saggi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 19 Sep 2024 11:12:47 +0000 it-IT hourly 1 Tutti gli uomini del generale, libro di Fabiola Paterniti: recensione e commento https://cultura.biografieonline.it/tutti-gli-uomini-del-generale/ https://cultura.biografieonline.it/tutti-gli-uomini-del-generale/#respond Wed, 13 Sep 2023 06:35:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20429 Il libro

Riflessioni e commento dopo la lettura del libro “Tutti gli uomini del generale“, di Fabiola Paterniti (2015). • Gli anni ’70 e ’80 sono stati fra i più cupi della storia recente del nostro paese. Il terrorismo, che ha reso la vita politica e sociale dell’Italia turbolenta e greve, è stato sconfitto da un eroe civile del nostro tempo, il generale Carlo Alberto dalla Chiesa e dai suoi uomini. Il loro lavoro, diviso in due fasi, ha permesso, a livello investigativo, di conoscere il terrorismo in tutti i suoi aspetti e di collocarlo nel contesto politico e sociale di quegli anni.

"Tutti gli uomini del generale" – La copertina del libro di Fabiola Paterniti
“Tutti gli uomini del generale” – La copertina del libro di Fabiola Paterniti

La sua, quindi, non è stata solo una battaglia militare, ma anche culturale, perché il lavoro di indagine è partito proprio dalla conoscenza del fenomeno terroristico, che non è avvenuto solo dalla condivisione delle carte ma anche da informazioni di prima mano, perché fu lui a decidere di infiltrare i primi carabinieri fra le fila delle organizzazioni terroristiche.

Io credo che la storia del generale sia conosciuta solo parzialmente e comunque sia bene sempre ricordarla, perché è la storia di una vittoria ma soprattutto perché la sua forza ha dimostrato che, anche in Italia, la giustizia può ottenere un risultato positivo fra mille insidie, sia all’interno delle istituzioni sia nel campo sterminato dell’illegalità e della guerra allo Stato.

Tutti gli uomini del generale

Un libro che chiarisce molti punti della vicenda che ha portato alla sconfitta del terrorismo è quello di Fabiola Paterniti, “Tutti gli uomini del generale, la storia inedita della lotta al terrorismo“, editore Malampo. Il libro raccoglie molte interviste agli uomini che hanno composto il Nucleo Speciale Antiterrorismo, creatura del generale e a cui ha dedicato anima e corpo per diversi anni e che ha formato i migliori Carabinieri che hanno contrastato il terrorismo. Nelle interviste viene fuori come era organizzato il lavoro del nucleo e come venivano condotte le indagini nelle varie città in cui erano dislocate le squadre.

Per prima cosa bisogna ricordare che tutti gli uomini impiegati nel Nucleo erano sconosciuti, perché le loro identità erano coperte dal segreto di Stato, quindi sono rimasti nell’anonimato sia durante la loro carriera che dopo. Inoltre, l’organizzazione che il generale aveva deciso prevedeva, non solo che conoscessero il fenomeno che andavano ad indagare, ma soprattutto che sapessero coordinare i colleghi infiltrati all’interno dei gruppi terroristici e che rischiavano in prima persona.

Fabiola Paterniti
Fabiola Paterniti, autrice del libro

Le interviste

Leggendo le interviste viene fuori il rapporto speciale che c’era fra loro e Dalla Chiesa, la dedizione per i dettami del generale ma anche verso lo Stato e l’Arma dei Carabinieri, che a volte osteggiò dalla Chiesa non comprendendo fino in fondo il suo lavoro. Infatti, la carriera di dalla Chiesa, in parte riportata nel libro, è stata fra le più fulminee e importanti nella storia dell’Arma. Le interviste, oltre a svelare l’identità di molti collaboratori del generale, che oggi sono in pensione, mostrano però anche come la storia possa dimenticare protagonisti che hanno avuto un ruolo importante nel cambiarla.

Una foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa
Una foto del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa

Oggi, molti Carabinieri che hanno lavorato nei nuclei non sono ricordati da nessuno, non sono presenti nei libri di scuola e non vengono festeggiati per ciò che fecero. Tuttavia, il loro lavoro ha permesso agli uomini delle istituzioni di sconfiggere in due fasi differenti il terrorismo. Infatti, i nuclei furono una prima volta soppressi, senza un motivo sensato, per poi essere ricreati dopo il rapimento Moro, che gettò il paese in uno sconforto emotivo che poteva costare molto più caro di quello che costò, benché le conseguenze sono state comunque pesanti per lo Stato italiano e le sue istituzioni, ma questo è un capitolo più complicato.

Nel cercare di diffondere il più possibile i libri, bisogna cercare di evitare libri che non durano o che solo apparentemente servono a qualcosa, quando in realtà a ben guardare sono solo fuochi di paglia. Questo saggio, scritto per ricordare e riesumare fatti dimenticati, ha il pregio di essere un veicolo attraverso il quale persone, che non hanno mai parlato, possono raccontare la loro storia.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/tutti-gli-uomini-del-generale/feed/ 0
Panta Rei, riassunto del libro di Luciano De Crescenzo https://cultura.biografieonline.it/panta-rei-de-crescenzo/ https://cultura.biografieonline.it/panta-rei-de-crescenzo/#comments Mon, 04 Sep 2023 06:27:26 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20529 Luciano De Crescenzo (scrittore, regista, attore e conduttore televisivo italiano) scrisse il saggio “Panta Rei” nel 1994, ispirandosi al pensiero del filosofo greco Eraclito. Nel libro, l’autore finge di sognare il filosofo, uno dei maggiori pensatori presocratici che li espone il suo pensiero. Il libro si suddivide in dodici capitoli. I titoli sono: Blob, Case Chiuse, Sogno, Vita di Eraclito, scritta da lui medesimo, Panta Rei, Logos, Polis, Eros, Stupidità, De caelo, Sapere e, in ultimo, Frammenti.

Panta Rei - Libro - Riassunto - Luciano De Crescenzo
Panta Rei“, copertina del libro di Luciano De Crescenzo • Panta Rei, significa “Tutto scorre

Il pensiero di Eraclito

Inizialmente, altri filologi e storici della filosofia, come Hermann Diels e Walther Kranz, cercarono di interpretare il pensiero del filosofo Eraclito. Cercarono di darne una loro personale interpretazione, seguendo ovviamente un criterio logico. In seguito, tale pensiero venne reinterpretato da altri ricercatori e dallo stesso scrittore Luciano De Crescenzo. De Crescenzo nel suo saggio cerca di cogliere gli aspetti più personali del modo di essere e di pensare di Eraclito.

In “Panta Rei”  l’autore, con l’aiuto di alcuni suoi collaboratori, ha studiato un modo per narrare le gesta, la vita e il pensiero di Eraclito.

Le parole usate sono quelle che lui stesso avrebbe sussurrato in passato. Esse ci arrivano attraverso l’autore napoletano, ancora oggi, come un importante insegnamento filosofico.

Il pensiero di Eraclito resta a volte di difficile comprensione. La causa è probabilmente il suo stile troppo oracolare. Un’altra causa è la frammentarietà nella quale ci è pervenuta la sua opera.

Panta Rei: tutto scorre

Con la celebre frase “Panta Rei” (tutto scorre), l’autore ci introduce il tema del divenire, in contrasto con la filosofia dell’Essere divulgata dal filosofo greco Parmenide. Ed ecco la spiegazione del titolo del libro di De Crescenzo, Panta Rei. Secondo Eraclito, l’uomo non può mai fare la stessa esperienza per due volte consecutive, perché ogni ente terreno, che si trova immerso nella sua realtà apparente, è sottoposto purtroppo alla legge inesorabile del mutamento. Non ci si può bagnare nello stesso fiume per due volte consecutive.

Non a caso Caos è l’anagramma di Cosa o Caso.

Luciano De Crescenzo, all’inizio del libro PANTA REI

Tutto scorre, anche la nostra vita quotidiana e non possiamo fare nulla per cambiare questo dato di fatto. Anche noi stessi cambiamo attimo dopo attimo. Perfino le lancette dell’orologio scorrono velocemente cadenzando il tempo che vola inesorabile, proprio come la nostra vita, anche se spesso noi non ce ne rendiamo conto.

Secondo il discepolo di Eraclito, Cratilo, invece, non sarebbe possibile bagnarsi nemmeno una volta nello stesso fiume. Figuriamoci due.

Riassunto del libro

Il libro Panta Rei di Luciano De Crescenzo si apre con lo stesso scrittore che parla delle sua vita e delle sue esperienze passate. Usa una sorta di flash-back, prima di narrarci il pensiero del filosofo greco.

L’autore poi continua il suo viaggio, sognando il grande filosofo greco Eraclito e lo immagina proprio dove lui è nato, ad Efeso nel 540 A.C. Dopo aver fatto la sua conoscenza, i due iniziano a parlare dei loro pensieri più intimi.

Il dialogo con Eraclito

L’autore inizia a dialogare con il filosofo su tematiche a lui care come, per esempio, quella di tutte le contrarietà esistenti nella nostra vita e nel nostro mondo. Tra queste vi sono il sorriso e il dolore, la pace e la guerra, la morte e la vita, l’amicizia e la contesa ed infine il paradiso e l’inferno.

Luciano De Crescenzo ascolta attentamente le parole del filosofo che lo invita alla riflessione e, nel frattempo, prende appunti. Rimane affascinato dal sapere e dalla capacità oratoria di Eraclito. Da qui, il filosofo inizia ad introdurre il concetto di Logos. A detta di Eraclito, esiste comunque il logos che governa la perenne e costante lotta fra contrari, che “provoca il divenire perpetuo degli stessi enti sensibili”.

Continuando a parlare con Eraclito, De Crescenzo scopre che il simbolo predominante del Panta Rei è il fuoco, ipotizzando che all’interno della materia sia contenuta tanta di quella energia da poter sconvolgere l’intero mondo.

A Napoli

L’autore sposta poi la sua ambientazione letteraria a Napoli. Qui immagina Eraclito in un altro tipo di contesto, totalmente differente dal suo iniziale. Così crea, nei capitoli centrali del saggio, una sorta di dialogo e descrizione quasi comica.

In questo particolare contesto, De Crescenzo e il filosofo compiono un viaggio nella città di Napoli. L’autore mostra al filosofo il suo mondo fatto di automobili, vetrine, mass media, televisori, traffico e tanta gente. Eraclito rimane particolarmente colpito da questo modo di vivere. E’ completamente nuovo ai suoi occhi.

Cosmos, caos e logos

Alla fine del lavoro letterario di Luciano De Crescenzo, troviamo due termini greci fondamentali che ci permettono di comprendere al meglio la filosofia di Eraclito. Essi sono: Cosmos, ovvero l’ordine, e Caos, ovvero il disordine.

Da questi, prende vita il termine Logos, una legge superiore che permette in ogni caso di regolare la lotta fra gli opposti. Ed è proprio la dottrina dei contrari che fa dello stesso filosofo il fondatore di una logica degli opposti, antitetica a quella del filosofo Aristotele.

Eraclito ci lascia così, con la consapevolezza di non essere solo governati dal Caos ma anche dal Cosmos. O, per meglio dire, dal Logos. Il libro dell’autore Luciano De Crescenzo finisce così, in questo modo.

Luciano De Crescenzo
Foto di Luciano De Crescenzo

=> il libro su Amazon <=

Commento all’opera

Il libro Panta Rei ottenne subito un ottimo successo sia in termini di critica che di pubblico. Il motivo del successo fu la capacità dello scrittore di colpire l’attenzione delle diverse fasce di lettori. Lo fece riportando in modo semplice e assolutamente comprensibile il pensiero filosofico del grande filosofo Eraclito.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/panta-rei-de-crescenzo/feed/ 1
L’arte di amare (Fromm): riassunto https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/ https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/#comments Wed, 12 Oct 2022 16:05:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=13880 L’arte di amare” è una delle opere più significative realizzate dal filosofo tedesco Erich Fromm e pubblicata nel 1957. In questa sua opera, Fromm descrive le diverse tipologie di amore, mostrando come tale sentimento costituisca in realtà una vera e propria arte, in quanto tale emozione necessita di disciplina, concentrazione, pazienza, supremo interesse e umiltà.

Erich Fromm - L'arte di amare - 1957
Il saggio “L’arte di amare” fu scritto e pubblicato nel 1957 da Erich Fromm, psicoanalista, sociologo e filosofo tedesco

Temi trattati

Tra i principali tipi di amore di cui discute troviamo: amore fraterno, amore tra genitori e figli, amore erotico, amore per sé stessi, amore per Dio.

Tutte queste forme di amore descritte da Fromm presentano elementi comuni e devono essere sempre basati sul senso di responsabilità, rispetto e conoscenza per funzionare al meglio.

Continuano le delucidazioni da parte dell’autore sul tema amore, che viene dunque indicato come un tentativo di superare quel senso di isolamento che ci attanaglia.

Infatti, qualsiasi tentativo d’amare è destinato a fallire se non si cerca di sviluppare più attivamente la propria personalità e, in secondo luogo, la soddisfazione, nell’amore individuale, non può essere raggiunta senza la capacità di amare il prossimo con umiltà, fede e coraggio.

Erich Fromm fotografia
Una fotografia di Erich Fromm

Amore e sessualità

E’ inoltre errato sostenere che l’amore venga inteso solo come una reciproca soddisfazione sessuale poiché una completa felicità sessuale si raggiunge soltanto quando il sentimento risulta autentico agli occhi di tutti.

La concentrazione sulla tecnica sessuale porta all’insoddisfazione e rappresenta una delle ragioni per cui l’amore è diventato così raro nella nostra moderna società capitalistica.

Amore e società moderna

L’autore studia le varie correlazioni tra le relazioni sentimentali e la cosiddetta società moderna.

Spesso si parla di una realtà sempre troppo focalizzata sul potere, sul denaro e sull’egoismo, finendo per ridurre ogni relazione sentimentale ad un mero scambio di beni, facendoci dimenticare i veri sentimenti.

Fromm poi definisce l’amore come un’arte, in quanto richiede sforzo e saggezza.

La maggior parte delle persone cade nell’errore di pensare che ci sia qualcosa da imparare sul sentimento perché in realtà si ritiene che “amore significhi essere amati, anziché amare”. In più esistono forme di pseudo-amore che fanno parte della nostra vita sentimentale.

Amore verso se stessi

Inoltre, Fromm afferma che, per assurdo, prima di essere capaci di amare, dobbiamo imparare a stare bene da soli.

L’amore è un trasporto verso un qualsiasi oggetto, compreso se stesso.

La Bibbia parla di “amore per se stessi” quando ordina di “amare il prossimo come noi stessi” e lo stesso teologo e religioso tedesco Meister Eckhart parla di amore per se stessi allo stesso modo.

Amore e conoscenza

Tra le altre teorie di Fromm illustrate: solo conoscendo obiettivamente un essere umano, si è in grado di penetrarne l’essenza più profonda nell’atto d’amore.

Questa dichiarazione ha un significato molto importante nel ruolo della psicologia nella civiltà occidentale moderna, diventando così un surrogato della conoscenza completa nell’atto d’amore, anziché essere un passo verso di essa.

Secondo l’autore, l’amore oggi è paragonato ad un sentimento schiavo delle richieste e dei ritmi della società in cui viviamo, diventando quindi un obiettivo imprescindibile nella vita che porta l’individuo a sposarsi, avere dei figli e ripetere in modo calcolato lo stesso schema di generazione in generazione, formando un’alleanza a due contro il mondo, e questo egoismo a due non può essere lontanamente paragonato né all’amore né all’intimità.

È l’amore un’arte? Allora richiede sforzo e saggezza.
Oppure l’amore è una piacevole sensazione, qualcosa in cui imbattersi è una questione di fortuna? Questo volumetto contempla la prima ipotesi, mentre è fuor di dubbio che oggi si creda alla seconda.
La gente non pensa che l’amore non conti. Anzi, ne ha bisogno; corre a vedere serie interminabili di film d’amore, felice o infelice, ascolta canzoni d’amore; eppure nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare in materia d’amore.

[Incipit dell’opera]

L’arte di amare

In conclusione, possiamo dire che l’amore non nasce dal bisogno, piuttosto è il bisogno di te che nasce come naturale conseguenza del mio amore per te.

L’arte di amare e “amare” non è facile, ecco perché l’autore utilizza la parola arte, perché l’arte, per dirsi tale, richiede le capacità dell’artista, il quale la impiega per operare attivamente e in sostanza “creare”, proprio come si dovrebbe creare nelle relazioni d’amore, senza trovare escamotage alla solitudine o osservando il principio del “do ut des“. “Io ti do quanto tu mi dai”, in beni materiali come in amore, è la prevalente massima etica della società capitalistica.

Il tema centrale dell’opera è l’amore, seppur ne esistono di diverse tipologie: intorno ad esso, gravitano tutti quei pianeti che fanno parte del nostro immancabile universo emotivo.

Nella sua opera sono frequenti i richiami alla mitologia greca e perfino all’Antico Testamento.

L’autore descrive anche le devianze dell’amore, focalizzandosi sui temi del sadismo e del masochismo e critica fortemente la concezione patriarcale del sesso di Sigmund Freud che vede l’eros come un principio di sintesi e di unificazione, ma si pone su un piano completamente differente rispetto alla sua concezione della libido. In tutti i casi, il tema dell’amore resta un argomento attuale, infatti l’amore è quell’ospite imprevisto al quale nessuno dovrebbe rimanere immune.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/riassunto-arte-di-amare/feed/ 2
Putin e la ricostruzione della Grande Russia, libro di Sergio Romano https://cultura.biografieonline.it/putin-e-la-ricostruzione-della-grande-russia/ https://cultura.biografieonline.it/putin-e-la-ricostruzione-della-grande-russia/#comments Wed, 23 Feb 2022 13:53:11 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22864 La Russia di oggi appare a molti come un oggetto misterioso. Vladimir Putin la governa come se ne fosse il capo assoluto e incontrastato e, se dall’esterno il suo sembra un potere acquisito grazie al vuoto lasciato da Eltsin, in realtà la sua conoscenza della storia russa gli ha permesso di elaborare una politica che lo ha reso molto popolare. Un buon libro per comprendere la Russia attuale e la strategia di Vladimir Putin è il nuovo saggio di Sergio Romano “Putin e la ricostruzione della Grande Russiaedito dalla casa editrice Longanesi. L’autore ci racconta la Russia dalla caduta del muro di Berlino fino agli ultimi scontri con gli Usa sia per la crisi dell’Ucraina che per la questione della Siria.

Putin e la ricostruzione della Grande Russia - libro Sergio Romano
Putin e la ricostruzione della Grande Russia – la copertina del libro di Sergio Romano

Putin e la ricostruzione della Grande Russia: temi trattati

Il libro è stato pubblicato prima delle elezioni americane che hanno visto la vittoria di Trump (2016) e le polemiche successive sull’ingerenza dei russi nella campagna elettorale. Ci sono diversi piani di lettura. Romano racconta la disgregazione dell’Unione Sovietica e il potere assoluto di Boris Eltsin che ha traghettato la Russia dall’era comunista ad un capitalismo senza regole. Gli oligarchi che hanno preso velocemente il potere economico e hanno in parte influenzato le decisioni dei governi di Eltsin sono lo specchio di una Russia che ha riconvertito le sue risorse pubbliche in un business privato.

Ma non è solo stata una lotta per il potere di nuove figure contro un vecchio modo di governare. Gli oligarchi erano uomini del partito che sono stati sempre dietro le quinte. Quando le crisi economiche hanno costretto il governo a cercare nuove risorse per pagare stipendi e garantire i servizi minimi, sono riusciti ad imporre le proprie richieste.

Eltsin nell’ultima parte della sua vita e della sua carriera politica è stato debole e permissivo. Secondo Sergio Romano, le sue scelte hanno permesso ad alcuni uomini di impadronirsi delle risorse minerarie e petrolifere del paese, di controllare giornali e tv e di accaparrarsi il controllo dei principali istituti bancari.

L’avvento di Putin

L’avvento di Putin cambia tutto. Uno sconosciuto ufficiale del KGB in cerca di lavoro diventa, in poco tempo, un uomo molto influente che viene messo a capo di un dipartimento del governo. Poco dopo, avviene la sua elezione a Primo ministro. La sua biografia è sconosciuta a tutti e anche Romano fatica a trovare informazioni sul suo passato. Quello che è certo è che Putin ha prestato servizio nel KGB durante la Guerra fredda operando nella Germania dell’Est. Dopo la caduta del muro si è trovato senza un lavoro ed è diventato l’assistente del sindaco di San Pietroburgo. Poi il vuoto fino alla sua nomina ad un alto sevizio dello Stato e poi a capo del governo. Questo è il secondo piano di lettura del libro.

Putin fa una carriera folgorante e gli vengono riconosciuti meriti che molti faticano a vedere. Ma come si comporta? Solidifica in poco tempo il suo potere e riesce ad imporre una visione vincente della Russia. Non rinuncia alla storia del suo paese né rinnega il periodo comunista. Ma cerca invece di utilizzare tutti i valori a cui i russi sono legati, perfino una devozione alle icone religiose, per cercare di rilanciare l’orgoglio del suo paese. La sua strategia funziona e ha successo. Tanto che viene eletto come presidente della Repubblica, carica che, a parte un breve periodo come Primo ministro, continua a mantenere tutt’oggi.

Sondaggi recenti

I sondaggi anche adesso (2017) lo danno come favorito alle prossime elezioni con una percentuale di gradimento molto alta. La sua politica è un misto di nazionalismo, orgoglio per il proprio passato, soprattutto le conquiste prima dell’avvento del comunismo e la ricerca di un’identità religiosa che dimostri come la Russia è stata la prima in tutto. Secondo Romano, uno dei problemi principali di un uomo di governo russo è il confronto con il territorio. La Russia ha un territorio enorme in continuo pericolo di disgregazione. E la strategia di Putin è proprio dimostrare come invece la Russia debba espandersi, senza eccessi, mantenendo un controllo stabile dei suoi confini.

Sergio Romano
Lo scrittore Sergio Romano

Sono tre quindi le chiavi di lettura del libro “Putin e la ricostruzione della Grande Russia“: la storia dopo la caduta del muro, l’enigma Putin e la sua misteriosa ascesa al potere e la strategia sia di politica interna che di politica internazionale per mantenere saldo questo potere. Con uno stile narrativo chiaro e lineare e una conoscenza molto dettagliata e profonda della storia della Russia, Sergio Romano ci permette di osservare con più attenzione e consapevolezza i cambiamenti della Russia. Un paese fondamentale per il futuro dell’Europa e dell’Occidente.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/putin-e-la-ricostruzione-della-grande-russia/feed/ 6
I sommersi e i salvati: riassunto del saggio di Primo Levi https://cultura.biografieonline.it/sommersi-salvati-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/sommersi-salvati-riassunto/#comments Wed, 12 May 2021 16:08:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29714 Primo Levi è uno degli scrittori più importanti che il nostro Paese ha conosciuto nel corso del Novecento. Il suo nome è legato soprattutto al romanzo “Se questo è un uomo” (pubblicato nel 1947) in cui racconta la sua esperienza come deportato nel campo di lavoro di Monowitz, ad Auschwitz. Ma vi sono anche altre opere scritte da questo autore torinese (che è stato anche un valido giornalista) che meritano attenzione, come il saggio scritto nel 1986, prima di togliersi la vita, intitolato “I sommersi e i salvati”.

I sommersi e i salvati - libro
I sommersi e i salvati

I sommersi e i salvati: riassunto e storia

Nella prefazione dell’opera, Primo Levi ci tiene a puntualizzare che il suo punto di vista non è quello di uno storico; per cui nel saggio vengono riportate per lo più considerazioni, non essendovi alcuna documentazione reale dei fatti accaduti. Nel testo infatti sono presenti riflessioni e opinioni che accomunano i reduci dalla drammatica esperienza dei lager. In particolare, emergono i ricordi, i sentimenti e le emozioni che i sopravvissuti hanno sentito fortemente sulla propria pelle, anche a causa delle violenze subite.

Memoria e Ricordo

L’autore, nel suo saggio I sommersi e i salvati, parla dell’importanza della Memoria e del Ricordo per noi uomini. Purtroppo, però, i ricordi tendono a sbiadire nel corso del tempo, oppure si alterano per svariati motivi. Rievocare il dramma del Lager provoca forte disagio sia a chi lo ha vissuto da vittima che per l’oppressore.

Quest’ultimo, in particolare, cerca di dare (ma invano) una giustificazione agli scellerati gesti compiuti all’interno di quei luoghi maledetti dove milioni di uomini hanno perduto la loro dignità.

“Ho agito perché non potevo sottrarmi al comando, perché ero stato infarcito con slogan e manifestazioni e mi è stata tolta la capacità di discernere, ecc”.

Per non restare schiacciato dal peso di ciò che ha fatto l’oppressore si costruisce una realtà di comodo cercando di convincere sé stesso e poi gli altri che ha agito “in buona fede”.

Le vittime invece solitamente alterano i ricordi di una esperienza così dolorosa per evitare di soffrire ancora. Ma c’è una differenza che Primo Levi mette in evidenza: mentre i politici, i combattenti e coloro che hanno sofferto di meno hanno provato un senso (legittimo) di liberazione una volta usciti dai lager, in tutti gli altri (la maggioranza) prevale un senso di abbattimento e vergogna che dura molti anni.

Alcuni sopravvissuti ai campi di concentramento non hanno retto al peso dei ricordi e si sono suicidati. Nei lager non avvengono suicidi semplicemente perché si è impegnati a sopravvivere e il senso di colpa viene continuamente soffocato dalle violenze e punizioni inflitte.

Una volta usciti, poi, il senso di colpa di non aver fatto nulla per ribellarsi al sistema che li ha soggiogati, torna a fare capolino. E per alcuni può essere talmente forte da portare al suicidio.

Chi sono i Salvati

I sopravvissuti ad un Lager provano vergogna anche per l’egoismo assoluto che ha contraddistinto il periodo trascorso all’interno di questi terribili luoghi: non si aveva tempo o possibilità di badare agli altri, ma soltanto a sé stessi. Levi dice che “i salvati non erano i migliori”.

Purtroppo a sopravvivere erano spesso gli egoisti, le spie, i loro collaboratori, le persone più malvagie e senza scrupolo.

Chi si è salvato da un lager ed ha un animo sensibile sente su di sé tutte le colpe del mondo, soffre anche per quello che altri hanno commesso al posto suo.

Primo Levi, foto
Foto di Primo Levi

La Violenza gratuita

Primo Levi sottolinea in modo magistrale nel saggio anche un altro aspetto importante: la violenza gratuita e inutile perpetrata alle vittime all’interno dei campi di concentramento. Un tipo di violenza inferta al solo scopo di provocare la sofferenza negli uomini, non “giustificata” da una guerra o da altri scopi pur ignobili.

Nell’ultima parte del saggio l’autore si sofferma a rispondere ad alcune domande che gli hanno posto fino alla fine dei suoi giorni:

  • “perché non siete scappati?”
  • “perché non vi siete ribellati a ciò che vi stavano facendo?”

Primo Levi ha risposto che, per come erano organizzate le cose nel Lager, ogni tentativo di fuga o ribellione sarebbe miseramente fallito, portando con sé soltanto conseguenze ulteriori di violenza e sopraffazione.

Molto interessante è la distinzione che lo scrittore sopravvissuto al campo di concentramento fa dei prigionieri.

Riferendosi a quelli che da vittime si trasformano in collaboratori ed oppressori, lui li definisce essere in una “zona grigia”. C’è anche un caso limite di collaborazione nei Lager, che Levi individua nelle “squadre speciali”. Si tratta di prigionieri a cui veniva affidata la gestione dei forni crematori, in cui di volta in volta le vittime venivano uccise.

L’autore ci tiene poi a citare alcune persone specifiche, che hanno condiviso con lui l’atroce esperienza della prigionia: l’amico Alberto, Chaim Rumkowski (uno dei “dittatori” del ghetto di Lodz), l’intellettuale ebreo Hans Mayer, Mala Zimetbaum (la prigioniera che tenta di fuggire con un prigioniero politico), il compagno Daniele.

Il libro

]]>
https://cultura.biografieonline.it/sommersi-salvati-riassunto/feed/ 1
Il Principe, di Machiavelli: breve analisi e riassunto schematico dei contenuti https://cultura.biografieonline.it/il-principe-machiavelli/ https://cultura.biografieonline.it/il-principe-machiavelli/#respond Wed, 14 Apr 2021 07:34:20 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22479 Il Principe è l’opera principale di Niccolò Machiavelli. In essa l’autore vuole delineare le caratteristiche fondamentali che dovrebbe avere un sovrano ideale. Il trattato consta di 26 capitoli e il suo titolo originario è De principatibus (in latino). Venne scritto tra il luglio e il dicembre del 1513, quando l’autore si ritirò a vita privata nel suo podere dell’Albergaccio. L’opera però apparve soltanto postuma nel 1532 con il titolo: Il Principe. Originariamente doveva essere dedicato a Giuliano de Medici, figlio di Lorenzo detto il Magnifico, che però morì nel 1516. Allora l’autore decise di dedicarlo a Lorenzo, figlio di Piero e nipote del Magnifico.

Il Principe - Machiavelli - Riassunto

Machiavelli

Niccolò Machiavelli fu uno dei più importanti letterati italiani e uomini politici del Cinquecento. Egli visse a Firenze, dove ricoprì diversi incarichi di cancelleria e segreteria e fu destinatario di numerose missioni diplomatiche. Nel 1512 rientrarono però i Medici al potere della città fiorentina, eliminando così l’esperienza repubblicana tanto cara a Machiavelli. Egli venne così estromesso da tutte le funzioni pubbliche e condannato ad un anno di confino.

Niccolò Machiavelli
Niccolò Machiavelli

Durante questo momento di allontanamento dalla vita politica, si dedicò alla scrittura delle sue più grandi opere: oltre all’opera qui analizzata Il Principe, scrisse i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, La Mandragola e Belfagor arcidiavolo.

La nascita de “Il Principe”

Il Principe venne quindi scritto in un momento molto difficile della vita dell’autore e in una situazione politica drammatica per la città di Firenze e per l’Italia intera. Dopo la morte di Lorenzo il Magnifico, avvenuta nel 1492, l’equilibrio degli stati politici italiani si ruppe e iniziò il tormentato periodo delle guerre d’Italia che sanciranno la fine dell’indipendenza della nostra penisola.

In un clima di instabilità e incertezza, Machiavelli decise di scrivere questo trattato per dimostrare che si poteva fondare un nuovo principato solido in Italia.

Secondo lui, secondo quanto espresso, è possibile formulare delle leggi generali sia per l’agire politico che per il comportamento umano, considerato che la natura umana non cambia mai. Egli quindi, in questo trattato, non racconta solo dell’azione politica del perfetto sovrano, ma fornisce anche delle indicazioni pratiche ai principi, confrontando la sua esperienza personale con quella storica greca e romana.

Tutti gli stati, tutti e’ dominii che hanno avuto e hanno imperio sopra li uomini, sono stati e sono o republiche o principati. E’ principati sono, o ereditarii, de’ quali el sangue del loro signore ne sia suto lungo tempo principe, o e’ sono nuovi. E’ nuovi, o sono nuovi tutti, come fu Milano a Francesco Sforza, o sono come membri aggiunti allo stato ereditario del principe che li acquista, come è el regno di Napoli al re di Spagna. (INCIPIT)

I contenuti

Dal capitolo I al capitolo V

Machiavelli classifica i diversi tipi di principati, che quindi possono essere ereditari e nuovi. Principati nuovi acquisiti con le armi, con la fortuna o con la virtù.

Dal capitolo VI al capitolo XI

Sono analizzate le strategie per acquisire principati nuovi. Essi possono essere conquistati con le proprie armi o attraverso le armi altrui, con la fortuna, con la virtù o con le scelleratezze.

Dal capitolo XII al capitolo XIV

E’ affrontato il tema delle milizie mercenarie, che possono essere molto pericolose, infedeli e codarde in quanto non combattono valorosamente, ma soltanto seguendo il denaro.

Dal capitolo XV al capitolo XVIII

Vi è una riflessione sui comportamenti concreti che un principe deve tenere. Deve essere liberale ma parsimonioso, crudele ma pietoso, deve saper simulare e dissimulare al momento giusto.

Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu se’. (Dal Cap. XVIII)

Dal capitolo XXIV al capitolo XXVI

Nei capitoli conclusivi Machiavelli riesamina le cause che hanno condotto i principi italiani a perdere i loro domini. Inoltre esorta l’Italia a riscattarsi dalla dominazione straniera. Riflette anche sul rapporto tra agire politico e virtù-fortuna.

Lo stile

Lo stile dell’opera Il Principe di Machiavelli, è sintetico, chiaro e diretto perché vincolato dai ragionamenti logici che si susseguono. Egli si distacca dallo stile aulico rinascimentale per avvicinarsi ad una scrittura asciutta e concreta. E’ una scrittura che dimostra il suo interesse per la realtà, focalizzato solo sul suo discorso.

I concetti principali

I concetti chiave del trattato sono pochi ma fondamentali: innanzitutto il principe deve avere una serie di virtù. Soprattutto deve separare la politica dalla morale. Egli deve saper usare sia la bestia che l’uomo, deve essere consapevole che qualsiasi cosa va fatta per il bene dello stato, a prescindere dal bene e dal male individuale.

In tutto questo la fortuna gioca un ruolo fondamentale perché è la forza che può cambiare gli eventi da un momento all’altro.

Secondo Machiavelli è necessario combattere la fortuna attraverso la virtù: è l’unico modo per poter cogliere le occasioni anche quando appaiono negative. Si tratta di una visione del mondo completamente laica, che non prevede alcun disegno ed esclude il ruolo della Provvidenza. Egli sa che la sua ipotesi di realizzare uno stato unitario e senza invasori stranieri è irrealizzabile, tuttavia esalta nelle ultime pagine del trattato “Il Principe” proprio questo ideale, concludendo la sua opera con la canzone All’Italia di Francesco Petrarca.

 

]]>
https://cultura.biografieonline.it/il-principe-machiavelli/feed/ 0
Formiche: recensione del libro di Bert Hölldobler e Edward O. Wilson (Adelphi) https://cultura.biografieonline.it/formiche-libro-adelphi/ https://cultura.biografieonline.it/formiche-libro-adelphi/#comments Thu, 19 Nov 2020 10:13:57 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=31004 Il fascino delle formiche

Le formiche mi hanno affascinato fin da quando ero piccolo, come immagino moltissimi lettori maschi e femmine, che hanno osservato – e a volte disturbato o fatto di peggio – questi esserini incredibili che non smettono mai di lavorare.

Partiamo innanzitutto dal fatto che ci sono libri imprescindibili, secondo me, e che quindi non sarebbe solo necessario leggerli ma sarebbe un obbligo formativo averli tra le mani e conservarli finché è possibile. E questo perché sono molto più interessanti di altri libri che ci troviamo da tutte le parti in libreria, nelle edicole e nei supermercati.

Uno di questi libri è proprio Formiche. Storia di un’esplorazione scientifica, un saggio magnifico scritto da Bert Hölldobler ed Edward O. Wilson, pubblicato da Adelphi nel 1997 in una bella edizione ricca di foto e disegni, ora ripubblicata in un altrettanto affascinante edizione con copertina grigia nei tascabili.

Meglio ancora, mi viene da dire. Così il libro si può mettere in tasca e si può portare con sé alla ricerca di formicai da osservare in presa diretta.

Gli autori

Hölldobler e Wilson sono fra i più importanti mirmecologi viventi e hanno una particolare predisposizione alla divulgazione, come quando descrivono le formiche kamikaze.

Le formiche kamikaze

“Molte formiche sono predisposte ad assumere questo ruolo di kamikaze in un modo o nell’altro, ma nessuna in modo più drammatico delle operaie di una specie di ’Campanotus’ che vive nelle foreste fluviali della Malaysia. Scoperte negli anni Settanta dagli entomologi tedeschi Eleanore e Ulrich Machwitz, queste formiche sono morfologicamente programmate per essere vere bombe ambulanti. Infatti sono dotate di due enormi ghiandole, piene di secrezioni tossiche, che si estendono dalla base delle mandibole fino all’estremo posteriore del corpo; quando vengono strette fortemente durante la lotta o da formiche nemiche o da un predatore che le ha assalite, esse contraggono violentemente i muscoli addominali e così fanno esplodere il rivestimento del corpo, spruzzando le secrezioni sull’avversario.”

Basterebbe uno stralcio di questo tipo per correre a prendere il libro. E non è nemmeno il passaggio migliore, è solo uno di quelli che piace a me.

Buona lettura!

]]>
https://cultura.biografieonline.it/formiche-libro-adelphi/feed/ 1
Cabala (o Kabbalah): ecco che cosa è https://cultura.biografieonline.it/cabala-kabbalah/ https://cultura.biografieonline.it/cabala-kabbalah/#respond Fri, 14 Apr 2017 09:45:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=22225 La crescita spirituale e personale è un tema sempre più sentito dalle persone. A questo obiettivo ci si può avvicinare in diversi modi e seguendo varie strade: la Kabbalah – o Cabala – è una di queste. Che cosa è la Kabbalah? La Kabbalah è una disciplina che fonda i suoi insegnamenti sullo Zohar, il libro dei libri dell’antica saggezza ebraica.

Kabbalah - Cabala

I principi base della Kabbalah

I quattro pilastri della saggezza sono, secondo la Kabbalah:

  • la condivisione;
  • la consapevolezza;
  • l’essere tutti un Uno;
  • la conoscenza delle leggi spirituali.

Analizziamoli uno per uno.

I quattro pilastri della saggezza

Condivisione

Lo scopo della vita è la condivisione. Se lo si fa in modo sincero, ci si sentirà più felici e appagati. Quando si mette in moto uno scambio, ci si connette con quella che la Kabbalah chiama Luce, la Forza Divina del Creatore. Attraverso tale gesto, si può andare oltre l’ego, che rappresenta spesso i bisogni meno profondi e autentici dell’animo umano.

Consapevolezza

Essere coscienti di sé vuol dire portare in equilibrio tutti gli aspetti che compongono un individuo. Se invece ci si concentra soltanto sull’ego ci si sentirà spesso delusi, arrabbiati, negativi, limitati. Si risulterà antipatici e lamentosi agli occhi degli altri.

E’ l’ego che ci fa credere di essere separati gli uni dagli altri, ma in realtà non è così. Ognuno di noi è interconnesso con altri esseri umani. Portare l’attenzione sulla parte più profonda e saggia di sé, aiuta a non entrare in conflitto con se stessi e con il prossimo.

Essere Tutti un Uno

Ogni persona ha dentro di sé una “scintilla del Creatore” che la lega agli altri. Conoscere questo messaggio spirituale aiuta a comprendere che ognuno di noi, in qualsiasi circostanza, deve sentirsi trattato degnamente. Chi comprende questo aspetto si accorgerà di essere responsabile non solo di sé stesso, ma anche degli altri.

Non si può essere completamente felici se chi ci sta attorno, per un motivo qualsiasi, soffre.

Conoscere le leggi spirituali

Nulla succede per caso. Ecco perché è bene conoscere le leggi spirituali che influenzano la vita delle persone. Una di queste è la legge di causa-effetto: ciò che seminiamo è ciò che raccoglieremo. Non sempre questo avviene in tempi brevi, ma tutto torna e trova riscontro sul piano fisico. “Ama il prossimo tuo come te stesso” non è solo una bella frase: dovrebbe essere uno stile di vita.

A cosa serve la Kabbalah

Mettendo in pratica i suoi insegnamenti, la Kabbalah fornisce gli strumenti per migliorare la propria vita. Ad esempio, le relazioni diventano più soddisfacenti. Che si tratti di persone a noi vicine (come il partner, gli amici o i familiari) o di estranei, la Kabbalah aiuta a formare un nuovo modello di noi, più positivo e aperto verso il prossimo.

Se siamo connessi con la nostra coscienza, ogni problema sarà risolto grazie alla nostra fonte più saggia, che ci aiuterà a dare conforto agli altri, a migliorare i rapporti con il partner e con i figli. Nessuno è del tutto cattivo: molti non sanno come fare ad essere diversi da come credono di essere. Non hanno gli strumenti giusti per raggiungere la Luce che hanno dentro.

Espandendo la consapevolezza, allarghiamo i punti di vista e vediamo la vita sotto un aspetto diverso, meno ostile e più utile a seguire il percorso della nostra anima. Le sfide della vita non saranno più accolte come difficoltà, ma come un aiuto alla crescita.

La Cabala ci offre gli strumenti per comprendere la verità e i grandi perché della vita. Si tratta di una disciplina che “rafforza” il muscolo spirituale, per dare un senso anche alle cose più complicate.

Una lettura sull’argomento

Karen Berg è la fondatrice e direttrice spirituale del Kabbalah Centre di New York (Usa). Ha scritto un interessante libro sulla Kabbalah, intitolato “Dio porta il rossetto”. Karen Berg è stata la prima donna a permettere lo studio della disciplina alle donne.

In questo libro svela la metodologia del potere kabbalistico proprio di ogni donna. Sonda il significato più profondo della vita, offrendo esempi dei problemi da affrontare ogni giorno a casa, al lavoro e con i figli, senza scordare di aiutare chi ha perduto una persona cara. Il volume è in vendita sul sito www.kabbalahcentre.it.

La Kabbalah: disciplina dei Vip?

Quale sarà stata la ragione che ha spinto Madonna, Gwyneth Paltrow, Paris Hilton, Demi Moore, Victoria Beckham con il marito David, e tanti altri vip ad avvicinarsi alla Kabbalah?

Indagare sulle reali intenzioni di ciascuno è impossibile, ma una cosa è certa: la Kabbalah non è solo un “capriccio” da star.

Essa è trasmessa da millenni ed è seguita da migliaia di persone in tutto il mondo. Lo studio della Cabala fa bene a tutti: aiuta ad aprire la mente e gli occhi, per conoscere la Forza Creativa presente in ognuno di noi e ad utilizzarla a proprio favore, per trasformare in meglio le qualità che si possiedono.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/cabala-kabbalah/feed/ 0
Dittature mediterranee, libro di Giulia Albanese https://cultura.biografieonline.it/dittature-mediterranee/ https://cultura.biografieonline.it/dittature-mediterranee/#respond Fri, 29 Apr 2016 19:54:18 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=18070 Quella che segue è una recensione e un’introduzione ai fatti storici del libro “Dittature mediterranee”, scritto dalla professoressa Giulia Albanese e pubblicato nel 2016.
Il sottotitolo di questo saggio di storia contemporanea è : “Sovversioni fasciste e colpi di Stato in Italia, Spagna e Portogallo“.

Dittature mediterranee
Dittature mediterranee, la copertina del libro di Giulia Albanese (2016, Laterza)

Dittature mediterranee: sintesi e recensione

Nel 1923, dopo la marcia su Roma del 28 ottobre 1922, Benito Mussolini aveva preso il potere da un anno e aveva già mostrato le sue intenzioni espansionistiche, ordinando all’esercito di occupare l’isola di Corfù, dopo che il comandante italiano Enrico Tellini e alcuni membri della commissione internazionale, inviata a partecipare alle discussioni per la definizione dei confini greco – albanesi, erano stati uccisi.

Le truppe, dopo l’insistenza di molti paesi, vennero ritirate, ma Mussolini riuscì nel suo intento di dimostrare che il fascismo non aveva intenzione di seguire le procedure della Società delle Nazioni. Le scelte del dittatore italiano avevano attirato l’attenzione di altri paesi che seguivano con interesse lo sviluppo del fascismo in Italia. In particolare, la Spagna si era dimostrata un’attenta osservatrice delle vicende italiane.

La corte del re Alfonso XIII, proprio in quei mesi, stava organizzando un viaggio dei sovrani spagnoli in Italia. Il viaggio avrebbe dovuto rinforzare i rapporti economici fra i due paesi e suggerire a Mussolini di ricostruire i rapporti fra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica. Pochi mesi prima del viaggio, il generale Primo de Riveira organizzò un colpo di stato in Spagna che, probabilmente appoggiato dal sovrano, mise in dubbio il viaggio di Alfonso XIII.

Malgrado un capovolgimento così radicale, l’opposizione spagnola non reagì con violenza e quindi fu deciso di proseguire nell’organizzazione dell’incontro fra il re Borbone e il dittatore italiano. Primo de Riveira partecipò agli incontri e, anzi, manifestò la sua ammirazione per Mussolini. Tre anni dopo, anche il Portogallo scelse la via del colpo di Stato e della dittatura militare, consacrando al potere António de Oliveira Salazar.

La Spagna e il Portogallo manifestarono la loro attenzione per come il fascismo era riuscito a prendere il potere e ad organizzare una forza paramilitare per il mantenimento dell’ordine. Negli anni successivi, tutte e tre le nazioni mantennero un intenso dialogo e consolidarono i loro rapporti economici e politici.

Ma quali furono le similitudini fra i tre paesi e cosa portò il Portogallo, l’Italia e la Spagna verso la dittatura militare dopo il conflitto mondiale? E quanto influì il conflitto sui cambiamenti politici dei tre paesi? E, infine, quanto peso ebbe la crisi della classe borghese?

Commento

A queste domande risponde un buon libro di Giulia Albanese, professore associato di Storia contemporanea all’Università di Padova, intitolato “Dittature mediterranee” ed edito da Laterza. L’autrice analizza il modo in cui i tre paesi sono passati da Stati liberali a dittature militari, come il fascismo italiano abbia influenzato la penisola iberica e il modo in cui le istituzioni e la società reale si sia spostata verso la dittatura militare, attraverso la violenza politica e la radicalizzazione di alcuni temi come la crisi economica e la instabilità democratica. Il pregio del saggio è la ricchezza delle fonti e l’approfondimento di un tema originale: il legame appunto fra le tre dittature militari e come il regime di Mussolini li abbia influenzati prima di ispirare il nazionalsocialismo tedesco.

Le cause dei cambiamenti politici, analizzati nel libro “Dittature mediterranee“, non vogliono stimolare una nuova ricerca sul fascismo ma capire il motivo per cui si considera la nascita delle dittature conseguenza del conflitto mondiale, quando, invece, tutti e tre i paesi non hanno avuto dalla guerra conseguenze pesanti, ma, anzi, hanno subito un cambiamento, seguendo un’evoluzione istituzionale, che non ha a che fare con il Trattato di Versailles, bensì con l’implosione di istituzioni che non davano più certezze e che spostavano l’attenzione verso la sicurezza delle svolte autoritarie e dittatoriali.

Giulia Albanese
Giulia Albanese

Quello della professoressa Albanese è un buon testo per comprendere altri elementi che hanno apportato cambiamenti politici conservatori e violenti, in un’epoca come la nostra in cui molti elementi simili si rivedono in altri paesi europei, sia mediterranei che nordici.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/dittature-mediterranee/feed/ 0
Sette brevi lezioni di fisica, di Carlo Rovelli https://cultura.biografieonline.it/sette-brevi-lezioni-di-fisica/ https://cultura.biografieonline.it/sette-brevi-lezioni-di-fisica/#respond Mon, 18 Apr 2016 16:41:33 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17927 Scoprire la fisica dopo alcuni anni di inutili studi liceali è una sorpresa altrettanto entusiasmante come leggere la Divina Commedia o I promessi sposi senza il commento dell’insegnante o l’obbligo di spiegarli durante l’interrogazione. Se poi a farlo è uno studioso di fama internazionale, che con semplicità e ironia, ti racconta le teorie più importanti del XX secolo, allora vale la pena leggerlo e, come tutti i libri che hanno senso, seguire la strada che ti indicano per cercare altri libri e approfondire altre teorie e altre conoscenza. Il libro in questione è un saggio curioso, anche dal punto di vista editoriale, che, dopo aver scalato le classifiche italiane, ha ottenuto un buon successo anche fra i lettori  inglesi e americani. Si tratta delle “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli, pubblicato dalla casa editrice Adelphi.

Sette brevi lezioni di fisica - libro
Sette brevi lezioni di fisica (Adelphi, 2014)

E’ un saggio piccolo, consta solo di 85 pagine e si leggerebbe in un’oretta, se non avesse il fascino del piccolo gioiello editoriale, che ti spinge a rileggerlo più volte, per trovare ogni volta qualcosa in più. La fisica è una materia ostica, ci sono appassionati che vi dedicano la vita e che, probabilmente, già sanno tutto delle lezioni di Carlo Rovelli e ci sono profani che trovano in questo libro un modo diverso di raccontare una materia che, magari, non li ha mai affascinati, anzi forse a volte li ha respinti.

Non è un miracolo di semplicità, intendiamoci. Anche se la rivista Nature lo ha definito una meraviglia, e confermo che le prime sei lezioni sono davvero interessanti, si tratta pur sempre della condensazione in poche pagine della legge generale della relatività di Einstein, delle teorie che hanno costruito la meccanica quantistica, della sostanza del calore, delle particelle elementari che compongono e costituiscono la realtà, della struttura del cosmo e della composizione dei buchi neri, quindi di temi importanti e che, come nel caso della relatività, hanno cambiato la storia della conoscenza.

Cosa rende allora speciale questo saggio? Prima di tutto il fatto che “Sette brevi lezioni di fisica” racconta perché queste scoperte ci riguardano e ci spiegano qualcosa in più del mistero della natura, della nostra vita e della realtà in cui viviamo. Poi perché ci racconta che la semplicità alla base di teorie molto complesse, racchiude la verità scientifica di queste teorie. Cioè che il fatto che una teoria complessa come quella della relatività generale o della meccanica quantistica, possano essere spiegate in poche righe non le rende banali, ma anzi ci fa intuire la loro eterna bellezza. Infine, ma ci sono anche altri motivi, che si tratta di un libro entusiasmante. Perché il prof. Carlo Rovelli, fisico teorico e membro dell’Institut universitaire de France, mostra come la teoria della relatività spieghi lo spazio e il tempo grazie ad un’idea folgorante: lo spazio è materia e la gravità, cioè il peso della massa, piega lo spazio e lo curva.

Carlo Rovelli
Una foto del Prof. Carlo Rovelli

Per questo motivo il nostro pianeta non procede all’infinito ma gira su se stesso, perché piega lo spazio che lo contiene. Poi il professore ci spiega come la meccanica quantistica, che nessuno è riuscito ancora a sistematizzare in una teoria completa ed esauriente, svela però il mistero dietro al comportamento delle particelle elementari e come la sua applicazione matematica abbia permesso, ad esempio – ma non solo – la creazione dei computer.

Carlo Rovelli spiega queste due teorie con la sicurezza di chi le ha studiate per tutta la vita e le deve raccontare a chi vorrebbe comprendere la fisica ma non ha strumenti e conoscenze per poterlo fare e certamente non tornerà all’università o al liceo per imparare i fondamentali.

Ma il viaggio non finisce qui, perché nelle pagine seguenti, in “Sette brevi lezioni di fisica“, ci spiega l’origine e la sostanza dei buchi neri e come le particelle elementari sono studiate per ricostruire i mattoni della realtà. E il lettore si sposta con piacere dall’universo al piccolo infinitesimale, cercando di capire perché tutto si tiene.

Le domande, come se fossimo ad una lezione vera e propria, nascono spontanee e solo una parte trova risposta. Il resto va cercato in altri libri, ma il fatto che un piccolo libro ci porti in un nuovo mondo e ci spinga a sollevare altri veli sulla realtà, non è poca cosa.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/sette-brevi-lezioni-di-fisica/feed/ 0