ritratti Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Fri, 18 Apr 2025 17:39:27 +0000 it-IT hourly 1 Cristo alla colonna, quadro di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/cristo-alla-colonna-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/cristo-alla-colonna-antonello-da-messina/#comments Fri, 18 Apr 2025 17:39:25 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26846 Nel periodo 1476-1478 circa Antonello da Messina dipinge il Cristo alla colonna, un’opera potentissima che supera l’iconografia fiamminga e apre la strada ad un nuovo modo di realizzare i ritratti.

Cristo alla colonna Antonello da Messina Christ at the column
Cristo alla colonna (1476-1478): olio su tavola, 25.8 cm × 21 cm • Il dipinto è conservato presso il Museo del Louvre, a Parigi.

Cristo alla colonna: descrizione dell’opera

Prima di tutto la testa del Cristo non è rivolta verso lo spettatore ma è appoggiata alla colonna della flagellazione. Gli occhi di Gesù guardano verso il cielo in un momento altissimo di sofferenza fisica e morale.

Cristo non cerca la pietà dell’uomo ma quella di Dio che invoca in un momento di disperazione e dolore. L’emozione è fortissima perché in questo momento Antonello da Messina racchiude la disperazione della passione quando Gesù si domanda perché suo padre, Dio, lo ha abbandonato.

Eloi, Eloi, lema sabactàni? [In aramaico]

Secondo i Vangeli di Marco e Matteo sono le ultime parole di Gesù prima di morire.

La perfezione dei dettagli

A questo punto lo sguardo dello spettatore si concentra sulla realizzazione di dettagli perfetti. I capelli sciolti sono sudati a causa della sofferenza patita; la corona di spine, la barba rada, le lacrime si differenziano per un miracolo di luce e colore dalle gocce di sangue; il collo, la corda intorno al collo tirato per il dolore e alla bocca da cui sembra udire la voce di Gesù.

Il dipinto, perfetto nella sua realizzazione, suscita compassione, pietà e ammirazione per il gioco della luce che ci permette di osservare senza soluzione di continuità i particolari del volto di Cristo.

Un altro elemento di originalità si trova nella prospettiva che la particolare collocazione del viso crea nel perimetro del dipinto. L’osservazione parte da sotto e sale fino agli occhi: in questo modo il volto del Cristo prende tutto lo spazio e occupa completamente lo sguardo dello spettatore.

Commento e breve analisi dell’opera

Non si sfugge dalla tragedia che Gesù sta vivendo, bisogna guardarla, subirla e riflettere poi sul peso che ha dovuto affrontare. Questo è lo scopo di Antonello da Messina: fotografare la perfezione di un attimo.

Per nostra fortuna il dipinto Cristo alla colonna a differenza di altri quadri dell’artista messinese, è conservato molto bene; dunque la forza della luce si realizza appieno.

Il dipinto si colloca nella serie tematica di opere che comprende anche Ecce Homo e Crocifissione. “Cristo alla colonna” ebbe successo per la sua efficacia prospettica ma soprattutto per il capolavoro dei dettagli. Tuttavia ciò che colpisce, a mio modo di vedere, oltre alla luce, alla bellezza dei dettagli, alla perfezione dei particolari è la forza di attrazione verso la bellezza di Gesù; Cristo soffre, cerca Dio padre e vede forse in quell’attimo il Paradiso che lo attende.

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Ritratto d’uomo (Ritratto d’ignoto marinaio), opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/#comments Fri, 01 Sep 2023 08:20:22 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26510 Il suo modo di ritrarre, innovativo e originale, sconvolse i canoni dell’epoca, rendendo immediato il suo successo. Antonello da Messina fu uno dei più straordinari ritrattisti italiani. L’opera che andiamo ad analizzare in questo articolo è conosciuta come Ritratto d’uomo. Realizzato tra il 1465 e il 1476 circa, questo dipinto – indicato a volte come Ritratto d’ignoto marinaio – è un olio su tavola che misura 31×24,5 cm. Attualmente il celebre quadro si trova a Cefalù, presso il Museo Mandralisca.

Ritratto d'uomo (Ritratto d'ignoto marinaio)
Ritratto d’uomo (Ritratto d’ignoto marinaio) – quadro famoso di Antonello da Messina

Non c’è turista che viaggiando per la Sicilia […] tra Palermo e Messina non si senta obbligato o desideroso di fermarsi a Cefalù: e dopo averne ammirato il Duomo e sostato nella piazza luminosa che lo inquadra, non imbocchi la stradetta di fronte a destra per visitare, fatti pochi passi, il Museo Mandralisca. Dove sono tante cose – libri, conchiglie e quadri – legati […] al Comune di Cefalù: ma soprattutto vi è splendidamente isolato, folgorante, quel ritratto virile che, tra quelli di Antonello da Messina che conosciamo, è forse il più vigoroso e certamente il più misterioso e inquietante.

Leonardo Sciascia

Ritratto d’uomo: il grande cambiamento

I cambiamenti che Antonello da Messina apportò al genere della ritrattistica furono notevoli. In Italia nel 1400 la ritrattistica veniva rappresentata attraverso le effigi che comparivano sulle medaglie. In queste rappresentazioni il volto del soggetto appariva sempre di profilo.

Il ritratto con il volto di tre quarti o di fronte, in origine approdò in Italia grazie ai dipinti dei pittori fiamminghi. Van Eyck, Hans Memling, furono esempi che influenzarono il genere e anche la cultura di Antonello.

Tuttavia questi straordinari artisti non si limitarono a cambiare la posizione del soggetto, ma ne indagarono gli aspetti più specifici del volto: ne ritrassero i dettagli, indugiando su particolari caratteristiche morfologiche, illuminando imperfezioni e catalogando minimi tratti del viso.

Antonello da Messina e i pittori fiamminghi

Il soggetto è vittima di una sorta di scrutamento impietoso in cui tutto ciò che è visibile, reale, deve essere riportato sulla tela. Antonello da Messina va oltre. Non si limita a seguire gli insegnamenti dei fiamminghi utilizzando il suo straordinario talento per riprendere nei minimi dettagli il soggetto del ritratto, ma ne indaga anche gli elementi psicologici.

Questa è la grande differenza rispetto ai fiamminghi e in generale la novità che Antonello introduce nella storia dell’arte.

I ritratti dei pittori fiamminghi sono inespressivi, impersonali e privi di qualsiasi elemento che ne richiami il carattere. Antonello invece indaga il soggetto.

Ritratto d’uomo – Ritratto d’ignoto marinaio: analisi dell’opera

In questo dipinto intitolato Ritratto d’uomoRitratto d’ignoto marinaio, coglie il sorriso beffardo del soggetto, lo sguardo ironico, l’intelligenza velata, la smorfia beffarda delle labbra.

È una Gioconda al maschile per quel sorriso ironico, beffardo.

Vittorio Sgarbi

L’artista rappresenta un personaggio sfuggente che passa da uno sguardo ironico ad una smorfia irriverente che lo rende enigmatico. Qualsiasi tratto del volto è una prova di questa ricerca.

Antonello vuole mostrare un personaggio non passivo ma in continuo movimento, come se in un attimo attraversassero il volto dell’uomo espressioni diverse. Osservando meglio il soggetto si viene attirati dalla sua affabilità ma contemporaneamente si prova un senso di smarrimento di fronte alla sua ironia.

Ritratto d'uomo Il dettaglio degli occhielli
Il dettaglio degli occhielli

Anche gli abiti sono dipinti con ricchezza di dettagli fino alla impressionante resa degli occhielli e dei bottoni. Ma ciò che colpisce di più è la dinamicità del volto.

L’uomo sembra spostarsi mentre osserva lo spettatore che a sua volta rimane in dubbio sulla natura benevola o maligna del soggetto.

Mentre si osserva il volto dell’uomo si esplora la sua personalità e si sviluppano congetture fantasiose o verosimili sul suo carattere, sulla sua storia, sul suo ruolo. L’immenso talento di Antonello da Messina si può in parte ammirare in questa storia narrata attraverso le vicissitudini di un volto.

Guarda anche il video

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Donna rossa con camicia bianca, quadro di Henri de Toulouse-Lautrec https://cultura.biografieonline.it/donna-rossa-camicia-bianca-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/donna-rossa-camicia-bianca-lautrec/#comments Sun, 18 Jun 2023 10:21:26 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29402 Donna rossa con camicia bianca” è stato dipinto da Henri de Toulouse-Lautrec nel 1889. La modella ritratta è Carmen Gaudin, una ragazza dai bellissimi capelli ramati che Lautrec conobbe a Montmartre. Lì la giovane viveva o lavorava. Il pittore ne rimase talmente affascinato, soprattutto per il colore dei capelli, tanto che le chiese di posare per lui.

Donna rossa con camicia bianca, quadro di Henri de Toulouse-Lautrec
Donna rossa con camicia bianca (1889, Henri de Toulouse-Lautrec)

Donna rossa con camicia bianca: Carmen Gaudin

Il pittore realizzò diverse opere con soggetto Carmen Gaudin. Lei stessa divenne popolare fra gli artisti del quartiere tanto da diventare la modella di Fernand Cormon, Alfred Stevens, Albert Bernard, François Gauzi e Henri Rachou.

Lautrec studiò con estrema attenzione la fisionomia della ragazza, realizzando molti dipinti. Nelle opere di Lautrec, Carmen appare in posizioni differenti: di profilo, in piedi, con la testa bassa – come in questo dipinto – oppure vestita con un abito scuro. O più comunemente con la camicia bianca.

In tutti i dipinti Henri de Toulouse-Lautrec cerca di cogliere la bellezza dei suoi capelli, la forza del colore rosso: sono questi gli elementi che tanto lo hanno colpito. Ma il suo sembra anche un modo di raccontare il carattere timido e riservato della ragazza, la sua ritrosia ad essere scoperta e conosciuta.

Il debole che Lautrec aveva per le donne dai capelli rossi è noto e l’abbiamo raccontato anche in un altro esempio: si veda l’analisi della sua opera Rossa, detta anche La Toilette, trattata in un precedente articolo.

Descrizione del ritratto

Lautrec in quest’opera, Donna rossa con camicia bianca, crea contrasti cromatici forti e intensi come il bianco della camicia con le parti scure dello sfondo.

L’inquadratura dall’alto verso il basso accentua il fascino della ragazza. La sua femminilità è indagata con rispetto e attenzione da parte del pittore.

Carmen Gaudin in questo dipinto sembra una ragazza dolce e al contempo selvatica, incomoda nella sua bellezza. Ed è coinvolgente osservare come Lautrec ci mostra, o meglio ci fa intuire, senza svelarcelo palesemente, il fascino discreto e nascosto di Carmen.

L’abilità dell’artista è quella di comunicarci anche l’imbarazzo della ragazza a farsi ritrarre, scrutare e osservare da uno sconosciuto.

Proprio in questo equilibrio fra timidezza, femminilità, desiderio di mostrarsi e ritrosia nel farlo che ne esce una bellezza sfumata, nascosta quasi infastidita della ragazza.

Dati sull’opera

Il quadro è realizzato mediante la tecnica olio su tela.

Misura cm 59,5 x 48,2.

E’ conservato in Spagna, a Madrid, presso il Museo Thyssen-Bornemisza.

Il titolo in lingua francese è: La rousse avec chemisier blanc. Mentre in lingua inglese è indicato come La Rousse in a White Blouse. In spagnolo: La pelirroja con blusa blanca.

Analisi dell’opera con commento video

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Ritratto d’uomo, opera di Antonello da Messina (collezione Malaspina) https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina-malaspina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina-malaspina/#comments Mon, 23 Jan 2023 13:07:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=28543 Questo “Ritratto d’uomo” che riporta un titolo comune nelle opere di Antonello da Messina, fu realizzato fra il 1468 e il 1470. Attualmente è esposto presso la Pinacoteca Malaspina a Pavia. Luogo ideale, voluto dal marchese Luigi di Malaspina Sannazzaro (1754 – 1835), il quale fu anche proprietario del dipinto.

Ritratto d'uomo - Antonello da Messina (collezione Malaspina)
Ritratto d’uomo (1468-1470), analisi dell’opera di Antonello da Messina – Tempera grassa su tavola. 20×27 cm. Pavia, Pinacoteca Malaspina.

Ritratto d’uomo (collezione Malaspinta): storia del quadro

Il marchese acquistò l’opera ritenendo che fosse un autoritratto di Antonello da Messina. Non vi è certezza di questo, come del resto anche in altri ritratti non abbiamo certezza, ma solo ipotesi che possano essere autoritratti.

Un esempio è quello analizzato nell’articolo: Ritratto di giovane (o Ritratto d’uomo): autoritratto di Antonello da Messina.

La tavola qui in esame fu rubata nella notte tra il 10 e l’11 maggio 1970. Venne ritrovata 7 anni dopo (agosto 1977) nella Stazione Tiburtina di Roma.
Fu così possibile restituirla ai musei pavesi il 5 settembre 1977. Dal 1980 il quadro è esposto nel castello visconteo nella sezione della Pinacoteca Malaspina. 

Analisi dell’opera

L’autografia di Antonello da Messina in questa piccola tavola, che misura 27×20 cm, è posta in basso, al centro e non è dipinta. Come è accaduto in altri ritratti – ad esempio, Salvator Mundi – bensì incisa sulla tavola.

Questo è un originale espediente rispetto al modo in cui Antonello si firmava, cioè dipingendo il suo nome su un cartellino a sua volta dipinto e collocato in basso e al centro dell’opera.

La modalità di incidere il proprio nome su quadro ricorda Jan van Eyck che faceva lo stesso con i suoi dipinti; Antonello lo ammirava per il suo modo di dipingere.

E proprio alcuni rimandi all’arte di van Eyck ci dicono che questo Ritratto d’uomo è stato dipinto prima del soggiorno veneziano di Antonello. Si tratta di un periodo in cui la sua attenzione per il dettaglio è profondamente influenzata dai pittori fiamminghi.

Infatti molti elementi stilistici ricordano le caratteristiche pittoriche di una prima fase pittorica di Antonello da Messina e permettono dunque di datare l’opera nel periodo indicato all’inizio: fra il 1468 e il 1470.

I dettagli

Più in dettaglio possiamo notare l’abbigliamento del soggetto: la giubba rossa che si gonfia a punta sulle spalle e il copricapo nero a tronco di cono che ricordano la moda fiamminga della metà del Quattrocento.

Anche l’acconciatura dell’uomo, con quella particolare frangetta sulla fronte, ricorda la moda dell’epoca e quindi ci induce a datare il dipinto intorno a quegli anni.

Il Ritratto d’uomo della collezione Malaspina mostra poi l’innovazione di Antonello, il quale oltre a rendere i particolari più specifici del volto, non risparmiando nulla a fisiognomica del personaggio ne caratterizza anche la particolarità psicologica.

Gli occhi sottendono un’ironia fine, elegante, che pone lo spettatore in una condizione di curiosità. Tale sentimento è accentuato anche dalla postura di tre quarti del volto – anch’essa è un’altra innovazione di Antonello – che permette dunque una certa mobilità del volto.

Analisi dell’opera e commento video

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Annunciata (Palermo): analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/#comments Wed, 07 Dec 2022 19:25:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29218 Dipinto celebre, famoso e amato di Antonello da Messina, “Annunciata“, è stato realizzato fra il 1475 e il 1476. Conservata in Sicilia presso Palazzo Abatellis, è spesso indicata come Annunciata di Palermo. Il luogo di conservazione permette di distinguere questa da un’altra opera correlata, già trattata in un precedente articolo: l’Annunciata di Monaco. Tra poco vedremo le principali differenze.

L’Annunciata di Palermo è un’opera fondamentale nella poetica artistica di Antonello, perché ci mostra un volto di Maria bellissimo; esso ci coinvolge nell’atto stesso in cui la Madre di Cristo accetta il destino che le cambierà l’esistenza: essere la madre del figlio di Dio. Con questa scelta si trova a rappresentare per sempre tutte le madri del mondo: la maternità della Madonna ha un valore universale e un peso eterno.

Annunciata di Palermo - Antonello da Messina
Annunciata (Antonello da Messina, 1475-1476). Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis. Tempera e olio su tavola – 45×34,5 cm

Annunciata di Palermo e Annunciata di Monaco: le differenze

Antonello ritorna al tema dell’Annunciazione come aveva fatto nel 1474 con “Annunciazione” e come farà nel periodo 1476 – 1477 con il dipinto di Monaco citato poc’anzi; l’opera di Monaco è simile a quella di Palermo. In quella di Monaco però Maria appare sorpresa e spaventata dall’arrivo dell’Angelo.

Annunciata (Monaco), opera di Antonello da Messina
L’Annunciata (Vergine Annunziata) conservata a Monaco.

In questo dipinto, bellissimo e spirituale, vediamo invece una Madonna calma: ella ha preso il sopravvento sulle sue emozioni e con controllo, eleganza, umiltà, fermezza, equilibrio e soavità.

Il gesto della mano

Maria risponde alla chiamata di Dio con il solo gesto della mano. Una mano bellissima che sembra alzarsi verso l’Angelo in un gesto di consapevolezza, preoccupazione, sorpresa. La sorpresa è dovuta a ciò che le viene comunicato.

Annunciata di Palermo - dettaglio delle mani e del libro
Il dettaglio delle mani e del libro

Contemporaneamente vi è la determinazione e la mitezza di chi, proprio come una Madre, accetta il suo compito futuro: accetta quindi il Figlio, comunque sarà e qualunque ruolo dovrà interpretare nella sua vita.

La luce e la presenza dell’angelo

L’Angelo appare attraverso la luce che le illumina il volto. La scelta di non mostrare l’emissario di Dio ma di suscitarlo attraverso la luce è un’idea scenica utilizzata anche nell’altro dipinto, “Annunciata di Monaco”.

La maestria di Antonello di catturare un attimo denso e complesso

La luce rappresenta l’introduzione di un evento soprannaturale che avviene in un attimo. E in un attimo Maria si spaventa, si preoccupa, capisce, si tranquillizza e accetta la sua missione.

In un attimo c’è tutto e si può comprendere e interpretare tutto il valore cristiano di un evento così complesso e straordinario. Anche l’idea che il tempo sia condensato in un attimo in cui la decisione di accettare un evento immortale avviene quasi superando i parametri temporali è meravigliosamente spirituale ed emozionante.

Annunciata di Palermo - dettaglio del volto di Maria
Annunciata di Palermo: il dettaglio del volto di Maria

La tecnica

La luce è la protagonista del dipinto in una tecnica che Antonello possiede benissimo e che mostra in questo capolavoro. La luce arriva da sinistra e illumina il volto di Maria, il suo abito, il libro aperto sul leggio.

Lo sfondo

Lo sfondo nero rende ancora più forte la sua presenza scenica e le dona la prospettiva necessaria affinché chi la guarda, la veda in tutto il suo splendore.

La geometria

Il dipinto è stilisticamente perfetto: rappresenta una rara bellezza geometrica in cui il volto di Maria si apre in un triangolo con la veste che chiude sul petto con la mano sinistra.

La prospettiva

La prospettiva è accentuata anche dalla presenza del leggio che sembra sfondare la tela. Prospettiva, spazio, senso geometrico sono accentuati dalla luce, che con la sua morbidezza ci permette di vivere un momento ultraterreno e un evento spirituale eterno.

Analisi dell’opera e commento video

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Ritratto d’uomo,1475: commento e analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-1475-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-1475-antonello-da-messina/#respond Tue, 09 Mar 2021 09:20:52 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=32812 L’opera qui analizzata, Ritratto d’uomo, è uno dei ritratti più suggestivi del maestro siciliano Antonello da Messina. Scopriamone i motivi.

Ritratto d'uomo, 1475 - quadro di Antonello da Messina
Ritratto d’uomo, 1475 – opera di Antonello da Messina

Ritratto d’uomo: il volto

Il volto da qualsiasi punto di vista lo si osservi sembra guardarci con ironia e distacco. Vi è una sorta di atteggiamento pensoso che non ci permette di comprendere quale sarà il suo gesto successivo. Sembra, quindi, che il soggetto sia sospeso in un atteggiamento senza tempo e senza un tempo, un ritmo, da eseguire in un momento successivo.

Come anche in altri dipinti, ad esempio L’Annunciata, anche in questo ritratto veniamo sospesi in un attimo indefinito che però ci mostra molti aspetti della personalità del soggetto.

Chi è l’uomo del quadro

Non sappiamo chi sia l’uomo ritratto da Antonello. Ci sono molte ipotesi; alcune più suggestive farebbero credere che si tratti di Michele Vianello, un ricco mercante d’arte veneziano che Antonello da Messina avrebbe conosciuto durante il suo soggiorno a Venezia. Ma non ci sono prove concrete che ci permettano di definire l’identità di un personaggio che ha una carica espressiva così stupefacente.

I dettagli

Osservando il dipinto vediamo un volto maturo che emerge da uno sfondo nero la cui profondità è accentuata dalla falda del cappello, che ricade sulla spalla. Con un magnifico chiaroscuro il maestro siciliano delinea meravigliosamente:

  • gli zigomi dell’uomo;
  • le fossette;
  • le rughe intorno agli occhi;
  • le pieghe del collo.

Anche il naso, con la sua rotondità, diventa un punto di riferimento del volto dell’uomo.

I dettagli del viso diventano poi infinitesimali se osserviamo la capacità dell’artista di dipingere ogni singolo pelo delle sopracciglia. Oppure se guardiamo come le pieghe del collo sembrino così vere da farci temere che l’uomo, mentre lo osserviamo, esca dal dipinto e venga a parlarci con quell’aria ironica e scanzonata che lo contraddistingue.

Altri dettagli fioriscono mentre osserviamo la fisionomia del soggetto. Come, ad esempio, le labbra che insieme agli occhi ci fanno pensare alla volubilità del carattere de protagonista e sembra che da un momento all’altro possano schiudersi per parlarci e dunque per suscitare in noi una reazione.

Ritratto d'uomo 1475 - Antonello da Messina, volto
Ritratto d’uomo 1475: il dettaglio del viso

Tutti i ritratti di Antonello da Messina hanno questa caratteristica e tuttavia questo ritratto d’uomo, realizzato intorno al 1475 sembra essere ancora più vivo degli altri. Ci sono dipinti che possiamo osservare per ore e di cui scopriamo dettagli che prima non avevamo visto: d’altra parte l’Arte può avere molte definizioni e una di queste è la ricerca dell’immortalità da parte dell’artista che lascia nel quadro segni e simboli da cercare con attenzione.

In questo dipinto straordinario la ricerca è ancora più spostata avanti nel tempo perché man mano che si osserva il dipinto, anche da angolature differenti, si continua a vedere un cambiamento, impercettibile nello sguardo e nell’atteggiamento del soggetto.

Dati sul quadro

  • Tecnica: Tempera e olio su tavola
  • Dimensioni: 31×25,2 cm
  • Ubicazione: Roma, Galleria Borghese

Ritratto d’uomo: analisi dell’opera e commento video

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La Celestina, quadro famoso di Pablo Picasso (1904): analisi dell’opera https://cultura.biografieonline.it/celestina-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/celestina-picasso/#comments Mon, 30 Nov 2020 09:36:32 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=31314 La Celestina è un Ritratto realizzato nel 1904 da Pablo Picasso. Fa parte del cosiddetto periodo blu dell’artista spagnolo, che abbiamo approfondito in diverse sue opere in articoli precedenti.

La Celestina (1904) • La Célestine (La femme à la taie) • Olio su tela • Dimensioni: 74,5 x 58,5 cm • Ubicazione: Musée National Picasso, Parigi
La Celestina (1904) • La Célestine (La femme à la taie) • Olio su tela • Dimensioni: 74,5 x 58,5 cm • Ubicazione: Musée National Picasso, Parigi

Celestina: un’identità misteriosa

Chi è questa donna enigmatica che il pittore ritrae durante il periodo blu?

Alcuni l’hanno identificata con Carlotta Valdivia, una mezzana che Picasso incontrò a Barcellona. Il nome Celestina potrebbe essere inventato e richiamare la protagonista del romanzo di Fernando De Rojas: Celestina o La tragicommedia de Calisto e Melibea.

L’identità della persona ritratta di fatto rimane un mistero.

Descrizione del quadro

Picasso eseguì quest’opera poco prima di partire per Parigi, creando un personaggio di forte impatto emotivo: il soggetto è una donna anziana con l’occhio sinistro corrotto dalla cataratta.

La donna porta un velo sul capo e una mantella scura che ne avvolge il corpo, dandole ancora di più un’aria austera.

Il corpo non si vede in quanto la mantella ne inghiotte le forme; il viso emerge grazie alla luce che lo illumina.

La Celestina, Picasso, dettaglio
Il volto in dettaglio

I dettagli del volto

Proprio nel volto dell’anziana ci mostra la capacità di Picasso nel dipingere i dettagli. Ad esempio, osservate questi dettagli:

  • l’attaccatura dei capelli;
  • le guance scavate;
  • la pelle cadente;
  • la peluria sopra al labbro superiore;
  • le rughe del collo.

Sono elementi che sottolineano la decadenza dovuta agli anni; quella Celestina è una vita sacrificata. Questi dettagli sono impronte di un verismo forte, intenso che non lascia spazio ad altre suggestioni, che quella di vedere la realtà così come appare.

Il colore e la forza espressiva

Il blu – il colore che contraddistingue questo periodo di Pablo Picasso – riempie tutto il dipinto lasciando spazio solo a qualche riflesso rosa, giallo e bianco.

Celestina è un personaggio meraviglioso, perché sembra spuntato dal nulla e con la sua forza espressiva si staglia davanti allo spettatore, in parte osservandolo e in parte andando oltre, osservando qualcosa al di là di noi. In questo senso i personaggi di Picasso immersi nel colore blu sembrano provenire da un altro mondo, un oltre tomba dove in realtà sono più vivi e intensi grazie al contesto da cui emergono.

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Si tratta di un contesto sconosciuto: non sappiamo infatti da dove proviene Celestina. Il suo sguardo storto, severo, inquisitorio ci inquieta e ci tiene desti, come se attendessimo una sentenza.

Analisi dell’opera (commento video)

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Ritratto da Giovane, analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-da-giovane-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-da-giovane-antonello-da-messina/#respond Sat, 01 Aug 2020 14:02:02 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29936 Ritratto da giovane, indicato in lingua inglese come Portrait of a Man, è un’opera di Antonello da Messina. Generalmente si ritiene che l’opera sia stata realizzata fra il 1472 e il 1473. Tuttavia alcuni hanno contestato questa datazione ritenendo più plausibile che Antonello abbia dipinto il ritratto quando si trovava già a Venezia, sotto l’influsso dei dipinti di Giovanni Bellini.

Ritratto da Giovane, quadro di Antonello da Messina
Ritratto da Giovane, quadro di Antonello da Messina, 1472-1473. Olio su tavola su compensato. 27,5×21 cm. Museo Nacional Thyssen-Bornmisza, Madrid (Spagna)

Ritratto da giovane, descrizione del quadro

Di questo dipinto di Antonello, colpisce l’acutezza dello sguardo che il soggetto esprime. In questa scelta tecnica e stilistica il pittore dimostra un talento straordinario: in essa si può immaginare l’influenza della sua esperienza veneziana.

Ad ogni modo ci troviamo di fronte ad un dipinto straordinario in cui il dettaglio è portato a capolavoro.

Oltre all’espressione del soggetto che ci induce a ragionare sulla sua caratura psicologica e sulla sua bellezza espressiva, possiamo ammirare i particolari delle pieghe degli occhi, le sopracciglia in cui appaiono dipinti i singoli peli, la bocca dipinta con un tratto asciutto, essenziale. Quest’ultimo elemento ci costringe ad ammirare la capacità di Antonello di rendere anche un tratto così riconosciuto non banale.

Infine le ciocche dei capelli, le quali sembrano vere tanto sono dettagliati quasi i singoli capelli. E non sembra un’esagerazione pensare che il ritratto sia talmente vivido da sembrare così reale e intenso come una scultura.

Il dettaglio ingrandito degli occhi, delle sopracciglia e dei capelli

La luce

L’elemento della luce costituisce un altro protagonista dell’opera, come lo sono la linearità delle forme e la precisione dei singoli dettagli. La luce ci mostra gli zigomi del volto; fa risaltare le sopracciglia, illumina le pieghe incredibilmente dettagliate del colletto della camicia e fa risaltare il nodo che sul petto chiude il vestito.

Sempre a luce, come in un’esposizione continua e mobile ci mostra i muscoli del collo e risalta alcune ciocche dei capelli.

Infine è da notare lo sguardo esaltato dalla luce: in esso si vede il colore degli occhi ma soprattutto la forza psicologica del personaggio che sembra guardarci, osservarci con un piglio sicuro e curioso.

Analisi dell’opera con commento video

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Ritratto di Ambroise Vollard, storia e analisi dell’opera di Pablo Picasso https://cultura.biografieonline.it/ritratto-ambroise-vollard-picasso/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-ambroise-vollard-picasso/#comments Wed, 29 Jul 2020 14:19:55 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29859 Il dipinto che analizziamo in questo articolo è il Ritratto di Ambroise Vollard, realizzato da Picasso nel 1909. Ambroise Vollard fu un abile e intelligente mercante d’arte. Fu amico degli artisti più influenti del primo ‘900. Ebbe modo di conoscere Pablo Picasso quando ancora il pittore spagnolo incominciava a farsi conoscere a Parigi. Nel 1901 Vollard decise di realizzare una mostra con settantacinque opere di Picasso. In seguito, la collaborazione fra i due proseguì. Nel 1909 Picasso realizzò un ritratto dell’amico mercante d’arte: il Ritratto di Ambroise Vollard.

Ritratto di Ambroise Vollard, quadro di Picasso (portrait)
Ritratto di Ambroise Vollard, quadro di Picasso

Ritratto di Ambroise Vollard, analisi dell’opera

Si tratta di uno dei primi ritratti realizzati da Picasso nel suo studio di Rue de Clichy a Parigi, dopo che aveva deciso di trasferirsi definitivamente nella capitale francese. L’opera è un esempio palese del periodo del Cubismo analitico.

E’ interessante osservare come già in questo ritratto appaiano le tracce di una complessità che renderanno il Cubismo sempre più ermetico e di difficile comprensione visiva.

Questo ritratto si scompone in un intricato sistema geometrico che ingloba quasi facendolo scomparire il corpo e parte del busto di Ambroise Vollard. Il volto invece è riconoscibile malgrado la tecnica del cubismo. Il soggetto appare con tutta la sua imponenza.

Naso grosso, fronte alta, barba e baffi contraddistinguono il soggetto, anche se alcuni amici di Vollard, dopo aver visto il ritratto dichiararono di non riuscire a riconoscere l’amico.

Il ritratto di Ambroise Vollard sembra emergere dalla confusione delle forme cubiste con colori caldi e chiari che permettono una visione trascendentale: è come se l’uomo, che ha gli occhi chiusi, emergesse da un’altra dimensione.

Curiosamente, quando il dipinto fu mostrato al pubblico, fu una bambina, figlia di amici di Vollard a riconoscere l’uomo. Forse non significa nulla ma si po’ anche immaginare che proprio la mente di un bimbo avesse la forza, al di là dei pregiudizi, per vedere e intuire le forme del volto del soggetto nell’intricato sistema geometrico del cubismo.

Picasso nei suoi quadri cubisti sembra seguisse una sorta di percorso giocoso in cui lasciava tracce visibili di un soggetto o di un oggetto in mezzo ad elementi più scomposti. In tal modo permetteva al fruitore dell’opera di seguire un percorso di comprensione che gli permettesse di comprendere il contenuto.

Data dell’opera

1909-1910

Tecnica

Olio su tela

Misure

cm 92 x 65

Dove è possibile ammirare il dipinto

Museo Puškin, Mosca (Russia)

Analisi dell’opera con commento video

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Justine Dieuhl seduta nel giardino di Forest, opera di Henri de Toulouse-Lautrec https://cultura.biografieonline.it/justine-dieuhl-lautrec/ https://cultura.biografieonline.it/justine-dieuhl-lautrec/#respond Fri, 29 May 2020 13:15:48 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29391 Nel periodo 1889-1991 Henri de Toulouse-Lautrec realizza questo dipinto, “Justine Dieuhl seduta nel giardino di Forest”. Il luogo oggetto del quadro e del titolo è il giardino del suo amico e fotografo Père Forest (Padre Forest). Si tratta di un’opera realizzata mediante tecnica olio alla trementina. Attualmente è esposto a Parigi, presso il Musée d’Orsay. La tela misura 74×58 centimetri.

Justine Dieuhl seduta nel giardino di Forest, opera di Henri de Toulouse-Lautrec
Justine Dieuhl seduta nel giardino di Forest, opera di Henri de Toulouse-Lautrec (1889-1991, Justine Dieuhl – Femme dans un jardin)

Il luogo

Il giardino si trovava vicino all’atelier pittore di Toulouse-Lautrec, a Montmartre, fra rue Caulaincourt e il boulevard de Clichy.

Era un giardino poco curato che serviva per il tiro con l’arco. Lautrec aveva già utilizzato tale luogo e in seguito lo utilizzerà di nuovo per realizzare i suoi ritratti. Il pittore francese all’epoca era un ritrattista apprezzato dai contemporanei, i quali spesso gli chiedevano ritratti su commissione. Lui stesso cercava modelli e modelle da ritrarre, allo scopo di riprodurre quel dettaglio o quell’espressione che lo avevano colpito, osservando il soggetto.

Chi è Justine Dieuhl?

La donna ritratta in questo dipinto si chiama Justine Dieuhl. Di lei conosciamo solo il nome. Lautrec non rende omaggio in questo ritratto a Justine, poiché la scelta di dipingerla difronte, in una posizione più alta del soggetto, soffermandosi sulle mani un po’ sgraziate e sugli occhi persi nel vuoto, accentuando una certa goffaggine della donna; sono dettagli che in un certo senso sembrano divertire il pittore francese.

Lo sfondo e i colori

A fare da sfondo alla scena è la vegetazione incolta del giardino di Forest, che Lautrec fa risaltare con un lavoro dettagliato e complesso. Attraverso le numerose sfumature del verde, fa risaltare il rosso del foulard di Justine Dieuhl e il viola del suo abito.

Lautrec e van Gogh

La pennellata filamentosa è rapida ed essenziale: ricorda i dipinti di Vincent van Gogh di cui Lautrec era amico; con l’olandese aveva avuto fra il 1886 e il 1888 un sodalizio artistico che si interruppe quando Van Gogh propose all’ amico di formare una comune di amici. Lautrec teneva molto in considerazione la pittura di Van Gogh e spesso lo aveva difeso da critiche ingiuste, che alcuni contemporanei e critici gli avevano rivolto.

Justine Dieuhl seduta nel giardino di Forest: analisi dell’opera con commento video

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