Sergio Romano Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 23 Feb 2022 15:26:32 +0000 it-IT hourly 1 Putin e la ricostruzione della Grande Russia, libro di Sergio Romano https://cultura.biografieonline.it/putin-e-la-ricostruzione-della-grande-russia/ https://cultura.biografieonline.it/putin-e-la-ricostruzione-della-grande-russia/#comments Wed, 23 Feb 2022 13:53:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22864 La Russia di oggi appare a molti come un oggetto misterioso. Vladimir Putin la governa come se ne fosse il capo assoluto e incontrastato e, se dall’esterno il suo sembra un potere acquisito grazie al vuoto lasciato da Eltsin, in realtà la sua conoscenza della storia russa gli ha permesso di elaborare una politica che lo ha reso molto popolare. Un buon libro per comprendere la Russia attuale e la strategia di Vladimir Putin è il nuovo saggio di Sergio Romano “Putin e la ricostruzione della Grande Russiaedito dalla casa editrice Longanesi. L’autore ci racconta la Russia dalla caduta del muro di Berlino fino agli ultimi scontri con gli Usa sia per la crisi dell’Ucraina che per la questione della Siria.

Putin e la ricostruzione della Grande Russia - libro Sergio Romano
Putin e la ricostruzione della Grande Russia – la copertina del libro di Sergio Romano

Putin e la ricostruzione della Grande Russia: temi trattati

Il libro è stato pubblicato prima delle elezioni americane che hanno visto la vittoria di Trump (2016) e le polemiche successive sull’ingerenza dei russi nella campagna elettorale. Ci sono diversi piani di lettura. Romano racconta la disgregazione dell’Unione Sovietica e il potere assoluto di Boris Eltsin che ha traghettato la Russia dall’era comunista ad un capitalismo senza regole. Gli oligarchi che hanno preso velocemente il potere economico e hanno in parte influenzato le decisioni dei governi di Eltsin sono lo specchio di una Russia che ha riconvertito le sue risorse pubbliche in un business privato.

Ma non è solo stata una lotta per il potere di nuove figure contro un vecchio modo di governare. Gli oligarchi erano uomini del partito che sono stati sempre dietro le quinte. Quando le crisi economiche hanno costretto il governo a cercare nuove risorse per pagare stipendi e garantire i servizi minimi, sono riusciti ad imporre le proprie richieste.

Eltsin nell’ultima parte della sua vita e della sua carriera politica è stato debole e permissivo. Secondo Sergio Romano, le sue scelte hanno permesso ad alcuni uomini di impadronirsi delle risorse minerarie e petrolifere del paese, di controllare giornali e tv e di accaparrarsi il controllo dei principali istituti bancari.

L’avvento di Putin

L’avvento di Putin cambia tutto. Uno sconosciuto ufficiale del KGB in cerca di lavoro diventa, in poco tempo, un uomo molto influente che viene messo a capo di un dipartimento del governo. Poco dopo, avviene la sua elezione a Primo ministro. La sua biografia è sconosciuta a tutti e anche Romano fatica a trovare informazioni sul suo passato. Quello che è certo è che Putin ha prestato servizio nel KGB durante la Guerra fredda operando nella Germania dell’Est. Dopo la caduta del muro si è trovato senza un lavoro ed è diventato l’assistente del sindaco di San Pietroburgo. Poi il vuoto fino alla sua nomina ad un alto sevizio dello Stato e poi a capo del governo. Questo è il secondo piano di lettura del libro.

Putin fa una carriera folgorante e gli vengono riconosciuti meriti che molti faticano a vedere. Ma come si comporta? Solidifica in poco tempo il suo potere e riesce ad imporre una visione vincente della Russia. Non rinuncia alla storia del suo paese né rinnega il periodo comunista. Ma cerca invece di utilizzare tutti i valori a cui i russi sono legati, perfino una devozione alle icone religiose, per cercare di rilanciare l’orgoglio del suo paese. La sua strategia funziona e ha successo. Tanto che viene eletto come presidente della Repubblica, carica che, a parte un breve periodo come Primo ministro, continua a mantenere tutt’oggi.

Sondaggi recenti

I sondaggi anche adesso (2017) lo danno come favorito alle prossime elezioni con una percentuale di gradimento molto alta. La sua politica è un misto di nazionalismo, orgoglio per il proprio passato, soprattutto le conquiste prima dell’avvento del comunismo e la ricerca di un’identità religiosa che dimostri come la Russia è stata la prima in tutto. Secondo Romano, uno dei problemi principali di un uomo di governo russo è il confronto con il territorio. La Russia ha un territorio enorme in continuo pericolo di disgregazione. E la strategia di Putin è proprio dimostrare come invece la Russia debba espandersi, senza eccessi, mantenendo un controllo stabile dei suoi confini.

Sergio Romano
Lo scrittore Sergio Romano

Sono tre quindi le chiavi di lettura del libro “Putin e la ricostruzione della Grande Russia“: la storia dopo la caduta del muro, l’enigma Putin e la sua misteriosa ascesa al potere e la strategia sia di politica interna che di politica internazionale per mantenere saldo questo potere. Con uno stile narrativo chiaro e lineare e una conoscenza molto dettagliata e profonda della storia della Russia, Sergio Romano ci permette di osservare con più attenzione e consapevolezza i cambiamenti della Russia. Un paese fondamentale per il futuro dell’Europa e dell’Occidente.

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Il giorno in cui fallì la rivoluzione, recensione del libro di Sergio Romano https://cultura.biografieonline.it/il-giorno-in-cui-falli-la-rivoluzione/ https://cultura.biografieonline.it/il-giorno-in-cui-falli-la-rivoluzione/#respond Tue, 19 Feb 2019 14:39:20 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26010 Recensione del libro di Sergio Romano, Il giorno in cui fallì la rivoluzione. Una controstoria della Russia rivoluzionaria dal 1917 al 1991. La rivoluzione d’Ottobre – avvenuta in realtà fra il 6 e 7 novembre del 1917 anche se in seguito venne modificato il calendario e utilizzato quello giuliano e pertanto le date ufficiali divennero quelle del 25 e 26 ottobre – cambiò molte cose.

Il giorno in cui fallì la rivoluzione, copertina del libro di Sergio Romano
La copertina del libro: Il giorno in cui fallì la rivoluzione

Il corso della Storia per come lo vediamo e interpretiamo ha senso solo se viene approfondito dai fatti. Tuttavia può essere stimolante immaginare quali sarebbero state le eventuali conseguenze dei fatti se gli accadimenti fossero stati diversi da come li conosciamo.

Più stimolante ancora però è collocare nella sua giusta dimensione un fatto storico. Sergio Romano ci prova con la sua abilità di divulgatore e di storico accorto e sapiente.

Recensione del libro

Nel suo recente libro, “Il giorno in cui fallì la rivoluzione. Una controstoria della Russia rivoluzionaria dal 1917 al 1991”, nelle librerie dal 2019 (editrice Solferino – I libri del Corriere della Sera, euro 14,00, pp. 154), dunque, ridimensiona l’importanza degli eventi che hanno portato alla Rivoluzione Russa ma non ovviamente il suo peso storico e le conseguenze che hanno influenzato la storia d’Europa.

Sergio Romano descrive i fatti raccontando la casualità di eventi che hanno portato Lenin in una situazione favorevole e come lo sviluppo della prima guerra mondiale e le azioni dei tedeschi abbiano offerto al padre della rivoluzione una serie di vantaggi che ha saputo cogliere solo in parte.

Dall’altra parte Romano descrive la debolezza e le incertezze del governo provvisorio, minato da lotte interne, dagli esiti della guerra sempre più incerti e da un malcontento popolare interpretato erroneamente sia dalla corte e dal governo.

Fin qui nulla di nuovo, solo l’esposizione di Romano che con un linguaggio chiaro e scorrevole racconta eventi già ampiamente trattati in molti altri saggi, alcuni dei quali citati dall’autore.

Cosa sarebbe successo se…

Poi Romano inverte la rotta e racconta quello che sarebbe potuto accadere se Lenin avesse deciso di attendere e non avesse ordinato l’insurrezione contro il palazzo d’Inverno raccontato da Sergej Michajlovič Ėjzenštejn nel film “Ottobre”. In realtà come racconta Romano l’insurrezione non fu così trionfale come viene raccontata nel film e la conquista del palazzo governativo avvenne molto velocemente e senza resistenze.

Ma l’autore immagina invece che tale attacco non sia mai avvenuto perché Lenin invece di spingere la folla contro il governo di Kerenskij, chiede di attendere, di aspettare alcuni giorni. Il primo gruppo di manifestanti, i marinai ammutinati si disperdono per le strade di San Pietroburgo, questo attendismo cambia in parte il corso della storia.

Sempre secondo l’ipotesi di Sergio Romano, il governo avrebbe potuto sciogliere il Soviet di San Pietroburgo e isolare i bolscevichi che nell’Assemblea erano minoritari rispetto ai socialisti rivoluzionari, che non appoggiarono immediatamente l’insurrezione: questo invece è vero.

Le ipotesi

A questo punto, sempre secondo la storia controfattuale di Romano, la Duma sciolta dal governo avrebbe potuto conferire in un’Assemblea costituente all’interno della quale anche i bolscevichi e i socialisti rivoluzionari avrebbero potuto partecipare per redigere una nuova costituzione che avrebbe cambiato la storia della Russia.

Ma la questione che sorge spontanea è: perché avrebbe avuto senso un corso così imprevisto?

Perché come molti bolscevichi avevano capito, la rivoluzione del 1905 scaturita dopo la guerra fra Russia e Giappone non aveva indebolito il governo zarista e si era rivelata un fiasco anche se le sue conseguenze erano state l’apertura della Duma.

Sergio Romano
Lo scrittore Sergio Romano

Era quindi possibile che un’altra rivoluzione non portasse ad un cambiamento radicale ma solo ad un cambiamento costituzionale che avrebbe coinvolto anche le prerogative dello zar.

Il saggio poi continua con i ricordi di Romano che è stato per diversi anni ambasciatore in Unione Sovietica e ha potuto direttamente seguire alcuni eventi come il fallito colpo di stato del 1991 e il crollo delle riforme di Gorbaciov. Quest’ultima parte riprende alcuni capitoli del libro di Sergio Romano su Putin, pubblicato da Longanesi. Ma è interessante comunque leggere le pagine in cui l’autore analizza le conseguenze delle riforme mancate di Gorbaciov e lo sbriciolamento dell’Unione Sovietica.

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Atlante delle crisi mondiali, libro di Sergio Romano https://cultura.biografieonline.it/atlante-delle-crisi-mondiali/ https://cultura.biografieonline.it/atlante-delle-crisi-mondiali/#respond Mon, 25 Jun 2018 09:13:26 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=24941 La politica internazionale è una materia in continuo cambiamento. Molti scrittori hanno cercato di fare una sintesi convincente di fatti ed episodi che hanno avuto un’influenza importante sulla nostra storia e sulla storia mondiale. Fra questi spicca, a parer mio, Sergio Romano che riesce a sostenere e ad argomentare tesi sostanziali sulla politica internazionale senza seguire principi morali ma seguendo solo ed esclusivamente un principio ispiratore di carattere universale. In questo articolo parliamo del suo libro Atlante delle crisi mondiali, uscito nel 2018 (Rizzoli, pagine 286).

Atlante delle crisi mondiali
Atlante delle crisi mondiali. Copertina del libro di Sergio Romano (2018)

L’autore Sergio Romano

Romano è un manuale di storia vivente, che ha analizzato e meditato su moltissimi fatti della storia contemporanea e dell’ottocento, dai quali ha tratto riflessioni apparse su giornali e libri di storia di buon successo.

E’ uno scrittore profondo che controlla bene le fonti e sa utilizzare, senza annoiare il lettore, i dettagli che gli sono necessari per portare a termine le sue riflessioni. Inoltre è un realista e sa guardare ai fatti in modo oggettivo con un piglio alla Winston Churchill, cioè senza risparmiare nulla al giudizio. Non c’è quindi alcun idealismo nel suo lavoro ma solo l’attenzione di uno scienziato della politica all’oggetto delle sue ricerche.

Sergio Romano
Lo scrittore Sergio Romano. Dello stesso autore abbiamo recensito due libri biografici, rispettivamente su Putin e Trump.

Atlante delle crisi mondiali

Il suo ultimo libro, Atlante delle crisi mondiali è l’opera riassuntiva e più ampia di tutto il suo lavoro. Il suo scopo è quello di spiegare attraverso la storia i rapporti fra le Nazioni in un’epoca di disordine e di cambiamenti profondi nell’identità dei popoli. Un’opera ambiziosa dove la Storia diventa un mezzo per comprendere in modo profondo e preciso il senso del disordine internazionale in cui ci troviamo adesso.

Kissinger e l’autore

Il saggio di Sergio Romano richiama e ricorda l’opera di un altro grande della politica internazionale, Henry Kissinger che con il suo “Ordine mondiale” pubblicato nel 2014 raccontava con radici storiche robuste e dettagliate la situazione internazionale e i suoi prossimi cambiamenti. Il lavoro di Romano ci permette di guardare da un altro punto di vista dettagli che sembrano insignificanti ma che invece sono decisivi per comprendere i rapporti di forza fra le nazioni, le contraddizioni politiche dei protagonisti, e la dinamica dei poteri in contrasto in tutto il pianeta.

Kissinger però osserva il mondo dal piedistallo americano mentre Romano è molto critico con gli USA di cui conosce benissimo la politica estera e a cui non risparmia anche critiche feroci. Kissinger invece apprezza l’apertura verso la Cina che però i fatti degli ultimi mesi con l’apparente guerra commerciale voluta da Trump e attuata con l’innalzamento dei dazi, sembrano smentire. Mentre Romano non apprezza nulla della politica estera americana, anzi ne stigmatizza gli errori, non citando gli accordi con la Corea del Nord che invece sono successivi alla pubblicazione del libro.

Le esperienze e le riflessioni

L’analisi comunque che ne viene fuori è piena di fascino e ha il pregio di contenere moltissime informazioni utili anche per ulteriori approfondimenti. Lo svolgimento del libro porta ad approfondire il Medio Oriente che si trova in un caos infinito; l’Asia sempre più trascinata nel cono d’ombra della Cina; la situazione delle Americhe, soprattutto l’America del Sud in un continuo squilibrio politico; la situazione europea, con il suo antico amore, la Russia. In questa nazione Sergio Romano è stato ambasciatore italiano dal 1985 al 1989.

L’autore cita molti aneddoti ma non lo fa seguendo un suo piacere personale o per il puro divertimento di raccontare. Anzi, riporta fatti a cui ha assistito personalmente come il crollo dell’URSS quando era ambasciatore a Mosca. Oppure racconta il suo viaggio a Gerusalemme e a Hebron, allo scopo di ricordare il massacro avvenuto il 25 febbraio del 1994; allora un fondamentalista americano, Baruch Goldstein, per vendicare una strage del 1929, uccise 29 arabi e ne ferì 125.

Il massacro avvenne nella moschea della Tomba dei patriarchi e dimostrò, secondo Romano che:

niente è tanto difficile quanto la spartizione dell’eredità fra due popoli che sono per molti aspetti religiosamente vicini.

Le minacce nucleari

Stesso discorso vale per la Corea del Nord. Romano sostiene – ma come ho detto il libro è uscito prima degli accordi di pace firmati il 12 giugno 2018 a Singapore –  che Kim Jong-un sia stato indotto a dotarsi dell’arma nucleare per evitare di essere conquistato dagli americani che lo avevano inserito nella lista degli stati canaglia, dopo l’11 settembre del 2001.

La stessa strategia viene utilizzata contro l’Iran; tale nazione proprio a causa di un contrasto aperto con gli Stati Uniti e i suoi alleati, sta cercando di dotarsi di un’arma nucleare. Ci sono punti di vista su cui si può dissentire, come il suo ottimismo nei confronti di un’Europa federale, proprio a causa delle circostanze attuali. Tuttavia il modo di ragionare di Romano e il suo stile narrativo valgono bene il prezzo del libro.

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Trump e la fine dell’American dream, libro di Sergio Romano https://cultura.biografieonline.it/trump-fine-american-dream/ https://cultura.biografieonline.it/trump-fine-american-dream/#comments Wed, 13 Dec 2017 18:55:48 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=23746 Quando nel 2016 Donald Trump è diventato presidente degli Stati Uniti d’America (vincendo le elezioni americane contro Hillary Clinton), molti commentatori hanno considerato la sua elezione pericolosa. Altri invece hanno immaginato che il neo presidente, dopo una campagna elettorale ridicola, dove venivano stigmatizzati tutti gli aspetti negativi della società americana – il suo egoismo, il razzismo, il capitalismo sfrenato, una politica estera chiusa intorno ai propri interessi – Trump avrebbe dovuto seguire i consigli del suo staff. Cioè quelli piegarsi alla saggezza del Congresso e limitarsi ad esprimere la sua politica all’interno di un preciso contesto di garanzie istituzionali e democratiche.

Trump - libro - Sergio Romano
Trump e la fine dell’American dream, Longanesi (2017): il libro di Sergio Romano.

La campagna elettorale di Trump

In realtà la sventatezza del presidente e una certa incapacità del suo staff hanno invece portato la sua presidenza sull’orlo dell’impeachment. Mentre scrivo, il suo ex consigliere per la sicurezza, Michael Flynn, ha dichiarato di aver mentito all’FBI sui suoi contatti con i russi durante la campagna elettorale. Inoltre sembra che abbia intenzione di collaborare con il procuratore Robert Mueller, che sta svolgendo l’inchiesta sul Russiagate, sulle presunte responsabilità di Trump e della sua famiglia sulle sempre presunte ingerenze dei russi nella campagna elettorale.

Se venisse dimostrato che Donald Trump ha ricevuto notizie compromettenti contro Hillary Clinton dai russi e le ha utilizzate  durante la campagna, verrebbe accusato di tradimento. Questo implicherebbe un procedimento contro il presidente. Anche se non è mai avvenuto nella storia degli Stati Uniti che un presidente venga processato durante il suo mandato.

Gli scandali dei presidenti americani

Successe con Richard Nixon che a causa delle accuse per il Watergate (venne accusato di aver spiato i democratici durante la campagna elettorale), stava per essere incriminato. Ma Nixon si dimise, proprio per evitare un impeachment dall’esito certo. E anche con Bill Clinton ci si avvicinò ad un procedimento per falsa testimonianza, sul caso Lewinsky, che però fu bloccato dall’intervento della Camera.

Ma se anche in questo caso – quello di Trump – non dovesse essere approvato, il rischio che il governo non finisca il primo mandato è concreto.

Il libro: Trump e la fine dell’American dream

Nel suo libro, Trump e la fine dell’American dream edito da Longanesi, ripercorre i mesi dell’ultima campagna elettorale americana e le decisioni prese da Trump durante il primo anno del suo mandato. Emergono due aspetti.

  1. Il primo riguarda l’America che lo ha votato e che si sta scontrando con l’America che lo vorrebbe vedere fuori dai giochi.
  2. Il secondo aspetto riguarda la genesi delle sue decisioni.

Sembra, infatti, che Trump voglia presentarsi come l’anti Obama. Ogni decisione che prende va contro ciò che il suo predecessore aveva deciso o caldeggiato. Dalla riforma sanitaria, al rispetto per l’autodeterminazione delle proprie scelte sessuali, al clima e alla politica internazionale.

Obama ha fatto diversi errori durante gli otto anni della sua presidenza, osserva lo storico e scrittore Sergio Romano, soprattutto nella politica estera. La sua decisione di intervenire in modo blando in Siria per poi lasciare campo libero alla Russia ha generato diversi problemi, fra cui un vuoto in un’area delicata. Così come quando ha appoggiato i Fratelli Mussulmani in modo troppo affettato per poi rendersi conto che Egitto e Libia sono diventati una polveriera pericolosa.

Donald Trump
Donald Trump

Donald Trump però sembra aver scelto una strada ancora più ardita. Si muove solo dove gli interessi degli USA vengono messi in pericolo, seguendo l’idea espressa in campagna elettorale. E cioè “America first”. Così anche per i diritti delle minoranze, Trump ha bloccato i procedimenti per l’accettazione dei transgender negli uffici e nelle cariche pubbliche. Cosa che invece Obama aveva caldeggiato con convinzione.

Chi crede ancora nella politica del presidente?

Secondo Sergio Romano, benché alcune decisioni siano state osteggiate anche da una parte del suo elettorato, Trump ha ancora un forte seguito. E ce l”ha proprio perché comunica con una parte dell’America che ha subìto con maggiore intensità negativa l’impatto della globalizzazione. E che ha vissuto come un trauma, cambiamenti come i diritti alle coppie gay.

Sergio Romano
Lo scrittore Sergio Romano ha scritto un libro anche su Putin

L’atteggiamento di Trump, che oscilla fra proclami assurdi, decisioni pericolose e attacchi pesanti verso gli avversari, sembra che gli consenta di mantenere in piedi, ancora per molto, un programma di governo spostato totalmente sul proibizionismo, l’isolazionismo e il conservatorismo.

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