romanzi autobiografici Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 25 Oct 2023 08:11:36 +0000 it-IT hourly 1 Ritratto dell’artista da giovane (Dedalus), romanzo di Joyce: riassunto https://cultura.biografieonline.it/dedalus-joyce-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/dedalus-joyce-riassunto/#comments Sun, 09 Jan 2022 09:43:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20164 Ritratto dell’artista da giovane” (A Portrait of the Artist as a Young Man), o “Dedalus“, è un romanzo molto rinomato dello scrittore James Joyce. Il romanzo è stato pubblicato a New York nel 1916 ed è considerato da critici ed appassionati come uno dei migliori romanzi del XX secolo.

Ritratto dell artista da giovane - Dedalus - James Joyce - riassunto

Dedalus: quasi un’autobiografia

Il romanzo narra le vicende e gli anni formativi della vita di un bambino chiamato Stephen Dedalus, ovvero l’alter-ego di Joyce. Stephen Dedalus è un nome usato dall’autore che vuole indicare, da una parte, l’architetto della mitologia greca Dedalo (personaggio della mitologia greca: grande architetto, scultore ed inventore, rinomato soprattutto per essere il costruttore del famoso labirinto del Minotauro). E, dall’altra parte, Stephen che si ispira al martire cristiano Santo Stefano (ovvero il primo cristiano che ha sacrificato la propria vita per testimoniare la propria fede in Cristo e per la diffusione del Vangelo).

Il linguaggio adottato da Joyce inizialmente è semplice, poiché si riferisce al mondo dei bambini. Poi muta man mano che il protagonista cresce, diventando più complesso. Lo si denota dalle future conversazioni letterarie e filosofiche in cui vengono addirittura citati dal protagonista nomi del calibro di:

Il romanzo è semiautobiografico. Proprio come lo scrittore, Stephen Dedalus, è allievo dei padri gesuiti. Proprio come lui, è suscettibile nei confronti dell’ambiente che lo circonda e sempre pronto a difendere la propria autonomia. Sceglie l’alternativa più semplice, ovvero quella del silenzio, dell’esilio e dell’astuzia.

Stephen Dedalus è anche un personaggio di rilievo dell’Ulisse di James Joyce. Inoltre, alcuni critici sostengono inoltre che il narratore dei primi tre racconti di “Gente di Dublino” sia proprio Stephen Dedalus.

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Ritratto dell’artista da giovane: riassunto del libro

Il romanzo si apre con l’iscrizione di Stephen Dedalus al collegio gestito dai padri gesuiti. Ma la tranquillità per il giovane Stephen è solo apparente. Infatti un giorno, alla fine di un gioco spericolato, il ragazzo viene spinto accidentalmente dentro un fosso pieno d’acqua. A spingerlo è il suo compagno di classe Wells. Stephen Dedalus trascorre così una notte in infermeria. L’episodio si conclude comunque nel migliore dei modi. Il giovane rimane però colpito da ciò che gli è successo.

Arrivano le feste natalizie. Tutti i bambini trascorrono le loro vacanze in famiglia. All’inizio Stephen sembra molto contento di ritrovare un po’ di serenità tra le mura di casa. Ma la pace è scalfita dai continui litigi tra la zia di Stephen ed il signor Simon. Hanno differenti vedute sulle questioni religiose. La donna sostiene fermamente le credenze della Chiesa cattolica, mentre il padre di Stephen ha un atteggiamento ambivalente, perché si dice contrario all’influenza che la chiesa impone nella società.

Al ritorno dalle vacanze, il ragazzo torna alla solita vita del collegio. Ma il clima che si vive al suo interno, pian piano, diventa sempre più teso. Un compagno di classe di nome Fleming, per non aver risposto in modo esatto ad una domanda, subisce una dura punizione fisica da parte di Padre Dolan. Lo stesso trattamento tocca anche Stephen che, pur non avendo fatto assolutamente nulla, viene accusato di negligenza, menzogna e oziosità. Il fatto però viene riportato al rettore che, in parte, riconosce l’assoluta innocenza del ragazzo. Così viene visto e osannato dal gruppo dei suoi compagni di classe come una sorta di eroe.

Riassunto: seconda parte

Quando sembra che Stephen abbia raggiunto un po’ di serenità, ecco che gli affari di famiglia iniziano ad andare male. Il ragazzo si vede costretto e obbligato a trasferirsi a Dublino e ad abbandonare il collegio dei padri gesuiti. Per fortuna sua, questo cambiamento improvviso giova al giovane trasmettendogli una nuova sensazione rivoluzionaria di libertà.

In questa fase della sua vita, il giovane Stephen si innamora perdutamente di una ragazza ma è incapace di dichiararle i suoi sentimenti. In seguito, si iscrive presso una scuola pubblica di Dublino facendo amicizia con un certo Heron.

Dopo un po’ di tempo, il ragazzo partecipa ad un concorso letterario vincendo una discreta somma di denaro. Sperpera poi tale somma in modo poco intelligente e oculato. Stephen cerca di placare in modo sbagliato, e spesso irruento, i suoi istinti di giovane adolescente, commettendo talvolta anche delle imprudenze.

La scuola, nel frattempo, ha organizzato un ritiro per tutti gli studenti. Qui i ragazzi riflettono su alcuni temi importanti nella vita. Viene trattato il tema del “peccato carnale” e della “terribile tortura infernale eterna”.

A questo punto Stephen, dopo aver appreso le dottrine, decide di impegnarsi a cambiare stile di vita, decidendo di rispettare con scrupolo tutte le regole a cui ogni buon cristiano dovrebbe sottostare. Sono quelle imposte da Dio nella Sacra Bibbia. Nell’evolversi del suo intento, si trova però a combattere con i costumi della società moderna che ben presto lo opprimono. Si ritrova così ad essere schiacciato dal sistema.

Quando un’anima nasce in questo paese le vengono gettate delle reti per impedire che fugga. Tu mi parli di religione, lingua e nazionalità: io cercherò di fuggire da quelle reti.

Dedalus libro di Joyce

Finale

Nell’ultima parte del romanzo, il protagonista Stephen Dedalus, decide di iscriversi all’università coltivando la sua passione, ancora acerba, verso le materie letterarie. Utilizza i suoi talenti di scrittura e inizia ad intrattenere alcune amicizie con ragazzi e persone facenti parte della sfera sociale delle persone importanti.

Il romanzo si conclude con il ragazzo che decide di partire alla volta di Parigi, per cercare di sviluppare e affinare i propri talenti di scrittore. Il viaggio però, come si potrà scoprire, non avrà mai luogo.

Foto di James Joyce
L’autore James Joyce

Dedalus al cinema

Dal romanzo di James Joyce venne realizzato, nel 1977, un film omonimo “Ritratto dell’artista da giovane”, con Bosco Hogan nella parte di Stephen Dedalus e TP McKenna nella parte di Simon Dedalus.

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Walden ovvero Vita nei boschi, libro di Henry David Thoreau (riassunto) https://cultura.biografieonline.it/walden-vita-nei-boschi-thoreau/ https://cultura.biografieonline.it/walden-vita-nei-boschi-thoreau/#comments Fri, 09 Dec 2016 16:16:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=20553 Il filosofo, scrittore e poeta statunitense Henry David Thoreau è noto al pubblico principalmente per il romanzo “Walden ovvero Vita nei boschi“. Il testo venne riscritto ben sette volte dall’autore, prima della pubblicazione finale avvenuta nel 1854. Proponiamo di seguito una breve analisi del libro con un riassunto della storia.

Walden ovvero Vita nei boschi - libro - riassunto
Walden ovvero Vita nei boschi : una copertina del libro di Henry David Thoreau. Foto: Teresa Borgia

L’uomo e la natura

Walden ovvero Vita nei boschi” è uno scritto autobiografico, in cui l’autore narra del rapporto tra uomo e natura. In questo particolare contesto, la natura viene vista dall’autore come una vera e propria fonte di benessere esistenziale. Non è vista come un semplice mezzo per arrivare al raggiungimento delle conoscenze ideali di ordine superiore.

L’uomo moderno per Thoreau, se vuole vivere felice, deve abbandonare tutta una serie di schemi sociali e provare a cercare verità e felicità nelle piccole cose. La nostra esistenza è troppo meccanica e ripetitiva. Ciò è dovuto alle conseguenze dei fenomeni dell’industrializzazione e dell’urbanesimo.

L’uomo è comunque artefice del proprio destino. Egli cerca di ritrovare se stesso anche se vive in una società rivolta al consumismo che, molto spesso, guarda solo all’utile commerciale. Secondo Thoreau, invece, noi dobbiamo cercare e trovare lo spazio per pensare, entrando esclusivamente in contatto con la natura. Liberandoci di tutti gli irrigidimenti mentali e sociali a cui il nuovo mondo costringe. In questo senso, l’essere umano può vivere sereno anche in determinate condizioni di povertà materiale. Apprezzando, a differenza di altri, le piccole (grandi) cose della vita.

Walden ovvero Vita nei boschi: riassunto

All’inizio del romanzo, l’autore ci introduce la tematica dell’economia e del malcostume diffuso di spendere e sperperare il denaro. Infine, di disperdere il tempo utile. Poi, il libro continua con la storia. Nel luglio 1845, all’età di ventotto anni, Henry David Thoreau lascia la sua città natale per trovare una nuova via di vita a contatto con la natura.

Nel romanzo, l’autore ci narra delle sensazioni che ha provato durante il suo soggiorno in una capanna, realizzata in gran parte da solo, sulle sponde del lago Walden (Walden Pond). Il sito è nelle vicinanze della cittadina di Concord, nel Massachusetts. Qui, l’autore vi soggiorna per ben due anni. Segue uno stile di vita lontanissimo da quello degli altri e si immerge solo nei ritmi della natura.

Lo scrittore inizia così a raccontare della sua vita a stretto contatto con la natura, soffermandosi in modo particolare sugli ambiti naturalistici che il mondo attorno gli offre. Dapprima, si concentra sulla descrizione dettagliata della zona in cui decide di costruire la sua dimora e, in seguito, descrive in modo minuzioso la sua vita nei boschi. Descrive gli animali che ci vivono, le vicissitudini quotidiane, i suoi visitatori reali e a volte immaginari che però lo accompagnano in questa meravigliosa avventura.

Walden life in the woods - book - summary
Walden life in the woods – book – summary

Thoreau e la Natura

L’autore si concentra sul paesaggio circostante narrandoci con incredibile precisione il disegno che la natura ha realizzato in quei luoghi. I capitoli più intensi del libro sono quelli in cui la protagonista principale è proprio la Natura.

Henry David Thoreau descrive il trasformarsi della flora e della fauna nei pressi del lago di Walden di stagione in stagione. Nella quiete dei boschi, il protagonista coltiva il suo orto, legge, osserva gli animali, passeggia nella natura, si incammina alla scoperta di qualche villaggio vicino, passa il suo tempo facendo piccoli lavori in casa, scrive.

Inoltre, costruisce delle amicizie sane. Si tratta di rapporti basati solo sullo scambio di esperienze, sul dono e sul disinteresse. Sono amicizie costruite diversamente da quelle che lui stesso aveva intrecciato fino ad allora in vita, quando si trovava a vivere in città.

Anche se la sua vita appare monotona. L’autore, in questa situazione, riesce a trovare la pace interiore. Il compito di Thoreau di vivere nei boschi è una vera e propria prova di sopravvivenza. E’ allo stesso tempo una testimonianza preziosa per tutti e per i posteri a venire.

Tale scelta si inserisce nella sua consapevolezza di “disobbedienza civile” nei riguardi di una società di cui lo stesso autore non condivideva gli ideali. Il suo esperimento di vivere nei boschi, lontano dalla società civile, sembra inizialmente funzionare.

Il vagabondo di Walden instaura un rapporto solitario con la natura ed è alla ricerca di un misterioso alfabeto segreto. Quello del mitico New England di due secoli prima. Ossia un territorio geografico che è considerato anche nella sua dimensione morale, estetica e metafisica.

Finale

Alla lunga però lo stesso autore si rende conto che anche questo esperimento deve terminare. Tutto ha un inizio e anche una fine. Il libro si conclude con il rientro da parte dell’autore nella sua città natale. Abbandona definitivamente la vita dei boschi, per ritornare alla cosiddetta società civile.

Henry David Thoreau arriva alla conclusione che non sia possibile vivere “davvero” in quel modo. Perché per lui era assolutamente indispensabile vivere altre vite diverse e non dedicarsi solamente a una “vita sola”, in questo caso alla vita nei boschi. In ogni caso, il suo romanzo Walden ovvero Vita nei boschi ci lascia un importante messaggio. Quello che bisogna vivere sempre con assoluta semplicità e leggerezza. Bisogna cogliere l’attimo e, in ultimo, essere determinati per raggiungere i propri sogni.

Foto di Henry David Thoreau
Henry David Thoreau

Commento all’opera

Walden ovvero Vita nei boschi” è uno dei libri di maggior successo dello scrittore Henry David Thoreau. I filosofi di quel tempo hanno certamente apprezzato il suo libro ma non sempre l’autore e la sua opera sono stati capiti. Il libro ha influenzato il pensiero ecologico contemporaneo ed è unanimemente considerato tra i classici più letti della letteratura americana.

Una frase del libro divenne celeberrima negli anni ’90 del XX secolo quando venne riportata nel copione del bellissimo film “L’attimo fuggente” (1989, con Robin Williams). La frase sintetizza in modo assoluto il pensiero dell’autore:

Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita (…) per non scoprire in punto di morte che non ero vissuto. (…) Volevo vivere profondamente e succhiare tutto il midollo della vita.

Altre citazioni dell’opera di Thoreau trasposte sul grande schermo, soprattutto dal punto di vista filosofico, si trovano nel film “Into the Wild” (2007, di Sean Penn).

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Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino: riassunto https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-zoo-berlino-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/ragazzi-zoo-berlino-riassunto/#respond Fri, 15 Apr 2016 17:38:27 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=17895 Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” (Wir Kinder vom Bahnof Zoo), è un libro autobiografico pubblicato da Christiane Vera Felscherinow, meglio conosciuta come Christiane F., un’ex tossicodipendente che nel corso del 1978, per circa due mesi, quando era sia imputata che testimone ad un processo per detenzione e spaccio di droga, raccontò la sua storia a due giornalisti del settimanale “Stern“, Kai Hermann e Horst Rieck.

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino
Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino – copertina italiana del libro

La denuncia, in realtà, era a carico di Heinz W., un rappresentante di commercio maturo, che era solito frequentare delle giovanissime prostitute, tra cui Christiane e la sua inseparabile amica quattordicenne Babette Doge.

Pubblicato inizialmente a puntate sul settimanale tedesco “Stern“, il libro sulle vicende di Christiane F. suscitò non poco scalpore, soprattutto per la giovanissima età dei protagonisti, tossicodipendenti gestiti da adulti, affetti da evidenti disturbi psichici, pronti a tutto, anche a vendere il proprio corpo, pur di procurarsi la propria dose quotidiana. Il titolo originale del libro, infatti, fa riferimento a bambini piuttosto che a ragazzi.

Il libro

Per vedere il libro pubblicato nella sua versione integrale, bisogna però aspettare il 1979 quando la Flescherinow, per via delle sue vicende, diviene famosa in tutto il mondo, riuscendo anche a far volgere lo sguardo dell’opinione pubblica sulle problematiche della droga e della prostituzione nel mondo giovanile.
In Italia, la pubblicazione di “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino” avviene nel 1981, quando la casa editrice Rizzoli decide di far tradure il romanzo autobiografico di Christiane F. dalla giornalista Roberta Tatafiore.

Gli errori dell’edizione italiana

La versione italiana presenta però degli errori nell’indicazione di alcuni luoghi di Berlino, e una scelta stilistica assai diversa rispetto all’opera originale, che conteneva anche delle foto crude delle vicende dei suoi protagonisti.
Riuscitissimo è invece l’accostamento tra la locazione, la stazione vicino il giardino zoologico di Berlino, e la metafora del serraglio, luogo di aggregamento dei giovani sventurati protagonisti del libro, fatto nel titolo.

Un successo mondiale

Il libro viene presto tradotto in molte lingue e diviene, nel giro di pochissimo tempo, un vero e proprio successo mondiale, in quanto simbolo di una generazione che, più di tutte, è vittima e schiava dell’eroina. Nel 1981 dal libro della Felscherinow viene anche tratto un film che, pur non seguendo fedelmente la trama del libro, riscuote un enorme successo in tutto il mondo, sia di critica che di pubblico.

Christiane F. (Christiane Vera Felscherinow)
Una foto di Christiane F. (Christiane Vera Felscherinow), autrice del romanzo autobiografico “Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”

Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino: trama del libro

Il racconto di Christiane F. descrive descrive con particolare enfasi le tappe principali della sua vita: dal trasloco da Amburgo al sobborgo berlinese di Gropiusstadt alla sua infanzia difficile, dalla violenza del padre alla separazione dei genitori, per finire con l’iniziazione all’eroina in un oratorio protestante prima, e nella discoteca berlinese Sound dopo.

Christiane trascorre un’infanzia difficilissima. Costretta per anni a subire le violenze da parte del padre, un po’ alla volta si avvicina ad un mondo diverso dal suo e per questo affascinante: quello della droga.

Le tristi vicende della protagonista iniziano alla tenera età di dieci anni, quando la madre, trovata la forza di separarsi dal padre, si trasferisce insieme al compagno Klaus in un piccolo sobborgo di Berlino. Qui, la piccola Christiane inizia a frequentare un circolo ricreativo gestito dalla Parrocchia, chiamato “Hauss der mitte“, dove per la prima volta comincia a far uso di stupefacenti. Nello stesso periodo comincia a frequentare la scuola a Berlino dove conosce una ragazza, Kessi, che diventerà la sua migliore amica, insieme alla quale comincia il suo calvario nel tunnel della droga.

Le cose stavano così che l’uno vedeva nell’altro la merda che lui stesso era. Uno vedeva il proprio squallore e rimproverava all’altro lo stesso squallore per dimostrare a se stesso di non essere tanto squallido come l’altro.

A soli dodici anni comincia a fumare hascisc, bere alcolici e a far uso di acidi e pasticche insieme ai suoi nuovi amici, tra i quali spicca la figura del suo primo amore Detlef.
Ed è proprio per via di queste nuove frequentazioni che le semplici pasticche cominciano a non bastarle più e che la giovanissima Christiane inizia a spingersi sempre più oltre, alla ricerca di qualcosa di più forte ed inebriante.

Ecco quindi che decide di cominciare a far uso anche di eroina, dapprima sniffandola e poi iniettandola direttamente nel suo corpo per endovena. L’alto costo di questa sostanza la costringe però a prostituirsi e quindi a frequentare assiduamente la metropolitana della zona più malfamata di Berlino: il Banhof Zoo. In questo luogo tetro riesce ogni giorno a procurarsi il denaro sufficiente per due o tre dosi di eroina.

Finale

Tutto ciò dura finché un giorno la giovanissima protagonista, chiusa nel bagno di casa per iniettarsi la dose quotidiana di eroina, viene scoperta dalla madre che, in preda al rimorso per averla sempre trascurata, decide di aiutare la figlia ad uscire dal tunnel della droga.

Christiane tenta quindi la via della disintossicazione, ma a Berlino l’impresa si rivela ancora più ardua di quanto potesse pensare. Per questo motivo, la madre decide di mandare la figlia a vivere a casa di una zia che vive lontano dalla capitale tedesca. Qui la piccola Christiane ha modo di cominciare una nuova vita circondata dall’affetto dei propri familiari e da quello di amici sinceri, ma soprattutto dall’oscuro mondo della droga.

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