratica senza saperlo, alla prima ipotesi di una segreteria telefonica, come dimostra questa sua frase:

E’ possibile installare un fonografo su un telefono, in modo che a ogni chiamata venga comunicato all’ufficio centrale che la persona cercata in quel momento non è disponibile e che tornerà a casa a una determinata ora. Una persona che non trova la persona cercata, a sua volta, potrà comunque lasciare la comunicazione che intende fare registrandola sul fonografo della persona che ha cercato”.

Edison, dunque, mira a un utilizzo strettamente professionale del suo strumento, soprattutto perché tiene in considerazione l’esistenza di migliaia di aziende e uffici che grazie alla sua invenzione potrebbero ridurre i tempi di molte operazioni, incrementando così i profitti; non presta attenzione, invece, all’intrattenimento (e quindi alla registrazione della musica), anche perché pochi anni prima ha avuto un’esperienza poco felice con un sistema di voto elettronico da lui ipotizzato.

Pochi anni dopo, nel 1880, Summer Tainter e Chichester Bell (tra l’altro cugino di Alexander Graham Bell, padre del telefono) ai laboratori Bell presentano il grafofono, un prototipo di fonografo nel quale, però, non c’è più la stagnola, sostituita da uno strato di cera. La pressione della punta sulla cera viene ridotta in virtù dell’impiego di un braccio snodabile, così il solco è largo meno di un millesimo di millimetro. In questo modo, il passo dell’incisione non supera i due decimi di millimetro: in altre parole, la registrazione può durare più di due minuti.

Pochi anni più tardi, Emile Berliner, un ingegnere tedesco che in passato ha collaborato con Bell e Tainter presso i laboratori Bell, ha un’altra intuizione: sostituire il cilindro con un disco, e fare oscillare la puntina verso sinistra e verso destra, e non più verso l’alto e verso il basso. L’invenzione di Berliner prende il nome di grammofono, che riceve il brevetto ufficiale nel mese di novembre del 1887.

Un grammofono
Un grammofono

I vantaggi apportati dall’incisione laterale sono evidenti, nel senso che essa impedisce alla forza di gravità di condizionare le oscillazioni della punta, assicurando pertanto una qualità di riproduzione nettamente migliore; tuttavia, il disco presenta lo svantaggio della velocità angolare costante, e quindi una velocità lineare variabile. In altre parole, le frequenze più alte non possono essere riprodotte nella maniera corretta, in quanto hanno bisogno di una puntina che oscilli a velocità elevata: un fatto impossibile al centro del disco a causa della sua velocità lineare modesta. Ciò non significa, comunque, che l’utilizzo del disco sia sconsigliato, e anzi esso soppianta in maniera definitiva il cilindro di Edison; anche perché il disco può essere riprodotto, molto più facilmente rispetto al cilindro, in molteplici copie uguali.

Vale la pena di notare, tuttavia, che Edison, dopo la presentazione dell’invenzione di Berliner, non accetta di buon grado l’idea di sostituire il cilindro con il disco: alla base del suo rifiuto si possono rintracciare sia motivazioni tecniche (il già citato svantaggio della variabilità della velocità lineare), sia, soprattutto, questioni di orgoglio. L’adozione del disco, infatti, coincide con l’ammissione che la sua intuizione è stata superata, e che l’invenzione di Berliner è dal punto di vista tecnico migliore della sua. Nel 1893, tuttavia, Edison deve arrendersi alla realtà dei fatti: il fonografo ottiene vendite decisamente inferiori rispetto al grammofono, e inoltre trova scarsa diffusione proprio per gli uffici per cui originariamente era stato progettato. Anche Edison, dunque, si rassegna e mette in vendita cilindri incisi finalizzati all’ascolto di pezzi musicali.

Nel frattempo l’inventore americano prosegue nei suoi studi e nelle sue ricerche, effettuando anche diversi investimenti per portare migliorie al fonografo. In realtà, la sua creatura sarà superata da altre intuizioni: l’”Indistructible Cylinder Record” del 1889, un cilindro dalla notevole resistenza meccanico; una tromba che permette l’ascolto collettivo; il cilindro “Amberol” del 1908, realizzato con una mescola speciale di prodotti fenolici e celluloide che consente di raddoppiare la durata dell’incisione diminuendo ulteriormente il passo del solco; e infine una puntina di diamante, introdotta nel 1912, che dà la possibilità di ottenere una qualità ancora migliore rispetto a quella prodotta dal disco.

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L’invenzione del telefono: la rivalità tra Meucci e Bell https://cultura.biografieonline.it/storia-del-telefono/ https://cultura.biografieonline.it/storia-del-telefono/#comments Fri, 11 May 2012 08:35:25 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1914 Comunico, “ergo sum”!

In quanto “animale sociale” l’uomo è sempre stato proteso alla comunicazione: è per questo che dai preistorici suoni gutturali è passato alla messa a punto di linguaggi compiuti e comuni, tali da consentire esaustive conversazioni fra due o più soggetti. Raggiunto questo basilare obiettivo, si è subito presentato un nuovo problema: come comunicare a distanza? Gli antichi greci e romani utilizzavano segnali di fumo, di giorno, e fiamme di notte; un altro sistema è stato quello di sventolare bandiere o drappi fra un’altura e l’altra, per finire con l’eliografo, o telegrafo ottico, uno specchietto che riflettendo i raggi del sole riesce ad essere visibile anche a grandi distanze. E così è stato per millenni, fino a quando, passo dopo passo, nel XVIII secolo sono state finalmente scoperte e comprese le leggi che regolano l’elettricità, traguardo fondamentale per passare alle sue applicazioni pratiche.

L’avvento dell’elettricità

Il primo ad intuire che l’elettricità avrebbe potuto consentire, tramite fasci di fili elettrici, la comunicazione su grandi distanze è stato il meteorologo ed inventore inglese Francesco Ronalds, nato nel 1788 a Londra, che così dà vita al telegrafo elettrico. Poco dopo gli inventori inglesi Carlo Wheatstone e Guglielmo Cooke trovano il modo per rendere la scoperta più economica, riducendo il fascio ad un solo filo. Quasi contemporaneamente in America Samuel Morse mette a punto il telegrafo elettromagnetico e l’apposito codice che da lui prende il nome.

Samuel Morse
Samuel Morse

Sempre nell’Ottocento gli studi di Lord Kelvin, fisico ed ingegnere britannico, consentono la collocazione dei cavi sul fondo del mare, gigantesco passo in avanti perché vengono così annullate le distanze fra i continenti. L’americano Thomas Alva Edison, inventore ed imprenditore, detto “il mago dell’elettricità”, perfeziona ulteriormente il sistema telegrafico, riuscendo a potenziarlo.

Thomas Alva Edison
Thomas Alva Edison

La trasmissione del suono

Ma l’uomo, per sua natura, non è mai pago: ora che si è riusciti ad inviare messaggi dovunque ed in tempi rapidissimi, la nuova scommessa è la trasmissione della voce. A questo obiettivo sono in tanti a lavorare, nel mondo, e ciascuno per proprio conto, ma è un italiano sfortunato e geniale che, cogliendo la necessaria intuizione, regala al mondo l’ “elettrofono”, come egli lo definisce, dando avvio ad una rivoluzione che ancora oggi è di grande attualità ed in constante evoluzione: il suo nome è Antonio Meucci.

La rivalità tra Meucci e Bell

Antonio Meucci
Antonio Meucci

Nato a Firenze il 13 aprile 1808, Antonio Meucci frequenta l’Accademia delle Belle Arti dove approfondisce gli studi di chimica e meccanica. Inizia a lavorare come daziere, per poi passare al “Teatro della Pergola” come aiuto macchinista. Qui si rivela la sua passione per la trasmissione dei suoni, mettendo a punto una prima invenzione, il “tubo acustico”, ancora oggi in uso in alcuni teatri. Coinvolto nei moti del 1831 è costretto a lasciare l’Italia dopo aver sposato, nel 1834, la costumista Ester Mochi. Emigra all’Avana, capitale di Cuba, dove trova occupazione come sovrintendente tecnico presso il “Gran Teatro de Tacon”, il più prestigioso d’America. Ritorna a lavorare al suo progetto, maturando però l’idea di “telegrafare la parola”, di trasmettere i suoni, cioè, attraverso la corrente elettrica.

Interrompe le sue ricerche dal 1844 al 1848 per rientrare in Italia e partecipare alla nuova ondata rivoluzionaria. Tornato all’Avana, nel 1849 riesce per la prima volta a trasmettere il suono mediante un rudimentale apparecchio telegrafico sonoro. Nel 1850 un incendio distrugge il teatro ed egli rimane disoccupato; decide allora di trasferirsi a Clifton, nell’isola di Staten Island, vicino a New York.

Qui ospita ed aiuta molti rifugiati politici italiani tra i quali un operaio, Giuseppe Garibaldi, giovane ed ancora del tutto ignaro di quel che sarebbe diventata la sua vita di lì a poco. Garibaldi rimane tre anni a Clifton, occupato nella fabbrica di candele che Meucci ha aperto, svolgendo altresì un importante ruolo di stimolo ed incoraggiamento per l’amico a persistere nei suoi esperimenti e ricerche. Oltre alle candele Meucci diviene, intanto, anche produttore di birra.

Fra il 1854 ed il 1856 realizza finalmente il suo primo telefono, ma non dispone dei capitali necessari né per la sua messa in produzione né, tantomeno, per brevettarlo. Nel 1871 riesce comunque ad ottenere un “caveat”, una sorta di brevetto a scadenza, che per un anno tutela l’invenzione, e che egli riesce a rinnovare anche nei due anni successivi; nel 1874, però, le sue condizioni economiche non gli consentono più il rinnovo del brevetto al quale è costretto a rinunciare. La sua invenzione rimane così priva di protezioni. La Compagnia Telegrafica di New York, alla quale si propone, non coglie l’importanza della novità e respinge la sua offerta perdendo, tra l’altro, stranamente, il relativo fascicolo.

Il 14 febbraio 1876 all’ufficio brevetti si presenta prima Alexander Graham Bell, fisico americano di origine scozzese e studioso di fisiologia degli organi vocali, che deposita il progetto per la trasmissione della voce tra due apparecchi collegati con un filo elettrico; qualche ora dopo è la volta dell’ingegnere Elisha Gray, con un progetto molto simile ma, ovviamente, il brevetto va al primo arrivato.

Alexander Graham Bell
Alexander Graham Bell

Non appena Meucci ne viene a conoscenza denuncia prima sulla stampa e poi in sede giudiziaria Bell e la “Bell Telephone Comp.”: la lunga e complessa vertenza registra un primo successo quando, nel 1886, un rapporto del Ministero dell’Interno riconosce a Meucci la priorità dell’invenzione. Ma si dovranno percorrere vari gradi di giudizio per giungere ad un verdetto definitivo, e quando il 18 ottobre 1889 Antonio Meucci muore, la sospirata sentenza non è ancora giunta.

Nel 1897 l’intricatissimo iter giudiziario, che ha prodotto circa 50.000 pagine di documenti, si conclude con una pronuncia della Corte Suprema degli Stati Uniti che, però, non stabilisce chi abbia ragione fra le parti in causa. Dovrà passare oltre un secolo perché, grazie all’ingegnere e scienziato siciliano Basilio Catania – che al Meucci ha dedicato una ponderosa opera in quattro volumi – il Congresso degli Stati Uniti d’America riconosca in via definitiva che la paternità dell’invenzione del telefono appartiene allo scienziato italiano Antonio Meucci: ciò che non ha saputo stabilire la giustizia lo ha così sancito la storia.

La City University of New York ha assegnato al prof. Catania, nel 2000, il titolo di “Vindicator of Meucci” e nel 2003 lo stesso ha presieduto la giornata italiana celebrativa dell’agognato riconoscimento e del suo artefice.

Il congresso degli Stati Uniti d’America, con la risoluzione N° 269, ha riconosciuto ufficialmente Antonio Meucci come primo inventore del telefono, al posto di Alexander Graham Bell, il giorno 11 giugno 2002.

Un altro “genio italico”

Per completezza di trattazione non si può non citare un altro grande italiano, Guglielmo Marconi, nato nel 1874, proprio mentre Meucci lavora alla trasmissione elettrica del suono. Fisico e scienziato, Marconi mette a punto l’utilizzo delle onde radio, altra grande rivoluzione nella storia della civiltà umana e per la quale è insignito, nel 1909, del premio Nobel per la Fisica. Marconi è, tra l’altro, un grande estimatore di Antonio Meucci.

Guglielmo Marconi
Guglielmo Marconi, protagonista storico dell’invenzione della radio

Nel 1930 il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), del quale egli è presidente, pubblica uno studio dell’ing. Luigi Respighi intitolato “Sulla priorità di Antonio Meucci nell’invenzione del telefono”. Due anni dopo dà incarico al dr. Francesco Moncada di effettuare, in USA, ricerche approfondite sull’argomento, ma l’improvvisa morte del Moncada vanifica l’iniziativa. Ed ancora Marconi, nel 1933, sulla base di appunti autografi dello stesso Meucci, fa riprodurre due modelli di telefono (o telettrofono) che invia all’esposizione di Chicago intitolata “Un secolo di progresso”.

Il prof. Catania riporta che Francesca Vinciguerra, alias Frances Winwar, scrittrice statunitense di origine italiana nonché vincitrice del prestigioso premio Pulitzer, descrive un Marconi che, in visita alla casa di Meucci a Staten Island, rimane “a lungo dinanzi ad essa a capo scoperto”.

Se oggi ogni singolo cittadino è in grado di comunicare con tutto il mondo, utilizzando la telefonia o ”navigando” nella rete internet, lo si deve prioritariamente a questi due grandi italiani: Meucci, per la connessione via cavo, e Marconi per quella via etere.

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