Sherlock Holmes Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 18 Nov 2020 09:55:23 +0000 it-IT hourly 1 Il Mastino dei Baskerville, riassunto del romanzo di A. C. Doyle https://cultura.biografieonline.it/mastino-dei-baskerville-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/mastino-dei-baskerville-riassunto/#respond Mon, 29 Jun 2020 11:22:15 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29792 Il mastino dei Baskerville è un celebre romanzo scritto da Arthur Conan Doyle, considerato il “padre” della letteratura poliziesca. L’autore irlandese è molto apprezzato da chi ama il genere letterario “giallo”. E’ la terza storia che ha come protagonista il detective Sherlock Holmes. La prima pubblicazione del libro risale al 1902.

Titolo inglese: The Hound of the Baskervilles
Il titolo originale inglese del libro è: The Hound of the Baskervilles

Il protagonista: Sherlock Holmes

Tra libri e racconti brevi sono oltre sessanta le storie con protagonista il celeberrimo detective. Sherlock Holmes esordì nel romanzo Uno studio in rosso del 1887; comparve in totale in 4 romanzi e 56 racconti. Nel genere giallo – e in particolare in quel filone chiamato giallo deduttivo – Holmes è una vera icona. Probabilmente è l’investigatore più famoso di sempre

L’autore britannico A. C. Doyle scrisse “Il mastino dei Baskerville” cedendo alle insistenze dei suoi lettori e alla pressione dell’editore che volevano che fosse ripristinata la figura di Holmes; l’autore aveva infatti deciso di eliminarlo nel precedente racconto. Pertanto Il Mastino dei Baskerville rappresenta il momento di rinascita della figura di S. Holmes.

Il Mastino dei Baskerville, trama e riassunto

Nel “Mastino dei Baskerville” sono quindi all’opera Sherlock Holmes e John Watson, chiamati ancora una volta a risolvere un caso misterioso ed intricato. La storia è narrata in prima persona da Watson.

Prima parte

James Mortimer chiede ai due inseparabili investigatori Holmes e Watson di indagare sulla morte di Sir Charles Baskerville, un caro amico deceduto in circostanze pressoché strane. L’uomo viene ritrovato privo di vita nel parco della residenza in cui vive, a Dartmoor (nel Devon).

Le forze dell’ordine e il medico che intervengono per primi sul posto imputano il decesso ad un infarto improvviso. Mortimer, però, non è convinto di tale versione dei fatti. Lo ha molto colpito, infatti, l’espressione atterrita stampata sul volto dell’amico e alcune impronte ritrovate nei pressi del cadavere, così grandi da sembrare quelle di un cane di grandi dimensioni. Secondo Mortimer l’amico è stato aggredito e ucciso da un cane posseduto dal demonio, lo stesso che – come narra un’antica leggenda – perseguita tutti i membri maschi della famiglia Baskerville. Essi sono infatti tutti morti prematuramente e in modo violento.

All’inizio del libro Mortimer legge un manoscritto che racconta questa leggenda. Il manoscritto inizia così:

Intorno alle origini del Mastino dei Baskerville molte leggende sono state narrate: discendendo io tuttavia in linea diretta da Hugo Baskerville, e poiché il fatto mi è stato raccontato da mio padre, il quale a sua volta lo apprese dal suo, io l’ho trascritto con la piena certezza che esso accadde esattamente come qui è detto, e vorrei che voi credeste, figli miei, che quella stessa Giustizia che punisce il male possa anche perdonarlo con gran benevolenza, e che non esista anatema per quanto terribile che la preghiera e il pentimento non possano cancellare. Apprendete dunque da questo racconto a non temere le conseguenze del passato, ma piuttosto a essere circospetti per il futuro, affinché le malvagie passioni per le quali la nostra famiglia ha così dolorosamente sofferto non debbano scatenarsi nuovamente per vostra colpa.

Citazione tratta dal sito: Aforismi.meglio.it

Mortimer vorrebbe preservare Sir Henry, l’ultimo membro della famiglia ancora vivente, che è da poco tornato a Londra per questioni ereditarie. Holmes chiede di incontrare Sir Henry per conoscerlo meglio. Per fortuna i due investigatori, sapendo che l’uomo ha ricevuto minacce di morte, riescono a sventare con successo un attentato nei suoi confronti. Tale episodio grave e altre circostanze abbastanza insolite convincono Sherlock Holmes e Watson ad accettare il caso e impegnarsi per risolverlo al più presto. Sarà però Watson ad occuparsi della vicenda in quanto Holmes ha preso impegni in precedenza a cui non può sottrarsi.

Seconda parte

Il dottor Watson si reca quindi a Dartmoor in compagnia di Sir Henry e Mortimer. Qui comincia a raccogliere indizi nei dintorni dell’abitazione dei Baskerville – Baskerville Hall. Inizia così ad indagare su eventuali motivi di dissenso o malumore dei vicini di casa nei confronti della povera vittima. Cpn il passare dei giorni, però, prende corpo l’ipotesi che ad uccidere il povero Charles Baskerville, possa essere stata una creatura gigantesca che si aggira nella brughiera.

Sherlock Holmes rientra in scena proprio nel momento clou della storia. E’ lui a mettere insieme i vari indizi raccolti dal collega Watson e a ricostruire dettagliatamente tutti gli elementi del caso. Prima che succeda questo, però, purtroppo il cane miete una seconda vittima innocente con le stesse modalità del povero Charles.

il mastino dei baskerville

Finale rivelato (spoiler)

Di seguito viene svelato il finale. Se vuoi leggere il libro ti consigliamo di saltare il prossimo paragrafo in modo da non rovinarti la sorpresa.

L’assassino è Jack Stapleton, un amico di Sir Henry, che si scoprirà essere un discendente della famiglia Baskerville. Il suo scopo era quello di ottenere l’eredità. Per farlo ha addestrato un cane, un mastino, dalle dimensioni gigantesche, con il preciso obiettivo di uccidere prima Sir Charles e in seguito Henry. (La seconda vittima è però un evaso che il cane scambia per Henry a causa dei suoi vestiti). Stapleton rende ancora più demoniaca la figura del feroce cane, applicando alla sua bocca una polvere fluorescente: in tal modo al buio, la sua presenza appare spettrale, come narrava la leggenda. A uccidere il mastino sono Holmes, Watson e Henry, con colpi di pistola. Stapleton muore invece nella brughiera: cercando di fuggire perde la vita nelle sabbie mobili presenti nella zona.

Breve commento al libro

Il mastino dei Baskerville è ritenuto il miglior libro di Doyle: è un caposaldo del suo genere letterario, de è stato tradotto in moltissime lingue, tra cui anche l’italiano.

Il romanzo tiene avvinghiato il lettore alle pagine sin dall’inizio. E’ infatti ricco di suspense e colpi di scena. Il finale poi è del tutto imprevedibile, cosa importante in un libro giallo che si rispetti.

3 curiosità sul libro

  • Nel romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco, il nome del protagonista, Guglielmo da Baskerville, è una citazione di questo romanzo
  • Nel 1960 il fumettista Carl Barks, padre di Paperino, ha realizzato la storia The Hound of the Whiskervilles (tradotto in italiano come Il clan di Zio Paperone). E’ una parodia con protagonista Paperon de’ Paperoni.
  • Nel sesto film d’animazione di Detective Conan (Il fantasma di Baker Street) del 2002, i protagonisti si ritrovano all’interno di un gioco in realtà virtuale ambientato nella Londra Vittoriana, dal quale devono cercare di uscire risolvendo il caso di Jack lo squartatore. Per scoprire il colpevole, si recano alla dimora di Holmes, scoprendo però che il famoso detective, insieme al fidato Watson, è in visita proprio alla brughiera del Dartmoor.

Citazione celebre

Una celebre citazione dal libro:

Il mondo è pieno di cose ovvie che nessuno mai osserva.

Sherlock Holmes sullo schermo

La figura e il personaggio di Sherlock Holmes sono divenuti sempre più celebri nel tempo: infatti le trasposizioni televisive e cinematografiche hanno saputo nei decenni evolversi sottolineando sempre le caratteristiche vincenti del detective inglese. In un altro articolo ad esempio abbiamo raccontato la trama insieme alla recensione del film: Sherlock Holmes – Gioco di ombre, del 2011.

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Storia di Scotland Yard https://cultura.biografieonline.it/storia-di-scotland-yard/ https://cultura.biografieonline.it/storia-di-scotland-yard/#comments Mon, 16 Jan 2012 10:26:20 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=117 Scotland Yard si potrebbe considerare un’icona più che un’istituzione perché è immensa la quantità di citazioni di cui è oggetto nei film e nei romanzi di ogni genere, non solo quelli legati a storie criminali o a romanzi polizieschi.

Molti la definiscono la polizia migliore del mondo per il suo alto livello di professionalità e per l’evoluzioni che ha affrontato negli anni, passando da polizia di quartiere ad uno dei centri meglio specializzati nella lotta al crimine. Ma qual è la storia di Scotland Yard?

New Scotland Yard
Scotland Yard

Il suo anno di nascita è il 1821 quando Robert Peel, ministro degli interni dell’epoca, decise di fondare una polizia metropolitana che avesse poteri di investigazione e di controllo del territorio. Prima, infatti, vigeva quasi l’anarchia. C’era in  realtà il codice di Winchester, emanato nel 1285, che determinava l’ordine pubblico permettendo ad ogni uomo dai 16 ai 60 anni di possedere un’arma da fuoco per la propria difesa personale.

Nel 1821, quindi, cominciò ad operare una forza di polizia cittadina che faceva capo al ministero degli interni. Aprì al pubblico come sede amministrativa del servizio il 29 settembre 1829. Gli uomini che la componevano venivano comunemente chiamati bobbies, dal nome del loro inventore, appunto Robert – “Bob” – Peel. Il primo corpo fu composto da 3.000 unità le quali indossavano un cappello a cilindro e portavano una divisa blu scuro. Nel 1842 venne istituita una sezione criminale preposta alla soluzione dei casi più efferati.

Oggi Scotland Yard si occupa solo di questo mentre il territorio viene presidiato dai bobbies, che sono diventati una divisione a parte. La sede principale è un palazzo di 20 piani collocato fra Broadway e Victoria Street vicino alla cattedrale di Westminster e al parlamento inglese.

In origine la sede era sulla Great Scotland Yard, da qui deriva il nome del dipartimento di polizia criminale, una traversa di Whitehall. La Great Scotland Yard, si suppone,  avesse questo nome perché lì si trovava l’abitazione di rappresentanza del re di Scozia, che veniva utilizzata quando veniva a Londra o mandava i suoi ambasciatori. Dall’anno della sua fondazione, Scotland Yard poteva controllare un territorio di circa10 km e vigilare su una popolazione di circa 2 milioni di individui.

Attualmente si occupa di 7,5 milioni di individui su un territorio di 1.600 metri quadrati, conosciuto come la grande Londra. La City, invece, non è sua giurisdizione ma è controllata da un corpo di polizia preposto, la City of London Police. Non fu facile per la popolazione accettare i detective di Scotland Yard che a molti apparivano più come spie del governo che tutori dell’ordine.

Tuttavia, la professionalità, l’attenzione e il rispetto per la popolazione che i rappresentanti della nuova istituzione ebbero come valori primari del loro operato accrebbe la fiducia dei cittadini sia verso l’istituzione che, soprattutto, verso alcune personalità che la rappresentavano: tra queste, uno dei primi dirigenti del corpo, il detective Charles Frederick Field che fu anche un caro amico di Charles Dickens il quale lo accompagnava a volte in alcune ispezioni notturne della città. Field ispirò anche uno dei personaggi del grande scrittore nel romanzo “Black House” (“Casa desolata”, pubblicato in Italia dall’editore Einaudi).

Naturalmente le citazioni cinematografiche e letterarie su Scotland Yard non mancano ed anche il tenente Colombo, in un suo raro se non unico viaggio oltre Oceano, ebbe a che fare con la polizia londinese verso la quale dimostrò una stropicciata e goffa soggezione.

Scotland Yard ha dovuto affrontare diversi scandali nell’arco della sua esistenza, non ultimo quello del 2011 in cui venne coinvolto uno dei suoi dirigenti nell’affaire Murdoch a proposito delle intercettazioni svolte illegalmente dal quotidiano “News of the World”. Tuttavia nulla pare possa scalfirne l’immagine e l’idea che ne hanno i britannici cioè di un un’istituzione al di sopra delle parti.

Il database criminale di Scotland Yard è chiamato HOLMES, acronimo di Home Office Large Major Enquiry System; il programma di allenamento si chiama “Elementary”. Entrambe i nomi sono dedicati al famosissimo detective Sherlock Holmes, personaggio dei romanzi di Arthur Conan Doyle.

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Sherlock Holmes: recensione del film “Gioco di Ombre” (2011) https://cultura.biografieonline.it/sherlock-holmes-recensione-gioco-di-ombre/ https://cultura.biografieonline.it/sherlock-holmes-recensione-gioco-di-ombre/#comments Sat, 07 Jan 2012 11:26:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=33 Dov’è finito Sherlock Holmes? Questa è la domanda che alcuni appassionati del detective londinese si sono posti guardando “Gioco di ombre“, il film del 2011 diretto di Guy Ritchie interpretato da Robert Downey Jr nel ruolo di Holmes e da Jude Law nel ruolo di Watson. Il motivo è semplice, l’eroe creato da Arthur Conan Doyle è  famoso per la sua sottile arguzia e la sua brillante analisi dei fatti.

Sherlock Holmes
Sherlock Holmes – Gioco di ombre

I racconti che lo vedono protagonista sono costruiti intorno alla sua figura che spicca per le doti intellettuali e per la sua straordinaria capacità di costruire e risolvere un caso delinquenziale da pochi e quasi invisibili indizi. Nel film, invece, Holmes appare come un uomo geniale ma soprattutto bizzoso, strampalato e violento che ama l’azione e grazie al suo orgoglio umilia chi gli sta attorno svelando i casi che deve affrontare con un atteggiamento a dir poco eccentrico. In realtà, si potrebbe tranquillamente dire che questo Holmes non ha nulla a che fare con il detective più famoso del mondo e con le sue avvincenti storie criminali.

Il film ha una trama, comunque, brillante. I due amici detective si ritrovano per festeggiare l’addio al celibato di Watson e come al solito vengono catapultati in una serie di circostanze apparentemente sconnesse fra loro ma che non sono altro che il preludio di un nuovo caso. Infatti, questa volta si palesa la nemesi di Holmes, il crudele, geniale e folle Moriarty, per certi tratti più affascinante del detective con la pipa, il quale ingaggia con il nostro una serie di battaglie in punta di genialità e con un’abbondante dose di bombe, omicidi, anarchici, complotti internazionali, fughe rocambolesche, scazzottate e sacrifici di innocenti comparse.

Film Sherlock Holmes "Gioco di Ombre", locandina
Film Sherlock Holmes “Gioco di Ombre”, locandina

L’attore che interpreta Moriarty ha la capacità di impersonare nel volto la distorsione del male e per questo merita un certo plauso mentre Holmes ancora una volta, anche se interpretato dal bravo Downey Jr., appare inferiore stranamente all’interpretazione di Watson svolta da Jude Law. Nel film compare anche il fratello di Holmes, Mycroft, interpretato da Stephen Fry che dà una nota di colore alla trama e ai dialoghi del film i quali a volte sono brillanti e divertenti anche se la voce italiana di Downey jr. non rende merito all’attore inglese.

Il film e i dialoghi scorrono, comunque, con una certa velocità visiva e vale la pena vederlo per passare due ore di divertimento scenico senza però dimenticare che Sherlock Holmes è su un altro pianeta.

Trailer del film in italiano

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