religione Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Thu, 24 Nov 2022 13:15:43 +0000 it-IT hourly 1 Giorno del Ringraziamento: cos’è e perché si festeggia https://cultura.biografieonline.it/giorno-ringraziamento-storia/ https://cultura.biografieonline.it/giorno-ringraziamento-storia/#respond Thu, 24 Nov 2022 10:53:42 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=4687 Il Giorno del Ringraziamento è una festa di origine cristiana tipica degli Stati Uniti: in inglese è Thanksgiving Day. Viene celebrato come segno di gratitudine in conclusione della stagione del raccolto,

  • in Canada: il secondo lunedì di ottobre;
  • negli Stati Uniti: il quarto giovedì di novembre.

Giorno del Ringraziamento: storia e tradizioni

La tradizione prende il via nel Diciassettesimo Secolo, e in particolare nel 1623, quando il Governatore della colonia fondata nel Massachusetts – a Plymouth – dai Padri Pellegrini, William Bradford, emette l’ordine di radunarsi presso la Casa delle Assemblee e “rendere grazie a Dio” per le sue benedizioni.

I Padri Pellegrini, infatti, erano giunti due anni prima sulle coste americane dopo aver abbandonato l’Inghilterra. Il viaggio aveva causato la morte di molte persone. Giunti in un ambiente inospitale e selvatico, vi coltivano semi importati dalla patria, che però non producono i frutti sperati.

Successivamente, la situazione migliora. Ciò grazie anche alle indicazioni fornite dagli indiani, vale a dire i nativi americani: questi suggeriscono quali prodotti coltivare – soprattutto il granturco – e quali animali allevare – soprattutto il tacchino.

Il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day): padri pellegrini e nativi americani
Il Giorno del Ringraziamento (Thanksgiving Day): padri pellegrini e nativi americani

Per questo motivo, il successo e l’abbondanza del primo raccolto inducono i Padri Pellegrini a fissare un giorno dedicato al ringraziamento a Dio: il menù di quel primo giorno include, tra l’altro, la zucca e il tacchino, cioè alimenti che in seguito diventeranno tipici della tradizione di quel giorno. Ci sono però anche ostriche, carne di cervo, noccioline, pesci, carni bianche, torte di cereali, molluschi e frutta secca.

L’ufficializzazione del Thanksgiving Day

Una proclamazione ufficiale del Giorno del Ringraziamento, poi, viene redatta da Edward Rawson il 29 giugno 1676. Questi era governatore del Massachusetts, nella contea di Charleston: aveva deciso di fissare una data per ringraziare Dio della prosperità assicurata alla comunità, ma anche per festeggiare la vittoria ottenuta contro gli indigeni. Proprio quegli indigeni che inizialmente avevano accolto i fondatori delle colonie e condiviso con loro le proprie conoscenze.

Con il passare dei decenni la tradizione del Giorno del Ringraziamento si diffonde nel resto del Paese, anche se le tredici colonie che a quel tempo compongono gli Stati americani celebrano la ricorrenza in date differenti.

È solo nel 1777, infatti, che in conseguenza della vittoria ottenuta nella guerra per l’indipendenza a Saratoga contro gli inglesi viene indetto un giorno univoco: la prima Proclamazione Nazionale, infatti, viene emessa dal Congresso delle colonie ribelli alla Corona d’Inghilterra.

Dopodiché il primo presidente americano George Washington dichiara, nel 1789, una giornata di ringraziamento comune a tutti gli Stati. Il 26 novembre di quell’anno, dunque, viene dedicato “al servizio di quel grande e glorioso Essere” che ha favorito la prosperità del Paese.

L’iniziativa, però, non riscontra il successo sperato, e dopo la presidenza di John Adams l’idea viene accantonata da Thomas Jefferson.

Nel 1814 le due Camere del Congresso statunitense chiedono ufficialmente il ripristino delle celebrazioni a James Madison. Lo fanno considerando anche i tempi sfortunati: due anni prima era andata in scena la guerra contro l’Inghilterra. Il popolo abvrebbe così osservato un giorno di preghiera per la sicurezza e il benessere.

Il quarto giovedì di novembre

Nuovamente interrotta la tradizione a livello ufficiale, a metà dell’Ottocento il Thanksgiving è in realtà ormai diffuso in quasi tutti gli Stati. Viene celebrato da ogni parte della popolazione, dai più poveri ai più abbienti.

E così nel 1863 Abraham Lincoln, complice l’influenza esercitata da Sarah Josepha Hale (scrittrice convinta che un giorno di celebrazioni avrebbe unito il Paese rasserenandolo durante il difficile momento della Guerra di Secessione) decide di posizionare la festa il quarto giovedì di novembre: da quel momento, la data non cambierà mai.

Il discorso di ringraziamento

Da Lincoln in poi, tutti i presidenti in carica proclamano un discorso di ringraziamento ogni anno, e nel 1941 il Thanksgiving viene dichiarato festa legale. Dal 1947, la National Turkey Federation inaugura la tradizione di donare ufficialmente un tacchino al presidente in carica: una tradizione che viene interrotta da John Fitzgerald Kennedy nel 1963 (anno peraltro della sua tragica morte).

Dal 1989, inoltre, un tacchino graziato viene scelto per aprire la parata che si svolge a Disneyland sulla Main Street, prima di essere trasferito in un ranch presente nel parco stesso. In realtà, sono due i tacchini che vengono graziati per l’evento, per scongiurare il rischio che uno dei due non sopravviva fino alla parata.

Va precisato che la prima volta in cui il Giorno del Ringraziamento viene effettivamente festeggiato in Nord America risale al 1578. In questo anno Martin Frobisher, esploratore britannico arrivato nel nuovo continente, stabilisce una cerimonia in onore di Dio. Lo fa per ringraziarlo della protezione concessa durante la traversata oceanica. Tuttavia, la tradizione del Thanksgiving Day viene unanimemente associata al Ringraziamento dei Padri Pellegrini.

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San Martino di Tours https://cultura.biografieonline.it/san-martino-di-tours/ https://cultura.biografieonline.it/san-martino-di-tours/#comments Thu, 11 Nov 2021 05:34:02 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=6218 San Martino è considerato il protettore dei mendicanti, dell’Esercito e della Fanteria. Venerato come Santo nella Chiesa copta, ortodossa e cattolica, Martino di Tours nasce nel 316 o 317 nel territorio corrispondente all’odierna Ungheria. Le notizie circa la sua vita risalgono agli scritti dei discepoli Venanzio Fortunato e Sulpicio Severo.

San Martino di Tours
San Martino di Tours

Vita e storia di San Martino di Tours

Il padre, ufficiale dell’esercito, lo chiama Martino in onore della divinità della guerra, Marte. A Pavia, dove trascorre l’infanzia, il giovane si avvicina al Cristianesimo. A quindici anni è costretto ad arruolarsi anche lui nell’esercito, in quanto figlio di un ufficiale. Lascia quindi la sua famiglia e raggiunge la Gallia.

Proprio durante la sua esperienza di soldato, Martino viene colpito da una visione che gli cambia la vita nel profondo.

Nei dintorni della città di Amiens, il militare incontra un povero mendicante ricoperto di stracci. Dispiaciuto per lo stato in cui si trova l’uomo, taglia in due il mantello e condivide la metà con lui. Durante la notte Gesù appare in sogno a Martino e gli restituisce la metà del mantello che ha donato al mendicante. Gesù dice agli angeli che sono con lui: “Questo è Martino, il soldato che mi ha rivestito”. Al suo risveglio, Martino si accorge che il mantello è perfettamente integro. La visione e il miracolo del mantello spingono Martino, che è già catecumeno, a battezzarsi e diventare cristiano.

La vita religiosa

Dopo aver lasciato l’esercito, si impegna a combattere l’eresia ariana e per questo motivo subisce umiliazioni e viene cacciato sia dalla Francia, che dalla città di Milano. Fuggito sull’isola Gallinara, nei dintorni di Savona, trascorre un lungo periodo di solitudine e poi diventa monaco. Nel 371 Martino viene nominato Vescovo di Tours, una cittadina della Franca, e da questo momento in poi comincia la sua missione di “pastore” per evangelizzare la gente più umile, soprattutto gli agricoltori che abitano nelle campagne.

Nella cittadina francese di Tours, Martino fonda anche un monastero, chiamato “Marmoutier”. San Martino muore a Candes-Saint-Martin l’8 novembre del 397.

La Chiesa cattolica festeggia questo Santo l’11 novembre, che è il giorno in cui è stato sepolto.

A Tours sorge una bellissima basilica in suo onore, che attira pellegrini da tutto il mondo.

Martino di Tours
Martino di Tours

Tradizioni

  • Nei paesi austriaci e in Germania il giorno in cui si festeggia San Martino, l’11 novembre, si organizza la tradizionale “processione delle lanterne” cui partecipano soprattutto i bambini con inni e canti dedicati al Santo.
  • In Italia, invece, in molti paesi si celebrano feste popolari dedicate a San Martino, a cui la tradizione lega un aspetto meteorologico del periodo, la cosiddetta “estate di San Martino” che si colloca nei primi giorni di Novembre.
  • Nella zona di Venezia è consuetudine preparare per il giorno di San Martino un dolce tipico di pasta frolla che raffigura il Santo sul suo cavallo, decorato con glassa di zucchero e ricoperto con caramelle e confetti.
  • In altre zone dell’Italia, soprattutto quelle più agricole, la data dell’11 novembre si associa alla maturazione del vino nuovo, per cui questa è un’occasione per assaggiare del buon vinello insieme alle caldarroste.
  • La festa di San Martino è molto sentita nella tradizione popolare, mentre dal punto di vista religioso lo è soltanto nei luoghi in cui è Patrono.
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Persecuzione dei cristiani sotto Diocleziano, imperatore romano https://cultura.biografieonline.it/diocleziano-persecuzione-dei-cristiani/ https://cultura.biografieonline.it/diocleziano-persecuzione-dei-cristiani/#comments Tue, 12 Mar 2019 14:40:21 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=26108 Quella che si consumò durante l’impero di Diocleziano, fra il 284 e il 305 d.C., fu la più grave persecuzione dei cristiani di tutta la storia dell’Impero romano. Furono ridotti e poi revocati i diritti legali dei cristiani attraverso quattro editti; il persecutore più accanito fu l’imperatore romano Gaio Aurelio Valerio Diocleziano.

Persecuzione dei cristiani
La persecuzione dei cristiani rappresentata in un quadro del pittore polacco Henryk Siemiradzki: Le torce di Nerone (1877) rappresenta una delle prime persecuzioni contro i Cristiani, al tempo dell’imperatore Nerone

Prima di Diocleziano

Nei primi due secoli dopo Cristo, la comunità cristiana fu vista come una società segreta e illegale.

Una società con obiettivi rivoluzionari che metteva insieme maghi e cannibali.

Questo profilo causò in prima battuta ostilità di ordine popolare. Ci furono azioni sporadiche e non violente.

I cristiani furono visti come minatori dei costumi tradizionali e delle feste pubbliche di matrice romana.

Mentre i cristiani si allontanarono dalle cariche pubbliche, le famiglie si lacerarono dall’interno per il fiorire dell’interesse verso il culto del Cristo.

Nel terzo secolo la persecuzione divenne attiva. Il cristianesimo, intanto, inizialmente attecchitosi nei ceti più bassi, iniziò a diffondersi in tutte le classi sociali.

Le persecuzioni dei cristiani

Nel 202 d.C., l’imperatore Settimio Severo (in carica dal 193 al 211 d.C.) emise un editto che vietò la conversione a Cristianesimo e Ebraismo. Massimino il Trace, imperatore dal 235 al 238 d.C., perseguitò i leader cristiani. Decio, imperatore dal 249 al 251 d.C., proseguì l’operazione anticristiana: i sudditi dovevano dimostrare di non essere cristiani e offrire un sacrificio agli dei; i dirigenti della Chiesa sarebbero stati arrestati, processati e giustiziati.

L’imperatore Valeriano, a seguire, emise un nuovo editto persecutorio che indicava esilio e condanna alle miniere come punizione nei confronti dei cristiani. Nel 258 d.C., sempre Valeriano divulgò un secondo editto che introdusse la pena di morte contro questa comunità religiosa.

Il vento mutò con il figlio Galeno che dal 260 al 300 d.C. rese possibile la cosiddetta “piccola pace della Chiesa”: ci furono 40 anni di libertà per i cristiani fino all’impero di Diocleziano. Il precedente imperatore Aureliano, infatti, catalizzò il tema sul culto di se stesso.

Diocleziano: l’escalation dell’odio

Diocleziano fu incoronato imperatore al termine del novembre del 284 d.C. A differenza di Aureliano non scelse di promuovere il culto di se stesso, ma tornò a riferirsi a quello del Pantheon e degli dei pagani. Egli, in particolare, si associò a Giove, capo del Pantheon stesso, e in un primo momento si dimostrò tollerante verso i cristiani.

La storiografia romana individua nella figura del co-imperatore Galerio il motore che accese e alimentò il successivo odio di Diocleziano verso i cristiani. Galerio infatti fu un fervente anticristiano e pagano, figlio di una sacerdotessa panteista sotto l’imperatore Decio.

Mentre nell’anno 302 ad Antiochia, nell’odierna Turchia, venne arrestato e in seguito giustiziato il diacono Romano, Diocleziano vietò ai cristiani le cariche amministrative e militari allo scopo di placare gli dei.

Quando l’oracolo di Apollo confermò l’esistenza del “male sulla Terra”, fu nei cristiani che si individuò questo male. Quindi, partì la persecuzione universale.

La persecuzione universale dei cristiani in 4 editti

I editto

Il primo editto fu emanato nel febbraio del 303. La norma: muoveva contro le proprietà e gli esponenti religiosi; imponeva la distruzione delle scritture cristiane, dei libri liturgici e dei luoghi di culto; proibiva i raduni; vietava il diritto di petizioni ai tribunali. Contestualmente, senatori, equites, decurioni, veterani e soldati furono privati dei loro ranghi e i liberti furono tramutati in schiavi.

Sebbene Diocleziano invitò all’azione “senza spargimento di sangue”, nelle province, vicine e lontane a Roma, si consumarono violente persecuzioni.

II editto

Il secondo editto, dell’estate del 303, impose l’arresto e la detenzione dei vescovi e sacerdoti. Lo storico Eusebio racconta di carceri piene al punto da dover liberare i criminali comuni.

III editto

Il terzo editto fu diffuso dal 20 novembre 303. Si definì l’amnistia generale. Ogni sacerdote, cioè, sarebbe stato liberato se avesse accettato di compiere un sacrificio agli dei.

Questo atto non ebbe valenza simbolica: condusse la strategia di creare una popolazione di rinneganti il cristianesimo, per paura, dolore e stenti nelle carceri, e così dividere la comunità.

IV editto

L’ultimo atto divenne pubblico all’inizio del 304 d.C. I cristiani furono obbligati a radunarsi e compiere un sacrificio comune. Sarebbero stati giustiziati in caso di rifiuto.

La persecuzione si protrasse fino alle dimissioni di Diocleziano nel 305. Fu interrotta definitivamente con l’Editto di Milano con cui Costantino, nel 313 d.C., diede libertà di culto a tutti i cittadini, inclusi i cristiani. Ognuno potè venerare le proprie divinità.

Si stima che le persecuzioni causarono la morte di circa 3.500 cittadini romani e non. Moltissimi altri furono – negli anni di Diocleziano e non solo – perseguitati, torturati e detenuti.

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Cattolici e protestanti: differenze https://cultura.biografieonline.it/cattolici-protestanti-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/cattolici-protestanti-differenze/#comments Fri, 30 Mar 2018 10:03:21 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=24545 Quando parliamo di religioni, e di confronto tra religioni, c’è spesso molta confusione in testa, nonostante si senta spesso citare alcuni termini che – gira e rigira -rimangono in mente, senza tuttavia conoscerne veramente le differenze. Brevemente, il cristianesimo, oggigiorno è la religione più diffusa al mondo, raggruppa diverse chiese e confessioni, talvolta molto diverse tra loro e addirittura in reciproca polemica. Le tre divisioni principali della cristianità sono la chiesa cattolica, la chiesa ortodossa e il protestantesimo[fonte: Wikipedia] In questo articolo ci soffermeremo sulle differenze tra religione cattolica e protestantesimo, quindi tra cattolici e protestanti: i due gruppi presentano notevoli divergenze riguardanti alcune tematiche come l’autorità delle scritture, l’autorità del papa, le opere di bene per la propria salvezza ed infine le rispettive visioni sul purgatorio.

La Bibbia - Storia e riassunto

Cattolici

I cattolici, pur riconoscendo la Bibbia, non credono che quest’ultima sia l’unica fonte di rivelazione di Dio al popolo, ma considerano anche la tradizione sacra cattolico-romana come elemento vincolante. I cattolici ritengono che il papa sia una figura determinante perché è il vicario di Cristo in terra e i suoi insegnamenti sono utili per tutti i cristiani; solo lui ha la capacità di parlare “ex cathedra” (con autorità sulle questioni di fede e di pratica).

I fedeli cattolici inoltre differiscono dai protestanti in quanto credono che, per essere salvato, il cristiano debba confidare nella fede, e debba praticare delle “opere meritorie”. Parlando di cattolicesimo, dobbiamo anche tenere conto dei sette sacramenti che sono:

  • battesimo;
  • confermazione;
  • eucaristia;
  • penitenza;
  • unzione degli infermi;
  • ordine sacro;
  • matrimonio.

Questi costituiscono i fondamenti della dottrina cattolica. I cattolici considerano il purgatorio come una sorta di luogo dove espiare le proprie colpe (considerate veniali) prima di giungere a migliore vita. Ne è un celebre e storico esempio la figura del Purgatorio di Dante.

Protestanti

La religione protestante (o protestantesimo) deriva storicamente dalla predicazione di alcuni riformatori: fra i più importanti vi sono Martin Lutero (che sviluppò 95 tesi), Huldrych Zwingli, e Giovanni Calvino. I protestanti pensano che la Bibbia sia l’unica fonte della rivelazione speciale di Dio all’umanità; solo questo strumento è considerato il criterio mediante cui dev’essere misurato tutto il credo.

Martin Lutero
Martin Lutero

I fedeli protestanti riconoscono soltanto la figura di Dio e non quella del papa. Solo Cristo è il capo della chiesa e nessun essere umano è infallibile. Il potere e l’autorità spirituali non possono essere nelle mani di un unico uomo, ma solo nella parola di Dio. I protestanti credono che tutti i credenti siano giustificati da Cristo in quanto le loro colpe sono state espiate da Cristo sulla croce. Inoltre secondo il protestantesimo non vi è alcun purgatorio, quindi quando “passeranno a miglior vita”, le uniche possibilità saranno quelle del paradiso o dell’inferno.

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La musica nel Medioevo: breve storia della musica medievale https://cultura.biografieonline.it/musica-medievale/ https://cultura.biografieonline.it/musica-medievale/#comments Mon, 14 Dec 2015 18:39:19 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15877 Il Medioevo è un’epoca ricchissima di musica. Si tratta di un periodo che dura quasi mille anni, che va dalla fine del V secolo d.C. fino al XV secolo. In questo articolo approfondiremo proprio il tema della musica medievale dal punto di vista storico. La musica nel Medioevo, come vedremo, subì varie evoluzioni dando vita a numerosi generi, soprattutto religiosi, ancora oggi studiati ed interpretati.

Musica nel Medioevo
Miniatura del XII secolo (conservata presso il Cleveland Museum of Art, Ohio, USA). Papa Gregorio Magno detta i suoi canti a un monaco benedettino.

La funzione della musica nel Medioevo

In questo periodo, la musica non assume però il significato di oggi; la musica medievale, come quella antica, aveva una funzione pratica: suonare per accompagnare il lavoro, per accompagnare una battaglia o un banchetto, e ancora, una festa o una celebrazione. La musica veniva improvvisata oppure composta per delle occasioni particolari, destinata quindi ad essere eseguita una sola volta e perciò non veniva scritta per tramandarla. Motivo per cui della musica medievale non rimangono molti documenti, ad eccezione della musica sacra destinata invece a durare nel tempo.

La musica medievale: la musica religiosa

Questo genere di musica aveva anch’essa uno scopo: dare importanza alla preghiera, arricchirla. I testi di questi canti si ispiravano a quelli biblici ed erano perlopiù parlati. Solo dopo il IV secolo si diffusero altri tipi di musica religiosa, tra cui l’inno.

L’inno, il canto religioso e il canto gregoriano

L’inno rappresenta una forma di canto religioso, nato in Asia minore nel II – III secolo. La sua diffusione in Occidente si ebbe appunto a partire dal IV secolo, in particolare grazie a Sant’Ambrogio, vescovo di Milano, che compose alcuni inni ancora oggi famosi e cantati nella chiesa milanese. Destinati ad essere eseguiti dai fedeli, gli inni dovevano quindi essere facili da cantare. Il testo era composto da versi suddivisi in strofe, musicate con la stessa melodia.

Nel frattempo, in Occidente, si era sviluppato il canto religioso, prendendo caratteristiche differenti a seconda della regione. Roma si ispirava infatti alla musica ebraica e greca. Alcuni pontefici a Roma, tra i quali Gregorio I Magno, revisionarono i canti liturgici.

Dal canto religioso romano si sviluppò il canto gregoriano, che prese il nome proprio da Gregorio Magno, e si diffuse in Italia e in Europa. Il canto gregoriano si basava su un testo latino, che era appunto la lingua ufficiale della chiesa, ed era monodico, ovvero tutti cantavano la stessa melodia. Veniva usato per le cerimonie religiose.

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Canti cristiani e preghiere vennero suddivisi, a partire dal IV secolo, nei riti dell’Ufficio (momenti di preghiera e canto recitate dai monaci durante la giornata) e della Messa (la forma liturgica più importante della chiesa cattolica).

Dopo l’anno Mille, superata la paura della fine del mondo, si assistette a dei cambiamenti: dalla vita economica a quella politica, ma anche mutamenti si verificarono nella mentalità, cambiando il modo di pensare e anche di esprimersi della gente. Fu il periodo in cui gli artisti non si rivolsero più soltanto a Dio, ma anche al mondo terreno. Nel contesto della musica medievale, tale mentalità influì anche sulla musica sacra, portando alla nascita di due nuove forme musicali: il dramma liturgico e la lauda.

Il dramma liturgico

Per quanto riguarda il dramma liturgico, nelle principali ricorrenze, quali il Natale o la Pasqua, venivano allestiti nelle chiese delle rappresentazioni teatrali che si ispiravano ai testi sacri, dove i fedeli partecipavano in veste di attori. Questi drammi venivano cantati in latino, lingua che il popolo non capiva più, tanto che si arrivò anche nelle chiese a cantare musiche in lingua parlata.

La lauda

La lauda nacque invece nel XIII secolo ad opera delle confraternite di laici francescani. Si tratta di un canto di lode che veniva cantato dai confratelli durante le processioni in onore di Gesù, della vergine o dei santi. Era articolata in strofe, che venivano eseguite a volte da un solista, alternate da un ritornello, con il testo in volgare.

La nascita della polifonia

Continuiamo il nostro excursus sulla musica nel Medioevo: in Francia, già dal IX secolo, il canto gregoriano si trasformò, sovrapponendosi a un’altra linea melodica, che veniva improvvisata, che si accostava alla prima: era l’inizio della nascita della polifonia (letteralmente: molti suoni). Questa pratica si sviluppò soprattutto nelle cattedrali.

Interno della Cattedrale di Chartres (Francia)

È il XII secolo, quando a Parigi, nella cattedrale di Notre-Dame, nasce una scuola polifonica grazie a due musicisti: Leoninus e Perotinus, che scrivono le prime composizioni polifoniche, chiamate “organum” e “discantus”. Sono musiche a due o più voci, quindi era necessario calcolare la durata dei suoni ed è così che nacque la notazione “mensurale”.

La musica nel Medioevo: la musica profana

Poco dopo l’anno Mille si sviluppò la musica profana, che prese il via soprattutto in Francia ad opera di poeti musicisti, che componevano poesie e le musicavano. Erano nobili, feudatari, cavalieri e dame che si dilettavano a comporre: essi non erano musicisti di mestiere. Prendevano il nome di trovatori o trovieri a seconda della zona in cui abitavano. Perlopiù erano poesie d’amore.

Guillaume de Machault
Illustrazione di un manoscritto parigino del 1350 che ritrae Guillaume de Machaut (a volte indicato come Machault), a destra. Machaut riceve la Natura che gli offre tre dei suoi figli.

Nel 1300in Italia e in Francia si sviluppò un movimento musicale denominato “Ars nova” (arte nuova), che tendeva a valorizzare la musica profana. Il maggiore esponente fu Guillaume de Machaut. A lui si deve la prima messa intera in stile polifonico composta in occasione dell’incoronazione del re Carlo V il Saggio (che avvenne nel 1364).

La musica nel Medioevo vede il territorio italiano come protagonista di questo periodo: Firenze fu infatti il centro del movimento della musica profana: qui le composizioni si modellarono sui testi e sui ritmi della poesia di Dante, di Boccaccio, di Petrarca. Una testimonianza della produzione di musica fiorentina di questo periodo è data dal codice Squarcialupi, che prendeva il nome da Antonio Squarcialupi, organista al servizio di Lorenzo il Magnifico. Si tratta, in sostanza, una raccolta di manoscritti di composizioni di autori del Trecento.

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La Bibbia https://cultura.biografieonline.it/bibbia-storia/ https://cultura.biografieonline.it/bibbia-storia/#comments Fri, 23 Oct 2015 15:25:13 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15441 Il testo di riferimento per le religioni monoteiste ebraica e cristiana è da sempre la Bibbia, libro che negli ultimi cinquant’anni risulta essere il più venduto e letto con una tiratura che raggiunge quasi i 4 miliardi di copie. Diversamente dalla Bibbia ebraica, la Bibbia Cristiana è suddivisa in due parti: l’Antico Testamento, che comprende quarantasei libri, i cui testi sono stati redatti prima del “ministero” di Gesù (tranne Sapienza) e il Nuovo Testamento (o Nuova Alleanza), che narra in modo minuzioso l’avvento del Messia.

La Bibbia - Storia e riassunto
La Bibbia

Nell’Antico Testamento viene narrata la storia di un popolo, quello ebraico. Alcuni libri narrano della storia del popolo, dei suoi padri, Re e profeti. Ci sono anche testi appartenenti all’epoca ellenistica, prima della nascita di Gesù. Il Nuovo Testamento, invece, è composto dai quattro Vangeli, dagli Atti degli Apostoli, dalle lettere dell’apostolo Paolo, dalle Lettere Cattoliche e dall’Apocalisse, per un totale di ventisette scritti.

Nel Nuovo Testamento viene descritto in modo minuzioso la venuta del Messia. Il suo nome era Gesù. Egli è il Dio incarnato e la Sua venuta è l’evento principale che ha influenzato la storia del mondo. Nel testo, si raccontano le sue gesta, le profezie che si sono avverate, si narra della sua morte per salvarci dal peccato originale e della sua resurrezione. La Bibbia è dunque caratterizzata da libri differenti per origine, genere, composizione, lingua e datazione, scritti in un periodo di tempo molto lungo. Nella Bibbia, troviamo testi poetici, come i Salmi e l’Ecclesiaste, di profezia, come Isaia e Apocalisse, le biografie, come Matteo e Giovanni, le epistole (lettere formali), come ad esempio Tito e Ebrei, testi contenenti leggi, come il Levitico e Deuteronomio e, in ultimo, libri storici, come Ezra e Atti.

Nella prima parte della Bibbia viene narrata la creazione da parte di Dio del creato e degli uomini che tuttavia si sono ribellati alla Sua volontà cadendo in tentazione. L’uomo e la donna conoscono il peccato, chiamato nei sacri testi “peccato originale” e Dio li caccia dal paradiso terrestre, da qui la storia di Adamo ed Eva e dei loro figli Caino e Abele. In seguito, viene messa in luce la figura chiave di Abramo. Dio ha promesso ad Abramo, al figlio Isacco e a suo nipote Giacobbe (anche chiamato Israele), che avrebbe di nuovo riportato il mondo alla situazione originaria attraverso la nascita di un loro discendente che espierà le colpe del “peccato originale”. Seguono poi le concitate pagine in cui si narra del diluvio universale e della storia di Noè che costruisce l’arca.

Continuando nell’analisi del testo troviamo la storia di Mosè con la conseguente e fondamentale apparizione delle tavole della legge (i dieci comandamenti) che gli vennero dettate da Dio, mentre Mosè portava il popolo ebraico attraverso un’interminabile viaggio nel deserto che lo porterà verso la “terra promessa”. In seguito, si parla dei regni di Davide e di suo figlio Salomone, che nel suo periodo divenne uno dei più grandi e potenti del mondo allora conosciuto. Dio promise a Davide e Salomone che un loro discendente avrebbe regnato come Re per sempre. La discendenza di Davide porterà poi fino alla figura di Gesù. Dopo il regno di Salomone, il popolo ebraico visse un periodo di estrema difficoltà. L’Antico Testamento si chiude con Gerusalemme, la città più importante di allora, che viene ricostruita intorno al 444 a.C. e con il ritorno del popolo ebraico che ricomincia a risplendere dopo varie peripezie sostenute.

Il Nuovo Testamento, invece, descrive in modo minuzioso la nascita e la vita del “Messia”, ovvero il Salvatore, Gesù Cristo. Che viene alla luce da due dei più importanti personaggi del testo, Giuseppe e Maria, grazie all’incedere dello Spirito Santo. Gesù era il discendente che Dio aveva promesso ad Abramo e a Davide, nato per compiere il piano di Dio e con il suo sacrificio, riscattare l’umanità per la colpa commessa nel “peccato originale”. Vengono così narrati in modo minuzioso gli insegnamenti di Gesù, il suo rapporto con gli Apostoli e tutte le vicissitudini che nel tempo coinvolgono Gesù e i suoi profeti. In seguito, il testo si occupa del racconto del tradimento di Giuda e della crocifissione di Cristo.

Continuando nell’analisi del libro sacro, troviamo a questo punto la descrizione della morte di Gesù e della sua conseguente resurrezione che lo porta all’ascesa al cielo al fianco del Padre (Dio). Il sacrificio della sua vita terrena compensa quella mal vissuta dal primo uomo, Adamo, che era caduto nel baratro del peccato. Dopo la morte di Gesù e la sua resurrezione, i discepoli andarono in tutto il mondo allora conosciuto a divulgare gli insegnamenti e la parola di Gesù all’intera umanità per avvisarla che la salvezza eterna era possibile. Viaggiarono in Asia Minore, Grecia e in tutto l’Impero Romano.

Il Nuovo Testamento si conclude con il ritorno di Gesù che si presenta per giudicare il mondo e per liberarci dal “peccato originale”. Alla fine dei tempi, quando avverrà il Giudizio Universale, Dio si prodigherà nel ristabilire le condizioni originali del Creato, esistenti prima del peccato originale e annullerà il male e la morte. Il Nuovo Testamento o, per meglio dire, il secondo volume della Bibbia, si chiude con la tanto profetizzata Apocalisse, che viene descritta ed illustrata seguendo il messaggio universale del figlio di Dio, Gesù Cristo e della sua Fede.

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Differenza tra Papa e Pontefice https://cultura.biografieonline.it/papa-pontefice-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/papa-pontefice-differenze/#comments Thu, 03 Jul 2014 13:29:44 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=11384 Molto spesso nel linguaggio comune vengono utilizzati i termini Papa e Pontefice. Pur essendo sinonimi, i due termini presentano però delle etimologie differenti e spesso vengono usati in modo inappropriato

Papa e Pontefice: Papa Benedetto XVI con Papa Francesco
Il Papa emerito Benedetto XVI (a sinistra) con Papa Francesco (a destra), in un incontro del 2013

Il Papa

Con il termine Papa, si indica la più alta autorità religiosa riconosciuta nella religione cattolica. La parola deriva dal greco “padre”. Secondo il diritto canonico, il Papa è il vescovo della diocesi di Roma, capo del Collegio dei Cardinali, primate d’Italia, vicario di Cristo e Pastore in terra della Chiesa Universale ed infine sovrano assoluto dello Stato della Città del Vaticano.

Il conclave

Il Papa è nominato grazie al conclave, ossia l’insieme di tutti i cardinali riuniti a Roma che votano il futuro Papa nella Cappella Sistina a porte rigorosamente chiuse. Se la votazione del conclave ha un esito positivo, la notizia viene comunicata a tutto il mondo bruciando le schede e gli appunti in un’apposita stufa, con un additivo che rende il fumo di colore bianco. Al contrario, in caso di stallo, si aggiunge nella stufa un additivo che rende il fumo di colore nero ed è fumata nera. A quel punto il conclave si riunisce. Il Papa assume il ruolo incontrastato di guida ed è un chiaro punto di riferimento per i cattolici di tutto il mondo.

Il Pontefice

Il nome Pontefice, invece, deriva dal termine latino Pontifex, che significa edificatore di ponti, utilizzato dai Romani per indicare una persona che ricopre un importante ruolo religioso, un sacerdote.

L’origine del nome prende spunto dal fatto che in epoca antica, in Tessaglia, le immagini degli dèi da venerare venivano poste sopra il ponte sul fiume Peneus; da qui proverrebbe il nome dei sacerdoti preposti al culto. In ambiente latino arcaico, è invece considerato il collegamento tra i pontefici ed i ponti: il primo ponte di Roma, il Sublicius, era infatti stato restaurato grazie al collegio pontificale.

Nell’antico Testamento è considerato quindi il primo sacerdote. Nell’antica Roma, invece, il Pontefice assumeva il ruolo di membro dell’alto collegio sacerdotale che aveva il compito di vigilare sul culto pubblico e privato, nonché di interpretare le tradizioni giuridiche e religiose che regolavano la vita della città. A capo di tutti i sacerdoti (ovvero pontefici), spicca in assoluto la figura del Pontefice massimo.

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Perché i papi cambiano nome? https://cultura.biografieonline.it/nomi-papi/ https://cultura.biografieonline.it/nomi-papi/#comments Mon, 17 Mar 2014 11:58:52 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10073 Secondo un’antica tradizione i papi sono soliti cambiare nome. Questa usanza risale ai tempi di origine del pontificato, proprio quando Gesù decise di cambiare il nome dell’apostolo Simone in Pietro, primo papa della storia. Tuttavia, all’inizio della storia dei pontificati, questa usanza nacque perché alcuni papi consideravano i loro nomi d’origine poco adatti alla suprema carica che ricoprivano. Il primo di tutti fu Mercurio, che scelse di chiamarsi Giovanni II quando fu eletto papa, nel 533, perché aveva il nome che ricordava un dio pagano.

papi e nomi dei papi
L’incontro tra due papi: Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI) incontra Jorge Mario Bergoglio (Papa Francesco).

Dall’anno mille in poi diversi papi considerarono i loro nomi di origine inadatti per ricoprire la carica e dopo Pietro Buccaporca, papa nel 1009, che per rispetto verso San Pietro, fondatore della Chiesa, cambiò il suo nome in Sergio IV, l’usanza di non usare il proprio nome nativo rimase.

Il nuovo nome solitamente viene scelto in base a motivi personali, che possono essere tra i più vari, come l’ammirazione per un papa precedente, per segnare la continuità con il pontefice prima di lui, per ricordare un santo a cui è devoto o per ricordare una chiesa dove nel sacerdozio il nuovo pontefice ha spesso celebrato.

I nomi più frequenti che sono stati scelti dai pontefici sono: Giovanni (23), Gregorio (16), Benedetto (16), Clemente (14), Innocenzo (13), Leone (13) e Pio (12). Così il nuovo pontefice di oggi, il cardinale Jorge Mario Bergoglio, religioso gesuita, ha deciso di optare per il nome di “Francesco”, fondatore dell’ordine dei francescani. La scelta del Pontefice di tale nome si basa essenzialmente su tre motivi: una maggiore attenzione sul tema caldo della povertà, sul tema della semplicità ed il desiderio di migliorare le relazioni in tutto il mondo per costruire una vera via di pace.

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Morale ed etica: differenza e spiegazione https://cultura.biografieonline.it/morale-etica-differenze/ https://cultura.biografieonline.it/morale-etica-differenze/#comments Mon, 17 Mar 2014 10:31:16 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=10120 Ci siamo spesso chiesti quale sia la differenza tra etica e morale. Molto spesso i due termini vengono usati come sinonimi ma in realtà non è così. Il termine etica deriva dal greco èthos.

Etica

Per etica si intende quel ramo della filosofia che analizza il comportamento ritenuto corretto, il modo di pensare e dei valori giusti che si dovrebbero seguire in qualsiasi circostanza. Il focus dell’etica è senza dubbio lo studio di norme che l’individuo dovrebbe utilizzare nella propria vita quotidiana.

Differenze tra morale ed etica
Differenze tra etica e morale

Inoltre l’etica viene intesa anche come la ricerca di uno o più criteri che permettono alla persona di gestire in modo consono e adeguato la propria libertà, in quanto ha come oggetto i valori morali che determinano il comportamento dell’individuo.

L’etica si sofferma sul senso dell’esistere dell’uomo, sul suo significato profondo etico-esistenziale, sulla vita di ogni singolo individuo e dell’universo che lo circonda. In sintesi l’etica, se viene associata alla comunità, definisce la morale comune che l’individuo dovrebbe in ogni caso seguire.

Il termine etica viene spesso utilizzato in campo filosofico e nel campo professionale, ma negli ultimi anni ha influenzato diversi altri settori e quindi si è parlato spesso di etica dei media e della comunicazione, di etica dell’ambiente e di neuro-etica.

Morale

Il termine morale, invece, proviene dalla parola latina moràlia e sta ad indicare la condotta diretta da norme, la guida secondo la quale l’uomo dovrebbe agire. In sintesi la morale studia il rapporto tra il comportamento, i valori ed infine la comunità.

La morale in questo caso è intesa come oggetto di studio dell’etica. Esistono poi due tipi di morale: quella religiosa, dove sicuramente l’efficacia della norma proviene in assoluto da Dio, e quella laica che sostiene come l’esistenza di norme morali possa esistere anche in assenza di Dio, dal momento che le norme si basano sulla natura dell’uomo.

Il termine morale, inteso come aggettivo, è attinente alla condotta delle persone e a come si comportano, quindi viene esposta ad un’attenta valutazione o giudizio.

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Yin e Yang: qual è il loro significato? https://cultura.biografieonline.it/yin-e-yang-significato/ https://cultura.biografieonline.it/yin-e-yang-significato/#comments Fri, 24 Jan 2014 17:05:41 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=9442 Il concetto di Yin e Yang è molto antico e sta alla base della filosofia e del pensiero cinese; costituisce il simbolo della dualità esistente in ogni elemento di cui è composto l’Universo: due entità opposte e complementari che formano la totalità. Questa concezione è presente nel Taoismo, sistema filosofico e mistico, successivamente diventato religione, fondato sugli insegnamenti del filosofo Laozi, e nel Confucianesimo, sviluppato dagli insegnamenti del filosofo Confucio.

Simbolo Yin e Yang
Simbolo dello Yin e Yang

Principi

Tutto il Cosmo si basa sui due principi opposti Yin e Yang: l’uno non può esistere senza l’altro, come la notte non può esistere senza il giorno e viceversa, sono cioè interdipendenti. Nessun elemento dell’Universo può essere solo completamente Yin o solo completamente Yang. Ognuno dei due elementi contiene il seme del proprio opposto, come ogni donna porta dentro di sé una parte maschile, e ogni uomo una parte femminile. Sono tra loro complementari, aumentano e diminuiscono, si alimentano a vicenda per essere in equilibrio. Possono però verificarsi degli sbilanciamenti, che sono quattro: eccesso di Yin, eccesso di Yang, insufficienza di Yin, insufficienza di Yang. L’azione complementare e alternata dello Yin e dello Yang muove ogni cosa nell’Universo, operando nel Tempo e nello Spazio, costituendo il microcosmo e macrocosmo. Dalle interazioni dello Yin e dello Yang nascono il movimento e la vita nell’Universo. Yin e Yang sono i due principi che mantengono l’ordine naturale del Tao, il flusso vitale che scorre incessantemente attraverso tutto il Cosmo, e che ha dato origine a tutto.

Elementi della dualità

Gli ideogrammi con cui sono scritti Yin e Yang, possono essere tradotti come “il lato in ombra della collina” per lo Yin e “il lato soleggiato della collina” per lo Yang. La tradizione attribuisce allo Yin la natura femminile, la Luna, il buio, la notte, il freddo, la passività, l’inerzia, la debolezza, il negativo, l’inverno e l’autunno, l’umido, il nascosto, l’introversione, il basso, la terra, l’acqua, il vuoto, le energie distruttrici, l’ovest; è rappresentato dal colore nero. Allo Yang invece, viene attribuita la natura maschile, il Sole, la luce, il giorno, il caldo, l’attività, il movimento, la forza, il positivo, l’estate e la primavera, il secco, il manifesto, l’estroversione, l’alto, il cielo, il fuoco, il pieno, le energie vivificanti, l’est; è rappresentato dal colore bianco. È importante precisare che Yin e Yang non hanno alcun significato morale tra buono e cattivo.

Yin e Yang
Yin e Yang: acqua e fuoco

Origine

Il concetto di Yin e Yang è antichissimo ed i filosofi cinesi se ne avvalevano per spiegare l’origine del Cosmo. Prima della creazione dell’Universo, esisteva il nulla, chiamato Wu-Chi, che letteralmente significa “assenza di differenziazioni”, “assenza di poli”. Le due polarità dello Yin e dello Yang si sarebbero originate dal Wu-Chi, il nulla, dando origine al Tai-Chi, la prima forza dell’Universo, la Suprema Polarità.

Wu Chi
Dal Wu-Chi, il nulla, si sono originati lo Yin e lo Yang, dando origine al Tai-Chi, la Suprema Polarità

Simbolo

I principi dello Yin e Yang sono espressi efficacemente nel simbolo bicolore denominato T’ai Chi Tu, il diagramma Taiji. Osservandolo, si può notare la particolare suddivisione in due parti uguali, simmetricamente opposte mediante una curva a forma di S verticale. La parte nera corrisponde allo Yin, quella bianca allo Yang e la loro uguaglianza simboleggia l’armonia tra le due componenti. Questa particolare raffigurazione fa in modo che i perimetri di Yin e Yang siano uguali al perimetro dell’intera circonferenza. Chiamati anche “i due pesci Yin e Yang“, ogni loro parte presenta un pallino rotondo, che raffigura il seme del principio opposto: la parte bianca, Yang, contiene un seme Yin, nero, mentre la parte nera, Yin, contiene un seme Yang, bianco. Questo raffigura il concetto del loro alternarsi e compenetrarsi. Il T’ai Chi Tu va immaginato in continuo movimento circolare, che raffigura la continua evoluzione.

Ciclicità della natura

Il significato di Yin e Yang si manifesta nella natura che ci circonda. I giorni e le notti si alternano gradualmente, ovvero lo Yang, la luce, aumenta con il progredire delle ore diurne per poi diminuire con il tramonto, mentre lo Yin, il buio, aumenta; al mattino la luce dello Yang penetra nel buio dello Yin, che alla sera avvolge la luce nelle sue tenebre. Yin e Yang non si escludono, ma è il loro rapporto reciproco che si modifica.

Yin e Yang
Yin e Yang: notte e giorno

Nello stesso modo, le stagioni nel corso dell’anno. All’equinozio di primavera, il giorno e la notte sono equilibrati; con il passare dei mesi, i giorni si allungano, lo Yang, la luce, inizia ad aumentare fino a raggiungere il suo culmine al solstizio d’estate. Poi i giorni si fanno via via più brevi e la luce, Yang, diminuisce finché, all’equinozio d’autunno, il giorno e la notte si equilibrano di nuovo. Ora è lo Yin, il buio, a predominare, fino al suo culmine al solstizio d’inverno. Man mano che avanzano i mesi il buio diminuisce sempre più e la luce aumenta, per arrivare nuovamente in equilibrio al successivo equinozio di primavera. Anche nel processo della respirazione, l’inspirazione chiama l’espirazione; nel ciclo cardiaco, la sistole, la fase di contrazione del cuore, è seguita dalla diastole, la fase di rilassamento del muscolo cardiaco. La ciclicità dei due principi è la spiegazione di tutti i fenomeni naturali. Yin e Yang sono la dualità motrice della meccanica cosmica e il microcosmo umano corrisponde al macrocosmo.

Applicazione dei principi in altri contesti

La concezione dello Yin e Yang è applicata in altri ambiti, come nella medicina tradizionale cinese, in cui la malattia è vista come una rottura o un’alterazione dell’equilibrio e dell’armonia dei due elementi, dei quali ogni essere umano è portatore; la loro conservazione in equilibrio garantisce il benessere psicofisico. Anche le arti marziali cinesi si riallacciano ai principi Yin e Yang, come anche la divinazione dell’I Ching, Il libro dei mutamenti, un’opera antichissima utilizzata a livello popolare per predire il futuro, mentre dagli studiosi per analizzare aspetti filosofici e matematici.

Sentenze I Ching
Manoscritto su seta del 3° secolo a.C., che riporta il testo delle sentenze dell’I Ching, ritrovato nel 1973 in uno scavo archeologico a Mawangdui (Cina)

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