sesso Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 12 Jan 2022 16:32:34 +0000 it-IT hourly 1 Il grande masturbatore: spiegazione del quadro di Dalí https://cultura.biografieonline.it/grande-masturbatore-dali/ https://cultura.biografieonline.it/grande-masturbatore-dali/#comments Wed, 10 Nov 2021 10:41:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11184 Una delle opere più importanti realizzate nella carriera di Salvador Dalí è Il grande masturbatore. L’opera è datata 1929 ed è custodita presso il Museo Nacional Centro de l’Arte, Reina Sofia di Madrid. Ecco di seguito un’immagine del celebre quadro.

Salvador Dalì, Il grande masturbatore (1929)
Il grande masturbatore (1929) è una delle opere più famose di Salvador Dalí

Questo quadro, “il grande masturbatore” (indicato in lingua inglese come The Great Masturbator), è un’opera definita sconcertante e al tempo stesso seduttiva, caratterizzata da un limpido realismo e da una dimensione improbabile ed irreale.

Si tratta di un autoritratto geniale.

L’opera anticipa l’interesse di Dalí per le strutture molli (come i celeberrimi orologi molli di Dalí; il titolo dell’opera è La persistenza della memoria);

La visione delle sue opere è caratterizzata da un violento scontro con il suo mondo sotterraneo. Per chi lo conosce, si tratta di un’ennesima sfida per decifrare il suo simbolismo.

Il grande masturbatore: analisi dei numerosi simboli

Nel grande masturbatore in primo piano notiamo l’autoritratto dell’artista, la testa di Dalí che subisce una metamorfosi fino a diventare il busto di una donna e le gambe di un uomo.

La testa è una bizzarra commistione tra una testa umana e le rocce della Costa Brava dei dintorni di Cadaqués, nelle forme più imprevedibili del mare e del vento.

Il quadro è caratterizzato da una complessa iconografia barocca. Condensa in sé gran parte del repertorio dei motivi per immagine di Salvador Dalí, tra i quali:

Sono tutti elementi che riportano alla sua infanzia.

L’uovo invece simboleggia il periodo intrauterino.

La cavalletta, odiata dallo stesso autore, presenta il ventre in decomposizione ricoperto di formiche. Viene messo in evidenza ripetuta il simbolo fallico, che risulta riproposto sia nel pistillo della calla del fiore, che nella lingua eretta del leone africano; esso è paragonato ad una Gorgone distruttrice.

Viene anche ricordato il tema freudiano che vede nella testa della terribile Medusa il simbolo della castrazione.

Le angosce sessuali

Particolare è la scena che mette in evidenza un atto di fellatio, che ci fa percepire le angosce sessuali vissute dall’autore. L’opera, infatti, è stata realizzata quando Dalí conobbe Gala (Gala Éluard Dalí, nata Elena Dmitrievna D’jakonova); accanto alla dolcezza di quel momento, alcuni segni della sua pittura mettono in luce l’ossessione e la paura del pittore per il sesso.

L’autore nell’opera Il grande masturbatore descrive la sua paura e castrazione sessuale, dettata dal simbolismo del sangue che scorre sulle gambe dell’uomo.

Consideriamo ora la coppia che si trova sotto la figura molle che domina il dipinto: vediamo come questa strizzi l’occhio a Beata Beatrix (dipinto a olio su tela del 1872) di Dante Gabriel Rossetti, che vede nella dama preraffaellita l’incarnazione della paura e dell’avversione, nonostante la figura femminile ci riporti al vissuto domestico di Dalí, dato che si ispira ad uno specchio appeso nella casa di famiglia dello stesso.

In basso a sinistra, nell’opera, vediamo un fantoccio che si allontana dalla scena e si perde man mano all’orizzonte.

Un curioso confronto

E’ curioso notare la similitudine con un particolare di un altro celebre quadro della storia dell’arte. Parliamo de Il giardino delle delizie (1480-1490) di Hieronymus Bosch.

Trittico del Giardino delle Delizie, opera di Hieronymus Bosch
Hieronymus Bosch, Trittico del Giardino delle Delizie

Il particolare che mostriamo nella figura di seguito si trova nel pannello sinistro dell’opera di Bosch, sul lato destro, a metà altezza.

Il giardino delle delizie - Particolare
Un dettaglio de Il giardino delle delizie che ricorda molto il quadro Il grande Masturbatore di Dalí

Lo scenario è composto da rocce, cespugli e animaletti che ricordano un viso con naso prominente e lunghe ciglia.

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Coming out e outing, differenze tra i termini https://cultura.biografieonline.it/coming-out-outing-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/coming-out-outing-differenze/#comments Fri, 11 Apr 2014 11:25:06 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10497 Con il termine outing si indica quella azione, fatta da terzi, che permette di rendere deliberatamente pubblico e senza consenso del soggetto, l’orientamento sessuale. Nella nostra lingua italiana non esiste la traduzione del verbo “to out“, che pertanto viene sostituito da verbi analoghi. Solitamente si utilizzano i verbi infamare, sbugiardare o screditare una persona, mentre viene definito outer chi fa outing nei confronti di qualcun altro.

Coming out e Outing: differenze
Mentre il concetto di coming out è abbastanza chiaro ai più, il termine outing è talvolta usato in modo improprio

Fare outing non è mai accettato dai movimenti per i diritti dei gay che continuano ripetutamente a disapprovare questa pratica d’uso, soprattutto quando essa è usata per discriminare personaggi pubblici. Questi movimenti sostengono che le persone abbiano il diritto alla privacy della loro vita sessuale personale.

L’outing one self, ossia fare outing su se stesso, consiste nella dichiarazione spontanea da parte del soggetto di dichiarare la propria sessualità allo scopo di precedere qualcun altro dal farlo in un modo, molto spesso, sconveniente e diffamante. L’elenco delle persone che hanno subito l’outing sociale include personaggi quali Pete Williams, Richard Chamberlain, Chad Allen e Chastity Bono.

Viceversa, il coming out è un’azione svolta da parte di un soggetto che rivela, in modo spontaneo, la sua identità sessuale. Coming out deriva dalla frase inglese “coming out of the closet”, che significa “uscire dal ripostiglio” o “uscire dal nascondiglio”, in sintesi “uscire allo scoperto”. Nella nostra lingua italiana, questa espressione significa “uscir fuori” (uscire allo scoperto).

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Si tratta di una vera e propria liberazione quella di rendere pubblico, uscendo allo scoperto, dimostrando il coraggio nel vivere se stessi e la propria sfera sessuale. Il termine, purtroppo, viene spesso utilizzato in modo errato e lo si confonde con l’outing. Tra i personaggi celebri che hanno fatto coming out troviamo Freddie Mercury, Ricky Martin, George Michael, Elton JohnKeanu Reeves e Ellen Page. In Italia, invece, i più celebri “coming out” sono quelli di Lucio Dalla, Alessandro Cecchi Paone e Tiziano Ferro.

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Intervista a Leonardo Palmisano https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-leonardo-palmisano/ https://cultura.biografieonline.it/intervista-a-leonardo-palmisano/#respond Fri, 03 Feb 2012 18:38:40 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=464 Leonardo Palmisano. Sociologo ed etnografo, assegnista di ricerca, è autore di numerose inchieste e pubblicazioni, fra le quali: “Quale laicità nella scuola pubblica italiana?” (2009) e il romanzo “Trentaquattro” (2010). Si è formato lavorando sul traffico di migranti in Nord Africa, sviluppando inchieste sul campo apparse anche sul quotidiano “Il Manifesto”.

Collabora con la cattedra di Sociologia della Facoltà di Lettere dell’Università di Bari e, come consulente, con la Cgil Puglia. Nel 2011, la casa editrice CaratteriMobili gli ha pubblicato un’inchiesta molto interessante, che mette sul piatto della bilancia 55 interviste sul campo, interamente rilevate nel mondo sommerso (ma nemmeno poi tanto) della prostituzione. Emblematico il titolo: “La città del sesso. Dominazioni e prostituzioni tra immagine e corpo”.

Prendendo in esame una città-tipo come Bari, l’autore racconta la vicenda delle escort, delle donne di strada, dei clienti e dei cosiddetti “papponi”. Oltre ad altre situazioni estreme, come la droga e il giro di soldi connesso, nel quale marcia la criminalità non solo pugliese. Nel vorticare di queste testimonianze dirette, prende vita anche l’analisi del sociologo Palmisano. In un’intervista, alcune considerazioni su questo ultimo, importante lavoro.

Alla fine del tuo lavoro d’inchiesta relativo alla “Città del sesso”, qual è stato l’elemento più sorprendente rilevato rispetto all’idea che avevi inizialmente di questo fenomeno? E quale, invece, la conferma riscontrata?

La cosa più sorprendente è l’arroganza, il cinismo dei maschi. Non si tratta di malati o di deviati, ma di comunissimi padri di famiglia, per lo più cinquantenni, che usano queste donne per farne merce da comprare, corpi da martoriare. Tutto questo è intollerabile, alla luce di quanto sta avvenendo: una guerra del maschio contro la donna. La conferma è stata banale: la riduzione in schiavitù delle donne rende molto al crimine organizzato pugliese.

Qual è stato il modus operandi della tua inchiesta: hai avuto dei problemi? Sei incorso in alcuni pericoli? Come ti sei mosso in questo mondo nemmeno poi tanto sommerso? Reticenze?

Il mio modus operandi è quello dell’inchiesta etnografica. Ho recuperato dei clienti in alcune palestre e discoteche, poi mi sono fatto condurre nelle zone grigie del mercato del sesso. Con molta discrezione, grazie all’aiuto dei miei informatori, ho raggiunto i diversi attori. Ho fatto quello che dovrebbe fare ogni tanto anche la stampa.

Elegia nigeriana ed elegia rumena, prendendo in considerazione i primi due capitoli del tuo lavoro. Quali sono le differenze tra questi due mondi? E, anche, non c’è il rischio, con un lavoro simile, di incorrere in eccessive classificazioni (pur nella naturale buona fede del sociologo, il cui rischio ricorrente è sempre questo, infondo)?

Le classificazioni servono a capire perché, provenendo da mondi diversi, queste donne convergono nel girone dell’inferno prostituzionale. Le modalità di assoggettamento sono differenti, e ovviamente questa scoperta è utile per comprendere i dispositivi della dominazione e del nuovo maschilismo italiano. Dispositivi aberranti e feroci, che danno l’immagine di un pericoloso esercito in ritirata.

Come reagiscono, o hanno reagito, le donne cosiddette “libere” al suo lavoro?

Reagiscono come dovrebbero reagire gli uomini: adontandosi e prendendo una netta posizione contro questa terribile pratica di usare dei corpi per farci sesso e denaro.

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