ritratti famosi Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 25 Jul 2024 16:27:58 +0000 it-IT hourly 1 Belle Ferronnière, quadro di Leonardo da Vinci: descrizione e storia https://cultura.biografieonline.it/leonardo-belle-ferronniere/ https://cultura.biografieonline.it/leonardo-belle-ferronniere/#respond Thu, 25 Jul 2024 15:39:22 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12146 La “Belle Ferronnière”, o “Ritratto di dama”, è un’opera di Leonardo da Vinci realizzata nel suo primo periodo milanese (1482-1500) e conservato nel Musèe du Louvre di Parigi. Si tratta di un dipinto ad olio su tavola delle dimensioni di 63 x 45 cm, collegato agli altri due ritratti della medesima fase il “Ritratto di musico” e la “Dama con l’ermellino”. In questo periodo, Leonardo rimase al servizio di Ludovico il Moro per quasi vent’anni realizzando una serie di progetti di ingegneria idraulica, di lavori di urbanistica, di architettura e disegni per apparati decorativi legati a feste e spettacoli pubblici.

Belle Ferronnière (Leonardo da Vinci, 1482-1500)
La Belle Ferronnière (o Ritratto di Dama) è uno dei quadri più belli di Leonardo da Vinci. Realizzato durante il suo periodo milanese (1482-1500) oggi si trova esposto al Louvre di Parigi.

L’artista si trovò ad operare in un clima culturale ideale che favorì la sua propensione allo sperimentalismo tecnico, scientifico e formale.

Belle Ferronnière: il quadro

Il ritratto “Belle Ferronnière” mostra una fanciulla a mezzobusto su sfondo scuro e dietro un parapetto alla fiamminga, probabilmente Lucrezia Crivelli, che ha preso il posto di Cecilia Gallerani (presumibilmente la ragazza ritratta nella “Dama con l’ermellino”) come amante di Ludovico il Moro.

Altre ipotesi che però non sono risultate confermate, propendevano che il soggetto femminile del quadro potesse essere una tra: Isabella d’Este, sua sorella Beatrice, moglie del Moro, oppure Elisabetta Gonzaga.

La donna è ritratta con il busto voltato a sinistra, mentre la testa è frontale, come richiamata all’attenzione da qualcosa o qualcuno.

Il suo bel volto, focus dell’opera, si concede all’ammirazione dello spettatore, deviando però il suo sguardo lateralmente, senza stabilire un contatto visivo, conferendo un senso enigmatico al dipinto.

L’abbigliamento della dama è molto curato, ma non particolarmente sfarzoso: nel dipinto, infatti, non osserviamo la presenza di vistosi gioielli.

Leonardo, Dama con l'ermellino
E’ possibile fare un paragone con il celebre dipinto “La dama con l’ermellino”

La donna indossa, come nel dipinto la “Dama con l’ermellino”, un vestito con scollatura rettangolare, tipica dell’abbigliamento nobile del periodo, caratterizzato, secondo la moda del tempo, da maniche intercambiabili, in questo caso legate da lacci che mostrano gli sbuffi della camicia bianca sottostante, e porta in testa un sottile filo annodato sulla fronte che tiene ferma la capigliatura e mostra un piccolo rubino incastonato al centro.

Al collo, indossa una sottile collana bicolore, avvolta in tre cerchi stretti che cade annodata a un nastro sul petto.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/leonardo-belle-ferronniere/feed/ 0
Las Meninas: storia, curiosità e commento del quadro di Velázquez https://cultura.biografieonline.it/las-meninas-velazquez/ https://cultura.biografieonline.it/las-meninas-velazquez/#comments Mon, 06 Nov 2023 14:51:24 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4653 Las Meninas è uno dei capolavori di Diego Velázquez e uno dei quadri più enigmatici della storia dell’arte. Su di esso sono state argomentate e proposte moltissime interpretazioni.

Il dipinto fu realizzato tra il 1656 e il 1657.

Molti artisti, in omaggio a questo straordinario quadro, ne hanno dato una loro propria versione. Come ad esempio Salvador Dalì, Francisco Goya, Edouard Manet e naturalmente Pablo Picasso; quest’ultimo ha realizzato ben 58 versioni del quadro trasportandolo, dal punto di vista pittorico, dal XVII secolo alla contemporaneità.

Velazquez, Las Meninas (1656) - olio su tela, 318×276 cm - Museo del Prado, Madrid
Velázquez, Las Meninas (1656) – olio su tela, 318×276 cm – Museo del Prado, Madrid

Analisi e descrizione dell’opera

Il dipinto Las Meninas nella sua perfezione cromatica e geometrica ad una prima osservazione non appare per nulla misterioso.

La sua descrizione è semplice.

All’interno di una delle stanze del palazzo reale dell’Alcázar, adibita a studio del grande pittore, viene rappresentata l’erede al trono, Margherita, accompagnata dal suo seguito.

Il gruppo è composto dalla damigella d’onore che si piega verso la principessa, la dama d’onore posta dietro a Margherita, sulla destra di chi guarda, e i due nani di corte.

Sulla sinistra appare Diego Velázquez stesso. Egli è in piedi con pennello e tavolozza, intento a dipingere; sulla destra e più indietro rispetto alla prima fila di persone appaiono un’altra dama d’onore e un uomo della corte. In fondo sono appesi alcuni quadri dipinti dal genero di Velazquez e raffiguranti le metamorfosi di Ovidio; accanto a questi quadri e posto vicino alla porta è appeso uno specchio in cui sono riflessi i regnanti, genitori della principessa.

In mezzo alla porta, in piedi su una scala è ritratto il ciambellano della regina.

Las Meninas - Velazquez - dettaglio
Il dettaglio dei personaggi

Le possibili interpretazioni

Il quadro ha suscitato fin da subito diversi quesiti.

  • Perché vi compare anche Velázquez e che cosa sta dipingendo?
  • Qual è stata la sua esatta posizione nella stanza?
  • La coppia reale dov’è collocata per comparire riflessa in quello specchio?

L’interpretazione più immediata e comune identifica l’opera come se fosse l’istantanea di un momento di vita della corte: Velázquez sta ritraendo la coppia reale che si trova di fronte a lui e la principessa, insieme al suo seguito, è venuta a vedere l’opera.

Diego Velazquez
Diego Velazquez

Altre interpretazioni vedono, invece, nel quadro una simbologia nascosta, come se il pittore avesse voluto inserire nella rappresentazione idee e concetti al di fuori della semplice oggettiva raffigurazione.

Queste teorie vedono nel pittore la volontà intellettuale di dipingere la famiglia reale con una strategia precisa, identificando simbologie e idee metafisiche o intellettualistiche dietro alle posizioni degli astanti.

Inoltre la presenza del pittore sembra ingombrante e si trova con una certa forza espressiva in mezzo alla famiglia reale.

Perché?

Ha trasgredito l’etichetta?

Velázquez era comunque un uomo importante molto vicino al re e quest’ultimo pare fosse molto soddisfatto dell’opera.

È possibile anche che il quadro fosse, nelle intenzioni dell’autore, un tributo alla pittura e in particolare alla ritrattistica, dipingendo un quadro che spiegasse come si dipinge un quadro. Sarebbe in tal senso una celebrazione della sua arte rendendo lui stesso e il suo dipinto immortali.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/las-meninas-velazquez/feed/ 2
La Gioconda: il quadro più famoso del mondo https://cultura.biografieonline.it/leonardo-gioconda/ https://cultura.biografieonline.it/leonardo-gioconda/#comments Fri, 29 Sep 2023 09:04:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=8772 La Gioconda di Leonardo da Vinci è il quadro più celebre del mondo, tanto celebre anzi da essere trasformato in mito. Del ritratto sono state dette e scritte le cose più straordinarie. Per comprendere questo quadro invece, bisogna vederlo al di fuori di ogni mito, al di fuori di ogni esaltazione o denigrazione, per quello che è realmente nel suo ambito storico: la raffigurazione di una signora dei primi anni del Cinquecento.

La Gioconda - Monnalisa (Leonardo da Vinci)
Leonardo da Vinci, La Gioconda (Monnalisa): realizzato tra il 1503 e 1505, è il quadro più famoso del mondo. Olio su tavola; cm 77×53. Parigi, museo del Louvre.

Il ritratto è rappresentato davanti a un vasto paesaggio deserto con il quale costituisce un’unità totale: la figura umana, infatti, pur dominandolo quantitativamente, vi si avvolge lentamente. Ciò permette anche di vedere il viso di tre quarti e quindi, oltre che di fronte, anche in parte di lato, penetrandone psicologicamente i diversi aspetti, perché come è noto, il volto umano appare differente se visto di prospetto o di profilo.

Nel rendere questa rotazione Leonardo coglie la mobilità: l’uomo non è mai completamente immobile perché vive e, poiché respira, poiché il sangue pulsa, egli stesso scorge una continua vibrazione anche in ciò che lo circonda e che, in realtà, è fermo. Il lieve trapasso dei piani dalla luce all’ombra, lo “sfumato”, la leggerissima sfocatura dell’immagine, esprimono quella palpitazione, quella penetrazione nell’atmosfera, che fanno della Monna Lisa una persona umana nella più alta accezione rinascimentale, ovvero completamente inserita nel mondo naturale.

Il sorriso della Gioconda

Ciò spiega anche il sorriso, che tanto ha fatto parlare di sé come un unicum misterioso, e che non è invece un’eccezione. Non soltanto perché in tutto il lungo corso della storia abbiamo visto spesso volti sorridenti, quanto perché, traendo forse spunto dal suo maestro Verrocchio, spesso Leonardo fa sorridere i suoi volti.

Nel sorriso della Gioconda è la sintesi di Leonardo, dei suoi lunghi e faticosi studi sperimentali, quegli studi scientifici apparentemente indipendenti dall’attività artistica e che invece trovano nella sua pittura il momento culminante. Né è espressione di gioia, un sentimento umano transitorio; è piuttosto espressione della serena tranquillità di chi domina con la ragione.

La forma della persona ritratta è piramidale ed è coerente, perché il busto è tagliato al di sotto del gomito, in modo che le braccia conserte fungono da base. Anche la disposizione di queste serve a indicare la rotazione, tanto più che da un lato si appoggia al bracciolo tondeggiante di un sedile in foggia di balaustra, sfuggente interamente a destra.

La Gioconda siede davanti a un parapetto sopra il quale si intravedono, ai lati, due colonnette sagomate, come se fosse collocata in una terrazza a loggia, quindi all’interno di un’abitazione, ma in un luogo che si apre all’esterno.

Al di là del parapetto è lo spazio naturale, dove ci sono strade, un ponte, acqua, pianure, montagne; uno spazio reso più ampio da quella degradazione cromatica della quale tante volte Leonardo da Vinci parla e dell’incertezza dello “sfumato” che, rendendo indecisi i contorni, allontana da noi gli oggetti abbracciandoli in una densa atmosfera.

Si ottiene così una vastità spaziale che il “microcosmo” rappresentato, appena una piccola porzione del mondo, si trasforma in “macrocosmo”, ovvero ci dà l’idea di essere immersi nella totalità del mondo.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/leonardo-gioconda/feed/ 7
Ragazza con l’orecchino di perla, di Jan Vermeer: breve storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/ragazza-con-orecchino-di-perla/ https://cultura.biografieonline.it/ragazza-con-orecchino-di-perla/#comments Mon, 25 Sep 2023 14:11:07 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5334 Ragazza con l’orecchino di perla è uno dei quadri più conosciuti di Jan Vermeer. È stato dipinto nel 1665 ed è attualmente esposto al museo Mauritshuis, all’Aia, in Olanda.

Il genere

Il genere a cui si rifà Vermeer per realizzare quest’opera è il tronie. Si tratta di un genere molto diffuso ai tempi del pittore, che rappresenta un ritratto in costume.

Cioè un quadro in cui i modelli indossano abiti esotici o vestiti che richiamano periodi di storia antica; il fine è quello di raffigurare personaggi storici realmente esistiti o personaggi biblici e religiosi. Tuttavia in questo quadro la ragazza ritratta – divenuta celebre come Ragazza con l’orecchino di perla – e la sua rappresentazione rimangono un mistero.

Jan Vermeer: Ragazza con l’orecchino di perla (1665)
Ragazza con l’orecchino di perla, di Jan Vermeer (1665)

Ragazza con l’orecchino di perla, o Ragazza col turbante: il dipinto

Gli abiti infatti che indossa – un turbante di colore azzurro, una fascia dorata uguale al vestito, l’orecchino di perla opalescente – non suscitano un richiamo iconografico tale da poter identificare un personaggio specifico.

La forza espressiva della ragazza, di straordinaria immediatezza, proviene dalla posizione del corpo, girato di tre quarti e dallo sguardo languido perfettamente ricreato da Vermeer.

Lo sfondo nero del quadro esalta i colori degli abiti e dell’incarnato. Sia il trattamento dell’azzurro del turbante che la luminosità degli occhi e il riflesso della luce sull’abito dimostrano un sapiente utilizzo dei colori e delle trasparenze.

Sono da osservare con attenzione il sapiente utilizzo della luce e le sfumature dei toni e dei colori nel passaggio da un contesto cromatico all’altro.

Altri quadri dello stesso autore

Dello stesso autore abbiamo pubblicato l’approfondimento di un altro quadro: L’astronomo.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ragazza-con-orecchino-di-perla/feed/ 3
Ritratto d’uomo (Ritratto d’ignoto marinaio), opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/#comments Fri, 01 Sep 2023 08:20:22 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26510 Il suo modo di ritrarre, innovativo e originale, sconvolse i canoni dell’epoca, rendendo immediato il suo successo. Antonello da Messina fu uno dei più straordinari ritrattisti italiani. L’opera che andiamo ad analizzare in questo articolo è conosciuta come Ritratto d’uomo. Realizzato tra il 1465 e il 1476 circa, questo dipinto – indicato a volte come Ritratto d’ignoto marinaio – è un olio su tavola che misura 31×24,5 cm. Attualmente il celebre quadro si trova a Cefalù, presso il Museo Mandralisca.

Ritratto d'uomo (Ritratto d'ignoto marinaio)
Ritratto d’uomo (Ritratto d’ignoto marinaio) – quadro famoso di Antonello da Messina

Non c’è turista che viaggiando per la Sicilia […] tra Palermo e Messina non si senta obbligato o desideroso di fermarsi a Cefalù: e dopo averne ammirato il Duomo e sostato nella piazza luminosa che lo inquadra, non imbocchi la stradetta di fronte a destra per visitare, fatti pochi passi, il Museo Mandralisca. Dove sono tante cose – libri, conchiglie e quadri – legati […] al Comune di Cefalù: ma soprattutto vi è splendidamente isolato, folgorante, quel ritratto virile che, tra quelli di Antonello da Messina che conosciamo, è forse il più vigoroso e certamente il più misterioso e inquietante.

Leonardo Sciascia

Ritratto d’uomo: il grande cambiamento

I cambiamenti che Antonello da Messina apportò al genere della ritrattistica furono notevoli. In Italia nel 1400 la ritrattistica veniva rappresentata attraverso le effigi che comparivano sulle medaglie. In queste rappresentazioni il volto del soggetto appariva sempre di profilo.

Il ritratto con il volto di tre quarti o di fronte, in origine approdò in Italia grazie ai dipinti dei pittori fiamminghi. Van Eyck, Hans Memling, furono esempi che influenzarono il genere e anche la cultura di Antonello.

Tuttavia questi straordinari artisti non si limitarono a cambiare la posizione del soggetto, ma ne indagarono gli aspetti più specifici del volto: ne ritrassero i dettagli, indugiando su particolari caratteristiche morfologiche, illuminando imperfezioni e catalogando minimi tratti del viso.

Antonello da Messina e i pittori fiamminghi

Il soggetto è vittima di una sorta di scrutamento impietoso in cui tutto ciò che è visibile, reale, deve essere riportato sulla tela. Antonello da Messina va oltre. Non si limita a seguire gli insegnamenti dei fiamminghi utilizzando il suo straordinario talento per riprendere nei minimi dettagli il soggetto del ritratto, ma ne indaga anche gli elementi psicologici.

Questa è la grande differenza rispetto ai fiamminghi e in generale la novità che Antonello introduce nella storia dell’arte.

I ritratti dei pittori fiamminghi sono inespressivi, impersonali e privi di qualsiasi elemento che ne richiami il carattere. Antonello invece indaga il soggetto.

Ritratto d’uomo – Ritratto d’ignoto marinaio: analisi dell’opera

In questo dipinto intitolato Ritratto d’uomoRitratto d’ignoto marinaio, coglie il sorriso beffardo del soggetto, lo sguardo ironico, l’intelligenza velata, la smorfia beffarda delle labbra.

È una Gioconda al maschile per quel sorriso ironico, beffardo.

Vittorio Sgarbi

L’artista rappresenta un personaggio sfuggente che passa da uno sguardo ironico ad una smorfia irriverente che lo rende enigmatico. Qualsiasi tratto del volto è una prova di questa ricerca.

Antonello vuole mostrare un personaggio non passivo ma in continuo movimento, come se in un attimo attraversassero il volto dell’uomo espressioni diverse. Osservando meglio il soggetto si viene attirati dalla sua affabilità ma contemporaneamente si prova un senso di smarrimento di fronte alla sua ironia.

Ritratto d'uomo Il dettaglio degli occhielli
Il dettaglio degli occhielli

Anche gli abiti sono dipinti con ricchezza di dettagli fino alla impressionante resa degli occhielli e dei bottoni. Ma ciò che colpisce di più è la dinamicità del volto.

L’uomo sembra spostarsi mentre osserva lo spettatore che a sua volta rimane in dubbio sulla natura benevola o maligna del soggetto.

Mentre si osserva il volto dell’uomo si esplora la sua personalità e si sviluppano congetture fantasiose o verosimili sul suo carattere, sulla sua storia, sul suo ruolo. L’immenso talento di Antonello da Messina si può in parte ammirare in questa storia narrata attraverso le vicissitudini di un volto.

Guarda anche il video

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ritratto-d-uomo-antonello-da-messina/feed/ 2
Dama con l’ermellino (ritratto di Cecilia Gallerani): opera di Leonardo https://cultura.biografieonline.it/dama-ermellino-leonardo/ https://cultura.biografieonline.it/dama-ermellino-leonardo/#comments Tue, 24 Jan 2023 07:34:10 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5226 La Dama con l’ermellino è un quadro tra i più famosi di Leonardo da Vinci. È stato dipinto fra il 1488 e il 1490. L’opera è un olio su tavola che misura 54,8 x 40,3 cm.

Esposto per diversi anni presso il Czartoryski Muzeum di Cracovia, dal 2012 il quadro si trova al castello del Wawel (sempre a Cracovia, in Polonia).

Chi è la dama con l’ermellino

Questo straordinario ritratto rappresenta Cecilia Gallerani, figlia di Fazio Gallerani, nobile milanese molto facoltoso.

Leonardo, Dama con l'ermellino
La dama con l’ermellino, di Leonardo da Vinci (1488 – 1490)

Il ritratto fu eseguito da Leonardo quando la ragazza aveva ventitré anni.

Cecilia fu l’amante del duca Ludovico il Moro che le donò, quando lei aveva sedici anni, il feudo di Saronno.

In seguito Cecilia sposò il conte Bergamini di Cremona e divenne una delle donne più eleganti e sofisticate della corte milanese.

La storia del dipinto

Il ritratto colpì anche i contemporanei, fu infatti celebrato con un sonetto da Bernardo Bellincioni e ammirato dalla marchesa Isabella d’Este.

Verso la fine del Settecento il principe Adam Czartoryski regalò questo straordinario dipinto alla moglie Isabella, ispiratrice con la sua collezione del Museo che ospita oggi il quadro Dama con l’ermellino.

Descrizione e breve analisi

La scelta della posizione di Cecilia Gallerani, con lo sguardo e il busto rivolti verso destra, è molto originale.

Suscita l’impressione, in chi osserva il dipinto, che la torsione avvenga in quel preciso momento.

L’ermellino che Cecilia porta in braccio, guarda nella stessa direzione della sua padrona.

La mano che lo accarezza è una mano anatomicamente perfetta.

Nel dipinto non si vede, ma in una prima stesura poi coperta dal colore, c’era una finestra: è per questo motivo che vediamo una luce molto intensa provenire da destra.

Il sonetto

Risale al 1493 un sonetto del poeta Bernardo Bellincioni intitolato: Sopra il ritratto di Madonna Cecilia, qual fece Leonardo.

Ecco il testo.

Di che ti adiri? A chi invidia hai Natura
Al Vinci che ha ritratto una tua stella:
Cecilia! sì bellissima oggi è quella
Che a suoi begli occhi el sol par ombra oscura.

L’onore è tuo, sebben con sua pittura
La fa che par che ascolti e non favella:
Pensa quanto sarà più viva e bella,
Più a te fia gloria in ogni età futura.

Ringraziar dunque Ludovico or puoi
E l’ingegno e la man di Leonardo,
Che a’ posteri di te voglia far parte.
Chi lei vedrà così, benché sia tardo, –
Vederla viva, dirà: Basti a noi
Comprender or quel eh’ è natura et arte.

 

]]>
https://cultura.biografieonline.it/dama-ermellino-leonardo/feed/ 6
Annunciata (Palermo): analisi dell’opera di Antonello da Messina https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/ https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/#comments Wed, 07 Dec 2022 19:25:00 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=29218 Dipinto celebre, famoso e amato di Antonello da Messina, “Annunciata“, è stato realizzato fra il 1475 e il 1476. Conservata in Sicilia presso Palazzo Abatellis, è spesso indicata come Annunciata di Palermo. Il luogo di conservazione permette di distinguere questa da un’altra opera correlata, già trattata in un precedente articolo: l’Annunciata di Monaco. Tra poco vedremo le principali differenze.

L’Annunciata di Palermo è un’opera fondamentale nella poetica artistica di Antonello, perché ci mostra un volto di Maria bellissimo; esso ci coinvolge nell’atto stesso in cui la Madre di Cristo accetta il destino che le cambierà l’esistenza: essere la madre del figlio di Dio. Con questa scelta si trova a rappresentare per sempre tutte le madri del mondo: la maternità della Madonna ha un valore universale e un peso eterno.

Annunciata di Palermo - Antonello da Messina
Annunciata (Antonello da Messina, 1475-1476). Palermo, Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis. Tempera e olio su tavola – 45×34,5 cm

Annunciata di Palermo e Annunciata di Monaco: le differenze

Antonello ritorna al tema dell’Annunciazione come aveva fatto nel 1474 con “Annunciazione” e come farà nel periodo 1476 – 1477 con il dipinto di Monaco citato poc’anzi; l’opera di Monaco è simile a quella di Palermo. In quella di Monaco però Maria appare sorpresa e spaventata dall’arrivo dell’Angelo.

Annunciata (Monaco), opera di Antonello da Messina
L’Annunciata (Vergine Annunziata) conservata a Monaco.

In questo dipinto, bellissimo e spirituale, vediamo invece una Madonna calma: ella ha preso il sopravvento sulle sue emozioni e con controllo, eleganza, umiltà, fermezza, equilibrio e soavità.

Il gesto della mano

Maria risponde alla chiamata di Dio con il solo gesto della mano. Una mano bellissima che sembra alzarsi verso l’Angelo in un gesto di consapevolezza, preoccupazione, sorpresa. La sorpresa è dovuta a ciò che le viene comunicato.

Annunciata di Palermo - dettaglio delle mani e del libro
Il dettaglio delle mani e del libro

Contemporaneamente vi è la determinazione e la mitezza di chi, proprio come una Madre, accetta il suo compito futuro: accetta quindi il Figlio, comunque sarà e qualunque ruolo dovrà interpretare nella sua vita.

La luce e la presenza dell’angelo

L’Angelo appare attraverso la luce che le illumina il volto. La scelta di non mostrare l’emissario di Dio ma di suscitarlo attraverso la luce è un’idea scenica utilizzata anche nell’altro dipinto, “Annunciata di Monaco”.

La maestria di Antonello di catturare un attimo denso e complesso

La luce rappresenta l’introduzione di un evento soprannaturale che avviene in un attimo. E in un attimo Maria si spaventa, si preoccupa, capisce, si tranquillizza e accetta la sua missione.

In un attimo c’è tutto e si può comprendere e interpretare tutto il valore cristiano di un evento così complesso e straordinario. Anche l’idea che il tempo sia condensato in un attimo in cui la decisione di accettare un evento immortale avviene quasi superando i parametri temporali è meravigliosamente spirituale ed emozionante.

Annunciata di Palermo - dettaglio del volto di Maria
Annunciata di Palermo: il dettaglio del volto di Maria

La tecnica

La luce è la protagonista del dipinto in una tecnica che Antonello possiede benissimo e che mostra in questo capolavoro. La luce arriva da sinistra e illumina il volto di Maria, il suo abito, il libro aperto sul leggio.

Lo sfondo

Lo sfondo nero rende ancora più forte la sua presenza scenica e le dona la prospettiva necessaria affinché chi la guarda, la veda in tutto il suo splendore.

La geometria

Il dipinto è stilisticamente perfetto: rappresenta una rara bellezza geometrica in cui il volto di Maria si apre in un triangolo con la veste che chiude sul petto con la mano sinistra.

La prospettiva

La prospettiva è accentuata anche dalla presenza del leggio che sembra sfondare la tela. Prospettiva, spazio, senso geometrico sono accentuati dalla luce, che con la sua morbidezza ci permette di vivere un momento ultraterreno e un evento spirituale eterno.

Analisi dell’opera e commento video

]]>
https://cultura.biografieonline.it/annunciata-antonello-da-messina/feed/ 2
Léopold Zborowski ritratto da Modigliani: storia e descrizione https://cultura.biografieonline.it/leopold-zborowski-modigliani/ https://cultura.biografieonline.it/leopold-zborowski-modigliani/#respond Wed, 19 Oct 2022 15:34:59 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40338 In questo celebre ritratto vediamo Léopold Zborowski, amico e gallerista di Amedeo Modigliani. L’artista realizzò questa opera nel 1919, un anno prima di morire.

Léopold Zborowski ritratto da Modigliani (1919)
Léopold Zborowski ritratto da Modigliani (1919)

Léopold Zborowski, Zbo

Zborowski fu un commerciante d’arte polacco. Dal 1916 al 1920, anno della morte di Modigliani, strinse con il pittore un sodalizio non solo lavorativo ma anche umano.

Divennero amici perché Zborowski era un profondo ammiratore dell’arte di Modigliani. Ma anche perché era affascinato dalla personalità dell’artista livornese; tanto che in diverse occasioni lo aiutò economicamente.

Zbo è il diminutivo con cui Modigliani era solito chiamarlo.

Zborowski e Modigliani

Fu il mercante polacco a spingere Modigliani a trasferirsi nel sud della Francia, quando il pittore cominciò ad avere problemi di salute.

E fu sempre Zborowski ad affittare lo studio in rue de la Grande Chaumière, a Parigi, per permettere al pittore e alla sua compagna Jeanne Hébuterne di avere una sistemazione appropriata.

In una situazione particolare in cui il pittore non aveva più soldi, Zborowski arrivò a vendere i suoi abiti e alcuni oggetti di valore, proprio per sostenere l’amico.

Léopold Zborowski venne ritratto in diverse occasioni da Modigliani. Nel corso degli anni il pittore potè sperimentare diversi e differenti punti di vista con i quali ritraeva il suo amico gallerista.

Una foto di Léopold Zborowski
Una foto di Léopold Zborowski

Più di un ritratto di Zborowski

In alcuni quadri Modigliani risalta più il poeta: Zbo fu infatti anche un intellettuale e poeta oltre che un commerciante d’arte.

In altre tele, invece, come in questo ritratto in esame, l’uomo viene ripreso nei suoi abiti da commerciante. È elegante, fine, sofisticato, con un abito di colore marrone bruciato, pettinato alla moda, curato. Zbo appare con gli occhi azzurri, riflessi in sé stesso, in una postura elegante.

Dietro al soggetto appare uno sfondo azzurro e brunito.

I ritratti di Modigliani sono un pretesto per l’artista. Sono una scusa per dipingere in modo formale il soggetto. Ma in realtà lo sguardo, la postura, l’atteggiamento hanno una misterica consequenzialità di pensieri, i quali portano lo spettatore ad indagare la personalità di colui che viene ritratto.

Di conseguenza l’osservatore è portato a cercare di comprendere il modo in cui Modigliani osservava gli altri.

Sul pittore: leggi anche la biografia Modigliani, l’ultimo dei romantici, di Corrado Augias

Dati sintetici del quadro

Anno: 1919

Tecnica: Olio su tela

Misure: Cm 100 x 64

Ubicazione: Brasile, San Paolo; Museu de Arte de São Paulo Assis Chateaubriand

]]>
https://cultura.biografieonline.it/leopold-zborowski-modigliani/feed/ 0
Il ritratto dei coniugi Arnolfini, di Jan van Eyck https://cultura.biografieonline.it/ritratto-coniugi-arnolfini-van-eyck/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-coniugi-arnolfini-van-eyck/#comments Tue, 05 Jul 2022 14:00:39 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=5870 Il ritratto dei coniugi Arnolfini è stato dipinto da Jan van Eyck nel 1434. Si tratta di un olio su tavola che misura 81,80 x 59,40 cm e attualmente è esposto alla National Gallery di Londra. E’ uno dei quadri più famosi della storia dell’arte.

Sai perché?

Jan van Eyck, Il ritratto dei coniugi Arnolfini
Il ritratto dei coniugi Arnolfini (1434) di Jan van Eyck

Le scelte innovative

I motivi sono molti e riguardano alcune scelte innovative e originali che il pittore ha svolto durante l’esecuzione dell’opera. Oltre a ciò c’è anche il suo straordinario talento nel dipingere perfettamente alcuni dettagli che costituivano la ricchezza visiva della stanza.

Ma andiamo con ordine.

I coniugi Arnolfini

Innanzitutto, i due personaggi ritratti sono:

  • Giovanni Arnolfini, ricco uomo d’affari che apparteneva alla borghesia facoltosa toscana;
  • Giovanna Cenami, sua moglie.

Arnolfini era originario di Lucca e dopo essersi sposato con Giovanna si era trasferito nelle Fiandre per espandere i suoi affari.

Il ritratto è stato realizzato dopo il loro matrimonio e rappresenta l’ufficialità della loro unione.

Proprio in Olanda Giovanni Arnolfini decise di farsi fare un ritratto, perché conosceva e ammirava il talento dei pittori olandesi; fra questi scelse probabilmente il più abile e il più famoso dell’epoca, Jan van Eyck. Egli, per realizzare un’opera di tale perfezione, si fece pagare un lauto compenso.

L’importanza del quadro, comunque, è legata ad alcuni dettagli innovativi e importanti, come dicevamo.

Lo specchio in fondo alla stanza

Il primo dettaglio innovativo è la presenza di uno specchio convesso in fondo alla stanza. Attraverso di esso possiamo vedere ciò che vedono i coniugi.

La visibilità che permette la convessità dello specchio dimostra anche la bravura tecnica del pittore; Van Eyck ci mostra una visione di insieme completa e spiazzante.

Un altro dettaglio è costituito da dieci piccoli cerchi posti intorno allo specchio. Essi raffigurano la passione di Gesù Cristo.

L’abilità straordinaria di van Eyck si può notare anche in altri dettagli, per esempio:

  • nei chiodi ritratti perfettamente negli infissi della finestra posta a sinistra;
  • nella collana attaccata vicino allo specchio;
  • nella perfezione stilistica del lampadario;
  • negli zoccoli e nelle ciabatte posti rispettivamente a sinistra, vicino a Giovanni Arnolfini, e accanto al letto.

Ed altri dettagli ancora che sono divertenti da scoprire osservando il quadro.

Quest’opera è una rappresentazione della meticolosità e del perfezionismo ricco di dettagli di Jan van Eyck.

La luce che entra da sinistra

La luce, entrando dalla finestra collocata a sinistra, illumina tutta la stanza.

Crea così uno spettacolo unico che ci permette di osservare con chiarezza ogni singolo oggetto e i due sposi.

Il ritratto dei coniugi Arnolfini è di fatto un quadro straordinario, in cui lo spettatore può osservare ogni dettaglio infinite volte, rimanendo colpito dalla incredibile varietà dei dettagli stessi.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ritratto-coniugi-arnolfini-van-eyck/feed/ 4
Ritratto di Milliet di Vincent Van Gogh https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-milliet-van-gogh/ https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-milliet-van-gogh/#respond Sun, 03 Apr 2022 15:03:40 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=39679 Il Ritratto di Milliet è un’opera di Vincent van Gogh. Il quadro venne realizzato dal celebre pittore olandese nell’anno 1888. Oggi questo dipinto è conservato a Otterlo (Paesi Bassi) presso il Museo Kröller-Müller.

Rtitratto di Milliet - portrait - Van Gogh
Rtitratto di Milliet, Van Gogh, 1888

Chi è Milliet

Il soggetto è Paul-Eugène Milliet, militare ed amico di Van Gogh; i due si erano conosciuti ad Arles nelle settimane in cui Milliet era in congedo, dopo aver combattuto nel Tonchino (Vietnam) come ufficiale sottotenente degli zuavi. La loro fu un’amicizia fraterna ma con tratti di incomprensione. Milliet era anche un pittore dilettante. Egli non amava l’eccentricità di Van Gogh e il suo stile personalissimo, che non seguiva le tecniche di pittura tradizionali.

Proprio ad Arles Van Gogh aveva cambiato in parte il proprio modo di dipingere, aggiungendo colori alla tavolozza e aumentando il vigore della pennellata; molte opere di quel periodo non hanno i contorni; e le pennellate appaiono più libere e intense.

Milliet amava osservare Van Gogh dipingere all’aperto e in studio, oltre ad aver preso da lui alcune lezioni per migliorare il proprio stile.

Il periodo fu quindi fecondo per entrambi; Van Gogh decise di realizzare così un ritratto del suo amico.

Ritratto di Milliet: descrizione e analisi

Su uno sfondo azzurro realizzato con ampie pennellate Van Gogh ritrae Milliet con:

  • la divisa da ufficiale,
  • il berretto rosso posizionato di sbieco,
  • la medaglia al valore sul petto,
  • la divisa con i bottoni d’oro.

Nel Ritratto di Milliet l’attenzione del pittore olandese si concentra soprattutto sul volto del soggetto.

Van Gogh dipinge con attenzione:

  • i baffi,
  • le sopracciglia,
  • le orecchie,
  • il naso,
  • le labbra,
  • gli occhi.

Dà all’uomo uno sguardo risoluto e determinato.

Ritratto di Milliet: dettaglio
Ritratto di Milliet: dettaglio del volto

Il ritratto non è dettagliato come quello del postino Joseph Roulin o della Mousmé seduta e questo forse perché il pittore olandese stava sperimentando un altro tipo di pennellata, anche se, come nei due precedenti dipinti, non segue i contorni ma si affida ad una pittura più libera.

Il postino Joseph Roulin ritratto da Vincent van Gogh - postman portrait
Il postino Joseph Roulin

Milliet era apprezzato da Van Gogh come uomo e come narratore di avventure, ed era affascinato dai suoi racconti di guerra.

La loro amicizia non durò molto eppure questo dipinto mostra alcune particolarità interessanti come la pennellata nello sfondo, l’uso dei colori e l’attenzione per lo sguardo del soggetto che prende forma mentre ne osserviamo l’insieme.

Ritratto di Milliet: dati tecnici

Anno

1888

Tecnica

Olio su tela

Misure

60 x 49 cm

Ubicazione

Otterlo, Paesi Bassi, Museo Kröller-Müller.

Van Gogh parla dell’amico Milliet

In una lettera indirizzata al fratello Theo, Van Gogh scrive di una gita fatta assieme a Milliet:

Sono tornato da una giornata trascorsa a Montmajour, e il mio amico Sottotenente era con me. Abbiamo esplorato assieme il vecchio giardino e rubato qualche fico eccellente. Se fosse stato più grande mi avrebbe richiamato alla mente il Paradou di Zola, canneti, viti, edera, alberi di fico, ulivi, melograni dai fiori dell’arancione più brillante, cipressi secolari, frassini e salici, querce, gradini sconnessi, finestre ogivali in rovina, blocchi di roccia bianca ricoperta di licheni, e sparsi frammenti di mura cadenti qua e là in mezzo al verde. Ne ho riportato un altro grande disegno, ma non del giardino. Con questo fanno tre disegni. Quando ne avrò una mezza dozzina te li manderò tutti assieme.

]]>
https://cultura.biografieonline.it/ritratto-di-milliet-van-gogh/feed/ 0