separazioni Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Sat, 02 May 2020 20:20:13 +0000 it-IT hourly 1 Differenza tra separazione e divorzio https://cultura.biografieonline.it/separazione-divorzio-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/separazione-divorzio-differenze/#respond Mon, 28 Apr 2014 13:42:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10647 Oggigiorno si parla spesso di coppie che si separano e che divorziano. Dai recenti dati statistici infatti, ben tre famiglie su dieci si sfasciano. Il problema è molto più complesso del previsto. Molto spesso si fa confusione sui due termini: divorzio e separazione.

Divorzio e separazione
Divorzio e separazione

La “separazione” è solo una situazione considerata transitoria, l’iter dura per ben tre anni a detta di legge e, finché si è solo separati, si è ancora di fatto e di diritto coniugi. La separazione non sospende il matrimonio tra i due coniugi ma solo gli effetti, nell’attesa o di una riconciliazione o di un’eventuale provvedimento di divorzio.

Esistono diverse tipologie di separazioni: quella di fatto, che prevede l’allontanamento spontaneo di uno dei coniugi per volontà unilaterale, o per accordo, ma senza l’intervento di un Giudice, o quella legale (consensuale o giudiziale) che rappresenta una delle condizioni (la più frequente) per poter procedere poi al divorzio.

Durante il periodo della separazione, i coniugi sono ancora a tutti gli effetti marito e moglie e non perdono gli effetti civili. Inoltre si può ritornare sui propri passi qualora i due coniugi cambiassero idea.

Separazione e divorzio

Diverso è invece il “divorzio”. Introdotto e disciplinato dalla legge 1.12.1970 n. 898, prevede lo scioglimento del rapporto matrimoniale e la cessazione degli effetti civili (nel caso si tratti di un matrimonio concordatario che era stato celebrato con rito cattolico o di altra religione riconosciuta dalla Stato italiano).

Decadono completamente gli effetti del matrimonio, che riguardano la sfera personale della persona (uso del cognome del marito, presunzione di concepimento, ecc.), sia quella patrimoniale.

Solo dopo la sentenza di divorzio, si può procedere eventualmente a seconde nozze. Il divorzio può essere chiesto immediatamente da uno dei coniugi (o da entrambi in caso di ricorso congiunto), se uno dei due risulta, per esempio, condannato per una serie di reati anche qualora il coniuge sia poi stato assolto dall’aver commesso i reati e se la convivenza tra i due coniugi risulta insostenibile; tra gli altri casi: se il rapporto matrimoniale non è stato consumato, in caso di eventuale cambio di sesso, (sentenza di ratificazione di attribuzione di sesso a norma della legge 14 aprile 1982 n. 164) e se il coniuge è straniero ed ha già ottenuto l’annullamento del rapporto matrimoniale all’estero.

Un matrimonio felice può esistere solo fra un marito sordo e una moglie cieca. (Anton Cechov)
Un matrimonio felice può esistere solo fra un marito sordo e una moglie cieca. (Anton Cechov)
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L’introduzione del divorzio in Italia: dal 1970 ad oggi https://cultura.biografieonline.it/introduzione-del-divorzio-in-italia/ https://cultura.biografieonline.it/introduzione-del-divorzio-in-italia/#comments Tue, 01 May 2012 20:41:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=1753 L’Italia conquista la Legge sul Divorzio, il giorno 1 dicembre 1970. Proprio in questa data, infatti, l’ordinamento giuridico italiano ha introdotto la Legge Fortuna-Baslini, ovvero la n. 898 – “Disciplina dei casi di scioglimento del matrimonio”, elaborata da Loris Fortuna e da Antonio Baslini. La strada per giungere a questo risultato è stata davvero molto lunga e ancora oggi la Legge sul Divorzio è oggetto di critiche e soprattutto di riforme.

Divorzio
La Legge sul Divorzio entrò in vigore il 1° dicembre 1970

Il divorzio arrivò in Italia agli inizi del 1800 con il Codice di Napoleone, che consentiva di sciogliere i matrimoni civili. La Legge, poco sfruttata all’epoca, era davvero molto complicata nell’applicazione: i coniugi per separarsi avevano necessità dell’approvazione dei genitori e dei nonni. Ci volle circa un secolo perché in Italia rimettesse mano a questa norma.

Nel 1902 il Governo di Giuseppe Zanardelli elaborò una direttiva che prevedeva il divorzio solo in caso di adulterio, di lesioni al coniuge, ma anche di condanne gravi. Purtroppo non venne approvata e non si parlò più di questo tema per più di trent’anni. La Prima Guerra Mondiale congelò, infatti, tutte le battaglie sociali. La situazione non migliorò di certo con Mussolini che si dichiarò contrario e sottoscrisse i Patti Lateranensi.

L’Italia rimase molti anni senza una legislazione in materia.  Fu necessario attendere fino alla seconda metà degli anni Sessanta per vedere le prime mobilitazioni sociali. Nel 1965 il deputato socialista Loris Fortuna presentò alla Camera un progetto di Legge per il Divorzio e iniziarono anche le prime manifestazioni di piazza del Partito Radicale, accanto alla Lega italiana per l’istituzione del divorzio (LID).  Il 1° dicembre 1970 i Radicali, il Partito socialista Italiano, il Partito Comunista Italiano e il Partito Liberale Italiano approvarono la Legge. Fu ovviamente contraria la Democrazia Cristiana.

Fu un grande risultato e forse segnò l’inizio di una trasformazione sociale del Paese, ma ovviamente la strada da percorrere rimaneva ancora lunga, perché l’Italia cattolica, quella antidivorzista, non si volle rassegnare; chiese il referendum, affinché fossero direttamente i cittadini ad esprimere le loro volontà. Ci vollero più di tre anni per andare a votare, ma dopo aver depositato alla Corte di Cassazione, 1 milione e 300 mila firme, il 12 maggio 1974 l’Italia si recò alle urne per votare per il Referendum sul Divorzio: si doveva decidere se abrogare o meno la Legge Fortuna-Baslini. Al Referendum partecipò l’87,7 percento degli italiani aventi diritto di voto.

La Legge, grazie a quasi il 60 percento dei no, resta in vigore.

Il divorzio prevede lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio quando i coniugi dimostrano di non avere più alcun motivo, spirituale e materiale, per continuare a condividere la propria vita. Lo scioglimento è previsto per il matrimonio civile, si parla di cessazione degli effetti civili del matrimonio per quello concordatario (o religioso). Prima di giungere al divorzio, i coniugi devono registrare la loro separazione legale durante cui dimostrano di non coabitare. La Legge sul Divorzio del 1970 è stata modificata dalle leggi 436/1978 e 74/1987, quest’ultima ha ridotto il periodo di separazione da 5 a 3 anni.

Ma la Legge sul Divorzio ha incentivato le separazioni?

Non si può dire che la legge sia la causa, soprattutto perché i primi 20 anni dall’entrata in vigore, in realtà, non ci furono grandi numeri o si verificò una corsa al divorzio. L’impennata di coppie che decide di dirsi addio arriva solo intorno al 1995: è quindi un cambio sociale quello che si manifesta. Negli ultimi 16 anni le separazioni sono aumentate del 65 percento e i divorzi sono più che raddoppiati, di pari passo si è verificato anche un calo dei matrimoni e un aumento delle unioni civili (le semplici convivenze) a dimostrazione che quella che si sta verificando è una rivoluzione della famiglia tradizionale.

Per capire il trend, secondo gli ultimi dati Istat, nel 1995 ogni 1.000 matrimoni, c’erano 158 separazioni e 80 divorzi, nel 2009 297 separazioni e 181 divorzi. In media i matrimoni durano circa 18 anni e il divorzio avviene intorno ai 45 anni.

La Legge, ancora troppo lunga e polverosa, è stata rivista, dopo anni di discussione, nel mese di febbraio 2012.  La Commissione Giustizia della Camera ha detto il primo sì al testo sul divorzio breve (Ddl “Disposizioni in materia di separazione giudiziale tra i coniugi”), che infrange il limite di tre anni di separazione per la proposizione dell’istanza di divorzio: i coniugi dovranno attendere un anno o massimo due, se la coppia ha figli minorenni. Inoltre, prevede che la comunione tra marito e moglie si sciolga nel momento stesso in cui il magistrato autorizzi la coppia a vivere separata. Tutto ciò sarà possibile se il testo sarà approvato dalla Camera (atteso in esame a maggio 2012) e dal Senato.

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