René Magritte Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 12 Apr 2023 10:45:10 +0000 it-IT hourly 1 Il castello dei Pirenei: spiegazione del quadro di Magritte https://cultura.biografieonline.it/castello-dei-pirenei-magritte/ https://cultura.biografieonline.it/castello-dei-pirenei-magritte/#respond Wed, 12 Apr 2023 10:45:08 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=41168 Questo dipinto si intitola Il castello dei Pirenei e fu realizzato nel 1959 dall’artista belga René Magritte. Il committente fu un amico, l’avvocato americano Harry Torczyner (1910 – 1998). Le Château des Pyrénées (questo il titolo in lingua originale francese) è un dipinto enigmatico e duro.

Il castello dei Pirenei - Le Chateau des Pyrenees - Magritte
Il castello dei Pirenei (Le Château des Pyrénées)

Descrizione del quadro

Ciò che vediamo è ciò che è: la realizzazione di una pietra spoglia, sospesa nel cielo, circondata da nuvole e sulla cui sommità appare un castello. Esso è costruito con la medesima roccia del masso che lo sostiene.

In basso vi sono le onde del mare.

L’enigma

Il dipinto è enigmatico perché non sappiamo se la roccia sta volando sul mare o se è invece incastonata nel cielo.

Ciò che ci appare nell’incomprensione della realtà (chi può definire la realtà senza incorrere in imprecisioni e confutazioni?) è ciò che riteniamo possa essere.

Dunque, un masso può volare se non sappiamo che esiste la forza di gravità; e non potrebbe volare solo perché non lo abbiamo mai visto svolgere un’azione di questo tipo?

Ma l’enigma non sta in questo, quanto nel fatto che il masso potrebbe essere incastonato in un cielo che lo tiene come parte di sé stesso.

Un cielo che ricorda quello de Il falso specchio.

Il castello dei Pirenei è un quadro duro perché spoglio.

Il masso non ha un albero e nessuna altra traccia di vita. E così il castello. Esso è inquietante, senza bandiera, senza alberi che lo circondano.

Il castello dei Pirenei - dettaglio
Il dettaglio del castello in cima alla roccia

Un fascino potente

In questa asprezza assorbiamo un fascino potente del dipinto, che rimane inciso nella mente proprio per l’assenza di cose, oggetti o persone che ci aspetteremmo di vedere. E invece non vediamo.

Magritte scrisse al committente diverse lettere; fra queste sottolinea il rigore e l’asprezza, considerandoli necessari.

Un altro enigma.

Il dipinto sembra pietrificarsi, come se si congelasse davanti ai nostri occhi.

Il tempo non esiste, non c’è movimento alcuno, tutto rimane uguale: per questo si pensa che la roccia potrebbe essere incastonata e non fluttuare nel cielo con quel senso di leggerezza che striderebbe con il rigore del dipinto.

Il resto è fantasia, immagini, suggestioni che accompagnano lo spettatore ed i suoi sogni. Il castello dei Pirenei: un dipinto particolare, potente, assoluto.

Dati tecnici

  • Autore: René Magritte
  • Titolo: Il castello dei Pirenei
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: 200,3 x 145 cm
  • Anno: 1959
  • Ubicazione: The Israel Museum, Gerusalemme
Il castello dei Pirenei - museo Gerusalemme
Il castello dei Pirenei: la stanza presso The Israel Museum, Gerusalemme
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La Corde Sensible: significato del bicchiere con nuvola di Magritte https://cultura.biografieonline.it/corde-sensible-magritte-nuvola-bicchiere/ https://cultura.biografieonline.it/corde-sensible-magritte-nuvola-bicchiere/#respond Sun, 08 Jan 2023 13:04:58 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40822 La Corde Sensible è un celebre dipinto di René Magritte, realizzato nel 1960. In inglese è indicato come The Heartstrings. In italiano possiamo tradurlo con Le corde del cuore. Quest’opera determina, a mio parere, in modo molto chiaro il pensiero dell’artista belga sul mondo. Cerchiamo di spiegare il motivo attraverso la filosofia del pittore e l’interpretazione del suo messaggio.

La corde Sensible - The Heartstrings - Le corde del cuore - nuvola bicchiere - Magritte
La corde Sensible (The Heartstrings, Le corde del cuore) • La nuvola ed il bicchiere di Magritte

La filosofia di Magritte

In più occasioni il pittore aveva dichiarato che non credeva al caso né al determinismo, perché entrambe le teorie cercavano una spiegazione di ciò che accade sul nostro pianeta. Magritte non vuole una definizione; non vuole formulare una teoria; né vuole che i suoi dipinti vengano considerati fantastici.

Vuole semplicemente mostrare come un altro modo di pensare e vedere la realtà sia possibile.

Perché una pietra non può rimanere sospesa nell’aria e, invece, lo può fare una nuvola?

Non esiste una legge logica che possa spiegare perché una nuvola rimane sospesa nel cielo. Perché invece non dovremmo vedere una roccia nella stessa posizione, a molti metri dal suolo?

Riteniamo possibile e naturale che la nuvola sia lì ferma nel cielo; e riteniamo impossibile, perché non l’abbiamo mai vista, che una roccia sia al posto della nuvola.

René Magritte
René Magritte

La Corde Sensible: la nuvola e il bicchiere

Magritte cerca una spiegazione al fenomeno della nuvola sospesa per aria immaginando che a sostenerla sia un bicchiere di cristallo. Nel suo pretesto, nell’idea che mostra la nuvola sostenuta da una coppa, possiamo ragionare su un modo diverso di vedere la realtà e di interpretare ciò che vediamo.

Guardando il dipinto La Corde Sensible possiamo considerarlo impossibile oppure, semplicemente, seguire la poetica dell’opera e oltrepassare così la banalità di un’immagine: ciò permette di riflettere su ciò che l’immagine rappresenta o potrebbe rappresentare.

Perché non è un dipinto fantastico

Magritte non amava che i suoi quadri fossero considerati fantastici, come dicevamo. E infatti considerare questo dipinto come fantastico, come frutto solo dell’immaginazione, lo neutralizza, lo rende in un certo modo banale e lo intrappola in un concetto. Mentre lo sforzo nell’osservare l’immagine del bicchiere che sostiene la nuvola dovrebbe portare a smontare ciò che diamo per scontato e a riflettere sullo status quo delle leggi e delle idee che consideriamo a priori.

In sostanza Magritte immagina una spiegazione differente allo scopo di mostrare la realtà in un modo diverso. La riflessione porta a un concetto di oggettivo, di definitivo, di determinato, di causale. E di tutto ciò che segue una logica rispetto a ciò che è già stato definito e impostato.

La fantasia in questo senso non è una fuga, bensì uno stimolo ad una riflessione che analizzi la fluidità delle cose e del divenire.

L’immagine di un bicchiere che sostiene la nuvola suscita in noi un pensiero originale: esso penetra il dato di fatto per poi spingerci ad immaginare una realtà alternativa rispetto a quella che vediamo, che di fatto è indefinibile.

Il simbolo della nuvola si ritrova anche in un’altra opera del pittore belga precedentemente analizzata: Il falso specchio.

Il falso specchio - Le Faux Miroir - The False Mirror
Il falso specchio – Le Faux Miroir

Dati tecnici

  • Titolo: La Corde Sensible
  • Anno: 1960
  • Periodo: Surrealismo
  • Tecnica: Olio su tela
  • Dimensioni: 114 x 146 cm
  • Proprietà: Collezione privata
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Le Grand Siècle (The Great Century), quadro di Magritte https://cultura.biografieonline.it/le-grand-siecle-magritte/ https://cultura.biografieonline.it/le-grand-siecle-magritte/#comments Mon, 12 Dec 2022 15:44:35 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40676 L’opera che analizziamo in questo articolo si intitola Le Grand Siècle (Il grande secolo; in inglese è indicato come The Great Century). Fu realizzato da René Magritte nel 1954.

Le Grand Siècle - Magritte - The great century
Le Grand Siècle (Magritte, 1954)

Le Grand Siècle: descrizione, significato e interpretazione del quadro di Magritte

Un uomo con la bombetta osserva un luogo; è girato di schiena, non ne vediamo il volto ma vediamo ciò che vede. Magritte sembra attratto non tanto dal volto dei personaggi che ritrae ma da quello che vedono. Dorse la variante dell’uomo posto di spalle significa proprio un rifiuto a qualsiasi indagine psicologica.

In questo dipinto Magritte sembra guidare lo spettatore verso ciò che l’uomo sta osservando; e proprio l’uomo con la bombetta è una sorta di mezzo attraverso il quale possiamo osservare meglio ciò che lui sta guardando, per noi e con noi.

In questo quadro, però, il nostro sguardo viene subito bloccato da una muraglia che ci separa dallo spettatore dipinto. Non possiamo avanzare, non possiamo superarlo per scrutare il suo volto: siamo destinati a rimanere al di qua del muro.

Lo spettatore protagonista, l’uomo con la bombetta, si è posto di spalle e ci inquieta. La sua è una misteriosa immobilità. Ci inquieta anche per l’impossibilità a vederne il volto: non possiamo conoscerlo e possiamo solo immaginare il peggio, proprio perché ciò che vediamo davanti a noi e che anche lui vede, è inquietante.

Il paesaggio ed il tetto

Davanti osserviamo un prato ai cui lati ci sono lunghi filari di alberi; alla fine una villa chiude lo sguardo ad un orizzonte che intravediamo e che a sua volta è completato da una cordata di colline.

Il cielo, invece, non esiste: ci è precluso a causa di un inaspettato tetto formato da una serie di losanghe.

Il tetto non ci schiaccia, ci lascia respirare e tuttavia non può non inquietarci: non solo per la sua inaspettata presenza ma anche perché la sua struttura, che sovrasta le cime degli alberi e corre oltre le colline; esso ci chiude, dandoci un senso di claustrofobia all’interno di un mondo la cui unica chiave interpretativa può provenire dall’uomo in bombetta.

Le Grand Siècle - Magritte - dettaglio - detail
Dettaglio della nuca dell’uomo con la bombetta, della villa e del tetto

Il simbolo della bombetta ricorre in diverse opere di Magritte: ne abbiamo parlato anche nel suo quadro Golconda.

La metafora

Tutto quindi in quest’opera è definito, razionale e non esistono possibilità di fuga. Le Grand Siècle potrebbe essere il nostro secolo, in cui le aspettative sono immense ma la razionalità che le definisce ci chiude dentro ad una prospettiva limitata; un luogo e un tempo in cui le barriere vengono spostate in avanti dalla scienza, salvo poi scoprirle non ancora definitive.

Tutto è ordinato nel dipinto; tutto appare prevedibile, in un gioco in cui il mistero di ciò che vediamo in realtà non è un mistero, perché lo possiamo definire.

Possiamo porci molti quesiti sul dipinto, come facciamo sulla nostra realtà e su ciò che proviamo a definire realtà. Tali quesiti trovano risposte in ciò che vediamo e misuriamo per aprirci poi ad altri interrogativi, senza mai una fine.

Dati sintetici

  • Titolo: Le Grand Siècle
  • Autore: René Magritte
  • Anno: 1954
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: 50 x 60 cm
  • Luogo: Kunstmuseum Gelsenkirchen, Germania
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Golconda, opera di Magritte: descrizione, analisi e significato https://cultura.biografieonline.it/golconda-magritte/ https://cultura.biografieonline.it/golconda-magritte/#comments Sat, 12 Nov 2022 06:55:47 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4560 Golconda è stato dipinto nel 1953 da René Magritte. Nel quadro sono raffigurati numerosi uomini in bombetta che cadono fra i palazzi di una città.

Golconda: descrizione

Potrebbe essere un sobborgo di Bruxelles, dove il pittore ha vissuto. Il cielo è terso e gli uomini, diversi fra loro solo nel volto, perché indossano tutti gli stessi abiti:

  • bombetta,
  • cappotto nero,
  • ombrello,
  • scarpe nere.

È la divisa comune di banchieri e uomini d’affari. A volte sono dipinti di fronte altre volte di lato e cadono in posizione retta e composta.

Golconda (1953, Olio su tela 81×100 cm) di René Magritte
Golconda (1953, olio su tela) di René Magritte

E’ in realtà difficile stabilire se stanno cadendo o se si stanno alzando da terra diretti verso il cielo.

Storia, analisi e intepretazione

Il nome del quadro fu suggerito a Magritte dal suo amico Louis Scutenaire. Il nome Golconda probabilmente si riferisce all’omonima città indiana, dove hanno avuto sede due regni molto ricchi che hanno esercitato il loro potere dal quattordicesimo al diciassettesimo secolo (ne abbiamo parlato in un articolo sul Koh-i-Noor).

René Magritte
René Magritte

Magritte era un esponente del Surrealismo la cui ricerca pittorica cercava di produrre effetti visivi sconcertanti. La tecnica utilizzata era quella di inserire oggetti comuni all’interno di contesti inusuali.

La ricerca del significato del quadro ha avuto diverse correnti di pensiero, spesso respinte dallo stesso autore. Ad esempio c’è quella che considerava gli uomini in bombetta una metafora dei banchieri e la scelta del titolo Golconda, città ricca e opulenta, una indiretta critica al capitalismo.

Legandoli fra loro, questi due elementi, diventavano un manifesto politico. Caduta questa interpretazione ce ne sono altre che lavorano anche sull’inconscio; ma il vero significato rimane un mistero, lasciando, come è giusto che sia, una pura esperienza visiva a chi guarda il dipinto.

Il simbolo della bombetta ricorre in diversi quadri di René Magritte; si veda anche ad esempio l’articolo di approfondimento sul spinto Le Grande Siècle.

Una curiosità: Golconda di Dylan Dog

L’albo mensile N. 41 del noto fumetto Dylan Dog, pubblicato la prima volta nel febbraio del 1990, è intitolato “Golconda!” e la sua copertina è un chiaro richiamo alla famosa opera di Magritte.

Dylan Dog N.41 "Golconda!" (Febbraio 1990, Sergio Bonelli Editore)
Dylan Dog N.41 “Golconda!” (Febbraio 1990, Sergio Bonelli Editore)

Un’altra analisi

Si tratta di uno dei quadri più conosciuti di Magritte è Golconda. È un’opera meravigliosamente impersonale che non dimostra nulla. Proprio per questo ha suscitato tantissime interpretazioni.

Tutto nel dipinto è neutrale e standardizzato: il cielo, le case, e gli uomini in bombetta che sembrano collocati in uno spazio preciso, come pezzi di una scacchiera; le loro posizioni ricordano una carta da parati che viene sospesa su una parete invisibile.

Gli elementi del dipinto non suscitano alcuna emozione e la loro impersonalità potrebbe rappresentare un incubo o un sogno.

Alcuni hanno visto nel quadro una critica alle utopie che vorrebbero rendere le persone uguali in un contesto di uguaglianza standardizzato; un’utopia che è stata realizzata nei modi più perversi, ma proprio questa mancanza di unicità rende il dipinto ricco di suggestioni.

Altri hanno ragionato sull’impersonalità degli elementi e sul fatto però che gli uomini, benché uguali, hanno dei volti differenti e dunque che la loro uguaglianza abbia anche un’imperfezione di unicità. Altri ancora hanno speculato sugli elementi che lo compongono.

Di fatto sono interpretazioni infinite che dimostrano come Magritte sia un maestro di quel Surrealismo minimalista che dietro a qualcosa potrebbe nascondere qualcos’altro, oppure nulla.

Sicuramente l’idea che ci sia una critica alla ripetitività e ad un’apparente uguaglianza utopistica potrebbe avere senso, benché il dipinto sembri anche un trucco proprio per ragionare su questo concetto.

Il dipinto Golconda è, però, anche un esempio di quella semplicità inquietante che non lascia spazio a speranze o a inutili certezze.

È, insomma, un mondo o un universo su cui riflettere.

D’altra parte, da quando il dipinto è stato reso pubblico è stato anche utilizzato in molte copertine (come quella citata di Dylan Dog), proprio per raccontare ciò che il dipinto non racconta e all’infinito la ricerca di una sua interpretazione che non si trova. Un bandolo della matassa che Magritte per tutta la sua carriera ha costruito per i suoi critici e i suoi delatori.

Dati tecnici

Titolo: Golconda Anno: 1953

Tecnica: Olio su tela

Misure: 80,7 x 100,6 cm

Ubicazione: The Menil Collection, Houston (Texas, USA)

 

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Il falso specchio: il significato del celebre quadro di Magritte https://cultura.biografieonline.it/falso-specchio-occhio-cielo-magritte/ https://cultura.biografieonline.it/falso-specchio-occhio-cielo-magritte/#comments Mon, 31 Oct 2022 09:27:40 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=40483 Il falso specchio: descrizione

Il falso specchio (1929) è il titolo dell’opera di René Magritte qui analizzata. Un occhio immenso ci guarda: la pupilla nera, come un sole chiuso che aspira tutta la luce, macchia il cielo dipinto sull’iride. Il funzionamento dell’occhio ricorda una sorta di gioco di specchi in cui l’immagine catturata viene inviata al cervello.

Il falso specchio - Le Faux Miroir - The False Mirror
Il falso specchio – Le Faux Miroir – The False Mirror

Dunque, l’occhio di Magritte riflette ciò che vede e cambia, assume le sembianze, di ciò che sta vedendo.

Il cielo, però, non sembra essere una visione casuale: avrebbe potuto infatti apparire un altro genere di immagine, come un uomo, un animale, un paesaggio. Magritte invece sceglie il cielo, perché la pupilla appare come un sole nero che inquieta nell’azzurro del cielo che appare, ma è solo un’apparenza, sereno.

Il significato del cielo

Inoltre, il cielo potrebbe avere anche una valenza diversa, come un’interpretazione di uno stato d’animo di cui, con la sua misteriosa bellezza, sarebbe un interprete, rifletterebbe un mondo interiore, inquietato dalla pupilla completamente nera.

Perciò Magritte, mostrando un’immagine impossibile, come un cielo dentro all’occhio, vuole dimostrare che la pittura è un mezzo attraverso il quale vedere ciò che non si vede, interpretare una realtà diversa da quella che appare a prima vista.

L’occhio è una metafora

In questo senso l’occhio, proprio per il suo meccanismo biologico e fisico, diventa una metafora per intuire ciò che non vediamo, qualcosa di sepolto nella realtà o che lo stesso occhio falsa, reinterpreta, mettendoci in uno stato di continua ricerca e interpretazione di ciò che vediamo.

Più scaviamo nelle interpretazioni e più cerchiamo di dare una definizione agli oggetti, alla realtà, a ciò che vediamo e più la complessità di ciò che ci circonda ci soverchia.

René Magritte, in questo modo, ci mostra la nostra superficialità o il tentativo di inquadrare qualcosa che sfugge a qualsiasi interpretazione.

Proprio il modo di fare pittura di Magritte ci accompagna in un’analisi filosofica sul significato della realtà e soprattutto sul modo in cui vediamo ciò che ci appare.

Persone fotografano Il falso specchio di Magritte al MoMA
Persone fotografano Il falso specchio di Magritte: il museo è il MoMA di New York

Il falso specchio: dati tecnici e museo

  • Titolo originale: Le Faux Miroir (il falso specchio)
  • Tecnica: Olio su tela
  • Misure: 54×81 cm
  • Ubicazione: New York, The Museum of Modern Art (MoMA)
  • Anno: 1929
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Magritte, Gli Amanti https://cultura.biografieonline.it/magritte-gli-amanti/ https://cultura.biografieonline.it/magritte-gli-amanti/#comments Sat, 16 Feb 2013 12:24:59 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6300 Gli Amanti è uno dei capolavori di René Magritte che realizzò il dipinto nel 1928 utilizzando la tecnica ad olio su tela. Il quadro misura  54 cm x 73 cm. Esistono due quadri uguali, due versioni realizzate lo stesso anno da Magritte ed esposte in due musei diversi, la National Gallery of Australia e il MoMA di New York. Nel quadro appaiono un uomo e una donna che si baciano con i volti coperti da due veli bianchi. Il loro non può essere un bacio completo ma solo il tentativo di un incontro d’amore represso e ostacolato.

Magritte Gli Amanti
Magritte, Gli Amanti (1928)

Analisi dell’opera

Proprio il fatto che i due volti siano coperti e quindi impediti nel loro desiderio genera nello spettatore una sensazione di inquietudine e di pena. Il fatto poi che i due amanti siano anonimi e in un certo senso raggelati dalla costrizione del velo bianco, dà al quadro una forza repressa, che lo rende magnetico e per questo così popolare. Infatti, Gli Amanti , è una delle tele più conosciute di Magritte.

Inoltre vi è un legame forte con il tema della morte, che in questo quadro è unito ad un senso onirico di timore e vuoto generato dall’impossibile comunione dei due volti. I veli bianchi richiamano, infatti, il sudario o comunque un panno messo per coprire i volti di due persone morte.

Ma può essere questa la scelta dell’autore, così drastica e drammatica?

Probabilmente la ricerca di un’ assenza di linguaggio, che Magritte voleva esprimente annullando e comprendo l’espressività dei volti, era la sua primaria intenzione, proprio per poter generare molteplici interpretazioni sul linguaggio del corpo e dell’anima che in questo dipinto sono rappresentate da una tensione estrema.

Il rigore classicista dell’opera Gli Amanti, che richiama alcuni quadri di De Chirico, e che si nota in particolare nel disegno dello sfondo e nel rosso del muro, è  in contrasto con la mobilità dei veli suscitati dai chiaroscuri, che sono l’unica espressione della tensione dei due amanti.

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