Salgado Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Mon, 10 Jun 2024 09:11:51 +0000 it-IT hourly 1 Sebastião Salgado. Amazônia. Esposizione fotografica a Trieste fino ad ottobre 2024 https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-amazzonia-mostra-fotografica-trieste-2024/#respond Mon, 10 Jun 2024 09:09:33 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42174 Dal 28 febbraio e fino al 13 ottobre 2024, Trieste ospita la mostra Sebastião Salgado. Amazônia, al Salone degli Incanti. Promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo con il supporto di PromoTurismoFVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau e organizzata da Civita Mostre e Musei e Contrasto, la mostra è curata da Lélia Wanick Salgado.

Zurich è il global partner dell’intero tour internazionale della mostra Amazônia eillycaffè ne è partner per Trieste.

Raccontare l’Amazzonia

Dopo Genesi, Salgado ha deciso di raccontare l’Amazzonia, la sua incredibile ricchezza, le popolazioni che la abitano e di testimoniare, attraverso le sue fotografie, la forza evocativa di un posto magnifico, destinato a cambiare a causa dell’intervento dell’uomo e alle conseguenze del progresso. Salgado in ripetuti viaggi, durati sette anni, ha potuto abitare in zone poco accessibili, dove la sua testimonianza ha portato alla luce la forza creativa ed evocativa della foresta Amazzonica che sotto il suo obiettivo sembra uno spirito divino che racconta e testimonia la forza creatrice della natura.

Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile
Giovane donna Ashaninka. Stato di Acre, Brasile, 2016 – © Sebastião Salgado/Contrasto

Per Sebastião Salgado, queste immagini testimoniano ciò che sopravvive prima di un’ulteriore progressiva scomparsa. “Il mio desiderio, con tutto il cuore, con tutta la mia energia, con tutta la passione che possiedo, è che tra 50 anni questa mostra non assomigli a una testimonianza di un mondo perduto”, afferma il maestro brasiliano. “L’Amazzonia deve continuare a vivere – e, avere sempre nel suo cuore, i suoi abitanti indigeni.”

Più di 200 fotografie

Con oltre 200 fotografie esposte, Amazônia rappresenta un viaggio profondo nel polmone più importante e fragile della Terra. L’Amazzonia non è solo un luogo, in parte protetto, dove vivono in pace con la natura alcune popolazioni indigene e per il resto un luogo in cui possono essere svolti tutti i cambiamenti di cui l’uomo si fa artefice e padrone.

Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto
Sciamano Yanomami dialoga con gli spiriti prima della salita al monte Pico da Neblina. Stato di Amazonas, Brasile, 2014 – © Sebastião Salgado/Contrasto

L’Amazzonia è una creatura viva e antica che Salgado ci mostra in tutta la sua potenza divina. E’ una realtà sacra da difendere contro tutto ciò che di storto e malato l’uomo può produrre suicidandosi e distruggendo il futuro dell’umanità. Salgado mostra come l’Amazzonia abbia una propria esistenza meravigliosa, arricchita e modulata dal tempo, dai colori, dalla luce, dalla presenza dei fiumi e degli animali. In una sorta di viaggio spirituale in un Giardino dell’Eden, vediamo un fotografo che usa la scrittura visiva e la luce per mostrarci, attraverso la sua arte, la bellezza misteriosa e incomparabile del creato. E’ un inno alla difesa di ciò che abbiamo di più importante.

Lélia Wanick Salgado, compagna di lavoro e di vita del fotografo, è responsabile della curatela e della scenografia della mostra.

“Disegnando ‘Amazônia’, ho voluto creare un ambiente in cui il visitatore si sentisse all’interno della foresta, integrato con la sua esuberante vegetazione e con la vita quotidiana delle popolazioni indigene. La mia idea era quella di presentare queste immagini, accompagnate da testi pertinenti, in modo da sottolineare la bellezza di questa natura e dei suoi abitanti, nonché la sua dimensione ecologica e umana, tutti elementi che oggi sono così minacciati e che è fondamentale proteggere e preservare”

Così commenta Lélia.

Commento alla mostra

Immergersi in questa mostra, secondo me, è trovare un percorso per interpretare visivamente la realtà, ma anche per prendere coscienza come la bellezza e la natura siano costantemente messe in pericolo dal nostro modo sonnambolico di agire, spinti d un’avidità che porterà ad un finale tragico, mentre in realtà se osserviamo le foto di Salgado, possiamo vedere come l’immensità della foresta abbracci l’immortalità.

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Salgado, dentro all’umanità: a Ravenna la mostra fotografica Exodus https://cultura.biografieonline.it/salgado-dentro-umanita-mostra-ravenna/ https://cultura.biografieonline.it/salgado-dentro-umanita-mostra-ravenna/#respond Tue, 30 Apr 2024 15:40:11 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=42056 Sebastião Ribeiro Salgado Júnior (1944) è un fotografo e fotoreporter brasiliano che attualmente vive a Parigi. Le sue foto saranno presenti alla mostra Exodiu al MAR di Ravenna fino al 2 giugno 2024.

Le foto

Seguire il percorso di Salgado, che in 180 fotografie racconta l’immigrazione dei popoli, è come affrontare un dialogo con la propria coscienza. Non si possono guardare quelle fotografie senza provare uno sgomento interiore.

Il campo per profughi ruandesi di Benako, Tanzania, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto
Il campo per profughi ruandesi di Benako, Tanzania, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto

È difficile osservare quelle immagini solo per il loro valore estetico, seppur altissimo, perché si viene subito catapultati nel significato profondo dell’esodo. Lo spostamento forzato, obbligato verso un posto che spesso è solo precario, ha spinto centinaia di migliaia di persone a lasciare territori in guerra, vedi le foto del genocidio in Ruanda; ad abbandonare, costretti, le loro case per mancanza di terra e a spingerli a combattere per averne dal governo dei loro paesi, vedi le foto del Brasile e del Messico, dove non c’era lavoro né diritti. E poi le migrazioni, a cui assistiamo ancora oggi,  per una vita migliore o solo un lavoro per mantenere la famiglia.

Spesso l’acqua è lontana dai campi profughi, Goma, Zaire, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto
Spesso l’acqua è lontana dai campi profughi, Goma, Zaire, 1994, © Sebastião Salgado / Contrasto

La mostra

Questa mostra ci ricorda chi siamo. Sebastião Salgado. Exodus – Umanità in cammino, curata da Lélia Wanick Salgado e composta da 180 fotografie, è divisa in quattro sezioni:

  1. Migranti e profughil’istinto di sopravvivenza;
  2. La tragedia africana: un continente alla deriva;
  3. L’America latina: esodo rurale, disordine urbano;
  4. Asia: il nuovo volto urbano del mondo.

Chiude l’esposizione una sala dedicata ai ritratti di bambini, rappresentativi di altre decine di milioni che si possono incontrare nelle baraccopoli, nei campi profughi e negli insediamenti rurali di America Latina, Africa, Asia ed Europa.

Questa mostra ci ricorda anche che l’umanità è una fonte unica a cui arrivare e che, evangelicamente, chi soffre è un nostro fratello.

Alla stazione di Ivankovo, 120 profughi vivono in un treno, Croazia, 1994, © Sebastião Salgado/ Contrasto
Alla stazione di Ivankovo, 120 profughi vivono in un treno, Croazia, 1994, © Sebastião Salgado/ Contrasto

Ma Salgado non è retorico, non cerca una comprensione universale, vuole solo mostrare le immagini, vere e incontestabili, del dolore attuale figlio delle solite tragedie anche contemporanee: guerre, differenze abnormi fra ricchezza e povertà, sovra popolazione urbana.

Sono immagini che raccontano una verità che possiamo trasporre nel nostro tempo. Ed è per questo che la mostra è un viaggio profondo e doloroso. Ma magnifico se lo si pensa nel suo finale; nell’inevitabile approdo di una nuova umanità.

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