soldi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 18 Jan 2023 12:17:59 +0000 it-IT hourly 1 Simbolo del dollaro $: dove nasce? https://cultura.biografieonline.it/simbolo-dollaro/ https://cultura.biografieonline.it/simbolo-dollaro/#respond Wed, 18 Jan 2023 11:05:57 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9858 Esistono differenti versioni su come è nata la scelta del simbolo del dollaro $, quello che noi tutti oggi conosciamo ed usiamo.

L’ipotesi messicana

A detta di molti ricercatori e studiosi, il simbolo dovrebbe provenire dalla fine del XVIII secolo, quando veniva usato nelle corrispondenze epistolari di affari e commercio tra le colonie britanniche del nord America ed il Messico.

Esso indicava la moneta “peso” ispano-messicana. Il peso o piastra era chiamato all’epoca “spanish dollar”, nell’America settentrionale britannica. Da lì il simbolo S che poi diventa $.

Il simbolo del Dollaro
Quali sono le origini del simbolo del dollaro?

Le sovrapposizioni di lettere

Secondo altri invece, fu il presidente statunitense Thomas Jefferson ad inventarlo, partendo dalle lettere delle sue iniziali TJ che avrebbe in qualche modo sovrapposto.

Altri ritengono invece che il simbolo del dollaro derivi dalla sovrapposizione della lettera U e della lettera S, acronimo di United States (Stati Uniti); in seguito, per errore di trascrizione, venne rappresentato da una S e due linee verticali I I.

L’impero spagnolo

Un’altra teoria porta la nascita del simbolo durante l’impero spagnolo, poiché la casa reale ispanica aveva nel proprio blasone un’immagine composta da due colonne (che rappresentavano le colonne d’Ercole) e una bandiera spiegata al vento, su cui si trovava la dicitura “Plus Ultra”.

Questa immagine appariva sul peso spagnolo e poi venne incisa anche su quello in uso nelle colonie americane.

Zio Paperone e l'amore per i dollari
Il celebre Zio Paperone (Paperon de’ Paperoni) è esso stesso un personaggio simbolico associato al simbolo del dollaro.

La prima volta del simbolo del dollaro

Il dollaro, con termine corretto dollar ed il suo simbolo, $, venne adottato come valuta degli Stati Uniti d’America il 6 luglio 1785. Fu la prima valuta ad adottare il sistema decimale.

Nel 1792 la legge austriaca sulla coniazione autorizzò la Zecca Statunitense a coniare delle monete da un dollaro d’argento. La produzione regolare venne effettuata fino al 1836.

I primi dollari d’argento coniati il 15 ottobre 1794, precisamente 1.758, furono immediatamente consegnati a David Rittenhouse; egli, responsabile della Zecca Statunitense, li distribuì a tutti i dignitari americani come souvenir.

In realtà però, la prima volta che il simbolo è apparso su una moneta è stata sul rovescio di una moneta da $1 emessa solo nel febbraio del 2007.

Attualmente, per velocizzare la scrittura, il simbolo viene sempre più spesso rappresentato con una sola barra, anche perché sulle tastiere qwerty viene riprodotto così.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/simbolo-dollaro/feed/ 0
Essere al verde: 6 spiegazioni sull’origine del modo di dire https://cultura.biografieonline.it/essere-al-verde/ https://cultura.biografieonline.it/essere-al-verde/#respond Sat, 29 Jan 2022 15:19:07 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=38576 Essere al verde significa essere senza soldi. Si è soliti utilizzare questa espressione per dire, in maniera colloquiale, che si è senza un soldo.
Se si è al verde significa che:

  • le tasche sono vuote,
  • le risorse sono finite,
  • i conti stanno a zero.
Essere al verde: con le tasche vuote
Tasche vuote. Fonte immagine: frasi sulle tasche

Da dove viene l’espressione essere al verde?

Se il parallelo fra la locuzione e il suo significato è immediato, molto meno diretto è il collegamento con l’origine di questo modo di dire.
Più teorie rispondono alla domanda.

Ne abbiamo raccolte 6. E l’ultima non la indovinereste mai.

Le ipotesi dal Medioevo

Diverse teorie sull’origine del modo dire affondano nell’antichità, in particolare nel Medioevo.

Due abitudini di quel tempo legano insieme il colore verde con le condizioni di povertà.

  1. Era usanza del periodo, infatti, obbligare i falliti ad indossare pubblicamente un berretto di colore verde.
  2. L’altra possibilità: Il verde era la parte di candela ultima, quella in fondo in fondo, a cui solo i più poveri non rinunciavano. Tant’è vero che si dice anche, in modo puntuale, la candela è al verde. Quest’ultima espressione vuole dire che il tempo a disposizione è finito.
Candela consumata

La lanterna verde

Un’altra ipotesi di origine medievale: i poveri, nel Medioevo, non erano tutti uguali. C’erano:

  • i poveri poveri;
  • i poveri “vergognosi”.

Questa seconda categoria era un sottogruppo in cui ricadevano gli uomini nati ricchi ma caduti in povertà nel corso della propria esistenza. Per questi non era adatta la normale questua; per cui si mise a punto un sistema ad hoc.

Negli enti caritatevoli – o anche nelle case – si appendeva una lanterna verde. In questo modo il povero entrava senza bussare, senza chiedere, e otteneva la carità con meno clamore possibile. Chi andava al verde era al verde, per così dire.

Nel gioco e nei conti

Ci sono altre possibilità che individuano l’origine del modo di dire “essere al verde” nel campo della finanza. Forse sarebbe meglio dire che i campi sono due, e riguardano espressamente i soldi.

  1. Il primo è quello del gioco d’azzardo al casino. Cosa resta da guardare al giocatore che ha perduto tutte le sue fiches? Il verde: il solo verde del tappeto, rimasto disabitato dai gettoni da gioco.
  2. Più giù della perdita, il debito… O meglio le antiche cambiali. Le prime erano proprio di colore verde: non hai denaro, sei al verde, ricorri alle cambiali.
Fiches sul tavolo verde
Fiches sul tavolo verde

La teoria patriottica

Ultima, ma non ultima, tesi è quella che lega l’origine del modo di dire con la bandiera italiana.

La spiegazione che segue può essere un buon metodo per ricordare l’ordine delle parti del tricolore italiano.

In combattimento la bandiera veniva portata sempre sul campo; anche questa subiva la violenza dello scontro. Più raffigurazioni pittoriche restituiscono l’immagine anche del tricolore, come di altre bandiere, ridotte a brandelli sul campo di guerra. Va da sé che la bandiera italiana arrivasse al verde quando il conflitto era stato particolarmente acceso.

Bandiera italiana
La bandiera italiana: il verde è la parte attaccata all’asta.

Come si dice in inglese?

In lingua inglese il parallelo di “essere al verde” è being broke, letteralmente: “essere rotto”.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/essere-al-verde/feed/ 0
Palo del barbiere e salasso: cosa hanno a che fare tra loro? https://cultura.biografieonline.it/salasso-palo-barbiere/ https://cultura.biografieonline.it/salasso-palo-barbiere/#comments Sun, 25 Aug 2019 19:53:38 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26974 Il palo del barbiere è un’insegna simbolica con un significato curioso che ha a che fare con il salasso. Si tratta di un oggetto poco comune in Italia oggi. E’ invece più facile incontrarlo nei paesi di lingua anglosassone (USA, Regno Unito o ex colonie). Il palo del barbiere ha origini molto antiche. Lo si poteva trovare anche in epoca medievale. Questo palo si compone di un’asta con un pomo di bronzo all’estremità; ha una lunghezza variabile; ma ciò che lo contraddistingue esteticamente sono le strisce colorate disposte a spirale.

Palo del barbiere
Palo del barbiere: la combinazione di colori si trova nelle versioni bianco-rosso, oppure bianco-rosso-blu (più diffusa negli Stati Uniti) 

Il palo del barbiere e il salasso

Questo tipo di insegna, il palo del barbiere appunto, ha curiosamente a che fare con la pratica del salasso. Non starò a girarci intorno come farebbero Salvatore Aranzulla o Agatha Christie – rivelando la soluzione solo alla fine della lettura; darò invece immediatamente la spiegazione.

Nel Medioevo i barbieri, oltre a praticare il loro canonico mestiere, nelle loro botteghe praticavano il salasso! Tra poco spiegherò il perché.

Il palo aveva simbolicamente la funzione pubblicitaria di comunicare al pubblico: “qui si pratica il salasso”.

Cos’è il salasso

Il salasso è il nome di una pratica medica che consiste nel prelevare grosse quantità di sangue da un paziente con l’obiettivo di ridurre l’apporto di sangue nelle arterie. Si credeva che la malattia sparisse con la conseguente rigenerazione del sangue.

In epoche passate, quando non si conoscevano soluzioni mediche per l’ipertensione, il salasso poteva portare sì effetti benefici (riducendo il volume del sangue, si riduceva temporaneamente la pressione). Tale pratica comportava tuttavia rischi importanti per la salute. Si poteva (e si può) anche morire in seguito a un salasso.

Il salasso veniva praticato nell’antica Mesopotamia, nell’antica Grecia, da Maya e Aztechi, e nell’Antico Egitto. In generale – per l’uso diffuso in ambito medico che si faceva del salasso fino al secolo XIX – esso ha sempre avuto un’efficacia non dimostrata.

Una curiosità

Nella semi-leggenda che riguarda la vita del personaggio di Robin Hood (contenuta nel Percy Folio del XVII secolo), si narra che lo stesso Robin sia morto a causa di un salasso mal praticato.

Il salasso praticato dai barbieri

Torniamo alla professione del barbiere.

Perché ai professionisti del taglio di capelli e barba fu affidato il compito di eseguire una pratica medica?

Le pratiche mediche – in tempi antichi – venivano spesso operate da figure religiose. Persone a cui era data l’opportunità di studiare. Così era anche intorno all’anno 1000, in pieno Medioevo.

Lo scenario cambiò profondamente fra il 1123 e il 1215; sono le date rispettive del 1° e 4° Concilio Lateranense. In questo secolo ai sacerdoti cattolici e ai diaconi venne proibito di praticare la medicina a discapito della loro funzione ecclesiastica.

Prima che operassero i salassi, ai barbieri erano già affidate piccole operazioni (considerate di routine) come ad esempio la rimozione di pidocchi, pulci e zecche; ma anche l’estrazione di denti o l’incisione di ascessi. Talvolta anche la ricomposizione delle fratture. Dobbiamo immaginare che l’ambiente allora fosse un ricettacolo di batteri: d’altra parte l’importanza dell’igiene non era una cultura diffusa.

Salasso antico
Un salasso praticato da un barbiere: illustrazione del secolo XIII

Con il passare del tempo, delle varie attività mediche affidate al barbiere, il salasso divenne quella più importante e diffusa. Si trattava di un servizio vero e proprio, operato quotidianamente. Ecco allora che per pubblicizzarlo nacque il palo del barbiere.

I medici chirurghi di allora ritenevano il salasso una pratica minore, ben al di sotto del loro status; così per alleggerire i loro oneri, spedivano dai barbieri quei pazienti che ritenevano curabili con un semplice prelievo di sangue.

Una cosa un po’ schifosa

Ai tempi della Londra medievale, ogni barbiere esponeva fuori dalla sua bottega dei boccali pieni zeppi del sangue dei clienti. Era il loro modo di attirare l’attenzione del pubblico.

Venne emanata una legge nell’anno 1307 che ordinava quanto segue:

[…] nessun barbiere sarà così temerario o ardito da mettere sangue nelle finestre.

Oltre ad essere poco gradevole alla vista dei più sensibili, tale legge pose fine a una pratica poco igienica che poteva facilmente essere veicolo di trasmissione di malattie.

{ Permettetemi una battuta: esso fu probabilmente il primo esempio di marketing virale della storia! }

La stessa legge impose ai barbieri di disfarsi del sangue prelevato, portando i contenitori fino al Tamigi, dentro al quale sarebbero stati lanciati.

La nascita del palo colorato

L’associazione dei barbieri cercò allora un simbolo meno cruento per comunicare il proprio diffuso servizio. Fu così che si iniziò ad usare il palo a strisce.

Palo, pomo e strisce: il significato dei simboli

Il palo richiamava simbolicamente l’asta che veniva data al paziente perché la stringesse durante il salasso; stringendo l’asta con la mano il braccio rimaneva ben teso orizzontalmente, e le vene risultavano ben visibili come conseguenza dello sforzo.

Il pomo in bronzo del palo indicatore richiamava invece la forma del vaso in cui il sangue del paziente veniva raccolto.

Barber Pole Palo del barbiere pomo di bronzo
Il tipico pomo di bronzo del palo del barbiere

Le strisce rosse avvolte a spirale riprendevano esteticamente l’abitudine di avvolgere le garze insanguinate intorno al palo; dopo l’utilizzo durante il salasso venivano fatte asciugare al sole in quel modo.

Salassate

Nel linguaggio comune si usa il termine salassata indicando un esborso consistente di soldi. Si usa ad esempio per indicare il conto salato di un ristorante; oppure una cifra alta di tasse pagate; o una bolletta molto cara relativa alle utenze di gas o luce. E così via.

La declinazione in ambito economico del salasso porta facilmente a visualizzare come il prelievo di sangue sia trasposto metaforicamente in quello di denaro.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/salasso-palo-barbiere/feed/ 1
Differenza tra ricavo e guadagno https://cultura.biografieonline.it/ricavo-guadagno-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/ricavo-guadagno-differenze/#comments Wed, 13 Aug 2014 14:37:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11741 Spesso in ambito prettamente economico e finanziario si parla di ricavo e guadagno. Entrambi sono grandezze economiche ma esistono delle sostanziali differenze tra i due termini. Analizziamo allora nell’articolo che segue le differenze tra guadagno e ricavo.

Ricavo e guadagno

Ricavo

Per ricavo si intende il corrispettivo che si riceve in cambio di un bene o un servizio ceduto ad altri per vendita. Il ricavo si ottiene semplicemente moltiplicando il prodotto del costo unitario per la quantità di merce venduta, considerando l’eventuale sconto praticato, o sommando le spese sostenute per acquistare delle materie prime e gli eventuali costi di produzione. In economia aziendale, per ricavo si intende l’utilità economica che un’impresa crea attraverso l’attuazione del processo economico, che si basa esclusivamente sulla vendita di un quantitativo di beni e servizi da essa prodotti. Il ricavo ha come proprietà notevole di essere totalmente variabile.

Formule per calcolare il ricavo

Seguono le due formule per calcolare il ricavo:

  • Ricavo = Costo Unitario x Quantità
  • Ricavo = Spese + Guadagno

Guadagno

Il guadagno, invece, è la differenza tra il suddetto ricavo e il costo sostenuto per produrre o acquistare il bene o servizio ceduto. Si ottiene facendo la differenza tra il valore del prodotto o del servizio erogato (rappresentato dal prezzo di vendita) e i costi di produzione o di acquisto delle materie prime. In senso generale, il termine guadagno è associato a quello di risultato economico positivo ottenuto dall’esercizio di un’attività e fornito dalla differenza (positiva) tra l’ammontare totale dei ricavi e quello dei costi sostenuti per l’esercizio della stessa. Continuando a parlare di guadagno, possiamo distinguerne due tipi: il guadagno netto e il guadagno lordo. Nel primo caso sono sottratti tutti gli eventuali costi e aliquote di tassazione; nel secondo caso, quello lordo, è invece necessario decurtare gli eventuali costi e aliquote di tassazione.

Formula per calcolare il guadagno

Il guadagno è dato dalla seguente formula:

  • Guadagno = Ricavo – Spesa
]]>
https://cultura.biografieonline.it/ricavo-guadagno-differenze/feed/ 1
Differenza tra mutuo e leasing https://cultura.biografieonline.it/mutuo-leasing-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/mutuo-leasing-differenze/#respond Fri, 27 Jun 2014 09:17:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11320 Quando si parla di acquisto di abitazioni, i due termini che ci vengono per primi in mente sono mutuo e leasing. Si tratta di due forme di finanziamento che presentano però delle sostanziali differenze.

mutui e leasing
Mutui e leasing: analizziamone le differenze

Il contratto di mutuo

Nel caso del mutuo, si intende un contratto in cui una parte, detta mutuante, consegna all’altra, detta mutuataria, una somma di denaro o un qualsiasi bene fungibile, con l’obbligo, da parte di chi lo riceve, di restituirlo uguale nella specie e nella qualità alla scadenza prefissata. Prendendo in considerazione le condizioni di rimborso che vengono solitamente stabilite al momento della stipula del contratto di mutuo e messe in bella mostra sul piano di ammortamento, l’importo delle rate e la loro relativa distribuzione nell’arco temporale varia a seconda delle diverse tipologie di mutuo.

Il mutuo si può contrarre con la banca o con la società finanziaria, per l’acquisto, la ristrutturazione o per altre finalità, però la proprietà dell’immobile o del bene, rimane la tua. Bisogna tenere anche in considerazione il tipo di tasso di interesse applicato. In generale, il mutuo a tasso fisso, che consta di un pagamento dello stesso tasso di interesse sulla somma prestata fino all’estinzione del mutuo, risulta più sicuro rispetto al mutuo a tasso variabile. Quest’ultimo, invece, consiste nel pagamento degli interessi in base all’andamento dei tassi relativi al mercato. Il mutuo è consigliato soprattutto per l’acquisto relativo a tutti i tipi di immobili. Differente è invece il discorso per il leasing.

Il contratto di leasing

Il termine leasing deriva dall’inglese to lease, ovvero affittare. In questo caso, la società acquista, in nome e per conto tuo, la proprietà del bene e, successivamente, ti fa pagare un canone comprensivo di interessi. Alla fine del leasing, se vuoi riscattare la proprietà del bene, devi versare, solitamente, una maxi rata. Questa forma di finanziamento, utilizzato prevalentemente per le automobili e per tutti gli altri beni materiali di consumo, è caratterizzato da un canone iniziale elevato rispetto a quelli successivi. Ciò viene utilizzato per ridurre i rischi legati all’insolvenza da parte dell’utilizzatore, ma concede la possibilità di modificare l’anticipo, il riscatto e l’importo del canone.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/mutuo-leasing-differenze/feed/ 0
Differenza tra PayPal e Postepay https://cultura.biografieonline.it/postepay-paypal-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/postepay-paypal-differenze/#respond Wed, 11 Jun 2014 21:16:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11323 Parlando di carte di pagamento ricaricabili, molto usate per gli acquisti via internet, i termini più utilizzati sono quelli di Postepay e PayPal. Ma quali sono in realtà le sostanziali differenze tra le due?

Differenze tra Postepay e PayPal
Differenze tra Postepay e PayPal

Postepay

Per Postepay si intende una carta prepagata che chiunque può attivare, semplicemente presentandosi presso un qualsiasi ufficio postale presentando la carta d’identità e il codice fiscale. La Postepay non è legata ad alcun conto bancario, né postale. Grazie ai circuiti Visa, Visa Electron e Postamat, la Postepay è utilizzabile praticamente in tutto il mondo e non solo in Internet. Tramite il sito delle Poste Italiane, poi, è possibile vedere il saldo della propria Postepay e controllare tutti i movimenti effettuati.

Grazie alla Postepay si può prelevare l’importo di cui necessitiamo in tutti gli uffici postali, fino a un importo massimo di 3.000 euro e con una commissione di solo 1 euro. La carta Postepay viene utilizzata anche per il prelievo di contanti negli Atm e i Pos del circuito Postamat per un totale massimo di 250 euro, sempre con 1 euro di commissione.

Se invece preleviamo ai bancomat “tradizionali”, la Postepay permette di prelevare fino a 250 euro, con un costo di 1,75 euro, nell’Area Euro, mentre nei paesi Extra-Euro, si può prelevare sempre fino a 250 euro, ma le commissioni arrivano fino a 5 euro.

Per ricaricare la carta Postepay, si deve versare una quota in denaro presso gli sportelli automatici di poste e banche, presso le ricevitorie Sisal abilitate oppure on-line sul sito delle Poste Italiane.

PayPal

PayPal, invece, è considerato di gran lunga il metodo di pagamento più sicuro per gli acquisti on-line. In primis, non bisogna lasciare all’acquirente nessun codice o altri dati per il pagamento. Il pagamento tramite PayPal è anche il più facile e comodo da eseguire per l’acquirente, che non deve pagare nessuna tariffa aggiuntiva.

Quest’ultima, infatti, è a spese del venditore che paga solo una piccola percentuale del costo finale di vendita degli oggetti. PayPal è considerato il sistema di pagamento più usato ed è presente in 190 paesi nel mondo.

Per aprire un conto PayPal è d’obbligo registrarsi nel sito internet dell’azienda, elencare i dati riferiti alla relativa carta di credito che può anche essere una prepagata, o versare nel conto una somma di denaro tramite bonifico.

È anche possibile effettuare prelievi di denaro per trasferirlo poi sul proprio conto corrente bancario o postale, o alla stessa carta di credito. Con PayPal si può prelevare fino ad un importo massimo di 500 euro.

È possibile utilizzare PayPal nei punti vendita Lottomatica e negli sportelli bancomat nell’Area Euro, pagando una commissione pari a 1,70 euro; mentre fuori dell’area Euro la commissione sale a 3,90 Euro. È consigliata nelle transazioni che vengono effettuate per tutti i portali di e-commerce per la sua ormai riconosciuta sicurezza nelle transizioni di denaro.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/postepay-paypal-differenze/feed/ 0
Differenza tra tassa e imposta https://cultura.biografieonline.it/tassa-imposta-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/tassa-imposta-differenze/#comments Thu, 24 Apr 2014 19:18:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10650 Non è sempre chiara a tutti, la differenza che passa tra i termini tasse ed imposte. Spesso vengono usati in modo improprio nel linguaggio quotidiano, parlando in maniera errata di due diversi tributi che versiamo all’erario, quindi allo Stato.

Tasse e imposte
Quali sono le differenze tra tasse e imposte?

Per “tassa” intendiamo un tributo o una somma di denaro dovuta dai cittadini privati allo Stato. Tra le tasse più frequenti, troviamo quelle scolastiche, la tassa di concessione governativa, la tassa per l’occupazione di suolo pubblico. In questi casi, per ottenere un determinato servizio, si è obbligati a versare una certa somma in denaro.

La riscossione delle tasse avviene o per via diretta (versamento dell’importo nelle casse pubbliche) o per via indiretta, tramite bollo (quando la richiesta del servizio che dà luogo al pagamento della tassa viene effettuata tramite carta bollata).

Con il termine “imposta” si indica, invece, un tipo di tributo, ovvero una delle voci di entrata del bilancio di Stato, caratterizzato da un prelievo coattivo di ricchezza dal cittadino contribuente. Tale tributo non risulta connesso ad una specifica prestazione da parte dello Stato o per gli enti pubblici, per servizi resi al cittadino.

Soldi del monopoli

Il soggetto subisce i tributi passivamente in virtù non di un servizio pubblico, ma di una situazione patrimoniale personale. Sono importi che il contribuente corrisponde secondo la sua capacità contributiva e che servono per la collettività. Tra le imposte a carico del cittadino, per esempio, annoveriamo l’Irpef che è un’imposta che il cittadino è obbligato a pagare solo perché e nella misura in cui percepisce un reddito e l’Iuc, che si deve pagare solo in quanto titolari di un diritto reale su un immobile. Le imposte vengono inoltre classificate in: dirette ed indirette, sul reddito, sul patrimonio, proporzionali, progressive, regressive, reali o personali.

Nella finanza contemporanea, le imposte e le tasse (soprattutto le prime) rappresentano come sempre le fonti principali, ordinarie delle entrate dello Stato e degli enti pubblici minori.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/tassa-imposta-differenze/feed/ 6
Differenza tra ricevuta fiscale e fattura https://cultura.biografieonline.it/differenza-ricevuta-fiscale-fattura/ https://cultura.biografieonline.it/differenza-ricevuta-fiscale-fattura/#comments Tue, 15 Apr 2014 19:29:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10472 Anche sul fronte economico esistono svariate differenze nei vocaboli, per esempio quella tra ricevuta fiscale e fattura. La ricevuta fiscale è un documento che viene emesso in sostituzione dello scontrino fiscale ed in occasione di prestazione di servizi nei confronti di soggetti privati. È necessario che il commerciante la emetta ed ha valore pari ad una semplice dichiarazione, senza l’applicazione di alcuna tassa.

Ricevuta fiscale e fattura
Ricevuta fiscale e fattura: conosci le differenze?

Si utilizza principalmente, e comunque, soprattutto quando il valore della somma è abbastanza elevato. È obbligatorio emettere la ricevuta fiscale quando richiesta da colui che effettua il versamento, poiché è un suo diritto. Inoltre, in casi particolari, quando si è impossibilitati ad utilizzare un registratore di cassa (apparecchio che emette gli scontrini), come ad esempio può accadere nelle fiere o nei mercati di ambulanti, è necessario emettere dopo ogni vendita la ricevuta fiscale.

La fattura invece è un documento fiscale che si emette a carico di soggetti che possiedono una Partita Iva, quando vendono un bene o prestano un servizio, a seconda dell’attività svolta. In alcuni casi (e solitamente su richiesta) per soggetti privati, si emette citando il solo codice fiscale, sia per l’erogazione di servizi che per la fornitura di beni.

Il venditore è esonerato dall’obbligo di emettere la fattura in alcune circostanze, per esempio: somministrazione al pubblico di alimenti e bevande, autotrasporti di persone, transito sulle autostrade, coloro che prestano servizi in forma ambulante o nell’abitazione dei clienti e agricoltori per beni di propria produzione. La fattura è caratterizzata da dati molto dettagliati; in particolare si evidenzia la distinzione tra totale netto senza Iva (imposta di Stato) e il totale lordo (totale netto + Iva). Le fatture devono essere registrate con cadenza mensile o trimestrale, a seconda della contabilità dei soggetti interessati, sia da parte di chi li riceve che da chi le emette.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/differenza-ricevuta-fiscale-fattura/feed/ 1
Differenza tra azione e obbligazione https://cultura.biografieonline.it/azione-obbligazione-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/azione-obbligazione-differenze/#comments Fri, 04 Apr 2014 21:40:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10368 Spesso quando decidiamo di investire i nostri risparmi ci sentiamo dire se vogliamo farlo in azioni o obbligazioni. Ma qual è la loro differenza? Si tratta di due termini che vengono usati esclusivamente in ambito prettamente finanziario e che spesso provocano una leggera confusione fra chi si trova ad affrontarli.

Azioni e obbligazioni: differenza
Investimenti: quali sono le differenze tra Azioni e Obbligazioni ?

Per azione si intende un titolo rappresentativo di una quota della proprietà di una società. In sintesi chi acquista una o più azioni assume il ruolo di socio della società (azionista appunto) dell’azienda e si accolla sia gli eventuali utili che il capitale di rischio, in cambio di rendimenti possibilmente, ma non sempre, più elevati. Per questa ragione, le azioni sono definite dei titoli a reddito variabile. Gli azionisti hanno diverse tipologie di diritti. Tra questi annoveriamo i diritti patrimoniali, i diritti amministrativi, i diritti di controllo ed infine i diritti di disporre. Il guadagno dipende dai dividendi che l’ente pubblico o la società elargisce ai soci riferendosi all’andamento/incremento del titolo e del suo prezzo durante la vendita dei titoli in borsa.

Per obbligazione, viceversa, si intende un titolo di debito emesso a carico di una società o di enti pubblici. Si presta del capitale ad una società o ente pubblico, per un periodo di tempo determinato, durante il quale si percepiscono degli interessi. Si tratta di una tipologia di investimento completamente diversa dalla prima. Inoltre tra società/ente pubblico ed investitore si crea quel classico rapporto debitore-creditore che, solo in caso di fallimento della società, può causare la spiacevole condizione di mancato pagamento o rimborso. Nei casi di eventuale vendita dell’obbligazione, invece, l’investitore otterrà un guadagno o una perdita di capitale investito a seconda dell’andamento del prezzo dell’obbligazione.

 

]]>
https://cultura.biografieonline.it/azione-obbligazione-differenze/feed/ 2
Lasciare la mancia: origini dell’usanza https://cultura.biografieonline.it/origine-mancia/ https://cultura.biografieonline.it/origine-mancia/#respond Fri, 21 Mar 2014 14:35:20 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10027 Si definisce con il termine “mancia” un compenso in denaro che si usa elargire, oltre al dovuto, come ricompensa per un servizio ricevuto. Solitamente tale termine viene utilizzato in particolar modo nel settore alberghiero e della ristorazione. Ma le origini di questo termine derivano dall’antico francese “manche”, ossia manica, poiché le dame nel Medioevo usavano staccarsi le maniche appunto, durante lo svolgimento dei vari tornei, per donarle come dono ai loro cavalieri.

Lasciare la mancia (in inglese: tip) al ristorante
Lasciare la mancia è un’usanza che varia molto da paese a paese

Successivamente nella società la “mancia” venne data dai padroni ai propri servi i quali, non ricevendo né stipendio, né alloggio, ma omaggiati solo con un abito nuovo l’anno, potevano così permettersi di comprare le maniche di ricambio, dato che le maniche dell’abito erano le prime a logorarsi.

Il termine “mancia” potrebbe invece derivare anche dal latino “mano” e successivamente assumere anche il significato di “regalo”. La mancia intesa come “regalo” per i servizi ricevuti venne denominata, nel periodo medioevale, con il nome romantico di “Buonamano”. Questo arcaico termine non viene più utilizzato nel linguaggio italiano corrente. Inoltre la mancia viene utilizzata anche nel senso più ampio di gratifica quando il datore di lavoro, in occasioni solenni o in riconoscimenti di particolari meriti, elargisce una somma di denaro ai propri dipendenti.

In Italia, la mancia non è obbligatoria ma è considerata solo un obbligazione naturale caratterizzata dalla spontaneità del dare. Mentre negli Stati Uniti o in Canada è obbligatoria. In Egitto e nel Nord Africa, è una prassi molto diffusa: dato che gli stipendi medi delle popolazioni sono notevolmente bassi, si riesce così a trovare un modo per raggiungere un guadagno economico più dignitoso. Solo in Oriente ed in particolare in Giappone, la mancia è considerata quasi un’offesa.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/origine-mancia/feed/ 0