Re di Inghilterra Archivi - Cultura Canale del sito Biografieonline.it Wed, 06 Nov 2024 08:09:59 +0000 it-IT hourly 1 Guerra delle due Rose: riassunto https://cultura.biografieonline.it/guerra-due-rose-riassunto/ https://cultura.biografieonline.it/guerra-due-rose-riassunto/#comments Sun, 18 Aug 2024 12:01:49 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=12033 Dopo la guerra dei Cento Anni, un altro sanguinoso conflitto ha sconvolto, per lungo tempo, la vita dell’Inghilterra. Si tratta della Guerra delle due Rose, svoltasi in Inghilterra tra il 1455 ed il 1485, avvenuta per motivi prettamente dinastici tra i due diversi rami della casa regnate dei Plantageneti ovvero gli York (che avevano come simbolo una rosa bianca) e i Lancaster (che avevano come simbolo una rosa rossa).

La Guerra delle due Rose: i simboli delle case York e Lancaster erano proprio due rose di differenti colori
La Guerra delle Due Rose fu combattuta in modo sanguinoso tra il 1455 ed il 1485 per la successione al trono di Inghilterra: protagonisti furono due diversi rami della casa regnante dei Plantageneti: i Lancaster e gli York.

Gli York contestavano ai Lancaster di aver usurpato il loro diritto di discendenza al trono, dato che nel 1413, dopo il Regno di Riccardo II, il Parlamento inglese aveva optato per lasciare la corona nelle mani di Enrico IV, Lancaster. Dopo un’iniziale prevalenza da parte degli York, la disputa si concluse con l’eliminazione di quasi tutti i contendenti, e con l’ascesa al trono di Enrico Tudor, discendente dei Lancaster e vincitore della battaglia di Bostworth (1485). La disputa si divise in varie fasi:

Prima fase (1455-1460): l’affermazione degli York

Il primo conflitto ebbe luogo nel 1455, tra il re Enrico VI Lancaster (appoggiato dalla maggior parte della nobiltà inglese) e Riccardo di York (appoggiato dai potenti Neville, dal conte di Salisbury e dal conte di Warwick Riccardo) che voleva succedere al trono al posto di Enrico.

In un primo momento, Riccardo di York ebbe la meglio e la spuntò sullo stesso Enrico VI, facendolo prigioniero. Il Re Enrico VI infatti era troppo debole e malvisto dal popolo a causa dei suoi problemi mentali.

Dopo una momentanea tregua tra i due, però, la situazione si fece di nuovo complicata e con sorti piuttosto altalenanti. Infatti, da un lato, nel 1459 la regina Margherita d’Angiò, Lancaster, attaccò e sconfisse Salisbury; dall’altro, l’anno successivo, nel 1460, Warwick, York, prevalse su Enrico VI di nuovo nella battaglia di Northampton, proclamando in quel momento l’affermazione degli York.

Seconda fase (1460-1461): la rivincita dei Lancaster

Questa fase della “Guerra delle due Rose” risultò momentanea; infatti l’anno successivo avvenne la rivincita da parte dei Lancaster con Margherita che riuscì a sconfiggere il temuto rivale Riccardo, addirittura uccidendolo e sconfiggendo Salisbury e addirittura Warwick, ambedue appoggianti la famiglia degli York.

Due Rose - York Lancaster
Il simbolo della casa York è una rosa bianca. I Lancaster sono invece rappresentati da una rosa rossa.

Terza fase (1461-1469): il trionfo degli York

A questo punto storico, la situazione sembra mettersi bene per i Lancaster e male per gli York, ma in fondo sarà una situazione solo momentanea. Infatti, Edoardo di York, figlio di Riccardo, dopo alcuni successi militari, riuscì a raggiungere ed espugnare la capitale inglese, proclamandosi regnante con il nome di Edoardo IV. Enrico e Margherita subirono di nuovo una sonora sconfitta nella battaglia di Towton, e furono costretti a rifugiarsi in Scozia. Successivamente, la regina fu costretta a trasferirsi in Francia, mentre ad Enrico, capitò una sorte peggiore, poiché venne fatto di nuovo prigioniero (1465).

Quarta fase (1470-1483): caduta e ritorno degli York

La situazione sembrò cambiare di nuovo le carte in tavola quando Warwick, alleatosi, forse per istigazione di Luigi XI, ai Lancaster, mise sul trono Enrico VI nel 1470. Edoardo IV vinse uno scontro contro Enrico VI che finì con l’uccisione dello stesso sovrano Enrico VI e del figlio (1471). A quel punto, Edoardo IV, rimasto ormai senza rivali, regnò tranquillamente fino alla sua morte (1483).

Quinta fase (1483-1485): la pace dei Tudor

Le lotte ancora non erano terminate. Infatti, in ultimo, seguì una rappresaglia cruenta tra Riccardo di Gloucester (Riccardo III), fratello di Enrico, ed Enrico Tudor, capo della casa di Lancaster. Enrico Tudor riuscì ad avere la meglio su Riccardo, avvalendosi del prezioso aiuto dei nobili avversi al sovrano. Riuscì a sconfiggere il sovrano nella battaglia di Bosworth nel 1485 e infine si proclamò Re con il nome di Enrico VII. Lui, erede della casa di Lancaster, per suggellare definitivamente la pace, sposò la figlia primogenita di Edoardo IV, Elisabetta di York. Il loro figlio, Enrico, da quel momento era il legittimo erede al trono inglese per nascita e sangue. Dalla lotta fratricida dei gloriosi Plantageneti nacque così la dinastia Tudor che, grazie ad Elisabetta I, darà per un lungo periodo pace e prosperità al regno di Inghilterra e porrà le basi per la creazione dell’Impero Britannico.

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Guerra delle due Rose: la situazione finale

La situazione dell’Inghilterra, all’avvento al trono di Enrico VII Tudor, al termine della Guerra delle due Rose era disastrosa: in particolar modo la nobiltà feudale era quasi scomparsa dopo un’aspra lotta civile, la borghesia era stremata ed invocava la pace.

In questo particolare contesto, non fu affatto difficile per Enrico VII instaurare la monarchia assoluta, convocando sempre meno il Parlamento e restaurando gli antichi privilegi feudali. Ma durante il regno di Enrico VII, la situazione economico-sociale inglese venne progressivamente migliorando: la borghesia fu di nuovo favorita, le finanze di nuovo riorganizzate, l’economia trasformata con il passaggio delle attività agricole e quelle industriali (tessili) e commerciali.

In ultimo, si sviluppò un’intensa attività marittima per tutti i mari del mondo.

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Elisabetta II, la regina dei record https://cultura.biografieonline.it/elisabetta-regina-dei-record/ https://cultura.biografieonline.it/elisabetta-regina-dei-record/#comments Thu, 08 Sep 2022 15:02:00 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=15507 Elisabetta II è un’icona e un’incredibile macchina da lavoro. Il suo personaggio è presente ovunque in Inghilterra sotto forma di immagini, foto e oggetti di ogni tipo; da quando la sovrana ha deciso per motivi economici di aprire al pubblico una parte dei suoi castelli la quantità di curiosi che hanno pagato il biglietto per vedere come vive un re, sono stati tantissimi. Ma soprattutto il suo lungo percorso come regina le ha permesso di essere, in questi ultimi anni, il personaggio in vita più rappresentativo del XX secolo. Elisabetta II - corona

Ha conosciuto 6 papi, 12 primi ministri inglesi, un numero incalcolato di ministri e capi di Stato esteri, ha superato il record del monarca più longevo sul trono di Inghilterra (la regina Vittoria, che diede il nome a un’epoca) e sicuramente fra i più longevi del mondo; ha commesso pochi errori, il più madornale dei quali è stato quello di non aver interpretato per tempo il sentimento di cordoglio del popolo britannico per la morte di Diana Spencer.

In questo momento, mentre scrivo, non ha nessuna intenzione di abdicare in favore del figlio Carlo che alla bella età di 67 anni deve ancora iniziare a lavorare come re. Eppure malgrado gli scandali che la sua famiglia le ha procurato e l’inevitabile caduta del prestigio della monarchia nell’arco degli ultimi 50 anni, Elisabetta II è ancora molto amata e rispettata dal popolo britannico e da molte persone che non vivono in Inghilterra ma ammirano la sua dignità e il suo senso del dovere.

Giovanissima, Elisabetta è diventata regina, dopo che il padre, Giorgio VI, è morto forse per le troppe responsabilità che ne hanno minato la già fragile salute. Giorgio VI infatti sostituì il fratello maggiore Edoardo VIII, il quale abdicò perché innamorato della signora Wallis Simpson, già divorziata. L’abdicazione del fratello e la inevitabile accettazione del trono mentre l’Europa stava per entrare in guerra lo costrinsero ad assumere pesanti responsabilità (parte della sua storia è narrata nel film “Il Discorso del Re“).

Elisabetta, l’ultima regina: il libro

La figlia primogenita arrivò sul trono nel 1953, a soli 27 anni. La sua vita è raccontata bene da Vittorio Sabadin che nel saggio Elisabetta II, pubblicato da Utet, analizza in modo distaccato la regina dei record.

Elisabetta 2 - libro
La copertina del libro di Vittorio Sabadin “Elisabetta – l’ultima regina” (Utet, 2015)

Elisabetta ha affrontato nell’arco del suo regno migliaia di chilometri per poter essere presente in tutti i territori del Commenwealth, ha incontrato più capi di stato lei che un libro di storia, ha partecipato a quasi un evento al giorno ed è riuscita anche a rappresentare un notevole guadagno per l’Inghilterra, avendo aumentato con la sua presenza le esportazioni inglesi. Sabadin racconta la vita di Elisabetta non solo attraverso i suoi impegni ufficiali ma anche attraverso la storia della sua famiglia, che è inevitabilmente legata al suo personaggio.

Ne scaturisce un ritratto straordinario, in cui una donna con uno spiccato senso del dovere è riuscita a salvare e a preservare il senso di dignità che il suo ruolo prevede. Ma il libro è anche un interessante ripasso della storia inglese del XX secolo e un curioso vademecum sul complesso rapporto fra la sovrana, che ricopre un ruolo da capo di Stato e il governo britannico, la più antica democrazia del mondo, in cui i ruoli fra monarchia e parlamento sono ben distinti. Elisabetta ha sempre rispettato questa differenza tanto che il suo ruolo è stato soprattutto di rappresentanza più che di sostanza. Elisabetta II - regina

Vittorio Sabadin sottolinea questo aspetto ma precisa anche quanto questa rappresentanza con il suo prestigio abbia indirettamente influenzato la politica interna ed estera del Regno Unito. “Elisabetta. L’ultima regina” è un buon libro perché unisce la cronaca alla storia, il ritratto psicologico ad una sapiente gestione delle fonti che ci permette di scoprire inedite informazioni sulla regina più rispettata d’Europa.

Come ad esempio il racconto sulle sue vacanze a bordo del Britannia, yacht reale oramai in disarmo che l’ha accompagnata per quasi 50 anni, oppure il rapporto fra lei e il Duca di Edimburgo, Filippo, più importante di quello che si pensi, anche se lui come principe consorte si è definito un’ameba. Ma più importante ancora: il libro racconta bene la difficoltà per una donna che è stata abituata a svolgere sempre il suo dovere, ad accettare i cambiamenti radicali che la monarchia ha dovuto subire sia nel rapporto con la politica e lo Stato sia nei rapporti con i cittadini.

Elisabetta II
Elisabetta II

Elisabetta, quando deciderà di abdicare, lascerà, però, una famiglia reale più forte, un’istituzione più amata di quando è salita al trono e una Gran Bretagna che giocherà un ruolo sempre più forte in Europa.

Leggi anche le altre recensioni dei libri dello stesso autore:

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God Save the Queen, God Save the King: inno nazionale inglese https://cultura.biografieonline.it/god-save-the-queen-testo-traduzione/ https://cultura.biografieonline.it/god-save-the-queen-testo-traduzione/#comments Sun, 08 Jul 2018 13:48:55 +0000 https://cultura.biografieonline.it/?p=25053 L’inno nazionale dell’Inghilterra e del Regno Unito, sia nel titolo che nel testo, viene declinato al maschile  o al femminile a seconda del sesso del monarca regnante. Il titolo può essere pertanto “God Save the Queen” (Dio salvi la Regina) oppure “God Save the King” (Dio salvi il Re). Fin qui sono notizie che quasi tutti sanno, perché di interesse collettivo. Invece, forse, in pochi sanno che l’inno britannico è l’inno nazionale più antico al mondo. Venne scritto tra il 1736 e il 1740; entrò in uso il 28 settembre 1744.

Il regno di Elisabetta II è il più longevo della storia inglese. God save the Queen.
Il regno di Elisabetta II è il più longevo della storia inglese: un vero record per lei. E’ quasi impossibile calcolare il numero di volte in cui l’inno God save the Queen è stato intonato per la regina.

Per la sua diffusione nel mondo, grazie all’estensione geopolitica del Commonwealth, è probabilmente l’inno più conosciuto: è stato infatti l’inno nazionale di diverse nazioni, tra cui:

  • Sudafrica, fino al 1961;
  • Nuova Zelanda, fino al 1977;
  • Canada, fino al 1980;
  • Australia, fino al 1984;

God Save the Queen: testo completo dell’inno

God save our gracious Queen,
Long live our noble Queen,
God save the Queen!
Send her victorious,
Happy and glorious,
Long to reign over us;
God save the Queen!

O Lord our God, arise,
Scatter her enemies
And make them fall;
Confound their politics,
Frustrate their knavish tricks,
On Thee our hopes we fix,
Oh, save us all!

Thy choichest gifts in store
On her be pleased to pour;
Long may she reign;
May she defend our laws,
And ever give us cause
To sing with heart and voice,
God save the Queen!

Traduzione italiana

Dio salvi la nostra graziosa Regina,
lunga vita alla nostra nobile Regina,
Dio salvi la Regina!
Donale la vittoria,
la felicità e la gloria,
possa regnare a lungo su di noi;
Dio salvi la Regina!

O Signore, nostro Dio, sorgi,
disperdi i suoi nemici
e falli cadere;
confondi i loro intrighi,
frustra le loro manovre disoneste,
su di te sono riposte le nostre speranze,
oh, salvaci tutti!

I regali più preziosi che conservi,
sii disposto a riversarli su di lei;
possa regnare a lungo;
possa difendere le nostre leggi
e sempre darci l’occasione
di cantare col cuore e con la voce,
Dio salvi la Regina!

Flag - Bandiera - Gran Bretagna - Inghilterra - Regno Unito
La bandiera del Regno Unito

Breve storia

Da Wikipedia:

La melodia dell’inno God save the Queen fu composta su comando di Giorgio II Hannover divenuto re di Gran Bretagna, ma essendo questi principe elettore di Hannover, l’inno divenne tale anche per la Confederazione Germanica, passando poi nel 1871 all’Impero tedesco (1871-1918) di Guglielmo II che lo adottò come inno nazionale col nome di Heil dir im Siegerkranz (Ave a te nella corona della vittoria). Rimase poi in vigore senza testo nella Repubblica di Weimar fino al 1922, quando fu adottato Das Lied der Deutschen.

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Re Guglielmo I di Inghilterra, detto “il Conquistatore” https://cultura.biografieonline.it/guglielmo-i-di-inghilterra/ https://cultura.biografieonline.it/guglielmo-i-di-inghilterra/#respond Wed, 03 Oct 2012 14:24:14 +0000 http://cultura.biografieonline.it/?p=3980 Guglielmo il Conquistatore era il figlio illegittimo del duca normanno Roberto il Magnifico e della sua concubina. Anche per questo motivo fu chiamato, prima di ascendere al trono di Inghilterra, il bastardo. Più dignitosamente fu chiamato anche il conquistatore per le sue vittorie in Normandia. Infatti dopo aver ereditato all’età di 8 anni il ducato dal padre, crebbe mostrando notevoli doti di carattere che negli anni successivi, anche grazie all’alleanza con il re francese Enrico I, lo portò a dominare in Normandia, diventando il più potente feudatario francese.

Guglielmo il Conquistatore
Re Guglielmo I d’Inghilterra, detto il Conquistatore

Mentre i suoi domini si allargarono, Guglielmo ebbe la possibilità di conquistare un intero regno, possibilità questa che non si lasciò scappare. Il 5 gennaio del 1066, infatti, morì il re d’Inghilterra Edoardo il confessore, cugino del padre di Guglielmo. L’erede al trono avrebbe dovuto essere Edgardo Atheling ma Harold Godwinson conte di Wessex si impose su Edgardo e si fece incoronare re d’Inghilterra con il nome di Aroldo II.

Il nuovo re sapeva che Guglielmo aspirava al trono ma non badò alla forma e prese immediatamente il controllo della corte e la gestione del regno. Guglielmo, che aspirava e pretendeva la corona inglese decise di cercare alleati in Europa per contrastare il nuovo re che accusò di spergiuro perché Aroldo gli aveva promesso che la corona sarebbe stata sua già prima della morte di Edoardo il confessore. Non ricevendo risposta da Aroldo sulla questione, dopo avergli inviato diversi messaggeri, decise di riunire un ampio esercito formato dai feudatari normanni e da alcuni nobili e feudatari d’Europa che risposero alla sua chiamata.

Con la benedizione di Papa Alessandro II preparò una flotta di 700 navi per attraversare la Manica e conquistare l’Inghilterra. Mentre le navi aspettavano di salpare per via delle condizioni atmosferiche il re di Norvegia Harald III decise di attaccare l’Inghilterra per diventarne il nuovo re. Era il 20 settembre del 1066 quando gli eserciti dei conti inglesi che appoggiavano Aroldo II si scontrarono con l’esercito norvegese nei pressi di York, subendo una pesante sconfitta.

Aroldo dovette ordinare pertanto alle sue truppe di spostarsi dai territorio del sud, dove erano state ammassate in attesa dell’esercito di Guglielmo, verso York per contrastare le truppe norvegesi. Nella battaglia di Stamford Bridge, Harold III venne sconfitto e ucciso. Il 28 settembre Guglielmo riuscì a salpare con un esercito di diverse migliaia di fanti e cavalieri e approdò nel Sussex. Scelse come accampamento il borgo di Hastings.

Nel frattempo Aroldo informato dello sbarco del duca normanno decide di spostare il suo esercito da York ad Hastings. I due eserciti si scontrarono con esiti alterni fino a quando la cavalleria normanna si fece inseguire utilizzando un espediente tattico. L’esercito sassone di conseguenza ruppe le fila e la stessa cavalleria normanna, facendo un manovra di rientro, lo accerchiò sconfiggendolo. In battaglia Aroldo morì mentre Gulgielmo trionfò. Non c’erano più ostacoli fra lui e la corona. Il 25 dicembre del 1066 venne incoronato re d’Inghilterra.

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