strumenti musicali Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 01 Oct 2021 05:16:22 +0000 it-IT hourly 1 Con le pive nel sacco: significato e origini del modo di dire https://cultura.biografieonline.it/pive-nel-sacco/ https://cultura.biografieonline.it/pive-nel-sacco/#respond Thu, 30 Sep 2021 14:49:16 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=35860 Significa subire una disfatta, restare delusi da qualcosa che non si è ottenuto, ritirarsi umiliati per non aver raggiunto il proprio obiettivo. È l’espressione con le pive nel sacco: essa si lega sempre a verbi di movimento. In italiano diciamo “andarsene con le pive nel sacco” oppure “ritirarsi con le pive nel sacco”.

Origine del modo di dire: partiamo dalle “pive”

Prima di giungere a spiegare l’origine di questo modo di dire, è corretto fare un passaggio sul termine pive. E’ una parola che poco avremmo sentito. O per lo meno è un termine che raramente abbiamo avuto modo di pronunciare, fatta eccezione per la formula che stiamo analizzando.

La parola “pive” indica in senso ampio qualunque tipo di cornamusa.

In senso più stretto, poi, con pive si indica il piffero o il gruppo di pifferi.

In ogni caso, in linea generica, quando diciamo “pive” ci riferiamo a un gruppo di vari strumenti musicali a fiato.

Militari suonatori di cornamuse durante una manifestazione di paese
Militari suonatori di cornamuse durante una manifestazione di paese

Quando le pive restano nel sacco: 1ª versione

La prima e probabilmente più accreditata spiegazione del modo di dire “con le pive nel sacco” deriverebbe da una usanza militare.

In caso di vittoria militare, infatti, accadeva che un componente deputato del battaglione suonasse la tromba o la cornamusa. Lo faceva, in particolare, durante la marcia di trionfo.

Quando allora le pive restavano nel sacco?

Per la sconfitta.

In quel caso, infatti, l’esercito battuto si ritirava in pieno silenzio senza suonare gli strumenti musicali. Le pive, a quel punto, restavano nelle apposite custodie, nei sacchi.

Oltre lo scenario militare: 2ª versione

Esiste anche una seconda versione in merito alla spiegazione del modo di dire “con le pive nel sacco” : è una lettura di questo modo di dire che non ha a che fare con i soldati, vincenti o perdenti che siano.

Lo scenario è quello – molto più accogliente e pacifico – del Natale; i protagonisti sono gli zampognari.

Durante le festività natalizia, come uso ancora in alcune zone del Paese, gli zampognari girano per le strade suonando cornamuse per raccogliere denaro, casa per casa.

Zampognari durante il periodo natalizio
Zampognari durante il periodo natalizio

Anticamente questa usanza prevedeva che i cittadini ricambiassero non solo con denaro, ma anche con cibo o vestiti, che venivano ceduti ai suonatori dentro sacchi di iuta.

Succedeva che solo quando il sacco era semivuoto lo zampognaro avesse lo spazio per riporre lo strumento.

Anche lui, deluso di quanto poco avesse ottenuto col suo giro, se ne tornava a casa … con la piva nel sacco.

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Il Piffero (quadro di Manet) https://cultura.biografieonline.it/piffero-manet/ https://cultura.biografieonline.it/piffero-manet/#respond Thu, 28 Aug 2014 11:19:05 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11840 Dopo essere tornato da un viaggio in Spagna, era il 1865, Edouard Manet decise di dipingere questo quadro: Il Piffero, un olio su tela che misura 160 x 97 cm. Il celebre quadro Il Piffero fu poi completato un anno dopo, nel 1866.

Il Piffero - Manet
Edouard Manet, Il Piffero (1866)

Storia del quadro

Durante il suo viaggio spagnolo Manet aveva avuto modo di visitare il Prado di Madrid. Nel museo aveva studiato a fondo le opere di Diego Velázquez di cui era un estimatore ed era rimasto affascinato dal quadro che raffigurava Pablo de Valladolid, un buffone di corte.

Ciò che lo aveva colpito di questo quadro era lo sfondo, completamente assente, che rendeva essenziale il ritratto come se ci fosse solo aria intorno al soggetto. Manet quindi cercò di applicare gli stessi principi al suo “Piffero”, un quadro in cui il soggetto è un bimbo che suona il piffero nella banda della Guardia imperiale.

Analisi e commento

Il soggetto non ha alcuna rilevanza storica ma diventa un quadro, negli anni, importante per la storia dell’arte perché cambia le priorità della rappresentazione e lo fa semplificando il soggetto.

Come si può notare, infatti, i colori sono nitidi e la pennellata uniforme. Il nero è denso ma senza sfumature, la carnagione appare più elaborata, mentre il colore bianco è intensificato per generare maggior contrasto con il nero.

Edouard Manet
Edouard Manet, autore del quadro

Non c’è profondità, il soggetto è in un non luogo, in cui la geometria quasi scompare. Non esiste contesto attorno al soggetto, questo rende il quadro moderno ed innovativo per l’epoca. Tanto innovativo che non trovò subito il favore della critica. Solo lo scrittore Emile Zola, fin da subito, vide come il quadro Il Piffero fosse importante per la pittura di Manet, che da quel momento in poi avrebbe rappresentato con maggior forza la modernità, intesa come un cambiamento radicale della visione e dell’interpretazione della realtà.

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Differenza tra zampogna e cornamusa https://cultura.biografieonline.it/zampogna-cornamusa-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/zampogna-cornamusa-differenze/#comments Wed, 02 Apr 2014 20:13:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10349 Vi sono differenze tra gli strumenti musicali zampogna e cornamusa. La zampogna è un antico strumento musicale che è in uso in particolar modo nell’area geografica italiana centrale e del centro sud, con una maggiore concentrazione in particolare nelle regioni Abruzzo e Molise.

Zampogna e Cornamusa
Un suonatore di zampogna (a sinistra) e un uomo scozzese, che indossa il tradizionale kilt, mentre suona la cornamusa

Esistono differenti modelli di questo strumento. Al sud, per verificare la lunghezza della zampogna, si usa come unità di misura il “palmo”, mentre nell’Italia centrale la misura (e quindi la tonalità) dello strumento viene indicata in modo alquanto insolito, ovvero con un numero. Lo strumento è formato da un sacco, da due chanter (ovvero le canne che generano il canto) e da un numero diverso di bordoni; il tutto è inserito in un unico blocco di legno, denominato “zuppone”. Esistono ben quattro modelli di zampogna: quella laziale-molisana, la zampogna campano-lucano-calabrese, la zampogna a paro, ed infine la surdelina.

Con il termine cornamusa invece, viene indicato uno strumento musicale aerofono a serbatoio (o aerofono a sacco). Tale strumento è in uso in particolar modo in un’area estesa che va dall’asse Austria-Svezia, ad est, fino alle coste dell’Atlantico ad ovest. A differenza della zampogna che ha lo zoccolo ligneo (il soprannominato “zuppone”) che ha la funzione di raccogliere il canneggio e lo collega alla sacca, nella cornamusa sia i bordoni sia il chanter sono impiantati.

Oggigiorno, troviamo almeno una ventina di cornamuse che senza ogni dubbio sono il risultato di modifiche che si sono tramandate nel corso dei secoli. Le cornamuse dell’Europa Occidentale si distinguono in due tipi fondamentali: ad aria calda (blown pipes) e ad aria fredda (bellow pipes). In particolare, tra le cornamuse ad aria calda, è rinomata quella di origine scozzese: la Great Highland Bagpipe, utilizzata nelle pipe bands, che si differenzia per la sua particolare sonorità. Invece, tra le cornamuse ad aria fredda, spicca la Uilleann pipes dell’Irlanda, mentre in Scozia troviamo dei modelli di strumenti chiamati border pipes che derivano in modo assoluto dalla Great Highland Bagpipe.

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