sangue Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 06 Dec 2021 09:50:22 +0000 it-IT hourly 1 Palo del barbiere e salasso: cosa hanno a che fare tra loro? https://cultura.biografieonline.it/salasso-palo-barbiere/ https://cultura.biografieonline.it/salasso-palo-barbiere/#comments Sun, 25 Aug 2019 19:53:38 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26974 Il palo del barbiere è un’insegna simbolica con un significato curioso che ha a che fare con il salasso. Si tratta di un oggetto poco comune in Italia oggi. E’ invece più facile incontrarlo nei paesi di lingua anglosassone (USA, Regno Unito o ex colonie). Il palo del barbiere ha origini molto antiche. Lo si poteva trovare anche in epoca medievale. Questo palo si compone di un’asta con un pomo di bronzo all’estremità; ha una lunghezza variabile; ma ciò che lo contraddistingue esteticamente sono le strisce colorate disposte a spirale.

Palo del barbiere
Palo del barbiere: la combinazione di colori si trova nelle versioni bianco-rosso, oppure bianco-rosso-blu (più diffusa negli Stati Uniti) 

Il palo del barbiere e il salasso

Questo tipo di insegna, il palo del barbiere appunto, ha curiosamente a che fare con la pratica del salasso. Non starò a girarci intorno come farebbero Salvatore Aranzulla o Agatha Christie – rivelando la soluzione solo alla fine della lettura; darò invece immediatamente la spiegazione.

Nel Medioevo i barbieri, oltre a praticare il loro canonico mestiere, nelle loro botteghe praticavano il salasso! Tra poco spiegherò il perché.

Il palo aveva simbolicamente la funzione pubblicitaria di comunicare al pubblico: “qui si pratica il salasso”.

Cos’è il salasso

Il salasso è il nome di una pratica medica che consiste nel prelevare grosse quantità di sangue da un paziente con l’obiettivo di ridurre l’apporto di sangue nelle arterie. Si credeva che la malattia sparisse con la conseguente rigenerazione del sangue.

In epoche passate, quando non si conoscevano soluzioni mediche per l’ipertensione, il salasso poteva portare sì effetti benefici (riducendo il volume del sangue, si riduceva temporaneamente la pressione). Tale pratica comportava tuttavia rischi importanti per la salute. Si poteva (e si può) anche morire in seguito a un salasso.

Il salasso veniva praticato nell’antica Mesopotamia, nell’antica Grecia, da Maya e Aztechi, e nell’Antico Egitto. In generale – per l’uso diffuso in ambito medico che si faceva del salasso fino al secolo XIX – esso ha sempre avuto un’efficacia non dimostrata.

Una curiosità

Nella semi-leggenda che riguarda la vita del personaggio di Robin Hood (contenuta nel Percy Folio del XVII secolo), si narra che lo stesso Robin sia morto a causa di un salasso mal praticato.

Il salasso praticato dai barbieri

Torniamo alla professione del barbiere.

Perché ai professionisti del taglio di capelli e barba fu affidato il compito di eseguire una pratica medica?

Le pratiche mediche – in tempi antichi – venivano spesso operate da figure religiose. Persone a cui era data l’opportunità di studiare. Così era anche intorno all’anno 1000, in pieno Medioevo.

Lo scenario cambiò profondamente fra il 1123 e il 1215; sono le date rispettive del 1° e 4° Concilio Lateranense. In questo secolo ai sacerdoti cattolici e ai diaconi venne proibito di praticare la medicina a discapito della loro funzione ecclesiastica.

Prima che operassero i salassi, ai barbieri erano già affidate piccole operazioni (considerate di routine) come ad esempio la rimozione di pidocchi, pulci e zecche; ma anche l’estrazione di denti o l’incisione di ascessi. Talvolta anche la ricomposizione delle fratture. Dobbiamo immaginare che l’ambiente allora fosse un ricettacolo di batteri: d’altra parte l’importanza dell’igiene non era una cultura diffusa.

Salasso antico
Un salasso praticato da un barbiere: illustrazione del secolo XIII

Con il passare del tempo, delle varie attività mediche affidate al barbiere, il salasso divenne quella più importante e diffusa. Si trattava di un servizio vero e proprio, operato quotidianamente. Ecco allora che per pubblicizzarlo nacque il palo del barbiere.

I medici chirurghi di allora ritenevano il salasso una pratica minore, ben al di sotto del loro status; così per alleggerire i loro oneri, spedivano dai barbieri quei pazienti che ritenevano curabili con un semplice prelievo di sangue.

Una cosa un po’ schifosa

Ai tempi della Londra medievale, ogni barbiere esponeva fuori dalla sua bottega dei boccali pieni zeppi del sangue dei clienti. Era il loro modo di attirare l’attenzione del pubblico.

Venne emanata una legge nell’anno 1307 che ordinava quanto segue:

[…] nessun barbiere sarà così temerario o ardito da mettere sangue nelle finestre.

Oltre ad essere poco gradevole alla vista dei più sensibili, tale legge pose fine a una pratica poco igienica che poteva facilmente essere veicolo di trasmissione di malattie.

{ Permettetemi una battuta: esso fu probabilmente il primo esempio di marketing virale della storia! }

La stessa legge impose ai barbieri di disfarsi del sangue prelevato, portando i contenitori fino al Tamigi, dentro al quale sarebbero stati lanciati.

La nascita del palo colorato

L’associazione dei barbieri cercò allora un simbolo meno cruento per comunicare il proprio diffuso servizio. Fu così che si iniziò ad usare il palo a strisce.

Palo, pomo e strisce: il significato dei simboli

Il palo richiamava simbolicamente l’asta che veniva data al paziente perché la stringesse durante il salasso; stringendo l’asta con la mano il braccio rimaneva ben teso orizzontalmente, e le vene risultavano ben visibili come conseguenza dello sforzo.

Il pomo in bronzo del palo indicatore richiamava invece la forma del vaso in cui il sangue del paziente veniva raccolto.

Barber Pole Palo del barbiere pomo di bronzo
Il tipico pomo di bronzo del palo del barbiere

Le strisce rosse avvolte a spirale riprendevano esteticamente l’abitudine di avvolgere le garze insanguinate intorno al palo; dopo l’utilizzo durante il salasso venivano fatte asciugare al sole in quel modo.

Salassate

Nel linguaggio comune si usa il termine salassata indicando un esborso consistente di soldi. Si usa ad esempio per indicare il conto salato di un ristorante; oppure una cifra alta di tasse pagate; o una bolletta molto cara relativa alle utenze di gas o luce. E così via.

La declinazione in ambito economico del salasso porta facilmente a visualizzare come il prelievo di sangue sia trasposto metaforicamente in quello di denaro.

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A cosa servono le piastrine? https://cultura.biografieonline.it/piastrine-sangue-a-cosa-servono/ https://cultura.biografieonline.it/piastrine-sangue-a-cosa-servono/#comments Fri, 31 May 2013 11:10:58 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=7351 Le piastrine sono fondamentali per la coagulazione del sangue. Esse sono delle cellule del sangue di forma rotondeggiante e senza nucleo, che derivano dalla frammentazione dei megarociti, cellule giganti presenti nel midollo osseo.

A cosa servono le piastrine?
Piastrine

Il nostro sangue è l’elemento fondamentale costituente il corpo umano. Si tratta di un tessuto presente in tutte le parti dell’organismo che viene fabbricato dal midollo osseo. Esso è formato da diversi tipi di cellule: i globuli rossi che trasportano ossigeno e anidride carbonica; i globuli bianchi o leucociti, che hanno il compito di difendere l’organismo da attacchi esterni di batteri o interni e che si distinguono in neutrofili, eosinofili, basofili, monociti e linfociti; le piastrine o trombociti.

Esse sono costituite da una parte centrale chiamata cromometro e da una parte più pallida laterale detta ialomero. Una volta prodotte dal midollo osseo, partono da esso ma circa 1/3 di esse viene intrappolato dalla milza, organo linfoide situato nella cavità addominale sinistra che ha funzione di filtraggio e controllo delle infezioni, e distrutto.

I restanti 2/3 di piastrine prodotte rimangono nel sangue dai 7 ai 10 giorni ed utilizzato in caso di evenienza. Mediamente il numero delle piastrine ogni microlitro di sangue è compreso tra le 150000 e 450000 ma varia in base al sesso e all’età di ciascuno.

Le piastrine hanno fondamentale importanza nel processo di emostasi, ossia coagulazione sanguigna. Quando abbiamo un trauma e perdiamo sangue esse si addensano tra loro e fissano le une alle altre per riparare il danno che coinvolge il vaso sanguigno. Rallentano il flusso sanguigno impedendo così perdite di sangue.

Dopo aver terminato il lavoro esse si dissolvono e liberano sostanze necessarie alla coagulazione come la serotonina. Sono quindi nostre alleate per risolvere le piccole e grandi ferite di tutti i giorni.

Esistono molte patologie che riguardano le piastrine. Ricordiamo il caso della piastrinopenia, quando abbiamo meno di 150000 piastrine in circolo ogni mmc, causata o da un mal funzionamento del midollo osseo oppure da un ingrandimento della milza che provoca un aumento della distruzione di esse. È importante valutare lo striscio periferico per capire l’origine della malattia. Lo stesso accade per il caso opposto, ovvero l’aumento della concentrazione delle piastrine, anche per cause virali ma è bene rivolgersi agli specialisti ematologi.

Per prevenire problemi è consigliabile assumere le giuste dosi di vitamine B e K che aiutano la formazione delle piastrine e sottoporsi a controlli periodici delle analisi del sangue.

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San Gennaro https://cultura.biografieonline.it/san-gennaro/ https://cultura.biografieonline.it/san-gennaro/#comments Tue, 12 Mar 2013 16:13:20 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6568 Celebrato il 19 settembre, San Gennaro è il protettore degli orafi (visto il busto reliquiario a lui dedicato, esempio eccellente dell’arte orafa francese) e dei donatori di sangue (a causa della leggenda riguardante lo scioglimento del suo sangue), oltre che patrono delle città di Napoli, Pozzuoli (provincia di Napoli), Notaresco (provincia di Teramo) e Folignano (provincia di Ascoli Piceno).

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Vita di San Gennaro

San Gennaro nasce nel 272 a Benevento, città in cui diventerà vescovo. Vari sono gli eventi miracolosi che contraddistinguono la sua esistenza: un giorno, diretto a Nola per incontrare Timoteo, perfido giudice, viene sorpreso a fare proselitismo. Incarcerato e torturato, resiste alle torture e viene per questo buttato all’interno di una fornace a fuoco.

Anche in questo caso, però, egli rimane illeso, ed esce dalla fornace ancora con le vesti intatte, mentre le fiamme prendono piede e investono i pagani giunti ad assistere al supplizio. In seguito, Timoteo si ammala e viene guarito da Gennaro. A portare alla consacrazione del santo è un episodio verificatosi nei primi anni del IV secolo, mentre va in scena la persecuzione nei confronti dei cristiani voluta dall’imperatore Diocleziano.

A quel tempo già vescovo di Benevento, Gennaro si reca a Pozzuoli, in visita ai fedeli, insieme con il diacono Festo e il lettore Desiderio. Accade, però, che venga arrestato per ordine del governatore della Campania Dragonzio il diacono di Miseno Sossio, che si stava dirigendo a sua volta verso la visita pastorale. Con Desiderio e Festo, Gennaro va a far visita al prigioniero, ma dopo aver fatto professione di fede cristiana e aver intercesso per la liberazione dell’amico, viene arrestato e condannato da Dragonzio: dovrà essere sbranato nell’anfiteatro di Pozzuoli dai leoni.

Il giorno dopo, però, il supplizio viene sospeso a causa dell’assenza del governatore (un’altra versione dei fatti, tuttavia, parla di un miracolo: le bestie, dopo una benedizione di Gennaro, si sarebbero inginocchiate davanti ai condannati, facendo sì che il supplizio mutasse). Dragonzio, in ogni caso, ordina la decapitazione di Gennaro e dei suoi compagni.

Questi vengono quindi condotti vicino al Forum Vulcani, e subiscono il taglio della testa nell’anno 305. Mentre si avviano in direzione del luogo in cui avverrà l’esecuzione, vicino alla Solfatara, Gennaro viene avvicinato da un mendicante che gli chiede un pezzo del suo abito, in modo che possa tenerlo come reliquia: il vescovo gli risponde che potrà prendere, dopo l’esecuzione, il fazzoletto con il quale verrà bendato. Nel momento in cui il carnefice si appresta ad assestare il corpo, Gennaro avvicina un dito al fazzoletto per sistemarlo attorno alla gola: quando la scure cala, recide anche il dito.

Il sangue di San Gennaro

La tradizione vuole che dopo la decapitazione, il sangue di Gennaro sia stato conservato, come abitudine in quell’epoca, dopo essere stato raccolto da Eusebia, una pia donna che lo racchiuse in due ampolle, da allora diventate un attributo caratteristico dell’iconografia di San Gennaro.

San Gennaro
Iconografia di San Gennaro

Le due ampolle oggi si trovano nella Cappella del Tesoro di San Gennaro, dietro l’altare, dentro una teca rotonda di piccole dimensioni: una delle due si presenta quasi completamente vuota, in quanto il suo contenuto fu in parte rubato da Carlo III di Borbone, che ai tempi della sua monarchia lo portò in Spagna con sé. Il miracolo dello scioglimento del sangue si verifica tre volte all’anno, a maggio, settembre e dicembre.

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