Sudafrica Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Tue, 23 Aug 2022 14:03:29 +0000 it-IT hourly 1 Nessuno al mio fianco, riassunto del romanzo di Nadine Gordimer https://cultura.biografieonline.it/nessuno-al-mio-fianco/ https://cultura.biografieonline.it/nessuno-al-mio-fianco/#comments Fri, 07 Oct 2016 08:51:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20110 Tra i romanzi più rappresentativi della scrittrice sudafricana, autrice di romanzi e saggi, Nadine Gordimer troviamo il romanzo dal titolo: “Nessuno al mio fianco“, del 1994. Nadine Gordimer, autrice sudafricana, ha ricevuto il premio Nobel per la Letteratura nel 1991. Il libro Nessuno al mio fianco è ambientato nel suo paese natale, il Sudafrica. Temporalmente la storia si svolge poco prima delle elezioni che hanno portato l’avvento al potere Nelson Mandela. Mandela è uno degli uomini che hanno cambiato il volto storico e politico del mondo oltre che quello sudafricano.

Nessuno al mio fianco - Libro - Riassunto - Nadine Gordimer
Copertina del libro “Nessuno al mio fianco” (1994), di Nadine Gordimer

La scrittrice descrive in modo minuzioso le vicende dei principali protagonisti. Essi devono fare i conti con la realtà sociale e politica del paese, che ormai era stato messo internamente allo stremo dalla politica di segregazione razziale, chiamata apartheid.

Il romanzo narra le vicende contrapposte dei protagonisti, in particolare due coppie di amici, che trascorrono la loro vita in un Sudafrica inquieto, dalle odiose catene dell’apartheid ovvero la politica estremistica di discriminazione razziale perpetrata dalla minoranza bianca nella Repubblica Sudafricana e attuata con ogni mezzo, anche violento, ai danni della libertà e dei diritti civili degli indigeni neri.

Nessuno al mio fianco: riassunto del libro

Nel romanzo “Nessuno al mio fianco“, da un lato troviamo Vera e Bennet, una coppia di bianchi e, dall’altra, viene narrata la vita di una coppia di neri, i Maqoma: Sibongile e Didymus, militanti tornati in patria dopo anni di esilio.

Bennet, il marito di Vera, si trova a rinunciare alle sue passioni artistiche per venire in aiuto della famiglia. Mentre sua moglie, l’avvocato Vera Stark, che è responsabile di un centro di consulenza legale, si trova, da una parte, schiacciata nel dover affrontare cause problematiche legate al possesso e allo sfruttamento della sua terra. Dall’altra, invece, è consumata dalle sue passioni amorose che le sfuggono molto spesso di mano. Esse le fanno perdere di vista gli obiettivi più importanti nella sua vita.

None to Accompany Me - Nessuno al mio fianco - Libro - Book - Nadine Gordimer
Una copertina del libro in lingua originale: il titolo è “None to Accompany Me”.

Si narra di tutta la sua vita come donna, mamma, moglie e perfino amante. In realtà, il personaggio chiave del romanzo è senza dubbio quello di Vera. La donna non vuole nessuno al suo fianco. Nadine Gordimer la dipinge come una donna indipendente, libera, che vive la sessualità in maniera aperta. Ella pare vivere solo ed esclusivamente per il suo impegno sociale e politico.

Vera Stark

Vera Stark è senza alcun dubbio simbolo di una irrimediabile solitudine. Soprattutto in ambito privato. La donna, infatti, si era sposata da giovane con un soldato. Il matrimonio era però miseramente fallito. Ora si trova ad essere nuovamente sposata e unita ad un uomo che per lei sacrifica anche le sue ambizioni artistiche.

Vera vive distante dai suoi figli, diventa ben presto amante di un collega e infine amica e complice di un leader politico di colore. A causa della differenza del colore della sua pelle e del suo modo di approcciarsi con il sociale e le sue parità di diritti, viene pian piano sempre più respinta ed emarginata da una terra che fino a quel momento era stata dominata solo dai bianchi.

Diversa è la storia della coppia di amici Sibongile e Didymus Maqoma, coppia di neri, che sono tornati in patria dopo la fine del regime razzista, grazie alla liberazione di Nelson Mandela. Ma anche gli amici di Vera sono schiacciati dagli eventi che li travolgono irrimediabilmente.

Lui, Didymus, viene infatti messo in disparte dal movimento rivoluzionario del nuovo Sudafrica che punta alla rinascita, poiché era un ex-terrorista. Lei, invece, viene scelta, a sorpresa, per entrare a far parte dei rappresentanti politici di un Paese che al momento si trova in ginocchio e che si sta pazientemente rimboccando le maniche per risorgere. In realtà, si rende conto di non essere del tutto all’altezza della posizione.

Da una parte, viene descritta la quotidianità del marito Didymus, che non riesce a rassegnarsi dopo decenni vissuti in prima linea, alla marginalità politica. Dall’altra parte, c’è l’ansia nervosa della moglie Sibongile, incapace di gestire il suo nuovo ruolo istituzionale. Inoltre si sente inadatta nel suo ruolo di madre della giovanissima Mpho, che paga lo scotto per tutti.

E quello chi era? C’è sempre qualcuno che nessuno ricorda. Nelle fotografie di gruppo soltanto quelli che sono diventati celebri, nel bene o nel male, o le facce che possono essere ricordate attraverso comuni esperienze, occupano lo spazio e il tempo appiattiti sulla lucida carta. Chi poteva essere?
(INCIPIT)

Temi trattati

La scrittrice Nadine Gordimer, nel romanzo “Nessuno al mio fianco“, narra delle paure, delle delusioni e dei patimenti che vivono i suoi personaggi. Tutti i protagonisti della vicenda sono uniti negli ideali. Ma sono irrimediabilmente divisi dal colore della pelle e da tutto ciò che succede attorno.

Non c’è spazio per la famiglia, per l’amore, per la vita quotidiana, ma solo per la politica, stranamente annessa al mondo sessuale. Tutti loro, nel romanzo, si trovano in ogni modo a dover fari i conti con la storia. Nessuno di loro, infatti, riesce a rimanere indenne a tutti gli sconvolgimenti politici che sta vivendo il Sudafrica. Si tratta di uno dei momenti cruciali di storia contemporanea, non solo per il Sudafrica stesso.

Commento all’opera

Si tratta di un romanzo di facile lettura, che fa riflettere il lettore su importanti tematiche. Grazie al ritmo sofferto, il racconto ci porta a condividere tutto quello che sta accadendo. In questo romanzo, la stessa scrittrice afferma il suo pensiero politico schierandosi a favore dei neri, del loro diritto all’autodeterminazione e in favore di condizioni di vita più dignitose.

Nadine Gordimer
Nadine Gordimer nacque il 20 novembre 1923 a Johannesburg. Morì nella sua città il 13 luglio 2014.

Nadine Gordimer adotta un linguaggio contorto. I dialoghi tra i personaggi risultano essere spesso complicati.

Nel romanzo troviamo  degli episodi definiti sanguinosi ma la drammaticità non viene del tutto percepita dal lettore poiché la storia viene raccontata attraverso la prospettiva dei protagonisti che si limitano solo al racconto dei fatti tralasciando i toni drammatici.

Il romanzo ha avuto un notevole successo, sia in termini di pubblico che di critica.
Nadine Gordimer, toccando tematiche forti ed importanti, grazie a “Nessuno al mio fianco” è stata vincitrice di molti Premi Letterari.

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L’apartheid e Nelson Mandela https://cultura.biografieonline.it/apartheid-e-nelson-mandela/ https://cultura.biografieonline.it/apartheid-e-nelson-mandela/#comments Thu, 03 May 2012 14:15:56 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1777 Nella lingua africana la parola “apartheid” ha il significato letterale di “separazione”, per indicare appunto la divisione creata tra la razza bianca e quella nera.

Apartheid

L’ideologia che ha fondato il sistema dell’apartheid è stata introdotta dai primi ministri Daniel Francois Malan, Johannes Gerhrdus Strjdom ed Hendrik Francsh Verwoerd. Tale politica di discriminazione razziale, che si diffuse in Sudafrica a partire dal 1948, venne racchiusa in apposite leggi, denominate “leggi dell’apartheid”, nelle quali si stabiliva una netta distinzione della popolazione in tre gruppi razziali principali: bianco, nero africano e “coloured”, cioè appartenente ad una razza mista.

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Un’ulteriore distinzione venne introdotta dopo: quella tra indiani e pakistani. Queste leggi regolavano e condizionavano i comportamenti quotidiani di ogni individuo a seconda della categoria cui apparteneva. Le relazioni interrazziali non erano affatto favorite, anzi: esistevano luoghi da frequentare separatamente, zone dei mezzi pubblici riservate solo ai bianchi, spiagge a cui i neri non potevano accedere.

Le leggi dell’apartheid discriminavano l’accesso al lavoro in base all’appartenenza razziale, vietavano i matrimoni tra persone di razze diverse, istituivano veri e propri “ghetti” (chiamati bautustan) in cui veniva relegata la popolazione nera, che in questo modo era sottoposta ad un forte controllo da parte del Governo.

Chiunque si opponeva al sistema dell’apartheid così strutturato incappava in conseguenze penali. I neri venivano deportati con la forza nelle cosiddette “homeland del sud”, costretti a lasciare le loro case e gli affetti, senza godere di alcun tipo di diritto.

Nel 1912 fu fondato l’African National Congress (ANC) da un’organizzazione di neri, per contrastare l’apartheid. Il governo rispose violentemente con la repressione, sopprimendo le organizzazioni che lottavano per eliminare le differenze razziali, ma dovette cedere quando il Sudafrica venne isolato e condannato a livello internazionale proprio a causa dell’apartheid.

Le cose cominciarono a cambiare dagli anni Settanta, quando il governo permise alle rappresentanze sindacali dei neri di entrare in politica. Le Nazioni Unite intervennero a condannare apertamente la politica razziale dell’apartheid nel 1961.

Le pressioni internazionali per fermare l’apartheid giunsero anche da altri settori, come quello sportivo: il Sudafrica venne escluso dalle Olimpiadi nel 1980, e qualche anno prima, nel 1976, l’Africa boicottò le Olimpiadi in segno di protesta.

Nel 1984 fu promulgata una Costituzione che attribuì la rappresentanza parlamentare solo ai bianchi e ai “coloured”, mentre ai neri non fu estesa tale possibilità. Nel 1990 fu eliminata la condanna nei riguardi dell’African National Congress, ed il presidente Frederick de Klerk liberò Nelson Mandela, il fautore della lotta contro l’apartheid.

Nel 1993, proprio grazie all’intervento di Mandela, il Sudafrica gettò le prime basi per la democrazia. Nel 1994 Nelson Mandela fu eletto presidente del governo, che comprendeva al suo interno anche il Partito Nazionale. Mandela è il primo presidente nero in tutta la storia del continente sudafricano.

Nelson Mandela
Nelson Mandela

Nel 1994 per la prima volta tutte le razze ebbero uguale diritto di voto. Militante del movimento anti-apartheid, Nelson Mandela è nato a Mvezo il 18 luglio 1918. La sua attività a favore del riconoscimento dei diritti dei neri lo ha reso un eroe, un paladino della libertà.

Proprio a causa della sua lotta contro ogni forma di discriminazione razziale il politico sudafricano viene arrestato e accusato di tradimento. Il 12 giugno 1964 viene condannato all’ergastolo. Anche durante la prigionia, Mandela seguì sempre con grande interesse ed entusiasmo l’attività del movimento che intanto raccoglieva grandi consensi. Lo slogan “Nelson Mandela libero” era inneggiato in tutto il mondo: le campagne anti-apartheid erano ormai presenti dappertutto.

Nelson Mandela restò in carcere fino al 1990, dopo ventisette anni di prigionia, fu rilasciato il giorno 11 febbraio per ordine del presidente sudafricano F.W. de Klerk. Ottenuta la carica di Presidente del governo sudafricano, nel 1994, Mandela affidò la vicepresidenza proprio a de Klerk.

Nel 1999 Mandela lasciò il mandato, pur continuando sempre la sua battaglia a favore dei diritti sociali ed umani. A Nelson Mandela è stato consegnato il Nobel per la pace nel 1993. Nel 2008, in occasione del novantesimo compleanno di Mandela, si è svolto un grande concerto all’Hyde Park di Londra: erano presenti circa cinquecentomila persone.

La casa in cui il presidente sudafricano visse a Soweto è ora sede di un museo interamente dedicato a lui. Il 27 aprile si celebra l’anniversario delle elezioni a suffragio universale che hanno portato al governo l’African National Congress (ANC) in Sudafrica, ed è appunto considerato il giorno della Festa della Libertà.

La vita di Nelson Mandela è un modello di forza ed eroico coraggio: per questo viene considerato un emblema per le generazioni di tutti i tempi. Monumenti e riconoscimenti gli sono stati attribuiti in tutte le parti del mondo.

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