sterminio Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 01 Jul 2022 12:32:20 +0000 it-IT hourly 1 Il ghetto di Varsavia https://cultura.biografieonline.it/il-ghetto-di-varsavia/ https://cultura.biografieonline.it/il-ghetto-di-varsavia/#comments Wed, 18 Jul 2012 00:03:30 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2947 Il ghetto di Varsavia divenne un luogo di reclusione per gli ebrei della capitale e della provincia. Nel 1940 i nazisti scelsero  il ghetto come luogo di deportazione degli ebrei trasformandolo in uno dei più terribili capitoli della soluzione finale della questione ebraica. Esisteva già un ghetto nella città dove risiedevano prevalentemente ebrei e che era collocato, senza mura divisorie, nella parte vecchia di Varsavia. Era naturalmente un luogo libero e ben collegato con gli altri quartieri.

Perché i nazisti lo trasformarono in una prigione?

Il ghetto di Varsavia
Il ghetto di Varsavia: un gruppo di persone costrette a uscire dal proprio nascondiglio

I nazisti, dopo l’invasione della Polonia, diedero inizio alla soluzione finale che consisteva nella deportazione di tutti gli ebrei d’Europa in un luogo collocato ad est in cui sarebbero stati costretti ai lavori forzati e sterminati con le fucilazioni, attraverso la somministrazione di gas letali, a causa degli stenti e delle fatiche inflitte dal lavoro, dalla mancanza di cibo e cure adeguate.

Il ghetto fu, insieme ai campi di concentramento, uno dei luoghi di transito in cui rinchiudere coloro che erano considerati diversi dalla razza ariana. Il concetto di diverso e cioè estraneo ad una determinata comunità ha raggiunto il massimo del suo orrore con la dittatura nazista che ha reso questo atto di razzismo un aspetto essenziale della sua strategia di prevaricazione e morte.

Inoltre il popolo ebraico rinchiuso in luoghi di carcerazione e sterminio è diventato il capro espiatorio di tutte le umiliazioni, sofferenze e ingiustizie che una parte del popolo tedesco riteneva di aver patito. L’abilità di Hitler ha consistito proprio in questo: trovare una comunità di persone su cui scaricare la rabbia e la violenza di una parte del suo popolo per catalizzarne tutta l’attenzione e la fedeltà.

Come è cominciato l’orrore?

La Polonia fu invasa il giorno 1 settembre 1939 con un’ incursione lampo realizzata dall’esercito tedesco che dimostrò a tutto il mondo la sua efficacia e la sua capacità distruttiva. L’esercito polacco non poté fare granché e in breve tempo fu sopraffatto. Già l’8 settembre la quarta divisione corazzata lambiva Varsavia.

L’Europa guardò senza intervenire benché Francia e Inghilterra avessero dichiarato guerra alla Germania il 3 settembre dello stesso anno. A causa del Patto Molotov – Ribentrop, stipulato il 23 agosto 1939 e che prevedeva anche la spartizione della Polonia fra Germania e Russia, l’Armata Rossa invase il Paese dalla parte orientale del confine il 17 settembre 1939,  mettendo fine a qualsiasi speranza di salvezza per il popolo polacco.La Poloniasi arrese il 6 ottobre 1939.

A questo punto le SS avevano campo libero per iniziare la deportazione dei cittadini polacchi di origine ebraica all’interno dei ghetti delle città. Reinhard Heydrich, capo della polizia segreta, iniziò a dare corpo al progetto di deportazione degli ebrei che culminò il 20 gennaio 1942 con la conferenza di Wannsee, durante la quale si diede avvio alla fase finale dell’organizzazione programmatica delle deportazioni degli ebrei d’Europa.

Heydrich organizzò le deportazioni operando nell’area sud orientale del Paese dove venne costituito un governatorato che doveva rappresentare una sorta di bacino territoriale in cui trasferire la maggior parte degli ebrei  affinché fossero da lì smistati in altre aree.

Dopo la conquista della Polonia le autorità tedesche decisero che il ghetto di Varsavia sarebbe stato un luogo di quarantena in cui trasferire circa 500.000 ebrei. La giustificazione ufficiale fu la decisione di evitare epidemie che però coinvolgeva solo gli ebrei e non i polacchi. Il ghetto era grande come il quartiere di una capitale circa 4 chilometri quadrati per 2 e non poteva certo contenere una quantità tanto elevata di persone senza che vi fossero conseguenze per la salute della popolazione costretta a risiedervi.

Un gruppo di bambini nel ghetto di Varsavia
Un gruppo di bambini nel ghetto di Varsavia

Nell’agosto del 1940 l’oppressione tedesca sul ghetto aumentò di intensità:  furono chiusi gli accessi e i residenti potevano uscire solo con permessi di lavoro che dovevano svolgere senza diritti né compensi. Inoltre le comunicazioni esterne furono completamente impedite tanto che iniziò un intenso e pericoloso mercato nero e quando la popolazione residente veniva vista avvicinarsi troppo al muro di cinta o alle uscite veniva uccisa dai soldati senza alcuna pietà per uomini, donne e bambini.

Nelle settimane successive la vita peggiorò rapidamente. Il cibo cominciò a scarseggiare perché le reazioni gestite dai tedeschi erano troppo limitate per poter alimentare una persona. L’amministrazione del ghetto era nelle mani di un consiglio di ebrei fiancheggiatori dei tedeschi che abusavano a volte del loro potere creando situazioni di corruzione e di abusi. All’inizio del 1941 la gente cominciò a morire di fame. Furono sgomberati dei palazzi e la popolazione venne ammassata in luoghi sempre più concentrati. Scoppiarono delle epidemie e molti si ammalarono.

Iniziò la deportazione nei campi di concentramento mentre la mortalità per stenti, fame e malattie salì a 2.000 persone al mese. Nel 1943 quando oramai il ghetto aveva circa 70.000 residenti, scoppiò una rivolta contro i tedeschi. Alcuni operai mentre venivano condotti in un luogo di lavoro esterno al ghetto, estrassero alcune armi e uccisero una parte della loro scorta. La rivolta scoppiò il 18 gennaio 1943, durò alcuni mesi e vide coinvolto tutto il ghetto che a questo punto fu gestito e protetto dai ribelli.

Ghetto di Varsavia: la rivolta del 19 aprile 1943
Ghetto di Varsavia: la rivolta del 19 aprile 1943

La rivolta del ghetto di Varsavia

L’insurrezione principale, ricordata come rivolta del ghetto di Varsavia, iniziò il 19 aprile 1943 e durò fino al 16 maggio: l’esercito comandato dalle SS entrò nel ghetto e iniziò una battaglia senza quartiere contro gli ebrei che però risposero con forza ingaggiando una guerriglia contro le truppe tedesche. Alla metà di maggio le truppe riuscirono a distruggere la maggior parte dei palazzi, cantine e caseggiati uccidendo 56.000 persone e annientando i ribelli che si batterono con dignità e coraggio fino all’ultimo.  Alla fine di maggio il ghetto non esisteva più e la sua popolazione era stata uccisa, fatta morire o deportata.

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Auschwitz: la storia https://cultura.biografieonline.it/il-campo-di-concentramento-di-auschwitz/ https://cultura.biografieonline.it/il-campo-di-concentramento-di-auschwitz/#comments Tue, 03 Jul 2012 13:26:54 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2824 Il campo di concentramento di Auschwitz è stato fondato il 20 maggio del 1940 e ha iniziato la sua attività di morte il 14 giugno del 1940. Auschwitz fu il centro amministrativo dell’attività concentrazionaria e al suo interno furono imprigionati fino ad un massimo di 20.000 persone, compresi i bambini. E’ stato costruito alla periferia della cittadina che porta lo stesso nome. All’interno del campo c’era una camera a gas che veniva utilizzata per uccidere persone inadatte al lavoro o che superavano il limite di contenimento del campo di concentramento.

Auschwitz: "il lavoro rende liberi" (arbeit macht frei)
Auschwitz: “il lavoro rende liberi” (arbeit macht frei)

Il Lager propriamente detto, si componeva da un minimo di 3 ad un massimo di 5 strutture: il campo di sterminio di Birkenau fu uno dei tre campi principali che formavano il complesso vicino ad Auschwitz. Aveva una capacità di contenimento di circa 60.000 persone. Iniziò la sua attività di sterminio l’8 ottobre 1941. C’erano anche una serie di sottocampi che potevano distare anche centinaia di chilometri dal campo principale; uno di questi, dove fu imprigionato Primo Levi, era il campo di Mònowitz. Quest’ultimo era il campo di lavoro più grande ed era arrivato a contenere fino a 12.000 persone e distava 7 chilometri da Auschwitz.

Com’era composto il campo di concentramento di Auschwitz?

Era stato ricavato da vecchie caserme dell’esercito polacco e fu costruito per alloggiare personale amministrativo e militare, nelle strutture migliori, e intellettuali e partigiani nelle baracche. In seguito fu deciso di deportare prigionieri di guerra, soprattutto russi, criminali tedeschi, zingari, omosessuali ed ebrei. Non si è mai superata la cifra di 20.000 detenuti.

Il campo era utilizzato come luogo di smistamento quando arrivavano i convogli stracarichi di prigionieri. Questi treni, che contenevano in situazioni igieniche inimmaginabili, donne, uomini, anziani, malati e bambini giungevano vicino al campo, da lì i prigionieri venivano scaricati su una banchina e portati al controllo medico in cui si decideva se potevano continuare a vivere o invece se dovevano essere uccisi.

Auschwitz, l'arrivo dei treni
Auschwitz, l’arrivo dei treni

In seguito, a partire dal maggio del 1944, la quantità di deportati aumentò esponenzialmente e il percorso dei convogli fu prolungato fino al campo di Birkenau in cui subivano la stessa prassi. Auschwitz non era un campo di lavoro ma solo di contenimento. Lì i prigionieri mangiavano razioni scarsissime, dormivano in baracche sporche e sovraffollate e  quando possibile, in condizioni igieniche precarissime, si lavavano. I prigionieri del campo entravano e uscivano da un cancello tristemente famoso in cui era posta la scritta “il lavoro rende liberi” (arbeit macht frei) e che fu costruita per inculcare, secondo una fredda e spietata regolamentazione teutonica, una serie di regole ferree che se non venivano rispettate si pagavano con la morte.

Auschwitz, una foto recente del cancello di ingresso
Auschwitz, una foto recente del cancello di ingresso

Il lavoro rende liberi significava schiavizzare tutti i prigionieri ad un lavoro forzato che durava quasi 12 ore al giorno e che impegnava tutti in lavori perlopiù manuali. I prigionieri vivevano in baracche di legno che venivano chiamate block e che erano sempre sovraffollate. I letti era dei tavoli di legno posti su tre piani e dotati di un pagliericcio mal conservato sul quale  dormivano più persone costrette ad appoggiarsi le une sulle altre. Questa promiscuità aumentava la trasmissione di malattie e di parassiti come i pidocchi che infestavano tutto il campo. Ogni 15 giorni era concessa una domenica di riposo, durante la quale i prigionieri si occupavano della loro igiene personale e della manutenzione del campo.

L’idea mostruosa che portò alla realizzazione di Auschwitz e dei campi di concentramento che componevano l’universo concentrazionario nazista nacque dalla necessità di avere un luogo in cui contenere tutto ciò che agli occhi dei nazisti appariva come diverso. Tuttavia all’inizio fu immaginato come una prigione in cui rinchiudere coloro che sarebbero stati condannati ai lavori forzati. In seguito, divenne il luogo in cui realizzare la soluzione finale, eufemistica definizione per identificare il progetto ispirato da Hitler di deportare tutti gli ebrei d’Europa in un unico territorio per rinchiuderli e sterminarli attraverso l’utilizzo di camere a gas e del lavoro forzato in condizioni disumane. Tale progetto fu organizzato e discusso durante la Conferenza di Wannsee che si tenne il 20 gennaio 1940.

Auschwitz, una foto del campo di concentramento
Auschwitz, una foto del campo di concentramento

L’idea che rendeva mostruosa l’invenzione del campo di concentramento non riguardava solo la sua organizzazione di sterminio e morte ma anche l’intento metodicamente perseguito di togliere qualsiasi umanità e dignità ai prigionieri, affinché arrivassero a sentirsi come animali spogliati di qualsiasi parvenza di umanità. Per questo motivo dopo essere stati selezionati i prigionieri venivano privati dei loro abiti, rasati e gli veniva tatuato un numero con il quale sarebbero stati identificati per tutto il periodo del loro internamento. Perché il nome era bandito, annullato. Nel campo di concentramento non c’era più individualità né passato.

Auschwitz, detenuti e militari tedeschi
Auschwitz, detenuti e militari tedeschi

Cos’era il Lager?

Il Lager era un luogo di costrizione fisica in cui il desiderio primordiale di libertà veniva annichilito e dove l’uomo nel suo corpo, nella sua anima e nella sua mente veniva sottoposto ad una violenza inaudita affinché dimenticasse ogni desiderio o speranza.

Perché?

Perché solo la violenza come atto di sottomissione può definire coloro che si ritengono superiori o diversi dagli altri. Quello che colpisce nell’odio nazista è che non esisteva una qualsiasi speranza, i prigionieri erano destinati alla morte certa. Se questa non sopraggiungeva attraverso le camere a gas, le sevizie o le fucilazioni avveniva a causa degli stenti e delle malattie. Il loro destino era segnato, quindi non vi era intento riabilitativo ma solo di sfruttamento cieco, fino alla morte.

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La liberazione

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche liberarono i prigionieri di Auschwitz e di tutti i campi ad esso collegati. Moltissimi erano i cadaveri ancora sparsi sui terreni, nei block e nell’infermeria. Furono trovati indumenti, capelli e oggetti appartenuti ai detenuti. Dopo stime, statistiche e dibattiti si arrivò a considerare definitivamente veritiera la cifra di circa 1.500.000 di vittime del complesso detentivo di Auschwitz.

Auschwitz - Lapide
Auschwitz – Solo quando nel mondo a tutti gli uomini sarà riconosciuta la dignità umana, solo allora potrete dimenticarci. [Lapide presente presso il Sacrario ai Caduti di Marzabotto – Bologna]
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