San Matteo Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 12 Mar 2021 20:25:13 +0000 it-IT hourly 1 San Matteo e l’angelo (opera di Caravaggio) https://cultura.biografieonline.it/san-matteo-e-langelo/ https://cultura.biografieonline.it/san-matteo-e-langelo/#comments Tue, 05 Jul 2016 20:24:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=19093 San Matteo e l’angelo” è una delle tre opere che compongono il ciclo pittorico destinato alla cappella Contarelli, ubicata all’interno della chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma, e commissionata al Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) dagli eredi del cardinale Mathieu Cointrel (italianizzato in Matteo Contarelli).

San Matteo e l'angelo - il dettaglio dell'Angelo
San Matteo e l’angelo – il dettaglio dell’Angelo

San Matteo e l’angelo: analisi

La tela è di notevoli dimensioni (292 cm x 186 cm), anche se più piccola, sia in larghezza sia in altezza, rispetto alle altre due opere (La vocazione di San Matteo ed il Martirio di San Matteo) che l’artista realizzò per portare a compimento il suo primo incarico pubblico ricevuto a Roma.

In un primo momento, l’allestimento dell’altare maggiore della cappella era stato affidato al fiammingo Jacob Cornelisz Cobaert. Questi, per l’occasione, aveva realizzato un gruppo scultoreo avente come tema appunto San Matteo e l’angelo. Accadde però che Francesco Contarelli, nipote del defunto cardinale, rifiutò l’opera dello scultore, ritenendola inadeguata. Così anche questo incarico venne conferito al Caravaggio, che aveva già terminato i due dipinti laterali.

San Matteo e l'angelo - Caravaggio
San Matteo e l’angelo (opera di Caravaggio del 1602)

Due versioni

Il pittore realizzò due versioni di San Matteo e l’angelo; nella prima, San Matteo ha le sembianze di un uomo rozzo e inconsapevole che, stupito, si lascia guidare la mano da un angelo paziente il quale, rimanendogli accanto, in piedi, lo aiuta a scrivere il suo vangelo.

Secondo alcuni studiosi, la tela fu contestata e quindi rimossa dall’altare maggiore subito dopo la sua collocazione. Essa fu ritenuta volgare a causa dell’aspetto grossolano che l’artista aveva imposto al santo. Altri invece, sostengono che lo stesso Caravaggio, resosi conto del sottodimensionamento del dipinto rispetto al vano a cui era destinato, e del contrasto della composizione rispetto alle regole di centralità dettate dalla Controriforma in merito alla rappresentazione dei martiri-eroi, avesse deciso di proporre un’alternativa.

San Matteo e l'angelo - ciclo pittorico cappella Contarelli - Caravaggio
San Matteo e l’angelo è collocato nella cappella Contarelli (al centro) assieme a “La vocazione di San Matteo” (a sinistra) ed il “Martirio di San Matteo” (a destra)

Il dipinto trovò subito un acquirente nella persona del marchese Vincenzo Giustiniani e successivamente, nel 1815, venne liquidato, assieme ad altre opere e per ragioni economiche, dagli eredi di quest’ultimo a favore del re di Prussia.

Purtroppo però, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, tra il 5 e il 10 maggio 1945, l’opera (così come altre tele del Caravaggio) andò distrutta durante l’incendio della Flakturm Friedrichshain di Berlino. Quella ancora oggi esposta sull’altare centrale della cappella, è la seconda versione del dipinto proposta dal Caravaggio, lì collocata dal 1603.

Descrizione del quadro

Sullo sfondo scuro si stagliano le due figure protagoniste. Il colore acceso delle vesti di Matteo e il bianco lenzuolo caratterizzato da sinuosi vortici che avvolgono l’angelo calato dall’alto, conferiscono movimento alla scena.

San Matteo e l'angelo - quadro - dettaglio - San Matteo
Nel dettaglio: San Matteo

In questa versione, San Matteo ha un aspetto diverso, più distinto. Anche se, secondo la tradizione, è un ignorante ed un non così fervido credente; risulta sorpreso ma non inconsapevole, perché è ispirato ma non guidato.

San Matteo ha un’aureola accennata, è a piedi nudi. Ha la gamba sinistra sopra uno sgabello traballante, poiché è intento a scrivere.
L’angelo lo sorprende con il suo arrivo, tanto da fargli perdere l’equilibrio mentre si gira per guardarlo.

Il messaggero lo aiuta dettandogli le parole divine. Con la posa delle dita è chiaro che tiene la conta, nell’elencargli la genealogia di Cristo. Lo sguardo di Matteo è vivido, attento, devoto, rispettoso. E’ in attesa di cogliere il sacro verbo con la sua mano pronta che impugna una penna.

San Matteo e l'angelo - prima versione
San Matteo e l’angelo – prima versione

Commento

La prima versione era certamente permeata da maggiore realismo, palesemente ostentato; qui, invece, si percepiscono nettamente quei limiti imposti dalla Chiesa per quanto riguarda i canoni di rappresentazione del periodo. Ma, con maestria e per l’ennesima volta, il ribelle Caravaggio riesce a mostrarci l’essenza umana per quella che è. Ovvero tramite i tratti somatici di un Matteo, uomo del popolo, malcelato sotto una tunica.

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Martirio di San Matteo (Caravaggio) https://cultura.biografieonline.it/martirio-san-matteo/ https://cultura.biografieonline.it/martirio-san-matteo/#comments Fri, 05 Feb 2016 00:41:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16436 Il Martirio di San Matteo è un olio su tela realizzato dal Caravaggio intorno al 1599 – 1600, destinato ad essere collocato presso la chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma, all’interno della cappella Contarelli. E’ una delle tre tele del ciclo pittorico che comprende La vocazione di San Matteo e San Matteo e l’angelo; i dipinti erano stati commissionati all’artista dagli eredi del cardinale Mathieu Cointrel (ovvero Matteo Contarelli, italianizzato) con lo scopo di celebrare il suddetto prelato maggiore (le cui spoglie riposano all’interno dell’omonima cappella), tramite la realizzazione di tre opere ispirate alla vita terrena del santo di cui portava il nome.

Martirio di San Matteo - opera arte - Caravaggio - analisi
Martirio di San Matteo (Caravaggio, 1599-1600)

Si tratta di una tela di notevoli dimensioni (323 cm x 343 cm), che ancora oggi possiamo ammirare sul lato destro della cappella, guardando verso l’altare.

Il Martirio di San Matteo: analisi

L’episodio biblico, dal quale il Caravaggio trasse spunto, è riportato da Jacopo da Varagine (o da Varazze) all’interno della raccolta medievale di biografie, in lingua latina, basata su testimonianze riguardanti la vita dei santi ed intitolata “Legenda Aurea”.

Qui si narra che il re Irtaco, salito al trono di Etiopia dopo la morte del fratello Egippo, viene rifiutato in sposo da Ifigenia, figlia del defunto sovrano, la quale ha già promesso la propria verginità a Dio. Irtaco, nel tentativo di convincere la fanciulla, chiede l’intercessione di Matteo il quale, in tutta risposta, lo invita a presenziare alla messa che avrebbe celebrato il sabato successivo all’interno del tempio. Matteo, nel corso della sua predica, afferma pubblicamente che il voto di Ifigenia, promessa sposa di Dio, non può essere infranto, nella stessa misura in cui, secondo l’usanza del periodo, se un servo avesse avanzato pretese sulla moglie del proprio re, sarebbe stato bruciato vivo.

La scena del Caravaggio rappresenta la brutale uccisione di Matteo, minacciato dalla spada di un sicario incaricato dal re d’Etiopia, proprio mentre il santo è intento a celebrare messa all’interno di una chiesa; l’ambientazione è confermata dalla presenza anacronistica (considerato il periodo storico in cui si svolse l’evento biblico al quale l’artista fa riferimento) di un fonte battesimale, di un altare sul quale è presente una croce.

Le analisi radiografiche hanno svelato che Michelangelo Merisi (Caravaggio) operò numerosi mutamenti sulla composizione dell’immagine durante la fase di realizzazione; nella prima versione svelata dalle indagini di laboratorio infatti, le figure appaiono ben più piccole. La scelta di rimodulare dimensionalmente le figure, molto probabilmente fu dettata dall’esigenza di dare loro maggiore risalto, considerata l’importanza dell’incarico ricevuto e considerato il luogo in cui la tela, assieme alle altre due, sarebbe stata esposta.

Fin dall’inizio però, è evidente che il Caravaggio scelse di concentrarsi sul protagonista, rappresentato come indiscussa vittima di un efferato assassinio, manifestando così il suo determinato rifiuto nei confronti di quella interpretazione devozionale, abbracciata dal resto degli artisti suoi contemporanei, tipica di un’arte sacra che era solita proporre santi pronti ad accettare con assoluta serenità il proprio martirio.

San Matteo - Martirio - Caravaggio
Nell’opera di Caravaggio, San Matteo è rappresentato sdraiato: abbiamo ribaltato di 90° il dettaglio della sua figura, per sottolineare la posizione del corpo, che richiama quello di Gesù sulla croce.

Nel Martirio di San Matteo ci troviamo dinanzi all’ennesima istantanea del Caravaggio, dove al centro della scena vengono ritratti i due principali protagonisti, staccati da uno sfondo che rimane in penombra e capaci di emergere, in tutta la loro grandezza, con l’ausilio della luce divina e grazie ad un sapiente utilizzo di straordinarie sfumature di bianco. Il carnefice è immortalato nell’attimo prima di sferrare il colpo mortale su Matteo; con la mano destra tiene la spada e con la sinistra afferra il polso destro di Matteo che si trova disteso in terra a braccia aperte, come quelle del Cristo sulla croce.

Il sicario è nudo, un telo dai toni chiari gli ricopre unicamente le parti intime; Matteo, invece, indossa gli abiti sacerdotali, una tunica bianca, un pettorale scuro ed il cingolo in vita.

Martirio di San Matteo - dettaglio del quadro
Dettaglio del dipinto “Martirio di San Matteo” in cui si possono osservare: il sicario (al centro), l’angelo che gli porge la palma del martirio e, sulla sinistra, il viso dell’uomo rivolto verso la scena centrale: quest’ultimo è un autoritratto di Caravaggio.

La celebrazione di Matteo è rappresentata dall’angelo in alto a destra, collocato sopra una nuvola, che gli porge la palma del martirio, simbolo della vittoria dell’uomo che offre la vita a Dio. Si avverte un senso di terrore, si sente l’urlo del fanciullo sulla destra che fugge spaventato, si percepisce il panico tra i presenti che si ritraggono inorriditi. Poi, con sorpresa, guardando a sinistra sullo sfondo, ci accorgiamo che Caravaggio, dietro tutti, quasi nascosto, ha dipinto anche se stesso (è il primo autoritratto a far capolino in un’opera pubblica); un se stesso curioso, provocatore, col pizzetto, con gli occhi tristi e scuri, un cronista di situazioni e fatti senza spazio e senza tempo capace di raccontare, con assoluto realismo, tragiche e sante verità.

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La vocazione di San Matteo https://cultura.biografieonline.it/vocazione-san-matteo/ https://cultura.biografieonline.it/vocazione-san-matteo/#comments Tue, 02 Feb 2016 12:35:04 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=16412 La vocazione di San Matteo è un dipinto ad olio su tela di grandi dimensioni (322 cm x 340 cm) che il Caravaggio (Milano, 29 settembre 1571 – Porto Ercole, 18 luglio 1610) realizzò durante il suo soggiorno romano, intorno al 1599. L’opera fa parte di un ciclo pittorico costituito da tre grandi tele (le altre due sono “Il martirio di San Matteo” e “San Matteo e l’angelo“) avente come tema la vita di San Matteo.

Vocazione di San Matteo - Michelangelo Merisi da Caravaggio - 1599-1600
Vocazione di San Matteo (Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1599-1600)

Si tratta del primo incarico pubblico ricevuto a Roma dal pittore, grazie all’intercessione del cardinale Berlingero Gessi (responsabile a quel tempo della basilica di San Pietro) con la committenza, rappresentata dagli eredi del cardinale Mathieu Cointrel (italianizzato in Matteo Contarelli). Il ciclo pittorico era destinato a trovare collocazione presso la chiesa di San Luigi dei Francesi in Roma, all’interno della cappella Contarelli, così denominata poiché era stata acquistata nel 1565 dal defunto cardinale francese.

San Matteo e il Vangelo

Il dipinto, che ancora oggi trova posto sul lato sinistro, guardando verso l’altare, della suddetta cappella, è ispirato ad un brano del Vangelo (Matteo 9,9 – 13) in cui l’apostolo Matteo racconta la propria chiamata da parte di Gesù Cristo. Matteo, prima di incontrare il Redentore, era un pubblicano, ovvero un esattore dei tributi incaricato dall’Impero romano. Quella del pubblicano era una figura disprezzata dalla popolazione in quanto, chi ricopriva questa carica, curava gli interessi del dominatore, ed altresì traeva solitamente dei vantaggi personali grazie alla propria posizione. Matteo è dunque un peccatore, attaccato ai beni materiali, destinato alla misericordia del Signore sceso in terra non per chiamare i giusti, ma i peccatori.

La vocazione di San Matteo: analisi dell’opera

In Caravaggio, arte e vita si fondono e si confondono; egli è un rivoluzionario, è il pittore dei peccatori che cercano di passare dall’oscurità alla luce, è l’artista che sceglie di mostrare il sacro nelle vesti umane. Dipinge il vero, rappresenta la realtà, svela ciò che c’è, scegliendo tra i popolani i suoi modelli per rappresentare le figure sacre, rifiutando così la validità del disegno ideale e idealizzato, il manierismo e le facce dell’iconografia ufficiale.

Caravaggio catapulta Gesù Cristo, San Pietro, Matteo ed altri tre personaggi all’interno di un ambiente che somiglia tanto alle locande romane della sua epoca, facendo loro indossare persino gli abiti di foggia francese in voga in quel periodo (Gesù e San Pietro indossano invece una tunica e sono scalzi): è una delle prime volte in cui viene rappresentato un evento sacro totalmente decontestualizzato.

I sei protagonisti del dipinto, nel rappresentare tutte le fasce di età della vita (l’infanzia, l’adolescenza, l’età matura, la vecchiaia), simboleggiano l’intera umanità che, in qualsiasi momento, può ricevere la chiamata divina.

Caravaggio, come spesso accade nei suoi dipinti, ci propone un’istantanea: Gesù fa il suo ingresso improvviso nel locale, accompagnato da San Pietro, mentre Matteo, un giovane ed un vecchio con gli occhiali sono intenti a contare del denaro. Con un gesto della mano destra (che ricorda la mano di Adamo, protesa verso quella di Dio, affrescata da Michelangelo Buonarroti sulla volta della Cappella Sistina), Cristo indica Matteo che, a sua volta, con la mano destra sui soldi riscossi, dirige stupito il proprio indice sinistro verso se stesso, quasi come a far richiesta di un chiarimento, di una conferma, quasi come se dicesse :”Ma chi, io?”.

Vocazione di San Matteo - dettaglio
Vocazione di San Matteo: il dettaglio dei personaggi seduti alla tavola e delle dita che li indicano.

Pietro, che rappresenta la Chiesa, punta anch’egli l’indice della mano destra verso Matteo. Ogni personaggio presente sulla scena, colto di sorpresa dall’Amore divino, reagisce in maniera differente: c’è il giovane seduto su di una sedia, con la spada sul fianco, che entra in allerta (lo manifestano i polpacci tesi che ci fanno immaginare un suo repentino scatto per alzarsi a difesa del gruppo), c’è il bambino che rimane tranquillo mentre si interroga su quello che sta accadendo, ci sono il vecchio con gli occhiali e l’uomo seduto con il capo chino che continuano con indifferenza a contare i soldi.

Vocazione di San Matteo - dettaglio - polpacci tesi
Il dettaglio dei polpacci tesi

La luce, simbolo della Grazia divina, non proviene dalla finestra chiusa posta in alto sulla destra della tela (da notare il riquadro ligneo dell’infisso che forma una croce sulla superficie vetrata) ma da altrove, da una sorgente indefinita al di fuori dell’inquadratura. Il fascio si staglia e taglia la tela in modo direzionale da destra a sinistra e investe tutti, senza nessuna gerarchia, ma solo Matteo risponde alla chiamata; questa non è altro che l’espressione del libero arbitrio, della scelta che ogni individuo può compiere nell’accogliere o meno la salvezza.
Caravaggio, libero rivoluzionario, ha dipinto la libertà.

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San Matteo, scultura di Michelangelo https://cultura.biografieonline.it/san-matteo-michelangelo/ https://cultura.biografieonline.it/san-matteo-michelangelo/#comments Tue, 17 Dec 2013 10:52:20 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9015 Non ancora trentenne Michelangelo Buonarroti era già considerato uno dei massimi artisti di tutti i tempi. Quel periodo della sua vita è per l’artista un momento di lavoro intenso. Mentre scolpisce due rilievi marmorei tondi, ambedue rappresentanti la Madonna col Bambino e San Giovannino e quattro statue di santi per il Duomo di Siena, inizia per il duomo di Firenze il primo di dodici apostoli, San Matteo (1505, marmo, altezza metri 2,16, Firenze, Galleria dell’Accademia). Il complesso non è mai stato compiuto.

San Matteo - Michelangelo - dettaglio
San Matteo: dettaglio del volto della scultura

San Matteo stesso è incompiuto. Si tratta di un abbozzo, che reca in sé però tutti i caratteri michelangioleschi. È una statua, infatti, che ci permette di studiare la concezione originale del grande scultore. Il non finito michelangiolesco ha un significato preciso: il blocco sbozzato lascia solo intravedere l’immagine che l’artista viene liberando dalla materia, l’idea compiuta è irraggiungibile perché eterna. Il non finito toglie alla statua la perfezione del modello, il significato di ciò che, essendo compiuto, è immutabile.

San Matteo - Michelangelo
Michelangelo Buonarroti: San Matteo. Scultura e studio su carta

Tutto questo nel San Matteo è visibile con chiarezza: l’apostolo tenta di uscire dalla materia con fatica, con sofferenza, tenta di realizzare se stesso, di dar corpo alla propria vita di uomo, senza potervi arrivare. Questa statua ci aiuta anche a capire il processo creativo di Michelangelo e, come conseguenza, l’unicità del punto di vista frontale.

Michelangelo cavando la forma dal blocco di marmo, fa arretrare sempre più il piano anteriore della materia e rende visibili via via le parti più sporgenti, che sono anche le più compiute. Il piano dell’acqua corrisponde alla faccia anteriore del blocco: ambedue arretrano via via che se ne estrae l’immagine.

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San Matteo, biografia e vita https://cultura.biografieonline.it/san-matteo/ https://cultura.biografieonline.it/san-matteo/#comments Thu, 28 Feb 2013 13:33:15 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6475 Celebrato il 21 settembre, San Matteo è patrono di numerose località italiane, tra cui Perrillo, Cannara, Asiago, Riese Pio X, Orignano Raggiolo, Salerno, Savigno, Borghetto Santo Spirito, Chiaramonti, Laigueglia, Molinella, Mirano, Nichelino, Montenero di Bisaccia e Poggiofiorito.

San Matteo
San Matteo apostolo raffigurato in una celebre opera di Caravaggio: “San Matteo e l’angelo” (1602)

Inoltre, vista l’attività che svolgeva prima dell’incontro con Gesù e della conversione, è ritenuto il protettore della guardia di finanza, dei commercialisti, dei bancari, dei contabili, dei banchieri, degli esattori, dei doganieri, dei ragionieri e dei cambiavalute.

Nato negli ultimi anni del I secolo avanti Cristo a Cafarnao, in Galilea, San Matteo, chiamato anche Levi, in quanto pubblicano appartiene alla categoria degli esattori delle tasse, una tra le più odiate da parte del popolo ebraico: in quel tempo, infatti, agli esattori spetta pagare le tasse del popolo all’erario romano in anticipo, così che poi essi, nella maggior parte dei casi, si rifanno direttamente sulla gente, tartassandola. Insomma, oltre che essere additati come collaborazionisti, visto che finanziano gli occupanti romani, cioè un popolo oppressore, gli esattori si rivelano anche usurai.

San Matteo - Michelangelo - dettaglio
San Matteo (scultura di Michelangelo) – dettaglio del volto

I pubblicani, inoltre, sono indicati come peccatori, in quanto venerano l’imperatore: al popolo ebraico, infatti, i sacerdoti impediscono di toccare le monete romane che recano l’effigie dell’imperatore, per non violare il primo comandamento. L’incontro tra Matteo e Gesù viene raccontato da Marco: il maestro passa di fianco a Levi, vicino al suo banco all’aperto, poco dopo essersi reso protagonista della guarigione di un paralitico, e gli ordina di seguirlo: Matteo, semplicemente, si alza e lo segue, lasciando tutto, prima di tenere un banchetto al quale invita Gesù e numerosi pubblicani, oltre ad altri peccatori pubblici. Abbandonati tributi, tasse, monete e finanze, egli viene scelto da Gesù per far parte dei dodici apostoli (e infatti appare in quanto tale nelle liste tramandate dai tre vangeli sinottici).

La vita di San Matteo

Della vita di San Matteo si conosce molto poco: la fonte principale è rappresentata dal suo Vangelo, scritto non in greco ma in ebraico, o lingua paterna (cioè l’aramaico che a quei tempi si parlava in Palestina), come se egli avesse voluto parlare prima di tutto ai cristiani di origine ebraica, presentando loro gli insegnamenti di Gesù. Nella sua opera, Matteo collega continuamente richiami all’Antico Testamento con parole, fatti e gesti di Gesù, in maniera tale da evidenziare la provenienza di Cristo e lo scopo per cui è sceso in terra.

San Matteo - Martirio - Caravaggio
San Matteo in un dettaglio del quadro di Caravaggio “Martirio di San Matteo“. Al santo, Michelangelo Merisi dedicò altre due opere: “La Vocazione di San Matteo” e “San Matteo e l’angelo”.

E’ Matteo stesso a riportare, nel suo Vangelo scritto dopo la Pentecoste, le parole di Gesù: “Se fai elemosina, la tua sinistra non deve sapere ciò che fa la destra: l’elemosina deve restare segreta”. Il suo Vangelo, che si propone soprattutto di identificare Gesù nel Messia destinato a portare a compimento le promesse dell’Antico Testamento, è destinato agli Ebrei, per sopperire alla sua mancanza verso le altre genti.

Citato negli Atti degli apostoli insieme con gli altri Apostoli immediatamente dopo l’Ascensione di Gesù al Cielo, risulta presente anche nel momento in cui viene eletto Mattia al posto del traditore Giuda Iscariota. Non solo: si ha testimonianza della sua presenza anche quando, il giorno della Pentecoste, Pietro rivolgendosi alla folla dichiara che Gesù è Signore e Cristo. San Matteo, dopo aver predicato in Palestina, muore in Etiopia il 24 gennaio del 70.

Il nome Matteo significa Dono di Dio: secondo alcuni, Levi avrebbe cambiato nome solo dopo aver cambiato vita. La Chiesa lo ricorda come martire.

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