spazio Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 03 Feb 2024 11:43:45 +0000 it-IT hourly 1 Valentina: la prima donna nello spazio https://cultura.biografieonline.it/la-prima-donna-nello-spazio/ https://cultura.biografieonline.it/la-prima-donna-nello-spazio/#comments Sat, 03 Feb 2024 10:33:50 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1088 La prima donna ad essere stata lanciata nello spazio è la russa Valentina Tereshkova. Il seguente articolo racconta un po’ della sua vita, di quanto fosse grande la sua passione per il volo, ma soprattutto dell’importanza dell’evento che l’ha portata in orbita il giorno 16 giugno dell’anno 1963.

Valentina Tereshkova
Valentina Tereshkova
Valentina Tereshkova, la prima donna nello spazio
Valentina Tereshkova

Programma Vostok

Programma Vostok è il nome del progetto sovietico di missioni spaziali che porta per la prima volta nella storia un essere umano nello spazio: il 12 aprile 1961 Jurij Gagarin è il primo uomo ad orbitare intorno alla Terra a bordo della capsula Vostok 1. Poco dopo questo storico successo, viene lanciata l’idea di un progetto per l’addestramento di donne cosmonauta (termine sovietico per indicare astronauta).

Valentina Tereshkova
Valentina Tereshkova, prima donna nello spazio

Essendo esiguo il numero di donne pilota, si decide di estendere la ricerca delle candidate prendendo in considerazione anche le paracadutiste. Il 16 febbraio 1962 viene reso noto l’elenco ufficiale delle cinque donne russe scelte per formare il “gruppo donne cosmonauta” e tra loro compare Valentina Tereshkova, appassionata paracadutista e ammiratrice di Jurij Gagarin.

Valentina Tereshkova, prima donna nello spazio

Nata il 6 marzo 1937 a Maslennikowo, cittadina della Russia sul fiume Volga, da giovane lavora in una fabbrica produttrice di pneumatici e successivamente in una produttrice di fili, come sarta e stiratrice.

Consegue il diploma tecnico nel 1960 e il suo sogno si avvera nel 1962 quando riesce a superare l’esame per l’accesso al programma di addestramento per aspiranti cosmonauti. Successivamente al volo della Vostok 1, sono lanciate nello spazio anche la Vostok 2, 3, 4 e 5.

Intanto, delle cinque candidate del “gruppo donne cosmonauta”, una non supera l’esame teorico per l’addestramento, una rinuncia per motivi di salute, due vengono nominate riserve; il 4 giugno 1963 viene nominata ufficialmente Valentina Tereshkova, all’epoca 26enne, quale equipaggio per la missione Vostok 6.

Il lancio della Vostok 6

Il Cosmodromo di Baikonur è la base di lancio più datata ed utilizzata al mondo e pur trovandosi in Kazakistan è sotto l’amministrazione russa; da qui, il 16 giugno 1963, alle ore 12.29 di Mosca, viene lanciata la missione Vostok 6 con a bordo Valentina Tereshkova.

Raggiunta la traiettoria dell’orbita terrestre, riesce ad avvicinarsi alla Vostok 5 (già in orbita, lanciata due giorni prima) fino a 5 km circa ed a mantenere con essa il diretto contatto radio per l’intero primo giorno di missione. Nome in codice della Tereshkova per i collegamenti radio: Čajka, cioè “gabbiano“.

Le capsule Vostok non possono modificare la propria traiettoria di volo, quindi questo “incontro spaziale” è programmato prima del lancio con precisi calcoli.

La cosmonauta riesce a scattare diverse fotografie della Terra e registrare alcuni filmati, durante le 49 orbite terrestri effettuate.

Dopo quasi tre giorni di missione spaziale, il 19 giugno 1963 la Vostok 6 atterra alle ore 8.20 GMT a circa 620 Km a nord-est di Karaganda, in Kazakistan.

La prima donna a volare nello spazio si catapulta dall’abitacolo della capsula attraverso un seggiolino eiettabile ed atterra appesa ad un paracadute.

Valentina TereshkovaQuesta impresa spaziale dà alla Tereshkova grande popolarità: nel 1963 le viene dedicato un francobollo ed una linea di strumentazione fotografica viene chiamata Čajka in onore del nomignolo con cui è nota.

A novembre del 1963 sposa Andrijan Grigor’evič Nikolaev, terzo uomo nello spazio nella missione Vostok 3, da cui divorzia nel 1982, per poi sposarsi con Jurij Šapošnikov, del quale rimane vedova nel 1999.

Onorificenze

La prima donna nello spazio, riceve varie onorificenze tra cui il titolo di Pilota-cosmonauta dell’Unione Sovietica, Eroe dell’Unione Sovietica, Ordine di Lenin, Ordine della Rivoluzione d’Ottobre, Medaglia “Stella d’oro”, Medaglia d’oro Joliot-Curie, World Connection Award consegnato ad Amburgo nell’anno 2004 dal premio nobel per la pace Mikhail Gorbaciov. Una valle lunare viene nominata in suo onore “valle Tereshkova”.

Retroscena della missione

All’età di 70 anni, nel 2007, rilascia un intervista, nella quale racconta per la prima volta alcuni retroscena che hanno caratterizzato lo storico volo, fino ad allora rimasti ignoti.

Con la mente all’evento storico, racconta come i problemi siano sopraggiunti dopo 30 giri orbitali intorno alla Terra, quando i tecnici si sono accorti di un grave errore: la navicella, ad ogni orbita effettuata, non si avvicina alla Terra ma bensì se ne allontana.

Una volta uscita dall’attrazione della gravità terrestre il suo destino sarebbe stato quello di perdersi verso l’infinito. I tecnici prontamente correggono ed impostano i nuovi calcoli per evitare questo disastro.

Preoccupanti problemi vive anche all’interno della navicella in quanto per tutte le 70 ore e 50 minuti del volo rimane legata al sedile, con il pesante malessere causato dall’assenza di peso, con insopportabili dolori alle gambe, nausea e costrizione causata dalla tuta e dal casco sempre indosso.

Valentina Tereshkova
Una foto di Valentina Tereshkova in anni recenti

Inoltre, una volta raggiunto il suolo terrestre, sbatte il viso contro il casco provocandosi lividi e la quasi perdita di coscienza. Viene portata immediatamente all’ospedale. Una volta ripresa e guarita dai traumi, viene riportata nella zona di atterraggio per rifare le fotografie e le riprese, senza ferite e in un clima di maggior tranquillità.

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Esistono i buchi bianchi nello spazio? https://cultura.biografieonline.it/buchi-bianchi-buchi-neri-universo/ https://cultura.biografieonline.it/buchi-bianchi-buchi-neri-universo/#respond Sat, 08 Mar 2014 11:46:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10004 Ad oggi la reale esistenza dei buchi bianchi rimane non confermata e resta viva nell’ambito dell’ignoto e del misterioso o come idea puramente teorica. I buchi bianchi sono da sempre considerati la controparte dei buchi neri. I gemelli speculari dei buchi neri sono previsti dalle varie teorie di scienziati ma in realtà mai avvistati né direttamente né indirettamente.

Spazio: buchi bianchi e buchi neri
I buchi bianchi sono considerati la controparte speculare dei buchi neri, tuttavia la loro esistenza è ancora da dimostrare.

Il primo studioso e scienziato che si azzardò a rivelare l’esistenza dei buchi bianchi fu Albert Einstein, dato che teneva a precisare che in natura tutto ha un suo opposto. Studiando le possibili soluzioni delle equazioni della relatività generale si evidenzia come i buchi bianchi siano dei corpi celesti che emettono materia invece di attrarla, come una sorta di antigravità. Inoltre, in essi il tempo scorrerebbe al contrario.

Le ultime teorie di astrofisici invece, tenderebbero a sottolineare come un buco nero e un buco bianco siano la stessa cosa e siano collegati tra loro a livello interdimensionale tra universi paralleli, tramite un cunicolo spazio-temporale o chiamato semplicemente Wormhole. Secondo altri scienziati, la materia dell’universo verrebbe creata dai buchi bianchi stessi, quindi il fenomeno del Big Bang, correlato all’inizio del nostro universo, potrebbe non essere che l’effetto causato da un enorme buco nero che al suo estremo opposto, rispetto quello da dove è collassata la materia, abbia creato la materia grazie ad un buco bianco.

Alcuni scienziati, alla scoperta dei quasar, pensarono erroneamente di trovarsi di fronte a dei buchi bianchi ma in realtà si trattava di nuclei galattici attivi e la teoria dei buchi bianchi perse così molti punti. Al contrario, i buchi neri sono ormai decifrati dagli astronomi e sono individuabili rilevando l’effetto gravitazionale che esercitano su tutta la materia vicina.

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Laika, il primo cane nello spazio https://cultura.biografieonline.it/laika-il-primo-cane-nello-spazio/ https://cultura.biografieonline.it/laika-il-primo-cane-nello-spazio/#comments Tue, 22 May 2012 15:09:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=2067 Laika non è un semplice cagnolino, ma il primo essere vivente lanciato nello spazio dall’uomo. È rimasta nel cuore di tutti per la sua triste fine e perché la sua storia è comunque ancora un po’ misteriosa, a causa di tutti quei segreti di stato che la Russia difende con molta cura. La missione di Laika avviene il 3 novembre 1957, a bordo dello Sputnik 2, la capsula spaziale sovietica spedita nello spazio grazie a un missile vettore.

Laika, il primo cane nello spazio, nello Sputnik II
Laika, il primo cane nello spazio, nello Sputnik II

La necessità di lanciare questo satellite all’epoca non è solo una tappa dell’esplorazione dello spazio, ma un modo per affermare nuovamente il grande successo conquistato dai russi con lo Sputnik 1 e la supremazia del Paese sugli Usa.

L’obiettivo della Russia, nel 1957, è quello di mandare in orbita entro il 7 novembre, un nuovo satellite in occasione del quarantesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre, e ovviamente battere sul tempo gli americani per la seconda volta. Il Paese a quel tempo ha in archivio due progetti molto elaborati, ma nessuno di questi può essere completato per l’anniversario, così si decide di creare un quarto satellite meno sofisticato, ma perfetto per la nuova missione.

Il presidente Krusciov il 12 ottobre 1957 annuncia la partenza dello Sputnik 2, sul quale viaggia anche Laika. Non è ben chiaro come sia stata scelta questa cagnolina. Sicuramente la giovane età (circa 3 anni) e le piccole dimensioni giocano a suo favore.  Laika, il cui nome in realtà era Kudrjavka, è un cane randagio, trovato a Mosca e nato da un incrocio tra Husky e Terrier (almeno questa la teoria più accreditata). Per questo motivo, gli inglesi la chiamano anche Muttnik, un soprannome nato dalla fusione di “mutt”, che sta per bastardino, e Sputnik.

Per lo Sputnik 2, i cani selezionati sono ben tre: Albina, Muschka e Laika. Mushka serve nella fase di preparazione al lancio per testare i parametri vitali nella capsula, mentre Albina ha invece il ruolo di sostituta di Laika in caso di necessità. Tutte e tre le bestie sono sottoposte a un duro addestramento: prima sono chiuse, per 20 giorni, in gabbie molto strette per abituarsi a spazi ridotti, e poi a test ancora più invasivi. I cani soffrono molto e Laika inizia ad avere attacchi di rabbia, decisamente contro la sua natura. È un cucciolo dal carattere estremamente dolce e viene scelta anche per questo motivo.

Le torture, ovviamente, non finiscono qui. Per simulare il lancio, vengono centrifugati. Insomma davvero delle prove molto dure. Secondo i ben informati, inoltre, Laika è salita a bordo della capsula tre giorni prima della partenza, per dare all’animale il tempo di abituarsi.

Il lancio avviene alle 2:30 dal Cosmodromo di Baikonur. I parametri vitali mostrano fin da subito un polso molto accelerato e dopo sette ore le batterie del supporto vitale che rifornisce l’abitacolo di aria si esauriscono. Questo fa supporre che Laika sia morta subito o che ci sia stato un guasto nel sistema di trasmissione. Certo, è poco probabile che il cane sia vissuto 10 giorni o che si sia disintegrato, come narrano alcune versioni. Il satellite è rientrato, completamente distrutto, circa 5 mesi dopo, il 14 aprile 1958, dopo aver compiuto 2570 giri intorno alla terra.

Questo viaggio nello spazio tocca molto l’opinione pubblica del mondo intero e nascono dal basso tante proteste contro l’utilizzo di animali per scopi scientifici spaziali. Alcuni storici sostengono che ci siano state più manifestazioni per Laika che non per la Guerra del Vietnam. La missione, fin dall’inizio, non prevede il ritorno in vita del cane. Il governo sovietico ha dato una versione “politicamente corretta” diffondendo la notizia di aver previsto a bordo della capsula del cibo avvelenato per far morire dolcemente l’animale. Probabilmente questa teoria, è solo per placare i cortei e le indignazioni.

Su questa vicenda e soprattutto su le sensazioni che ha scatenato nel mondo, si possono ricordare le parole di Dino Buzzati, che ha scritto:

Di cani ne ho conosciuti tanti, miei e non miei, grandi piccoli, vecchi, giovani e non uno manifestò mai qualcosa che possa lontanamente somigliare all’interesse scientifico. Fedeltà, altruismo, disinteresse, bontà, pazienza, tenacia, coraggio, puntualità, disciplina, gratitudine, tutte queste virtù, che noi pratichiamo così di rado, il cane le possiede interamente. Ma amore per la scienza proprio no. Immaginare, che il tremendo compito assegnatole inorgoglisse ed esaltasse Laika, è sinonimo di assurdo“.

Laika non è l’unico animale sacrificato per la ricerca. Dopo di lei, altri cani sono stati lanciati nello spazio. I primi a tornare sulla terra vivi sono Belka e Strelka, partiti il 20 agosto 1960 a bordo dello Sputnik 5.

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